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Primavera, Lazio-Napoli 2-3: show di Negro!

Questo il risultato del match

Superata la sconfitta in Youth League, la Primavera del Napoli ha espugnato il campo della Lazio con una vittoria per 3-2. Protagonista il bomber Antonio Negro, autore di una doppietta. Gara intensa, ricca di occasioni e di gol. Nel primo tempo vantaggio dei biancoceleste con Bezziccheri (’28), poi il Napoli è riuscito a ribaltare il risultato con Liguori (’29) e Negro (’34). Nella ripresa (’49) pareggio di Rossi (quinto gol in due partite) ma al 76′ è ancora Negro.

André Gomes, l’intermediario: “Faccio i complimenti al Napoli, quando incontrammo Mendes…”

Le parole dell’intermediario su Gomes

L’intermediario Giuseppe Cannella è intervenuto ai microfoni di Radio Marte: “Faccio i complimenti alla dirigenza del Napoli, poiché quando l’ho proposto subito hanno capito che avevano di fronte un giocatore di grandissima prospettiva. Lo scorso anno però c’era un Giuntoli ancora alla fase di conoscenza con la nuova società, in termini di budget e non solo. Bisogna fare esperienza, quando incontrammo Mendes per lui e per Fabinho il club sbandò di fronte alle richieste economiche”. 

Kiss Kiss Napoli: “Gabbiadini partirà dal primo minuto: ci sarà anche Giaccherini”

Le sue parole

Diego De Luca è intervenuto ai microfoni di Radio Goal, sulle frequenze di Kiss Kiss Napoli: “Gabbiadini partirà dal primo minuto, il ragazzo è carico. Milik partirà dalla panchina. Dentro anche Strinic e Zielinski con ogni probabilità al posto di Marek Hamsik. Farà parte della partita anche Giaccherini ma a partita in corso”. 

Taranto e Roma: ancora morti per infortuni sul lavoro

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Questa mattina due operai hanno perso la vita in due incidenti a Taranto e Roma. Mattarella: inammissibile che non ci siano garanzie. Il Premier Renzi ha chiesto di essere costantemente informato mentre Furlan (Cisl) ha annunciato: non faremo sconti a nessuno sul tema della sicurezza e della prevenzione

TARANTO – Un dipendente di una ditta appaltatrice è deceduto all’Ilva di Taranto poco dopo le 7, nell’area dell’altoforno 4. Giacomo Campo, operaio di 25 anni, viveva a Roccaforzata, a una decina di chilometri dal capoluogo, ed era dipendente dell’impresa Steel Service del gruppo Trombini che da anni, gia’ con la gestione Riva, opera nel siderurgico.
Secondo una ricostruzione fatta dai sindacati metalmeccanici, a margine dell’incontro avuto in Prefettura col viceministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, la Steel Service era stata allertata in nottata dall’Ilva perche’ il nastro trasportatore che dalla stock house, un vero e proprio deposito, alimenta l’altoforno con i materiali necessari alla produzione della ghisa, si era bloccato a causa di un taglio longitudinale. La Steel Service ha quindi allertato subito i suoi operai e Campo, insieme agli altri colleghi di lavoro – ricostruiscono ancora i sindacati -, gia’ intorno alle 5 di oggi era nel siderurgico. Gli operai si sono messi al lavoro per consentire la ripartenza del nastro, pero’, osservano i sindacati, l’intervento e’ stato avviato senza attendere l’arrivo di una gru – questa e’ infatti la procedura seguita in casi del genere, puntualizzano sempre i sindacati – che avrebbe dovuto sollevare il contrappeso del nastro ed evitare che lo stesso potesse avere un movimento autonomo anche se l’impianto non era alimentato dall’elettricita’ perche’ gia’ disattivata.

ROMA – Nelle stesse ore è morto a Roma un operaio di Atac di 53 anni, in un incidente avvenuto “nel corso di manovre di esercizio” nel deposito di via dei Campi Sportivi, all’Acqua Acetosa. Tra le ipotesi, ancora da verificare, c’è quella che l’uomo sia rimasto folgorato mentre stava sistemando un pantografo. I sanitari del 118, immediatamente intervenuti, non hanno potuto far altro che constatare il decesso, dovuto probabilmente ad un arresto cardiaco.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, appresa la triste notizia degli incidenti sul lavoro che hanno provocato, a Taranto e a Roma, la morte di due operai, ha commentato:

“Ogni morte sul lavoro costituisce una ferita per l’Italia e una perdita irreparabile per l’intera società. Non è ammissibile che non vengano adeguatamente assicurate garanzie e cautele per lo svolgimento sicuro del lavoro”

Oggi e Domani, al Senato, camera ardente per l’addio a Ciampi

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A partire dal pomeriggio a Palazzo Madama la camera ardente del presidente emerito. Domani sarà aperta fino alle 13, Lunedì le esequie in forma privata.

È il giorno della camera ardente per l’ultimo saluto oggi e domani in Senato all’ex capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, deceduto ieri a 95 anni. Fino a domani quanti vorranno portare l’ultimo saluto al presidente emerito potranno farlo a Palazzo Madama. Nel pomeriggio, poco dopo l’apertura (fissata alle 16) e domani mattina dalle 9 alle 13, a Palazzo Madama, sarà aperta la camera ardente.

A rendergli omaggio, innanzitutto, i vertici delle istituzioni: dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ieri ha fatto visita alla famiglia nella clinica romana dove Ciampi è deceduto; ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini; al presidente del Consiglio, Matteo Renzi al rientro da Firenze (dove ha partecipato alla Wired Next Fest a Palazzo Vecchio),
Lunedì mattina, invece, si svolgeranno i funerali privati di Ciampi, a Roma: sarà giornata di lutto nazionale, ha deciso il governo, e sugli edifici pubblici di tutta Italia verranno esposte le bandiere a mezz’asta.

Migranti, Renzi torna a criticare l’Ue e spiega lo strappo di Bratislava

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Renzi, intervenendo a Firenze al Wired Next Fest, torna sull’esito del vertice europeo di Bratislava e spiega i motivi del suo strappo su Immigrazione ed economia:

“Il punto su cui abbiamo discusso ieri – spiega – non è che noi dobbiamo accogliere e gli altri no, ma su qual è il futuro dell’Ue. Alla fine ieri ci siamo detti le stesse cose, non si è fatto un passo avanti rispetto a Ventotene”, ed ha aggiunto: “Io ho posto due temi: immigrazione ed economia […] noi siamo collaborativa non è che l’Ue può restare ferma. Va bene avere l’attenzione alle regole e noi le rispettiamo, ma dobbiamo dire anche quando non funzionano e lavorare per cambiarle. L’Italia non si presta a far finta di nulla quando le cose non funzionano, non lascia che il problema dell’immigrazione esploda per le incapacità o le timidezze europee. Se è giusto salvare tutti, non è possibile accogliere tutti solo in Puglia o Sicilia. Va bene l’attenzione alle regole e noi le rispettiamo ma possiamo dire che queste non funzionano e lavorare per cambiarle. Noi non possiamo fare la foglia di fico ai problemi degli altri, io non faccio la foglia di fico di nessuno”

Ieri, in una conferenza stampa solitaria alla conclusione del vertice il premier, tra l’altro, aveva detto: “Se Francia e Germania vanno d’accordo su alcune questioni sono felice per loro – dichiara. Io non sono soddisfatto sulle soluzioni di politica economica e su migranti, non posso fare una conferenza stampa con loro.se non condivido alcune cose. E’ anche un valore se su alcune cose non la pensiamo come gli altri. Non faccio una recita a copione per far credere che siamo tutti d’accordo”.

Per il premier resta cruciale il Continente nero nell’approccio che l’Europa deve avere nei confronti dei flussi migratori. “O si accetta la tesi italiana che si va in Africa, si firmano accordi di cooperazione internazionale, si porta lavoro e si bloccano le partenze costruendo occasioni di sviluppo o stiamo perdendo tempo”. “Se non lo fa l’Europa, lo facciamo da soli” aggiunge Renzi che osserva: “Ieri (a Bratislava, ndr) hanno portato un documento in cui di Africa nemmeno si parlava…”.

Gabbiadini, Koulibaly, Albiol: rinnovi importanti e nessuna clausola rescissoria

Gabbiadini, Koulibaly, Albiol: rinnovi importanti e nessuna clausola rescissoria

La Gazzetta dello Sport scrive sui rinnovi di Gabbiadini, Albiol, Koulibaly: “Per Gabbiadini è imminente il rinnovo di contratto col Napoli (fino al 2021 e con un sostanziale aumento di ingaggio). A proposito, Giuntoli in questi giorni è indaffaratissimo. Con Koulibaly si è vicini all’accordo, anche in questo caso fino al 2021, con stipendio base di 2 milioni destinato a salire con i bonus ed il passare del tempo. Si lavora anche con Albiol, che ha il contratto in scadenza a fine stagione. Pure in caso di accordo tra l’agente Quillon e il Napoli non ci sarà alcuna clausola «pro Valencia»”.

Savoldi: “Il Napoli è la squadra che crea di più in Italia, Milik è l’ideale per gli schemi di Sarri, segnerà più di 20 gol”

Queste le sue parole

L’ex bomber azzurro, Beppe Savoldi, ha rivelato il suo parere sull’attacco del Napoli ai microfoni di Radio Gol. Ecco le parole del centravanti azzurro degli anni ’70 che ha siglato con la maglia del Napoli 55 reti in 118 partite: “Il Napoli è la squadra che crea più occasioni da gol in Italia, su questo non c’è dubbio. Credo che Milik sia il centravanti ideale per gli schemi di Sarri. Certo non è Higuain, non lo emulerà, ma faccio una previsione, voglio sbilanciarmi: questo ragazzo farà più di venti gol! Dodici, tredici, li farà di testa. Gabbiadini? Lo vedo contento, è il sostituto ideale di Milik, pur essendo diverso. Quando è stato chiamato in causa, ha sempre fatto gol. Napoli-Bologna? Se gli azzurri giocano come sanno, non ci sarà partita”.

G.D.D.

Belgium Euthanizes Child for First Time

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A child has recently been euthanized in Belgium for the first time since the country lifted age restrictions on mercy killings over two years ago, local media reported Saturday.

The minor, whose age was not disclosed, had been suffering from a terminal illness, the Belgian newspaper, Het Nieuwsblad, said. The doctor who performed the procedure submitted the files on the deceased patient to the Federal Evaluation and Control Committee on Euthanasia, which is to be notified of all euthanasia cases.

“Euthanasia of a minor is an option only in very exceptional and hopeless cases,” Committee’s chairman Wim Distelmans was quoted as saying by the outlet. “Fortunately, there are very few children who qualify, but that does not mean we should deny them the right to a dignified death,” he added. Belgium is one of a handful of countries where laws allow people in the final stages of a terminal illness to request doctor-assisted suicide. It lifted age restrictions in early 2014, and is the only country where minors of any age suffering constant, unbearable pain are allowed to choose euthanasia. In the Netherlands, the age limit is set at 12.

sputniknews.com

Eutanasia su un minore in Belgio (chi è pro e chi contro)

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Belgio, autorizzata per la prima volta eutanasia su un minore. È l’unico paese in cui i minori di tutte le età possono scegliere la “dolce morte”. Nei Paesi Bassi il limite di età è fissato a 12 anni

Un bambino è morto per eutanasia in Belgio per la prima volta da quando il paese ha revocato due anni fa le restrizioni di età. Lo riportano i media locali. Il minore, la cui età non è stata comunicata, era stato colpito da una malattia terminale, riporta il quotidiano belga Het Nieuwsblad. “L’eutanasia di un minore è un’opzione solo in casi del tutto eccezionali e senza speranza”, ha spiegato il presidente della Commissione federale di controllo e valutazione dell’applicazione della legge sull’eutanasia, Wim Distlemans. “Fortunatamente, ci sono pochissimi bambini che prendono in considerazione questa possibilità, ma questo non significa che dovremmo negare loro il diritto a una morte dignitosa”, ha aggiunto. Il Belgio è uno dei pochi paesi le cui leggi permettono alle persone nelle fasi finali di una malattia terminale di richiedere il suicidio medico-assistito, ed è l’unico paese in cui i minori di tutte le età possono scegliere l’eutanasia. Nei Paesi Bassi, il limite di età è fissato a 12 anni.

Coscioni “rispettata la volontà del minore” 

“La notizia del primo caso al mondo di eutanasia ad un minore non dovrebbe stupire: lo Stato, in questo caso il Belgio, ha rispettato la volonta’ di un suo cittadino”, anche se minorenne, ha sottolineato Maria Antonietta Farina Coscioni, presidente dell’Istituto Luca Coscioni. “In Belgio – ha ricordato – esiste un preciso protocollo che prevede questa azione in particolari condizioni, senza pericolo di alcuna deriva. Equipe di medici e psicologici insieme al paziente e ai genitori valutano la situazione e solo dopo una attenta analisi si procede con l’atto eutanasico. La volonta’ del minore infatti va prima di tutto sottoposta a verifica non dei soli genitori (troppo emotivamente coinvolti) ma di esperti che ne possano certificare l’umore, l’eventuale stato piu’ o meno primariamente depressivo”. La volonta’ del familiare “non puo’ e non deve essere prevalente rispetto a quella del minore. Non e’ sufficiente per procedere all’atto eutanasico. Non possiamo al momento sapere se nel rapporto della Commissione federale di valutazione e controllo su eutanasia a fine anno, si potra’ capire quanti anni aveva. Comunque il tempo che e’ passato tra l’approvazione e l’applicazione, dimostra un’altra volta quel che dice il presidente della commissione, il prof. il professor Wim Distelmans: dall’approvazione delle leggi eutanasia in poi si e’ investito molto di piu’ su cure palliative”.

Cappato “Parlamento decida, Belgio non sia spauracchio”

“Purtroppo in Italia i media, incluso il servizio pubblico radiotelevisivo, affrontano la questione solo per inseguire i casi di cronaca, come puntualmente si fara’ ora per il primo caso di eutanasia legale su un minore in Belgio”, ha sottolineato Marco Cappato, promotore della campagna Eutanasia legale e presidente di Radicali italiani, aggiungendo che “si fa finta di non sapere che l’eutanasia clandestina e’ una realta’ praticata anche sui minori, rispetto alla quale il Belgio e’ stato il primo Paese al mondo ad avere il coraggio di porre regole a garanzia dei malati, delle loro famiglie e dei medici. Purtroppo, il caso del Belgio sara’ certamente usato come spauracchio per evitare una assunzione di responsabilita’ della politica italiana e continuare a girare la testa dall’altra parte”. Mentre “gli attivisti del Movimento Cinque Stelle – ha fatto notare Cappato – la pensano come la stragrande maggioranza dei cittadini italiani: non solo il testamento biologico, ma anche l’eutanasia devono essere legalizzate. E’ una buona notizia. I numeri sono persino schiaccianti: sul “Testamento biologico”, hanno votato favorevole 19.381 e contrario 934; sull’ “Eutanasia”, hanno votato favorevole 18.204 e contrario 1.882. Se i Parlamentari del Movimento Cinque Stelle vorranno ascoltare questa indicazione, c’e’ una prima questione della quale occuparsi: sono passati tre anni dal deposito della nostra legge di iniziativa popolare, sostenuta dalle firme cartacee di 67.000 cittadini e dal sostegno online oltre 300.000 persone. Sul testamento biologico la discussione e’ avviata in Commissione affari sociali, ma l’eutanasia e’ stata subito bloccata in Commissione congiunta Giustizia e Affari Sociali. Mi auguro che la votazione interna dia una spinta ai Parlamentari del Movimento Cinque Stelle per impedire che i due provvedimenti rimangano intrappolati nelle sabbie mobili del Parlamento e per ottenere un vero dibattito”.

Rinnovo Albiol, c’è un patto morale con il Napoli

Rinnovo Albiol, c’è un patto morale con il Napoli

Tra il Napoli e Raul Albiol si starebbe raggiungendo l’accordo per prolungare il contratto. Il Mattino scrive: “Il difensore spagnolo, pur essendo legato al Napoli, ha manifestato più di una volta l’intenzione di tornare a casa, al Valencia. Sia Sarri che De Laurentiis, tuttavia, considerano il 31enne una colonna del Napoli. Da qui i contatti per il prolungamento del contratto, in scadenza a giugno. C’è fiducia di poterlo rinnovare e il club ha fatto un’offerta che dà la misura della considerazione che ha del calciatore. Triennale con opzione per il quarto anno di contratto, ovvero nuova scadenza nel 2019 con clausola per allungarlo sino al 2020, quando Albiol avrà 35 anni. A queste condizioni il difensore dovrebbe accettare, magari stringendo un patto morale con il Napoli, pronto a liberarlo in caso di offerte importanti”.

Fiorentina-Roma, Spalletti: “Vermaelen out. Totti un genio, ma la Roma non vincerà mai niente se si è solo Francesco”

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FIORENTINA-ROMA – Dopo il deludente pareggio europeo contro il Viktoria Plzen, è già tempo di scendere di nuovo in campo per gli uomini di Spalletti. Domani alle 20:45 la Roma sarà in scena al Franchi contro la Fiorentina di Paulo Sousa per il quarto turno del campionato di Serie A 2016/2017. Come di consueto, il tecnico di Certaldo ha risposto alle domande dei cronisti presenti a Trigoria. Queste le sue parole:

“Nura, Mario Rui e Rüdiger indisponibili. Vermaelen dopo la partita di Cagliari ha avuto un fastidio. Poi è partito con la Nazionale dove ha fatto degli allenamenti. Non ha giocato la prima, mentre nella seconda è sceso in campo con gli antifdolorifici. Tornato a Roma ha avuto ancora più fastidio, lo abbiamo provato in Repubblica Ceca ma ha ancora questo fastidio, quindi se lo utilizziamo si ricomincia da capo. Rüdiger nelle prossime settimane lavorerà con la Primavera e tra 15-20 giorni vedremo se potrà allenarsi in maniera più vera”.

La qualità maggiore della Fiorentina resta il possesso palla?
“Loro sono rimasti gli stessi, hanno una squadra forte ed un allenatore forte e stimato in una piazza non facile come quella di Firenze. Loro giocano un buon calcio fatto di possesso palla per vincere le partite e andare a far gol, di conseguenza soffrono in fase difensiva ma è normale. Chi vuole giocare bene a pallone e vuole portare calciatori nell’area di rigore avversaria si scopre un po’. Big Match? Si, quello stadio crea un’atmosfera particolare, ma anche gli altri avversari contro cui abbiamo giocato evidenzia che qualsiasi partita diventa difficile. Ieri la Samp ha rifatto una bella partita, una squadra giovane, costruita ora, che evidenzia le insidie del nostro campionato. È un campionato livellato, devi essere bravo tu a far vedere le differenze. Inoltre la Fiorentina è fra le candidate alla parte alta della classifica, se ne trarrà quindi una difficoltà maggiore. Noi dobbiamo ricercare equilibrio nella prestazione senza alti e bassi.”

Contro il Plzen è sembrato che la Roma fosse indietro sull’ultimo passaggio…
“Le partite le vedo sempre e più di una volta. A Plzen mi è sembrato che la squadra non sia riuscita a far sua, a comandare la partita. Dei momenti in cui ha cercato di far calcio ci sono stati e sono anche di più di quelli che pensavo prima di rivedere la partita. Non si riesce a riempire la partita delle componenti che ci vogliono. Bisogna essere precisi nella semplicità, non riusciamo a fare dei passaggi che sembrano banali ma non danno riferimenti alla squadra avversaria su come andare ad attaccarla. È stata la chiave dell’anno scorso e non ce la stiamo portando dietro, per ora”.

Per Salah è una vigilia particolare…è uno che riempie la partita?
“Salah vive tutto allo stesso modo, è una persona perfetta. Ha sempre il sorriso sulle labbra. Quando gli dico qualcosa in fiorentino scatta subito. È rimasto legato a quella piazza ma vuole bene alla Roma. È un giocatore che riempie la partita perché attacca di continuo la linea difensiva con la palla tra i piedi. Esce da situazioni a volte che non ti aspetti, dandogli indicazioni si rischia di limitarlo. Ad Iturbe vanno date più indicazioni, deve sapere cosa fare. Salah ha più estrosità e talento, va lasciato libero. Nella sua capacità di riempimento, in situazioni di palla addosso quando l’avversario gli è alle costole può migliorare, così come può migliorare in anticipo di testa nonostante la statura ma è un giocatore sicuramente affidabile”.

Arrivando a Roma lei disse che Roma è l’ambiente ideale per lavorare. È ancora della stessa idea?
“Della stessa idea sull’ambiente e sulla squadra. La squadra è forte, sui giocatori ci credo e ci continuerò a seminare. Quando si semina bene qualcosa nasce. Iturbe da rivedere, ho detto rimandato, non ho detto che ho buttato un calciatore. Ho una rosa che ho voluto, che mi soddisfa. Roma è l’ambiente ideale per lavorare, i giocatori nonostante abbiano una testa, messi in un ambiente ideale per lavorare danno il meglio, invece per vivere sempre nel dubbio, nell’esasperazione ci vorrebbe un po’ più di carattere. Qualcuno lo sa ma poi non riesce ad opporsi in maniera corretta e bisogna indicargli la strada. Nel nostro calcio le esasperazioni ci sono, bisogna vincere. Secondo me c’è anche un’altra strada: fare un percorso, lasciare dei paletti che indicano il modo di fare, di lavorare, che deve determinare poi il futuro”.

In difesa ci sono stati errori individuali, per esempio quello di Juan Jesus a Plzen. IL lavoro che fate viene recepito dai giocatori? Inoltre, hai invitato il presidente nel tuo ristorante a Firenze?
“E’ vero, abbiamo preso qualche gol di troppo. Abbiamo fatto cose fatte bene e dico questo perché non ho sentito nessuno parlarne. La difesa ha un’importanza effettiva nell’economia del gioco di squadra ma è per come sono stati presi che viene evidenziata la mancanza di tranquillità. Jesus ha giocato 2 partite perché gli è stato chiesto di anticipare il rientro, si è sacrificato. Precedentemente ci aveva fatto vedere qualcosa di meglio. IL posizionamento errato non c’entra niente con la qualità del difensore. Questo riguarda anche altri episodi: la troppa voglia di ricerca ha causato qualche errore che noi però non dobbiamo commettere. Il lavoro giusto, i pensieri giusti e la fiducia è il mio lavoro, quello di picchettare il futuro. Anche questa deve essere una scelta oltre al risultato, alla vittoria, a vincere. Deve essere una costante di tutti quelli che lavorano nella Roma. Alcuni calciatori hanno commesso banalità che non fanno parte del loro repertorio. (Jesus, ndr)  è un giocatore che non ha grandissime qualità di scelta ma ha piede, velocità. Se deve mettere la palla filtrante come fanno Peres o Florenzi quello è un altro discorso. Sulla marcatuta in area di rigore, invece, quello deve essere un suo cavallo di battaglia. Su Pallotta, se li sceglie da solo i ristoranti, perché ha possibilità di scegliere”.

Sta pensando di rinunciare all’attacco leggero ed optare per Dzeko?
“Son divisioni a cui pensate voi, non io. IO penso alla formazione dell’anno scorso perché credo abbia dato frutti e ci metto Dzeko perché diventa più possente, ti dà la fisicità che tutti ricercano nel calcio. Gli altri ne hanno 2 o 3 di quella stazza lì, noi abbiamo solo lui. Se l’ho tenuto fuori l’altra sera è per tenerlo fresco per Firenze. Devo infondere fiducia su quello che stiamo facendo perché son convinto che qualcosa nascerà. Dobbiamo solo trovare un equilibrio di sostanza nella partita senza subire o creare alti e bassi in cui evidenziamo di non essere una squadra forte. E questo su fa attraverso la semplicità , in una rete di passaggi semplici in cui si vede che allo step successivo si ricrea la stessa possibilità, fino alla linea difensiva in cui bisogna andare oltre ma su quello i nostri calciatori sono dei maestri, lo dicono i numeri”.

La Roma nei 90 minuti non è mai riuscita ad essere continua. Perché la squadra smette di giocare? Sul portiere, ha deciso Alisson per le coppe e Szczesny per il campionato?
“Abbiamo fatto bene in alcuni tratti anche nell’ultima partita, abbiamo fatto benissimo fino a quando non abbiamo preso gol. La chiave è quella di rifare il possesso palla semplice, il contributo invisibile che dà zero come voto, perché poi quella votazione lì dà la sufficienza complessiva alla squadra. Sui portieri, per me sono 2 giocatori normali, se sei titolare fai meglio dell’altro sennò gioca l’altro. Ci sono dei momenti in cui posso cambiare, a volte forse sbagliando ma le intenzioni sono quelle di tracciare il futuro, poi tiriamo delle conclusioni. Uscire dalla Champions è stato un passaggio a vuoto, c’è ancora del lavoro da fare per lasciare una Roma migliore di come l’abbiamo trovata”.

Quando è entrato Totti sia contro la Samp che il Plzen la partita è cambiata. È possibile vederlo anche dal 1’?
“E’ possibile vederlo anche dal primo minuto, questo non vuol dire nella partita di Firenze, è un discorso generale quello che faccio. La rosa è più forte di quella dello scorso anno e fino a fine stagione non mi deformo”.

Ha cambiato idea su Totti?
“Io ho sempre la stessa idea su Francesco. Purtroppo lui viene usato in maniera sbagliata e anche lui questo lo avverte. Io non voglio togliere niente al giocatore Francesco. Quando sono arrivato, gli ho parlato chiaramente nel mio ufficio. La squadra ha cominciato a far bene dopo i primi 10 giorni ed ho optato per la ricerca di altri riferimenti. Voi no, vi interessa solo una cosa e la usate per spaccare la Roma. Perché si sa che quando si dà potere totale ad una persona… la società non va bene, il dg non va bene, l’allenatore non va bene, quelli che lavorano dentro la Roma non vanno bene, le macchine sono bordò anziché celesti. Pallotta ha lasciato delle cose solide, che nessuno può portar via. Francesco è un genio, che deve diffondere questo modo di pensare. L’anno scorso ci ha dato un contributo fondamentale, come quest’anno quando ha giocato. I presupposti per entrare in Champions l’ha creata anche il resto della squadra. Francesco è un giocatore straordinario ma la Roma non vincerà mai niente se si è solo Francesco. Non si è vinto niente, lui ha vinto tante cose, ma vincere da soli non basta. E non va mischiata la passione degli sportivi perché quella è un’altra cosa. Noi abbiamo il dovere di tirarli dentro, ma la Roma deve essere anche altre cose. Ne abbiamo parlato stamattina a colazione, si è allenato prima perché poi aveva il funerale della zia. Non ho niente contro Francesco, anzi, ho cominciato quest’anno dalla prima intervista che se sarà o non sarà l’ultima stagione di Francesco lo deciderà il campo. Se le dicessi che continuo a fare l’allenatore se continua anche Totti a giocare lei che mi risponde? Che ce l’ho con lui? SE non faccio vittorie devo smettere, siamo tutti figli dei risultati. Nessuno ha riconosciuto i meriti della squadra, si è riconosciuto soltanto quando Francesco ci ha dato il suo contributo. Il record di punti del girone di ritorno nello scorso anno, è un record della Roma, non di Totti”.

Claudia Demenica

Napoli-Bologna, sei ex e storie diverse…

Napoli-Bologna, sei ex e storia diverse…

Saranno sei gli ex di questa sera tra Napoli e Bologna allo stadio San Paolo: da Roberto Donadoni, Riccardo Bigon e Blerim Dzemaili con la maglia del Bologna, a Gabbiadini, Giaccherini e Diawara con quella del Napoli. Storie contrastanti, dal giovane guineano che è fuggito in estate e ora è felice in azzurro al rinato Giaccherini in rossoblu dopo la negativa esperienza inglese.

La questione del centro destra in luce con Parisi e Lega

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Il momento attuale è il più propizio al centro destra che si sia presentato da almeno due anni a questa parte. Mai l’azione di governo di Renzi era apparsa così appannata, né mai il Movimento 5 stelle s’era dedicato così intensamente, e con così straordinario successo, all’autolesionismo. L’interesse per il convegno organizzato da Stefano Parisi a Milano, che è cominciato ieri e terminerà oggi, mi pare dipenda anche da questo.

Chi osserva la politica italiana vede bene che l’assenza di un’alternativa seria e credibile al governo attuale sta rendendo ancor più debole il già fragile sistema politico italiano. La questione del centro destra, per altro, è importante sia che al referendum costituzionale vincano i no, sia che vincano i sì. Nella prima eventualità, o si riscrive la legge elettorale, o il sistema assumerà un assetto proporzionalistico – ma in entrambi i casi l’asse portante del sistema sarà quello che corre fra il Partito democratico e i moderati. Nella seconda eventualità, si aprirà la questione di chi, e come, sfiderà Renzi.

Il fatto che in contemporanea con l’iniziativa di Parisi si svolga il tradizionale raduno leghista di Pontida evidenzia per l’ennesima volta come al centro destra si sia ormai affiancata una vera e propria destra di peso elettorale comparabile. Conseguenza, questo dualismo, da un lato della mutazione storica visibile ovunque in Occidente, dall’altro della crisi della leadership berlusconiana, che per due decenni ha saputo magistralmente combinare gli accenti populisti con un profilo moderato.

Ancor più della concomitanza fra le due iniziative, tuttavia, colpisce il contrasto fra la decisione di Parisi di mettersi alla ricerca di soluzioni realistiche e ragionate per l’Italia da un lato, e la dichiarazione di Salvini su Ciampi dall’altro. La sparata di Salvini è tanto significativa quanto stomachevole. Significativa perché, ricorrendo a una categoria etica e non politica come quella del tradimento, ha mostrato a quale livello di barbarie sia giunto – ma non certo da oggi – il dibattito pubblico italiano. E stomachevole per le stesse identiche ragioni. Proprio perché barbara, d’altra parte, l’uscita di Salvini ha funzionato come meglio non avrebbe potuto: s’è guadagnata grande rilievo su tutti i siti di informazione, e ha attirato su di sé condanne tanto sacrosante quanto improvvide – improvvide perché, com’è ovvio, hanno contribuito a dar visibilità al leader leghista, e quindi hanno fatto il suo gioco.

Questo meccanismo – ben noto e sperimentato, basti pensare a Donald Trump – crea un’asimmetria comunicativa evidente fra il centro destra responsabile e moderato alla cui costruzione vuol lavorare Parisi e il populismo leghista. Un’asimmetria destinata a durare, per altro, visto che i mass media non pare diano segno di voler modificare il loro modo di trattare le notizie, né gli italiani di voler punire nelle urne quelli che urlano troppo. Al contempo, l’uso intensivo del «metodo Salvini» allarga la frattura fra destra e centro destra ben al di là delle loro reali divergenze programmatiche, e rende quindi più difficile un’alleanza che, soprattutto se al referendum dovesse vincere il sì, sarebbe comunque inevitabile.

Questo ragionamento, in conclusione, porta a tre domande. La prima a Salvini: fin dove intende spingersi lungo una strada che per molti mesi, è vero, ha pagato in termini elettorali, ma da qualche tempo ha pure smesso di pagare, e potrebbe in futuro condurlo all’isolamento o alla sconfitta? La seconda a Parisi, ma più in generale a chiunque dovesse proporsi di rilanciare il centro destra: come intende superare l’handicap comunicativo nei confronti della Lega, e più in generale rivolgersi in maniera efficace ma non barbara a un elettorato frammentato, distratto e ombroso com’è sempre stato quello di centro destra?

C’è poi un ultimo interrogativo che va rivolto a entrambi. Una delle ragioni per le quali la crescita elettorale della Lega s’è fermata, è che il partito resta confinato all’Italia centro-settentrionale. Parisi, per parte sua, non soltanto ha organizzato il suo convegno a Milano, ma si è rivolto a componenti della società civile molto presenti e forti in Lombardia. È vero che, con qualche rara eccezione, e di certo negli ultimi decenni, l’innovazione politica in Italia è sempre partita dal settentrione. Prima o poi, però, a destra bisognerà anche porsi il problema del Mezzogiorno. Le cui regioni oggi sono governate tutte dal Pd.

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Il matrimonio impossibile tra Parisi e Lega GIOVANNI ORSINA

Spaccatura tifo-De Laurentiis, il patron si è legato una cosa al dito

Spaccatura tifo-De Laurentiis, il patron si è legato una cosa al dito

La Repubblica scrive sull’assenza di De Laurentiis anche questa sera al San Paolo: “Stasera non ci sarà nemmeno De Laurentiis, che non ha mai visto dal vivo il nuovo Napoli nelle sue uscite ufficiali. Nel ritiro di Dimaro lo accolsero con qualche fischio per la cessione di Higuain e lui se l’è legata al dito, infastidito anche dagli striscioni di contestazione in città. Le curve a 40 euro sono state la dura risposta del presidente, che domani volerà in Oriente senza passare dal San Paolo. A Pechino l’aspetta un festival cinematografico, ma il numero uno azzurro porterà con sé pure una nuova manager, Serena Salvione, che ha già promosso in Cina i brand di Juve e Nba. La missione ha come obiettivo la ricerca di partner commerciali, non di acquirenti per il club. Se poi dovessero spuntare, allora si vedrà”.

QUI SIRACUSA Sottil: la tensione è quella giusta,sono fiducioso

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Sottil parla in conferenza alla vigilia della gara con la Juve Stabia

Oggi il Siracusa di Andrea Sottil è partito alla volta di Castellammare di Stabia, dove domani affronterà la Juve Stabia di Mister Gaetano Fontana.

I leoni hanno ottenuto solo 2 punti in quattro partite e la situazione, inutile nasconderlo, è davvero critica. Al momento il tecnico degli azzurri non sembra preoccupato più di tanto, ma un’eventuale sconfitta prima della gara interna contro il Lecce, potrebbe ancor più aggravare la posizione del Siracusa.

Sottil, comunque è ottimista per la gora:
“Partiamo dopo una serie di ottimi allenamenti. Prima di ogni cosa vorrei fare i complimenti alla squadra per l’applicazione dimostrata. Adesso trasferiamo tutto in campo. La tensione è quella giusta”. E’ carico l’allenatore Andrea Sottil in vista della trasferta di domenica quando in notturna il Siracusa renderà visita alla Juve Stabia. Ventitre i giocatori convocati. “E’ questa è certamente una buona notizia – ha detto Sottil – anche se ovviamente l’undici iniziale andrà in campo sulla base di quelle che sono le caratteristiche dei nostri avversari”. Sistemata la difesa (un gol in 180 minuti) Sottil adesso punta l’attenzione sull’attacco. “Anche mercoledì abbiamo creato molte occasioni, adesso dobbiamo concretizzare i tanti traversoni alti e bassi che i nostri esterni riescono a piazzare in area di rigore”.

Questo l’elenco dei convocati.
Serenari, Santurro, Filosa, Di Dio, Dentice, Brumat, Pirrello, Turati, Sciannamè, Giordano, De Vita, Palermo, Baiocco, Toscano, Spinelli, Dezai, Longoni, Catania, Valente, Talamo, De Respinis, Cassini, Scardina

Fonte: www.nuovosud.it

Stabia Story, Juve Stabia vs Siracusa 2 – 1 (94-95)

La cronaca di Juve Stabia vs Siracusa che si disputò al Meni il 19 febbraio del 1995

Oggi per la nostra rubrica Stabia Story alla vigilia del match Juve Stabia vs Siracusa, vi raccontiamo come finì la gara che si disputò durante il Campionato di serie C1 girone B il 19 febbraio 1995. Era la quarta giornata di ritorno, la Juve Stabia del presidentissimo Roberto Fiore guidata in panchina da mister Giancarlo Ansaloni, al “Menti” di Castellammare conquistò la terza vittoria consecutiva contro i “fratelli siracusani”.

Juve Stabia spumeggiante già dai primi minuti della gara. Le vespe riuscirono ad andare in vantaggio nei minuti iniziali del match: era il sesto minuto e grazie ad una conclusione di Sasà Bertuccelli ribattuta dal portiere, il pallone schizzò sui piedi di Di Bari che fece autogol portando le vespe sull’uno a zero.

La gioia fu di breve durata, al ¼ d’ora il Siracusa trovò il pari con Di Dio; buona fu la tattica del fuorigioco applicata alla perfezione dai calciatori aretusei di mister Sonzogni che misero in difficoltà gli avanti gialloblù e così con i siciliani in dieci uomini, arrivò il gol della vittoria a tempo scaduto, ancora Sasà Bertuccelli riuscì a beffare il Siracusa.

ANTEPRIMA – Juve Stabia, è subito derby con la Paganese per le Vespette?

Queste le ultime raccolte dalla nostra redazione

Il girone della Berretti della Juve Stabia di mister Domenico Panico c’è ormai da qualche tempo, si attendono soltanto i calendari per le gare da disputare nel croso della stagione. Secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di Vivicentro.it, la prima gara delle Vespette si giocherà il 24 settembre e dovrebbe essere interna contro la Paganese. Sarà subito derby?

a cura di Ciro Novellino

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Pescara ricorda il Mar. Ca. Di Resta

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Si è celebrato ieri, 16 settembre, il 20° anniversario della dolorosa scomparsa del Maresciallo Capo dei Carabinieri Marino DI RESTA, brutalmente assassinato a Pescara a seguito di un conflitto a fuoco con un gruppo di malviventi della provincia di Foggia che avevano da poco consumato una rapina ai danni di un rappresentante di gioielli. Per l’eroico comportamento tenuto il Maresciallo fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Le celebrazioni per ricordare il Sottufficiale ha avuto inizio alle ore 17.00 nella Piazza a lui intitolata con la deposizione di una corona; sono proseguite con la celebrazione di una Santa Messa presso la Chiesa Stella Maris di Pescara e si sono concluse con l’inaugurazione della scultura a lui dedicata, posta all’ingresso del Comando Provinciale Carabinieri di Pescara, realizzata dall’artista di Manoppello Carlo Ferrante.

Alle cerimonie hanno preso parte, oltre alla vedova ed ai familiari, i militari del Comando Provinciale di Pescara, il Comandante della Legione Carabinieri Abruzzo e Molise, Gen. B. Michele Sirimarco, il sindaco, Avv. Marco Alessandrini ed i vertici delle locali Istituzioni e forze di polizia.

Significativa infine la presenza dei ragazzi della scuola elementare a lui intitolata e una nutrita rappresentanza di bambini della scuola calcio ASD D’Annunzio Marina, che  per il 13° anno consecutivo hanno organizzato il 4 settembre un torneo di calcio intitolato all’eroico sottufficiale che ha visto la partecipazione di oltre 150 bambini della categoria pulcini.

Crotone – Palermo: sfida delicata a Pescara

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Siamo solo alla quarta giornata di andata del massimo campionato italiano, ma ecco che la sfida dell’ Adriatico – “Cornacchia” di Pescara, tra il neopromosso Crotone ed il Palermo, ha già il sapore di una gara che riveste un’importanza rilevante per le due formazione.

Il Crotone, il quale è costretto ad “emigrare” a Pescara, a causa dell’indisponibilità dello stadio Ezio Sciada, per dei lavori di ristrutturazione che si protrarranno almeno per qualche altra settimana (i calabresi dovrebbero bagnare il loro esordio presso il loro impianto cittadino il prossimo 23 ottobre, in occasione della gara casalinga che li vedrà affrontare il Napoli di Sarri), sembra ancora non essere riuscito ad adattarsi alla nuova categoria, visto e considerato le notevoli difficoltà iniziali, che si sperano verranno mitigate dagli acquisti operati proprio nelle ultime giornate di mercato, che hanno visto approdare in Calabria due ottimi attaccanti come Falcinelli e Trotta. Per il momento, solo delusioni per l’undici guidato da Davide Nicola, che ha collezionato 3 sconfitte in altrettante gare disputate fino ad oggi.

I pitagorici cercheranno i loro primi storici punti nella massima divisione, al cospetto di un Palermo che viaggia in una direzione piuttosto simile ai rossoblù di Calabria. I rosanero, infatti, in 3 gare fino ad ora disputate, hanno collezionato 1 solo punto, ed hanno mostrato di avere diverse difficoltà, sia sul piano del gioco, che sul piano del furore agonistico, difficoltà alle quali, il tecnico De Zerbi, subentrato alla seconda giornata di campionato al dimissionario Dario Ballardini, cercherà di fare fronte anche con un probabile cambio di modulo. Probabile, infatti, il passaggio dal 4 – 3 – 3 al 4 – 3 – 2 – 1, modulo che sfrutterebbe al meglio le caratteristiche di trequartista da parte di Diamanti.

Ci si aspetta una gara combattuta ed equilibrata, dove entrambi le formazione cercheranno di portare a casa l’intera  posta in palio, al fine di darsi la scossa giusta per il prosieguo dei rispettivi cammini verso una salvezza che per entrambe sembra essere un obbiettivo possibile da conquistare solo lottando ogni partita con il coltello tra i denti.

Arbitro dell’incontro sarà il Signor Celi di Bari.

Queste le probabili formazioni dell’incontro tra Crotone e Pescara:

Crotone( 3 – 5 – 2), Cordan, Ceccherini, Claiton, G. Ferrari, Sampirisi, Crisetih, Rohden, Salzano, Martella, Falcinelli, Palladino. All. D. Nicola.

Indisponibili: Rosi, Fazzi e Dussene.

Palermo (4 – 3 – 2 – 1), Posavec, Rispoli, Goldaniga, Rajkovic, Aleesami, Hiljemark, Gazzi, Bruno Henrique, Sallai, Diamanti, Nestorovski. All. De Zerbi.

Indisponibili: Trajkovski, Morganella, Dussene.

CHRISTIAN BARISANI