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La Russia resta attaccata alla stabilità, e a Putin

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“I russi hanno votato con scarsa diligenza più per stanca disciplina che per convinzione” e “il voto di ieri esprime semplicemente attaccamento alla stabilità”, scrive il nostro editorialista Stefano Stefanini che parla di una “ottima estate” per Putin.

Il dogma della stabilità alla russa

Sono durati poco i tempi nei quali il mondo attendeva con apprensione l’esito del voto in Russia. Ieri, la curiosità era minima. Ci si domandava solo come Vladimir Putin sarebbe uscito dalle elezioni. Stando agli exit poll, ne esce esattamente come prima.

In pieno controllo della politica russa. Il che gli basta per guardare con distacco ai problemi che affliggono le controparti occidentali.

I russi hanno votato con scarsa diligenza (a malapena 40% di affluenza alle urne) più per stanca disciplina che per convinzione. Disciplinatamente, hanno ridato a Russia Unita una netta maggioranza; qualche seggio perso non fa differenza. In una Duma docile le opposizioni comunista e liberaldemocratica fanno salvo l’esercizio di democrazia, ma non incidono minimamente sui rapporti di potere.

Il voto di ieri esprime semplicemente attaccamento alla stabilità. Putin ha saputo abilmente cavalcarla, facendosene identificare come il garante. E’ questo che gli assicura un consenso stratosferico pur dovendo chiedere ai russi di tirare la cinghia, a causa del crollo dei prezzi di petrolio e gas e delle sanzioni occidentali. La pazienza non durerà in eterno, ma intanto il Presidente incassa, senza molto sforzo, un nuovo Parlamento sempre ligio al potere che conta – il Cremlino. Può così guardare con tranquillità alle elezioni presidenziali, previste nel marzo del 2018; non ha detto che si ripresenterà ma tutti, in Russia e fuori, se lo aspettano.

Lo stridente contrasto con l’Europa e con l’Occidente non sta solo nella capacità russa di produrre una solida maggioranza parlamentare, che in Europa manca praticamente dappertutto. La Russia ci arriva grazie alla mobilitazione del governo, al controllo dell’informazione e alla coalizione di forze, come la Chiesa ortodossa, coagulate intorno all’orgoglio nazionale. Sono tratti della «democrazia sovrana» di Putin incompatibili con le nostre democrazie. Ma colpisce soprattutto l’abisso che separa il desiderio russo di stabilità dalle ansiose e profonde insoddisfazioni occidentali. L’uno si traduce nell’acritica conferma del leader e del partito al potere; le seconde nella ribollente rivolta populista contro il funzionamento degli interi sistemi politici in Europa e negli Stati Uniti e contro le figure e le istituzioni, in particolare dell’Ue, che vi s’identificano.

Putin ha avuto un’ottima estate. Si è riconciliato con Erdogan. Si è reso indispensabile in Siria, al punto di contemplare azioni militari congiunte con gli americani contro lsis. Il referendum britannico e l’insipienza politica di Bruxelles gli hanno servito Brexit su un piatto d’argento. Tedeschi e francesi hanno arricchito il piatto con il fallimento dichiarato di Ttip. Putin non è antieuropeo, ma preferisce gli europei divisi che non uniti – si tratta meglio. Del pari, non è detto che aneli ad avere un presidente Trump con il dito sul bottone nucleare, ma non gli dispiace che una campagna elettorale americana in cui entrambi i candidati hanno alti indici d’impopolarità laceri gli Usa e indebolisca il futuro Presidente, chiunque sia, prima ancora d’entrare alla Casa Bianca.

Stamattina, dalle finestre del Cremlino, Vladimir Putin vede un’Europa divisa e un’America inquieta. Oltreoceano le rudimentali bombe di Manhattan e il selvaggio accoltellamento in Minnesota ravvivano le paure di terrorismo domestico. Il «saremo duri» di Donald Trump sarà qualunquistico (con chi? come?) ma ha più appeal elettorale della misurata reazione di Hillary Clinton.

Con una coesione che ha sorpreso i russi, l’Ue ha dato non pochi fastidi a Mosca. Se viene meno, la Russia ha tutto da guadagnare. Orfana del Regno Unito, il resto dell’Ue era chiamato a una prova di maturità. Invece Bratislava è stato un fallimento. L’Ue a 27 si è rivelata più divisa dell’Ue con Londra dentro.

A farla ripartire non basta certo lo stanco e squilibrato «motore» franco-tedesco. E’ velleitario pensare che Roma, da sola, possa correggere la rotta; Matteo Renzi non può non sapere che per convincere l’Africa a controllare la fuga immigratoria ci vuole l’intera Europa. Le spinte centrifughe verso la formazione di gruppi geografici, come Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia), i «nordici» più Germania, il Sud indebitato, rischiano di dilaniare il tessuto dell’Unione.

Vladimir Putin conosce il nerbo dell’Occidente. Europa e Stati Uniti sono in grado di superare questa fase di difficoltà, in buona parte autoinflitte. Il rapporto con la Russia continuerà ad oscillare fra partnership e competizione. Ma, guardandosi intorno all’indomani di un voto che conferma Mosca come un’isola di stabilità politica, non può che compiacersi del disordine altrui. Domani si vedrà, ma oggi si sente in una botte di ferro.

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A Pescara appuntamenti importanti per informare sull’Alzheimer

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21 Settembre 2016: una data importante per coloro che vivono ogni giorno il dramma della gestione della demenza di Alzheimer!

La giornata, istituita nel 1994 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Alzheimer Disease International per creare una coscienza pubblica sulla malattia e riunire in tutto il mondo malati, familiari e associazioni Alzheimer, verrà celebrata a Pescara attraverso le seguenti iniziative:

  • Mercoledì 21 Settembre 2016 alle ore 21.00 presso l’Auditorium “Leonardo Petruzzi”, sito in Via delle Caserme n. 22 a Pescara si svolgerà una serata dedicata a questa patologia dove verranno fornite informazioni utili ai familiari. Si proietterà, inoltre, in prima visione nazionale, il cortometraggio “Non temere” del registra Marco Calvise, presentata in contemporanea in ben 11 diverse città italiane, da Genova a Roma, da Livorno a Paullo (MI), da Pescara a Messina, da Sesto San Giovanni a San Severo (FG). Seguirà una tavola rotonda dove l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Pescara, Giuliano Diodati, ed esperti del settore relazioneranno su una realtà sempre più diffusa e dura da vivere, sia per il malato che per i familiari. I cittadini ed i mass media sono invitati a partecipare.
  • Domenica 25 Settembre 2016 dalle ore 9.00 alle ore 19.00 presso Piazza della Rinascita a Pescara si svolgerà un’iniziativa che vedrà la presenza di esperti del settore riuniti in uno stand informativo per comunicare ai cittadini l’importanza della prevenzione, il riconoscimento dei sintomi ed i comportamenti utili per migliorare lo stile di vita del paziente in seguito alla diagnosi. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Pescara, dalla ASL di Pescara, dalla Società Italiana di Geriatria e Gerontologia, dall’Associazione Multidisciplinare di Geriatria ed organizzata dall’Associazione Alzheimer Uniti Abruzzo Onlus, dalla Croce Rossa di Pescara, dalla Misericordia di Pescara e dall’Associazione ASSO Onlus – Centro Igea (struttura semi-residenziale specializzata nella gestione dei pazienti con demenza di Alzheimer o altre sindromi correlate al decadimento cognitivo).

Le occasioni saranno utili anche per fornire informazioni ai familiari sui nuovi approcci innovativi utilizzati nel Centro IGEA di Pescara: dalla musicoterapia alla terapia occupazionale, dalla teatroterapia alla terapia del sorriso; un progetto, denominato “Coccole per l’anima”, che nasce dalla collaborazione del Centro IGEA con i volontari dell’Associazione ClownDoc di Pescara e con un attore dell’Associazione EstroDestro, specializzato in improvvisazione teatrale.

Due intense giornate per avere informazioni utili alla prevenzione e/o alla gestione di una patologia che rappresenta, ad oggi, è un vero problema sociale!

Bundesbank, monito all’Italia

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“L’Italia ha già avuto troppa flessibilità, ora servono le riforme a cominciare dalle banche”: a parlare è il capo della Bundesbank, Jens Weidmann. In un’intervista ad Alessandro Alviani il banchiere tedesco esclude inoltre l’ipotesi di una nuova mossa espansiva della Bce di Mario Draghi.

“L’Italia ha già abusato della flessibilità. E non ha tagliato il debito pubblico”

Jens Weidmann, presidente della Bundesbank: «Ora il governo porti avanti le riforme. La Bce non ha motivo per rilanciare sulla politica monetaria. Su Brexit si faccia chiarezza»

BERLINO – Dodicesimo piano della sede della Bundesbank a Francoforte. Jens Weidmann riceve La Stampa, Süddeutsche Zeitung, The Guardian e Le Monde per un colloquio di un’ora e mezza in cui si sofferma a lungo sulle decisioni della Bce e sulla Brexit, ma anche sull’Italia e l’austerity.

Il governo italiano spera in una maggiore flessibilità, che alla fine tornerebbe utile anche ad altri Paesi.  

«Il patto di stabilità e crescita non è affatto rigido. Contiene numerose eccezioni, non solo in caso di oneri imprevisti. Tale flessibilità è già stata stravolta e abusata, la funzione disciplinante del patto sui bilanci pubblici ne ha risentito notevolmente. Finanze statali solide sono però importanti per la sostenibilità futura dei singoli Paesi e per la stabilità dell’unione monetaria. Un fuoco di paglia congiunturale finanziato col debito non rimuoverebbe la debolezza strutturale della crescita in Italia. Quello di cui c’è bisogno è che il governo italiano applichi e porti avanti le riforme strutturali che ha già iniziato. Il Jobs Act, così come l’Italicum hanno un approccio corretto».

Weidmann

Roma ha già annunciato di voler correggere al ribasso le stime di crescita. Bisogna proseguire con l’austerity?  

La domanda è semmai: c’è stata davvero una politica di austerity in Italia? Visto l’elevato debito pubblico il consolidamento di bilancio rappresenta un compito prioritario – anche per evitare che sorgano dubbi sulla sostenibilità del debito pubblico.

In Europa molti cittadini chiedono la fine dell’austerità.  

Una politica di austerity ambiziosa c’è stata soltanto in pochissimi Paesi. La Francia o la Spagna oltrepassano già da anni, con la loro politica di bilancio, i requisiti del patto di stabilità. In Italia il deficit è sceso negli ultimi tempi solo perché il Paese ha dovuto pagare meno interessi sul debito. I tassi più bassi hanno contribuito anche al pareggio di bilancio in Germania.

Quando, se non adesso, i governi europei dovrebbero spendere?  

In Europa abbiamo troppi debiti, non troppo pochi. E i bassi tassi di interesse continuano a fiaccare la disciplina di bilancio. Le montagne di debiti possono diventare un problema al più tardi nel momento in cui i tassi di interesse riprendono a crescere, perché a quel punto potrebbero essere non più sostenibili.

Molti chiedono al governo tedesco di investire di più – per l’Europa. 

L’idea che la Germania possa dare una spinta alla congiuntura europea attraverso un programma di investimenti pubblici è ingenua. Da una parte gli effetti di ricaduta economica sugli altri Paesi sono troppo bassi. Dall’altra per una crescita sostenibile sono determinanti le condizioni locali – intendo non solo strade e ponti, ma anche un’amministrazione ben funzionante, una giustizia efficiente e un elevato livello d’istuzione».

Crede sia possibile un accordo a livello europeo per consentire agli Stati membri di ristrutturare il proprio settore bancario, eventualmente anche tramite il ricorso ai fondi dell’Esm, affinché i problemi della scarsa redditività e dei crediti deteriorati possano essere finalmente risolti?  

«Affrontare con decisione in Italia il problema dei crediti deteriorati rappresenta un’importante premessa affinché il sistema bancario possa adempiere senza limitazioni alla sua funzione economica, in quanto i crediti deteriorati rappresentano un ostacolo alla crescita. Ciò però non deve portare a distorcere la concorrenza o far sì che proprietari e creditori possano sottrarsi alle loro responsabilità a danno dei contribuenti. Per questo devono essere rispettate le norme europee sugli aiuti di Stato e le disposizioni del Brrd (la direttiva sulla gestione delle crisi, ndr.). E, come ovunque in Europa, le banche devono verificare i loro modelli di business e ridurre i costi. Le uscite dal mercato non devono essere un tabù».

La Bce immetterà sui mercati 80 miliardi di euro al mese fino a marzo 2017. Il programma di acquisto dei titoli andrebbe esteso, visto che l’inflazione resta bassa?  

«Nella sua ultima riunione il consiglio della Bce ha discusso le nuove previsioni. Dal momento che quelle sull’inflazione sono cambiate in modo solo impercettibile non ha visto – a ragione – nessun motivo per rilanciare sul fronte della politica monetaria».

A marzo la Bce dovrebbe interrompere del tutto il programma e alzare in breve tempo i tassi di interesse o Lei preferirebbe una fase d’uscita più lunga?  

«La decisione presa prevede che il programma di acquisto dei titoli duri almeno fino al marzo del 2017. Quello che succederà dopo lo discuteremo e decideremo nel consiglio della Bce sulla base dei dati di cui disporremo in quel momento. Non dobbiamo però ignorare i rischi di una politica monetaria ultraespansiva, che diventano tanto più grandi quanto più dura la fase dei bassi tassi di interesse. I tassi non devono in nessun caso restare così bassi più a lungo di quanto sia necessario per la stabilità dei prezzi. I possibili problemi di singoli istituti finanziari o bilanci statali non devono impedirci di normalizzare la politica monetaria non appena necessario».

A volte pensa a come ci si sentirebbe a essere presidente della Bce?  

«Nel consiglio della Bce pensiamo tutti insieme, indipendentemente che si tratti del presidente della Bundesbank o della Bce, a come gestire la politica monetaria europea».

Vorrebbe succedere a Draghi?  

«Sono il presidente della Bundesbank – e lo faccio molto volentieri. Inoltre considero fuori luogo discutere della successione a Mario Draghi a metà del suo mandato».

Quanto è dannoso il protrarsi delle trattative per la Brexit?  

«È indubbio che l’incertezza relativa al momento e alle modalità del divorzio pesino sull’economia. Per questo bisognerebbe far chiarezza quanto prima. Al tempo stesso l’uscita di un Paese dalla Ue è qualcosa che avviene per la prima volta e comporta negoziati complessi che devono svolgersi, nell’interesse di tutti, in modo equo. La Ue non dovrebbe stabilire una punizione esemplare né può esserci un precedente per il quale un Paese seleziona le parti a lui più vantaggiose».

La Brexit non ha provocato finora nessuna catastrofe.  

«Finora la Gran Bretagna non ha presentato la richiesta di uscita. Dalle reazioni finora moderate al voto non bisogna concludere che l’uscita resterebbe senza conseguenze negative. Dal punto di vista economico la Gran Bretagna è legata in modo molto stretto alla Ue e alla Germania. Se si rende più difficile l’accesso reciproco ai rispettivi mercati si frena la crescita soprattutto in Gran Bretagna».

Londra potrà conservare i diritti di passporting se lascierà la Ue?  

«I diritti di passporting sono legati al mercato interno e vengono automaticamente meno se la Gran Bretagna non dovesse restare quanto meno nello spazio economico europeo. Ciò influenzerebbe di sicuro in modo decisivo anche il futuro della City».

Non ci sono alternative all’euro oppure nel peggiore dei casi bisogna concludere questo esperimento?  

«Una moneta comune stabile ha molti vantaggi per i cittadini e le imprese. Per questo mi impegno affinché l’unione monetaria sia un’unione della stabilità, così come la politica ha promesso ai cittadini. Speculazioni su ipotetici scenari estremi non ci portano da nessuna parte».

Mario Draghi chiede l’unione politica.  

«Ancor prima della nascita dell’unione monetaria Helmut Kohl disse che bisognava completarla con l’unione politica. Ciò presupporrebbe la cessione di diritti di sovranità all’Europa da parte degli Stati, in particolare il diritto fondamentale del Parlamento: la sovranità di bilancio. In questo momento non vedo però la disponibilità a compiere questo passo. Al contrario, ultimamente è stato posto semmai l’accento sui margini d’azione nazionali. I governi e i parlamenti non vogliono intromissioni da Bruxelles. Lo dimostra anche il modo in cui sono affrontate le regole europee di bilancio, che vengono messe sempre più in discussione».

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lastampa/“L’Italia ha già abusato della flessibilità. E non ha tagliato il debito pubblico” ALESSANDRO ALVIANI

ESCLUSIVA – Mainolfi, resp. sett. giovanile Juve Stabia: “Brignola come Volpe, che orgoglio!”

Queste le dichiarazioni di Saby Mainolfi

Il lavoro, con il tempo, ripaga sempre e la professionalità riesce sempre a trionfare. Il settore giovanile della Juve Stabia questo lo sa e si affida sempre a competenti del settore. Il direttore Alberico Turi ha dato continuità al lavoro passato affidando il ruolo di responsabile del settore giovanile della Juve Stabia a Saby Mainolfi. E’ di sabato scorso, infatti, l’esordio in serie B di un ragazzo di prospettiva, Enrico Brignola, scoperto proprio negli anni passati da Mainolfi che noi abbiamo ascoltato in esclusiva: “Enrico Brignola, attaccante, classe ’99, ragazzo che è cresciuto con noi alla scuola calcio Valle Telesina. E’ rimasto lì dal 2004 al 2011, prima di essere ceduto al Benevento nel quale c’era il direttore sportivo Massimo Mariotto con Calcaterra a gestire il settore giovanile. Prima del Benevento, però, si erano fatti avanti club come il Perugia e lo Spezia, ma per motivi familiari si preferì non accettare queste lusinghe. Siccome eravamo affiliati con la Roma, il club lo consoceva bene, ma per età preferì non acquisirne ancora i diritti, tant’è che decidemmo di farlo approdare in un club professionistico lo stesso e lo cedemmo al Benevento. Ha sempre giocato sotto età e nella stagione 2015-16 fu dato in prestito alla Roma con diritto di riscatto non esercitato facendo in modo che tornasse a casa in questa stagione. Sabato scorso è arrivato questo esordio contro il Latina che mi rende molto felice. Baroni l’ha portato in panchina in prima squadra per due volte dalla Primavera. Juve Stabia? Lo conosce bene anche il direttore Alberico Turi, ma lo avevo già ceduto prima ancora di iniziare la nostra collaborazione. Sfortunatamente contro le Vespe ha sempre fatto gol negli scontri diretti, mettendo a segno anche una doppietta”.

Questa è la dimostrazione che il lavoro di Saby Mainolfi alla Juve Stabia in questo momento è prezioso

I talenti dico sempre che sono creati dalla mamma e dal papà, poi noi dobbiamo essere bravi ad assemblarli. Oltre a Brignola, per esempio, c’è anche Michele Volpe al Frosinone, classe ’97, altro attaccante, che sta andando spesso in panchina e anche in A è stato convocato. I ragazzi devono crescere senza pressione. Per esempio, con Alfonso Belmonte, a Roma, contro il Racing Club Roma, nella formazione Under 15 della Juve Stabia c’erano 14 ragazzi usciti dall’attività di base e solo 5 arrivati in questa sessione di mercato”.

a cura di Ciro Novellino

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Bombe a New York e Trump subito cavalca rabbia e paura

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A cinquanta giorni dall’Election Day la paura entra nella campagna presidenziale E gli sfidanti reagiscono all’opposto Il repubblicano Trump auspica “misure forti” mentre la democratica Hillary Clinton suggerisce “prudenza”.

La violenza irrompe sulle elezioni, così Trump cavalca rabbia e paura

Ventinove feriti, di cui uno molto grave nel popolare quartiere di Chelsea, a New York; otto accoltellati, in Minnesota, da un uomo che, secondo le prime ricostruzioni, prima di cadere ucciso invocava Allah; una bomba, inesplosa, ritrovata in New Jersey, sul percorso della maratona di beneficenza per i Marines. Alla vigilia della settimana che porta a Manhattan, alle Nazioni Unite, i leader del mondo, inclusi il presidente Obama e il suo vice Biden, l’America, spaccata a metà dalla durissima campagna elettorale tra la democratica Clinton e il repubblicano Trump, si ricorda del terrorismo.

Dall’Europa è arrivata l’eco di Parigi, Bruxelles e Nizza, i massacri islamisti nati in casa, di Boston, Orlando e San Bernardino sono vivi nella coscienza del Paese, ma una settimana fa, alle celebrazioni per i 15 anni dall’11 settembre 2001 l’ombra del terrore sembrava in qualche modo esorcizzata, effimera, come la guerra dei droni che l’America combatte da un bunker in Nevada, con video e joystick, colpendo bersagli a migliaia di chilometri di distanza. Le immagini di Chelsea, pittoresco rione degli intellettuali affermati dove viveva la critica Susan Sontag, ponte colorato sul fiume Hudson tra borghesi di Midtown e hipster di Brooklyn, tatuano con brutalità il terrorismo nel dibattito che, a breve, Trump e Clinton si accingono a tenere nella volata per la Casa Bianca.

Il sindaco di New York, Bill De Blasio, ha definito l’attacco «intenzionale», non arrivando però a bollarlo come «terrorismo», e viene subito irriso da chi, come l’esperta avvocatessa ex Cnn e Fox News Greta Van Susteren, si chiede «Ma una bomba non è sempre “intenzionale”?». Qualunque cosa abbia inteso dire, pur di guadagnare goffamente tempo, il sindaco De Blasio, Trump è stato invece lesto a cercare consensi nella paura, mentre Clinton, come ormai sembra fare da troppo tempo, s’è limitata a una dichiarazione di maniera, chiedendo chiarezza e prudenza.

È ovvio che servono le indagini, Fbi, intelligence e la Nypd, polizia locale, sono già all’opera sulla dinamica dell’attentato, ma le nevrosi, l’inconscio di un Paese stanco di guerra, i nervi scoperti dal web, frenetico labirinto di comunicazioni non-stop che dopo una giornata di illazioni torna al punto di partenza, richiederebbero il balsamo di una guida rassicurante. Da Washington il presidente Barack Obama appare sempre più assente, ieratico, si nota di più la moglie Michelle, impegnata con grinta nella campagna per la Hillary, e i due candidati non riescono a trovare mai un punto comune, di valori o prospettiva, dividendosi perfino sulle manovre degli hackers, su cui si staglia il profilo della cyberwar russa, per manipolare la corsa presidenziale.

Non credete troppo a chi dirà adesso che la deflagrazione di Chelsea incoraggia i repubblicani o piuttosto rafforza i democratici. Il duello Casa Bianca 2016 si combatte tra paura economica, malgrado gli ultimi rassicuranti dati sui salari medi, rancore sociale, diaspora culturale, in un Paese un tempo forgiato dall’orgoglio del «crogiolo» comune di sentimenti e ideali. Non più: ceti, etnie, fedi religiose, passioni politiche e emozioni, città contro campagna, bianchi contro tutti, gli Stati Uniti sono ormai lacerati dalla turbolenta trasformazione dell’ultimo quarto di secolo. Chi è schierato, con «Hillary» o «The Donald», troverà nella detonazione di Chelsea ragioni per radicarsi rabbioso nel suo voto.

Gli incerti, gli smarriti, i confusi, e sono milioni, saranno ancor più soli e solo a novembre sapremo come hanno fatto infine i conti, nei loro cuori.

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lastampa/La violenza irrompe sulle elezioni, così Trump cavalca rabbia e paura GIANNI RIOTTA

Il terrorismo torna a New York

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Il terrorismo torna a New York con due bombe artigianali nel quartiere di Chelsea. Si tratta di pentole a pressione, con dentro dell’esplosivo. Una esplode sulla 23ª strada, l’altra viene disinnescata sulla 27ª. I feriti sono 29, non gravi. C’è un altro ordigno che esplode, in New Jersey, attivato anch’esso con l’uso di cellulari. Il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo parla di “terrorismo” ma non vi sono ancora conferme su una pista internazionale. L’Fbi ipotizza la matrice islamica, forse con l’obiettivo di colpire la comunità gay – molto presente a Chelsea – come avvenuto a Orlando. In Minnesota è un immigrato somalo che gridando “Allah hu-Akbar” accoltella otto persone dentro un grande magazzino di St. Cloud. E l’Isis rivendica: “È un nostro soldato”.

Bombe nel cuore di New York, l’incubo della pista islamica

Esplosione nella zona dei locali gay a Chelsea, 29 feriti. Su un altro ordigno vicino trovata una lettera in arabo. Sospetti legami con una deflagrazione in New Jersey

NEW YORK – Sono quasi le undici di sera di sabato, quando il cellulare squilla. Il rumore è quello fastidioso che viene usato per lanciare l’allarme, quando c’è un’emergenza: uragani, inondazioni, terremoti. Apro il messaggio, che viene dalla polizia, e leggo: «Abbiamo trovato un ordigno sospetto sulla 27esima strada. Non affacciatevi alle finestre».

Così la paura esce dai telegiornali e dai social media, per invadere le case di New York. Chiunque abbia messo quell’ordigno, e i sospetti svariano dai «lupi solitari» ispirati dal jihadismo, all’omosessuale risentito contro la società, o al terrorismo interno, voleva ricordare a Manhattan che resta il primo obiettivo di ogni terrorismo.

 Esplosione di una bomba a New York

 Sabato mattina, alle 9,30, c’è stata un’esplosione sulla costa del New Jersey, Seaside Park, dove era in programma una corsa di beneficenza per i marines. Pochi ci hanno dato peso, però. Così quando verso le otto e mezza della sera si sente un botto a Chelsea, il quartiere dove Sid Vicious dei Sex Pistols era stato accusato di aver pugnalato la fidanzata Nancy, adesso popolato da gallerie d’arte e ricchi a caccia di novità, molti pensano a un incidente. Magari l’esplosione di un tubo del gas. John Amidor, un avvocato che vive davanti al numero 133 West della 23esima strada, due blocchi dal negozio di Eataly, è al telefono con un amico a parlare di fantasy football: «Il botto è fortissimo e scuote le finestre. D’istinto corro giù dalle scale. Ho paura, ma l’attacco terroristico non è la prima cosa che mi viene in mente. Fuori ci sono molti cantieri per le costruzioni, immagino sia avvenuto un incidente». Appena in strada, però, John vede una scena strana: «Una signora anziana mi viene incontro sanguinando. Dice che lo scoppio ha fatto staccare il lampadario di casa, che le è caduto in testa. Intorno tutti scappano, alcuni tamponandosi le ferite. Sul punto dell’esplosione vedo un contenitore per i detriti delle costruzioni distrutto, e davanti c’è un suv nero con le portiere aperte: qualcuno lo ha usato per depositarci dentro una bomba?».

La domanda di John è la stessa che si sta ponendo la polizia. Una signora chiama il centralino delle emergenze 911 per avvertire che sulla 27esima strada, poco a Nord dell’esplosione, ha visto una strana pentola a pressione. A quel punto parte il messaggio di allarme verso tutti i cellulari di New York. Gli agenti arrivando di corsa, chiudono la via, fotografano e sequestrano la pentola. C’è un video che riprende chi l’ha lasciata.

Esplosione in strada a New York ripresa da telecamera di sicurezza

 In quei momenti di panico il sindaco De Blasio parla alla tv: «L’esplosione è stata un atto intenzionale, ma non ci sono prove di terrorismo internazionale». I feriti sono 29, uno grave. Li portano al Bellevue Hospital, dove Helen esce alle 4 del mattino: «È stato il più grande botto sentito in vita mia. Poi mi sono accorta che sanguinavo, non riuscivo più a vedere. Ho iniziato a urlare aiuto, accasciandomi sulla strada. Da terra mi ha raccolta l’ambulanza, e quando ho riaperto gli occhi ero in ospedale».

La notte finisce come quella dell’11 settembre, paura e insonnia. Anzi peggio, perché stavolta nessuno sa cosa sia successo, nessuno è stato arrestato, e magari fra qualche minuto la polizia ci avverte che ha trovato un’altra bomba. Nel frattempo in Minnesota, al Crossroads Center Mall di St. Cloud, un tizio con l’uniforme delle guardie di sicurezza ha accoltellato otto persone. Inneggiava ad Allah, chiedeva alle vittime se erano musulmane: un poliziotto fuori servizio lo ha ammazzato.

La mattina di domenica, alle 10, la 23esima strada è ancora bloccata, quando il governatore Andrew Cuomo viene ad aggiornare: «Se scoppia una bomba a New York, è chiaro che si tratta di terrorismo. Però non abbiamo la conferma del collegamento internazionale». Cuomo rivela che la bomba esplosa era simile a quella trovata sulla 27esima strada: sorvola, però, sul fatto che nella seconda c’era una lettera scritta in parte in arabo. Dice che l’ordigno del New Jersey era diverso, ma si sbaglia: i cellulari erano uguali e quindi c’è una possibile connessione. Invece i 29 feriti, per grazia di Dio, sono stati tutti dimessi: «Vista la dimensione dei danni, è un caso che non ci siano stati morti». Due ore dopo il sindaco De Blasio sembra smentire Cuomo: «Non sappiamo se è stato terrorismo, non possiamo escluderlo». Il sospetto è che si stia ripetendo il corto circuito di Bengasi, con i democratici che vogliono negare la pista del terrorismo internazionale, per non compromettere la corsa di Hillary Clinton alla Casa Bianca.

“Dopo la bomba urla e vetri ovunque”

 Nel frattempo Amaq, l’agenzia legata all’Isis, rivendica l’attacco in Minnesota: «Il responsabile era un soldato dello Stato islamico, che ha risposto alla chiamata di colpire i cittadini della coalizione dei crociati». La polizia lo identifica come Dahir Adan, studente americano di origini somale. Sui social media l’Isis celebra anche l’esplosione di New York. Il centralino delle emergenze 911 riceve una chiamata che annuncia altre esplosioni, mentre la polizia sta controllando un account di Tumblr intitolato «I’m the NY Bomber», che ha rivendicato l’attacco: «L’ho fatto perché non sopporto la società. Non posso vivere in un mondo dove gli omosessuali come me sono guardati dall’alto in basso».

Una fonte autorevole del mondo impegnato nelle indagini mi dice: «Non c’è una rivendicazione credibile o conferme forensiche, perciò si dice che non abbiamo prove di terrorismo internazionale. Un pazzo è sempre possibile, però il livello di sofisticatezza è un po’ troppo alto. L’estremismo domestico non ha mai preso di mira i civili così: anche ad Oklahoma City l’obiettivo era un edificio federale. Resta forte l’ipotesi del terrorista interno ispirato dall’estero, o dei terroristi, visto l’attacco anche nel New Jersey. Come alla maratona di Boston, dove sono state usate pentole bomba simili. Forse hanno sbagliato a costruire gli ordini, oppure volevano lanciare un segnale senza fare troppe vittime, perché altrimenti potevano metterli in luoghi diversi, non davanti a un edificio in costruzione. Da domani c’è l’Assemblea Generale dell’Onu, con tutti i capi di Stato qui. È preoccupante che nessuno sia stato arrestato, ma tra la bomba non esplosa, il cellulare, i video, abbiamo parecchie tracce. Chiunque sia stato, ha le ore contate».

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Fiorentina Roma 1-0 |La Roma domina senza concretizzare, beffata da Badelj all’82’

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Fiorentina Roma 1-0. La Roma non riesce a concretizzare nonostante il dominio del primo tempo. La Fiorentina cresce gradualmente e beffa i giallorossi all’82’

Roma- Nel posticipo serale la Roma affronta la Fiorentina al Franchi di Firenze per la quarta giornata di campionato.

L’imperativo della serata era vincere e invece, dopo 82 minuti di gara a reti bianche, arriva il gol della vittoria viola che gela Spalletti e i suoi 11 in campo. Dopo un buon dominio della squadra giallorossa che ha creato sicuramente molte azioni gol, la rete subìta che decreta la prima sconfitta di questo campionato, suona quasi come una beffa. Se la squadra di Spalletti non riesce a concretizzare in 90 minuti (e neanche con Totti-gol buttato nell’arena a 13 minuti dal termine), c’è da chiedersi cosa (o CHI) c’è che non va.

Primo tempo

Dopo i primi 10 minuti che scorrono su ritmi piuttosto blandi, al 15’ arriva la prima occasione da gol per i giallorossi: Florenzi pesca Dzeko in area da rigore, il bosniaco colpisce di testa e manda fuori di pochissimo.

La Roma si fa più pericolosa e al 18′ ancora Dzeko è vicino al gol con un gran tiro che però non sorprende Tatarusanu pronto alla respinta.

Alla mezz’ora inizia a pressare la Fiorentina, gradualmente in crescita, con Tello che prova ad attaccare in area ma Fazio difende bene allontanando il pericolo.

Al 37’ ancora un’occasione d’oro per la Roma: Dzeko ancora servito da Florenzi, si trova a tu per tu con il portiere ma non inquadra la porta e il suo tiro si conclude ampiamente fuori! Altra occasione sprecata.

I ritmi della gara sono ora più elevati, al 43’ è la Fiorentina che tenta il colpaccio con Ilicic che tenta la conclusione da fuori area ma il bolide finisce fuori. Il primo tempo si chiude a reti bianche dopo le molteplici occasioni della Roma che ha dominato senza riuscire a concretizzare il vantaggio.

Secondo tempo

Nella ripresa la Fiorentina appare più agguerrita, Milic su cross di Tello mette i brividi alla difesa giallorossa giungendo alla conclusione sul secondo palo. Ma Szczesny si supera e respinge il siluro.

Ora le due squadre viaggiano su ritmi più serrati creando pericoli da una parte all’altra.

Al 63’ ammonito Florenzi che ferma fallosamente Borja Valero.

Al 65’ sostituzione per la Fiorentina:entra Bernardeschi al posto di Tello.

Al 67’ Fiorentina vicina al vantaggio con un’azione di Kalinic che stacca di testa a pochi passi da Szczesny, la palla termina tra le braccia del portiere. La Roma sta rischiando grosso, Spalletti corre ai ripari inserendo El Sharaawy al posto di un deludente Salah.

Al 76’ il Faraone ha l’occasione per sbloccare il risultato ma giunto in area non calcia in porta e cerca un tocco all’altezza del dischetto respinto dalla difesa viola.

Mancano 13 minuti alla fine, salvo recupero ed entrambe le squadre sono alla ricerca della vittoria. Arriva il momento dei cambi rigenerativi per Sousa e Spalletti: al 77’ entra Babacar ed esce Ilicic mentre Spalletti tenta la svolta con Totti in campo al posto di Perotti.

All’80’ Roma vicinissima al gol! Assist perfetto di Totti per Nainggolan in area che scarica di destro ma colpisce clamorosamente il palo sinistro!!

Beffa per la Roma che all’82’ subisce il gol di Badelj: l’attaccante, con un tiro da fuori area, colpisce il palo ma il rimpallo è favorevole e la palla finisce in rete!

Fiorentina Roma 1- 0

Tanto amaro in bocca per una gara che sembrava essere ben controllata dai giallorossi, ma stavolta neanche l’ingresso di Totti ha cambiato le sorti di una partita che poteva benissimo chiudersi, nel peggiore dei casi, con un pareggio.

FORMAZIONI

Roma: Szczesny; Florenzi, Manolas, Fazio, Bruno Peres; Nainggolan, De Rossi, Strootman; Salah, Dzeko, Perotti.

Allenatore: Spalletti

Fiorentina: Tatarusanu; Tomovic, Rodriguez, Astori, Tello, Sanchez, Badelj, Milic, Borja Valero, Ilicic, Kalinic

Allenatore: Sousa

Arbitro: Rizzoli

Maria D’Auria

Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Siracusa 2 -0

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La Juve Stabia supera anche il Siracusa nel derby con i fratelli aretusei. Le Vespe si impongono grazie alle reti di Kanoute e Cancellotti.

PODIO

Medaglia d’oro: a Tommaso Cancellotti, più che terzino vero è proprio tuttocampista. Il numero 2 offre la solita prestazione gagliarda e convincente sia in fase di spinta che di copertura. Tommaso ringhia sulle caviglie degli avversari nella prima fase del match, e dopo il vantaggio delle Vespe si scatena. Da applausi è lo slalom con cui il terzino entra in area, evita gli avversari e fulmina Santurro con un sinistro potente e preciso. Partita messa in ghiaccio e seconda rete con la maglia della Juve Stabia per Cancellotti. Serata da ricordare per Tommaso anche per la prima fascia da capitano, indossata dopo l’uscita di Morero.

Medaglia d’argento: a Yaye Kanoute, ancora spina nel fianco per le difese avversarie. L’esterno senegalese è sempre un fattore determinante per le fortune della Juve Stabia, che parta dal primo minuto o a partita in corso. Stavolta Kanoute è decisivo in versione goleador e con il suo colpo di testa mette in discesa la partita delle Vespe. Scattando sul filo del fuorigioco, Yaye tiene costantemente sulla corda la difesa siracusana, per poi sfiancarla con accelerazioni e dribbling. Allo stato, quasi un insostituibile nello scacchiere gialloblù.

Medaglia di bronzo: a Daniele Liotti, autore di un match di sostanza. Il numero 14 ha preso definitivamente confidenza nel ruolo di titolare ed appare tra i più maturati da quando è arrivato Fontana. Liotti ha il merito di servire il cross perfetto che Kanoute deve solo appoggiare di testa in rete per l’1-0 stabiese. Prestazione importante anche in fase di marcatura per Liotti, sempre bravo a sovrastare fisicamente gli avversari. Calciatore completamente diverso da quello delle scorse stagioni. Per Liviero non sarà una passeggiata riprendersi il posto da titolare.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: al poco cinismo del primo tempo. La Juve Stabia prima di sbloccare il risultato ha sprecato le “solite” due, tre occasioni, andando poi a vivere una ripresa, e soprattutto un ultimo quarto d’ora di leggera sofferenza. Difetto non nuovo quello del poco cinismo che costringe le Vespe a sbagliare varie occasioni prima di aggiustare la mira. Errori del genere prima o poi si pagheranno, serve più cattiveria negli 11 metri.

Medaglia d’argento: all’ingenuità di Federico Amenta, che rimedia un’espulsione inutile quanto evitabile. Inaccettabile il blocco con cui Amenta ostacola il rinvio di Santurro, costringendo l’arbitro ad ammonirlo per la seconda volta. A causa della scellerata espulsione di Amenta, la Juve Stabia si trova in emergenza per la gara di Fondi, con l’ex Lanciano squalificato e Morero uscito per infortunio. Leggerezza che pesa ancora di più alla luce della enorme esperienza del difensore e dell’infortunio di Morero, in virtù del quale Amenta era entrato in campo.

Medaglia di bronzo: alla botta rimediata da Morero. Il capitano stringe i denti e gioca ancora dal primo minuto ma noie fisiche lo costringono a lasciare il campo già nel primo tempo. Sarà importante valutare le condizioni del difensore argentino e cercare di recuperarlo per la gara di Fondi. La difesa, a maggior ragione senza Amenta, ha bisogno della leadership del centrale ex Alessandria

Raffaele Izzo

Juve Stabia- Siracusa, le pagelle

Quarta vittoria consecutiva per la Juve Stabia di mister Gaetano Fontana, oggi squalificato e con Caserta, suo vice, in panchina. Le vespe battono senza particolari patemi il Siracusa per 2-0 nel match dell’amicizia tra le due tifoserie. Accade tutto nel primo tempo con l’uno due firmato a cavallo tra il 33′ e il 39′ da Kanoute, di testa su assist di Liotti, e da Cancellotti dopo una bella azione personale. Ecco le nostre pagelle delle vespe:

RUSSO 6: Spettatore non pagante, gli uomini di Sottil non lo impensieriscono mai.

CANCELLOTTI 7: Solita spinta sull’out destro, questa volta condita con il gol del 2-0.

MORERO 6.5: Prestazione solida per il capitano che purtroppo esce per infortunio.

ATANASOV 6.5: È merito suo e di Morero se nel primo tempo il Siracusa non tira mai in porta.

LIOTTI 6.5: Partita senza lode ne infamia in fase difensiva, bello l’assist per Kanoute.

ESPOSITO 6: Ordinaria amministrazione.

IZZILLO 6: Partita sufficiente per il centrocampista sardo.

MASTALLI 6.5: Buonissima la prova del centrocampista scuola Milan. Non era titolare dalla gara di Catania e stasera ha sfoderato un’ottima prestazione.

MAROTTA 6.5: Meno incisivo delle altre occasioni, resta uno dei maggiori pericoli per la difesa aretusea.

MONTALTO 6: Deve lavorare tanto. Si divora un gol a tu per tu con Santurro e questo pesa sul suo groppone.

KANOUTE 6.5: Prima gioia con la casacca gialloblù, è una costante spina nel fianco per la difesa avversaria.

LISI 6: Scuote dal torpore finale i suoi con qualche ripartenza interessante.

LIVIERO: SV

AMENTA 5: Entra al posto di Morero e tiene benissimo fino al momento dell’ingenua espulsione. Da un giocatore con la sua esperienza non ci si aspetta simili disattenzioni.

Yaye Kanoute: Felice per il gol. Pensiamo partita dopo partita (video)

L’autore del gol del vantaggio delle vespe Yaye Kanoute
Al termine del match vinto al Menti dalla Juve Stabia per 2-0 contro il Siracusa grazie ai gol di  Kanoute  e Cancellotti nel primo tempo, si è presentato in sala stampa l’autore del gol del vantaggio delle vespe Yaye Kanoute
Ecco le sue parole raccolte dalla nostra redazione:
“Stiamo dimostrando di essere una squadra importante, abbiamo cercato tanto la vittoria e siamo felici di portare i risultati a casa. Ho cercato fortemente il gol perché volevo sbloccarmi, esserci riuscito è importante per me e dedico la prima rete in gialloblù al mio papà. Titolare? Lavoro in settimana e lascio decidere al mister, sono a sua completa disposizione. Tre partite in sette giorni sono tante e un po’ di stanchezza si è fatta sentire nel finale. Vincere tre partite in una settimana ci ha fatto volare al secondo posto, ora dobbiamo restare umili e dobbiamo pensare partita dopo partita senza dover dar conto agli altri ma pensare solo a noi stessi. È bello essere così in alto e speriamo di restarci, il campionato è lungo e dobbiamo far bene ogni settimana.”

Salvatore Sorrentino

Cancellotti: Felice per il gol e per la vittoria meritata (video)

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Tommaso Cancellotti: Che gioia il gol sotto la Curva!

Al termine della gara vinta dalla Juve Stabia contro il Siracusa abbiamo ascoltato uno dei migliori in campo, Tommaso Cancellotti.

Ecco le sue parole.

Sono tanto felice per il gol, lo aspettavo da tanto e sono felice che sia stato utile per la vittoria. È stato un momento emozionante, sentire il boato del Menti è da brividi.

Abbiamo fatta una buona gara e credo che non siamo mai stati in difficoltà. Sono tre punti importanti ma che devono farci rimanere umili. Siamo solo all’inizio della stagione e c’è ancora tanto lavoro da fare.

La nostra forza è il gruppo: siamo una squadra senza titolari e riserve ed ognuno di noi lotta per la maglia e per i compagni.

Dedico il gol a mio padre ed alla mia compagna che non vedo l’ora di abbracciare fuori lo stadio.

Ai tifosi dico di starci vicini e di riempire sempre di più il Menti, con loro è tutto più facile.

vivicentro.it/sport/juve stabia / Cancellotti: Felice per il gol e per la vittoria meritata (Raffaele Izzo)

Caserta: Grande vittoria ma non montiamoci la testa (video)

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Queste le parole di Fabio Caserta

Al termine della gara vinta con il Siracusa dalla Juve Stabia abbiamo ascoltato il tecnico di giornata, Fabio Caserta, in panchina in virtù della squalifica di Fontana. Ecco l’analisi di gara di Fabio Caserta: “Meglio giocarle che viverle dalla panchina le partite. Siamo felice di questo inizio di campionato ma appunto è solo l’inizio. Montarci la testa ora non avrebbe senso. Dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa sperando di portare sempre più tifosi allo stadio. Inutile guardare la classifica adesso, lavoriamo e basta.
Dispiace per il rosso rimediato da Amenta; sicuramente non è stata una scelta felice quella del nostro difensore ma può capitare e cercheremo di evitare in futuro che accada di nuovo.
Dedico questa vittoria a tutta la famiglia, a mio fratello che non c’è più e a mio zio Gaetano che mi è sempre stato vicino nel mio percorso professionale.
A Castellammare mi sento a casa; non mi sono mai trovato così bene come qui e spero di ripagare tutto l’affetto che c’è verso di me.
Morero è uscito per precauzione e cercheremo di recuperarlo per Fondi. Faccio i complimenti ai nostri centrocampisti titolari di oggi, classe 94-95-96. Hanno fatto una grande gara; siamo un grande gruppo prima fuori dal campo che in campo.
Andiamo a Fondi senza presunzione e con la voglia di non fermarci”.

Raffaele Izzo

Il voto dei russi: la Duma resta nelle mani di Putin

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La Duma, il parlamento russo, resta saldamente nelle mani del partito di Vladimir Putin ma le elezioni parlamentari registrano il crollo dell’affluenza, sotto il 40%.

Putin vince le elezioni parlamentari, ma in Russia crolla l’affeluenza

I partiti di opposizione sono sotto la soglia di sbarramento del 5%

Il partito del presidente Vladimir Putin, Russia Unita, risulta il vincitore – stando agli exit poll – delle elezioni parlamentari russe. L’incognita semmai è capire quale sarà l’esatta dimensione della vittoria visto che le rilevazioni statistiche oscillano in una forchetta del 44-48%. Ma sono dettagli. Il premier e segretario del partito Dmitri Medvedev ha già assicurato che Russia Unita ha la «maggioranza assoluta» in Parlamento. E pazienza se l’affluenza è crollata al 39,37% (dato delle 18:00) e il 60,2% finale registrato nel 2011 pare impossibile da acchiappare.

Lo `zar´, parlando nella sede del partito, ha definito la performance di Russia Unita «un buon risultato» nonostante l’affluenza «non molto alta ma comunque positiva». «Noi sappiamo che la vita della gente non è facile – ha detto – e che ci sono molti problemi da risolvere ma le persone hanno votato per Russia Unita e desiderano stabilità: davanti a noi abbiamo molte sfide». Oltre al partito del presidente nella Duma entreranno i `soliti noti´ dell’opposizione, ovvero i Liberaldemocratici, i Comunisti e Russia Giusta, resta da vedere con che percentuali. La cosiddetta opposizione democratica, Parnas e Yabloko, non sarebbe invece in grado di sorpassare la fatidica sogli di sbarramento del 5%, a meno di (improbabili) sorprese durante il conteggio dei voti, che si protrarrà in tutti gli 11 fusi orari in cui è divisa la Federazione Russa sino allo spoglio «preliminare» dei voti, previsto per le 10 del mattino (le 9 in Italia).

Capitolo brogli. Se nel 2011 le violazioni sistematiche hanno suscitato sdegno nei russi spingendoli a scendere in piazza per protestare, il Cremlino ha dato mandato a Viacheslav Volodin, legato presidenziale con la delega agli Affari Interni, di organizzare elezioni `pulite´. A capo della Commissione Elettorale è stata promossa Ella Pamfilova, ex garante per i diritti umani rispettata anche dalle opposizioni. Ebbene. Durante la giornata sono state registrate diverse irregolarità, sia a Mosca che nelle regioni. In rete sono finiti video che immortalavano gli operatori dei seggi `rimpinzare´ le urne di schede – il più eclatante a Rostov-sul-Don, trasmesso anche dall’emittente di Stato Rossiya 24. Le denuncie di brogli sono venute sia dai partiti di opposizione – Yabloko, Parnas ma anche i Comunisti – che da ONG come Golos, impegnate da anni a combattere le violazioni nei seggi.

I social network, naturalmente, hanno documentato ogni tipo di strategia persuasiva `creativa´, come biglietti del cinema gratis a Yalta e tre litri di birra (a voto) a Novosibirsk. C’è chi si è preso anche la briga di sottolineare come a Mosca il comune offrisse navette gratis ai pensionati per andare a votare. Pamfilova, che alla vigilia del voto ha promesso le dimissioni in caso di «fiasco», ha concluso che le elezioni sono da considerarsi «legittime» sebbene non «immacolate» e attende il rapporto dell’Osce atteso per domani. Ma ha già messo le mani avanti: a contare è più il «giudizio degli elettori» che quello degli oltre 800 osservatori sparpagliati ai quattro angoli del Paese e se ci saranno delle «lezioni da trarre» ben venga.

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Sottil: “Juve Stabia ottima squadra. Ci serve una vittoria per sbloccarci” (VIDEO)

Al termine del match vinto al Menti dalla Juve Stabia per 2-0 contro il Siracusa grazie ai gol di Kanoute e Cancellotti nel primo tempo, si è presentato in sala stampa il tecnico dei leoni Andrea Sottil.
Ecco le sue parole raccolte dalla nostra redazione:
“Siamo venuti a Castellammare a giocarcela, sapevamo le qualità delle vespe e devo dire che i due gol erano evitabili. Non possiamo subire due gol così, soprattutto il secondo di Cancellotti. Nella ripresa abbiamo fatto molto meglio, siamo stati più concentrati e aggressivi, abbiamo avuto 2-3 occasioni per riaprire la gara ma non ci siamo riusciti, la stanchezza ad un certo punto ha pesato e la partita è scivolata via così sul 2-0. Dovevamo approfittare delle occasioni concessaci da una squadra forte come la Juve Stabia. Lecce? Dobbiamo stare sereni, non siamo soddisfatti ma dobbiamo essere equilibrati e concentrati sulle prossime gare, il campionato è lungo e la mentalità e la grinta per fare un campionato tranquillo. Sono fiducioso, arriverà presto la vittoria che ci sbloccherà. Juve Stabia? Una squadra che gioca un ottimo calcio, ha ottimi giocatori con tanta qualità e ricambi di primo livello. A mio avviso, sarà protagonista fino alla fine per i veri cui della classifica.”

La cronaca di Juve Stabia – Siracusa (2-0)

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Seconda gara casalinga della Juve Stabia che affronta il Siracusa nel derby dell’amicizia. Stabiesi ed Aretusei sono infatti legati dal 1984 da un inossidabile e fraterno gemellaggio in memoria di Nicola De Simone. Il Menti si prepara ad una festa di sport e di passione.

Tra le Vespe si registra l’assenza di Del Sante, uscito malconcio dalla gara contro il Messina; al suo posto Montalto. In panchina Fabio Caserta prende il posto dello squalificato Fontana.

juve-stabia-vs-siracusa-3Juve Stabia 4-3- 3: Russo, Cancellotti, Atanasov, Morero, Liotti, Izzillo, Mastalli, Esposito, Marotta, Montalto, Kanoute. A disposizione di Fontana: Bacci, Riccio, Liviero, Amenta, Sandomenico, Camigliano, Salvi, Petricciuolo, Lisi, Strianese, Rosafio, Ripa.

Siracusa 4 – 4 – 2: Santurro, Dentice, Baiocco, Turati, Catania, Spinelli, Di Dio, Talamo, Valente, Brumat, Pirrello. A disposizione di Sottil: Serenari, Filosa, Longoni, Giordano, De Respinis, Sciannamè, Dezai, Scardina, Palermo, Toscano, Cassini, De Vita.

Un minuto di silenzio prima dell’inizio del match per ricordare Carlo Azelio Ciampi, ex Presidente della Repubblica, scomparso mercoledì.

Spettacolare coreografia della Curva Sud: l’atmosfera è da brividi.

juve-stabia-vs-siracusa-1

Primo Tempo

Minuto 9: Prima grande occasione per le Vespe, Montalto innescato da Izzillo calcia solo avanti a Santurro ma si fa ipnotizzare dal portiere ospite.

Minuto 12: Ancora Montalto vicino al gol. Scatto sul filo del fuorigioco, dribbling sul suo avversario e sinistro violento respinto da Santurro.

kanouteMinuto 33: GOOOOOOOLLLLLL JUVE STABIAAA!!!!! Vantaggio delle Vespe con Kanoute che incorna alla perfezione il cross di Liotti. 1 – 0 Juve Stabia.

Minuto 38: GOOOOOOOLLL JUVE STABIA!!!!! Raddoppio della Juve Stabia con Cancellotti. Grande penetrazione in area del terzino che col sinistro fulmina Santurro. 2 – 0 Juve Stabia.

Minuto 43: Sostituzione in casa Juve Stabia; Morero lascia il campo per infortunio ed al suo posto entra Amenta.

Secondo Tempo

Striscione della Curva Sud in onore del gemellaggio SiraStabia: Eterna Fratellanza

Minuto 12: Esce Esposito tra le Vespe ed entra Francesco Lisi.

Minuto 16: Mastalli vicino al gol con un velenoso sinistro rasoterra.

Minuto 25: Serpentina di Marotta sull’out destro ma il cross basso del numero 10 è facile preda dell’estremo difensore siciliano.

Minuto 30: Punizione di Marotta dalla stessa mattonella da cui è arrivata la rete contro il Messina; palla sulla barriera e successiva conclusione del 10 troppo centrale per creare problemi a Santurro.

Minuto 83: Rosso ingenuo per Amenta che, già ammonito, impedisce a Santurro di riprendere il gioco. Secondo giallo e rosso per il difensore.

Minuto 85: Ultimo cambio della Juve Stabia, esce Kanoute ed entra Liviero.

Minuto 91: Doppia occasione per Mastalli e Marotta; Santurro pronto.

Dopo tre minuti di recupero l’arbitro decreta la fine della gara. Quarta vittoria consecutiva della Juve Stabia che sfrutta al massimo la doppietta casalinga. Le Vespe prendono il volo.

Raffaele Izzo

Paralimpiadi Rio 2016: domenica 18 settembre, risultati e podi

Paralimpiadi Rio 2016: atletica Marcel Hug

Tutte le medaglie assegnate domenica 18 settembre, dodicesima e ultima giornata delle Paralimpiadi Rio 2016 – Italia nona

ATLETICA – MARATONA T12 MASCHILE
1 MAR CHENTOUF El Amin 2:32:17 T12
2 ESP SUAREZ LASO Alberto 2:33:11 T12
3 JPN OKAMURA Masahiro 2:33:59 T12

ATLETICA – MARATONA T46 MASCHILE
1 CHN LI Chaoyan 2:33:35 T46
2 ESP AIT KHAMOUCH Abderrahman 2:37:01 T46
3 POR MENDES Manuel 2:49:57 T46

ATLETICA – MARATONA T12 FEMMINILE
1 ESP CONGOST Elena 3:01:43 T12
2 JPN MICHISHITA Misato 3:06:52 T12
3 BRA DE JESUS SANTOS DORTA Edneusa 3:18:38 T12

ATLETICA – MARATONA T54 MASCHILE
1 SUI HUG Marcel 1:26:16 T54
2 AUS FEARNLEY Kurt 1:26:17 T54
3 KOR KIM Gyu Dae 1:30:08 T54

ATLETICA – MARATONA T54 FEMMINILE
1 CHN ZOU Lihong 1:38:44 T54
2 USA MCFADDEN Tatyana 1:38:44 T54
3 USA MCGRORY Amanda 1:38:45 T54

PALLAVOLO  – TORNEO MASCHILE SITTING VOLLEY
1 Iran
2 Bosnia-Erzegovina
3 Egitto

RUGBY – TORNEO MISTO WHEELCHAIR RUGBY
1 Australia
2 Stati Uniti
3 Giappone

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Paralimpiadi Rio 2016/giulio.chinappi@oasport.it

Paralimpiadi Rio 2016: medagliere finale

PARALIMPIADI RIO 2016 Medagliere aggiornato alla dodicesima giornata. Cina al comando, Italia nona con 39 medaglie: 10 oro,  14 argento e 15 bronzo.

Genoa-Napoli, non ci sarà Miguel Veloso per espulsione

Genoa-Napoli, non ci sarà Miguel Veloso

Dopo la vittoria contro il Bologna, il Napoli scenderà subito in campo mercoledì sera. Al Marassi, c’è il Genoa alla quinta giornata di campionato. Per i grifoni, non ci sarà Miguel Veloso, espulso quest’oggi nel match contro il Sassuolo per doppia ammonizione.

Koulibaly: “Ampia vittoria col Bologna, ma testa al Genoa”

Koulibaly su Facebook

Attraverso il suo profilo Facebook, Kalidou Koulibaly, autore di un’ottima partita contro il Bologna, ha lasciato un messaggio ai tifosi del Napoli: “Ampia vittoria ieri sera contro il Bologna (3-1) !! Ricominciamo subito a lavorare per preparare la gara di mercoledì col Genoa”

Milik: “Felice di essere qui, Napoli città meravigliosa”

Milik su Facebook

E’ già amore tra Arek Milk e il Napoli. Il giorno dopo la vittoria, e doppietta, contro il Bologna, l’attaccante numero 99 ha lasciato un messaggio ai tifosi azzurri, attraverso il suo profilo Facebook: “Vorrei ringraziare tutti per il vostro tifo e supporto. Grazie a voi mi sento più forte. Napoli è una meravigliosa città, e sono contento di poter essere qui. Sono felice di poter essere partenopeo”.