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CASTELVOLTURNO – Il Napoli si prepara alla gara contro il Benfica

Allenamento in vista del Benfica per i ragazzi di Sarri

Dopo la vittoria con il Chievo di sabato sera il Napoli riprende gli allenamenti a Castelvolturno in vista della gara di mercoledì sera contro il Benfica al San Paolo valevole per la fase a gironi di Champions League.  La squadra si è divisa in due gruppi: chi ha giocato con il Chievo ha svolto esercizi di scarico e corsa con ostacoli, mentre per gli altri uomini della rosa attivazione con le sagome, lavoro aerobico e partitine a campo ridotto 8 contro 8. Per domani è previsto un allenamento pomeridiano.

 

Santacroce: “Ricordo ancora quel Napoli-Benfica del 2008. Al Brescia Hamsik aveva un nomignolo”

Le parole di Fabiano Santacroce

L’ex difensore azzurro Fabiano Santacroce ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Marte analizzando l’ottimo momento del Napoli in vista della sfida di mercoledì sera al San Paolo contro il Benfica: “Ricordo ancora quel Napoli Benfica del 2008 fu una bella partita anche se vincemmo il risultato non fu favorevole per il ritorno. Non ho ancora sentito Hamsik per il traguardo dei 100 gol, probabilmente lo sentirò dopo la gara contro il Benfica, è sempre stato così, anche a Brescia mostrava queste doti e avevo un nomignolo, lo chiamavamo il giovane vecchio. Futuro? Per ora mi sto allenando con la Juve Stabia, sono in attesa di proposte dalla serie cadetta. Mi aspetto tanto dal futuro”.

Napoli – Benfica: non ci sarà Jonas

L’attaccante brasiliano non ci sarà nella sfida di mercoledì

L’attesissimo esordio del Napoli al San Paolo in Champions League di mercoledì sera contro il Benfica è sempre più vicino, ma i lusitani giocheranno senza una delle loro stelle. Il giornalista di “O Jogo”, Marco Goncalves, intervenuto a Radio Goal ha parlato dell’assenza di Jonas: “Il Benfica dovrà fare a meno di Jonas nella sfida di mercoledì al San Paolo, il resto dei reparti è ben coperto, il problema rimane l’attacco, proprio perché il Benfica è una squadra molto offensiva che cerca sempre di far prevalere il suo gioco come ha fatto contro Atletico Madrid e Bayern Monaco. Jonas è stato in lizza fino alla fine per la scarpa d’oro, insieme ad Higuain. E’ lui il giocatore più pericoloso dei lusitani”. L’assenza dell’attaccante brasiliano con passaporto italiano nella sfida di mercoledì favorirà il Napoli, lo ricordiamo Jonas è una pedina molto importante per il Benfica nella scorsa stagione con i lusitani ha siglato 37 reti.

Sky, Modugno: “Rinnovo Hysaj? Le parti si incontreranno a breve”

A Sky Sport 24 è intervenuto, in diretta da Castel Volturno, l’ inviato Francesco Modugno riportando importanti aggiornamenti riguardo il futuro di Elseid Hysaj. Ecco quanto evidenziato:
Oggi potrebbe essere il giorno decisivo. Mario Giuffredi, il suo agente, è atteso al centro sportivo per parlare con il ds Giuntoli. Possibile l’ inserimento di una clausola di 50 milioni nel rinnovo valevole solo per l’ estero”.

Venerato: “Pronto un contratto importante per Gabbiadini, vi svelo un retroscena…”

Ai microfoni di Radio Crc è intervenuto Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport ed esperto di calciomercato. Ecco quanto evidenziato:
“Futuro Gabbiadini? Mi risulta che non si è mai discusso di una clausola. Piuttosto è stata definita una base fissa di un milione e 750 mila euro più bonus legati ai gol. Altri bonus sono legati ai traguardi del Napoli e alle presenze, può arrivare a 3 milioni. Un contratto molto articolato.
L’ accordo è stato trovato verbalmente circa 48 ore prima della fine del mercato. Il ragazzo aveva deciso di andare via, Pagliari allora ha presentato varie offerte al Napoli. Alla FilmAuro volarono anche parole grosse, ma il Napoli decise di offrirgli il rinnovo con conguaglio per far capire quanto puntasse sul ragazzo”.

Promozione, la Nuova Ischia vince 3-1 contro la Puteolana e vola con Paradiso

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Nuova Ischia-puteolana
La Nuova Ischia conquista la terza vittoria consecutiva (la seconda in casa) in campionato. Diventano cinque le partite vinte dai gialloblu se contiamo anche le due gare di Coppa Italia Eccellenza e Promozione. I gialloblu ancora non convincono il tecnico dal punto di vista del gioco e della prestazione che, in effetti, anche oggi non è stata perfetta. Quello che conta, per il momento, è il risultato e il fatto che i gialloblu riescano a vincere anche giocando così così è comunque un segnale: i gialloblu sono una delle squadre favorite per la vittoria finale. Al “Mazzella” non passa la Puteolana, squadra giovanissima e con obiettivi totalmente differenti da quelli degli isolani. Ben cinque gli under schierati in campo a cui vanno aggiunti i quattro seduti in panchina. De segnalare la prestazione eccezionale del portiere Casolare, un classe 2000 che ha impressionato tutti con le sue molteplici parate e con la sua sicurezza nelle uscite.

LA PARTITA – Primi trenta minuti completamente da dimenticare per la Nuova Ischia imprecisa e poco incisiva, a parte un tiro di Paradiso che spara alto sulla traversa al minuto 9. La squadra allenata da Isidoro Di Meglio, pur controllando la gara senza subire nulla, fa fatica a trovare le giocate giuste e quindi il gol. Che arriva paradossalmente sul fronte opposto. La Puteolana sblocca clamorosamente il risultato al 26’: ripartenza fulminea di Capolupo, palla nello spazio per Mele freddissimo davanti a Mennella. La Nuova Ischia sembra subire un po’ il colpo e la reazione tarda ad arrivare. Tuttavia, il gioco del calcio regala sempre emozioni inaspettate. I padroni di casa trovano il pareggio al 43’: Mendil serve Paradiso sulla destra, cross sul secondo palo dove è perfettamente posizionato Cuomo, che con un tiro a volo pareggia i conti. Il classe ’97 – ex Barano – fino al momento del gol risultava essere tra i peggiori dei suoi e riesce comunque a trovare un po’ a sorpresa l’1-1. Quando ci si avvia ormai alla fine del primo tempo, arriva il colpo che non ti aspetti: al 45’ Matarese batte un bel calcio d’angolo e Paradiso (completamente solo) la mette in porta. A tre minuti dalla fine della prima frazione, la Nuova Ischia ribalta completamente il risultato! La ripresa inizia con gli ischitani subito pericolosi in contropiede, Mendil si presenta a tu per tu con il portiere e tenta invano il pallonetto con Marano solo in area. Dopo 10 minuti si infortuna Di Massa e al suo posto subentra Silvitelli. Al 18’ è ancora Mendil a spaventare la Puteolana, questa volta il tiro in diagonale sfiora il palo. La Nuova Ischia insiste, Isidoro Di Meglio manda in campo Arcobelli al posto di Varchetta. L’esterno sinistro offensivo, appena entrato, spacca la partita. Al 18’ Marano mette in porta Arcobelli, ma un super Casolare (classe 2000!) esibisce l’ennesima grande parata. Al 24’ ancora un’azione pericolosa dei gialloblu: cross di Camorani per Mendil che tira a botta sicura, altra super parata del portiere. La porta sembra stregata per il centravanti francese (ancora a seccon in questa stagione) che al 25’ veste anche i panni di assist man; il suo cross è per Arcobelli, che trova nuovamente la respinta di Casolare. Il 3-1 arriva finalmente al 26’: Camorani mette in movimento Cuomo, l’ex Barano ha una prateria davanti a sé, và fino in fondo e poi regala un assist perfetto per Arcobelli che appoggia facile facile in rete. La Nuova Ischia gestisce il vantaggio e Mendil prova a sbloccarsi, ma al 27’ il suo colpo di testa viene respinto da un super Casolare. A 10’ dalla fine c’è da segnalare anche un’azione della Puteolana con Mele che colpisce la traversa dopo un colpo di testa. La Nuova Ischia ottiene altri tre punti e si porta al primo posto in classifica a punteggio pieno al pari dell’Afro Napoli United. Gli ischitani  sabato saranno di scena in trasferta sul campo del S.Giuseppe.

NUOVA ISCHIA 3
PUTEOLANA 1

NUOVA ISCHIA: Mennella, Errichiello, Di Massa (9’s.t. Silvitelli), Paradiso, Chiariello, Di Costanzo, Cuomo, Camorani, Matarese (20’s.t. Arcobelli), Mendil, Marano (32’s.t. Varchetta). (In panchina: Telese, Calise, Del Deo, Muscariello) All. Di Meglio
PUTEOLANA: Casolare, Spezzaferro, Diodato (1’s.t. Mangiapia), Raiano, Giaccio, Casale, Di Costanzo, Granata, Mele, Capolupo (17’s.t. Broscritto), Bonfino (31’s.t. Sosero). (In panchina Mele D., Tommasino, Trincone, Uccello) All. Longobardi
ARBITRO: Palomba di Torre del Greco (Ass. D’Agostino e Mosca di Frattamaggiore)
RETI: 26’ Mele (P), 43’ Cuomo, 45’ Paradiso, 71’ Arcobelli
NOTE: Calci d’angolo 8-3. Ammoniti Chiariello,  Diodato, Giaccio (P)
SPETTATORI: 200 circa

Passero solitario (Lo Piano , Saintred)

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Passero solitario – Le televisioni, i mezzi d’informazione legati con doppio cordone ombelicale ai poteri forti, tentano con ogni mezzo di appannare la realta’ quotidiana in cui si muove Renzi.

La quiete dopo la tempesta :

Ovunque vada, prima ancora che possa proferire parola, fanno da cornice al suo intervento cariche, scontri, tafferugli, arresti, lancio di lacrimogeni.
Sembra di rivivere il mondo fiabesco di Giacomo Leopardi, “la tempesta e’ ormai trascorsa si odono gli augelli far festa e la gallina tornata in su la via”.
Solo che Renzi non e’ un usignolo, pur facendo parte di uno stormo, e’ un passero solitario, (sempre metaforicamente parlando), non ha mai scritto poesie; il suo canto politico e’ sempre stato lento e prolungato, uniforme e monotono, sempre pronto a propinarci ninnenanne e cantilene a rime baciate.
In questi giorni tenta di trasformare il proprio canto, come fa il petromerlo, nella speranza di trovare nuovi amori politici.
Per non perdere il filo del discorso :
Ieri a Palermo pur essendo stata una giornata piovosa, ad ascoltare Grillo, la Raggi, Di Battista, Casaleggio jr., Di Maio, si e’ radunata una marea di persone; purtroppo dalle immagini televisive si e’ visto poco o niente, del raggruppamento popolare,
Nonostante tutti gli sforzi che i poteri forti stanno attuando per mantenere la loro leadership, qualcosa sta cambiando in Italia, come sara’ difficile per i politici che in questi ultimi decenni non hanno fatto altro che scambiarsi il testimone, continuino a mantenere ancora salde le loro poltrone.
Gli Italiani dopo anni di ruberie, hanno il sacrosanto diritto di cambiare questo stato di cose, e’ ormai insopportabile continuare con la politica degli sperperi, dei ladrocini, dei facili guadagni, dei privilegi che ancora si mantengono in vita. .
Basta con ogni forma di ladrocinio legalizzato, non si possono continuare a percepire stipendi a 7 zeri per aver bivaccato qualche mese o qualche anno negli scanni di Palazzo Chigi o di Montecitorio, mentre vi sono milioni di persone che vivono sotto la soglia della poverta’.
In Italia abbiamo un 10% di ricchi e un 90% di persone che devono combattere giornalmente, sembra un valido motivo per correre alle urne e modificare qualcosa?.

Hamsik, l’ agente: “Scudetto? Meglio non parlarne. Può fare anche il regista”

Juraj Venglos, agente del capitano azzurro Marek Hamsik, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete”. Ecco quanto evidenziato:
“Per ora meglio non parlare di Scudetto, anche Marek preferisce non discuterne prima di arrivare a vincerlo. La vittoria di Kiev è stata molto importante, speriamo di poter battere anche il Benfica mercoledì sera ma non sarà semplice.
Nuovo ruolo? Può giocare in quella posizione, in questi anni a Napoli ha fatto tanti ruoli e in quella zona del campo potrebbe sfruttare la sua creatività.
Mai parlato con De Laurentiis di un futuro ruolo da dirigente. Marek ha ancora diversi anni di carriera e non ha ancora deciso quale sarà la sua dimensione quando smetterà di giocare”.

Il Pungiglione Stabiese – Core ‘ngrato? Che batticuore!

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Il Pungiglione Stabiese programma sportivo in onda su ViViradioWEB

Questa sera c’è il consueto appuntamento con ” Il Pungiglione Stabiese “, programma sportivo che parla di Juve Stabia a 360° gradi. Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono,  collegatevi oggi 26 settembre 2016 dalle ore 19:30 per avere notizie in esclusiva sul mondo gialloblè. Avrete due modi per seguire la puntata:

DIRETTA

DIFFERITA (dopo 2 ore dalla diretta)

In questa puntata in studio ci saranno Mario di Capua (Radio Sant’Anna), Mario Miccio e Salvatore Sorrentino (ViViCentro) 

Parleremo del pareggio di Fondi con la Juve Stabia che riesce ad acciuffare il pari nel quarto d’ora della partita dopo i cambi di Mister Fontana che rivitalizzano la squadra gialloblè.

Questa sera avremo come ospite telefonico l’Ex Nunzio Zavettieri  con cui parleremo di questo avvio di campionato della Juve Stabia e quali saranno secondo lui le prospettive future per la squadra di Fontana.

Ci collegheremo telefonicamente con Alberico Turi Direttore del settore giovanile della Juve Stabia  con il quale parleremo del debutto stagionale di sabato contro la Paganese e non solo.

Ci collegheremo telefonicamente con un collega di Vibo Valentia con il quale discuteremo in merito al  prossimo avversario delle Vespe.

Avvisiamo i radioascoltatori che è possibile intervenire in diretta telefonica chiamando il numero 081.048.73.45 oppure inviando un messaggio Whatsapp al 338.94.05.888.

Gli ascoltatori possono inoltre scrivere, nel corso del programma, sul profilo facebook “Pungiglione Stabiese” per lasciare i loro messaggi e le loro domande.

“Il pungiglione stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nel precedente campionato e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie.

La fotogallery di Unicusano Fondi vs Juve Stabia (2-2)

Unicusano Fondi vs Juve Stabia foto di Emilio D’Averio

Guarda le foto di Unicusano Fondi vs Juve Stabia realizzate dal nostro fotografo Emilio D’Averio, che ci racconta così il pareggio delle Vespe con i ragazzi allenati da Mister Sandro Pochesci.

Oltre alle azioni del match abbiamo fotografato il pubblico sugli spalti, cerca la tua foto e richiedici l’originale per e-mail:redazione.sportiva@vivicentro.it

Clicca qui per rivedere tutte le foto

Sesta giornata di campionato per la Juve Stabia di mister Gaetano Fontana che, questa sera, è impegnata al Purificato di Fondi contro l’Unicusano Fondi. Serata fresca in terra pontina, con il piccolo stadio fondano che registra un basso numero di tifosi di casa mentre c’è una massiccia presenza di tifosi giunti da Castellammare per sostenere i ragazzi di Fontana. L’Unicusano vuole continuare a fare bene. Le vespe, invece, devono dare continuità alle quattro vittorie consecutive.

Parte bene la Juve Stabia nei primi minuti ci sono alcune buone giocate che però non creano pericoli per la porta di Baiocco. Nel momento migliore della Juve Stabia il Fondi apre le marcature.

L’ex Albadoro sugli sviluppi di un calcio d’angolo, lasciato colpevolmente solo, di testa spedisce la palla alla spalle di Russo.

La Juve Stabia accusa il colpo e praticamente sparisce dal campo.

Dopo alcun minuti palla persa a centrocampo dalla Juve Stabia,  contropiede del Fondi con l’ex Bombagi che spedisce la palla sotto la traversa.

La Juve Stabia è in balia degli avversari con il centrocampo che non riesce a produrre azioni degne di nota, e in generale con tanti troppi errori in ripartenza e in appoggio palla.

Nel secondo tempo l’entrata di Ripa, Sandomenico e Lisi, rispettivamente per Montalto, Marotta ed Esposito, cambia il volto della gara.

Ripa è bravo e scaltro a far espellere per doppia ammonizione il difensore Bertolo, in 10 uomini il Fondi arretra e la Juve Stabia ci crede.

Sandomenico pennella un pallone in area dove c’è Lisi che riapre la gara.

Dopo 5 minuti Cancellotti scodella una palla al centro dell’area, Lisi si coordina e in mezza rovesciata batte Baiocco ristabilendo la parità.

Nei minuti finali forcing delle Vespe alla ricerca del gol vittoria che però non arriva.

Unicusano Fondi: 22 Baiocco, 3 Squillace, 4 Mucciante (21’st 13 Bertolo), 5 Bombagi, 6 Signorini, 7 Tiscione, 11 Albadoro (18’st 9 Iadaresta), 18 Galasso, 20 D’Angelo, 23 De Martino, 24 Calderini (32’st 2 Di Sabatino). A disposizione: 1 Coletta, 10 D’Agostino, 14 Battistoni, 15 Guadalupi, 16 Capuano, 17 Addessi, 19 Tommaselli, 21 Pompei, 25 Carcatella. Allenatore: Sandro Pochesci

Juve Stabia: 22 Russo, 2 Cancellotti, 5 Atanasov, 7 Kanoute, 10 Marotta (7’st 11 Sandomenico), 14 Liotti, 18 Morero, 19 Izzillo, 21 Esposito (25’st 23 Lisi), 24 Mastalli, 30 Montalto (7’st 29 Ripa). A disposizione: 1 Bacci, 26 Borrelli, 3 Liviero, 8 Zibert, 13 Camigliano, 20 Petricciuolo, 27 Rosafio. Allenatore: Gaetano Fontana

Arbitro: Davide Curti della sez. AIA di Milano

Assistenti: Matteo Benedettino della sez. AIA di Bologna e Vincenzo Madonia della sez. AIA di Palermo

Marcatori: 10’pt Albadoro (UF), 27’pt Bombagi (UF), 33’st, 37’st Lisi (JS)

Ammoniti: De Martino (UF), Albadoro (UF), Signorini (UF), Morero (JS), Cancellotti (JS)

Espulsi: 30’st Bertolo (UF) per doppia ammonizione

Angoli: Unicusano Fondi 6, Juve Stabia 9

Recuperi: 0’pt; 5’st

Radio Marte – Oggi potrebbe arrivare l’ufficialità del rinnovo di Hysaj

Oggi potrebbe arrivare l’ufficialità del rinnovo di Hysaj

Nel corso di Marte Sport Live, in diretta su Radio Marte, ha parlato il conduttore Pasquale Tina. Ecco quanto evidenziato da Vivicentro.it: “Accordo trovato per il rinnovo di Hysaj, oggi potrebbe arrivare l’ufficialità del rinnovo del contratto fino al 2021”. 

Il Canton Ticino contro i frontalieri

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Il referendum del Canton Ticino in Svizzera lancia un messaggio chiaro: per il 58% dei votanti è necessario imporre dei limiti precisi ai lavoratori italiani frontalieri. Vince la linea della destra nazionalista che considera i frontalieri una minaccia. Per ora non ci saranno ripercussioni immediate ma il risultato rappresenta un problema in chiave europea. Il ministro degli Esteri Gentiloni avverte: “Senza libera circolazione i rapporti sono a rischio”.

La Svizzera: freno ai lavoratori italiani

Al referendum in Canton Ticino passa la linea della destra nazionalista: limiti per i frontalieri. Gentiloni: «Senza libera circolazione rapporti a rischio». Maroni: «Difenderemo i concittadini»

Il nome della campagna non lasciava spazio a dubbi: «#primaInostri». E al referendum per alzare una barriera contro i frontalieri stranieri, in particolare quelli italiani, i ticinesi hanno votato compatti: con il 58% dei sì, la proposta della destra nazionalista ha incassato la benedizione popolare. Vero, l’affluenza s’è fermata sotto il 45%, ma il segnale che arriva dal cantone è chiarissimo: quando ci sarà da assegnare un posto di lavoro, i residenti dovranno avere la precedenza sugli altri. Si chiama «preferenza indigena», e la maggioranza ha scelto di ancorarla nella Costituzione del Canton Ticino. «Ce l’aspettavamo, anzi è già tanto che la percentuale non sia stata più alta», commenta amaro Eros Sebastiani, presidente dell’Associazione Frontalieri Ticino.

Le conseguenze non saranno immediate: prima di diventare effettiva, la modifica costituzionale dovrà essere avallata dall’Assemblea federale di Berna, che valuta la conformità al diritto nazionale. E prendendo atto della vittoria dell’iniziativa, il Consiglio di Stato ticinese – l’esecutivo cantonale che aveva proposto un controprogetto bocciato nelle urne – ha ricordato i problemi di applicazione. Ma è il messaggio politico è inequivocabile: «La libera circolazione va limitata, solo in questo modo si potranno combattere fenomeni deleteri quali la sostituzione di lavoratori ticinesi con frontalieri e il dumping salariale», esulta la Lega dei Ticinesi, che ha fatto campagna elettorale con l’Unione Democratica di Centro. «Seppur votato, l’esito del referendum sarà di difficile applicazione e non cambierà l’orientamento del mercato del lavoro cantonale», taglia corto Sergio Aureli del sindacato svizzero Unia.

L’Italia, in ogni caso, è pronta a rispondere con fermezza. «Da domani, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori», promette il governatore Roberto Maroni mentre in un tweet il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni avverte: «Il referendum anti-frontalieri non ha per ora effetti pratici. Ma senza la libera circolazione delle persone i rapporti Svizzera-Ue sono a rischio». E l’europarlamentare Lara Comi (Fi) annuncia di aver scritto alla commissaria Ue Marianne Thyssem per chiedere di «poter avviare urgentemente la sospensione di tutti gli accordi ad oggi in essere tra Svizzera ed Europa».

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vivicentro/Il Canton Ticino contro i frontalieri
lastampa/La Svizzera: freno ai lavoratori italiani GIUSEPPE BOTTERO

Hamsik-Napoli a vita? Lo slovacco a fine carriera potrebbe restare nel club

  • Hamsik-Napoli a vita? Lo slovacco a fine carriera potrebbe restare nel club

Marek Hamsik è il giocatore simbolo del Napoli di Aurelio De Laurentiis: il centrocampista slovacco fu uno dei primi acquisti dopo il ritorno in Serie A, ed è rimasto in azzurro per quasi tutta la sua carriera. Sarebbe potuto finire all’estero o in altre squadre in diverse occasioni, eppure Marek ha fatto la sua scelta definitiva decidendo, nei mesi scorsi, di prolungare il proprio contratto fino al 2021 dichiarandosi napoletano per sempre. E c’è di più, come riferisce La Gazzetta dello Sport: “il feeling con la città è molto forte, e lui ha deciso di fermarsi qui a fine carriera, magari restando sempre nel club, ma con mansioni dirigenziali”.

Gabbiadini, l’agente: “Rinnovo ai dettagli, non ha mai accettato l’idea di poter andare via”

Le sue parole

A Radio CRC è intervenuto l’agente di Manolo Gabbiadini, Silvio Pagliari, rilasciando alcune dichiarazioni: “Il rinnovo di Manolo? E’ una situazione ai dettagli, penso che nelle prossime settimane si potrà fare qualcosa. Non ci sono problemi, siamo d’accordo un po’ su tutto. Parlare ancora di mercato? I discorsi sono rimasti tali, con il rinnovo le situazioni stanno cambiando e c’è la volontà da ambo le parti di proseguire il rapporto. C’erano stati abbocamenti con tante squadre, anche italiane, ma ci piace la proposta di De Laurentiis in un momento difficile: adesso dobbiamo solo proseguire così. Non ha mai accettato l’idea di poter andare via da Napoli da sconfitto e non da vincitore. Per chi fa l’attaccante, stare nel Napoli è una goduria: quando giochi in un grande club è logico che ci sia alternanza. Clausola? Abbiamo fatto una battuta, al Napoli ha portato sempre fortuna ma ho imbastito un discorso di cinque anni e non è la clausola che dà la possibilità di andare via: non lascerebbe sereni”.

Hamsik, una novità tattica di Sarri può allungargli la carriera

Hamsik, una novità tattica di Sarri può allungargli la carriera

La Gazzetta dello Sport scrive su Marek Hamsik: “C’è qualcosa d’innovativo, quest’anno, rispetto al passato. Una novità tattica, per intenderci, che potrebbe aprire ad una nuova fase della sua carriera. È già la seconda volta, infatti, che a partita in corso, Sarri lo impiega nella posizione di regista, dinanzi alla difesa, in luogo di Jorginho. È avvenuto a Marassi, mercoledì sera, e l’esperimento è stato ripetuto anche sabato sera, contro il Chievo, con risultati incoraggianti, tant’è che lo stesso allenatore non ha escluso di poterlo impiegare nuovamente in altre partite. In ogni sessione di mercato, il suo nome viene sempre accostato a club di grande importanza. Qualche anno fa, il Milan lo sondò per portarlo in rossonero, ma De Laurentiis rifiutò qualsiasi trattativa. Lo stesso interesse che non ha nascosto la Juve di Marotta e Paratici, ma anche in questo caso il no del presidente ha bloccato ogni discussione. Sarebbe potuto finire all’estero, in Premier League (Chelsea), ma Marek ha fatto la sua scelta definitiva, decidendo di prolungare il contratto fino al 2021, dichiarandosi napoletano per sempre. D’altra parte, il feeling con la città è molto forte, e lui ha deciso di fermarsi qui a fine carriera, magari restando sempre nel club, ma con mansioni dirigenziali”

DVD, sedute di scarico e stress atletico: Sarri sta prepara la sfida al Benfica

DVD, sedute di scarico e stress atletico: Sarri sta prepara la sfida al Benfica

Come racconta Il Mattino, già da prima della sfida al Genoa i calciatori azzurri hanno potuto visionare i primi aspetti tattici dei portoghesi grazie ad una serie di dvd preparati dallo staff di tattici agli ordini dell’allenatore in seconda azzurro Francesco Calzona. Oggi la squadra tornerà ad allenarsi ma Maurizio Sarri ed il suo preparatore atletico Francesco Sinatti hanno optato per una seduta di scarito per evitare di accumulare tensione e stress dal punto di vista atletico. Soltanto domattina si penserà totalmente al Benfica: sarà una full immersion, con la squadra che resterà in ritiro anche domani sera perché Sarri farà sostenere un ultimo allenamento a Castel Volturno a poche ore dal match.

Sarri ha in mente una rotazione di ben 21 giocatori

Sarri ha in mente una rotazione di ben 21 giocatori

Dopo la vittoria contro il Chievo Verona, l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri ha teso la propria mano verso il presidente Aurelio De Laurentiis e ha chiarito quando farà effettivamente giocare gli altri nuovi giocatori oltre Arkadiusz Milik e Piotr Zielinski. Come riporta Il Mattino, nei progetti di Sarri ci sarebbe una rotazione di ben ventuno giocatori. Presto arriverà il momento di Emanuele Giaccherini, al posto di José Callejon o di Marek Hamsik. Successivamente toccherà a Nikola Maksimovic e Lorenzo Tonelli, infine ai centrocampisti Amadou Diawara e Marko Rog“soltanto quando avranno completato lo studio del gioco di Sarri, o raggiunto un buon livello di condizione fisica, scatterà il loro turno”. 

La Curva ha dichiarato apertamente guerra a De Laurentiis

La Curva B ha dichiarato apertamente guerra a De Laurentiis

La spaccatura c’è e si vede. E si sente soprattutto. La Curva B ha dichiarato apertamente guerra ad Aurelio De Laurentiis. Sabato sera l’ennesima contestazione nei confronti del patron che si trova ancora in Cina. Per accentuare ancora di più la rottura gli ultrà di quel settore hanno deciso di schierarsi dalla parte dell’allenatore con lo striscione: “Sarri uno di noi”. Si protesta per il caro biglietti che senza dubbio c’è stato. “Adl bagarino”, si è urlato per quasi tutta la partita con il Chievo. Ai tifosi proprio non è andato giù il costo del tagliando che per le grandi partite è salito a 40 euro. Una cifra alta che si paga di solito per altri settori e non per quelli popolari. Se si considera poi che lo stadio cade a pezzi e non ci sono i bagni allora ci si rende conto che c’è stata una forzatura incredibile. Quindi, premesso tutto ciò va detto che sarebbe il caso di trovare un punto di incontro per evitare di stare divisi in casa.

I grandi obiettivi si raggiungono quando si rema tutti dalla stessa parte. Attaccare De Laurentiis con cori e offese non porta a nulla. Sabato sera c’è stata una parte di pubblico che ha reagito con i fischi alla protesta. Una presa di posizione importante ma che non cambia le cose. Quindi, sarebbe il caso di incontrarsi per trovare un punto di incontro per risolvere il prima possibile la questione. Anche perché con il passare del tempo potrebbe diventare pesante e con il Napoli che deve stare sereno e tranquillo non sarebbe il caso. Inutile dire che anche don Aurelio deve fare la sua parte. Quando tornerà dalla Cina dovrà trovare il modo per far pace con la sua gente in modo tale da non dare vantaggi alla Juventus ma a tutte le altre avversarie che vogliono arrivare prima del Napoli.

Il Roma

Assad convinto della vittoria su Aleppo: nessuna tregua!

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Le truppe di Assad sono convinte di poter travolgere i ribelli e schiacciare l’opposizione ad Aleppo. A dare il polso di quanto sta avvenendo c’è il fatto che, dopo oltre 5 anni di conflitto, gli alberghi e i ristoranti della capitale siriana sono di nuovo pieni. Giordano Stabile da Damasco racconta il clima di ottimismo che si respira.

Nella Damasco che pregusta la vittoria: “Niente tregua, schiacceremo Aleppo”

Il regime teme un’intesa Mosca-Washington per impedire l’avanzata a Nord

DAMASCO – Al posto di frontiera di Masnaa, la porta di Damasco sul Libano, mamme con i bambini in fila aspettano il via libera per rientrare nelle loro terre. Per la prima volta il flusso si è invertito. Certo, sono poche decine sul milione e mezzo di profughi che hanno passato il confine nell’altro senso, in fuga, nei cinque anni di guerra civile siriana. Gli ufficiali al controllo sono bruschi. «Li trattiamo un po’ male, all’inizio», si giustificano. «Hanno sbagliato a scappare quando le cose andavano male. Ora il vento è cambiato. Ma poi li aiutiamo. Sono i benvenuti».

Altri pullman portano pellegrini, soprattutto iracheni, che dopo una sosta a Beirut e al santuario sciita nella valle della Bekaa, vicino a Balbek, puntano verso la capitale siriana. I più, a migliaia, arrivano invece direttamente in aereo da Baghdad, Bassora, Najaf ma anche dal Kuwait e dall’Arabia Saudita, con le compagnie low cost come Shams Wing che hanno preso il posto di quella di Stato, azzoppata dalle sanzioni e rimasta con un solo aereo funzionante. Poco importa, gli alberghi in centro sono pieni, i ristoranti pure con questo turismo religioso che ha sostituito quello dall’Europa.

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Sono le contraddizioni della rinascita di Damasco. Da cinque anni e mezzo non si respirava un’aria di ottimismo come oggi. Gli uomini del regime e quelli della strada sentono la vittoria, e forse la pace, vicine. La svolta è arrivata a inizio agosto, con la resa di Dayyara, l’enorme sobborgo meridionale, che con la sua campagna si estende fino al confine libanese e a Sud fin quasi a quello giordano. Dayyara era l’incubo del governo e degli abitanti del quartiere residenziale di Mezzeh. Razzi e colpi di mortaio cadevano ogni giorno, soprattutto sul distretto 86, in cima a una collina, la roccaforte alawita della capitale.

È stata la vittoria a Dayyara, con i combattenti deportati in massa verso la provincia di Idlib secondo il modello della «riconciliazione», la resa in cambio di salvacondotto, a cambiare l’aria di Damasco. Ora il grande viale di Mezzeh, tre corsie per senso, con i bei filari di palme voluti dagli urbanisti francesi negli Anni Trenta, rigurgita di macchine. I tagli alla corrente sono passati da 12 ore al giorno a tre. Si sono riaccese le luci e il dramma di Aleppo, il massacro di civili, la popolazione senz’acqua ed elettricità, si sono improvvisamente allontanati. Nella capitale si teme soprattutto una cosa, «una nuova tregua concordata fra Russia e America» che fermi l’offensiva e allontani l’altra vittoria che si sente a portata di mano. Perché sconfiggere i ribelli ad Aleppo significa soprattutto la fine «delle mire della Turchia» sulla città. E quindi, secondo la dottrina di Bashar al-Assad, tagliare alla radice le vere ragioni della guerra in Siria.

«Ci sono tre vie per prendere Aleppo, ma in ogni caso verrà presa – puntualizza Wael Almawla, direttore della tv Al-Manar, la voce degli Hezbollah, in Siria -. Con le armi. Con un accordo internazionale. O con un accordo fra siriani, la riconciliazione. Ci aspettiamo pressioni diplomatiche almeno fino a giovedì. Poi, se non ci sarà accordo, l’opzione militare entrerà nel vivo».

Senza Aleppo, la dottrina Assad non può funzionare. Era «la città più ricca, industrializzata, riprenderla significa far ripartire tutta l’economia», nonostante i ribelli abbiano «smontato intere fabbriche e venduto i macchinari alla Turchia, che non aspettava altro».

Con la riconquista di Aleppo anche i «piani di spartizione» del Paese sono destinati a fallire, perché non c’è un’altra città, neppure Raqqa, che possa svolgere le funzioni di seconda capitale siriana. Nel bilancio annuale della Turchia, rivela ancora Almawla, sono inclusi «gli stanziamenti alle città e sono comprese anche Aleppo e Mosul, anche se solo simbolicamente: vuol dire che Ankara non ci ha mai rinunciato». E se il prezzo da pagare per la vittoria è un massacro di civili – ieri ci sono stati altri 23 morti nei raid, 115 da giovedì -, è un prezzo inevitabile, a meno che i ribelli non facciano appunto come a Dayyara, «se ne vadano a Idlib» e lascino liberi quelli che ormai sono solo «ostaggi, scudi umani».

Anche perché gli assediati di Aleppo non sono gli unici, «ce ne sono molti vittime dei terroristi». Soprattutto quelli dei due grandi villaggi sciiti di Fouah e Kefrayah, strangolati dai combattenti di Jabat al-Fatah al-Sham, l’ex Al-Nusra,cioè Al-Qaeda. Da venti giorni i familiari sono in sit-in permanente davanti al santuario di Sayyida Zeinab, la figlia di Ali, legittimo successore di Maometto secondo la linea sciita. Un campetto di calcio a poche centinaia di metri di distanza è stato trasformato in un presidio. Madri e mogli salgono su un piccolo palco e urlano al microfono la loro disperazione.

Per arrivarci bisogna fare una lunga deviazione, perché anche nella periferia Sud ci sono ancora piccole sacche di resistenza e cecchini.

La sequenza di posti di blocco, con soldati troppo vecchi o ragazzini, è lì a testimoniare quanto la guerra abbia dissanguato le forze del regime. Le donne al sit-in, sedute composte sulle seggiole di plastica bianca, con i visi smunti incorniciati dai fazzoletti neri, gli occhi che chiedono aiuto, potrebbero essere quelle di Aleppo, solo dall’altro lato delle trincee. Wafa era venuta da Fouah a trovare i parenti a Damasco. Non è più potuta tornare indietro. Da due anni non vede i quattro figli, il marito malato di cuore che non ha più medicine: «Si chiama Hassan al-Mustafa. Potete aiutarlo, per favore?». Una, cento, mille Aleppo. Questa purtroppo è la Siria.

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vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Assad convinto della vittoria su Aleppo: nessuna tregua!
lastampa/Nella Damasco che pregusta la vittoria: “Niente tregua, schiacceremo Aleppo” (Giordano Stabile)

ONU contro Putin per azioni in Siria: l’Europa dica la sua

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Per Stefano Stefanini, il fatto che il Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla guerra in Siria si sia trasformato in un processo a Vladimir Putin, si tratta di una spaccatura senza precedenti dalla fine della Guerra Fredda che impone all’Europa “di dire come la pensa”.

Ora l’Europa deve dire ciò che pensa 

La spaccatura fra Washington e Mosca che si sta consumando sulla Siria è senza precedenti dalla Guerra fredda.  

La Russia di Putin mostra di aver scelto Assad e la prova di forza sulle incertezze di un tortuoso percorso diplomatico per cui si era spesa fino all’ultimo l’amministrazione Obama. Allo schiaffo gli americani hanno dato ieri una risposta infuocata in Consiglio di Sicurezza, spalleggiati da Boris Johnson a Londra.

Difficile adesso tornare indietro: in Siria, la battaglia per Aleppo annuncia una nuova tragedia umanitaria che rischia di superare tutte quelle che, da più di cinque anni, stanno martoriando lo sventurato Paese; i rapporti fra Russia e America che precipitano vertiginosamente. Europei e italiani, nel chiuso dell’eurocentrismo in cui continuiamo a ragionare e muoverci, faticano a rendersi conto che uno scontro sul teatro mediorientale è più grave e più dirompente che non la crisi ucraina, annessione della Crimea compresa.

A maggior ragione in quanto la Siria poteva essere un terreno di collaborazione russo-americana, grazie al collante dello Stato Islamico e della lotta al terrorismo.

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Le accuse anglo-americane alla Russia sono pesanti. Sono, purtroppo, credibili. Forse le azioni militari intraprese dai russi e dalle forze di Assad non si configurano come «crimini di guerra». Ma mettono definitivamente la pietra tombale sopra tre cose: la tregua; il fragile filo negoziale; qualsiasi prospettiva di collaborazione russo-americana in Siria e contro Isis. Nel giro di una settimana Putin e Assad hanno capovolto lo scenario faticosamente costruito per mesi dalla paziente diplomazia di Staffan de Mistura e dal dialogo fra i due ministri degli Esteri, Kerry e Lavrov. Non a caso, su queste pagine, l’inviato speciale dell’Onu faceva appello al ritorno ai termini del cessate il fuoco concordato fra i due, come unica via d’uscita dalla guerra senza quartiere in Siria. Invano.

Putin ha optato per tener banco a Assad, di fatto smentendo il suo stesso ministro. Da diplomatico doc, Lavrov lo negherà ma di fatto egli si è trovato con l’erba tagliata sotto i piedi, e non è la prima volta. La decisione russa di andare a una prova di forza in Siria segna il fallimento del canale di dialogo bilaterale e dell’iniziativa diplomatica delle Nazioni Unite. Può darsi che quest’ultima non avrebbe comunque avuto successo per incapacità di controllare le disparate forze in campo e di trovare un minimo comun denominatore fra i loro contrastanti interessi. Mosca ha però tagliato la testa al toro senza dare «una chance alla pace».

Lo scenario è chiaro. Damasco, con l’appoggio dei russi, punta a riconquistare Aleppo. Non sarà il bagno di sangue a trattenere Assad. Di trattare se ne parlerà dopo, eventualmente (l’appetito vien mangiando, il regime non ha sottoscritto la rinuncia a re-imporre il potere su tutto il territorio); soprattutto, da una posizione di forza.

Resta l’interrogativo del perchè Putin abbia scelto la via di Damasco, dopo essersi avvicinato alla collaborazione americana, al punto di mettere in cantiere interventi militari congiunti contro Stato islamico (subordinati a un cessate in fuoco che tenesse in Siria). Per saperlo con certezza bisognerebbe leggere nella mente del Presidente russo, ma non è difficile immaginare motivazioni specularmente identiche a quelle dell’alleato siriano: trovarsi in una posizione di forza in Siria con la prossima amministrazione Usa.

Mancano sei settimane alle elezioni. Putin, mai «fan» di Obama, è giunto alla conclusione che non vale la pena di attraversare il ponte costruito da Kerry e Lavrov. Il suo interlocutore sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca. Se sarà Hillary c’è da aspettarsi una linea più dura e meno propensa al dialogo di quella del Presidente uscente. Se sarà Trump cosa aspettarsi è un mistero, ma certo rispetto per la forza. Occorre pertanto presentarsi con le carte in regola. Terribile fatalità che a farne le spese siano i civili di Aleppo.

Al di là della tragedia siriana, l’Europa deve capire che sta assistendo a un punto di svolta nel quadro internazionale. L’ha afferrato al volo, con l’entusiasmo del novizio, Boris Johnson; per Londra sulla via di Brexit questa è un’ottima occasione di resuscitare la relazione privilegiata con gli Stati Uniti.

Gli altri europei, specie quelli che vogliono disperatamente il dialogo con Mosca, sono in una posizione difficile. Giusto ascoltare anche la campana russa. Ma, anche senza giungere ad eccessi verbali, di fronte ad una scelta russa di appoggiare Assad nella presa di Aleppo l’Europa non può cavarsela solo con vuoti appelli alla pace o al dialogo. Deve dire quello che pensa.

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vivicentro/ONU contro Putin per azioni in Siria: l’Europa dica la sua
lastampa/Ora l’Europa deve dire ciò che pensa STEFANO STEFANINI