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Promozione- Nuova Ischia: rimonta di cuore e grinta contro il Summa Rionale, e sesta vittoria di fila

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La Nuova Ischia continua a volare in classifica. I gialloblù vincono la sesta partita consecutiva, con qualche difficoltà contro il fanalino di coda Summa Rionale Trieste. Gli isolani soltanto nella ripresa trovano prima il gol del pareggio con Matarese e poi i due gol che chiudono il match con Marano e Arcobelli. Isidoro Di Meglio ancora una volta deve rinunciare a Capuano per infortunio e Mendil ancora squalificato. In campo si affrontavano l’ultima contro la prima della classe. I ragazzi di mister Iaccarino però iniziano con il piglio giusto, dove più volte si rendono pericolosi sotto porta sin dai primi minuti. Al 10′ i padroni di casa si portano in vantaggio e trovano anche il primo gol della stagione.Sugli sviluppi di un corner battuto da Capasso, stacco di testa di Kesse che salta più in alto di Silvitelli bruciando la sua marcatura e deposita in rete,che vale il gol del vantaggio. Gli isolani sembrano aver accusato il colpo, e soffrono contro gli azulgrana che sono molto più determinati in campo. Il primo tempo si conclude sul risultato di 1-0 per i padroni di casa. Nella ripresa è tutta un altra partita, la Nuova Ischia alza il proprio baricentro e all’8 sale in cattedra Materese che trova il gol del pareggio con una conclusione da fuori area che batte Di Pede per l’1-1. Passano pochi minuti e gli ospiti ci provano con Cuomo che con un azione personale dribla un avversario ma la sua conclusione colpisce la traversa. E tutta un altra partita in campo, i gialloblù si ricordano di essere i primi che comandano il campionato, ed infatti al 16′ arriva il gol del vantaggio: Matarese se ne va sulla fascia sinistra sfruttando la sovrapposizione di Silvitelli,cross al centro dove arriva Marano che insacca in rete il gol del 1-2 e rimonta completata. La Nuova Ischia non si ferma e cala il tris al 25′ con un azione fotocopia a quella del gol di Marano,ma questa volta è Arcobelli che di testa insacca in rete il gol dell’1-3, e chiude definitivamente il match. I gialloblù fanno sei su sei e volano in classifica a +4 sulla seconda l’Afro Napoli United. Nel prossimo turno la squadra isolana affronterà allo stadio “Mazzella” di Ischia, l’Oratorio Don Guanella.

Summa Rionale Trieste 1
Nuova Ischia 3

Summa Rionale Trieste: Di Pede, D’Avino, Busiello, Kesse (3’ st Scarallo), Capasso, Rea, Allocca M., Russo, Allocca P. (18’ st Giustiniani), Iervolino (6’ st Regina), Scarpato. In panchina Marra, Guarnaschelli, Mancusi, Natangelo. Allenatore Luigi Iaccarino

Nuova Ischia: Mennella, Errichiello, Silvitelli, Paradiso (40’ st Varchetta), Chiariello, Di Costanzo II, Cuomo, Camorani, Arcobelli (37’ st Calise A.) , Matarese, Marano (44’st Di Sapia). In panchina Telese, Trani, Calise N., Muscariello. Allenatore Isidoro Di Meglio

Arbitro: Raffaele Bottone di Nocera Inferiore; assistenti Avallone e Pagano di Nocera Inferiore

Reti: 10’ pt Kesse (S), 6’ st Matarese (N), 16’ Marano (N), 25’ Arcobelli (N)

Note: ammoniti Di Pede, Regina (S)

Milik, l’agente: “Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era grave

Milik, l’agente: “Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era grave

L’agente dell’attaccante del Napoli Arkadiusz Milik, David Pantak, ha parlato dell’infortunio del suo assistito a Polsat Sport durante la trasmissione Cafè Futbol, dichiarazioni riportate da Interia Sport: “L’infortunio non sembrava potesse essere pericoloso, ma il calcio è questo: i ko sono una parte integrante della professione, e dopo che accadono bisogna subito rialzarsi. Il legamento non era totalmente rotto, ma il danno era talmente grave che l’intervento si è reso necessario.

Potete immaginare la mia reazione, e quella di Arek, quando sono usciti i risultati dei test: non pensava che l’infortunio potesse essere così serio.

Già ventiquattro ore dopo l’operazione Arkadiusz era in grado di camminare senza l’ausilio delle stampelle: i dottori lo hanno tenuto sotto controllo, è un grande risultato così tanta mobilità. Dopo infortuni del genere è raro che un calciatore possa camminare liberamente praticamente subito.

Non voglio fare tabelle sul suo ritorno, non è una corsa contro il tempo. Arkadiusz deve pensare a se stesso in vista del ritorno in campo. Ha avuto un approccio positivo, non ha certo avuto il tempo di piangere o altro: certi pensieri vengono in mente quando sei bloccato a letto per due o tre settimane.

A prescindere da chi pagherà l’operazione, il Napoli ha assunto i migliori professionisti per Arkadiusz in vista del suo ritorno in campo”.

Lione, Tolisso: “Non è stato semplice dire no al Napoli”

Le sue parole

Corentin Tolisso, centrocampista del Lione, è stato ad un passo dal Napoli nella recente sessione di mercato estiva. Alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “In tanti siamo cresciuti insieme. A volte giochiamo con 5-6 titolari usciti dal centro di formazione. Questo rapporto speciale si vede in certi automatismi. Siamo come una famiglia”

Per questo ha rinunciato al Napoli quest’estate?

“Dire di no non è stato semplice. Ho rifiutato una prima offerta. Alla seconda ho tentennato. In ballo c’erano 30 milioni che potevano far comodo al club che mi ha lasciato decidere. Non mi sentivo pronto. Voglio restare un anno o due. Non era la squadra giusta ora”

Perché?

“L’ambiente a Napoli è particolare, anche se poi la scelta la fai in funzione del campo e i dirigenti mi volevano davvero. Sono rimasto per giocare ancora la Champions nel nostro magnifico stadio. E’ stata una scelta sportiva e di cuore”

Prima di lei anche Gonalons aveva rifiutato il Napoli.

“Solo una coincidenza”

Se il Napoli o altre squadre italiane tornassero a bussare, la sua porta rimarrebbe chiusa?

“Sogno Real Madrid, Barcellona, Arsenal, la Premier League, ma ogni offerta sarebbe valutata con attenzione”

Sarri assolve Koulibaly davanti alla squadra

Sarri assolve Koulibaly davanti alla squadra

Il Mattino riferisce che nonostante l’errore commesso, Maurizio Sarri ha perdonato Kalidou Koulibaly. Anzi, per il mister quello del centrale senegalese non è stato un errore e l’ha ribadito a chiare lettere ieri a Castel Volturno in sala video dove riunito con la squadra ha analizzato le immagini della sconfitta contro la squadra allenata da Luciano Spalletti: “Ha sbagliato ma ha fatto quello che doveva fare: non doveva calciare la palla. Quindi per me non è un errore. Questa è la nostra mentalità ed è così che dobbiamo andare avanti”.

L’Uefa ha gli occhi puntati sui tifosi del Napoli

Si rischia la squalifica

L’Uefa ha gli occhi puntati sui tifosi del Napoli, alla luce soprattutto di alcune intemperanze avvenute nelle precedenti gare in Europa. E non solo allo stadio San Paolo. Come riporta Il Corriere del Mezzogiorno, mercoledì sera con il Besiktas i sostenitori partenopei saranno chiamati ad una prova di responsabilità perché in caso contrario il club rischia la squalifica del campo.

 

Il Roma accusa: “De Laurentiis non fa niente per creare un fronte comune “

Lo riporta Il Roma

Giù le mani da Manolo Gabbiadini. Sabato pomeriggio la sconfitta con la Roma non è dipesa solo solo ed esclusivamente dall’attaccante bergamasco. Sicuramente ci si attendeva molto di più da lui ma questo non vuol dire che la colpa è sua per il ko. Quei fischi subiti all’uscita dal campo, poi, sono stati fuori luogo. Capisco la sofferenza dei 46mila spettatori presenti al San Paolo ma accanirsi contro questo giocatore è sembrato un po’ troppo ingeneroso. È indubbio che senza Milik ci si aspettava chissà che cosa da lui ma sapevamo da tempo che in quel ruolo non avrebbe reso chissà come. Il suo è un caso tattico che andava risolto in estate. Nessuno dimentichi che fino all’ultimo giorno di mercato il club partenopeo ha tentato di prendere prima Kalinic e poi Pavoletti. Dopo i no di Fiorentina e Genoa si è posto il veto su Manolo assicurandogli un rinnovo e un aumento di stipendio. Si sperava di poterlo stimolare ma si sapeva che con il 4-3-3 avrebbe avuto di nuovo difficoltà come nello scorso torneo dove era rimasto a guardare Gonzalo Higuaìn. Contro la Roma non se l’è sentita di cambiare Maurizio Sarri per favorire il suo bomber. Ha voluto affidarsi nuovamente al solito schieramento perdendo così per 57 minuti il punto di riferimento del reparto offensivo. Non è mai stato pericoloso e neanche una volta ha tirato in porta Gabbiadini. Non ce l’ha le doti di Higuaìn e neanche quelle di Milik. La verità è che ci si doveva muovere prima per risolvere questo problema e non aspettare gli ultimi giorni di mercato. A prescindere da Milik, se proprio Manolo non era adatto al modulo di Sarri, sia Kalinic che Pavoletti dovevano essere corteggiati molto prima e non all’ultimo istante. Purtroppo adesso non si può fare niente e bisogna guardare in faccia alla realtà. Magari si può virare su uno svincolato ma prima che quest’ultimo entri in forma e capisca gli schemi di Sarri passa più di un mese. Quindi, vale la pena modificare qualcosa. D’altronde già l’anno scorso Sarri decise di passare dal 4-3-1- 2 al 4-3-3 dopo tre partite. Potrebbe tornare indietro per un attimo scegliendo un trequartista tra gli uomini che ha. Zielinski lo potrebbe fare tranquillamente. Certo, in questo modo verrebbero a mancare gli uomini delle fasce ma se non si segna è inutile avere i migliori in queste zone del campo. A prescindere da tutto il momento è delicatissimo, Sarri se ne è reso conto. Lo ha fatto anche De Laurentiis che si è sfogato con i giornalisti al termine del match con la Roma. Non si risolvono così i problemi, accettare le critiche è segno di maturità. Ma devono essere critiche costruttive e non certo di parte. Don Aurelio, però, non fa niente per creare una sorta di fronte comune che esiste in altre squadre del Nord che vanno per la maggiore.

Raporto Caritas: la Povertà Assoluta è aumentata sino ad esplodere

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Povertà assoluta che negli ultimi anni, coincidenti in larga parte con quelli della crisi economica, è aumentata sino ad esplodere. Il Rapporto sulle politiche contro la povertà si collega al Rapporto sulla povertà e l’esclusione sociale che sarà presentato sempre on-lineoggi, lunedì 17, in concomitanza con la Giornata internazionale contro la Povertà.

Raporto Caritas, la povertà in Italia che si aggiunge a quella dei rifugiati

In questo momento storico – dice il Rapporto – ricco di insidie e in cui in tutto il continente sembra riemergere la paura del diverso. L’orizzonte va oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte

ROMA – Il Rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia (e alle porte dell’Europa) della Caritas Italiana – da non confondere con quello presentato il 6 ottobre scorso, che invece riguardava l’analisi delle politiche di contrasto alla povertà –  nella sua edizione del 2016 si colloca in una particolare congiuntura storico-sociale. Il 2015 è stato infatti definito come l’annus horribilis per i movimenti migratori, non solo per l’elevato numero di rifugiati, sfollati e morti registrati, ma anche per l’incredibile debolezza ed egoismo che molti Paesi hanno dimostrato nell’affrontare quella che, innanzitutto, si è rivelata una emergenza umanitaria.

I muri e i fili spinati. Nel mondo – dice la sintesi del Rapporto presentato oggi durante un seminario – il numero di persone costrette a lasciare le proprie case in cerca di protezione a causa di guerre, conflitti e persecuzioni è arrivato ai livelli massimi mai registrati, superando la quota di 65 milioni. In Europa il numero dei profughi giunti via mare (nel 2015) risulta quattro volte più grande di quello dell’anno precedente, facendo registrare anche un incremento del numero delle vittime nelle traversate. Di fronte a tali dinamiche la politica europea è risultata frammentata, disunita e per molti aspetti inadeguata. Le immagini di muri e fili spinati sono ancora nitide e attuali e stridono con gli ideali e i principi del grande “sogno europeo”, quello di un continente senza più confini, aperto al libero scambio di persone e merci.

L’immagine dei vasi comunicanti. E’ dunque in questo delicato momento storico, ricco di insidie e in cui in tutto il continente sembra riemergere la paura del diverso, che Caritas Italiana ha deciso di affrontare il tema della povertà in Italia, allargando il proprio sguardo – sottolinea il Rapporto – oltre i confini nazionali, cercando di descrivere le forti interconnessioni che esistono tra la situazione italiana e quel che accade alle sue porte. Per favorire una maggiore consapevolezza dei processi in atto, nel rapporto sono riportati numerosi zoom di taglio internazionale, prodotti anche da altri organismi e Caritas europee. L’immagine dei vasi comunicanti assume un carattere ambivalente: aiuta a leggere il reale o meglio i nessi, frequentemente trascurati, che esistono oggi tra povertà, emergenze internazionali, guerre ed emigrazioni.

La povertà in Italia: 1 milione e 582 mila famiglie. Nel nostro Paese − secondo i dati Istat − vivono in uno stato di povertà 1 milione 582 mila famiglie, un totale di quasi 4,6 milioni di individui. Si tratta del numero più alto dal 2005 ad oggi; e si tratta, parlando di povertà assoluta, della forma più grave di indigenza, quella di chi non riesce ad accedere a quel paniere di beni e servizi necessari per una vita dignitosa. Le situazioni più difficili sono quelle vissute dalle famiglie del Mezzogiorno, dalle famiglie con due o più figli minori, dalle famiglie di stranieri, dai nuclei il cui capofamiglia è in cerca di un’occupazione o operaio e dalle nuove generazioni.

La persistente crisi del lavoro. Un elemento inedito messo in luce nel Rapporto e che stravolge il vecchio modello di povertà italiano è che oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, diminuisce all’aumentare di quest’ultima. La persistente crisi del lavoro ha infatti penalizzato (o meglio, sta ancora penalizzando) soprattutto giovani e giovanissimi in cerca “di una prima/nuova occupazione” e gli adulti rimasti senza un impiego. Accanto alle fonti della statistica pubblica il rapporto dedica ampio spazio ai dati raccolti presso i Centri di Ascolto promossi dalle Caritas diocesane o collegati con esse (i dati sono stati raccolti presso 1.649 CdA, di- slocati su 173 diocesi). Nel corso del 2015, le persone incontrate sono state 190.465. Come nel passato, il peso degli stranieri continua ad essere maggioritario (57,2%) anche se non in tutte le aree del Paese; nel Mezzogiorno la percentuale di italiani e? infatti pari al 66,6%.

Un importante cambio di tendenza. Rispetto al genere il 2015 segna un importante cambio di tendenza; per la prima volta risulta esserci una so- stanziale parità di presenze tra uomini (49,9%) e donne (50,1%), a fronte di una lunga e consolidata prevalenza del genere femminile. L’età media delle persone che si sono rivolte ai CdA è 44 anni. Tra i beneficiari dell’ascolto e dell’accompagnamento prevalgono le persone coniugate (47,8%), seguite dai celibi o nubili (26,9%). Il titolo di studio più diffuso è la licenza media inferiore (41,4%); a seguire, la licenza elementare (16,8%) e la licenza di scuola media superiore (16,5%). I disoccupati e inoccupati insieme rappresentano il 60,8% del totale. I bisogni o problemi più frequenti che hanno spinto a chiedere aiuto sono perlopiù di ordine materiale; spiccano i casi di povertà economica (76,9%) e di disagio occupazio- nale (57,2%); non trascurabili, tuttavia, anche i problemi abitativi (25,0%) e familiari (13,0%).

La sfida più difficile. Frequenti le situazioni in cui si cumulano due o più ambiti problematici. Su 100 persone (per le quali è stato registrato almeno un bisogno) solo il 38,6% ha manifestato difficoltà relative ad una sola dimensione. Per i restanti casi risultano esserci situazioni in cui si sommano almeno due (29,9%) o più ambiti proble- matici (31,5%). La sfida più difficile in termini di presa in carico e di sostegno riguarda proprio queste ultime situazioni dove risulta più grave la condizione di deprivazione ed esclusione sociale.

La povertà dei rifugiati e riciedenti asilo. Anche in Italia accanto al disagio di coloro che in modo transitorio, persistente (o nei casi più gravi cronico) sperimentano delle difficoltà legate alla mancanza di reddito e/o di lavoro, coesistono le situazioni più estreme vissute da chi, costretto a fuggire dal proprio Paese, vede sommarsi contemporaneamente tante vulnerabilità, prime fra tutte quelle legate ai traumi indelebili di un viaggio spesso fatto in condizioni disperate. I dati ufficiali documentano di 153.842 persone migranti sbarcate nelle coste italiane nel 2015. Le nazionalità prevalenti dichiarate al momento dell’arrivo riguardano i seguenti Paesi: Eritrea, Nigeria, Somalia, Sudan, Gambia, Siria, Mali. Le persone che hanno fatto domanda di asilo sono state 83.970; appena un decennio fa (nel 2005) i richiedenti asilo in Italia erano poco più di 10mila.

I centri d’asconto Caritas. Nel corso del 2015 i profughi e i richiedenti asilo – in fuga da contesti di guerra – che si sono rivolti ai Centri di Ascolto Caritas sono stati 7.770. Si tratta per lo più di uomini (92,4%), con un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (79,2%), provenienti soprattutto da Stati africani e dell’Asia centro-meridionale. Basso risulta essere il loro capitale sociale e culturale. Numerosi i casi di analfabetismo (26,0%) o di modesta scolarità (licenza elementare 16,5%, licenza di scuola media infe- riore 22,8%).

Il disagio abitativo. In termini di bisogno prevalgono le situazioni di povertà economica (61,2%), coincidenti soprattutto con la povertà estrema o con la mancanza totale di un reddito. Alto anche il disagio abitativo, sperimentato da oltre la metà dei profughi intercettati (55,8%). Tra loro è proprio la “mancanza di casa” la necessità più comune; seguono le situazioni di precarietà/inadeguatezza abitativa e di sovraffollamento. In terza posizione i problemi di istruzione, che si traducono per lo più in problemi linguistici e di analfabetismo.

Domande di beni e servizi materiali. In termini di richieste prevalgono le domande di beni e servizi materiali (pasti alle mense, vestiario, pro- dotti per l’igiene) e quelle di alloggio, in particolare servizi di “pronta e prima accoglienza”. I dati relativi agli interventi evidenziano un’azione dei CdA rivolta per lo piu? a rispondere alle situazioni di emergenza attraverso la distribuzione di beni di prima necessita? (79,1%). Tra questi spiccano in modo particolare la fornitura di vestiario (42,3%), di pasti (34,1%) e di prodotti per l’igiene/docce/bagni (19,8%). Non trascurabili anche gli interventi di orientamento (19,2%) e quelli di tipo sanitario (13,4%).

Le risposte della Caritas italiana. In risposta al forte incremento della povertà assoluta in Italia l’unica strada percorribile è quella di un Piano Pluriennale di contrasto alla povertà, che porti alla introduzione nel nostro Paese di una misura universalistica contro la povertà assoluta. Questo Piano, come proposto da tempo dall’Alleanza contro la povertà, di cui Caritas Italiana fa parte, dovrebbe prevedere, in una prospettiva di medio lungo-periodo, un graduale e progressivo incremento degli stanziamenti in modo da raggiungere tutte le persone in povertà assoluta e – considerate le profonde differenze territoriali nel funzionamento dei servizi alla persona – rafforzare adeguatamente i sistemi di welfare locale. Questa prospettiva di “gradualismo in un orizzonte definito” si può realizzare se il legislatore mette a fuoco da subito (nella legge di bilancio 2017): il punto di arrivo del percorso, le tappe intermedie, l’allargamento progressivo di anno in anno della platea dei beneficiari, l’incremento progressivo delle risorse stanziate annualmente (cfr. Caritas Italiana, Non fermiamo la riforma. Rapporto 2016 sulle politiche contro la povertà in Italia).

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L’appello per il cinema di Fabio Guaglione, regista di ”MINE” (Trailer)

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Pochi giorni prima del debutto al cinema del suo film, “Mine”, il regista Fabio Guaglione ha scoperto che la pellicola era già disponibile online su vari siti pirata. Non si è perso d’animo e ha rivolto una lettera aperta al pubblico: “Andate in sala a vedere il mio film. Non rubereste mai un caffè al bar, perché farlo con il nostro lavoro?”.

“Cari spettatori, andate in sala a vedere il mio film. I pirati della rete uccidono il cinema”

Fabio Guaglione, regista di “Mine”, sfida i furbetti dello streaming: «Non rubereste mai un caffè al bar. Perché farlo con il nostro lavoro?»

Come il protagonista del suo film, anche Fabio Guaglione ha incontrato una mina (virtuale) sulla sua strada. È il due ottobre – mancano quattro giorni all’uscita della pellicola Mine nelle sale italiane – quando il regista, navigando su Internet, s’imbatte in un sito di film pirata che promette la visione del lungometraggio in streaming. Tutto gratis e a portata di clic, in barba a chi ha prodotto la pellicola sperando negli incassi del botteghino. Guaglione non ci sta e lancia un appello agli spettatori con un commento sul sito dei pirati: «Andate al cinema, per favore. Questa è la richiesta di uno che ha sputato sangue per tre anni e mezzo per realizzare Mine. Inoltre abbiamo lavorato duro per confezionare uno spettacolo audiovisivo potente per la sala. È veramente un invito accorato. Grazie». Il post di Guaglione scatena il dibattito con risposte (sorprese) degli internauti e contro-repliche del regista. Il lieto fine è servito: in molti rinunciano a guardare il film in rete e vanno in sala. Il cinema, stavolta, vince. (GABRIELE MARTINI)

Pubblichiamo qui l’intervento di Fabio Guaglione, classe 1981, regista milanese. Ha diretto «Mine» con Fabio Resinaro  

Mi avevano sconsigliato di farlo. E invece, come al solito, ho fatto quello che mi sentivo. Quando ho visto su un famoso sito di streaming illegale che alcuni utenti richiedevano di vedere il nostro film ancora prima dell’uscita in sala, lo sconforto mi ha fatto abbassare le spalle di fronte al monitor. Non ci ho pensato molto, e ho scritto un commento sotto la pagina del film. Con «film» intendo Mine, progetto di cui sono co-sceneggiatore e regista assieme al mio omonimo Fabio Resinaro, attualmente nei cinema grazie a Eagle Pictures. Un film che è costato lavoro, fatica e soldi a tante persone; 106 minuti in cui sono racchiusi tre anni di sogni, sacrifici, lacrime, sangue e sabbia. No, non esagero.  

Per far arrivare nei cinema la storia di un soldato con un piede sulla mina abbiamo scommesso tutto, anche quello che non avevamo. Due italiani esordienti e sconosciuti hanno convinto un produttore americano ed una star hollywoodiana a seguirli in questo progetto rischiosissimo. Ce l’abbiamo fatta grazie a pianificazione, tanto fervore e l’arte «made in Italy» di sapersi arrangiare. Ma una volta conquistata questa preziosa occasione, è iniziato un viaggio più lungo e arduo del previsto fatto di scontri creativi, litigi personali, notti insonni, debiti economici, complicazioni legali e coliti.  

Per questo mi è venuto spontaneo lasciare quello che più che un commento era un appello volto a sensibilizzare la comunità online. Chiedevo semplicemente di andare a vedere il film al cinema. Prima di tutto per rispetto verso le 248 persone che ci hanno lavorato. E poi perché abbiamo fatto di tutto per confezionare un prodotto audiovisivo di qualità. Guardare un film è un’esperienza sensoriale da fare in una sala cinematografica. «Star Wars» visto sull’Iphone non ha senso. È solo un’iperbole, ma ci siamo capiti. Mi hanno risposto in tanti. Qualcuno si è incazzato, tirando in ballo le ovvie difficoltà economiche. Altri, in uno scenario paradossale su un sito di streaming pirata, mi hanno fatto i complimenti perché avevano visto il film al cinema e gli era piaciuto. Li aveva emozionati.  

Io capisco le difficoltà di tutti, ci mancherebbe. Vorrei solo che nessuno ignorasse cosa c’è dietro la realizzazione di un film. Un caffè comporta meno lavoro, ma non lo rubereste mai al bar. Inoltre, al giorno d’oggi esistono molte agevolazioni per chiunque, tra cui i Cinema2Day, in cui il biglietto costa solo 2 euro. Guarda caso, 2 caffè. 2 caffè per 3 anni di lavoro. Io lo so che il film sarà guardato illegalmente comunque. Fa parte del gioco che la rete porta con sé. Quello che chiedo ai siti pirata, come mi risulta sia successo per produzioni italiane alternative analoghe come Lo chiamavano Jeeg Robot o Veloce come il vento, è almeno di aspettare qualche mese a caricare il film, in modo da diminuire l’impatto del danno economico su produzione e distribuzione.  

Oggi andare al cinema significa far sì che in futuro possano esserci altri film italiani di cui andare orgogliosi. Infine: questa è una chiamata rivolta a voi, capitani dei vascelli di streaming. Si sa: anche i pirati hanno un codice d’onore. 

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lastampa/“Cari spettatori, andate in sala a vedere il mio film. I pirati della rete uccidono il cinema” FABIO GUAGLIONE

Le indagini sui legami tra Isis e ’ndrangheta

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Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, in merito ai sospetti scambi di arte antica per armi tra terroristi di Isis e inviati della ‘ndrangheta, si limita ad affermare: “Ci sono delle indagini in corso”.

Alfano conferma: “I reperti trafugati alimentano l’Isis e il pil del terrore”

La procura di Salerno indaga sui legami tra Califfato e mafie dopo la denuncia de La Stampa

ROMA – L’allarme lanciato ieri dal nostro giornale, sul traffico di arte antica in cambio di armi per finanziare l’Isis, trova in qualche misura conferma anche nelle parole del ministro dell’Interno. «Abbiamo studiato il “Pil del terrore” e sappiamo che una delle componenti è il mercimonio delle opere d’arte – commenta Angelino Alfano -. Su quanto scrivono i giornali sono, ovviamente, in corso attività di monitoraggio preventivo e anche di indagine laddove ci sono i presupposti. Tutto il fatturato criminale del sedicente stato islamico nasce da una serie di fattori e fra questi la vendita di opere d’arte sfuggite alla furia iconoclasta dei miliziani è una voce importante».

Il possibile coinvolgimento della criminalità organizzata – ’ndrangheta e camorra in testa – è al vaglio dell’antiterrorismo e dell’intelligence, ma è presto per stabilire se esista un reale coinvolgimento dell’organizzazione mafiosa in quanto tale, piuttosto che la partecipazione di singoli individui. L’interesse dei clan nel traffico di arte antica, oltre che in quello di droga ed esseri umani, è comunque un business all’attenzione degli inquirenti. Non a caso il responsabile del Viminale sottolinea l’importanza di «un monitoraggio», di indagini ad ampio raggio che possano verificare le ipotesi investigative.

Il problema, peraltro, non è circostanziato solo entro i confini italiani, ma esteso a livello mondiale. Secondo l’Interpol e l’Unesco (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza è la cultura) il traffico di antichità a livello mondiale si aggira tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari. Una cifra che secondo gli analisti è destinata a crescere in maniera esponenziale. Con una ricaduta di notevole guadagno anche per i mediatori, i quali ottengono ricompense tra il 2% e il 5% di quanto contrabbandato.

Ma al di là del potenziale collegamento fra Isis e ’ndrangheta, il reportage di Domenico Quirico rivela un dato oggettivo incontrovertibile. È quello relativo al mercato nero di opere archeologiche di inestimabile valore culturale, prima ancora che economico. Quirico, infatti, spacciandosi per un ricco collezionista si è visto offrire, in provincia di Salerno grazie ad un emissario giunto dalla Calabria, la testa di una statua razziata in Libia per 60 mila euro, mentre per l’acquisto di un’altra statua più imponente gli sono stati chiesti 800 mila euro.

È quindi molto probabile che nei prossimi giorni il giornalista venga convocato dalla procura di Salerno, guidata da Corrado Lembo, come «persona informata sui fatti». I magistrati vogliono chiarire che cosa si nasconde dietro questo mercato nero dell’arte libica. Chi si cela alle spalle del venditore di reperti rubati a Sirte? Per conto di chi lavora? È tristemente noto che il Califfato sia il leader mondiale del traffico di beni archeologici trafugati da Siria e Iraq, destinati al mercato europeo, americano, arabo e russo. Ma ora si tratta di capire in che modo e fino a che punto siano coinvolte le organizzarmi mafiose italiane.

Le organizzazioni criminali italiane smerciano le opere trafugate dall’Isis

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lastampa/Alfano conferma: “I reperti trafugati alimentano l’Isis e il pil del terrore” GRAZIA LONGO

Renzi a Washington

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Il premier Renzi vola a Washington. Andrà alla Casa Bianca da Barack Obama e incontrerà il team di consiglieri di Hillary Clinton, in particolare il presidente della campagna della candidata democratica John Podesta. La corsa al voto dell’8 novembre vede Donald Trump nei guai, con sondaggi molto negativi.

Renzi in Usa, a cena da Obama poi il primo contatto con Hillary

Il premier domani alla Casa Bianca. In agenda un pranzo con lo staff della Clinton

WASHINGTON – La missione del premier Renzi a Washington, oltre agli incontri con il presidente americano Obama e la cena di Stato, avrà anche lo scopo di una presa di contatto con la prossima amministrazione, se Hillary Clinton vincerà le elezioni di novembre.

La candidata democratica in questi giorni è impegnata nella preparazione dell’ultimo dibattito con Trump, in programma a Las Vegas mercoledì. Proprio quel giorno però, prima di ripartire, Renzi parteciperà ad un piccolo pranzo fuori dal programma ufficiale, con interlocutori vicini alla campagna di Hillary. L’appuntamento è stato gestito in collaborazione con il Center for American Progress, think tank fondato da John Podesta, l’italo-americano che era stato capo dello staff della Casa Bianca con Bill Clinton, e oggi è presidente della campagna della moglie.

Renzi in passato ha già preso esplicitamente posizione a favore di Hillary, l’ultima volta quando a settembre ha partecipato ad un dibattito col marito durante il summit annuale della Clinton Foundation. «Ti aspetto come first husband al G7 del prossimo anno in Italia», aveva detto, preoccupando non poco i diplomatici, perché all’epoca il successo dell’ex first lady sembrava tutt’altro che sicuro, e un sostegno così esplicito avrebbe potuto creare problemi in caso di vittoria di Trump. Ormai però la posizione è stata presa, nel frattempo le prospettive per Hillary sono migliorate, e quindi si può approfondire il dialogo. In discussione, in particolare, c’è l’ipotesi di ricostituire un’alleanza tra i leader progressisti sul modello della «Terza via», per contrastare i populismi sulle due sponde dell’Atlantico, con Renzi e il premier canadese Trudeau come campioni della nuova generazione, sostenuti dalla presidenza Clinton.

La visita del premier comincerà stasera con una cena privata nella residenza dell’ambasciatore Armando Varricchio, e proseguirà domani con l’incontro con Obama, la conferenza stampa congiunta, un pranzo al dipartimento di Stato offerto dal vice presidente Biden e dal segretario Kerry, e la cena di Stato. Mercoledì mattina Renzi terrà un discorso alla John Hopkins University, visiterà il cimitero di Arlington, e prima di ripartire parteciperà al pranzo ristretto. La visita è un riconoscimento del ruolo accresciuto dell’Italia in Europa. Washington, per quanto può, vuole sostenere il premier anche nel referendum, ma lo ha sollecitato a non dimettersi, qualunque sia il risultato. Obama poi spera di fare un ultimo tentativo per far passare il trattato per il commercio con l’Europa Tttip prima della fine mandato, e conta sull’aiuto dell’Italia. Sul tavolo poi ci saranno le tensioni con la Russia, dove la decisione dell’Italia di contribuire al contingente Nato in Lettonia aiuta a superare incomprensioni del passato, ma serve la conferma delle sanzioni a fine anno. In Libia poi gli Usa contano su Roma per sostenere il nuovo governo, e sull’uso delle basi come Sigonella per sicurezza in tutta la regione. La delegazione italiana si è completata con i nomi di Giorgio Armani e Raffaele Cantone, oltre a Roberto Benigni, Paolo Sorrentino, la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, la curatrice di architettura al Moma Paola Antonelli, la direttrice generale del Cern Fabiola Gianotti e la campionessa paralimpica Bebe Vio.

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lastampa/Renzi in Usa, a cena da Obama poi il primo contatto con Hillary PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A WASHINGTON

Gelo di Bruxelles sulla manovra

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La manovra economica del governo Renzi incontra in Europa una gelida reazione. “Non sono questi i numeri che ci aspettavamo”, dice una fonte comunitaria a Marco Bresolin. In particolare la Commissione tiene d’occhio il rapporto deficit/Pil. La partita è appena iniziata: oggi verrà formalmente inviato a Bruxelles il testo con i numeri.

“Non sono i numeri che aspettavamo”. Riparte il duello sul deficit con l’Europa

Stamane la manovra arriva a Bruxelles. Sul giudizio pesa l’incognita referendum. Renzi attacca: basta con gli egoismi, l’Ue ci dia una mano su migranti e terremoto

BRUXELLES – «Non sono questi i numeri che ci aspettavamo». A Bruxelles sono rimasti sorpresi quando hanno sentito le cifre sventagliate sabato da Matteo Renzi. Una in particolare, quel 2,3% nel rapporto deficit/Pil che negli uffici del Palazzo Berlaymont nessuno dà per scontato, anzi. «Secondo le regole – fa notare una fonte comunitaria – è chiaro che non ci siamo». Ma il premier tira dritto per la sua strada con il solito atteggiamento di sfida: «L’Ue vuole forse discutere delle nostre spese sull’immigrazione? Inizino a darci una mano, visto che stanno prevalendo gli egoismi. Appena lo faranno le spese si abbasseranno».

Per Bruxelles comunque il giudizio resta sospeso. Prima di tutto perché «dobbiamo ancora vedere cosa c’è esattamente dietro quelle cifre», si fa notare. Oggi arriverà a Bruxelles il «Draft Budgetary Plan» e sui numeri ci sarà un po’ più di chiarezza. Ma il verdetto rischia di restare in sospeso anche dopo la metà di novembre: «Non vogliamo che la nostra decisione condizioni la campagna elettorale» ripetono dall’esecutivo comunitario.

Il piano d’azione  

Nell’immediato si cercherà di convincere il governo a fare qualche piccolo aggiustamento. Ma su questo c’è poco ottimismo. Ci sarebbe dunque un’ulteriore strada: tecnicamente, la Commissione può rimandare indietro la manovra tout-court nel giro di due settimane. Manca però la volontà politica: Bruxelles fa il tifo per Renzi in vista del referendum e nessuno vuole accendere uno scontro.

Si arriverebbe dunque al 16 novembre, il giorno delle pagelle della Commissione. Se il giudizio sarà positivo, il verdetto verrà emesso subito. Idem se i conti saranno «evidentemente inaccettabili». Il caso Italia probabilmente non rientrerà in nessuna delle due categorie, per questo ci sono i margini per uno slittamento. Tutto dipenderà poi dall’esito del referendum. In caso di vittoria del “Sì”, il sostegno che Bruxelles avrà assicurato a Renzi fino a quella data potrebbe ridimensionarsi. Non va dimenticato che il 5 dicembre, all’indomani del voto, si riunirà l’Eurogruppo. E i falchi del rigore non aspettano altro per poter dire al governo italiano tutto quello che in questi mesi hanno dovuto tenere sotto censura. A Bruxelles – e soprattutto a Berlino – si sentono usati come un punchball da Renzi. La pazienza però ha un limite: quello temporale scade il 4 dicembre.

I nodi tecnici  

Fin qui la strategia. Ci sono però alcuni aspetti tecnici da chiarire e questo potrebbe aiutare ad “oliare” il percorso della manovra tra gli stretti canali delle regole europee. «È importante che i numeri trovino una giustificazione nella manovra» fa notare una fonte, che indica come “esempio virtuoso” il piano Industria 4.0. Lo scorso anno, ricorda, l’attivazione della clausola investimenti scattò su un piano molto più “vago” di questo, che viene considerato “ordinato e preciso”. “Vedremo se anche il resto della manovra lo sarà” aggiunge la fonte.

Spese straordinarie

Per ora, infatti, sui numeri non c’è molta chiarezza. Per quanto riguarda le spese eccezionali, il governo dice che spenderà lo 0,2% del Pil (pari a 3,2 miliardi) per la gestione dell’immigrazione. Cifre in linea con quelle del 2015, che però non furono scontate interamente. Più ambiguo il calcolo delle spese per il terremoto. Sono 4,5 miliardi in tre anni (quest’anno circa lo 0,1% del Pil), ma Bruxelles intende attenersi alle regole e dunque scontarne solo una piccola parte. Certamente quelle per ricostruire i paesi colpiti dal recente sisma nel Centro. Non quelle per il piano di prevenzione Casa Italia.

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lastampa/“Non sono i numeri che aspettavamo”. Riparte il duello sul deficit con l’Europa MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRUXELLES

Il Podio Gialloblù di Juve Stabia – Foggia 4 – 1

Una Juve Stabia stratosferica asfalta il Foggia con un roboante 4 a 1 . Le Vespe annichiliscono i Satanelli in un Menti finalmente pieno e festante.

Il Podio Gialloblù

PODIO

Medaglia d’oro: a Matteo Liviero, tornato padrone della fascia sinistra. Già la scorsa settimana avevamo constatato la crescita del terzino sinistro rientrato dopo l’infortunio all’esordio stagionale di Livorno. La prestazione di ieri conferma come lo sfortunato inizio di stagione sia solo un brutto ricordo e come l’ex Lecce sia già un punto di riferimento della squadra. Il sinistro di Liviero è “arrogante” quando c’è la palla da scaraventare in rete, come in occasione della rete che sblocca il match, ed è poi morbidissimo quando la priorità è servire i compagni, come conferma Spider Ripa. Liviero sovrasta e quasi irride gli avversari sulla sua fascia con una netta superiorità tecnica e fisica e mai i pugliesi riescono a impedirgli la giocata. Semplicemente perfetto.

Medaglia d’argento: a Spider Ripa, che lancia un’altra ragnatela. La trasferta di Reggia ha rappresentato solo un episodio negativo della saga del super eroe gialloblù, che ha steso con il colpo del K.O. il Foggia. Ancora di testa, ancora con la specialità della casa, Spider fa esplodere il Menti, dimostrando che la tripletta di due settimane fa non è stata solo frutto di una piacevole serata positiva. Ripa partecipa a tutta la manovra della squadra, non limitandosi a sgomitare nell’area foggiana ma dando un contributo importante anche svettando a difesa della porta di Russo sui calci piazzati per gli ospiti. Ripa propizia inoltre la rete di Sandomenico con un tentativo di acrobazia; anche la giocata spettacolare é nelle corde di Spider..che il super eroe stia preparando una nuova mossa?

Medaglia di bronzo: a Nicolas Izzillo, ormai maturo e costante a 360 gradi. La menzione la meriterebbe anche Sandomenico, autore della terza rete gialloblù, ma scegliamo di premiare Nicolas. L’ex centrocampista dell’Ischia apre le danze con la serpentina, con doppio dribbling annesso, che spalanca la via del gol a Liviero. Il numero 19 è protagonista sia nella spada che nel fioretto, facendosi quindi trovare pronto sia nella fase di rottura del gioco avversario come nella costruzione di quello stabiese. Da applausi è la sintonia con cui Izzillo, Capodaglio e Mastalli si cercano e si trovano, facendo così girare tutta la squadra. Sempre più in crescita.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: ai “saluti” non proprio amichevoli tra i tifosi delle due squadre alla fine del match. Sembra infatti che sul Viale Europa ci siano stati lanci di bottigliette e tensioni tra i tifosi della Juve Stabia e del Foggia. In una serata che ha visto le Vespe in tutti i suoi elementi eclissare il Foggia, annichilito in campo e con la Curva Sud che ha dato spettacolo avanti ai tifosi rossoneri arrivati a Castellammare, non ha senso farsi prendere dalla tensione rischiando di rovinare una serata perfetta.

Medaglia d’argento: all’ingenuità di Zhivko Atanasav che ha portato alla rete dal dischetto Mazzeo. Che il rigore per i Satanelli sia dubbio è abbastanza palese, ma le giocate del difensore bulgaro, soprattutto nella ripresa, hanno a volte fatto tirare il fiato ai tifosi stabiesi. Da contraltare la fa sempre la grande generosità messa in campo dal bulgaro.

Medaglia di bronzo: agli infortuni di alcuni elementi che inizano a diventare cronici. Ancora una volta Zibert ed Amenta non sono stati della gara per noie fisiche. Sicuramente l’organico allestito dalla Juve Stabia per questa stagione è in grado di sopperire alla grande a molte defezioni, ma non vedere in campo un calciatore che suscita attese e curiosità come Zibert non può che destare rammarico.

Raffaele Izzo

Juve Stabia- Foggia, le pagelle delle vespe

Vittoria schiacciante della Juve Stabia, al Menti, contro il più quotato Foggia.

Le vespe passano subito in vantaggio grazie al gol di Liviero che mette in discesa il match. Ripa firma il 2-0, risultato su cui si chiude il primo tempo. Nella ripresa Mazzeo riapre il match su rigore ma l’espulsione di Loiacono taglia le gambe ai satanelli che subìscono il 3-1 firmato da Sandomenico. Allo scadere è Montalto a calare il poker.

Ecco le pagelle delle vespe:

RUSSO 6.5: Il Foggia, rigore a parte, non si vede mai.

CANCELLOTTI 6.5: È ovunque. Chiude in fase difensiva e dialoga bene con Marotta.

ATANASOV 7: Partita maschia per lui. Un guerriero.

MORERO 6.5: Mezzo voto in meno per il fallo su Padovan in occasione del rigore, anche se sembra molto generoso.

LIVIERO 7.5: Partita perfetta per lui. Sblocca subito il match, serve l’assist del 2-0 a Ripa e si concede anche qualche numero ubriacante sul povero Riverola.

IZZILLO 7: Centrocampista moderno, ennesima prova maiuscola.

MASTALLI 7.5: Funge sia da difensore aggiunto in fase difensiva sia da attaccante aggiunto in quella offensiva. Recupera tanti palloni e per poco non trova la rete.

CAPODAGLIO 7.5: Che geometrie! Dal suo piede partono lanci precisi per tutti. Recupera palla e fa ripartire, è il cervello del centrocampo. Professore.

MAROTTA 6.5: Prova a segnare ma non ci riesce, costante pericolo per Rubin.

SANDOMENICO 6.5: Prova positiva per lui, condisce la sua gara con il gol del momentaneo 3-1.

RIPA 7.5: Un gol e l’ennesimo fallo da espulsione procurato. Sempre meglio fisicamente. Spider è tornato.

LISI 6: Entra nel finale e aiuta a gestire il risultato.

KANOUTE: SV

MONTALTO 6: Al posto giusto nel momento giusto. Prima gioia stabiese per lui e 4-1 per le vespe allo scadere.

Fontana: “Guai a distrarsi ora, ma grande prestazione” (VIDEO)

Al termine della roboante vittoria della sua Juve Stabia abbiamo ascoltato Gaetano Fontana, tecnico delle Vespe.

Ecco le sue parole

Questo risultato è frutto del nostro lavoro e del nostro impegno. Il merito è dei miei ragazzi che stanno lavorando in modo incredibile. Abbiamo sfruttato bene la sconfitta di Reggio, andando a prendere il meglio dagli errori commessi in Calabria.

Non dimentichiamo che abbiamo affrontato un avversario fortissimo, quindi continuiamo a lavorare bene perché ci saranno momenti difficili.

In avanti ho tre giocatori fortissimi e ho l’imbarazzo della scelta. Ripa e Montalto sono calciatori che fanno la differenza, così come Del Sante.

Vorrei dedicare questa vittoria al nostro direttore, Clemente Filippi, per il lutto che ha colpito la sua famiglia. Tra questo brutto evento, la nascita di mio figlio Tommaso e l’anniversario della scomparsa del fratello di Fabio Caserta, è stata una settimana di alti e bassi quindi preparare questa gara è stata davvero dura.

Quello che conta è non perdere lucidità facendosi ingannare da questo risultato. Guai a pensare che la strada è in discesa

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Capodaglio: “Non montiamoci la testa, la strada è lunga” (VIDEO)

Capodaglio: Grande prestazione ma non abbiamo fatto ancora niente.

Ecco le parole del capitano della Juve Stabia, Paolo Capodaglio.

Siamo contenti per la bella serata, abbiamo superato meritatamente una grande squadra. La nostra voglia di aggredire la partita da subito ha fatto la differenza. Guardiamo avanti con fiducia.

Siamo un gruppo compatto, che rema in tutti i suoi elementi nella stessa direzione. Siamo felici di aver dato questa grande gioia ai tifosi.

Inutile ora gasarci troppo o montarci la testa. Siamo solo alla nona giornata e avanti a noi c’è una strada lunghissima.

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Stroppa: ”Il gol a freddo ci ha tagliato le gambe: irregolare quello di Sandomenico” (VIDEO)

Al termine del match vinto dalla Juve Stabia al Menti per 4-1 contro il Foggia, si è presentato in sala stampa il tecnico dei satanelli Giovanni Stroppa.

Ecco le sue parole:

“Il gol subito a freddo ci ha subito freddato. Abbiamo subìto un gol evitabile e questo ci ha fatto male. Ci stavamo riprendendo ma le vespe ci hanno fatto il 2-0 tagliandoci fuori dal gioco. Nella ripresa l’abbiamo riaperta ma poi la Juve Stabia ha segnato un gol a mio avviso irregolare che ha cambiato la gara. L’espulsione ci ha tagliato ulteriormente le gambe e gli episodi ci hanno penalizzato. Avevamo assenze importanti ma chi li ha sostituti ha fatto bene, mi auguro di ricominciare subito la marcia dalla prossima gara.”

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Sandomenico: “Partita perfetta, felice per la rete” (VIDEO)

Abbiamo ascoltato Salvatore Sandomenico, autore del terzo gol della Juve Stabia.

Ecco le sue parole:

Sono felice che sia arrivato finalmente il gol, però la cosa che più conta è il risultato della squadra. È una vittoria che ci carica tantissimo.

La dedica va a tutti coloro che mi sono stati e che mi sono vicini. Il merito della vittoria va al Mister, che ha preparato perfettamente la gara.

Ora archiviamo subito questa gara e pensiamo prima alla Coppa Italia e poi alla Paganese

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Clemente Filippi: “Ringrazio tutti per l’affetto ricevuto” (VIDEO)

Dopo Juve Stabia – Foggia si è presentato ai nostri microfoni il D.G. della Juve Stabia, Clemente Filippi, ecco le sue parole.

Sono qui per ringraziare tutti coloro che in questi giorni sono stati vicini a me ed alla mia famiglia in questo momento di dolore. Mai come oggi mi sono commosso, e porterò lo striscione della Curva dedicato a mia madre nel cuore. Questa è l’ennesima conferma che per me la Juve Stabia è una famiglia.

Raffaele Izzo

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Juve Stabia vs Foggia 4-1: tabellino e cronaca

La Juve Stabia cerca riscatto dopo la deludente sconfitta di Reggio , contro il Foggia di Stroppa. Per le Vespe partita difficile contro l’avversario forte più forte del campionato.

Juve Stabia 4 – 3 – 3: Russo, Cancellotti, Liviero, Capodaglio, Atanasov, Marotta, Sandomenico, Morero,Izzillo, Mastalli, Ripa.

A disposizione di Fontana: Bacci, Amenta, Kanoute, Del Sante, Camigliano, Liotti, Salvi, Petricciuolo, Esposito, Lisi, Rosafio, Montalto.

Foggia 4 – 3 – 3: Sanchez, Angelo, Agnelli, Loiacono, Quinto, Letizia, Empereur, Padovan, Mazzeo, Rivierola, Rubin.

A disposizione di Stroppa: Tucci, Chiricò, Sainz Mazà, Martinelli, Agazzi, Sicurella, Dinielli, Coletti, Gerbo.

Spettatori: 2832 di cui 2060 paganti

Ammoniti: Izzillo (JS), Empereur (F) doppio giallo, Agnelli (F), Riverola (F), Martinelli (F), Capodaglio (JS),

Primo Tempo

Prima dell’inizio della gara minuto di silenzio in memoria della madre del D.G. delle Vespe, Clemente Filippi, scomparsa in settimana. La Curva Sud si unisce al dolore della Famiglia Filippi.

Minuto 2: GOOOOOOOOOLLL JUVE STABIA! Vespe subito in viaggio con Matteo Liviero. Grandissima azione sulla destra di Izzillo che salta due uomini e mette in mezzo, il sinistro di prima intenzione di Liviero è perfetto. 1 a 0 Juve Stabia.

Minuto 7: Palo quasi casuale di Sandomenico che cerca il cross con la trivela, ma centra il legno della porta di Sanchez.

Juve Stabia vs Foggia - Gol di RipaMinuto 20: GOOOOOOOOLLL JUVE STABIA!!! Raddoppio della Juve Stabia con Spider Ripa. Punizione dalla trequarti battuta da Liviero; la palla al centro è perfetta per la testa di Ripa che supera il portiere ospite con la sua classica inzuccata. 2 a 0 per le Vespe.

Minuto 27: Sinistro dalla distanza di Capodaglio; palla di poco alta oltre la traveresa.

Minuto 38: Vespe vicine al tris ancora con Ripa che si avvita di testa sul cross di Marotta. Miracolo di Sachez.

Secondo Tempo

Minuto 3: GOL FOGGIA. Calcio di rigore per il Foggia per Fallo di Atanasov su Riverola. Dal dischetto Mazzeo spiazza Russo; 2 a 1.

Minuto 8: Cartellino Rosso per Empereur per spinta da ultimo uomo su Ripa involato verso la porta. Punizione per le Vespe e Foggia in 10 uomini.

Minuto 16: GOOOOOOOOLLLL JUVE STABIA!!! Le Vespe ristabiliscono le distanze con Sandomenico, che gira da distanza ravvicinata una palla toccata in acrobazia da Ripa.

3 a 1 Juve Stabia. Dopo la rete espulso Stroppa per proteste.

Minuto 23: Marotta vicinissimo al gol con un sinistro morbido a giro destinato alla rete ma deviato in corner da Martinelli.

Minuto 24: Tra le fila dei gialloblù esce Sandomenico ed entra Lisi.

Minuto 29: Standing ovation per Ripa che lascia il posto a Montalto.

Minuto 33: Mastalli sfiora il quarto gol per la Juve Stabia; la sua conclusione da distanza ravvicinata è troppo centrale e quindi respinta da Sanchez.

Minuto 34: Ultimo cambio gialloblù; esce Izzillo ed entra Kanoute.

Minuto 43: Juve Stabia in pieno controllo del gioco tra gli olè del Menti.

Minuto 46: Tuffo di testa di Kanoute su cross di Cancellotti; palla che sfiora il palo.

Minuto 47: GOOOOOL JUVE STABIA!!!! Quarta rete della Juve Stabia con Montalto che appoggia in rete il cross di Marotta. 4 a 1.

Termina così la gara. Una Juve Stabia praticamente perfetta annichilisce il Foggia lanciando un segnale pesantissimo al campionato. Si replica mercoledì, a Foggia, in Coppa Italia.

Raffaele Izzo

Hamsik: “Potevamo pareggiarla ma non ci siamo riusciti”

Le sue parole

Marek Hamsik, ha commentato il match perso contro la Roma sul suo sito ufficiale: “Abbiamo iniziato bene la gara, l’iniziativa era nostra, ma non siamo riusciti a segnare. Poi, però, abbiamo subito gol ad un minuto dalla fine del primo tempo. Nella ripresa nuova rete subita ma poi abbiamo raccorciato le distanze. Potevamo pareggiarla ma non ci siamo riusciti. Ora pensiamo alla gara di mercoled in Champions dove vogliamo ottenere i tre punti”.