18.1 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6076

Chi ha ucciso l’Euro? La Germania è certamente complice sospetta

0

 

Che l’Euro e l’unione monetaria fossero nati già con il dubbio in mano, e le tante riserve espresse da economisti e analisti, è un dato di fatto che non ha screditato col tempo queste teorie. Joseph Stiglitz, ne ha fatto un manifesto nelle tesi sul malessere serpeggiante in Eurozona. Ma non è il solo. C’è anche Fritz Bolkestein, ex Commissario europeo (olandese), ad alzare la voce sul fallimento della moneta unica. Egli è del parere che l’esperimento sia fallito, e che pertanto sia necessario introdurre una seconda e nuova valuta. Secondo Bolkestein, è l’unica via per salvare l’Euro, che considera ‘il sonnifero dell’economa europea’.

E non si pone problemi d’irriverenza quando si tratta d’indicare la Germania ( ma in qualche misura anche la Francia), quale responsabile di questo fallimento. Secondo l’ex Commissario europeo, i due paesi, sarebbero stati i primi a contravvenire alle regole dell’Unione, già nei primi anni del duemila, violando il patto di stabilità sancito da Maastricht, e sforando i limiti d’indebitamento del 3%.

Insomma l’Euro l’hanno fatto fuori, e, come ogni omicidio che si rispetti, non mancano i sospetti tra gli ‘inquirenti’.

Fritz Bolkestein è stato Commissario dalla fine degli anni ’90 al 2004, ed è l’artefice della nota “direttiva Bolkestein”, che si prefiggeva di eliminare i nodi burocratici e le barriere nazionali nel settore dei servizi, favorendo nel contempo anche una maggiore integrazione in ambito UE.
La crisi dell’Euro ha una storia, abbastanza controversa e complessa, ma le radici ci sono, e gran parte degli analisti sono concordi e unanimi nel citare la Germania come causa più plausibile di questa crisi. Vediamo di analizzarne i contorni.
E’ vero che la brexit non è stata un fulmine a ciel sereno, ma certamente, la luce anomala che ha prodotto, ha indotto gli operatori economici a guardare più da vicino i malesseri dell’UE, che sotto certi aspetti, agisce come una sorta di ‘società per azioni’. Una spa nella quale, ‘l’azionista di maggioranza’, non di rado fa il bello e il cattivo tempo, e poco importa se gli altri devono sottostare ai suoi diktat economici e finanziari. Il peso e la forza economica gli consentono di muoversi con una certa egemonia, come fosse naturale, e gli spazi a volte eccessivi e impropri, gli fossero dovuti.

E’ in definitiva il ruolo della Germania all’interno dell’Eurozona, ora che la brexit ha portato la Gran Bretagna fuori scena nell’Unione, l’investitura dei tedeschi è stata praticamente un fenomeno naturale; previsto per giunta. Previsto da Joseph Stiglitz, il Premio Nobel per l’Economia statunitense, antieuro per antonomasia, fin dall’esordio, che nelle sue analisi, ha sempre considerato il ruolo della Germania all’interno della zona euro, come un peso che, sulla bilancia dei 19 stati membri, è praticamente schiacciante. Stiglitz non si è certo preoccupato d’essere troppo franco verso la politica economica e finanziaria tedesca, ben consapevole che, la divisa europea, si porta dietro la ‘sofferenza’ di questo modo autoritario di procedere nell’ambito dell’Unione.

Anche il Presidente della BCE, ha da tempo denunciato il surplus nell’export della Germania, quel suo ostinarsi a mettere da parte centinaia di miliardi di Euro l’anno, che non lasciano indifferenti certi aspetti macroeconomici nell’Unione Europea, la cui economia, da anni, marcia verso la tendenza alla deflazione.
Se i dubbi sulla sostenibilità dell’Euro erano oggetto di discussione e dibattiti nei congressi internazionali, e ormai le conclusioni viaggiavano nel web in canali più o meno ufficiali, anche se l’establishment di Bruxelles, ovviamente ha sempre fatto orecchie da mercante, ora sul lungo tavolo della Commissione europea, prima o poi se ne dovrà discutere. La brexit, questo grande invaso che ha fatto tracimare tante questioni sottaciute o in sospeso, ora ha permesso il flusso dei tanti problemi che prima non erano abbastanza a fuoco. Eppure, sulla sostenibilità dell’Euro, ma soprattutto sul problema delle cause che lo rendono instabile, non si vuole la dovuta trasparenza.

Questo male è diventato invasivo, e ora emerge nuovamente con prepotenza, proprio come olio sull’acqua, ma non è certo recente tale meccanismo contorto. Se ne parlava sul finire del 2013, anno in cui la Commissione Europea, aveva dato avvio ad una procedura nei confronti della Germania, proprio a causa del surplus nelle partite correnti. In sintesi, le si imputavano responsabilità e una linea di comportamento ‘sleale’, poiché tendeva, già da anni, a vendere ma a non investire, a esportare fuori misura ma a non ‘consumare’. Tutto questo determinava da tempo difficoltà nell’economia di tanti paesi dell’Unione, contribuendo ad affinare ancora di più gli artigli di una crisi economica già in atto.

L’allora Presidente della Commissione, Barroso, dichiarò tre anni fa che, l’analisi sulla situazione avrebbe consentito di stabilire il peso reale e l’impatto dovuto al surplus creato dalla Germania sul versante commerciale, che si riteneva ‘persistentemente elevato’. A queste considerazioni, si aggiungeva tuttavia il fatto che questi eccessi, provenivano dai rapporti commerciali della Germania a livello globale, non si poteva pertanto attribuirne il peso al solo circuito europeo.
Già dal 2014, comunque, secondo i resoconti degli anni precedenti, in special modo a partire dal 2006/7, tale surplus rappresentava, per la nazione tedesca, il 7,0% del Pil. Il riflesso sull’Eurozona era del 2,5%, sempre in relazione al Pil ( e in riferimento al 2012).

Tra i mandati della Commissione c’è anche quello d’imporre un controllo in questi versanti, e pertanto resta ferma la raccomandazione di attenersi ad un limite massimo di surplus (6%), e di mettere in atto meccanismi correttivi qualora si vada oltre. Nel dibattito sulla procedura avviata dalla Commissione ai danni della Germania, c’è il dito puntato contro dai paesi del Sud Europa, i quali l’accusano di non essere leale sul piano delle relazioni commerciali, perché in qualche modo, si chiudono le porte ai consumi interni, accelerando comunque sull’export, e danneggiando così i paesi partner, non contribuendo quindi, a sollevarli dall’aggressione della crisi economica.

Limitare la domanda interna, con strategie protezionistiche (almeno in alcuni settori dell’economia tedesca ), non contribuisce a creare equilibrio tra i paesi dell’Unione, in particolare nella zona euro, dove si subisce questo riflesso in una condizione d’impotenza, davanti a chi presenta una situazione macroeconomica certamente più stabile, qual è appunto quella della Germania. Nonostante non sia immune da problematiche interne, non ultima la questione demografica, che la rende in ogni caso vulnerabile. Questa storia della contrazione demografica, non è di poco conto nell’analisi.

L’World Economy Institute di Amburgo, ha riportato uno studio sulle prospettive demografiche del paese, dal quale emergono analisi veramente preoccupanti. Sarà un vortice di conseguenze negative, che inciderà sui conti pubblici e la capacità produttiva. Nei prossimi 15 anni, secondo questi studi, la forza lavoro in Germania si ridurrà di circa 6 mln, allineandosi al trend giapponese. Il tasso di natalità è crollato ai massimi livelli rispetto a quello globale (l’Italia non è comunque un esempio..). Intorno alla metà del secolo, si pensa che la popolazione potrebbe diminuire di 20 milioni, un dato allarmante, che avrà le sue inesorabili conseguenze.

L’aspetto demografico, dunque, ha portato scompensi nel paese, che ha creato ingerenze in qualche misura indirette sulla questione del surplus e la crisi dell’Euro.
I fatti, nonostante le ragioni che stanno a monte di una tendenza poco virtuosa, restano. E sono la radice delle tante inefficienze in zona euro. La Germania, da una decina d’anni, va oltre la soglia imposta dall’UE sulle esportazioni, che è del 6%, e questi continui break determinano gli squilibri dei quali si è detto. Nel 2015, la Germania, ha sforato alla grande, arrivando ad un surplus nell’export dell’8%.

Questi dati, che poi ricadono nei paesi più svantaggiati sul piano economico come pioggia acida, sono anche parte della ‘requisitoria’ del Presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, il quale replica alle obiezioni dei tedeschi sulla politica monetaria della BCE, e il trend di mantenimento dei bassi tassi, proprio citando i numeri del surplus commerciale, che risulterebbe deleterio per i paesi della zona euro. Dunque, la radice del problema, sostiene Draghi, non sono i bassi tassi d’interesse in sé, ma la conseguenza degli eccessi del surplus nell’export della Germania.
Gli esperti replicano che si tratta di una spirale perversa, dato che poi sarebbero proprio i bassi tassi a favorire il surplus, nonché la svalutazione dell’Euro.
I meccanismi economici e finanziari sono davvero tremendi, s’incontrano e si scontrano, si urtano e creano cortocircuiti veramente micidiali.

Si accusano i tecnocrati dell’economia tedesca di spingere sull’austerità a tutti i costi, mentre a livello interno, la contrazione degli investimenti, ha contribuito a ridurre sensibilmente la domanda aggregata del sistema economico in ambito UE. Limitando questi movimenti macro, la diretta conseguenza è stato il calo dell’inflazione, che a sua volta ha costretto la BCE ad intervenire in modo drastico, attraverso il consistente acquisto di asset (aumentato considerevolmente nel 2016), nel tentativo di riportare l’inflazione a livelli accettabili. Il nodo è dunque nelle manovre economiche e finanziarie della nazione tedesca, e qui è necessario intervenire con urgenza per rendere più efficaci le strategie della politica monetaria seguita dall’Eurotower.
Va detto che, nonostante il recente ottimismo della BCE, il credito in tutta l’area euro, sta subendo una sensibile e grave contrazione.

L’esperimento Euro, è considerato un fallimento su tutta la linea. Scriveva Frances Coppola, poco tempo fa sulla rivista on line Pieira:

“I dati economici dell’eurozona sono terribili, il progetto dell’euro è stato un enorme errore, prima di tutto da un punto di vista storico e culturale. L’euro è “il più grande pericolo per la pace in Europa occidentale che io abbia mai visto in tutta la mia vita” ed è “tempo di relegarlo nella polvere della storia”.

Juve Stabia, i convocati per il match di Foggia: tanti big a riposo

Foggia – Juve Stabia: i convocati di Fontana

Al termine dell’allen­amento di rifinitura, svolto questo pomeriggio presso lo Stadio “Romeo Menti”, il tecnico Gaetano Fontana ha reso not­a la lista dei nr.20 calciatori convocati per il match Foggia-Juve Stabia, valevole per il 1°Turno di Coppa Italia Lega Pro, in programma domani, mercoledì 19 ottobre 2016, con inizio alle ore 14,30 presso lo Stadio “Pino Zaccheria” di Foggia.

Portieri: Bacci, Riccio e Russo.

Difensori: Amenta, Atanasov, Camigliano, Cancellotti, Liotti, Liviero e Petricciuolo.

Centrocampisti: Esposito, Mauro, Salvi, Strianese e Zibert.

Attaccanti: Kanoute’, Lisi, Montalto, Rosafio e Sandomenico.

Berretti, tre Vespette convocate da Fontana per Foggia-Juve Stabia

Ecco di chi si tratta

Al termine dell’allen­amento di rifinitura, svolto questo pomeriggio presso lo Stadio “Romeo Menti”, il tecnico Gaetano Fontana ha reso not­a la lista dei convocati per il match Foggia-Juve Stabia, valevole per il 1°Turno di Coppa Italia Lega Pro, in programma domani, alle ore 14,30 allo Stadio Pino Zaccheria. Tra i convocati anche Vincenzo Riccio, Domenico Strianese e Simone Mauro, tre ragazzi della berretti di mister Domenico Panico. Per Simone Mauro, il Foggia è nel destino: infatti, il debutto in Leag Pro è avvenuto proprio nell’ultima gara dello scorso campionato contro i satanelli.

a cura di Ciro Novellino

Ammenda di 5000 euro per il Napoli: lancio di oggetti in campo contro la Roma

Questo il comunicato ufficiale del Giudice Sportivo nei confronti delle società al termine dell’ ottava giornata di campionato:
“Premesso che in occasione delle gare disputate nel corso della ottava giornata andata sostenitori delle Società Genoa, Napoli e Pescara hanno, in violazione della normativa di cui all’art. 12 comma 3 CGS, introdotto nell’impianto sportivo ed utilizzato esclusivamente nel proprio settore materiale pirotecnico di vario genere (petardi, fumogeni e bengala); considerato che nei confronti delle Società di cui alla premessa ricorrono congiuntamente le circostanze di cui all’art. 13, comma 1. lett. a) b) ed e) CGS, con efficacia esimente, delibera di non adottare provvedimenti sanzionatori nei confronti delle Società di cui alla premessa in ordine al comportamento dei loro sostenitori ************

Ammenda di € 15.000,00 con diffida : alla Soc. GENOA per avere suoi sostenitori, al 38° del secondo tempo, in occasione dell’allontanamento del proprio allenatore, ripetutamente lanciato monetine ed altri oggetti, tra le quali bevande che bagnavano l’Arbitro addizionale n.2, nonché per aver lanciato monetine nei confronti di un Assistente senza colpirlo; sanzione attenuata ex art. 14 n. 5 in relazione all’art. 13, comma 1 lett. a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell’Ordine a fini preventivi e di vigilanza.

Ammenda di € 5.000,00 : alla Soc. NAPOLI per avere suoi sostenitori, all’8° del secondo tempo, lanciato nel recinto di giuoco numerose bottigliette semipiene; sanzione attenuata ex art. 14 n. 5 in relazione all’art. 13, comma 1 lett. a) e b) CGS, per avere la Società concretamente operato con le Forze dell’Ordine a fini preventivi e di vigilanza”.

FOTO ViViCentro – Berretti, il gruppo lavoro in vista del Messina

Prosegue il lavoro in vista delle gare del fine settimana

Prosegue il lavoro della Berretti in vista della gara di sabato prossimo c0ntro il Messina allo stadio Romeo Menti di Castellammare. Sotto una pioggia battente, si è svolta la seduta agli ordini di mister Domenico panico.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

CLICCA SULLE FOTO per ingrandirle

I nostri sponsor:

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

FOTO ViViCentro – L’Under 15 riprende il lavoro sodo

Prosegue il lavoro in vista delle gare del fine settimana

Prosegue il lavoro dell’Under 15 in vista della gara di domenica prossima c0ntro la Casertana allo stadio Romeo Menti di Castellammare. Sotto una pioggia battente, si è svolta la seduta agli ordini di mister Alfonso Belmonte.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

CLICCA SULLE FOTO per ingrandirle

I nostri sponsor:

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

Sarri a Premium: “Sabato prestazione poco brillante, contro il Besiktas sarà dura”

Maurizio Sarri ha parlato ai microfoni di Premium Sport alla vigilia della sfida contro il Besiktas:

“Inutile fare tanti retro-pensieri in questo momento. Il Besiktas è un avversario forte, che riesce sempre a restare in partita quindi bisognerà fare una grande gara. Ci brucia ancora la sconfitta con la Roma, giocare subito in queste situazioni è abbastanza positivo. Preoccupato? É chiaro che non abbiamo fatto una delle nostre migliori prestazioni, ma è stata una gara con occasioni da ambo le parti. Abbiamo cercato di analizzare i motivi con grande serenità, cercando di capire perché non abbiamo fatto una prestazione non in linea con le nostre migliori così da evitare di ripetere stessi errori. Può succedere in un periodo della stagione, ma speriamo di ritornare a giocare come sappiamo.
Albiol non recupera per la sfida ai turchi, oggi valuterò gli altri che erano affaticati con la Roma.
Non ho avuto un colloquio individuale con Gabbiadini, abbiamo parlato con tutta la squadra rivedendo le immagini della agra con la Roma. Si sono evidenziati degli errori di attenzione”.

Da SportMediaset.it

Analizzando l’avversario – Besiktas avversario fastidioso

Analizzando l’avversario – Besiktas avversario fastidioso

Non inizia nel migliore dei modi il cammino degli azzurri senza il bomber di riferimento Milik e dopo Bergamo arriva un’altra dolorosa sconfitta, in casa, dove il Napoli non perdeva da più di un’anno, contro una Roma capace di sorprendere e soprattutto capace di sfruttare le imprecisioni della difesa. Troppo presto per parlare di crisi ma c’è bisogno di uno scossone perché due sconfitte di fila sono un campanello d’allarme, perciò bisogna metabolizzare e voltare pagina, domani sera al San Paolo per scrivere un’altro capitolo contro i turchi del Besiktas, che dopo aver iniziato al meglio nel campionato turco, dove sono attualmente primi a pari merito con Basaksehir e Galatasaray a quota 17 punti in sette partite. I turchi adesso si sentono pronti a prendersi un posto da protagonisti in Europa, e lo faranno a partire da domani per cercare di passare il girone. Il loro uomo più pericoloso è il Bomber Tosun che finora ha totalizzato 5 gol in campionato, ma probabilmente partirà dalla panchina, per entrare a partita in corso. Attenzione anche alla fisicità di Aboubakar e al solito Quaresma capace di tirar fuori dal cilindro giocate che spaccano la partita.

I turchi scenderanno in campo con il 4-3-1-2 e i seguenti interpreti: Fabricio; Beck, Marcelo, Tosic, Erkin; Uysal, Inler, Arslan; Talisca; Quaresma, Aboubakar.

Il Napoli dovrà cercare la fuga nel girone e cercherà anche di mantenere l’imbattibilità casalinga in Champions League.

a cura di Andrea Bosco

RIPRODUZIONE RISERVATA

Napoli-Besiktas, le probabili scelte di Sarri: torna Mertens, Zielinski scalpita

Terza giornata del Gruppo B di Champions League per il Napoli, che domani sera (ore 20:45), affronterà il Besiktas al San Paolo.
Azzurri a caccia del riscatto dopo due scofitte consecutive in campionato. Lo scivolone di sabato contro la Roma è costato il secondo posto in classifica. In Champions, però, la squadra di Maurizio Sarri  guida a punteggio pieno il proprio girone e con una vittoria blinderebbe il passaggio alla fase successiva. Napoli che potrebbe centrare un record incredibile: basterà battere il Benfica e sperare in un pari in concomitanza tra Dinamo Kiev e Benfica per raggiungere gli ottavi di finale già alla terza giornata. Avversario non proibitivo sulla carta ma c’ è da sottolineare un dato non da poco: i campioni di Turchia in carica sono acora imbattuti a questo punto della stagione sia in campionato che in Champions.

LE ULTIME SULLA FORMAZIONE AZZURRA – Sarri dovrebbe confermare nove undicesimi rispetto alla sfida contro la Roma. In difesa difficile l’ impiego dal 1′ minuto di Albiol, lo spagnolo ha ancora svolto differenziato nella  seduta di ieri. Si va verso la conferma di Maksimovic al fianco di Koulibaly, la sorpresa potrebbe essere Chiriches. Sugli esterni Hysaj e Ghoulam. A centrocampo la novità potrebbe essere Piotr Zielinski al posto di Marek Hamsik apparso sotto tono nell’ ultima uscita. Anche Jorginho non è  al meglio ma dovrebbe affiancare Allan. In attacco torna Mertens sulla sinistra che insieme a Callejon andrà a supportare Manolo Gabbiadini chiamato alla prova del nove dopo prestazioni non proprio esaltanti.

Napoli (4-3-3): Reina, Hysaj, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Jorginho, Zielinski; Callejon, Gabbiadini, Mertens.   All. Sarri

A disposizione: Sepe, Maggio, Chiriches, Hamsik, Diawara, Giaccherini, L. Insigne.

Squalificati: –

Indisponibili: Milik

RIPRODUZIONE RISERVATA

Chiariello: “Non è la prima volta che Koulibaly commette questi errori”

Le parole di Umberto Chiariello

Umberto Chariello, giornalista ed opinionista di Canale 21. ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso del programma Campania Sport: “Contro la Roma c’è stato un errore di mentalità, più che un errore tecnico. Basta guardare Fazio: è arrivato alla Roma come ultima ruota del carro, tra lui e Koulibaly la scelta è ovvia, non a caso il Chelsea ha fatto un’offerta di 70 milioni per lui. Eppure l’argentino ha giocato un’ottima partita mentre il senegalese è stato decisivo ma in negativo. Peraltro quello stesso errore lo fa spesso, non è la prima volta”.

Pardo: Sarri deve variare. I giocatori sono scarichi”

Le parole di Pierluigi Pardo

Pierluigi Pardo, giornalista e telecronista di Premium Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Si gonfia la rete in onda su Radio Crc, parlando della situazione del Napoli: “Il Napoli è un’incognita in questo momento e questo non è legato al suo prossimo avversario, perché con tutto il rispetto il Besiktas si può battere. Quello che è successo con Atalanta e Roma è grave, non possiamo nasconderci dietro a un dito, i giocatori del Napoli sono scarichi. Come dicono tutti il Napoli fa poco turnover: fin quando vince non c’è nulla da dire, ma se poi inizia a perdere, come sta succedendo, si deve intervenire. Sarri deve crescere, deve dimostrare a tutti che è in grado di gestire una squadra come il Napoli facendo ruotare i giocatori. Jorginho non è al meglio della forma, ma questa è una storia vecchia. In generale, vedo una certa incapacità nel variare tema tattico, così si rischia di diventare prevedibili”.

Bagni: “Per Pavoletti c’era un’offerta. Gabbiadini era già dell’Everton”

Le parole di Salvatore Bagni

Salvatore Bagni, ex centrocampista e bandiera del Napoli, ha svelato a Radio Kiss Kiss Napoli durante la trasmissione Radio Goal un’importante retroscena di mercato: “Fino all’ultimo giorno di mercato Gabbiadini doveva andare via, l’Everton l’aveva già preso. Il Napoli aveva avanzato un’offerta al Genoa per Pavoletti, ma non c’era il tempo materiale per i rossoblu di trovare un altro attaccante e per questo la trattativa è sfumata. Purtroppo ci si è mossi tardi, non so se Pavoletti approderà al Napoli”.

IL SECONDO FIGLIO DI DIO Cristicchi debutta al Teatro Sociale di Brescia

0

Debutta martedì 18 ottobre 2016, in prima nazionale, alle ore 20.30 al Teatro Sociale di Brescia

IL SECONDO FIGLIO DI DIO – vita, morte e miracoli di David Lazzaretti, scritto da Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi per la regia di Antonio Calenda, con Simone Cristicchi.

Il nuovo spettacolo di Simone Cristicchi, prodotto dal CTB Centro Teatrale Bresciano e Promo Music, inaugura la stagione di prosa 2016/2017 – Contaminazioni Teatrali del Centro Teatrale Bresciano.

Cristicchi (foto Tommaso Le Pera)
Cristicchi (foto Tommaso Le Pera)

Dopo il grande successo di “Magazzino 18”, Cristicchi torna a calcare il palcoscenico con IL SECONDO FIGLIO DI DIO – vita, morte e miracoli di David Lazzaretti e racconta la storia di un misterioso personaggio vissuto in Toscana nell’800 sul Monte Amiata. Si tratta di David Lazzaretti, detto “il Cristo dell’Amiata”, un carrettiere toscano che nel 1878 fonda una comunità cristiana dai tratti socialisti.

Predica l’uguaglianza e la solidarietà, ha migliaia di seguaci. Un personaggio discusso, citato e studiato da Gramsci, Tolstoj, Pascoli, Lombroso e Padre Balducci; il suo sogno rivoluzionario per i tempi, culminato nella realizzazione della “Società delle Famiglie Cristiane”: una società più giusta, fondata sull’istruzione, la solidarietà e l’uguaglianza, in un proto-socialismo ispirato alle primitive comunità cristiane.

Il cantattore Cristicchi racconta l’”ultimo eretico” Lazzaretti, e quel piccolo lembo di Toscana (Arcidosso e il Monte Amiata) che diventa lo scenario di una storia che mai uguale fu agitata sulla faccia della terra, ponendoci una domanda più grande, universale, che riguarda ognuno di noi: la “divinità” è un’umanità all’ennesima potenza?

Con l’ausilio di video-proiezioni e di una scenografia in continua mutazione, quella terra così aspra e bella, quella “terra matrigna e madre” diventa la co-protagonista, nel racconto della straordinaria vicenda di David Lazzaretti, il secondo figlio di Dio. Una storia che se non te la raccontano, non la sai.

La storia di un’idea. La storia di un sogno.

Musiche originali di Simone Cristicchi e Valter Sivilotti .

Simone Cristicchi è accompagnato dal coro Ensemble Magnificat di Caravaggio diretto da Massimo Grechi.

Le scene e i costumi portano la firma di Domenico Franchi, disegno luci di Cesare Agoni, musiche con esecuzione registrata di Marco Bianchi, Andrea Musto, Francesco Tirelli, Sebastiano Zorza.

Il 22 ottobre 2016, alle ore 17.30 è programmato un incontro al nuovo Cinema Eden de “I sabato pomeriggio tra cinema e teatro” che vedrà Simone Cristicchi incontrare il pubblico, intervistato da Daniele Pelizzari.

Durata dello spettacolo: 1.30 (senza intervallo)

Lo spettacolo replica fino al 30 ottobre 2016 (feriali ore 20.30 – domenica ore 15.30- lunedì riposo) ed è altresì inserito nel calendario della rassegna “Altri Percorsi” – IMPRONTE TEATRALI, rassegna teatrale a carattere multidisciplinare inserita nel progetto Circuiti Lombardia Spettacolo dal vivo, promossa dalla Regione Lombardia.

La stagione di Prosa 2016/2017 è realizzata grazie al sostegno del Gruppo A2A e della Fondazione ASM Gruppo A2A di Brescia.

Vendita biglietti:

I biglietti sono in prevendita alla biglietteria del Teatro Sociale con il seguente orario:

dalle ore 16.00 alle ore 20.00. Nella mezz’ora che precede l’inizio dello spettacolo saranno in vendita esclusivamente i biglietti per la serata stessa.

Teatro Sociale – Via Felice Cavallotti, 20 – 25121 Brescia

Biglietteria tel. 030 2808600

biglietteria@centroteatralebresciano.it

Inoltre, i biglietti possono essere acquistati anche in rete o in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket/Charta www.vivaticket.it

Ticket point presso la Libreria Serra Tarantola – via F.lli Porcellaga, 4 – Brescia Tel. 030290171 – Fax 0303772569

ORARI: 9.15-12.15 /15.30- 19.00

(LUNEDI’ MATTINA E DOMENICA CHIUSO)

Prezzo dei biglietti:

Platea – intero € 27,00 – ridotto gruppi € 24,00 – Ridotto speciale € 19,00

Galleria centrale – Intero € 19,00 – Ridotto Gruppi € 17,00 – Ridotto speciale € 14,00

Galleria laterale – Intero € 13,00 – Ridotto Gruppi € 12,00 – Ridotto speciale € 11,00

INFORMAZIONI:

Sede – CTB Centro Teatrale Bresciano

Piazza della Loggia, 6 – 25121 Brescia – tel. 030 29286617 – fax 030 2928619

(dalle ore 9.00 alle 12.30 e dalle ore 15.00 alle ore 17.30)

e-mail: info@centroteatralebresciano.it

Ufficio Stampa Centro Teatrale Bresciano

tel. 0302928610/629

stampa@centroteatralebresciano.it

NOTE DI REGIA

Lo spettacolo si inserisce nel solco tracciato da MAGAZZINO 18, primo esempio di un genere nuovo che con Simone Cristicchi abbiamo voluto definire " musical civile". Ed è proprio grazie al raro talento di Simone che è nato il “SECONDO FIGLIO DI DIO”. Anche in questo spettacolo, infatti, la canzone dal vivo appare nelle vesti di testimonianza alta, che scopre la sua dimensione epica come strumento di racconto di grandi  accadimenti. E come nell’epica classica, anche qui è un aedo, un cantore, a farsi portavoce di una storia mitica, cioe' che ha a che fare con le origini e con l’identità di un popolo.

Davide Lazzaretti, detto “il Cristo dell’Amiata”, è il protagonista di una straordinaria vicenda ignota ai più, “una storia che se non la senti non ci credi, e se non te la raccontano, non la sai”, ambientata all’indomani dell’Unità d’Italia e che nel racconto diventa rappresentativa delle condizioni di vita di buona parte del nascente popolo italiano. Una situazione esistenziale segnata da un lato dalla povertà, dallo sfruttamento e dall’oppressione da parte dei poteri forti (Chiesa, Stato e potenti locali) e dall’altro da una fervente religiosità che veicola le istanze di riscatto e giustizia sociale dei diseredati. In tal senso, “Il secondo figlio di Dio” rivela anche la sua appartenenza al filone della tragedia, perché porta in scena un dolore che sembra consustanziale alla condizione umana, prigioniera della sua stessa imperfezione: “da che mondo è mondo, cos’è che ha sempre impedito la creazione di una società perfetta? L’invidia, l’egoismo, l’ambizione”. E David Lazzaretti, oltre che un secondo Cristo, è anche un novello Prometeo, che offre agli uomini il fuoco di una verità troppo scomoda per essere accettata dai potenti: che gli esseri umani sono tutti uguali e che bisogna vivere secondo regole di equità e giustizia. E perciò gli “dei”, coloro che governano i destini dell’umanità, lo puniscono.

La figura di David Lazzaretti ha quindi i lineamenti “tragici” eterni del capro espiatorio, ma pratica verità fortemente contemporanee. Riconosciamo infatti in questo barrocciaio della seconda metà dell’Ottocento, un formidabile anticipatore di istanze che sono a pieno titolo odierne, come la parità di genere, e che paiono quasi profetiche nella loro visionarietà, come ad esempio la prefigurazione degli stati uniti d’Europa.

Impossibile infine non citare come referente il teatro di Brecht, oltre che per la portata civile del testo, per l'uso del canto come veicolo di un accento critico ed emozionale che dilata l’afflato del racconto.

Antonio Calenda

Sarri: “Gabbiadini deve adattarsi alla squadra, non sacrifico sette-otto giocatori!”

Queste le sue parole

Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del terzo match di Champions League che domani si giocherà allo stadio San Paolo contro il Besiktas: “Ieri c’erano un paio di giocatori affaticati, usciti acciaccati dalla partita con la Roma: dobbiamo valutare. Può darsi che potremo cambiare più giocatori, dipende da oggi. Ridirebbe che la Juve è superiore? L’ho già fatto altre volte, a qualcuno ha fatto comodo riproporla in un momento di difficoltà. Manolo non deve adattarsi a me, ma alla squadra e al suo modo di giocare: non l’ho imposto, ma l’ho accompagnato questo modo di giocare viste le caratteristiche dei calciatori. Deve adattarsi, è chiaro che nessun allenatore vorrebbe andare contro le caratteristiche di un calciatore oppure contro altri sette-otto: non credo che spostarsi di qualche metro in campo fa calare il rendimento da cento a cinquanta. Riuscirà a venirne fuori. Fiducia totale, nelle ultime due non abbiamo fatto bene come negli ultimi mesi. Abbiamo l’idea di ciò che stiamo sbagliato, siamo fiduciosi di tornare quelli di sempre al più presto. Senza crearsi tante problematiche, dobbiamo rigiocare subito ed avere la testa libera. Ma con la consapevolezza di sapere ciò che abbiamo sbagliato, potremmo rimediare. E’ un momento negativo, può succedere: basta calare del 2% per essere superati. Non ci consideravamo fenomeni, e adesso non ci consideriamo scarsi. Record? Se è più facile è perchè si trovano motivazioni straordinarie, qui si rischiano momenti di appagamento in campionato. Non credo che in Europa siano sprovveduti, sanno come gioca il Napoli: ci giocano addosso da undici mesi, se bastasse giocare addosso allora andrei ad affrontare così il Barcellona e vincere…ma è fantacalcio. Abbiamo trovato più motivazioni in Europa, è una delle problematiche da risolvere. Momento più difficile? No, l’anno scorso all’inizio avevo molte meno certezze sul gruppo ed avevo più motivi di preoccupazione. Non è un momento felice o semplice, ma so che la squadra è forte e i ragazzi hanno senso d’autocritica: sono tranquillo e fiducioso. La Champions ci ha tolto in campionato? “Penso possa succedere a tutti, poi ci sono squadre più esperte che riescono ad assorbire meglio la situazione. E’ una manifestazione importante e sentita, non capita solo a noi. Un mio allenatore diceva che chi parla di moduli non capisce di calcio (ride, ndr), abbiamo fatto partite in cui il 4-3-3 diventava 4-3-2-1 oppure 4-2-3-1 in fase difensiva: lo stiamo facendo ripetutamente, forse l’abbiamo fatto fin troppo rischiando di perdere certezze. Noi dobbiamo giocare il nostro calcio, indipendentemente dal modulo. Mi aspetto un Napoli che abbia entusiasmo, che sia lucida e che giochi col giusto livello di determinazione ed applicazione in modo da non fare errori. Affrontiamo una squadra forte, che non perde mai. Mi scoccia il poco equilibrio dopo vittorie e sconfitte, oppure chiederti di Rog e Diawara? Se qualcuno che non vede l’allenamento mi vuole dare consigli, non li ascolto. Mi lascia molto indifferente questa storia, se Dybala dopo tre anni va a Torino e non trova posto fino a novembre va tutto bene. Se qui Rog non è pronto in venti giorni sembra un problema, che li ascolto a fare“.

Reina: “Avrei già giocato domenica senza aspettare: dobbiamo ritrovare le certezze”

Queste le sue parole

Pepe Reina, portiere del Napoli, ha parlato durante la conferenza stampa di presentazione del terzo match di Champions League che domani si giocherà allo stadio San Paolo contro il Besiktas: “Avrei già giocato domenica senza aspettare. Dobbiamo reagire e dimostrare di essere una squadra forte. Quindici giorni fa eravamo i migliori in Europa, oggi i peggiori. Dobbiamo ritrovare le certezze che abbiamo sempre avuto. l’obiettivo è quello di fare una grande gara domani. Il Besiktas è squadra tosta, difficile fare ciò che fanno loro. Sarà una gara tosta. Noi possiamo solo giocare il nostro calcio. Lo scorso anno dovevamo capire le idee del mister, oggi le conosciamo. Nel calcio capita di perdere, ma dobbiamo reagire e dimostrare di essere gruppo. Gabbiadini? E’ un gradissimo giocatore. Basta. La squadra deve dargli una mano per farlo rendere al meglio. Presunzione? Non credo anche se involontariamente può essere. Questa squadra è unile e sa che quando non si fanno bene le cose si perdono le gare. Le basi del nostro calcio sono di essere una squadra forte difensivamente. Non pensiamo più al campionato o alla Champions, noi pensiamo di arrivare a maggio partita dopo partita. Stiamo cercando di trovare la giusta soluzione agli errori, cercando sempre di migliorare. Albiol? Non è che quelli che difendono sono solo 4. Lo facciamo tutti e se uno sbaglia, sbagliano tutti”. 

Juve Stabia, il prof. Vasaturo ammesso al corso di Coverciano

Juve Stabia, il prof. Vasaturo ammesso al corso di Coverciano

Lavoro, lavoro, lavoro, il settore giovanile della Juve Stabia lavora sodo e ottiene ottimi risultati, non solo in campo ma anche fuori dal campo. Dal presidente Andrea De Lucia al direttore Alberico Turi passando per il responsabile Saby Mainolfi, tutti con un unico intento: la crescita generale. Infatti, è di oggi la notizia dell’ammissione al corso di Coverciano per preratori atletici del prof. Attilio Vasaturo.

Questo il comunicato del settore giovanile: “Un grosso augurio e in bocca al lupo al prof. Attilio Vasaturo che è stato ammesso al corso di Coverciano per preratori atletici. La società si stringe intorno al prof. per questo nuovo e prestigioso step della propria carriera”.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA

I nostri sponsor:

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

ESCLUSIVA – Donovan Maury: Il legame con Castellammare è indissolubile. Vi svelo come è nata la mia Juve Stabia vincente

La nostra redazione ha contattato in esclusiva Donovan Maury, ex capitano e protagonista degli anni più belli della storia della Juve Stabia.

Ciao Donovan, innanzitutto dove sei ora e cosa stai facendo? Sto giocando in Lussembrugo, in una squadra di Serie A. Mi sto trovando molto bene; sono probabilmente gli ultimi anni di calcio giocato quindi li sto vivendo con serenità e tranquillità.

Una volta appese le scarpette al chiodo, come ti vedi? Non so se vorrò rimanere nel mondo del calcio, è presto per dirlo. Qui la società per cui gioco mi ha affidato una delle squadre giovanili; la alleno due volte a settimana compatibilmente con i miei impegni da calciatore. E’ un’esperienza nuova, iniziata poco più di un mese fa, ma mi incuriosisce. Vedremo poi più avanti, per il momento penso ancora a fare bene in campo.

Segui ancora la Juve Stabia? Cosa pensi della stagione delle Vespe? Certo che vi seguo! Questa stagione sembra poter essere davvero positiva. Da quello che vedo, un aspetto importante è che tutto l’ambiente si è ricompattato. Vedo società, squadra e tifosi uniti e con tanto entusiasmo. In una piazza come Castellammare, che è in grado di trascinare la propria squadra come poche città, l’unione di intenti è fondamentale.

Tu sei sempre stato leader in campo e fuori alla Juve Stabia..chi credi possa essere il “Maury” dell’attuale spogliatoio della Juve Stabia? Probabilmente Federico Amenta; lo conosco per averlo incontrato più volte da avversario ed ha doti caratteriali importanti. Stesse considerazioni valgono per Santiago Morero. Io ero il punto di raccordo tra le Famiglie Giglio-Manniello e la squadra, ed avevo un ruolo importante sia in campo che fuori. Ti assicuro che avere uno spogliatoio solido ed unito è determinante per i risultati di una squadra.

Sei il calciatore che più di chiunque altro ha vissuto le montagne russe degli anni Giglio-Manniello: la retrocessione quando si puntava invece alla promozione, la scalata dalla C2 alla B e gli anni belli in cadetteria. Quali sono i momenti che più porti dentro? E’ vero; con la Juve Stabia ho vissuto momenti incredibili. Il primo anno, nato con ambizioni di promozione in Serie B e poi invece culminato con la retrocessione in C2, è stato davvero tragico. Giustamente poi i tifosi erano molto delusi e ci meritammo qualche contestazione da parte loro. Ricordo la riunione organizzata prima che iniziasse la nuova stagione con i Presidenti, con Rastelli, con Ametrano, con Amore; in tutti noi c’era tanta voglia di rivalsa e da quella chiacchierata nacquero la basi della grande cavalcata degli anni successivi. Credo che quel momento sia stato importante per le gioie che abbiamo poi vissuto in seguito.

Costante degli anni vecchi e nuovi è la passione del Presidente Manniello, rimasto baluardo della Juve Stabia, che ricordo hai di lui? Vi sentite ancora? Lo sento spesso, certo! Ci siamo sempre sentiti e visti, anche dopo il mio addio alla Juve Stabia. Franco sta dimostrando quanto tiene alla Juve Stabia e credo l’abbia resa una delle società più solide e sane a in Lega Pro. Non ti nascondo che dopo la sconfitta di Bassano e quel clamoroso gol annullato a Gomez, il Presidente Manniello mi telefonò direttamente dal tunnel degli spogliatoi. Comprensibilmente era davvero furioso. So quanto ci tiene e quindi spero si possa togliere ancora tante soddisfazioni alla guida delle Vespe.

Osservando il tuo profilo social si vede un rapporto ancora bello e sincero con tanti ex compagni di avventura gialloblù. Chi è il compagno o i compagni con cui più hai legato in quegli anni? Mi sento ancora con tanti ragazzi. Anzi, con Adriano Mezavilla e con Tomas Danilevicius ci incontriamo spesso. Fortunatamente siamo tutti più o meno vicini e cerchiamo di vederci appena possibile. Con Mezavilla soprattutto mi vedo almeno una volta al mese; siamo praticamente fratelli. Spero che la prossima volta ci possa essere anche Riccardo Cazzola, sarà bello abbracciare anche lui. Poi tramite i social sento Scozzarella, Scogamiglio, Figliomeni e tanti altri ragazzi. Ugualmente mi lega ancora una forte amicizia a Pierino (Braglia n.d.r.); e pensare che all’inizio voleva mandarmi via..

Allo stesso modo, nonostante i tanti anni trascorsi, spesso su Instagram ti si vede ancora indossare capi della Juve Stabia o scrivere #ForzaVespe. I colori gialloblù ti sono entrati dentro a vita quindi? Ma certo, non potrò mai dimenticare la Juve Stabia e Castellammare. Gli anni in gialloblù sono stati i più difficili ma anche i più belli della mia vita. Sono uno di voi e non posso che tifare per la Juve Stabia e sperare in grandi risultati.

Molti tifosi ricordano perfettamente il racconto del tuo viaggio d’addio a Castellammare, con tanta commozione da parte tua. C’è un rimpianto che ti porti dentro riguardante l’avventura alla Juve Stabia? Probabilmente la conclusione del primo campionato di Serie B. Fu una stagione spettacolare e sapere che i play off per la Serie A ci sfuggirono per pochissimi punti, fa ancora male. Forse proprio per colpa di quei 4 punti di penalizzazione con cui iniziammo la stagione. Quella era una grande Juve Stabia, temuta da tutti. Persino il Torino, venne al Menti per puntare al pareggio; quella fu una partita che fece scalpore anche in Belgio. Per quanto riguarda l’anno successivo, quello del mio addio, il rammarico sta nel grande spogliatoio che avevamo e che si ruppe. Le partenze mie, di Danilevicius, di Erpen furono secondo me determinanti per la seconda parte di stagione deludente, con la salvezza conquistata solo alla penultima giornata. Come già detto, avere un gruppo unito fuori dal campo è la base per le vittorie sul rettangolo di gioco.

Dopo il tuo addio alle Vespe sei mai stato vicino al ritorno in gialloblù? Fu una semplice suggestione o la voce che si diffuse aveva basi concrete? Era vera. Sono stato molto vicino a tornare alla Juve Stabia, due volte. La prima volta a giugno 2013, nella sessione di mercato successiva alla mia partenza; la seconda volta invece a gennaio 2014, durante l’ultimo campionato di B delle Vespe. Non so se con il mio ritorno sarebbe cambiato qualcosa, ma avrei potuto aiutare la squadra in campo e fuori.

Un saluto ai tifosi stabiesi, e se possiamo strapparti la promessa di tornare al Menti per tifare Stabia insieme a noi. Su questo non ci sono dubbi: appena i miei impegni professionali me lo consentiranno, tornerò con tanto piacere al Menti. Ai tifosi stabiesi mando un grande abbraccio; come sono stato a Castellammare non sono stato da nessun’altra parte. Li esorto a stare vicini alla squadra perché sanno dare ai propri calciatori una carica davvero incredibile. Ciao a tutti e a presto!

Raffaele Izzo

SI DIFFIDA DA QUALSIASI RIPRODUZIONE O UTILIZZO DEL PRESENTE CONTENUTO SENZA CITAZIONE DELLA FONTE

Amichevole 2003, Academy Nola 1925-Juve Stabia: ora e dettagli

Amichevole a Nola per la Juve Stabia

Prosegue il lavoro dell’intero settore giovanile delle Vespette. Giovedì 20 ottobre la Juve Stabia, categoria 2003, affonterà in amichevole allo stadio di Nola, l’Academy Nola 1925. Il fischio di inizio sarà alle ore 17. Gara di lusso tra due grandi squadre.

I nostri sponsor:

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

 

 

 

Careca: “A Gabbiadini basta solo un gol, il resto sono chiacchiere”

Le sue parole…

Antonio Careca ha rilasciato alcune dichiarazioni a Il Mattino: “Non è che se un campione si fa male, quella squadra non è più forte. Se non lo è più, vuol dire che non lo era neanche prima una squadra forte. Gabbiadini? Un attaccante ha un solo modo per uscire da una crisi: facendo gol. Poi tutto il resto sono chiacchiere. Sembra banale, ma basterà segnare una rete a Gabbiadini e diventerà uno da fare giocare sempre. E nessuno penserà più a Milik. Chi il suo erede in Italia? «Gabigol è davvero forte: è molto giovane ma ha grandissima personalità”.

Zielinski l’unica novità di formazione rispetto alla Roma

Lo riporta La Repubblica

I due black out consecutivi, contro Atalanta e Roma, non hanno fatto scattare il campanello d’allarme. Il Napoli va avanti per la sua strada, nel segno della continuità e puntando con fermezza sulle sue certezze, che non sono state minimamente incrinate dai recenti passi falsi in campionato. Altro che rivoluzioni o processi, insomma. In vista non ci sono particolari cambiamenti, anche se dietro l’angolo c’è la fondamentale sfida di Champions League con il Besiktas, in programma al San Paolo domani sera (ore 20.45). L’unico segnale in controtendenza, a Castel Volturno, è stato il lungo colloquio di ieri tra Maurizio Sarri, il ds Cristiano Giuntoli e Manolo Gabbiadini, che ha preceduto la seduta di lavoro pomeridiana. Pure in questo caso, però, i toni sono stati distensivi e costruttivi. Nessuna accusa al centravanti sotto esame, a cui è stata piuttosto ribadita la totale fiducia di allenatore, società e compagni. Toccherà ancora a lui guidare l’attacco azzurro nella notte di Coppa e pure negli appuntamenti successivi, a cominciare dalla trasferta infuocata di domenica a Crotone. Il ritorno sul mercato, in particolare quello degli svincolati, non è stato nemmeno preso in considerazione dalla dirigenza. De Laurentiis è convinto infatti di aver allestito in estate un organico molto competitivo e di aver messo a disposizione del suo tecnico tutte le armi necessarie per affrontare le situazioni di emergenza, che capitano fisiologicamente a ogni squadra nel corso della stagione.
Il pallino resta dunque nelle mani di Sarri, che dovrà adesso tirare fuori il Napoli dal momento più delicato della nuova stagione. Contro l’Atalanta e la Roma, anche se in due partite assai diverse tra loro, gli azzurri hanno commesso degli errori abbastanza simili e dato la netta impressione di essere in calo: più fisico che mentale. La squadra è sembrata lunga e a tratti sfilacciata, in particolare per la mancanza di brillantezza dei suoi uomini di maggiore qualità, in mezzo al campo. Ma il tecnico toscano deve aver dato una interpretazione differente alle ultime sconfitte, dato che non ci sono alle porte (salvo ripensamenti in extremis) dei particolari cambiamenti. Il turn over non dovrebbe infatti scattare nemmeno contro il Besiktas. L’unica novità annunciata a centrocampo è il ritorno tra i titolari di Zielinski, per la solita staffetta con il brasiliano Allan. Ancora straordinari per Jorginho e capitan Hamsik, invece: nonostante siano entrambi un po’ appesantiti dal tour de force autunnale. La loro esperienza, però, si farà ancora preferire alla freschezza atletica di Diawara, Rog e Giaccherini, che stentano a conquistare la fiducia del loro allenatore.
Il più pronto dei tre è il centrocampista della Nazionale, che si candida per Crotone. Ma col Besiktas non si cambia, Zielinski a parte. Il Napoli non è in crisi: parola di Sarri.