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Pedullà: “Gabbiadini attaccante esterno? Ha sempre spinto per fare la prima punta”

Siamo sinceri: chi considera Manolo Gabbiadini un attaccante esterno dovrebbe fare due cose. La prima: parlare con il diretto interessato, avrebbe la conferma totale di quelle che sono le sue presenze e le sue caratteristiche. La seconda: studiare il recente passato di Manolo che ha sempre spinto per fare la prima punta, lasciando i club che lo avevano costretto ad agire in un ruolo diverso. Quindi dire quelle cose di Gabbiadini significa non averlo conosciuto bene sul campo, oppure significa aver preso un bel granchio.

Ora si tratta soltanto di provare a recuperarlo, psicologicamente il ragazzo sta vivendo forse il momento più complicato della sua carriera. Prima vice Higuain, poi vice Milik, quindi la possibilità di essere titolare ma con mille pressioni addosso. Dopo un mercato che lo ha visto in bilico fino agli ultimi giorni e che potrebbe renderlo protagonista anche a gennaio se non ci fosse una svolta nelle prossime settimane. Intanto, consigliamo di studiarlo meglio – senza prevenzioni o presunzioni – a chi lo considera un attaccante esterno. Nel frattempo Gabbadini ha interpretato nel migliore dei modi lo spezzone che gli è stato concesso contro il Besiktas. Un rigore trasformato con straordinaria freddezza, quel pallone pesava quintali, spesso nel vivo del gioco contrariamente a quanto era accaduto contro la Roma. Potrebbe essere la strada giusta per ripartire, a patto che non lo considerino un attaccante esterno. Lo riferisce Alfredo Pedullà tramite il proprio sito ufficiale.

 

Da alfredopedulla.com

Corbo: “Non solo Jorginho, la gara di ieri ha certificato la crisi di altri due”

Antonio Corbo-La Repubblica

La stagione di Sarri ricomincia al secondo gol del Besiktas. C’è un dato che certifica la crisi in quel momento: è l’ottavo in 238 minuti. Arriverà anche il nono. Il camerunense Vincent Aboubakar taglia pazzo di felicità il campo, neanche crede di aver mandato giù il Napoli, la squadra lanciata verso un record storico in Champions, con una precoce qualificazione. Né immagina che il destino gli riserva il secondo, l’impresa. Sarri si copre il volto con le sue manone, l’errore di Jorginho straccia le sue ostinate certezze, ma come ha fatto a confermare Jorginho da oltre in mese sfocato come una foto scattata male e da lontano? Sarri è costretto a decidere. Deve far qualcosa. Ma la sua prima scelta è quella prevista: attende che che si inizi la ripresa. Niente gli fa cambiare idea: né l’insopportabile gol di Aboubakar né cori ostili verso Jorginho, metà del pubblico che invoca Diawara. Che non sia una serata di buone stelle lo dimostra Insigne, quando sbaglia il rigore del possibile 2-2, provocato dalla goffa uscita del portiere Fabricio Agosto Ramirez, già complice del primo gol del Napoli… Fabricio detto “Fabri”è un farfallone che in Spagna non trova lavoro, riparato in Turchia combatte per la vita, è maldestro quando spinge l’astuto Mertens, offrendogli un comodo rigore. Non è facile per Sarri prendere altre decisioni. Ha già esaurito il suo coraggio lasciando fuori Gabbiadini, Hysay e (sbagliando) anche Allan. Ha escluso per Chiriches anche Maksimovic, evidentemente bocciato dopo la sconfitta con la Roma. Il caparbio artigiano toscano sa che il pubblico non gli perdona un Napoli sfiorito e con tanti acquisti murati in panchina. Ancora più complicato per lui spiegare il calo di tensione e forma che svilisce Insigne, rimasto a sua volta incagliato nella farsesca trattativa per il nuovo contratto, girano voci di richieste impossibili da parte della task force dei suoi procuratori. Improrogabile la sostituzione di Insigne che ha ormai abbandonato la fascia sinistra da tempo, per accentrarsi in una posizione velleitaria di rifinitore incompreso. Una scelta che priva il Napoli di quella prerogativa che provocò il passaggio al 4-3-3: l’ampiezza. Si parla di Milik assente, ma quanto manca il vero Insigne all’attacco, dove ha nascosto il suo talento il giovane fantasista? Pensava, il sognatore, che per imitare Messi bastava cambiare shampo e tingere i capelli in biondo platino. Proprio per aiutare Insigne a riprendersi, è inevitabile l’inserimento di Gabbiadini per ribaltare la partita. Più che il bomber triste incide sulla partita l’arbitro russo Karasev, che concede il secondo rigore, riderà pure l’allenatore Gunes, risata amarissima, ma non infondata, anche stavolta su Mertens. Tocca poi a Gabbiadini con una freddezza che lo riabilita nel momento cruciale della gara, che lo libera dei suoi incubi, che gli fa dimenticare gli impietosi fischi di sabato scorso. A Sarri sembra il momento giusto per escludere Jorginho: gli apre la classica e malinconica “uscita artisti”, quando gli attori non protagonisti esclusi dal finale possono lasciare il teatro, ingoiati dal buio, un po’ dimessi e non visti dalla platea. A Gabbiadini per fuorigioco è negato anche il raddoppio in acrobazia, Mertens intanto prosegue ai suoi ritmi, il suo trotto orgoglioso smaschera i limiti del Besiktas, che non si rassegna però, reagisce con qualche ripartenza. Con lui Zielinski non molla mai, non è così per Hamsik marcato stretto da Tolgay Arslan, in una partita che certifica la crisi del capitano e di una squadra che precipita da facili illusioni, toccando terra fino a sfasciarsi. Se crisi c’è, tra i motivi non si può escludere il disagio atletico. Ma perché Mertens corre più di tutti e gli altri sbandano?

Sfuriata di De Laurentiis negli spogliatoi nel dopo gara

Sfuriata di De Laurentiis negli spogliatoi nel dopo gara

Non è un bel momento per il Napoli che ieri ha incassato la terza sconfitta stagionale della gestione Sarri. La Repubblica punta il dito contro le scelte dell’allenatore e scrive anche di una reazione di De Laurentiis a fine gara: “Tutta colpa di una partita caotica, in cui la squadra di Sarri ha peccato di presunzione e sbagliato praticamente tutto: in un misto di vanità e d’autolesionismo. Poteva bastare un pareggio, classifica alla mano. L’assurda recita di ieri sera, invece, rimette in discussione il passaggio agli ottavi. Per Sarri e il suo Napoli è stata una serata molto complicata e tutta in salita, in cui i 30 mila fedelissimi del San Paolo hanno fatto fatica a riconoscere l’identità della loro squadra: apparsa a tratti addirittura in stato confusionale, soprattutto dal punto di vista tattico. Le responsabilità maggiori sono state dell’allenatore, che ha presentato una squadra sfilacciata e senza un interditore, senza correggerla dopo le due rimonte firmate da Mertens e Gabbiadini su rigore.

Napoli-Empoli, in vendita i biglietti per il turno infrasettimanale: le info

Sono in vendita i biglietti per Napoli-Empoli, turno infrasettimanale della decima giornata di Serie A in programma mercoledì 26 ottobre alle ore 20.45 al San Paolo.

I tagliandi possono essere acquistati nelle abituali ricevitorie autorizzate.

Questi i prezzi:

SETTORE Prezzo
Tribuna Posillipo Euro 65
Tribuna Nisida Euro 45
Distinti Euro 35
Tribuna Family Euro 10
Curve Euro 25
Ridotto Tribuna Family: Euro 5

La SSC Napoli ricorda che per i possessori di tessera del tifoso Club Azzurro Card e di Fidelity Card, è possibile acquistare anche on line.

Per effettuare l’acquisto è sufficiente collegarsi al sito di Listicket qui.

Gli utenti saranno indirizzati al sito Listicket di Lottomatica, nel quale, dopo essersi registrati, potranno acquistare il biglietto caricandolo elettronicamente sulla Club Azzurro Card ( Tessera del Tifoso) e/o Fan- Away(Fidelity Card). Alla transazione potranno essere aggiunte, da Listicket, commissioni di pagamento.

Questa modalità di vendita prevede che il titolo di accesso venga associato alla Club Azzurro Card e/o Fan-Away, che, quindi, dovrà essere utilizzata sia per inserire il numero identificativo al momento dell’acquisto, sia per l’accesso ai tornelli dello stadio tramite la lettura del codice a barre.

Il posto assegnato allo stadio sarà indicato sul documento segnaposto la cui stampa, è disponibile all’indirizzo internet:

inserendo le informazioni richieste sulla pagina e procedendo, nella pagina successiva, attraverso il link Stampa Segnaposto.

Il documento segnaposto deve essere obbligatoriamente stampato e presentato ad ogni richiesta del personale di controllo presente allo stadio, ma il documento segnaposto, da solo, non rappresenta titolo d’accesso valido per l’ingresso.

Infatti per accedere allo stadio, è indispensabile portare con sé la propria Club Azzurro Card , il documento segnaposto ed un documento di riconoscimento.
La SSC Napoli ricorda che per gli utilizzatori della Club Azzurro Card ( sia abbonati, che utenti di singolo evento), per ogni settore vi sono degli ingressi riservati.

 

Da sscnapoli.it

Koulibaly, l’ agente: “Per Sarri è un giocatore importante. Stanco? Vuole giocare sempre”

A Radio Crc nel corso di “Si Gonfia la Rete” è intervenuto Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly. Ecco quanto evidenziato:
“E’ un brutto momento, ma la forza del Napoli sta nella consapevolezza di avere a disposizione una rosa più importante rispetto alle scorse stagioni. Sarà compito del mister sfruttarla al meglio.
Koulibaly stanco? Vuole sempre giocare ma è anche vero che ogni tanto può far bene riposare. E’ diventato un punto fermo del tecnico che lo reputa importante e gli fa giocare tutte le partita. Contro il Besiktas il Napoli ha commesso degli errori, è un periodo non proprio fortunato. Con la vittoria avrebbe avuto la qualificazione in tasca ma sono convinto che questa squadra può fare bene anche in Turchia. .

Coppa d’Africa? Starà via meno di un mese . Koulibaly e Ghoulam si affronteranno nello stesso gruppo, magari qualcuno dei due potrebbe tornare prima. Il Napoli avrà modo di sostituirli in quanto vi sono valide alternative per ogni ruolo..
Sarri cambia poco? E’ una cosa nuova per lui disporre di elementi di questo livello, deve ancora adattarsi perché non è abituato al turnover”.

Hamsik: “Brutto momento. Dispiace aver deluso nuovamente i tifosi”

Marek Hamsik ha commentato così la sconfitta contro il Besiktas tramite il proprio sito ufficiale:
“Ce l’abbiamo messa tutta. Abbiamo dato l’anima in campo, ma non ha funzionato. Due volte siamo tornati in partita, ma non abbiamo avuto tempo di rispondere al terzo gol dei nostri avversari, il calcio è anche questo. È un brutto momento. Ogni nostro errore viene punito e attualmente non facciamo risultato. Ci dispiace che anche contro il Besiktas abbiamo di nuovo deluso i nostri tifosi. Dobbiamo continuare a lavorare duro per fare bene e interrompere questa brutta serie di risultati negativi. Pensiamo di poter tornare a gioire domenica con una vittoria con il Crotone».

PAGANESE – Deli, La Juve Stabia è forte ma noi proveremo a vincere

Paganese vs Juve Stabia un derby sentito

La Juve Stabia dopo la bella vittoria ottenuta contro il Foggia, dovrà domenica far visita alla Paganese di mister Grassadonia. Derby sentito dalle due tifoserie che non sono molto amiche, tant’è che il Prefetto ha disposto la chiusura del settore ospite (Clicca qui).

Oggi Deli, centrocampista della Paganese, ha parlato al sito ufficiale degli azzurrostellati della sua permanenza a Pagani e del prossimo impegno con la Juve Stabia.

Queste le sue parole:

«Sono stati giorni molto negativi in estate per tutti, non c’erano certezze per il futuro nostro e della Paganese. Il ritiro è iniziato tardi e con tanti giovani e volti nuovi. La riammissione è stata una delle vittorie più belle: una gioia immensa. Ho avuto tante richieste importanti e non nascondo che sono felice di essere rimasto qui a Pagani, il mio rinnovo ne è la testimonianza. L’obiettivo è fare il salto di qualità facendo bene per questi colori. Sto bene fisicamente, mi sento più maturo sia fuori che dentro al campo e lucido nelle scelte delle giocate. Devo ancora migliorare, questo è fuori discussione. L’anno scorso siamo partiti meglio, ma la squadra di oggi è forte. Seguiamo attentamente il mister e nessuna squadra, tranne la parentesi di Andria, ci ha messi sotto, anzi recriminiamo per qualche punto perso per strada, ma ci rifaremo in futuro ne sono certo. La Juve Stabia ha fatto ottimi acquisti in estate, sta facendo bene e sicuramente giocano sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria netta di domenica scorsa con il Foggia in casa e gli ottimi risultati delle ultime gare. Ci faremo trovare preparati, noi abbiamo tanta rabbia dopo la sconfitta di Cosenza per come è maturata.Per me è il quarto anno in azzurrostellato e voglio ringraziare i tifosi per l’affetto che mi dimostrano ogni giorno. Quest’anno noto una presenza costante sugli spalti e spero proprio domenica possano essere in tanti a spingerci verso un risultato positivo».

Fonte:sito ufficiale Paganese Calcio

La fotogallery della gara Foggia vs Juve Stabia (4-1)

Foggia vs Juve Stabia foto di Emilio D’Averio

Guarda le foto di Foggia vs Juve Stabia realizzate dal nostro fotografo Emilio D’Averio che ci racconta così la sconfitta delle Vespe con i ragazzi di Mister Giovanni Stroppa allo stadio “Zaccheria” di Foggia. La Juve Stabia esce dalla competizione tricolore e ora dovrà concentrarsi solo  sul campionato.

Oltre alle azioni del match abbiamo fotografato il pubblico sugli spalti, cerca la tua foto e richiedici l’originale per e-mail:redazione.sportiva@vivicentro.it

Ieri allo Zaccheria è stato tempo di Coppa Italia per Foggia e Juve Stabia che dopo essersi affrontate solo quattro giorni fa al Menti, si  sono affrontate a pochi giorni di distanza anche in Coppa Italia Lega Pro.

Queste le formazioni:

FOGGIA (4-3- 3): Guarna, Gerbo, Martinelli, Empereur, Sicurella, Agazzi, Coletti, Sicurella, Chiricó, Padovan, Sainz-Maza, Letizia.

A Disposizione: Sanchez, De Almeida, Agnelli, Loiacono, Quinto, Letizia, Tucci, Dinielli, Mazzeo, Rubin, Sansone.

All. Stroppa

JUVE STABIA (4-3- 3): Bacci, Petricciuolo, Amenta, Camigliano, Liotti, Esposito, Zibert, Salvi, Lisi, Montalto, Kanoute.

A Disposizione: Russo, Riccio, Cancellotti, Liviero, Atanasov, Sandomenico, Strianese, Rosafio, Mauro

All. Fontana

Al 18’ arriva il vantaggio del Foggia: Errore di Lisi che lascia Liotti fuori posizione, Chiricò ne approfitta e crossa in mezzo all’aria, liscio clamoroso di Petricciuolo che favorisce Padovan che insacca alle spalle di Bacci.

Al 7 della ripresa, altro regalo della Juve Stabia e il Foggia ringrazia realizzando il raddoppio: Camigliano vuole uscire palla al piede dalla propria area dribblando anche Padovan che invece gli recupera palla partendo in contropiede con il solo Amenta che rimane a difesa di Bacci, palla a Chiricò che manda la palla in fondo al sacco.

GOOOL – Al 11’ del s.t. la Juve Stabia accorcia le distanze: Agazzi sbaglia clamorosamente un facile appoggio, Zibert recupera palla e serve Lisi che si beve Sicurella e appoggia alle spalle di Guarna.

Al 32’ del s.t. il Foggia si porta sul 3 a 1: Errore a centrocampo della Juve Stabia con Letizia che parte in velocità, vede Chiricò che questa volta non prova la giocata personale e serve Angelo che si era sovrapposto, il centrocampo della Juve Stabia non rientra, passaggio a Padovan che arriva centralmente e batte Bacci.

Al 44’ del s.t. il Foggia chiude i conti con Chiricò che approfitta di un altro errore della Juve Stabia e se ne va in contropiede dribblando anche Atanasov e depositando la palla in rete a porta vuota.

Il Foggia restituisce il 4 a 1 di alle Vespe, ma quella di ieri è stata un’altra Juve Stabia che ora dovrà solo concentrarsi sul campionato, con la consapevolezza di avere un Rosafio in più.

De Maggio: “I fischi ad Insigne mi hanno fatto male, lo proteggerò comunque”

Le parole di Valter De Maggio

Valter De Maggio, giornalista e inviato di Premium Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di Radio Goal in onda sulle frequenze di Radio Kiss Kiss Napoli: “I fischi ad Insigne mi hanno fatto molto male, non se li merita. Ma non solo, ho sentito tanti professori che gettano la croce su Lorenzo. Vi dico una cosa: per presentarsi sul dischetto in una partita di Champions League ci vogliono gli attributi. Io difenderò sempre un figlio di Napoli come Lorenzo Insigne”.

Ag. Hysaj: “Elseid in panchina? Va bene. Non condivido un’altra scelta”

Le parole dell’agente del terzino azzurro

Mario Giuffredi, procuratore e manager di Elseid Hysaj, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Radio Goal in onda su Radio Kiss Kiss Napoli: “Sarri ha lasciato Elseid in panchina? Ci può stare, ha giocato quasi tutte le partite e meritava un turno di riposo. Non condivido un’altra scelta di Sarri: quella di non far partire Manolo Gabbiadini dall’inizio e puntare sul “falso nueve” con Mertens. Avrei dato più fiducia a Manolo mettendolo dall’inizio”.

Pardo: “Se gli azzurri non arrivano almeno terzi sarà un fallimento”

Le parole di Pierluigi Pardo

Pierluigi Pardo, giornalista e telecronista di Premium Sport, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della trasmissione Si gonfia la rete in onda sulle frequenze di Radio Crc: “Chiunque con un po’ di ragionevolezza non può pretendere che il Napoli questa stagione vinca lo scudetto, non ci si può aspettare che gli azzurri concludano il campionato davanti alla Juve. Secondo il mio parere il Napoli arriverà secondo, al massimo terzo, m se non sarà così, Sarri e i suoi ragazzi avranno fallito in questa stagione”.

Giallo su Marte: l’Italia con ExoMars è ammartata?

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Missione Marte riuscita o fallita? A tarda notte il nodo era ancora da sciogliere: la sonda dell’Agenzia spaziale europea “Schiaparelli” dovrebbe aver completato l’ammartaggio sul Pianeta Rosso, ma il suo segnale tarda. Nessuna ipotesi è esclusa. La suspance è parte integrante dell’esplorazione dello spazio.

L’attesa dei 250 super-specialisti nella Houston italiana

Batte a Torino uno dei cuori tecnologici dell’impresa

Thales Alenia Space stabilimenti di Torino
Molte parti della sonda ExoMars hanno visto la luce negli stabilimenti di Torino della Thales Alenia Space

TORINO – Con ExoMars la bandiera europea sventolerà su Marte. E, accanto, il tricolore. A Torino, ieri, è stato un giorno d’attesa e di ansia. Alla Thales Alenia Space di Corso Marche c’è uno dei cervelli tecnologici della missione, mentre ci si prepara alla seconda fase, quella del 2020, quando un rover scenderà sul Pianeta Rosso e sarà «operato» – come si dice in gergo – proprio da una delle sale di controllo di Torino.

Sotto la guida dell’Asi, l’Agenzia spaziale italiana, un gruppo selezionato di industrie e centri di ricerca del «made in Italy» sono diventati protagonisti del programma ExoMars, quello attuale e quello previsto tra quattro anni. La sonda, formata da due moduli – il «Tgo», che resterà in orbita fino al 2020, e lo «Schiaparelli», destinato alla discesa -, era decollata in due voli separati proprio dall’aeroporto di Torino Caselle nel 2015 per raggiungere lo spazioporto di Bajkonur, da dove è stata lanciata con un razzo Proton lo scorso 14 marzo.

A Torino, infatti, si concentra molto del know-how tecnologico dell’aerospazio, tanto che si definisce la città – senza ironie – la «Houston italiana». Spiega Walter Cugno, vice president dell’«Exploration and Science Domain» di Thales Alenia Space: «Al programma ExoMars hanno lavorato 450 persone, tra tecnici, ingegneri e fisici, negli stabilimenti di Torino, Milano, Firenze, Roma e L’Aquila». E aggiunge: «Solo a Torino si tratta di 250 specialisti, che hanno sviluppato la sonda».

Ieri molti di quei 250 erano davanti ai monitor, spiando, secondo dopo secondo, le fasi della missione, mentre un gruppo si era momentaneamente trasferito nel centro di controllo di Darmstadt, in Germania. Altri si affollavano in un’ulteriore area, sempre a Torino, al Centro spaziale Altec. Anche questa «space company», che segue molte delle attività scientifiche degli astronauti sulla Stazione Internazionale, è in prima linea per ExoMars. «Qui a Torino – dice Vincenzo Giorgio, amministratore delegato di Altec – abbiamo ricevuto i dati relativi a molti degli strumenti sia di “Tgo” sia di “Schiaparelli”». Ed è solo l’inizio. Ci si aspetta un profluvio di informazioni e immagini. «Poi tutto verrà messo a disposizione della comunità scientifica».

Il modulo di atterraggio di ExoMars è stato progettato per funzionare come una stazione meteo: monta un apparato - dalla sigla «Dreams» – realizzato dall’Inaf, l’Istituto nazionale di astrofisica. E intanto si lavora al rover del 2020: disporrà di una trivella in fase di realizzazione a Nerviano, vicino a Milano. «Sulla base dell’esperienza per la trivella della sonda Rosetta – osserva Marco Molina, specialista di Leonardo-Finmeccanica – abbiamo ideato un nuovo strumento, pensato per le caratteristiche del suolo marziano. Dovrà perforarlo fino a due metri di profondità. L’obiettivo è cercare acqua su Marte e, quindi, possibili forme di vita».

«Per la missione 2020, infatti, il lavoro è già iniziato», dice Giorgio. «A Torino abbiamo allestito una replica del terreno marziano. Poi l’area verrà ampliata e lì collauderemo il rover che andrà su Marte». A pilotarlo ci sarà un centro speciale: chiamato «Rocc», «Rover operation control center», permetterà di pianificare, giorno dopo giorno, le attività del robot a sei ruote. Che invierà immagini mozzafiato. «Quelle che tutto il mondo scientifico attende».

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La resa di conti fra governo e Ue arriverà il 5 dicembre

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Marco Zatterin parla di “tregua referendaria a Bruxelles” ovvero la resa di conti fra governo e Ue arriverà il 5 dicembre. Nel frattempo si lavora sul fronte libico

La Ue attende il premier al varco. Ma niente scontro fino al referendum

Francesi e tedeschi infastiditi dai toni del capo del governo. Il voto di dicembre è però ritenuto cruciale per la stabilità
Matteo Renzi arriva a Bruxelles forte dell’investitura a stelle strisce quale potenziale «salvatore dell’Europa». Nella capitale Ue, vestita a festa per il vertice d’autunno, il premier sbarca per dare battaglia sui migranti e, in controluce, per difendere la sua manovra, non propriamente simile a quella che la Commissione si aspettava. In città trova un clima di pace artificiale, tanto dolce quanto fragile e armata.

Nessuno fra i partner vuole dissidi con l’Italia a meno di 50 giorni dal referendum, ma ciò non significa che tutti siano entusiasti di come il governo amministra l’economia, amministra le frontiere e si rivolge all’Europa. E neanche che siano pronti ai passi che potrebbero evitare risse verbali che, a questo punto, sorprenderebbero solo i distratti.

Una voce italiana nei palazzi brussellesi dipinge l’umore recente di Renzi come «poco incline ad ascoltare consigli miti» e alla ricerca di spunti per contestare il patto a dodici stelle, «anche per conquistare consensi nel popolo euroscettico» in vista della consultazione del 4 dicembre. Il premier gioca la carta dell’attacco preventivo su deficit e debito per scongiurare una procedura di Bruxelles. Quindi contesta la «inaccettabile solidarietà flessibile» che l’Ue sta intrecciando per provare a dar dignità al dossier dei «salvataggi mediterranei».

Sui rifugiati qualcosa l’Italia dovrebbe portare a casa, fra oggi e domani. Si intravedono progressi sul Migration Compact, il piano di investimenti nei Paesi dove le migrazioni hanno origine, pensato per tagliare i flussi alla radice. Peccato che sulla redistribuzione di chi approda in Italia si sia davvero al palo: il peso dell’accoglienza resta in gran parte su di noi e non si vedono progressi sulla riforma del Regolamento di Dublino che dovrebbe alleggerirci il peso. A parte le solite capitali dell’Europa orientale, anche i francesi sono duri. Sostengono che ognuno deve fare la sua parte, il che equivale a stabilire che l’Italia deve gestirsi da sola la sua frontiera europea. Berlino vorrebbe aiutare, però da sola non basta.

Lo scontro sui migranti ha ricadute sulla partita economica. A Bruxelles vedono un Renzi furioso sulla solitudine italica nell’emergenza sbarchi perché vuole che la Commissione giustifichi i due decimi di punto di deficit in più non autorizzati che Roma ha messo in conto per il 2017. Sebbene le contrarietà di fondo dei soliti falchi non siano svanite, il consenso nel Team Juncker è «che non si vuole turbare il clima pre-elettorale». La prossima settimana diversi Paesi riceveranno una lettera con una richiesta di maggiori informazioni e spiegazioni sulle loro leggi di bilancio. L’Italia è per ora nella lista, anche se il regolamento non precisa in quale forma debbano avvenire le consultazioni e scrivere non è un obbligo. «Ci saranno molti negoziati, non semplici», si sente raccontare da una fonte che ribadisce le volontà per nulla aggressiva della Commissione. Risultato: o ci promuovono il 16 novembre; o prendono tempo e aspettano il dopo referendum. Una bocciatura diretta non è fra le soluzioni più probabili.

Renzi gioca su un terreno pieno di buche. La prospettiva referendaria lo aiuta. I suoi partner lo preferiscono alle possibili alternative, oltre che all’incertezza. «Non ci sarà una conferenza stampa a due qui a Bruxelles», giurano i francesi: «Bratislava non si replica». Nelle stanze tedesche si confessa «noi auspichiamo che il premier si affermi perché temiamo ripercussioni negative». Per questo, si aggiunge, «non vedete nostre dichiarazioni». Però è anche vero che, chiuse le urne, «sarà difficile restare fermi davanti all’atteggiamento di Renzi».

Quale? A Berlino c’è chi pensa che il premier dovrebbe moderare le parole su Francia e Germania perché «non è un modo accorto di intrattenere le relazioni». La tesi è che i problemi si risolvono con il dialogo, come ha fatto la Spagna. L’irritazione, privata, vale anche per la cattiva interpretazione dell’incontro a tre di fine agosto: Berlino e Parigi negano «uno spirito di Ventotene» che vada oltre l’asse bilaterale fra i due big.

La minaccia è che dopo il 5 dicembre le cose possano cambiare. Non una resa dei conti, ma quasi. Merkel e Hollande potrebbero togliere il silenziatore. La Commissione potrebbe metterci in mora per i conti fuori norma. Scenario minaccioso. Tanto tosto quanto forzatamente idilliaca è l’atmosfera che si prepara intorno alla delegazione Italia al vertice Ue. Per Renzi comunque è un’occasione da cogliere. Ma deve tenere presente che, se tirerà troppo la corda, la reazione dei soci potrebbe essere decisa se non violenta.

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lastampa/La Ue attende il premier al varco. Ma niente scontro fino al referendum MARCO ZATTERIN

Oggi Renzi lancerà la sua sfida all’Europa

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Con alle spalle la festa alla Casa Bianca, Renzi arriva oggi a Bruxelles per il Consiglio Europeo. L’approccio è di sfida: su manovra e migranti il premier va all’attacco.

Renzi accende la sfida a Bruxelles: “Infrazioni a chi respinge i migranti”

Da Washington il premier avverte l’Unione: manovra finanziaria molto seria. E rilancia: siamo in credito, per bocciare la legge dovrebbero dire no ai fondi per Amatrice

WASHINGTON – Ora che la «festa» è finita, Matteo Renzi potrebbe godersi il successo, magari far capire perché il presidente degli Stati Uniti è stato così generoso con lui, ma la sirena delle vicende domestiche finisce per risucchiarlo, inesorabilmente.

Seduto su un divano dell’ambasciata italiana, il presidente del Consiglio incontra i giornalisti per una chiacchierata e ovviamente, in premessa non può che compiacersi per «il rapporto straordinario» allacciato con Obama, per il risultato politico «tecnicamente incredibile» determinato dalla accoglienza che gli ha riservato il presidente Usa, ma appena qualcuno prova a stuzzicarlo sui «rumors» che parlano di una possibile bocciatura della legge di Stabilità da parte di Bruxelles, il presidente del Consiglio si inalbera e dà avvio ad una raffica di battute taglienti: «Abbiamo fatto una manovra molto seria con un rapporto del 2,3% e come al solito ricompaiono le «perplessità», i portavoce anonimi che obiettano, che minacciano bocciature… Ma Bruxelles dirà di no su cosa? Sui soldi per Amatrice? O su quelli per una scuola? O sui 2 miliardi in più per la sanità? Bene, me lo dicano, mi mandino due righe scritte: questo o quest’altro non va bene!».

Renzi, reduce dagli allori della Casa Bianca, è così «carico» che arriva a rilanciare: «Ma la relocation (la ridistribuzione dei migranti nei Paesi Ue, ndr) dov’è? Noi aspettiamo una procedura di infrazione», brevissima pausa e poi conclude: «… per quei Paesi che non fanno la relocation!».

Dunque il messaggio a Bruxelles è lanciato: se immaginate di fare una lettera di richiamo all’Italia, dovete aprire una procedura di infrazione a tutti quei Paesi, tanti, che non hanno rispettato la decisione del Consiglio di ridistribuire i migranti già arrivati in Europa e che in quantità consistenti si trovano in Italia. Renzi evita accuratamente di alludere ad altre infrazioni, suscettibili di procedura, come il surplus commerciale della Germania, o come lo sfondamento sul deficit della Francia. Non pesta piedi importanti perché punta a far passare la flessibilità sui migranti, mettendo sul piatto le inadempienze altrui proprio su questo dossier. Al fondo dei pensieri c’è sempre la madre di tutte le battaglie: quella per il referendum. Una sconfitta in Europa e una minore disponibilità finanziaria non aiuterebbero e, alla luce delle reazioni in Italia alla grande accoglienza di Obama, a Renzi forse è venuto un dubbio: un certo eccesso di enfasi potrebbe rivelarsi un boomerang. E a chi gli chiede se voglia ridimensionare l’endorsement, lui risponde: «No, non freno assolutamente!». Teme forse che faccia breccia il tema dell’ingerenza americana? «Ma no. Con Obama, di referendum abbiamo parlato un attimo prima, ma non sta né in cielo né in terra che tutta questa accoglienza sia stata organizzata come uno spottone per il referendum! Ma di che stiamo parlando? Se arriva una domanda sul referendum, ovvio che Obama risponde come ha risposto».

In Italia c’è chi, come Renato Brunetta, è arrivato a dire che, dopo l’intervento sulla Brexit, Obama porterebbe «sfiga»… Renzi replica: «Ma dai, ragazzi! Stiamo parlando del presidente degli Stati Uniti e mi parlate di Brunetta? Capisco che non funziona, che non c’è notizia a spiegarvi che è stata una festa degli Obama che lasciavano, che è andato tutto bene e che l’Italia è tornata affidabile». E sull’accoglienza «da star», Renzi fa sapere che Obama lo informò di chiudere la sua presidenza con una cena di Stato in onore dell’Italia in primavera, «quando la vicenda del referendum era lontana».

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lastampa/Renzi accende la sfida a Bruxelles: “Infrazioni a chi respinge i migranti” FABIO MARTINI – INVIATO A WASHINGTON

Trump-choc a Las Vegas

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Nel terzo e ultimo dibattito presidenziale, a Las Vegas, è Donald Trump che sorprende l’America affermando: “Lascerò in sospeso fino all’ultimo l’accettazione del risultato” la notte dell’Election Day.

Mai prima un candidato alla Casa Bianca aveva minacciato di contestare l’esito delle urne e Trump lo fa denunciando i democratici perché garantirebbero il voto a molti illegali. Hillary Clinton replica affermando che Trump “nega le regole della democrazia americana”.

Hillary-Trump, scontro totale nell’ultimo duello tv. Il tycoon: “Non so se accetterò il risultato”

LAS VEGAS – Donald Trump si è rifiutato di promettere che accetterà il risultato delle elezioni, se l’8 novembre dovesse perdere. Questo è il titolo uscito dall’ultimo dibattito presidenziale di ieri sera a Las Vegas, e probabilmente ciò significa anche la fine della corsa alla Casa Bianca per il costruttore miliardario. La sua dichiarazione infatti ha oscurato tutto quanto di buono poteva aver detto nel resto del confronto, complicando i suoi tentativi di rimontare nei sondaggi.

Il dibattito di Las Vegas era cominciato con un tono molto più civile dei precedenti, grazie al moderatore della Foxnews Chris Wallace, che aveva obbligato i due candidati a rispondere con serità alle sue serie domande. Dalle armi all’aborto, dai giudici dela Corte Suprema alle ricette economiche, erano emersi punti di vista diversi, ma con civiltà e una relativa profondità di analisi mai vista prima.

Quando il discorso è passato al tema dell’immigrazione, però, il tono è cambiato. Quindi Trump è caduto nella trappola di non garantire la concessione della sconfitta: «Deciderò alla fine, vi lascerò in sospeso». Questa è una minaccia grave per la democrazia americana, che si regge sul passaggio pacifico dei poteri in base alla volontà degli elettori. Un conto è chiedere di rivedere lo spoglio se perdi di 500 voti, come accadde ad Al Gore nel 2000, e un altro mettere in discussione il risultato in anticipo, accusando l’avversario e il sistema di brogli. Questa denuncia forse piacerà alla base elettorale di Donald, che comunque lo avrebbe votato, ma difficilmente convincerà gli indecisi, che lui ha bisogno di conquistare per vincere, se hanno ragione i sondaggi che alla vigilia lo davano indietro di 7 punti rispetto ad Hillary a livello nazionale.

Niente stretta di mano dopo il dibattito in tv (lapresse)

Trump in realtà nei primi trenta minuti era stato disciplinato, e più preparato del passato. Aveva segnato dei punti criticando la Clinton Foundation, che «se vuole difendere i diritti delle donne dovrebbe restituire i milioni ricevuti da paesi come l’Arabia». Un po’ meno sicuro era stato nella difesa dagli attacchi per le molestie alle donne, perché aveva detto che le accuse sono false e forse create ad arte dalla campagna di Clinton. Così però aveva riservato loro lo stesso tattamento che Hillary aveva usato con le amanti di Bill, perdendo quindi la possibilità di attaccarla su questo fronte. Poi aveva condannato il furto di mail fatto dagli hacker russi, se confermato, ma non aveva condannato Putin con cui vorrebbe andare d’accordo, consentendo a Clinton di definirlo «un pupazzo» del Cremlino. Quindi Hillary lo aveva bollato come «la persona più pericolosa che si sia mai candidata alla Casa Bianca».

Il problema è che tutto questo, buono o cattivo che fosse, svanisce davanti alla minaccia di non riconoscere il risultato delle elezioni. Così per i prossimi giorni si parlerà solo della nuova gaffe di Trump, in cima ai titoli di tutti i giornali e criticata dallo stesso Partito repubblicano, invece che del suo messaggio.

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lastampa/Hillary-Trump, scontro totale nell’ultimo duello tv. Il tycoon: “Non so se accetterò il risultato” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A LAS VEGAS

Debacle Politica (Lo Piano – Redsint)

Se le previsioni fossero reali, come sembra che lo siano, nella prossima tornata elettorale del 4 Dicembre per Renzi e tutto il Governo sarebbe una debacle politica senza se e ma. I sondaggi dicono che il 76% degli Italiani voltera’ le spalle alla sua Riforma Istituzionale.
Per chi governa e spera ancora di farlo, non sarebbe dignitoso andare avanti con una politica non gradita alla maggioranza degli Italiani, che non la ritengono efficace per risollevare l’economia di una Nazione gia’ al collasso.
Da un sondaggio fatto da “Reputation Manager” Azienda Leader per monitorare sui Blog, Siti One Line, Social Network, l’umore degli Italiani nei confronti della riforma, la stragrande maggioranza della popolazione votera’ NO, considerano Renzi un bugiardo, un racconta favole, le elemosine politiche dell’ultimora non incantano piu’, la gente e’ stanca di vivere di elemosine.
Accorciamento Senatoriale
Se in Italia si deve risparmiare, non sara’ certamente l'”accorciamento” dei Senatori che portera’ ad un abbattimento dei costi, visto che i loro posti saranno rimpiazzati da Sindaci e Consiglieri Regionali,
A questi, prima ancora che si siedano negli scanni, verra’ data l’immunita’ parlamentare, che gli dovrebbe consentire almeno in teoria, ad essere in un certo senso protetti in caso di marachelle.
Scenari Apocalittici
Renzi ha prospettato in caso di perdita elettorale, meno sicurezza contro il terrorismo, meno risorse per fronteggiare l’Isis, e un aumento dello Spread, come se lui e il suo Governo fossero gli ultimi guerrieri a baluardo della nostra sicurezza nazionale.
Credibilita’ in seno alla Comunita’
Se dovessero vincere i Si, Renzi avrebbe piu’ credibilita’ in seno alla Comunita’ Europea? con lui o senza di lui le cose non cambierebbero, almeno fino a quando non vi sara’ la persona giusta che si fara’ rispettare nei termini e nelle modalita’ giuste.
Personalizzazione del voto poi ritirata
Non sara’ piaciuto agli Italiani il suo voltafaccia, prima aveva asserito che in caso di perdita sul Referendum Istituzionale sarebbe andato a casa, poi si e’ tirato indietro, asserendo che aveva commesso un madornale errore nella personalizzazione del voto.
In questo scenario politico gli Italiani non si sentono protetti da un Governo sempre piu’ bugiardo e infido, con il voto di Dicembre Renzi & Company potrebbero trasformarsi in polvere di stelle (cadenti).
PS :
Un sentito ringraziamento a Gino Gatto che ha collaborato nella stesura dell’articolo.

Valentina Milluzzo, morta per ”infezione” d’obiezione di (in)coscienza

Valentina Milluzzo, 32 anni, incinta di due gemelli, alla diciannovesima settimana di gravidanza, era stata ricoverata all’ospedale Cannizzaro di Catania alla fine di settembre in seguito alla dilatazione dell’utero. Dopo un paio di settimane qualcosa non va. Ha forti dolori, ha la febbre alta, collassa. La temperatura corporea è di 34 gradi, la pressione arteriosa è bassa e uno dei due feti avrebbe sofferto una crisi respiratoria per cui bisognerebbe intervenire per cercare di rimediare alla sepsi che minaccia la vita di Milluzzo estraendo il feto in sofferenza ed invece, ecco la lapidaria risposta che avrebbe dato il medico che avrebbe dovuto e potuto intervenire: “Fino a che è vivo io non intervengo”, solo quando il cuore del feto si ferma sarà estratto e a nulla, sempre a quanto riportato dall’Ansa, sarebbero valse le urla di dolore della donna ne un’altra ecografia che mostra la sofferenza fetale anche del secondo gemello. La risposta del medico sarebbe stata la stessa. La donna viene portata in rianimazione. Il 16 muore. Da qui la doverosa inchiesta del procuratore Carmelo Zuccaro dopo la denuncia ricevuta in base all’articolo 9 della legge 194 che recita: 

“L’obiezione di coscienza non può essere invocata dal personale sanitario, ed esercente le attività ausiliarie quando, data la particolarità delle circostanze, il loro personale intervento è indispensabile per salvare la vita della donna in imminente pericolo”.

Ma leggiamo ora come ha riportato la notizia l’Ansa:

Muore dopo aborto due gemelli, inchiesta (Mimmo Trovato)

A Catania a quinto mese gravidanza. Pm, atto dovuto dopo denuncia

Valentina Milluzzo morta per ''infezione'' d'obiezione di (in)coscienza
Valentina Milluzzo morta per ”infezione” d’obiezione di (in)coscienza

La Procura di Catania ha aperto un’inchiesta sulla morte di una 32enne impiegata di banca deceduta il 16 ottobre scorso, dopo 17 giorni di ricovero nell’ ospedale Cannizzaro per delle complicazioni alla 19/ma settimana di gravidanza avviata con la procreazione assistita in un’altra struttura. La donna, incinta di due gemelli, nati morti, era sposata con un trentenne, ed era alla prima gravidanza. Anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin ha deciso di inviare gli ispettori all’ospedale.

Il fascicolo della Procura è stato attivato, come atto dovuto, dopo la denuncia dei familiari della donna che nella loro ricostruzione dei fatti parlano di un medico che si sarebbe rifiutato di estrarre i due feti, quando sono entrati in crisi respiratoria, perché obiettore di coscienza.

Il procuratore Carmelo Zuccaro ha disposto il trasferimento della salma in obitorio, bloccando i funerali che erano stati organizzati nel paese del Catanese di cui la donna era originaria, e il sequestro della cartella clinica. La magistratura disporrà l’autopsia dopo avere identificato il personale in servizio che sarà indagato, come atto dovuto, per omicidio colposo per potere eseguire l’esame medico legale.

Dalla Procura si conferma il contenuto della denuncia, ma si sottolinea che “questa è la prospettazione dei fatti esposta dalla famiglia, che dovrà essere verificata”. Ma per questo occorrono un’analisi attenta della cartella clinica e l’esito dell’autopsia.
A riferire il contenuto dell’esposto presentato alla Procura è il legale della famiglia, l’avvocato Salvatore Catania Milluzzo. “La signora al quinto mese di gravidanza – sostiene il penalista – era stata ricoverata il 29 settembre per una dilatazione dell’utero anticipata. Per 15 giorni va tutto bene. Dal 15 ottobre mattina la situazione precipita. Ha la febbre alta che è curata con antipiretico. Ha dei collassi e dolori lancinanti. Lei ha la temperatura corporea a 34 gradi e la pressione arteriosa bassa. Dai controlli – aggiunge – emerge che uno dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire, ma il medico di turno, mi dicono i familiari presenti, si sarebbe rifiutato perché obiettore di coscienza: ‘fino a che è vivo io non intervengo’, avrebbe detto loro. Quando il cuore cessa di battere viene estratto il feto e mostrato morto ai familiari. Due di loro possono avvicinare la donna che urla dal dolore e grida continuamente ‘aiuto’. Viene eseguita una seconda ecografia – continua nella ricostruzione il penalista – e anche il secondo feto mostra delle difficoltà respiratorie. E anche il quel caso il medico avrebbe ribadito che lo avrebbe fatto espellere soltanto dopo che il cuore avesse cessato di battere perché lui era un obiettore di coscienza”.
Il secondo feto, secondo la denuncia, non è mostrato ai familiari. E un medico li avvisa che “le condizioni della donna sono gravissime perché la sepsi si è estesa, con una setticemia diffusa”. La donna sedata è portata in rianimazione, “e i familiari – osserva l’avvocato Catania Milluzzo – riferiscono di averla vista con dei cerotti sulle palpebre che le chiudevano gli occhi”. Poi domenica 16 ottobre la notizia del decesso.

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ansa/Muore dopo aborto due gemelli, inchiesta (Mimmo Trovato)

Sotto la Lente – Juve Stabia, alla scoperta di Danilo Russo

Protagonista della nostra rubrica è oggi Danilo Russo, il portiere della Juve Stabia. L’estremo difensore è nato a Pompei nel 1987 ma ha sempre vissuto a Castellammare; possiamo considerarlo quindi uno stabiese d.o.c.. Fin da giovane Russo ha fatto vedere doti importanti tanto da ricevere la prestigiosa chiamata del Genoa; proprio durante gli anni al Grifone Danilo ha giocato con tanti colleghi che adesso militano in Serie A ed in Nazionale e che ricorda con affetto e stima.

Le stagioni più importanti di Danilo sono quelle alla Pro Vercelli, allo Spezia ed al Vicenza. Russo è un portiere con fondamentali di prim’ordine, che riesce sempre a farsi trovare pronto una volta chiamato in causa; portiere essenziale che lascia poco spazio allo spettacolo ma molto di più alla concretezza. L’idolo di Danilo non poteva che essere Gianluigi Buffon, fenomeno nonché continua fonte d’ispirazione. Particolarità di Danilo è il numero 22 che campeggia sulla sua maglia: lo stesso estremo difensore confessa di odiare la monotonia anche nei numeri e quindi di aver scelto un numero diverso dal classico 1. Non è la prima volta che è Russo si affida una numerazione particolare: durate l’esperienza al Vicenza ha indossato infatti il numero 7.

Il compagno di squadra con cui Russo ha legato di più è il difensore argentino Santiago Morero; i due risiedono a Vico ed ogni giorno si recano insieme agli allenamenti; tra le loro famiglie è nato inoltre un legame sincero. Il portiere gialloblù però precisa che quello di quest’anno è un gruppo davvero sano e che di conseguenza si sente legato a tutti i compagni di squadra.

Pur essendo un portiere di assoluto livello, Danilo afferma di voler sempre migliorare e di lavorare quotidianamente per aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi; Russo in questo scorcio iniziale di stagione si è reso protagonista di interventi superlativi, come quello di Monopoli o di Reggio Calabria. Danilo però considera quella sul colpo di test di Cellini all’esordio della stagione in Coppa Italia a Livorno, la miglior parata della sua stagione. Danilo ammette poi che uno degli aspetti che più gli piace da suo ruolo è il contatto per tutti 90 minuti o quasi con i tifosi; proprio la passione della Curva Sud e dei tifosi gialloblù dà sempre una carica incredibile al portiere stabiese.

Fuori dal campo Danilo ama rilassarsi con la famiglia; tra le sue passioni estive ci sono il tennis e la pesca subacquea. Danilo inoltre ama gli animali: a casa ha un cane, due pappagalli, due tartarughe d’acqua dolce e ci confessa che sta tentando di convincere la moglie a prendere un altro cane, ma l’opera di convincimento è più difficile di una grande parata. Ringraziamo Danilo e l’Ufficio Stampa della Juve Stabia.

Raffaele Izzo

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Boom e Flopp(y) (Mauro Lo Piano – Redsaint)

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Dopo il Boom delle assunzioni dovute alle super promozioni della Jobs Act, era normale che esauriti gli sgravi fiscali, ci fosse un’inversione di tendenza, un vero e proprio Flopp(y) sulle assunzioni e un Boom nei licenziamenti.
Boom e Flopp(y) sono 2 bestie feroci, difficilmente addomesticabili, prima di chiuderle nello stesso recinto e possano convivere assieme ci voleva un periodo di prova.
Renzi non e’ un domatore, ma da buon venditore di fumo, conosce le Leggi della gravita’, e’ risaputo che i boom economici e gli eventuali crolli, possono stare in piedi solo se gonfiati con aria fritta, in quest’arte e’ un maestro, sarebbe capace di far camminare pure i sacchi vuoti.
Renzi parte per l’America mentre :
I dati sull’occupazione, sul debito pubblico, sulla nostra economia, sulle coperture finanziarie, non sono certo rassicuranti, i conti pubblici tornano solo sulla lavagna.
Occupazione :
Con la cessazione degli sgravi contributivi, ha perso ogni vigore la spinta delle assunzioni, un datore di lavoro non e’ in grado di mantenere un dipendente con le tasse che bisognerebbe pagare, ne’ tantomeno tenere in piedi la propria azienda quando i contributi da versare allo Stato sfiorano quasi il 70% sugli utili.
Nei primi mesi dell’anno, rileva l’osservatorio INPS, abbiamo avuto un vero e proprio crollo delle assunzioni con contratti stabili, un tonfo pari al 33%, 1 assunto su 3 e’ stato licenziato. Se cio’ non bastasse si e’ riscontrato un 2° Boom, quello dei licenziamenti per giusta causa, 46 mila nei primi 8 mesi dell’anno.
Possibile che in Italia siano tutti assenteisti o fannulloni?
La sospensione definitiva dal lavoro puo’ star bene per coloro che timbrano il cartellino e vanno a fare shopping, veri e propri fannulloni cronici, ma la maggior parte dei licenziamenti si sono avuti per la cancellazione dell’Art.18 e l’introduzione dei contratti a tutele crescenti. Tutti questi escamotage, messi in atto solo per confondere le idee, non hanno portato a nessun risultato concreto, anzi hanno aggravato una situazione gia’ critica.
Oggi in Italia a distanza di 2 anni dall’introduzione delle nuove Leggi attuate da Renzi, nulla e’ mutato, le tasse sono sempre le stesse, si cambiano solo le sigle per dar meno nell’occhio, i disoccupati sono stabili all11%, sul debito pubblico, sull Pil s e sulle coperture finanziarie e’ meglio non aprire quest’argomento
In questa disastrosa situazione in cui si trova il nostro Paese, Renzi, ha avuto il tempo ed il coraggio di andare a cena con Obama, (sarebbe stato preferibile che il Presidente americano avesse invitato il nostro Capo dello Stato), di prendersi meriti su riforme inesistenti,  di baciare il santo, e tornare con lo stomaco pieno a casa, mentre 4 milioni di Italiani si devono accontentare di mangiare nelle mense della Caritas.
Buona digestione Presidente.

VIDEO ViViCentro – Besiktas, Inler: “Napoli è sempre una piazza speciale per me”

Queste le sue parole

E’ arrivata una sconftta nel terzo turno del girone d Champions League per il Napoli. Sconfitta interna contro il Besiktas per 3-2 in una gara che ha visto troppi errori commessi che ne hanno condizionato l’esito. Al termine del match, in mixed zone, ai nostri microfoni, ha parlato Gokhan Inler, oggi centrocampista dei turchi.

dal nostro inviato al San Paolo, Ciro Novellino

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