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In viaggio con Hillary dal Westchester al New Hampshire: ”A Trump non rispondo più”

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Siamo andati in viaggio con Hillary Clinton, a bordo dell’aereo che l’ha portata dalla contea di Westchester al New Hampshire, a due settimane dal voto che le può aprire le porte della Casa Bianca. Tra gli inviati che salgono sul suo aereo c’è Paolo Mastrolilli, de La Stampa, e quando la domanda si sposta sul suo avversario, la democratica risponde: “Guardate, ormai a Donald Trump non rispondo neanche più. L’ho fatto durante i tre dibattiti e può bastare”. Hillary si dice sicura di vincere “a valanga” ma svela di essere superstiziosa: “Dirò i nomi della squadra solo dopo l’esito del voto” dell’8 novembre.

In viaggio con Hillary : “A Trump non rispondo più”

“Sono superstiziosa, non penso al team di governo ma a vincere”

ST. ANSELM (NEW HAMPSHIRE) – «Guardate, ormai a Donald Trump non rispondo neanche più. L’ho fatto durante i tre dibattiti e può bastare». Quando parla così ai giornalisti al seguito, Hillary Clinton non vuole solo liquidare il suo avversario. La candidata democratica intende lanciare un messaggio politico. Ormai non punta soltanto a conquistare la Casa Bianca, ma vuole vincere a valanga, per aiutare i democratici a riconquistare almeno la maggioranza al Senato, e ottenere un mandato forte per la sua presidenza.

Per questo ha deciso di venire nel New Hampshire a tenere un comizio con la senatrice Elizabeth Warren: da una parte, vuole inseguire l’elettorato giovane e liberal che durante le primarie aveva preferito Bernie Sanders; dall’altra, vuole dare una mano alla candidata democratica locale alla Camera alta, Maggie Hassan, per sconfiggere la repubblicana Kelly Ayotte e sottrarre un seggio al Gop. In altre parole, nonostante l’ultimo sondaggio nazionale della Rasmussen la dia due punti indietro a Trump, lei si sente così sicura della vittoria l’8 novembre, che ormai può dedicare tempo e risorse a spingere i compagni di partito per demolire i repubblicani.

Il viaggio con Hillary, il primo in cui un media italiano viene accettato sul suo aereo, comincia alle 9 di mattina in un terminal privato dell’aeroporto della Westchester County. Il Boeing 737 aspetta sulla pista, con lo slogan «Stronger Together» dipinto ovunque. Anche i tovagliolini della colazione, a base di burritos vegetariani, hanno stampata sopra la H maiuscola con la freccia.

Prima di decollare, Clinton dà il senso di dove sta andando la campagna: «Non serve più nemmeno che risponda a Trump. Ieri sera ha scritto un tweet in cui diceva che l’offensiva per riconquistare Mosul è un complotto organizzato per aiutarmi a vincere, e sta già andando malissimo. Un candidato presidenziale può parlare così dei nostri militari impegnati in combattimento? Certo, lui conosce l’Isis meglio dei generali…». Parlando con una radio locale, Hillary riprende anche la polemica scatenata da Donald quando ha minacciato di non riconoscere il risultato delle elezioni: «È una roba terrificante, che nessuno prima di lui si era permesso di fare. Così mina le basi della nostra democrazia». Quando però i giornalisti le chiedono se sta già preparando la sua squadra di governo, Clinton fa un passo indietro. Per un motivo che nessuno si aspetterebbe: «Sono superstiziosa. Questo non è il momento di pensare ad altro, se non a vincere le elezioni».

Dietro le quinte, però, i suoi collaboratori non controllano l’ottimismo: «I dati dei voti già espressi prima dell’apertura dei seggi – dice una fonte autorevole della campagna – sono molto incoraggianti, soprattutto in Stati contesi come il Nevada e la North Carolina. A questo punto pensiamo che regioni come la Pennsylvania e il New Hampshire, su cui Trump aveva puntato per conquistare aree democratiche, siano al sicuro. Quindi possiamo permetterci di investire tempo e risorse su obiettivi come l’Arizona o la Georgia, che in teoria dovevano votare senza discussioni per i repubblicani».

La senatrice Warren è stata chiamata a introdurre Clinton sul palco, anche perché «è la persona che irrita Trump più di tutte al mondo». Infatti Elizabeth non si contiene: «Donald ha detto che noi donne siamo cattive e maligne. Giusto, e l’8 novembre noi donne cattive e maligne andremo alle urne con le nostre facce cattive e maligne, per liberarci di lui una volta per sempre». Quindi aggiunge: «Donald dice che il sistema è truccato. Ha ragione. È truccato in favore dei ricchi come lui, perciò abbiamo bisogno di eleggere Hillary per riequilibrarlo in favore della classe media e delle persone più disagiate». Va anche oltre il mandato, quando minaccia i capi delle grandi aziende: «Se un amministratore delegato viola la legge, deve andare in prigione come chiunque altro». Questa è una concessione ai giovani e all’elettorato liberal, che ha il compito di riportare a casa.

Hillary sale sul palco con un tailleur azzurro che riprende il colore dei cartelloni della sua campagna, e attacca sui temi che aveva accennato prima: «Se volete un’economia equa, che funzioni per tutti, non potete permettere che Trump vinca». Quindi, dopo quello delle donne, apre anche il fronte degli omosessuali: «Se ciò che abbiamo già visto non bastava, ora c’è un dipendente gay dei campi da golf di Donald che gli ha fatto causa per discriminazione estrema, basata sulle tendenze sessuali. Quando toccheremo finalmente il fondo?».

I consiglieri di Hillary pensano che Donald lo abbia già raggiunto, anche perché ha esaurito pure le munizione degli «attacchi lanciati dalla Russia usando Wikileaks». Ora si tratta solo di affondare il colpo finale. Per Trump, e per il partito che non ha avuto il coraggio o la forza di fermarlo.

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lastampa/In viaggio con Hillary : “A Trump non rispondo più” PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A ST. ANSELM (NEW HAMPSHIRE)

Brescia, teatro: RAPITI DALL’EDEN – I sabato pomeriggio tra cinema e teatro (VIDEO)

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NUOVO EDEN

Via Nino Bixio, 9 – Brescia

SABATO 22 OTTOBRE 2016 ore 17.30

RAPITI DALL’EDEN

I sabato pomeriggio tra cinema e teatro

a cura di Daniele Pelizzari

Per il ciclo “ RAPITI DALL’EDEN ” – i sabato pomeriggio tra cinema a teatro, realizzati dal CTB Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con il NUOVO EDEN, sabato 22 ottobre 2016 alle ore 17.30, Daniele Pelizzari, curatore degli incontri, intervisterà Simone Cristicchi, interprete de “IL SECONDO FIGLIO DI DIO” spettacolo in scena al Teatro Sociale fino al 30 ottobre 2016, prodotto dal CTB Centro Teatrale Bresciano e Promo Music.

A seguire la proiezione del film: Dall’altra parte del cancello

Durata: 73’

Cristicchi e Alda MeriniUn vero e proprio diario di viaggio del quale Simone Cristicchi è narratore ed attore, viaggio che lo porta a visitare in prima persona diverse ex strutture manicomiali del nostro Paese, da Roma a Genova.

Per la prima volta, a raccontare la sconosciuta tragedia di queste istituzioni dimenticate, sono coloro che dell’istituzione sono stati vittime incolpevoli: i malati di mente. Attraverso i loro sguardi, le parole biascicate, i loro lucidissimi ricordi di dolore, emerge un ritratto terribile di vite dimenticate e di torture legalizzate, le une e le altre troppo spesso ignorate.

INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO DEI POSTI

Sarri segue la linea soft: niente ritiro, ma al San Paolo…

Sarri segue la linea soft: niente ritiro, ma al San Paolo…

Dopo l’allenamento di questo pomeriggio e la seduta video, Il Mattino riferisce che Sarri manderà tutta la squadra a casa. Niente ritiro e linea soft, con l’appuntamento che ci sarà€ domani mattina a Castel Volturno, per la seduta in campo che è€ una delle cose a cui Sarri bada di più€ per fare le scelte di formazione. Al San Paolo, contro l’Empoli, non ci sarà il pienone visto che la prevendita, fino a ieri pomeriggio, ha portato all’acquisto di soli duemila biglietti, un vero e proprio record negativo stagionale. Allo stadio, ci sarà De Laurentiis.

ESCLUSIVA- Manniello: “Fontana è il miglior acquisto della Juve Stabia, con lui si rivede lo spirito di gruppo”

L’intervento di Franco Manniello in diretta e in esclusiva al Pungiglione Stabiese

Durante la puntata de “Il Pungiglione Stabiese” programma radiofonico a cura della nostra redazione, in onda ogni lunedì a partire dalle 19.30 su ViviRadioWeb, è intervenuto in esclusiva il patron della Juve Stabia Franco Manniello.

E’ stata una vittoria importante quella ottenuta contro la Paganese. La Juve Stabia adesso è distante un solo punto dal primato. Le sue parole nel dopo Catania continuano ad essere confermate dalle prestazioni di questa Juve Stabia che davvero sta andando alla grande: Esattamente, dopo la prima partita persa a Catania non ero affatto abbattuto. Sono convinto che abbiamo un buon organico, nonchè un ottimo allenatore. Non siamo favoriti rispetto a Lecce, Foggia e Matera, ma sicuramente ci inseriamo con convinzione e determinazione anche noi, ce la giocheremo fino in fondo consapevoli del nostro potenziale.

Contro la Paganese l’ex Dicuonzo ha provocato i calciatori gialloblè per tutta la gara, cosa ha da dirci in merito al suo comportamento poco professionale: Solo a fine gara ne sono venuto a conoscenza di quanto fosse successo, non lo sapevo nè io e nè tantomeno il presidente Trapani, il quale poi mi ha promesso che lo avrebbe multato. Un comportamento inspiegabile visto che ha agito senza alcun motivo, anche perché stava in panchina, e a fine primo tempo ha raggiunto Izzillo alle spalle, dandogli uno schiaffo. Da li poi è nato un parapiglia. Preferisco non commentare anche perché con questo suo comportamento ha deluso un po’ tutti, noi della Juve Stabia lo conosciamo.

Quest’anno si rivede un bel gruppo affiatato; ne dà conferma Lisi che si è sacrificato nel giocare da terzino destro per sostituire Cancellotti, in permesso speciale, e quindi per il bene della Juve Stabia ha giocato in un ruolo non suo: Certo, si è formato un ottimo gruppo, ben gestito da Fontana, ed infatti tutti sono consapevoli che stanno disputando un buon campionato che, pian piano, sta riportando un pò di entusiasmo tra i tifosi. Sarò anche di parte, ma a Pagani credo di aver visto un’altra partita rispetto a tante persone di fede paganese. Tra le tante lamentele, francamente non ho visto un tiro in porta da parte della Paganese e neanche una parata da parte di Russo, a differenza del loro portiere che ha dovuto compiere un intervento prodigioso su Kanoutè. Con questo non voglio far polemica, anzi, c’era un clima bellissimo, ho ricevuto una buona accoglienza e ho assistito tranquillamente alla partita in compagnia del presidente Trapani. Potrebbero tranquillamente far venire i tifosi allo stadio, ognuno dovrebbe capire che il calcio è un divertimento e non una guerra. Sono contento della partita di ieri, un buon risultato e adesso sotto con il Cosenza. Prepareremo al meglio il prossimo match, consapevoli di andar ad affrontare una squadra temibile che si chiude in difesa per poi ripartire.

In campo una sola squadra che ha meritato ampiamente la vittoria. Rispolverare un vecchio motto, cosa le ha rigenerato come sentimento: Ripeto ho massima fiducia in questa squadra, e non lo dico adesso che stiamo ad un punto dal primato, ma l’ho già detto dalla sconfitta di Catania quando vidi la rabbia agonistica che avevano profuso in campo i ragazzi. Penso che la Juve Stabia abbia sbagliato solo il secondo tempo di Reggio Calabria, poi onestamente noi dobbiamo continuare a giocare come stiamo facendo, cercando di divertirci senza pressioni, avendo la consapevolezza di poter lottare alla pari contro le corazzate Lecce, Foggia e Matera. Qui si vede la bravura del nostro allenatore, è dall’inizio dell’anno che per tante defezioni ha dovuto ridisegnare la squadra per sopperire alle mancanze dei vari Zibert, Capodaglio, Montalto. Adesso speriamo di non avere ulteriori problemi e di poter contare sull’intero organico a disposizione. Domenica mancherà Morero, ci auguriamo che almeno Cancellotti possa recuperare.

Ad inizio anno non tutti vedevano di buon occhio la scelta di mister Fontana. Lei ha sempre creduto nel tecnico per la sua voglia di rivalsa pur non avendo un curriculum importante. Si può ritenere una scommessa vinta?: Lo dirò a fine campionato se è stata una scommessa vinta o persa, anche se una scommessa del genere l’ho già vinta con Rastelli e in parte anche con Pancaro, un grande allenatore che però come gli ho già detto in privato deve solo un po’ limare il suo carattere calabrese.

Presidente una doppia domanda. Chi le fa più paura tra Lecce, Foggia, Matera e Cosenza? Siccome Lecce e Foggia giocheranno lunedì, si è reso conto che in caso di vittoria, per una notte si potrebbe respirare aria da capolista?: Non ho difficoltà nel dire che temo il Matera per un motivo semplice. Ha un allenatore navigato e calciatori di categoria. Per quanto riguarda la seconda domanda, beh, più che per una notte, mi auguro un bel pareggio tra Lecce e Foggia, così per una settimana saremo noi a condurre il primato.

In chiusura presidente, parlando di remake, è stato bello rivedere quell’entusiasmo a Castellammare, che richiamava un pò uno storico post derby contro la Nocerina: Sono scaramantico, è presto parlarne, seppur mi sembra che si stiano ripetendo determinate cose. Il problema è un altro, sta che noi dobbiamo combattere contro piazze che hanno una media di 15000 spettatori a partita. Per poter competere dobbiamo essere non bravi, ma molto di più di loro perché purtroppo la matematica non è un’opinione, più incassi e più puoi spendere prendendo più calciatori di un certo calibro. Ma nonostante tutto resto fiducioso, e la storia insegna che spesso può vincere anche Davide contro Golia. Piange il cuore costatare che in una città come Castellammare che annovera 65’000 abitanti allo stadio vengono soltanto il 3% della popolazione, una percentuale troppo misera in rapporto agli abitanti. Se questa città non ci diamo una mano tutti insieme per rialzarla, non è che si può aspettare sempre il Franco Manniello di turno che si accolli l’intera gestione e i costi di un club che milita in Lega Pro. In passato ricordo un Menti che contava 10’000 spettatori, l’ho vissuto quei tempi, adesso non voglio pensare che tutti seguono Sportube. Un vero peccato visto che la squadra gioca un bel calcio, che in cinque partite casalinghe ha segnato ben 15 gol e solo due subiti, di cui uno su rigore, si può dire una media di tre gol a partita. Senza ombra di dubbio dico che il miglior acquisto della Juve Stabia di quest’anno è sicuramente Gaetano Fontana, specialmente a livello psicologico nella gestione del gruppo. E con quest’esempio chiudo con un episodio che mi ha colpito: contro la Vibonese Fontana fece tirare il rigore a Ripa essendo lui il rigorista e non Kanoute il quale ci teneva ad andare alla battuta del penalty, poi dopo il gol abbracciò Kanoutè più di un minuto. Non avevo mai visto una scena del genere, da libro cuore si può dire. Questo sta a significare che alla base vi è un’ottima gestione del gruppo e io in qualità di Presidente posso affermare con certezza di aver ottenuto una promozione in serie B proprio grazie alla forza di un gruppo coeso e sono retrocesso a causa della mancanza del gruppo spogliatoio.

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Besiktas-Napoli: cambia l’orario della gara

Ecco quando si giocherà

E’ ufficiale, la gara tra Besiktas e Napoli in programma il primo novembre si giocherà alle 18.45 (20.45 locali) invece che alle consuete 20.45. La decisione è scaturita dal fatto che il governo turco ha deciso di non adottare più l’ora legale e quindi dal 30 ottobre il fuso orario della Turchia sarà due ore avanti rispetto a quello dell’Europa centrale.

Il Napoli prenderà un attaccante: Pavoletti in pole!

Il Napoli prenderà un attaccante a gennaio

La Gazzetta dello Sport è certa che il Napoli alla fine a gennaio prenderà un attaccante: “Il Napoli, tuttavia, un centravanti vero a gennaio lo prenderà. Si andrà sull’usato sicuro, cioè si punterà su un calciatore che gioca nel campionato italiano (o che già lo conosce) per evitare di correre rischi. Nonostante Preziosi non intenda cederlo, il nome che intriga di più i dirigenti azzurri è, anzi resta, quello di Pavoletti che già in estate era tenuto in grande considerazione. Adesso arriverebbe a Napoli per giocare titolare, visto che a Milik servirà comunque del tempo per tornare al top della condizione fisica. Anzi, proprio in base allo stato di salute del polacco si deciderà se fare addirittura il bis di attaccanti sul mercato. Kalinic piace ma è difficile da strappare alla Fiorentina, un po’ come Zaza che è partito male ma sul quale il West Ham ha puntato forte. A proposito di Premier”.

Nessuno sconto, Gabbiadini sarà multato per le due giornate di squalifica

Nessuno sconto, Gabbiadini sarà multato

Salvo colpi di scena Manolo Gabbiadini salterà le prossime sfide contro Empoli e Juventus. Sarri lo riavrà a disposizione solamente per la trasferta in Turchia sul campo del Besiktas. La Repubblica riferisce che la società sta riflettendo sull’entità della multa da infliggere al giocatore: colpevole di aver violato a Crotone pure il codice di disciplina interno. Solo De Laurentiis potrebbe ritirare il provvedimento, nei prossimi giorni, tenendo conto del sincero pentimento del giocatore bergamasco.

Colloquio Giuntoli-Gabbiadini: nessun rimprovero o richiamo

Colloquio Giuntoli-Gabbiadini: nessun rimprovero o richiamo

Sono due le giornate di squalifica inflitte dal giudice sportivo a Manolo Gabbiadini. Il Mattino scrive del colloquio che ieri c’è stato a Castel Volturno tra Vristiano Giuntoli e Manolo Gabbiadini dopo le due giornate di squalifica inflitte all’attaccante per il rosso diretto di Crotone: “Cristiano Giuntoli si è appartato per alcuni minuti con lui (Gabbiadini ndr) ma non c’è stato nessun altro rimprovero o richiamo, diversamente da quanto auspicato da Sarri nel dopo gara di Crotone. Il ragazzo è un esempio di serietà e di professionalità”.

Fiera Auto e Moto d’Epoca Padova 2016, Il SALONE DELLA PASSIONE! #AMDE16

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L’edizione 2016 della fiera dei motori padovana #AMDE16, giunta quest’anno alla 33a edizione, ha confermato quello che avviene da anni. Conquistare il record di visitatori provenienti da tutta Europa e dal resto del mondo. Un evento irrinunciabile per tutti gli appassionati di auto e moto, un salone della passione dove i modelli che hanno fatto la storia incontrano quelli che la faranno e dove chi ama il mondo dell’auto può abbracciare la sua evoluzione in un unico sguardo. Queste le parole del patron della manifestazione, Mario Carlo Baccaglini.

L’importante evento padovano svoltosi dal 20 al 23 Ottobre ha accolto 16 marchi internazionali e i loro ultimi modelli in anteprima, 4500 auto d’epoca in vendita, oltre 400 commercianti da tutt’Europa e altrettanti ricambisti specializzati.

L’edizione 2016 ha voluto fortemente promuovere il ritorno del settore delle moto d’epoca con una mostra di oltre 500 modelli, dagli esemplari d’anteguerra ai miti degli anni ’70.

Visitare i padiglioni significa percorrere e rivivere la storia dei motori, non solo del nostro paese ma su un piano internazionale. Ci sono vetture che rappresentano il nostro costume, le nostre tradizioni, i momenti ed i ricordi della nostra infanzia. Non importa di quale auto sia, si tratti di una Ferrari o di una Fiat 500, l’importante è vivere l’emozione che il salone trasmette.

“La crescente importanza dell’Heritage non è una moda retrò – ha spiegato Baccaglini -. È la chiave del futuro, perché permette di trasferire nel presente, reinterpretandoli, i valori e le caratteristiche che hanno plasmato ogni singolo marchio, rendendolo unico e immediatamente riconoscibile”.

Hanno partecipato tantissimi Club, ognuno con una storia da raccontare e un mito da condividere. Tra le vetture che hanno fatto la storia non potevano mancare Lancia, rappresentata da ben 5 club per i 110 anni di storia – e la mitica 500 con il Fiat 500 Club Italia, un orgoglio tutto italiano. Poi padiglioni ricambi auto e moto, modellismo, vetture in vendita e case d’asta internazionali.

Si tratta di un viaggio nel mondo dei motori che ogni volta entusiasma e regala al pubblico emozioni e ricordi indimenticabili…

Appuntamento quindi alla prossima edizione del 2017!

GUARDA LA FOTOGALLERY a cura di Antonio Toscano e Carmine Matrone:

 

 

Il naufragio di Agrippina. A scuola di Storia da Giovanni Maltese.

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Il gruppo in gesso dello scultore  verista al Torrione di Forio d’ Ischia

Il fascino della storia travolge da sempre gli artisti. Giovanni Maltese, Verista Impenitente, come amava definirsi, raccolse l’entusiasmo e le linee plastiche del grande scultore Antonio Canova ricavandone un armonico gruppo scultoreo in gesso. Giovanni Maltese, artista che aveva frequentato a Parigi il Café Guerbois durante la Belle Epoque e aveva vissuto i primi anni in contatto con gli impressionisti francesi, rifiutandone però l’accademismo, compose la sua opera più imponente in età matura. Tra i suoi componimenti ricordiamo “ I Pidocchiosi” il cui bronzo fu commissionato dalla signora Ottilia Heyrott,a vedova di un grande banchiere tedesco, il barone Antonio Wargener, e proprietaria della Mezza Torre quest’ultima antica torre anti saracena diventata poi un lussuoso Hotel. Con il supporto della moglie Jane Fanny Fayrer, acquerellista anglosassone, sposata a Napoli nel 1901, Giovanni aveva dismesso gli abiti dell’artista ribelle e con idee più pacate realizzò il suo capolavoro. La scultura ritrae Agrippina e il suo schiavo Miseno sulla barca da pesca, dove la madre di Nerone fu tratta in salvo in seguito al naufragio della sua nave organizzato dal figlio. Solo i remi spezzati e alcune travi di legno lasciano intuire che si tratti di una barca. Il corpo di Agrippina è disteso sul fianco destro secondo una linea inclinata il cui vertice è costituito dai piedi della donna. La posizione è innaturale, ed evidenzia le linee sinuose del corpo femminile, che mostra una sensualità che alleggerisce la drammaticità della scena raffigurata. La donna, con i capelli bagnati e scarmigliati, la stola madida e aderente al corpo che rende l’effetto della trasparenza, si aggrappa con la mano sinistra al collo dello schiavo. Questi, seduto, cerca di far galleggiare il relitto, reggendo con la mano destra una trave della barca, aiutandosi con la possanza della gamba destra. Il piede di leva, il destro, il cui alluce presenta una voluta scheggiatura dell’unghia, mostra i segni dell’immane sforzo. La composizione offre da ogni prospettiva una forte carica emotiva. Osservando i volti dei due personaggi, si nota tutta l’energia che lo scultore trasmette mostrando anche i primi studi accademici sulla natura del corpo umano. La rappresentazione di ogni muscolo teso a evitare l’imminente tragedia è illuminante. Il volto dello schiavo è seminascosto perché piegato in avanti nel tentativo di sorreggere la donna, il viso di Agrippina, con la testa tesa all’indietro nel tentativo di tenersi sulla barca, risalta con evidenza. Ma dal gruppo di gesso nonostante la tragicità del momento traspare la compostezza dell’imperatrice. Solo le sopracciglia aggrottate e la bocca leggermente contratta tradiscono lo sgomento della donna.

Giovanni Maltese da cultore del retaggio che, dagli studi classici dell’Accademia delle belle Arti gli era stato trasmesso, conosceva bene la storia di Giulia Agrippina detta Minore. Lei fu, infatti, tra le donne più espressive e potenti della storia dell’Impero romano. Nata nel 15 d.C. dal grande condottiero Germanico e da Agrippina Maggiore fu ambiziosa e avida di potere. La futura imperatrice fu indiscutibilmente al centro del potere in un intervallo che comprese ben quattro imperatori. Tiberio, adottato da Augusto e zio del padre; Caligola, suo fratello; Claudio, lo zio che sedusse e sposò, e infine Nerone, il figlio che ne ordinò la morte. Agrippina non ebbe una facile adolescenza. Nacque in un accampamento di guerra proprio nel corso di una battaglia. Sempre in tenera età fu costretta a sopportare violenze inaudite, a cominciare dallo sterminio della famiglia ordinato da Tiberio. A quattordici anni il fratello Caligola le impose di sposare un uomo che lei detestava, il ripugnante e vile Enobarbo, da cui ebbe Nerone. Colpevole di aver congiurato contro il fratello, fu esiliata e da quel momento, il suo unico obiettivo fu tornare in patria e acquisire, il prestigio che credeva di meritare, vista la propria discendenza. Quando Caligola fu assassinato e lo zio Claudio acclamato come nuovo imperatore, fu molto facile per lei, bella, sensuale e scaltra, conquistare le voglie dell’uomo anziano e vizioso. Agrippina non si limitò a ciò. Riuscì a denigrare Messalina, moglie legittima ma molto libertina dello zio, ne ottenne la testa e diventò la nuova moglie di Claudio. Agrippina aveva ottenuto ciò che da sempre aveva desiderato: era Imperatrice, la donna più potente e ammirata di Roma, e non aveva esitato a consumare pubblicamente un incesto per ottenere il trono tanto desiderato. Ma la sua sfrenata ambizione proseguì più ferocemente di prima, contro gli ultimi ostacoli rimasti. Chiunque mettesse in pericolo il suo futuro di gloria, doveva essere eliminato. Fece avvelenare Britannico, figlio naturale di Claudio e pertanto suo legittimo erede, e infine, l’Imperatore stesso, fu ucciso da una porzione di funghi, durante un banchetto. Il rapporto che legava Agrippina al figlio Nerone è abbastanza controverso. Erano entrambi avidi di potere e, sembra, siano stati legati persino da un rapporto incestuoso. Nella Jus romana il matricidio era, già all’epoca, un crimine orrendo. Neanche lo scellerato, violento, e crudele Nerone avrebbe mai compiuto una simile azione apertamente, sapendo di suscitare la riprovazione del mondo politico e della plebe. Ma avrebbe potuto incaricare dei sicari al suo posto, e ciò Agrippina lo immaginava. I rapporti con il figlio si erano incrinati, anche a causa della gelosia di Poppea, la nuova moglie dell’Imperatore, con cui aveva un rapporto conflittuale. Probabilmente fu proprio Poppea a indurre il marito all’orrendo delitto, per eliminare la suocera colpevole di voler comandare attraverso il ruolo del figlio. Agrippina, subodorando il misfatto, imparò a nuotare, e riuscì a salvarsi dalla nave che faceva parte della flotta del Tirreno, di stanza a Capo Miseno, naufragata per un diabolico sabotaggio, mentre la fedele, ancella Acerronia, veniva barbaramente massacrata a colpi di remi dai sicari dell’Imperatore. Nerone punì i sicari che avevano fallito e ne mandò un altro. Aniceto, un liberto divenuto prefetto della flotta di Miseno, eseguì l’ordine dell’Imperatore e, nel 62 d.C. uccise Agrippina. Con un manipolo si soldati, di cui faceva parte il trierarca Erculeio, (comandante di una nave minore) e il centurione navale Obarito, circondò la villa di Agrippina e non opponendosi alcuna resistenza entrarono nelle stanze dell’imperatrice. Agrippina riconobbe subito il liberto che era stato presso la corte di Nerone e vistasi perduta, con estrema fierezza esclamò: «Colpisci il ventre che l’ha generato». E fu trafitta. Per ricompensa e per evitare pericoli di ricatto, Nerone fece trasferire in Sardegna Aniceto, dove visse negli agi e soprattutto lontano dalla corte.

Visitando Il Museo Civico Giovanni Maltese , al Torrione di Forio d’Ischia potrete seguire la guida che vi illustrerà le potenzialità del poliedrico Giovanni e vi documenterà su questa ed altre avvincenti storie.

Altre notizie saranno sul sito twww.iltorrioneforio.it

Luigi Castaldi

Mixed Zone, Leandro Paredes: Emozione grande per primo gol (VIDEO)

Leandro Paredes in mixed zone. VIDEO di ViViCentro.it

Intervista del centrocampista argentino, Leandro Paredes, autore di uno dei 4 gol con cui la Roma ha affondato il Palermo all’Olimpico.

Nel post Roma Palermo, nella mixed zone Leandro Paredes esprime la sua soddisfazione per il primo gol realizzato in maglia giallorossa.

2.295 migranti salvati nel Mediterraneo Centrale in 22 operazioni di soccorso VIDEO

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Sono circa 2.200 i migranti tratti in salvo nella giornata di oggi nel Mediterraneo Centrale, in 21 diverse operazioni di soccorso coordinate dalla Centrale Operativa della Guardia Costiera a Roma, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; nel corso delle operazioni sono state recuperate anche 16 vittime.

I migranti si trovavano a bordo di 18 gommoni e 3 piccole imbarcazioni.

Alle operazioni hanno preso parte la nave Dattilo della Guardia costiera e 2 motovedette della Guardia Costiera di Lampedusa, un’unità del dispositivo EunavforMed, un peschereccio e quattro navi mercantili –  unità dirottate dalla Centrale Operativa – e le navi delle ONG Jugend Rettet e Sea Eye.

Sempre oggi sono stati soccorsi altri 95 migranti – 94 pakistani e un srilankese – a bordo di un motoveliero intercettato oggi dalle unità CP886 e CP776 della Guardia Costiera* altri 95 nelle acque antistanti Santa Maria di Leuca.

* La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

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PESTAGGIO DI UN ANZIANO A ROMA: COMUNICATO FPI

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Comunicato Fpi * riguardo le notizie di cronaca su un pestaggio di un anziano a Roma

In merito alla notizia di cronaca inerente il pestaggio di un anziano a Roma da parte di un certo David Giannelli, la Federazione Pugilistica Italiana comunica che quest’ultimo non è né è mai stato tesserato/affiliato alla FPI con qualsivoglia qualifica: Atleta, Amatore, Dirigente, Arbitro/Giudice, Tecnico. Egli, quindi, non può in nessun modo essere definito “Pugile”.

Si ribadisce, inoltre, che la FPI rimane a disposizione dei giornalisti per qualsivoglia informazione relativa ai suoi tesserati, in modo da evitare, come già accaduto e più volte in passato, che vengano veicolate notizie non corrette e lesive per il movimento pugilistico italiano ed internazionale.

* FPI
La Federazione Pugilistica Italiana (FPI) è la federazione sportiva italiana, riconosciuta dal CONI ed affiliata alla International Boxing Association (AIBA), che governa lo sport del pugilato.

Nata nel 1916 ed affiliata al CONI nel 1927, il primo campione europeo fu Erminio Spalla (1923), mentre il primo titolo mondiale fu di Primo Carnera (1933)

”Core ‘ngrato, Dicuonzo provoca le vespe”

Nella vittoriosa trasferta che ha visto le vespe della Juve Stabia espugnare il Torre di Pagani in un sentito derby, grazie alle reti di Ripa e Izzillo, ci sono due aspetti da evidenziare.

Il primo, positivo, è la splendida accoglienza riservata alla società stabiese dalla società cara al presidente Raffaele Trapani. La società azzurro stellata ha accolto benissimo quella gialloblù e questo si è visto nel pre partita con tanti sorrisi tra i componenti delle due società, su tutti i presidenti Trapani e Manniello e i ds Ferrigno e Logiudice ma anche nel post partita con il ringraziamento ufficiale da parte del presidente Manniello in sala stampa.

L’altro aspetto, stavolta negativo e inaspettato, è l’accoglienza tutt’altro che ospitale che ha riservato l’ex Stefano Dicuonzo alla sua ex squadra. Uno dei giocatori che contribuì al salto di categoria in serie B, ancora osannato dai tifosi delle vespe. Dicuonzo si è reso protagonista di continue provocazioni nei confronti dei giocatori gialloblù, al fine di aizzare gli animi. Pur essendo in panchina, Dicuonzo è riuscito a far innervosire un po’ tutti e nel finale, durante i festeggiamenti della squadra per la vittoria conquistato in un derby importante, si sono raggiunti i risultati delle sue provocazioni con una semi rissa che ha coinvolto gran parte della rosa paganese.

Tra i giocatori più attaccati ci sono Izzillo e soprattutto Atanasov, duramente criticato dagli avversari, forse, per la sua prestazione eccellente che ha permesso alle vespe di espugnare il Torre. Il bulgaro è stato bravissimo a non reagire alle provocazioni degli avversari e a far finta di nulla godendosi il meritato riposo dopo la battaglia che lo ha visto, insieme ai suoi compagni, meritatamente vincitore.

Siamo profondamente dispiaciuti del comportamento di Stefano Dicuonzo che sul proprio profilo Facebook non manca, ancora oggi, di evidenziare il suo attaccamento alla maglia gialloblè; evidentemente o è un calciatore che non sa perdere o si è dimenticato della famiglia Juve Stabia, così definita da Molinari e Corona in due recenti interviste.

Pedullà: “Entro poche settimane si deciderà il futuro di Gabbiadini”

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Alfredo Pedullà scrive sul proprio portale ufficiale in merito al mercato azzurro:

“Mettiamo un po’ d’ordine su Razvan Marin, centrocampista classe 1996 del Vitorul, accostato con certezza al Napoli da parte di chi aveva le stesse certezze su Witsel. Chiariamo: le qualità di Marin non si discutono, il club azzurro lo ha fatto seguire. Ma pur apprezzando le doti tecniche non ha la “gamba” ritenuta necessaria per esplodere a certi livelli. In ogni caso oggi non è una priorità, a centrocampo il Napoli è assolutamente al completo.

Capitolo Gabbiadini: entro due o tre settimane si deciderà il futuro. La reazione di Crotone con relativa espulsione ha fatto discutere, ma si capisce che l’attaccante sta vivendo un periodo di pressioni continue. E caratterialmente non è abituato. Il Napoli potrebbe prendere due attaccanti, aspettando il ritorno di Milik. Se decidesse di interrompere il rapporto con Gabbiadini già nella sessione di gennaio. Una situazione che sarà più chiara molto presto”.
Da alfredopedulla.com

Martusciello: “Sarri? Un maestro, sarà una partita di grandi emozioni”

Giovanni Martusciello, allenatore dell’ Empoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli in vista della sfida di mercoledì sera contro gli azzurri. Ecco quanto evidenziato:
Napoli-Empoli? Sarà la sfida tra il maestro e io che non so se posso essere definito un suo allievo. Gara piena di emozioni ed emotività: sono di Napoli e tifoso napoletano, affronterò uno dei migliori tecnici in circolazione se non addirittura il migliore.
Giocare in uno stadio e un ambiente come quello del San Paolo è qualcosa di straordinario, verremo con lo spirito di chi non ha nulla da perdere. Il Napoli è una squadra che ha numeri importanti, dobbiamo cercare di proporre senza timore quanto di buono facciamo nel corso della settimana.
Conosco bene il gioco di Sarri e proverò a preparare la partita nel migliore dei modi, ma non è detto che riusciremo per forza ad adottare le giuste contromisure. Tutto dipende da quello che i ragazzi metteranno in campo.
Assenza Gabbiadini? Di sicuro la sua presenza era un punto di riferimento, ora con Mertens falso nueve bisognerà capire quali saranno i movimenti”.

EDITORIALE – Juve Stabia, profumo di ricordi felici

Una celebre massima del mondo del calcio è quella secondo la quale “i derby non si giocano..si vincono.” Le stracittadine, o in questo caso le straregionali, sono gare che sfuggono ai valori delle squadre in campo ed ai relativi pronostici, riservando spesso sorprese inaspettate.
La Juve Stabia ieri ha fatto esattamente quello che la tradizione vuole: non ha giocato il derby, lo ha vinto.
Come avvenuto col Foggia, le Vespe a Pagani sono partite col piede puntato sull’acceleratore, andando a sbloccare la gara dopo tre minuti. Gli inizi dei tempi di gioco sono stati letali per la Paganese, che anche nei primi minuti della ripresa si è fatta trafiggere dai gialloblù.

Il risultato di ieri, seppur sofferto, profuma di ricordi felici e porta alla mente quanto avvenuto nella magica stagione 2010/11, quella della promozione in Serie B.
Come allora, infatti, la Juve Stabia è stata corsara, non a Nocera bensì a Pagani, scatenando l’entusiasmo dei tifosi gialloblù che hanno accolto i propri gladiatori sul Viale Europa e scortandoli festanti fino al Menti.

La suggestione ha preso forma anche grazie al Presidente Manniello, che si è lasciato andare al tormentone tanto caro agli stabiesi “non succede ma se succede..”.

Proprio il Masaniello gialloblù, patron e primo tifoso della Juve Stabia, merita più di tutti di rivivere emozioni come quelle di ieri; Manniello non ha mai rinunciato all’idea di una Juve Stabia vincente, nemmeno nei momenti più difficili, quando per tutti sarebbe stata solo una pazza idea. Non per Manniello, che ha allestito una squadra di qualità e l’ha affidata totalmente alle idee di un allenatore giovane e preparato come Fontana.

Se a Nocera, ormai cinque anni fa gli eroi erano stati Corona ed Albadoro, ieri Ripa ed Izzillo hanno deciso il derby di Pagani facendo esplodere i supporter gialloblù radunati all’esterno dello stadio Menti.
Proprio come la prima Juve Stabia di Braglia, la squadra di Fontana è spensieratamente matura, componendosi bene dell’esperienza dei veterani e della positiva follia delle sue giovani matricole terribili.

Le analogie tra questa Juve Stabia e l’ultima vincente in Lega Pro devono però essere solo da stimolo e non allontanare l’ambiente dalla realtà di un campionato lungo e difficile. Come allora, le Vespe non sono forse la squadra più forte del campionato ma la grinta dei gialloblù può ancora una volta fare la differenza ed essere decisiva per il risultato della stagione.

L’entusiasmo di queste settimane, giustamente alimentato da una squadra bella e determinata, non si trasformi in pericolosa euforia.
Sarà fondamentale stare accanto alla squadra ora come nei momenti difficili che verranno, così da restare attaccati fino all’ultimo a quel sogno che tutti portano dentro.

Del resto ha ragione il Presidente Manniello..è molto difficile, è quasi impossibile..infatti non succede..ma se succede..

Raffaele Izzo

Nessuna tregua per gli azzurri, subito a lavoro in vista dell’ Empoli

Dopo il successo a Crotone, il Napoli ha ripreso questa mattina gli allenamenti a Castelvolturno.

La squadra si è divisa in due gruppi. Chi ha giocato allo “Scida” ha svolto lavoro di scarico e palestra. Per gli altri uomini della rosa attivazione col pallone e successivamente partitina a campo ridotto 8 contro 8.

Differenziato per Albiol. Milik prosegue nella sua tabella di riabilitazione al Centro Tecnico.

Domani allenamento pomeridiano.

 

Da sscnapoli.it

Soccorso a motoveliero nelle acque antistanti Santa Maria di Leuca VIDEO

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Video relativo al soccorso di 95 migranti – 94 pakistani e un srilankese – a bordo di un motoveliero intercettato oggi dalle unità CP886 e CP776 della Guardia Costiera* nelle acque antistanti Santa Maria di Leuca. Dopo aver tratto in salvo i migranti – tra i quali anche 21 minori – i militari della Guardia Costiera sono saliti a bordo dell’unità, conducendola in porto in sicurezza per i successivi accertamenti.

* La guardia costiera è un corpo di polizia, talvolta con status e/o funzioni militari – organizzata a livello statale, responsabile di vari servizi.

Generalmente esercita una serie di differenti competenze che possono essere diverse nei vari paesi del mondo.

Fra le responsabilità che possono essere affidate ad un servizio di guardacoste, vi è la sorveglianza del rispetto delle norme che regolamentano la navigazione, la manutenzione di boe, fari, e altri ausili alla navigazione, il controllo delle frontiere marittime, sorvegliando le acque territoriali e altri servizi di controllo.

In alcuni paesi, la guardia costiera è parte delle forze armate, in altri è una organizzazione civile o privata. In altri paesi ancora, i compiti di salvataggio in mare sono suddivisi tra più organizzazioni, compresi corpi volontari civili. In questi casi, i mezzi navali possono essere forniti dai volontari, come i Royal National Lifeboat Institution, i velivoli dalle forze armate e la guardia costiera contribuisce con i propri mezzi.

In tempo di guerra, le guardie costiere possono venire incaricate della difesa dei porti, del controspionaggio navale e di perlustrazioni litoranee.

Quella volta in cui Gabbiadini abbracciò l’Higuain “furioso” per il rosso…

Quella volta in cui Gabbiadini abbraccio l’Higuain “furioso” per l’espulsione…

Come è strana la vita, con i suoi corsi e ricorsi e le sue incoerenze. Manolo Gabbiadini ha guardato scorrerla incessantemente dalla panchina, in questi mesi. Prima osservando un mostro sacro in azione, a superare record su record: Gonzalo Higuain. Poi guardando, anche con un po’ di sospetto, un giovane 22enne che con i suoi gol e il suo comportamento sicuro di sé, stava conquistando il popolo azzurro: Arek Milik. Lui non è mai stato così. Non crede in se stesso Manolo Gabbiadini, non lo fa mai. Lo dice a parole, ma i fatti dimostrano altro. Non è arrogante come Higuain, non urla, non sbraita, non chiede il pallone solo per sé. Lui si siede in panchina e aspetta il suo momento. Il calcio è la sua vita, quel sinistro dice tutto sì. E lo fa sinceramente. Ma Napoli non ha pazienza: pretende, vuole.

LA PARABOLA MANOLO

Gabbiadini dovrebbe imparare ad alzare la voce, a dimostrare la propria personalità in campo. Un po’, insomma, dovrebbe assomigliare all’ex numero nove azzurro. Manolo ci ha provato in queste settimane, l’infortunio di Milik è un’opportunità troppo grossa per non coglierla. Un treno che non ritornerà più. Segna un gol pesantissimo su rigore col Besiktas, quello del 2-2, e una rovesciata, poi annullata, che avrebbe potuto cambiare la sua storia. Con il Crotone, per dimostrare a sé stesso ed alla piazza azzurra che le cose sono cambiate. Gabbiadini parte alla grande e rischia più volte di andare in rete. Ma poi il black-out. Un fallo, una caduta, un pestone e una reazione brutta da vedere. Gabbiadini espulso, per la prima volta in carriera, senza passare per i giallo. Il numero 26 salterà Empoli e molto probabilmente anche la Juventus. Tante le parole contro l’attaccante, la furia dei tifosi azzurri, che lo vorrebbero fuori rosa. Tuttavia, sarebbe sbagliato condannare un ragazzo di 25 anni solo per un episodio. Unico, isolato.

INSIEME

Capita, capita a tutti perdere la testa. Successe anche a Gonzalo Higuain, in quel Udinese-Napoli che valeva lo scudetto. Quella volta il mondo napoletano si compatto e sostenne il pipita. Con loro anche Manolo Gabbiadini, che abbraccio il compagno e lo calmò. Nonostante fosse proprio Gonzalo Higuain il motivo delle sue panchine. Quel giorno Manolo dimostrò grande maturità. Sarebbe sbagliato dimenticarlo e condannarlo per un gesto sbagliato. Che la società, squadra e tifosi si stringano intorno a Gabbiadini. Il bergamasco, ora più che mai, ha davvero bisogno di loro. Toccare il fondo fa sempre male, rialzarsi non è semplice, ma è necessario. Per se stesso e per il Napoli.

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