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UFFICIALE – Napoli-Empoli, arbitra il Sig. Mariani

Le scelte ufficiali

Si rendono noti i nominativi degli Arbitri, degli Assistenti, dei IV Ufficiali e degli Arbitri Addizionali d’area che dirigeranno le gare valide per la decima di andata del Campionato di Serie A2016/17 in programma mercoledì 26 ottobre alle ore 20.45.

CHIEVO – BOLOGNA
PASQUA
VIVENZI – GAVA
IV: DI LIBERATORE
ADD1: ROCCHI
ADD2: ABBATTISTA

FIORENTINA – CROTONE
GAVILLUCCI
DE PINTO – LIBERTI
IV: PASSERI
ADD1: PAIRETTO
ADD2: RAPUANO

GENOA – MILAN Martedì 25/10 h. 20.45
BANTI
DI FIORE – LONGO
IV: MELI
ADD1: MAZZOLENI
ADD2: FABBRI

INTER – TORINO
MASSA
VUOTO – FIORITO
IV: ALASSIO
ADD1: TAGLIAVENTO
ADD2: IRRATI

JUVENTUS – SAMPDORIA
RUSSO
PRETI – MARZALONI
IV: DOBOSZ
ADD1: DOVERI
ADD2: AURELIANO

LAZIO – CAGLIARI
CELI
TONOLINI – DE MEO
IV: DI VUOLO
ADD1: RIZZOLI
ADD2: SACCHI

NAPOLI – EMPOLI
MARIANI
PAGANESSI – TASSO
ìIV: POSADO
ADD1: CALVARESE
ADD2: ABISSO

PALERMO – UDINESE Giovedì 27/10 h. 20.45
ORSATO
CRISPO – MUTO
IV: DEL GIOVANE
ADD1: GIACOMELLI
ADD2: ROS

PESCARA – ATALANTA
GUIDA
DI IORIO – LA ROCCA
IV: CARBONE
ADD1: VALERI
ADD2 LA PENNA

SASSUOLO – ROMA
DAMATO
MANGANELLI – RANGHETTI
IV: LO CICERO
ADD1: DI BELLO
ADD2: NASCA

 

Gianluca Grassadonia: La Juve Stabia è una corazzata

Paganese vs Juve Stabia, parla Grassadonia

Al termine del derby tra la Paganese e la Juve Stabia abbiamo ascoltato l’allenatore degli azzurrostellati Gianluca Grassadonia,

Queste sono le parole del mister rilasciate al nostro microfono:

“Nonostante il risultato negativo siamo contenti della prestazione. Oggi avevo messo in guardia tutti sul fatto che la Juve Stabia è una corazzata, che è stata allestita per vincere il campionato. Noi  siamo una squadra costituita da molti elementi giovani. Non è giusto parlare di chi non c’è ma oggi ci è mancato soprattutto il nostro portiere titolare Marruocco nulla togliendo al portiere che ha giocato oggi. Marruocco  per il nostro modo di giocare è un giocatore aggiunto e per la categoria è uno dei migliori. Noi prediligiamo un portiere che sia bravo nel palleggio,
Sull’arbitro non commento più di tanto, posso solo dire che non sono  contento della sua direzione di gara. Ha sbagliato soprattutto nella gestione dei cartellini gialli.
Dopo una giornata di riposo la nostra testa dovrà esssere rivolta alla prossima gara con il Catania.

A cura di Francesco Maresca

Riproduzione riservata

Promozione-Nuova Ischia,Mister Di Meglio: “Il ritmo in campo deve essere proprio il nostro punto di forza”

Mister Isidoro Di Meglio
Mister Isidoro Di Meglio

La Nuova Ischia continua a volare in classifica. Al “Mazzella” cade anche l’Oratorio Don Guanella con un netto 3-0. Per i gialloblù si tratta della settima vittoria consecutiva, e resta salda in vetta alla classifica del girone B del campionato di Promozione. Al termine della partita in sala stampa l’allenatore Isidoro Di Meglio non è assolutamente soddisfatto della prova dei suoi ragazzi in campo. “Abbiamo disputato altre partite in cui abbiamo giocato meglio,sopratutto sotto il profilo della continuità in campo. La squadra pecca ancora di qualche errore e non riesce ad essere continua per tutti i novanta minuti. Una squadra come la nostra in questo momento del campionato non può avere questi tipi di atteggiamenti”. Durante la partita abbiamo assistito più volte a giocate singole e difficili che però hanno portato il loro risultato. ” Le giocate diventano difficili e forzate quando il ritmo si abbassa- commenta Isidoro Di Meglio- noi siamo una squadra giovane,tolti Mennella e Camorani per il resto sono tutti ragazzi. Noi dobbiamo cercare di impostare le nostre partite sui nostri punti di forza di cui disponiamo, e il ritmo deve essere proprio il nostro punto di forza”. La squadra oggi i maggiori rischi, li ha accorsi in situazioni di contropiede, dove spesso si faceva trovare spaccata in due, quando i centrocampisti accompagnavo la fase offensiva con gli attaccanti e rimanevano solo i difensori sulla linea della trequarti di campo. “Questo fa parte proprio di quello che dicevo prima, di dare un ritmo giusto alla partita. Perchè se io mi accendo e poi mi spengo e poi voglio di nuovo dare qualcosa in più, è normale che concedo qualcosa all’avversario,è lavorando ad intermittenza è normale questo tipo di situazione”. In conclusione il tecnico della formazione isolana,nonostante la settima vittoria di fila, rimane con i piedi per terra pensando partita dopo partita. “Alla settima giornata di campionato, con neanche metà del girone disputato non possiamo pensare già alle nostre antagoniste. Se noi riusciamo a trovare una nostra giusta identità e riusciamo a crescere sotto il profilo della personalità,allora solo a quel punto potrebbe interessarci relativamente il risultato degli altri”.

Simone Vicidomini

Reginaldo: Juve Stabia squadra tosta, testa al Catania

Paganese vs Juve Stabia, parla Reginaldo

Al termine del derby tra la Paganese e la Juve Stabia, abbiamo ascoltato l’attaccante degli azzurrostellati Reginaldo. Queste le parole del calciatore:

“Faccio i miei complimenti alla Juve stabia per l’ottima prestazione, sono una squadra tosta , ma noi siamo consapevoli della partita che abbiamo perso. Ora dobbiamo già pensare alla gara con il Catania.
Riguardo la mia condizione fisica dopo i due anni di inattività, posso solo dire che sono contento delle mie prestazioni e di quelle della squadra. Siamo consapevoli di quello che abbiamo bisogno di fare per migliorare, lavoreremo in quel senso.”

a cura di Francesco Maresca

Riproduzione riservata

 

Corbo: “Il Napoli è più forte dopo la rivincita degli esclusi”

Il suo pensiero
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Non c’è spazio per gli esteti, la smettano di criticare, il Napoli si era smarrito nella sua ossessione: il bel gioco. C’è tempo per riprenderlo. La vittoria gualcita di Crotone è carica di messaggi positivi. Mitiga le tensioni tra Sarri e la società, apre finalmente le porte a giovani acquisti, segna la rivincita di gregari depressi. Mertens non poteva soccombere ad Insigne, il tormentato giovanotto degli ultimi tempi. Diawara meritava rispetto, fiducia e posto per le sue credenziali: a 19 anni già 35 partite di A. Può non essere soltanto l’alternativa a Jorginho: ha tecnica più che discreta, fisicità, coraggio, è mezzala versa. Il vigore di Zielinski, poi: si disperdono energie, quando sta fuori. A 24 anni Nikola Maksimovic mostra maturità di gioco, tempismo, è coordinato e composto, ma piace perché porta anche il carattere aspro di un serbo temprato nel Torino. A due minuti dall’espulsione di Gabbiadini ha trovato d’astuzia il raddoppio, si è poi aggrappato all’inferriata per scuotere i tifosi del Napoli, coinvolgerli in una partita diventata più difficile, il Napoli era ormai in 10 e mancava un’ora alla fine. La rivalsa di giocatori finora trascurati non è una sconfitta per Sarri. Lasciategli pure dire che Diawara è ancora giovane e non bisogna lodarlo troppo. Né un successo per il presidente che dal 27 maggio, giorno della conferma con ingaggio raddoppiato, chiede a Sarri di essere più flessibile nella formula e nel turnover. Il solito gioco delle parti. L’allenatore rinviava l’esordio dei giocatori acquistati, rimarcando una campagna tardiva. Il presidente non aveva invece altro pensiero che segnalare gliinvestimenti su giovani di qualità pagati molto, pur essendo un mercato senza liquidità. Il burrascoso incontro di quel sabato sera dopo la sconfitta interna con la Roma si è rivelato per tutt’e due importante. Sarri non poteva nascondere oltre i giovani acquisti, De Laurentiis supera invece la psicosi di un bel Napoli allo sfascio. Napoli mediocre ma tenace, difesa ancora in affanno come dimostra il gol del Crotone, ma da Crotone si riparte. Non è mai troppo tardi per scoprire i guasti e ripararli. Ve ne sono almeno tre. Gabbiadini ha un avvio decente con un gran tiro deviato da Cordaz. Il fallo di reazione su Ferrari, gomitata e poi due tentati calci di puerile stizza, rivelano la sualunga sofferenza. Prima emarginato da Higuain e Milik, poi costretto a imitarne gioco e forza d’urto. Da ieri Gabbiadini rientra fra i cedibili: la fragilità emotiva è pari alla discontinuità. Attaccante prezioso e dal gol facile se passa inosservato, ma corroso da eccessive responsabilità. Che il Napoli lo ceda,è possibile. Dipende dal mercato. Che la società debba prendere a gennaio un attaccante solido, aldilà del ritorno di Milik, è nella logica d’impresa. Il Napoli non può fare a meno in un’altra punta, ora che il campionato lascia intatte le prospettive di Champions, di un fatturato più alto, con scatti economici degli sponsor e giuste risorse per il mercato 2017.

FOTOGALLERY ViViCentro – Juve Stabia-Casertana, il racconto in scatti

Questi gli scatti del match

Arriva un pareggio interno per la Juve Stabia Under 15 allenata da mister Alfonso Belmonte contro la Casertana. Il risultato finale è di 0-0, questo il racconto in scatti…

a cura di Ciro Novellino, foto di Salvatore De Rosa

CLICCA SULLE FOTO per ingrandirle

È sufficiente passare 2-1 a Crotone per sentirsi risorti?

È sufficiente passare 2-1 a Crotone per sentirsi risorti?

Il Crotone, nella giornata di ieri, è stato davvero poca roba contro il Napoli a prescindere dal risultato finale di 1-2. Serviva e contava tornare a vincere a tutti i costi, per gli azzurri, dopo le tre sconfitte consecutive. Sono arrivati i tre punti, ok, ma restano i dubbi del Corriere della Sera: “È sufficiente passare 2-1 a Crotone, ultimo in classifica con lo straccio di un punto dopo 9 partite, roba che per trovare un paragone serve squadernare gli archivi fino allo scalcagnato Varese 1965/66, soffrendo anche un filo troppo nel finale, per sentirsi risorti, guariti o anche solo fuori dai guai? Probabilmente no”.

Quello del Napoli è stato un brodino, Crotone crocerossina

I dettagli

La partita giusta al momento giusto, Crotone-Napoli: serviva una vittoria e vittoria è stata. Anche se, come riporta la Gazzetta dello Sport, il Napoli “si beve un gustoso brodino perché il Crotone è una crocerossina che viene in soccorso di tutti, tranne che di se stessa. È squadra di un’altra categoria, molto più bassa però. A un certo punto ha tirato un corner in fallo laterale, pensa tu. Nemmeno in superiorità numerica per un’ora è riuscito a recuperare”.

Giuntoli si muove sul mercato: visto da vicino un centrocampista del ’96

Nuovo colpo in vista?

C’è un nome in più sull’agenda del direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli ed è quello di Razvan Marin, centrocampista romeno classe 1996 del Viitorul Constanta. Come riporta Il Corriere dello Sport, nella giornata di venerdì gli osservatori della società azzurra sono stati avvistati in Romania per studiare da vicino il calciatore durante il match Viitorul-Cluj concluso sul 2-1. La società romena avrebbe già fissato il prezzo di Marin a circa 2,5-3 milioni di euro.

Gabbiadini ai compagni: “Mi spiace, ho perso la testa”

Gabbiadini ai compagni: “Mi spiace, ho perso la testa”

Il Mattino dedica ampio spazio al caso rosso-Gabbiadini. Spuntano diversi retroscena del post partita. Il primo a dargli una pacca sulla spalla e rincuorarlo è stato Pepe Reina. Poi null’altro. “Mi spiace, ho perso la testa. Ho temuto potesse farmi male con quell’intervento da dietro” dirà poi negli spogliatoi alla fine della gara, rimediando il sorriso dei compagni. Per Gabbiadini si tratta della sua prima espulsione in 153 partite in serie A, in questa stagione non ha mai rimediato un cartellino giallo. Se Mazzoleni scriverà che si è trattato di un gesto antisportivo saranno due giornate di squalifica. Se invece l’arbitro bergamasco descriverà nel suo referto l’episodio come un «gesto violento», le giornate di stop salirebbero a tre.

Le novità dal fronte di Equitalia

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In attesa di conoscere l’esito del nuovo match fra Renzi e l’Ue ecco le novità dal fronte di Equitalia: così si rottamano le cartelle

Equitalia addio: così si rottamano le cartelle

Come si aderisce alla sanatoria e cosa si può sanare. Attenzione però, bisogna rinunciare ai contenziosi con il Fisco

ROMA – Il decreto fiscale che accompagna la manovra sarà oggi in Gazzetta Ufficiale con non poche novità sulla rottamazione delle cartelle Equitalia. Prima tra tutte quella che obbliga a dire addio a qualsiasi contenzioso con il Fisco se si aderisce alla sanatoria. Che resta però un affare, soprattutto per chi non salda i conti con l’erario da più tempo, avendo azzerato i salatissimi interessi di mora. Sarà un po’ meno conveniente del previsto perché l’aggio dovuto ad Equitalia non viene più dimezzato al 3% ma resta al 6%. Non è poca cosa: un contribuente che si è visto notificare nel novembre 2007 una cartella con 20.500 euro di Irpef non pagata dovrà versare un aggio di circa 800 euro superiore al previsto.

Niente interessi sulle multe  

Poi, contrariamente alle prime previsioni, nella rottamazione rientra anche l’Ivanon versata, esclusa quella dovuta sull’import. Sono anche escluse le somme «dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato, i crediti derivanti da pronunce della Corte dei Conti, le ammende e le sanzioni pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna». La sanatoria riguarderà anche le multe stradali, sulle quali non si pagheranno gli interessi di mora mentre si devono versare interessi legali e le spese per l’iscrizione in ruolo.

Chi ha già rateizzato

Altra cosa importante da ricordare: i contribuenti che abbiano già rateizzato le vecchie pendenze con Equitalia potranno accedere alla sanatoria solo se in regola con le rate di pagamento in scadenza dal 1° ottobre al 31 dicembre di quest’anno. Detto ciò cerchiamo di capire, passo dopo passo, come si potranno rottamare le cartelle esattoriali, con sconti che vanno anche oltre il 50% per i crediti più datati.

Cosa si può sanare  

Si possono sanare Irpef, Irap, Ires, contributi previdenziali, multe e Iva (con le eccezioni già menzionate) affidati alla riscossione di Equitalia dal 2000 al 2015. Entro 90 giorni da oggi, data di entrata in vigore del decreto, chi è interessato alla sanatoria dovrà presentare domanda ad Equitalia, la quale entro altri 180 giorni comunicherà gli importi, eventualmente rateizzabili in quattro rate, le prime due pari ciascuna al 33% dell’importo complessivo, le altre due di quel che resta. La prime tre rate vanno pagate entro il 15 dicembre 2017,la quarta non oltre il 15 marzo 2018.

Cosa si paga e cosa no  

Ma cosa si paga e cosa no? Tasse e multe non pagate vanno versate per intero, così come gli interessi legali dello 0,5% che decorrono dalla data del mancato versamento dell’imposta a quella della notifica della cartella esattoriale. L’aggio dovuto ad Equitalia resta ma scompaiono le sanzioni e i pesanti interessi di mora, oggi al 4,13%. Per capire abbiamo chiesto due esempi allo studio del tributarista Gianluca Timpone. Un’azienda che al 23 giugno del 2014 ha avuto notificata una cartella per 72. 851 euro di Ires non versata nel 2010, pagherà quell’importo più gli interessi legali pari a 10.619 euro. Ma si vedrà abbuonati 20.163 euro di sanzioni, e ben 33.856 di interessi di mora, mentre l’aggio di riscossione pur rimanendo percentualmente invariato scenderà di 1.210 euro perché applicato su un importo più basso. Alla fine anziché 143.708 euro se ne verseranno 88.478, con un risparmio del 38%.

«Niente a che vedere con il 2002»  

Una multa di 526 euro del 2009 notificata nel maggio del 2012 nella cartella Equitalia era lievitata a 1.077 euro. Ora torna quasi all’importo di partenza, 569 euro, perché saltano maggiorazioni e interessi di mora. Risparmierà invece meno chi ha già rateizzato. «Quel che si è finora versato per interessi di mora e sanzioni –spiega Timpone – non si recupera più, ma quel che resta da pagare per quelle voci viene detratto dalla rate future che saranno così un po’ più leggere. Complessivamente un buon affare per tutti, ma niente a che vedere con la sanatoria del 2002 quando oltre a sanzioni e interessi si pagava solo un quarto dell’imposta dovuta con risparmi dell’80 per cento e più».

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Gabbiadini, futuro in bilico: non è escluso che De Laurentiis possa cederlo

Possibile cessione a gennaio?

Manolo Gabbiadini, nel pomeriggio di ieri, si è fatto espellere dopo soltanto mezz’ora di gioco durante Crotone-Napoli. Secondo La Gazzetta dello Sport: “Non è escluso che questa volta il presidente possa piegarsi alle pressioni del mercato, e cederlo alla riapertura di gennaio. Un’ipotesi, al momento soltanto quella, ma che De Laurentiis terrà in seria considerazione se dovessero giungere offerte serie: a settembre, gli ha anche prolungato il contratto fino al 2021. Un’operazione fattibile, soprattutto se proverà a prendere un altro centravanti in attesa del completo recupero di Milik”.

L’Angolo di Samuelmania – Che sia una settimana da 6 punti…

L’Angolo di Samuelmania

Si torna alla vittoria. A Crotone ho visto un Napoli molto arrabbiato nel primo tempo con anche Gabbiadini molto più determinato, ma, purtroppo, si è fatto espellere per un gesto di stizza. Non posso dargli una grande colpa perché negli ultimi periodi è stato sempre troppo sotto i riflettori. Voglio fare i miei complimenti a Diawara per l’ottimo gioco fatto a centrocampo: fossi in Sarri, lo proporrei anche con l’Empoli spero che per il Napoli sia una bella settimana, questa che sta cominciando, fatta di 6 punti… Forza Napoli!

a cura di Samuele Esposito

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L’ UE soffre, ma Londra non è che stia bene

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Dentro l’ Ue si soffre, fuori non va meglio: da Londra arriva l’allarme delle grandi banche britanniche: “Siamo pronte a lasciare il Regno Unito”.

L’incertezza sui negoziati Brexit fa fuggire le banche dal Regno Unito

I grandi gruppi temono che la politica anti immigrazione faccia scattare ritorsioni Il governo pensa di invogliarle a restare con la riduzione al 10 % della corporate tax

LONDRA – I grandi gruppi bancari si stanno preparando ad abbandonare il Regno Unito nei primi mesi dell’anno prossimo, a causa dell’incertezza nei negoziati sulla Brexit. E le banche più piccole potrebbero fare le valigie entro Natale. A rivelarlo è Anthony Browne, il presidente dell’Associazione dei Banchieri Britannici. «Hanno il dito che freme sul bottone del trasferimento», ha spiegato.

In un articolo dai toni duri e allarmati pubblicato sul domenicale «The Observer», Browne ha spiegato che il settore bancario è quello che rischia di più con la Brexit, sia nel grado d’impatto, sia nella portata delle implicazioni. E ha sottolineato come sia impossibile per le banche aspettare fino all’ultimo minuto l’esito di negoziati commerciali complessi. «Le banche possono sperare per il meglio, ma devono prepararsi al peggio», ha detto. «Per loro Brexit non significa solo l’imposizione di tariffe supplementari al commercio, com’è probabile che sia per gli altri settori; si tratta di vedere se possono continuare ad avere il diritto legale alla prestazione dei servizi».

Il nodo centrale sta nei «passporting rights», il diritto che permette ad una banca di fornire servizi in tutto il resto del mercato unico senza ulteriori permessi. Questo ha consentito alle banche internazionali di avere base a Londra e poter operare nel resto del continente. Ma Theresa May ha fatto capire di voler dare la priorità al controllo dell’immigrazione, cosa incompatibile con l’accesso al mercato unico. Soluzioni di compromesso, simili ma inferiori al «passporting», non saranno sufficienti secondo Browne a trattenere le banche nella capitale britannica. Il timore principale è che i governi Ue vogliano erigere barriere commerciali per danneggiare la City. Le banche internazionali, ha detto ancora, hanno già messo in piedi gruppi di ricerca per capire quali operazioni trasferire e quando: «Molte banche hanno in programma di iniziare a muoversi prima di Natale; le banche più grandi inizieranno nel primo trimestre del prossimo anno».

Per il Governo britannico, si tratta di un tassello cruciale nel difficile puzzle del negoziato. Dovrà trovare il modo di salvaguardare un settore, quello finanziario, che impiega qualcosa come due milioni di persone e rappresenta circa il 12% dell’intera economia del Paese. Ma i segnali non sono buoni. Già nelle settimane scorse i media britannici avevano scritto che Goldman Sachs potrebbe trasferire duemila persone, circa un terzo dei dipendenti nel Paese, fuori da Londra. JP Morgan potrebbe fare lo stesso. Secondo alcuni studi, la perdita dei «passporting rights» potrebbe portare alla perdita di 70 mila posti di lavoro. Tra le ipotesi possibili, il Governo starebbe pensando, secondo il «Sunday Times», ad un abbassamento delle corporate tax al 10% per invogliare le aziende a restare nel Paese. Browne ritiene che, nonostante tutto, Londra resterà un centro finanziario globale anche nel dopo Brexit. Ma, dice, erigere barriere commerciali nei servizi finanziari non potrà che peggiorare la situazione da entrambi i lati della Manica.

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Bruxelles: ”Se non si rispettano le regole, l’Europa rischia la fine”

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La linea di Bruxelles è chiara, racconta Marco Zatterin: “Se non si rispettano le regole, l’Europa rischia la fine”. Oggi l’Europa dirà all’Italia – e ad altri cinque paesi – che la manovra non è in linea con il Patto di Stabilità perché le coperture non sono abbastanza solide.

L’irritazione di Bruxelles: “L’Europa rischia la fine non rispettando le regole”

La Commissione: con voi già usato ogni margine di flessibilità. Apertura sulle spese d’emergenza reali: “Lì nessun problema”

«L’Europa rischia la fine se le regole che gli Stati si sono date non sono rispettate e perdono di credibilità». La voce che rompe il silenzio a cui Bruxelles s’è votata sulle questioni italiane è imbevuta di asprezza. Suona irritata per il campionato di braccio di ferro a cui il governo Renzi sta costringendo le istituzioni europee sui numeri della manovra. I pochi che parlano si sentono traditi e confessano che «Roma non ci sta aiutando ad aiutarla». Così, ora, potrebbe succedere di tutto.

«Con voi abbiamo usato ogni margine di flessibilità», assicura un pezzo grosso di casa Ue, un po’ seccato, un po’ deluso. Il premier, protesta, «va in giro a dire che per colpa nostra non costruirà le scuole di Amatrice». La realtà, giura, è un’altra. È che «sulle spese d’emergenza non ci saranno problemi», perché «il nodo è una manovra che, così come l’hanno presentata, solleva una serie di interrogativi, quasi tutti strutturali».

C’è chi si chiede prima se questo duello sia davvero necessario e poi domanda lumi su come vanno i sondaggi pre-referendari. E chi prova a sdrammatizzare riciclando una vecchia barzelletta sulla Russia sovietica per dare l’idea dell’umore con cui viene letto il caso italiano. Racconta di un maestro elementare che domanda agli alunni «quanto fa 44 più 44?». Uno alza la mano e risponde «133». Il vecchio insegnate sbuffa. Replica che «no, 44 più 44 fa 88» e che «potrebbe fare 87 oppure 89, ma comunque mai 133». Il senso della battuta della fonte europea è che il deficit strutturale nazionale (quello al netto del ciclo e delle una tantum) dovrebbe «migliorare dello 0,6», che potrebbe anche «fare 0,1, ma non crescere dello 0,4 o dell’1,6».

La storia è rivelatrice dei dubbi tecnici europei. L’esame della manovra inviata a Bruxelles fissa al 2,3% l’obiettivo per il deficit 2017, un decimo in più rispetto al 2,2 su cui ci si era accordati. «Poca roba dal punto di vista contabile», assicurano le fonti, anche perché è sostanzialmente scontato che – cent più, cent meno – la parte di fabbisogno legata alle maggiori uscite per il terremoto e i migranti salvati nell’indifferenza generale verrà sdoganata senza malanimi. L’incognita vera è la solidità strutturale del decreto fiscale. Le coperture. Troppe “una tantum”, troppe entrate-scommessa, troppo aleatori i numeri su privatizzazioni, lotta all’evasione, voluntary disclosure, tagli di spesa, tutte cose che potrebbero non succedere come previsto e, quindi, «corrono il rischio d’imporre correzioni».

Da mesi la Commissione Ue, che arbitra il coordinamento della politica economica continentale e vigila sul rispetto degli impegni assunti dalle capitali, ha deciso di dare una mano all’Italia. In effetti, dal vertice di Ypres del 2014 a oggi, Roma ha avuto più margini di maggiore flessibilità di tutti (19 miliardi). Nonostante ciò, ha continuato a chiedere eccezioni e urlare contro l’austerity, rimettendo sempre in gioco le assicurazioni date. Il pareggio di bilancio, per dirne una, è slittato di tre anni, con decisioni che hanno sempre messo Bruxelles davanti al fatto compiuto. Sono cose che non piacciono al Team Juncker, come all’Eurogruppo, che nutrono la sensazione d’aver di fronte un interlocutore che sfrutta la benevolenza per non realizzare quello di cui avrebbe bisogno.

La questione è anche politica. «Talvolta penso che l’Italia non si renda conto di avere ventisette partner», punge una fonte diplomatica di un grande paese. Il senso della frase lo illustrano in Rue de la Loi. «Chi glielo dice agli spagnoli, che hanno fatto riforme con la Troika in casa, che all’Italia si concede il credito che a loro non abbiamo dato?». Si può arguire che la Francia è pure renitente agli impegni; la risposta è che Parigi è in procedura e Roma no. Questo non toglie che la Commissione vorrebbe sostenere l’Italia e tuttavia c’è un limite oltre il quale non può spingersi: la suscettibilità degli altri paesi.

«Vogliamo continuare a dialogare», è la formula che meglio unisce ufficialità e verità del pensiero comune a Bruxelles, dove la parole di Padoan a «Repubblica» sono state davvero mal digerite. Il Team Juncker è consapevole del rischio referendario, preferisce Renzi a ogni alternativa provvisoria che si potrebbe profilare se il governo cadesse. Teme però la debolezza italica. «Ho paura del momento in cui i tassi cominceranno a salire – concede un pezzo grosso dell’Unione -, vi trovereste in grossissimi guai». Pensa agli oneri aggravati per servire il debito, ai conti che potrebbero sballare, all’instabilità che ne deriverebbe, al possibile effetto domino che potrebbe scattare una volta che si terminerà l’acquisto di bond da parte della Bce. Renzi e Padoan tutto questo lo sanno benissimo. I contatti fra Roma e Bruxelles sono continui e quando, stasera, arriveranno in via XX Settembre le domande della Commissione ci sarà poco da essere sorpresi. Ai piani alti di Palazzo Berlaymont, dove si preferirebbe non mettere piede nella contesa elettorale, ci si chiede però come reagire davanti al «dubbio» che il premier cerchi lo scontro con l’Europa perché crede che possa garantirgli consensi referendari. Avrebbero voluto negoziare col Tesoro una via morbida per rinviare ogni giudizio a dopo il 4 dicembre. Le circostanze complicano il quadro e impongono creatività diplomatica. Al posto di un percorso negoziale coordinato si è finiti in un duello che rende le soluzioni più ponderose e gli scenari di crisi, anche i peggiori, meno improbabili.

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La lettera: Caro Renzi, così non và (firmato Europa)

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Oggi l’Europa dirà all’Italia – e ad altri cinque paesi – che la manovra non è in linea con il Patto di Stabilità perché le coperture non sono abbastanza solide. 

Manovra, arriva la lettera dell’Ue. Renzi: ormai è un fatto fisiologico

Dubbi dei commissari sui 7,6 miliardi di entrate e sulle troppe “una tantum”. Ma il compromesso sembra possibile sui migranti e sulle spese per il terremoto

BRUXELLES – Fino all’ultimo momento, è rimasta in forse la “forma” con cui oggi la Commissione europea dirà al governo italiano (e ad altri cinque Paesi) che la manovra non è in linea con il Patto di Stabilità. Ma salvo improbabili cambiamenti, verrà scelta la lettera scritta. Sembra una pura formalità, ma non lo è. I regolamenti dicono che Bruxelles deve “consultare” gli Stati, senza però specificare con quale forma. La Commissione avrebbe preferito evitare una lettera formale, che suona sempre come una bacchettata, per mantenere un clima sereno. «Ma non siamo stati certamente noi a minare questa serenità», fa notare una fonte comunitaria. Matteo Renzi rispedisce in anticipo la palla nel campo avversario: «Ormai quelle lettere sono fisiologiche», è sbottato ieri con Lucia Annunziata su Rai3.

Dal palazzo Berlaymont filtra una certa amarezza per i toni usati ieri dal ministro Pier Carlo Padoan. «Se l’Ue boccia la nostra manovra – ha detto il ministro dell’Economia in un’intervista a “La Repubblica” – rischia la fine». Amarezza mista a sorpresa: «Questi toni ce li aspettiamo da Renzi, non certo da Padoan» dicono a Bruxelles. Considerare la scelta di spedire la lettera come una diretta conseguenza delle dichiarazioni di Padoan è sbagliato. Ma certe dichiarazioni non favoriscono la “serenità” di cui sopra.

Questo per descrivere il contesto, anche se i veri nodi riguardano la sostanza dei provvedimenti. E a Bruxelles non si parla tanto delle spese eccezionali per migranti e terremoti. Il guaio sono le coperture: stime eccessivamente ottimistiche e troppe “una tantum” nei 7,6 miliardi di entrate sotto la lente. Più che il deficit nominale (che sale al 2,3% anziché l’1,8% promesso), quello che più preoccupa è il deficit strutturale, perché anziché diminuire aumenterà (da 1,2% a 1,6%). Idem per il debito, in lieve crescita nel 2017.

Per il resto le distanze sono colmabili. L’Italia conta di spendere 3,8 miliardi per i rifugiati, in partenza l’Ue è pronta a scontare solo i 500 milioni aggiuntivi rispetto all’anno precedente. Ma il Consiglio europeo ha riconosciuto nero su bianco gli sforzi italiani e questo gioca a favore. Anche per la spese sul sisma ci sono margini per un accordo: Bruxelles considera “eccezionali” solo quelle per la ricostruzione, non quelle per la prevenzione. Ma per Roma tre terremoti in sette anni sono un fatto eccezionale: c’è lo spazio per far passare questa interpretazione. In ogni caso quella di oggi non sarà la bocciatura della manovra. Per quella, eventualmente, ci sarà un’altra settimana di tempo (anche se in pochi ci scommettono). Devono infatti passare 15 giorni dal momento in cui il governo ha presentato a Bruxelles il suo progetto di bilancio, vale a dire lunedì scorso. Anzi, in realtà martedì, visto che l’Italia aveva spedito il testo oltre la mezzanotte (penultima in ordine di tempo, peggio ha fatto solo Malta).

Ed è l’unica che, dopo l’invio, ha dovuto correggere alcune “sbavature” e rimandare le parti riviste. Niente di grave, per carità, ma chi a Bruxelles si occupa delle procedure non perde occasione per sottolinearlo.

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lastampa/Manovra, arriva la lettera dell’Ue. Renzi: ormai è un fatto fisiologico MARCO BRESOLIN – INVIATO A BRUXELLES

Paganese- Juve Stabia, le pagelle

Vittoria importante per la Juve Stabia di Fontana che espugna il Torre di Pagani vincendo un derby molto sentito. Ripa e Izzillo regalano la vittoria che consente di volare a -1 dalla coppia di testa formata da Lecce (che ha perso 2-o a Catania) e Foggia. Ecco le pagelle delle vespe:

RUSSO 6.5: Impreciso in qualche occasione ma la Paganese non gli crea quasi mai problemi.

LISI 6: Adattato a terzino destro, nel primo tempo gioca molto bene, nella ripresa è vittima degli attacchi di Celiento ed Herrera. Da lodare per aver retto in un ruolo non suo.

MORERO 6.5: Buona la prova del difensore argentino. Ammonito, salterà la gara con il Cosenza per squalifica.

ATANASOV 7.5: Un muro. E’ ovunque e chiude ogni spiraglio.

LIVIERO 6: In affanno dopo la grande prova contro il Foggia. Tiene bene, insieme a tutta la difesa, nel finale.

CAPODAGLIO 6.5: Il fulcro del gioco stabiesi. Dal suo piede parte l’assist al bacio per Ripa, ottima prova la sua.

MASTALLI 7: Altra prova più che positiva per il centrocampista scuola Milan.

IZZILLO 7: Si sacrifica molto in entrambe le fasi. Ha il merito di aver siglato il gol del momentaneo 0-2.

MAROTTA 5.5: Un po’ sottotono rispetto alle ultime uscite.

SANDOMENICO 6.5: Sempre pericolo per Della Corte, prova molto positiva per lui.

RIPA 7.5: Un gol e tanto lavoro sporco per lui. Si guadagna tante punizioni preziose e gioca di sponda per i compagni.

KANOUTE 5.5: Non entra bene in partita. Il portiere avversario gli nega la gioia del gol dopo la rete dell’1-2 dei padroni di casa

SALVI 5.5: Entra al posto di Capodaglio ma si vede pochissimo.

ROSAFIO 6: Aiuta in fase difensiva e, con le sue accelerazioni, tenta il colpo dell’1-3.

Juve Stabia, è qui la festa!

Aria di festa in casa Juve Stabia. Dopo la vittoria contro la Paganese al Torre di Pagani, la squadra è stata accolta da circa 200 supporters al Viale Europa. Tanti cori e aria di festa per i tifosi che hanno voluto omaggiare il primo derby vinto dalle vespe, che ora sognano il primato che dista un solo punto. Ripa e Izzillo hanno regalato l’ennesima gioia agli stabiesi che, dopo la settima vittoria in dieci partite, hanno deciso di festeggiare insieme ai giocatori, i quali erano ancora sul pullman che li ha riportati a Castellammare dalla vicina Pagani, espugnata ancora una volta.

Manniello: “Non succede, non succede. Ma se succede…”

                                                                                        Le parole del presidente in conferenza  
Al termine del match vinto 1-2 dalla Juve Stabia al Torre nel derby contro la Paganese, si è presentato in sala stampa il presidente delle vespe Franco Manniello. Ecco le sue parole live dal Torre: “Ringrazio la Paganese per l’ospitalità. Mi è piaciuta molto la squadra del presidente Trapani, gioca un bel calcio e può contare su giocatori forti come Reginaldo. Chiaramente è una vittoria molto importante che ci proietta lassù e noi vogliamo restarci fino alla fine. Mi stuzzicate a dirlo e allora lo dico: Non succede, non succede. Ma se succede…”

Filippi: “Non ho mai visto una Juve Stabia in difficoltà fuori casa. Vittoria per Cancellotti”

Al termine del match vinto 1-2 dalla Juve Stabia al Torre nel derby contro la Paganese, si è presentato in sala stampa il dg Clemente Filippi:

“Vittoria importante che dà morale. Sono tre punti pesanti conquistati in un derby. Si parlava di una Juve Stabia in difficoltà in trasferta ma io queste difficoltà non le ho viste a Reggio, anzi Zeman ci ha fatto i complimenti. Dedichiamo questa vittoria a Tommaso Cancellotti, ieri ha avuto problemi gravi familiari e ha dovuto abbandonare il ritiro. Gli siamo tutti vicini. Il parapiglia finale è nato a causa di un ex, che non è Maiorano, che ha aizzato gli animi creato una semi rissa.”

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