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Higuain, il padre: “In caso di gol non esulterà per rispetto, abbraccerà Sarri ed i suoi ex compagni”

Le sue parole

Jorge Higuain, papà di Gonzalo, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport: “Io che sono davvero il padre, capisco le parole di Sarri. Gonzalo gli ha dato tanto, ma gli deve anche molto”. 

Domani suo figlio affronterà per la prima volta il Napoli dopo l’addio estivo: lo sente emozionato? 

“L’emozione sarà quella di giocare una partita importante, uno scontro diretto per lo scudetto. Naturalmente sarà contento di rivedere gli ex compagni e Sarri, un allenatore con cui ha avuto sempre una relazione stupenda. Sono sicuro che Gonzalo abbraccerà lui e tutti i ragazzi” 

Ha nominato Sarri e lo spogliatoio del Napoli, non De Laurentiis…

“Sarri e i giocatori sono una cosa, De Laurentiis un’altra. Non mi interessa parlare del presidente, fa parte del passato” 

Pensa che Gonzalo, in caso di gol al Napoli, esulterà? 

“E’ una decisione sua, non so come si comporterà” 

Beh, conoscendolo…

“E’ un ragazzo affettuoso e credo che per una questione di rispetto non esulterà. La gente di Napoli, Sarri e i compagni lo hanno sempre trattato benissimo. E’ normale che quando la Juventus lo ha acquistato si siano arrabbiati” 

Due animali su tre estinti entro il 2020

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Il rapporto “The Living Planet 2016” redatto dal Wwf lancia l’allarme sul futuro delle specie animali sulla Terra. Le attività umane dominano sull’85% della superficie mondiale e questo compromette gli habitat naturali. Secondo il report entro il 2020 rischiano di sparire due animali su tre a causa di bracconaggio e inquinamento.

Bracconaggio e inquinamento: “Spariranno due animali su tre”

Il rapporto “The Living Planet 2016”: sull’85% del pianeta dominano le attività umane. Distrutti gli habitat naturali, entro il 2020 il 67 per cento dei vertebrati sarà estinto

Le grandi estinzioni di massa avvenute in passato sulla Terra sono state causate da una catastrofe imprevedibile, come la caduta di un asteroide. Ma l’ultima, forse la più grave di tutte, è in corso senza che un evento appariscente ci consenta di dare la colpa al destino: entro il 2020, tra poco più di tre anni, il 67% dei vertebrati che esistevano nel 1970 sarà estinto. Quasi 7 animali su 10 che solo mezzo secolo fa popolavano fiumi, laghi, foreste e brughiere non ci sarà più. E la responsabilità è solo degli esseri umani.

Il rapporto «The Living Planet 2016», redatto dal Wwf e dalla Zoological Society di Londra, è un grido d’allarme che conferma l’ingresso nell’Antropocene, la nuova era geologica caratterizzata dalle modifiche al pianeta apportate dall’uomo. Scienziati di tutto il mondo hanno esaminato 14.152 esemplari di 3706 specie di vertebrati, e hanno scoperto che il loro numero si è ridotto del 58% tra il 1970 e il 2012, con un tasso di decrescita medio che oggi tocca il 2% l’anno e che non accenna a diminuire. Da qui l’agghiacciante previsione sullo stato del pianeta nel 2020.

Il bracconaggio e la caccia sono responsabili della quasi sicura imminente scomparsa dell’elefante africano e del gorilla di montagna, ma la maggior parte dei vertebrati è minacciata dalla distruzione dell’habitat nel quale vivono, dovuta alla creazione di nuovi campi destinati alle coltivazioni o a cementificazioni urbane. Ormai solo sul 15% della superficie terrestre la natura è protetta da leggi severe: sul restante 85% dominano le attività umane, sempre più incuranti e predatorie. Nel 2012 occorrevano 1,6 pianeti come il nostro per soddisfare il fabbisogno annuale di risorse dell’umanità, ma oggi non ne basterebbero due.

I più colpiti sono i fiumi e i laghi, dove l’estinzione dei vertebrati ha già toccato l’81% a causa dell’inquinamento, delle dighe e della pesca di frodo. Un fungo dilagato in seguito alla tratta di rane e tritoni ha fatto strage di anfibi in tutto il mondo; in Asia gli avvoltoi stanno scomparendo perché si cibano di carcasse di mucche alle quali vengono somministrati anti-infiammatori; in Europa le anguille sono sempre più rare per colpa del degrado ambientale; delfini e orche muoiono ingerendo pesce contaminato e migliaia di altre specie meno conosciute stanno scomparendo. Il riscaldamento globale, secondo lo studio, è solo una componente marginale di questo fenomeno, dovuto quasi interamente al dilagare della specie umana sulla Terra, che ha accelerato di 100 volte il normale tasso di estinzione.

Gli esperti pensano che la situazione non sia mai stata così grave, ma credono che ci sia ancora tempo per rimediare: «Dobbiamo ridefinire la relazione con il pianeta – ha detto Marco Lambertini, direttore generale del Wwf – e passare da un rapporto in cui ci comportiamo da predatori a uno in cui natura e persone coesistano in armonia. E abbiamo gli strumenti per risolvere questo problema». Molte storie di successo lo confermano: il panda gigante è stato salvato, in Europa sono tornati gli orsi, i lupi e le linci. Sarà sempre difficile convincere un pastore che lupi, volpi e linci siano animali da salvare, ma in luoghi come la Maremma toscana ci stanno provando con successo, e molto di più si potrebbe fare nelle scuole e negli uffici di chi decide i nuovi insediamenti urbani.

«Le persone, i governi e le aziende – ha detto Mike Barrett, direttore delle politiche nel Wwf britannico – devono agire adesso. Abbiamo una responsabilità sulle generazioni future. Siamo la prima specie a cambiare il pianeta, ma siamo anche dotati di comprensione: tutto dipende solo dalla nostra determinazione». Ora gli scienziati sperano che il loro appello non resti inascoltato, anche se nessuno si illude che si tratti di un percorso facile. Bisognerà convincere tutti gli esseri umani che la colpa non è genericamente di una società rapace: ognuno è responsabile di quello che sta accadendo, e ognuno può e dovrebbe fare qualcosa.

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lastampa/Bracconaggio e inquinamento: “Spariranno due animali su tre” TORIO SABADIN

Pochesci ritorna a parlare del pari con la Juve Stabia

Sandro Pochesci allenatore della Unicusano Fondi recrimina ancora per il pari con la Juve Stabia

Ci sono allenatori che alla prima esperienza in Lega Pro, in maniera silenziosa, lavorano per far vedere le loro qualità,tra questi non possiamo annoverare Sandro Pochesci.

L’allenatore laziale non ha mai mantenuto basso i toni, anzi ogni occasione è stata buona per farsi “sentire”. A Distanza di un mese dalla partita con la Juve Stabia ritorna a recriminare per quel pareggio.

Secondo il tecnico il pareggio ottenuto con la Juve Stabia qualche settimana fa, quando vincevano 2-0 e sono stati raggiunti nei minuti finali, a causa secondo lui di un’espulsione inventata (Bertolo n.d.r.) , ha tolto punti importanti  alla sua squadra.

Sul campionato, quando gli si chiede chi secondo lui è la favorita alla vittoria finale, indica oltre al Matera anche la Juve Stabia.

Già dopo dieci giornate secondo il suo parere, i valori tecnici sono usciti fuori, con quattro squadre in lotta per la B: Foggia, Lecce, Juve Stabia e Matera. Sulla possibile outsider annovera anche il Catania  che deve recuperare tanti punti ma non deve essere sottovalutato.

Molti addetti ai lavori dicono che la promozione diretta se la giocheranno le due pugliesi con Lecce e Foggia alla pari, a suo avviso però la Juve Stabia ha un grande organico mentre il Matera ha l’allenatore più esperto e abituato a stare in alta quota.

Vedremo se avrà ragione lui.

Patrizia Esposito

Hillary Clinton e Michelle Obama sul palco per battere Trump

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Per la prima volta nella campagna elettorale americana Hillary Clinton e Michelle Obama salgono insieme sul palco in occasione di un comizio in North Carolina. Da sempre avversarie, seppelliscono i rancori per battere Trump. Si scambiano abbracci e complimenti. L’impegno della First Lady può fare la differenza nella mobilitazione degli afroamericani.

Michelle-Hillary, le nemiche si alleano contro Trump

Dal gelo della campagna del 2008 al comizio insieme in Nord Carolina. La First lady: io troppo impegnata? Sì, ma queste elezioni sono storiche

Hillary Clinton e Michelle Obama sul palco della Wake Forest University in Nord Carolina
Michelle Obama e Hillary Clinton sul palco della Wake Forest University in Nord Carolina

WINSTON SALEM (NORTH CAROLINA) – Due nemiche per la pelle, costrette insieme sul palco per chiudere la porta della Casa Bianca a Donald Trump. Questa è l’immagine che trasmette l’abbraccio di Winston Salem fra Michelle Obama e Hillary Clinton.

Nel primo comizio tenuto insieme, la posta in gioco la spiega subito la candidata democratica: «Sono le elezioni più importanti della nostra vita». Poi chiarisce perché: «In gioco c’è il diritto stesso al voto, soppresso qui in North Carolina. C’è il clima: se pensate che il riscaldamento globale sia in corso, dovete votare. Se siete per una riforma dell’immigrazione che porti alla cittadinanza, dovete votare. Se volete la parità dei matrimoni, posti di lavoro e infrastrutture, istruzione universitaria accessibile, dignità per tutte le donne (e questo speravo di non doverlo dire), dovete votare perché sarà in gioco nelle urne».

Nel palazzo dello sport della Wake Forest University ci sono 11.000 persone, e ormai tutte in piedi, quando Hillary lancia Michelle: «Tutto ciò a cui teniamo è in gioco in questa elezione, ma non ascoltate solo me. Sentite cosa ha da dirvi la nostra magnifica First Lady». Le due ex rivali si abbracciano, e Michelle seppellisce i rancori del passato: «Ringraziamo Hillary per la sua vita di servizio. Non c’è mai stato un candidato più qualificato alla presidenza».

Quindi spiega perché è scesa in campo: «Dicono che il mio attivismo è senza precedenti per una first lady. È vero, ma queste elezioni sono senza precedenti. Non ci sono mai stati candidati così diversi. Uno parla di disperazione, paese debole, diviso, nel caos, dove gli altri sono una minaccia, bisogna costruire muri e avere paura. Poi c’è la visione di Hillary, una nazione potente e grande abbastanza per tutti. La scelta è fra chi divide e chi ci invita ad abbracciare gli istinti migliori.

Non tra democratici e repubblicani, ma per decidere chi darà forma al paese nel resto della vita dei nostri figli. Il Presidente è un modello di vita: quale modello vogliamo? Uno che unisce e vede le differenze come qualità, non minaccia. Uno che rispetta le donne, capisce che la nostra nazione è stata creata dagli immigrati, vede il bene in tutte le comunità. Uno che ha la maturità per gestire i codici nucleari. Io credo con tutto il mio cuore che Hillary sarà questo genere di Presidente. Quando i nostri avversari vanno in basso, noi andiamo in alto».

Il rapporto fra le due first lady è stato sempre complicato, perché sono identiche e opposte. Identiche per la conoscenza e la passione politica. Hillary laureata in legge a Yale, Michelle a Princeton. Intelligenti e preparate, entrambe prodotto delle università di élite della Ivy League. Hillary avvocato di successo, ma subito impegnata in politica per l’inchiesta sul Watergate e la registrazione degli elettori delle minoranze.

Michelle avvocato di successo, ma sposata con un mobilitatore della comunità nera di Chicago chiamato Barack, per fare la differenza nei quartieri più disagiati e violenti della città. Hillary first lady che rifiutava di stare a casa a infornare i biscotti; Michelle first lady che ha cercato di cambiare le abitudini alimentari degli americani. Opposte, però, perché Hillary ha sempre puntato al potere politico, mentre Michelle lo ha quasi fuggito. Ha frenato sulla candidatura di Barack, ha rifiutato di essere candidata lei al Senato (almeno finora), ed è stata un’attivista riluttante in campagna elettorale.

Un amico di entrambe le first lady descrive così il loro rapporto: «Nel circolo degli Obama nessuno era odiato quanto Hillary: una volta partecipai ad un incontro con il consigliere presidenziale David Plouffe, che arrivò ad augurarsi la sua morte». Tutto è cambiato con la decisione di Barack di offrire a Hillary il posto di segretario di Stato: «Allora è cominciato un processo di riconciliazione durato due anni, che sta culminando in questa campagna elettorale. I posti sono divisi a metà, tra gli uomini degli Obama e quelli dei Clinton. La transizione è già cominciata, e l’amministrazione sarà una mescolanza fra queste due ali del partito».

La candidatura di Trump ha contribuito a consolidare l’alleanza, spingendo la riluttante Michelle ad impegnarsi nella campagna per eleggere l’ex nemica. Ha messo al servizio della causa la sua straordinaria empatia e abilità oratoria, cioè le qualità che mancano a Hillary. La pace è firmata, e si stringe nell’abbraccio di Winston Salem: «Michelle, ti prometto che se andrò alla Casa Bianca, continuerò a curare il tuo orto».

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vivicentro/Michelle e Hillary sul palco per battere Trump
lastampa/Michelle-Hillary, le nemiche si alleano contro Trump PAOLO MASTROLILLI – INVIATO A WINSTON SALEM (NORTH CAROLINA)

Grande successo ad eccellenze Campane con ‘Aspettando Juventus-Napoli”

Con tanti ospiti
Grande successo dell’evento “Aspettando Juve-Napoli, la sfida per eccellenza”, andato in scena stasera, giovedì 27 ottobre, presso “Eccellenze Campane”. Un vero e proprio happening per giocare d’anticipo Juventus-Napoli. Dinanzi ad un folto pubblico i giornalisti Gianluca Gifuni e Ornella Mancini hanno animato un talk show con la presenza di alcuni storici ex azzurri: Vincenzo Montefusco, Gianni Improta, Jarbas Faustinho Canè, Giuseppe Volpecina, Pasquale Casale e Francesco Montervino che hanno ricordato le loro “Juventus-Napoli”, parlando molto anche della sfida di sabato.
«Il mio Juve-Napoli più bello – ha rivelato Volpecinaè quello del novembre 86 (la vittoria per 1-3 storica, ndr), ho avuto anche la fortuna di segnare e abbiamo stravinto una partita che non è come le altre. Il Napoli andrà a Torino a giocarsi la gara fino in fondo e per vincere, la vittoria potrebbe dare una consapevolezza di forza che potrebbe far lottare gli azzurri fino alla fine del campionato. Il “falso nueve”? Un allenatore deve adattarsi alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, manca una prima punta ma per fortuna Mertens sta facendo molto bene».
Ha iniziato Vincenzo Montefusco: «Questa è una partita importantissima, il Napoli attuale è diventato di grandissimo livello, negli ultimi anni il club di De Laurentiis si trova in tutte le competizioni importanti, questa in città è la partita dell’anno ma ci sono tantissime partite ancora da giocare. Il Napoli deve andare a Torino a giocarsi la partita, Sarri non deve farsi condizionare dalla riconoscenza che ha nei confronti di alcuni calciatori, l’esempio in questo periodo è Jorginho che magari andava cambiato un poco prima». «Credo – ha detto invece Gianni Improta  che anche al cospetto delle assenze nel reparto offensivo del Napoli, che deve fare a meno di Milik e Gabbiadini, le due punte centrali, la velocità e la rapidità del trio d’attacco partenopeo può mettere in difficoltà la difesa dei colossi bianconeri. Questa volta vinciamo, ne sono sicuro!». Di rimando Canè«A me non piace che ci sia il chiodo fisso della Juventus. Dobbiamo guardare solo in casa nostra senza preoccuparci degli altri. Sarà una partita interessante ed imprevedibile. L’anno scorso il Napoli sembrava favorito e sappiamo come è andata a finire. Questa stagione la squadra sta avendo un rendimento altalenante, ieri contro l’Empoli abbiamo sofferto per alcuni tratti del match. Una squadra che vuole lottare per il vertice non può soffrire con i toscani. La Juventus non sta giocando meglio degli azzurri, però è superiore. Se però ci presentiamo a Torino con la consapevolezza di essere inferiori, allora si rischia di uscire male dallo Stadium. Dovremo giocarcela». E poi ancora Francesco Montervino. «Il ricordo più bello che ho di Juve-Napoli è il 3-3 dove segnò anche il grande Paolo Cannavaro, sabato per noi sarà la partita dell’anno, mi auguro che i giocatori possano sentire questa partita come la sentono i tifosi del Napoli, è una partita che può definire quale sarà il campionato del Napoli da qua alla fine, rispetto ad un paio di settimane fa gli azzurri mi sembrano in ripresa, sicuramente con l’Empoli c’è stato un passo avanti rispetto alla partita di Crotone. E’ un Napoli che si presta a diventare sempre più squadra, adesso è il momento di essere un pò più cinici, Mertens è il giocatore simbolo di questa squadra, un ragazzo che non si da mai per vinto. Sono fiducioso quest’anno perché il Napoli non viene da un periodo di forma eccellente». Infine Pasquale Casale: «Il match di sabato è aperto a qualunque risultato. Credo che il Napoli debba pressare alto e asfissiare la Juventus anche perché giocare di contropiede sarebbe pericoloso. Spero che Sarri inventi qualche variante tattica, potrebbe spostare Hamsik più vicino a Mertens. Spero si possa uscire da Torino con un buon risultato».
Spazio anche alla presentazione del libro del procuratore sportivo, campano di nascita ma bianconero di fede, Pasquale Gallo “Io e la Juve storia di un grande amore”. «Mi auguro sia una bella partita che possa essere pulita in campo e fuori. Ci sia la rivalità, gli sfottò senza però andare oltre». Da contraltare ci sarà l’edizione aggiornata de “Il Romanzo del Grande Napoli” , aggiornato con il “tradimento” di Higuain, con la presenza di uno degli autori, Giampaolo Materazzo, che ha detto: «Io non sento la pressione perché penso direttamente al match contro il Besiktas, quindi la evito direttamente. Anche se il Napoli non è al completo nel reparto offensivo però spero che nelle difficoltà possa uscire una variabile annoi favorevole. Mi auguro soprattutto che sia una partita pulita dentro e fuori dal campo, senza eccessi. Poi al novantesimo si potrà gioire o meno ma l’importante è che sia una bella partita». Nel corso dell’evento l’attore e regista teatrale Peppe Miale ha proposto un estratto della pièce teatrale “Juve – Napoli 1-3, la presa di Torino” lo spettacolo ispirato all’instant book di successo dello scrittore Maurizio De Giovanni. Anche lui, da grande tifoso del Napoli, ha detto la sua sulla gara di sabato: «La partita la vedrò da solo a casa per soffrire totalmente. Ho anticipato anche l’orario dello spettacolo al pomeriggio per poter vivere col massimo trasporto quella che per me è la partita delle partite».
Nei pressi dell’aula magna di Eccellenze Campane Massimo Bolognino (Campione del Mondo di Subbuteo) e alcuni suoi avversari di fede juventina hanno anticipato a calcio-tavolo la sfida di sabato. Il club “Napoli Saverio Silvio Vignati” con il presidente Massimo Vignati ha proposto alcuni cimeli del Museo Maradona riguardanti le sfide con la Vecchia Signora: oltre alle maglie indossate da Maradona, da Del Piero, scarpette, il contratto firmato col Napoli da Diego e altri cimeli, c’era anche il pallone dell’ormai leggendaria sfida Juventus-Napoli del 9 novembre del 1986 (finita 1-3). La maratona di eventi è proseguita con l’esibizione del musicista Gino Magurno, “L’altroparlante”, con la presenza del club Napoli Quarto e del Club Napoli Tribunale. All’esterno di Eccellenze  c’era la “Selfie Car”, ovvero la possibilità di scattare selfie con la “Panda Azzurra”, l’autovettura della Fiat, di proprietà della famiglia dell’indimenticato Dino Celentano, di colore Azzurro autografata da tutti i calciatori del Napoli che ha centrato l’ultimo successo a Torino (il 2-3 del 31 ottobre del 2009). Sino a sabato Eccellenze Campane propone anche la sfida enogastronomica, tra “Menu Azzurro” e un altro “Menu Bianconero”, con una pietanza tipica campana (pasta e fagioli con le cozze) e una piemontese (brasato al Nebbiolo con polenta). Il pubblico presente è stato anche deliziato con le coppette al gusto Oreo (bianconero) o Puffo (meglio, azzurro) della deliziosa Gelateria Del Gallo. A chiudere la serata lo splendi murales dello street-writer Raffo Art, che ha disegnato un ciuccio e una zebra su un telo di due per tre metri in tempo reale. Un’opera d’arte di rilievo e fortemente simbolica.

“O resto io, oppure loro”, Higuain aveva rotto con alcuni compagni

Tutta colpa di una fronda verso la società
La Repubblica scrive: “Higuain non ci invidia. Ci teme. Ho detto a Sarri di non preoccuparsi, di giocare sereno e far divertire il pubblico” le parole di De Laurentiis che aggiunge: “Sapete cosa mi disse a febbraio Nicola Higuain? Che suo fratello era l’unico vero campione della nostra squadra e per questo Gonzalo stava pensando di cambiare aria”. Secondo quanto riferisce la Repubblica, il Pipita aveva rotto con alcuni compagni, al punto da spingersi a pronunciare la fatidica frase. ‘O resto io, oppure loro’. Tutta colpa di una fronda nei confronti della società in cui l’argentino ha scoperto di colpo di ritrovarsi isolato, mentre Callejon firmava il rinnovo del contratto con il club e altri big (prima Albiol e poi Koulibaly) si convincevano quanto meno a rimandare il loro addio. «Abbiamo deciso di rimanere tutti per un altro anno, per cercare di vincere insieme lo scudetto. “Lo farà anche Gonzalo, vedrete”, disse dal ritiro del Belgio Mertens. “Il valore di un uomo si capisce dalla sua parola… “, scrisse in un criptico tweet Pepe Reina che non ha mai svelato il destinatario.

RETROSCENA – Litigio Sarri-Higuain allo Stadium lo scorso anno!

I dettagli di ciò che accadde

Domani sera ‘padre e figlio’ si ritroveranno. Maurizio Sarri e Gonzalo Higuain. La Repubblica racconta un clamoroso retroscena. Trapela infatti il racconto di un precedente attrito tra i due, che risale proprio alla vigilia della sfida scudetto a Torino, nello scorso febbraio. Storie di pallone, un rimbrotto severo dalla panchina, la ribellione del numero 9, l’allenamento interrotto e pure un seguito dentro lo spogliatoio. Cose che lasciano il segno.

Juve Stabia, lutto in casa Cancellotti

Juve Stabia, lutto in casa Cancellotti

S.S. Juve Stabia, in tutte le sue componenti, esprime  cordoglio e vicinanza  al calciatore Tommaso Cancellotti, in questo momento di profondo dolore a seguito della perdita del caro papà Corrado. Il nostro dolore è quello di tutti i tifosi stabiesi, che oggi si stringono intorno a Tommaso con un grande abbraccio.Le nostre più sentite condoglianze vanno a tutta la famiglia Cancellotti.

S.S. Juve Stabia

L’Angolo di Samuelmania – Adesso testa alla Juventus: sarà difficile ma sono fiducioso

Il suo pensiero…

Napoli-Empoli partita fatta di 3 punti importanti per il Napoli con l’Empoli che si presenta a Fuorigrotta con il peggior attacco d’Europa. Azzurri che, pur avendo qualche problema in attacco, si dimostrano squadra molto brava ad attaccare con uno strepitoso Mertens che va anche il goal. Che bello aver ritrovato un bravo difensore come Chiriches che raddoppia e fissa il punteggio sul 2-0. Molto bravo anche Jorginho che stava per mettere a segno il gol della giornata ma Skorupski gliel’ha negato. Adesso testa alla Juventus: sarà una gara molto difficile ma io sono fiducioso. Forza Napoli!

a cura di Samuele Esposito

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Paura per il terremoto ma poi si dimentica, e si vive anche seduti su un vulcano attivo

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La seconda giornata di paura nelle zone del terremoto è segnata da scosse, macerie e migliaia di sfollati. Oltre 4 mila persone hanno lasciato i paesi distrutti in attesa di capire se  potranno tornare. Nelle zone colpite tutti parlano di strage evitata ma, come ci ricorda Antonio Scurati, noi “siamo il Paese del fragile benessere” e facilmente dimentichiamo la fragilità e la pericolosità del nostro territorio nel quale, ad esempio, viviamo sotto il vulcano. Da sempre e, forse, per sempre, scrive Scurati, un meraviglioso vulcano, spruzzato di neve in inverno e splendente di Ginestre in estate ma …..

Il Paese del fragile benessere

Siamo il Paese del fragile benessere, non quello della grande bellezza (quella va bene per la notte degli Oscar). Viviamo sotto il vulcano. Da sempre e, forse, per sempre. Un meraviglioso vulcano, spruzzato di neve in inverno e splendente di Ginestre in estate. 

Per questo ce ne dimentichiamo: il vulcano è ancora attivo.  

Che cosa significa vivere sotto il vulcano? Sotto il vulcano e sopra la faglia. In che misura questo nostro essere figli di una terra dove la terra trema ha influenzato e influenza il carattere degli italiani? In che modo un’esistenza condotta quotidianamente con nelle orecchie il ronzio sinistro di sciami sismici modula la psicologia di una nazione? Un tempo lo sapevamo e adesso abbiamo smesso di chiedercelo.

Personalmente rigetto la facilità cialtrona con cui l’italiano spesso vanta, di solito davanti a un piatto di spaghetti, di vivere nel «Paese più bello del mondo». Ma basta viaggiare per il mondo – non a Parigi, Londra o New York, ché quello non è il mondo – per rendersi conto di essere stati privilegiati dalla sorte. Per noi la roulette delle nascite si è fermata su di una casella fortunata. Per mitezza climatica, pregevolezze paesaggistiche, bellezze artistiche, varietà umane, ricchezze culturali, l’Italia è sicuramente uno dei luoghi del pianeta dove si conosce in abbondanza la dolcezza del vivere. Anche la sua mollezza, ovviamente. E tutti ce lo riconoscono. L’idea dell’italiano bon vivant, che ci crocifigge con lo spillo dell’entomologo nella teca degli esemplari magnifici e inutili, ci corrisponde. Sono luoghi comuni, è vero, ma nei luoghi comuni albergano verità profonde e vastissime, spesso inesplorate solo dagli autentici imbecilli. Ma le condizioni che fanno dell’Italia il Paese della «dolce vita», della «bella giornata», del buon vivere e del benessere ricevuto come diritto di nascita, sono in buona parte le stesse che lo minano fin dalle fondamenta.

Questa penisola snella, agile, lunga e stretta, protesa come un dito puntato su di un mare antico, questo paesaggio rinfrescato da decine di salubri brezze, variegato di pianure, colli, coste e montagne, è terra di terremoti. Questo popolo di poeti, santi, navigatori, cantanti e chef stellati è capace di coltivarla con una mano ricca di sapienza artigiana nella bellezza di orti e di borghi e con l’altra di abbandonarla all’incuria di decadenza e crolli.

La mappa della pericolosità sismica è un emblema di questa nostra mirabile miscela di fragilità e complessità policroma: uno stretto lacerto di mondo ospita l’intera gamma dei colori, dai rossi della terribile dorsale appenninica, ai gialli delle zone collinari adiacenti, ai verdi delle coste tirreniche, fino agli azzurri tenui della Pianura Padana e ai grigi rassicuranti della prealpina. Nati e cresciuti su questo manto d’Arlecchino, stiamo fragili nell’esistenza storica, in un disquilibrio perenne tra ipermodernità d’avanguardia e brutale premodernità, stiamo incerti nella mappa geografica tra Europa e Africa, tra Occidente e Levante. Il manto terrestre su cui muoviamo i nostri passi è una crosta sottile – lo sappiamo, lo avvertiamo nelle vibrazioni sorde della terra -, la nostra smagliante civilizzazione è appena uno strato di smalto sul nulla. Siamo gente di confine, passeurs perenni, migranti per vocazione, frontalieri tra la gioia e la disperazione, tra la vita brillante e la morte improvvisa.

A lungo si è pensato che questa condizione fosse all’origine sia dei vizi sia delle virtù del carattere nazionale. Le dobbiamo il peggio di noi stessi: gli egoismi, i campanilismi, i servilismi, le superstizioni, gli odi di fazione, il respiro corto, il ghigno furbo, le mani sporche, la rarità di autentici statisti, il troppo cinismo, scetticismo, individualismo, pagnottismo, familismo, fatalismo. La facilità con cui dubitiamo delle magnifiche sorti e progressive, l’incapacità di credere in qualsiasi idea o persona che non si possa invitare a cena. Tutto ciò è all’origine dell’inclinazione meschina che ci spinge, davanti ad ogni nuovo terremoto, alluvione, naufragio, a fare gli scongiuri e a mormorare: «E’ toccato a te e non a me». Ma la policroma, variegata mappa della pericolosità sismica, è anche, in qualche, modo, all’origine della nostra parte migliore: la nostra preferenza per la speranza comica piuttosto che per la disperazione tragica, il nostro genio per il melodramma, l’amplissima articolazione della nostra esperienza che ci consente, a qualsiasi latitudine e in qualsiasi tempo, di incontrare gli altri, di adattarci alle situazioni, di «inventarci la vita», la nostra rara e preziosa capacità di empatia, di solidarizzare con il prossimo. E’ la somma delle virtù che, di fronte al sisma, ci spinge a pensare: è toccato a te ma sarebbe potuto toccare a me.

Oggi viviamo di nuovo al crocevia di due grandi cataclismi, uno ambientale e l’altro umano: l’emergenza ecologica (di cui le distruzioni causate dai terremoti fanno parte) e le migrazioni dei popoli che vengono a morire sulle nostre coste. Sarebbe bello se questa tormenta di terremoti aiutasse noi italiani, in un’epoca che favorisce con ogni mezzo l’indifferenza mediatica verso le sciagure altrui, a ritrovare il meglio di noi stessi: il pietoso sentimento di appartenenza a un comune destino umano.

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Roma, shock Florenzi: rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Domani l’operazione

NOTIZIE AS ROMA – Ieri sera la Roma ha espugnato il Mapei Stadium di Reggio Emilia, vincendo per 3-1 contro il Sassuolo, ma non  riesce ad esultare. Al minuto 85′ della gara, infatti, Alessandro Florenzi è stato costretto a lasciare il campo tra le lacrime e con l’ausilio di una barella. Il volto teso dei compagni e la smorfia di rassegnazione di mister Spalletti lasciavano presagire la gravità dell’infortunio ma l’intervento ai microfoni di Premium Sport del medico Del Vescovo aveva rasserenato gli animi. “C’è stato questo trauma distrattivo violento al livello del compartimento posteriore del ginocchio sinistro. Il giocatore ha avvertito un dolore fortissimo che è durato fino alla fine della partita. E’ sempre molto difficile fare una valutazione completa perchè il dolore lo amplifica. Possiamo valutare due elementi di positività che non si è gonfiato il ginocchio e che i primi test per il crociato anteriore risultano stabili. Faremo subito gli esami strumentali necessari e dobbiamo escludere un corteo di patologie spot traumatiche che possono essere presenti dalla frattura alla lesione meniscale che possono essere presenti. Analogie con Ruediger? Ho appena detto che quel tipo di ipotesi legata al crociato anteriore, al momento, non ci sembra la più probabile”. Il ragazzo ha voluto subito essere trasportato a Villa Stuart, centro all’avanguardia per i problemi ortopedici in cui opera il luminare Mariani. Alessandro ha trascorso la notte lì, in compagnia della moglie Ilenia, dei genitori, degli amici (tra cui Daniele De Rossi che ha atteso l’esito degli esami strumentali prima di andare via). Stamani alle 7:45, è arrivato il comunicato della società giallorossa tramite il proprio sito ufficiale. Il responso è, purtroppo, è stato il più negativo: “Dopo l’infortunio che lo ha costretto a lasciare il campo durante Sassuolo-Roma, Florenzi nella notte è stato sottoposto ad indagini strumentali che hanno messo in evidenza la rottura del Legamento Crociato Anteriore del ginocchio sinistro. Il giocatore sarà sottoposto in giornata ad intervento chirurgico” (da asroma.com). Oggi, tuttavia, l’operazione non ha avuto luogo, ed è stata rimandata alla giornata di domani.

Domattina intorno alle ore 9 il professor Mariani opererà il jolly di Vitinia, che intanto tramite social ha voluto ringraziare tutti per i messaggi di sostegno ricevuti e darsi la carica in vista del delicato periodo di riabilitazione che lo attende: “Grazie a tutti per il sostegno, siete tutti speciali e con l’aiuto di mia moglie e mia figlia, la mia famiglia e gli amici questi giorni passeranno veloci come una discesa sulla fascia. #piufortediprima” (Twitter)

Claudia Demenica

foto: calciomercato.com

Chiellini: “Higuain? Si è conservato i gol per il Napoli”

Chiellini ai microfoni di Sky

Giorgio Chiellini, ai microfoni di Sky, ha dichiarato: “Ogni tanto, quando capita la giornata positiva, riesco a fare anche delle doppiette ma per me è più importante difendere e non subire reti. Higuain? Si è tenuto i gol per sabato. Ormai è qualche mese che non è più al Napoli e siamo abituati ad averlo con noi. Sarà più strano averlo da avversario per i giocatori del Napoli. Lui la sta vivendo tranquillamente e non ha neanche il tempo per ragionarci. Magari sarà diverso a Napoli visto che ha giocato lì per anni segnando tanto. Saprà comunque affrontare da professionista anche quella gara. Attacco leggero del Napoli? Ci sono i pro e i contro per tutti i moduli, vedremo sabato.

Maggio: “Juve-Napoli? La tensione sale, ma vogliamo il massimo”

Maggio, le sue parole

Poche battute, ma emblematiche. In vista di Juve-Napoli, Christian Maggio, difensore azzurro, ha rilasciato una breve dichiarazione, riportata da Radio Kiss Kiss: “La tensione sale, ci avviciniamo alla sfida. Vogliamo portare a casa il massimo”.

De Laurentiis: “Non potrò salutare Higuain. Piena fiducia a Gabbiadini”

Aurelio De Laurentiis ha rilasciato alcune dichiarazioni ai cronisti in occasione dell’ inaugurazione del Luneur a pochi giorni dal big match contro la Juventus. Ecco un estratto riportato dalla redazione di Calciomercato.it:
Come saluterò Higuain? Non posso andare a Torino perché sono solidale con i tifosi che non sono stati ammessi . Rispetto le decisioni delle autorità costituite. Fino a che non si riuscirà a combinare con intelligenza il rapporto tra sport e tifo non si va da nessuna parte. Con le restrizioni non si sono mai ottenute cose positive. I problemi vengono sempre rimandati, molto all’italiana”.
Su Gabbiadini – “Ho grande fiducia in lui, sennò lo avrei venduto anche perché ci hanno offerto cifre molto importanti. Gabbiadini ha tutta la stima della società e dell’allenatore. Non lo abbiamo neanche multato perché è sempre stato una persona rispettosa. Con il Crotone la partita si era incattivita. Bisognerebbe stare sul posto e vivere la situazione direttamente. Tutti noi possiamo reagire con uno scatto improvviso o imprevedibile a un’irruenza o a una maleducazione che ci viene rivolta. Immaginiamoci quando si gioca e si ha 20 anni e il sangue ribolle e tu corri a mille una rezione può partire meccanicamente. Per questo non ho voluto punire quel gesto, anche se è un gesto deprecabile e criticabile”.
Sfida scudetto – “Siamo ancora all’inizio del campionato. Mi aspettavo una Roma così forte, è sempre stata forte. Siamo almeno 10-12 squadre ad essere veramente forti, quindi vinca il migliore”.

Ue e nuove spese per emergenza terremoto

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Ue, nuove spese per emergenza terremoto fuori dal deficit? La commissione valuterà se e quando riceverà “dettagli pieni dalle autorità italiane”

Le spese a cui l’Italia farà fronte a seguito del nuovo terremoto che ha colpito il Centro Italia “saranno considerate se e quando riceveremo dettagli pieni dalle autorità italiane”. Lo spiega Annika Breidthardt, portavoce del commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici, a proposito della possibilità che i 40 milioni stanziati dal Consiglio dei ministri siano inseriti da Bruxelles tra le spese da scorporare ai fini del conteggio del rapporto deficit/Pil.

“Secondo le regole europee – spiega – i costi legati alle emergenze di breve periodo in risposta a grandi catastrofi naturali importanti possono essere considerati costi eccezionali e di conseguenza esclusi dal calcolo dello sforzo fiscale strutturale di uno Stato durante la valutazione del rispetto delle regole del Patto di stabilità e crescita.”

“Per esempio -aggiunge -, nel caso dell’Italia, i costi di emergenza collegati ai terremoti in Abruzzo e in Emilia, saranno valutati così come altri disastri naturali che sono stati presi in considerazione in passato.”

“Comunque – conclude – non faremo ipotesi su questo ora. I costi che rispetteranno questi criteri saranno considerati se e quando riceveremo dettagli completi dalle autorità italiane”.

IL GIORNO DOPO- Il Napoli supera l’Empoli, ma la testa è allo Stadium

Napoli-Empoli, il giorno dopo che sa di antipasto

E’ il giorno dopo Napoli-Empoli ma è già tempo di vigilia. L’ansia sale, le ore diminuiscono: sabato sera il Napoli incontrerà la Juventus, nel big match per definizione. La vittoria contro i toscani, per 2-0, potrà fare solo che bene. Un Napoli ancora in convalescenza arriva al match di sabato con qualche certezza in più. Le sconfitte di Bergamo, Roma, e contro il Besiktas bruciano ancora ma le vittorie di Crotone e del San Paolo hanno permesso agli azzurri di tirare il fiato. Sei punti totalizzati in due partite ed una certezza: Dries Mertens. Il belga sorprende da prima punta e trascina la squadra come un vero uomo spogliatoio. Male ancora Lorenzo Insigne, a secco in campionato da Aprile 2016. Fondamentale, sempre, José Maria Callejon. Sarà proprio quest’attacco, definito leggero dai più, a scendere in campo allo Juventus Stadium, vista l’assenza di Arek Milik, per infortunio, e Manolo Gabbiadini. Se in attacco la scelta degli uomini appare abbastanza limitata, non si può dire lo stesso per il centrocampo. Diawara, Zielinski, Jorginho, Hamsik ed Allan: sei uomini per tre maglie. L’italo-brasiliano non ha convinto Sarri, nelle ultime uscite, compresa quella di ieri sera. Pertanto, appare molto probabile il debutto dal primo minuto in grande match per il giovane Diawara. In difesa, invece, spazio ad Koulibaly e Maksimovic, che ieri non giocato. Al suo posto, Chiriches, autore del gol del 2-0. In porta, confermato Pepe Reina. Il giorno dopo Napoli-Empoli non è fatto, affatto, per riposarsi. E’ già tempo di formazioni, e prove tattiche. La vittoria di ieri è già molto lontana: rimane una prestazione di sostanza, rimangono i tre punti. Ma la testa è allo Stadium.

UFFICIALE: Cavese – Gragnano si giocherà alle ore 15

Rettificata la variazione di orario della gara Cavese – Gragnano richiesta esplicitamente dalle due società che si giocherà alle ore 15.

La Lega Nazionale Dilettanti ha ratificato la variazione di orario per la gara USD Cavese 1919 – ASD Città di Gragnano, match valido per la 9^ giornata – Girone I del campionato di Serie D, che si giocherà con mezz’ora di ritardo sull’orario federale secondo quanto richiesto congiuntamente dalle due società. Il fischio d’inizio dell’incontro slitta dunque alle 15.00.

vivicentro.it/sport/cronaca-sportiva –  UFFICIALE: Cavese – Gragnano si giocherà alle ore 15

Napoli-Lazio, domani parte la prevendita: le info

Da domani, venerdì 28 ottobre, alle ore 10 saranno in vendita i biglietti per Napoli-Lazio, anticipo della 12esima giornata di Serie A in programma sabato 5 novembre alle ore 20.45.

I biglietti potranno essere acquistati negli abituali punti vendita autorizzati.

In attesa di ricevere determinazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, saranno osservate le seguenti limitazioni:

-Chiusura settore Ospiti;
– Divieto di acquisto ai Residenti nella Regione Lazio;
– Sospensione di tutti i programmi di fidelizzazione;
– Disabilitazione dei punti vendita presenti nella Regione Lazio.

Questi i prezzi:

SETTORE Prezzo
Tribuna Posillipo Euro 45
Tribuna Nisida Euro 38
Distinti Euro 25
Tribuna Family Euro 15
Curve Euro 18
Ridotto Tribuna Family: Euro 5

La SSC Napoli ricorda che per i possessori di tessera del tifoso Club Azzurro Card e di Fidelity Card, è possibile acquistare anche on line.

Per effettuare l’acquisto è sufficiente collegarsi al sito di Listicket qui.

Gli utenti saranno indirizzati al sito Listicket di Lottomatica, nel quale, dopo essersi registrati, potranno acquistare il biglietto caricandolo elettronicamente sulla Club Azzurro Card ( Tessera del Tifoso) e/o Fan- Away(Fidelity Card). Alla transazione potranno essere aggiunte, da Listicket, commissioni di pagamento.

Questa modalità di vendita prevede che il titolo di accesso venga associato alla Club Azzurro Card e/o Fan-Away, che, quindi, dovrà essere utilizzata sia per inserire il numero identificativo al momento dell’acquisto, sia per l’accesso ai tornelli dello stadio tramite la lettura del codice a barre.

Il posto assegnato allo stadio sarà indicato sul documento segnaposto la cui stampa, è disponibile all’indirizzo internet:

inserendo le informazioni richieste sulla pagina e procedendo, nella pagina successiva, attraverso il link Stampa Segnaposto.

Il documento segnaposto deve essere obbligatoriamente stampato e presentato ad ogni richiesta del personale di controllo presente allo stadio. Ma il documento segnaposto, da solo, non rappresenta titolo d’accesso valido per l’ingresso.

Infatti per accedere allo stadio, è indispensabile portare con sé la propria Club Azzurro Card , il documento segnaposto ed un documento di riconoscimento.
La SSC Napoli ricorda che per gli utilizzatori della Club Azzurro Card ( sia abbonati, che utenti di singolo evento), per ogni settore vi sono degli ingressi riservati.

Da sscnapoli.it

Allan: “Napoli grande club, quest’ anno siamo più forti. Su Higuain…”

Allan Marques Loureiro, centrocampista del Napoli, ha rilasciato un’intervista all’edizione brasiliana di ESPN. Ecco quanto evidenziato:

Il sogno che avevo da bambino era quello di potere vestire la maglia della Nazionale brasiliana, ecco perché continuo a lavorare tanto. Spero di continuare su questi livelli e di essere convocato.
Il Napoli è un grande club italiano e disputa la Champions League. Abbiamo fatto una grande stagione l’anno scorso, peccato che non siamo riusciti a conquistare il titolo. Quest’anno siamo ancora più forti, sono molto contento di essere approdato in questa squadra”.
De Laurentiis? Tutti gli anni, a dicembre, ci porta a vedere i film di sua produzione. Porta anche alcuni attori famosi ma la maggior parte non li conosco (ride, ndr)”.
Higuain alla Juventus? Il suo addio è stato  difficile da digerire, perché è andato a rafforzare diretta pretendente. Ma i calciatori che sono arrivati lo hanno fatto dimenticare”.

Per Higuain sta arrivando il Napoli

Per Higuain sta arrivando il Napoli

La Repubblica scrive su Higuain e la prima da avversario contro il Napoli: “La Juve chiude il dibattito estetico in otto minuti, tutto il resto è letteratura. E il calcio è quella cosa dove magari il buon Chiellini segna due volte alla Sampdoria e Higuain nessuna, ma per il Pipita già sta arrivando il Napoli: e come si fa a non pensare che nella prossima sceneggiata allo Juventus Stadium sarà lui ‘ o malamente? In relativa assenza dell’argentino, la presenza collettiva bianconera è concreta e robusta”.