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Juventus-Napoli, i voti di Vivicentro: Ghoulam e ancora Ghoulam e il Napoli perde!

Juventus-Napoli, i voti di Vivicentro

Esce sconfitto il Napoli dalli Juventus Stadium ed ora è a 7 punti dai bianconeri sempre più in testa alla classifica. Questi ai voti di Vivicentro:

Reina 6; Hysaj 6, Chiriches 5.5, Koulibaly 5.5, Ghoulam 4; Allan 6 (Zielinski 5.5, dal 31° s.t.), Diawara 6.5, Hamsik 6 (El Kaddouri 6, dal 37° s.t.); Callejon 6.5, Mertens 6, Insigne 5.5 (Giaccherini 5.5, dal 16° s.t.). A disp. Rafael, Sepe, Maggio, Maksimovic, Tonelli, Strinic, Jorginho, Rog, R. Insigne. All. Sarri 6

a cura di Ciro Novellino

Juventus-Napoli 2-1: il tabellino del match

Il tabellino del match
Juventus e Napoli si sono affrontate allo Juventus Stadium nell’11° turno del campionato di serie A. Reti di Bonucci al 4° s.t., Callejon (N) al 9° s.t., Higuain (J) al 26° s.t. Esce sconfitto il Napoli con il punteggio di 2-1.
JUVENTUS (3-5-2) – 1 Buffon; 15 Barzagli, 3 Chiellini (7 Cuadrado, dal 38° p.t.), 19 Bonucci; 26 Lichtsteiner, 6 Khedira, 11 Hernanes (27 Sturaro, dal 31° s.t.), 5 Pjanic (8 Marchisio, dal 22° s.t.), 12 Alex Sandro; 9 Higuain, 17 Mandzukic. A disp. 25 Neto, 32 Audero, 4 Benatia, 23 Dani Alves, 33 Evra, 18 Lemina, 24 Rugani, 22 Asamoah, 34 Kean. All. Allegri
NAPOLI (4-3-3) – 25 Reina; 2 Hysaj, 21 Chiriches, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan (20 Zielinski, dal 31° s.t.), 42 Diawara, 17 Hamsik (77 El Kaddouri, dal 37° s.t.); 7 Callejon, 14 Mertens, 24 Insigne (4 Giaccherini, dal 16° s.t.). A disp. 1 Rafael, 22 Sepe, 11 Maggio, 19 Maksimovic, 62 Tonelli, 3 Strinic, 8 Jorginho, 30 Rog, 94 R. Insigne. All. Sarri
ARBITRO Gianluca ROCCHI di Firenze (Assistenti: Meli-Costanzo. IV uomo: Tonolini. Arbitri di porta: Orsato-Damato)

Under 15, Fondi-Juve Stabia: i convocati di Belmonte

Under 15, Fondi-Juve Stabia: i convocati di Belmonte

Gara in trasferta per la Juve Stabia. Gli Under 15 allenati da mister Alfonso Belmonte giocheranno sul terreno di gioco del Fondi in una trasferta che si preannuncia delicata. Questa la lista dei convocati:

Iovine, Esposito, Arzaniello, Annibale, Zaccariello, De Blasio, Liccardo, Guerra, Costanzo, Selvaggio, Gaudino, Grimaldi, Sagliano, Pulcino, Cautero, Guarracino, Fusco, Pascale, Vitiello, Masotta, Guastella.

a cura di Ciro Novellino

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Under 17, Fondi-Juve Stabia: i convocati di Di Somma

Under 17, Fondi-Juve Stabia: i convocati di Di Somma

Gara in trasferta per la Juve Stabia. Gli Under 17 allenati da mister Nunzio Di Somma giocheranno sul terreno di gioco del Fondi in una trasferta che si preannuncia delicata. Questa la lista dei convocati:

Menzione, Pezzella, Maiorino, Casella, Follo, Diomaiuta, Matarazzo, Ranieri A., Cucca, Ceparano, Imperato, Stallone, Masi, Andelora, Esposito, Capasso, Bozzaotre, De Luca, Del Prete, Ranieri P.

a cura di Ciro Novellino

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Allan al 45′: “Loro sono bravi, bisogna rimanere alti”

Allan ai microfoni di Premium Sport

Ai microfoni di Premium Sport, è intervenuto il centrocampista azzurro Allan: “Dobbiamo cercare di stare alti per non dargli spazio, loro sono bravi. Higuain? Non pensiamo a lui, giochiamo contro la Juventus, non c’è neanche bisogno di rispondere.” 

Juventus-Napoli, le formazioni ufficiali: out Jorginho, c’è Diawara

E’ giunta l’ ora di Juventus-Napoli. Massimiliano Allegri conferma quelle che erano le scelte della vigilia schierando Lichtsteiner sull’ out di destra. In attacco la coppia Manduzkic-Higuain.  Maruzio Sarri, a sorpresa, si affida ad Amadou Diawara in mezzo al campo e Vlad Chiriches in difesa. Per il resto tutto confermato.

 

JUVENTUS (3-5-2): Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner, Khedira, Hernanes, Pjanic, Alex Sandro, Mandzukic, Higuain.   All. Allegri

NAPOLI (4-3-3): Reina; Hysaj, Chiriches, Koulibaly, Ghoulam; Allan, Diawara, Hamsik; Callejon, Mertens, Insigne.    All. Sarri

Eccellenza- Real Forio che peccato ! Il derby delle isole con il Procida termina a reti bianche

real-forio-procida

Termina a reti bianche il derby delle isole tra Real Forio e Isola di Procida. Uno 0-0 che, a differenza di quello dell’anno scorso (sempre allo stadio “Calise”, ma si trattava della gara di ritorno), ha divertito e non poco i circa 400 spettatori presenti. Occasioni da entrambe le parti, ma è il Forio a creare molto di più e soprattutto a mostrare un gioco migliore rispetto ad un Procida che, viste le potenzialità dei singoli, delude parecchio le aspettative. I biancoverdi hanno dimostrato di potersela giocare con chiunque e, perchè no, di poter pensare anche a un qualcosina in più di una semplice salvezza diretta. Ci sarà tempo, comunque, per capire dove realmente si potrà arrivare, nel frattempo Trofa e compagni escono meritatamente tra gli applausi del Salvatore Calise.

LE FORMAZIONI. Nessuna sorpresa nella formazione di mister Impagliazzo, che ha dovuto fare a meno degli squalificati Di Dato e Vitagliano oltre all’infortunato Fanelli. Confermata, quindi, la stessa formazione della scorsa settimana con il classico 3-5-2: Calise, Mora e Conte davanti a verde, a centrocampo Fiorentino e Vittorio De Luise sugli esterni, con il trio Sannino, Trofa e Ciro Saurino in mezzo al campo; in attacco il duo De Felice – Saurino G. A sorpresa, Cibelli risponde con il 4-3-3 lasciando in panca Dodò: Lammarra in porta, Chiaro e Mottala i terzini con Micallo e Signore difensori centrali; a centrocampo Rinaldi, Agata e Muro; nel tridente offensivo, Bacio Terracino e Rochi ai lati della punta Fragiello.

LA PARTITA – Già dall’approccio alla gara il Real Forio appare più convinto del Procida. Non c’è alcuna azione da segnalare nei primi 20′, ma il possesso palla è nettamente a favore dei ragazzi di mister Impagliazzo, bravi a tenere costantemente il Procida nella propria metà campo. I biancorossi sbagliano spesso in fase di impostazione e dal centrocampo in su sono tantissimi gli errori dei singoli, Muro su tutti. La prima azione importante, tuttavia, è proprio del Procida: lancio per Roghi che va sul fondo e la mette al centro per Fragiello, palla fuori.  Risponde dopo due minuti il Forio, mischia in area e sul cross di Ciro Saurino si buttano prima Sannino e poi De Felice, ma il tiro di quest’ultimo viene ribattuto. Ancora Forio al 26′ e al 27′ con due tiri di Mora prima e Saurino poi che terminano alti. Al 31′ arriva l’episodio più importate della prima frazione:  Mora prova il tiro su una punizione da 40 metri, Lamarra respinge, Saurino la mette sul secondo palo per De Felice che appoggia in rete; l’arbitro annulla tutto per fuorigioco, azione da rivedere. Due minuti più tardi, i padroni di casa rischiano sulla mancata uscita di Verde e al 40′ Ciro Saurino tenta il tiro dalla distanza telefonato per Lamarra. Sul finire del primo tempo si infortuna Nicola Mora, fino a questo momento autore di una prova eccezionale. Al suo posto, nella ripresa, entra Iacono (terzino) costretto per necessità a posizionarsi nei tre di difesa. Non a caso, nelle prime battute del secondo tempo il Procida mette subito qualche brivido ai foriani sia con Agata che con Roghi. Al 7′ della ripresa la più grande palla-gol per il Real Forio: sugli sviluppi di un corner troppo lungo, raccoglie il pallone Vittorio De Luise che crossa benissimo per Calise, stacco di testa e miracolo di Lamarra. La risposta del Procida è ancora più importante, perchè Bacio Terracino colpisce in pieno la traversa al 14′ con un tiro da fuori area. Nonostante i rari squilli della squadra di Cibelli, è il Forio a fare la partita. Al 18′ Trofa si mangia la fascia destra, cross rasoterra per Gianluca Saurino, ma è De Felice ad andare al tiro, parato. Ancora Forio al 21′ con Gianluca Saurino che serve un bell’assist a De Felice, alto il suo tentativo. Se la traversa di Bacio Terracino lasciava pensare alla più grande occasione della partita, ci pensa Gianluca Saurino a sfiorare un vero e proprio eurogol: sulla punizione battuta da Conte, il bomber foriano (autore di 8 reti in campionato) prova la girata al volo dalla sinistra, il pallone finisce sul palo interno e ritorna incredibilmente in campo. Nonostante le tante occasioni, la partita non si sblocca dallo 0-0. Insiste il Forio con De Felice, ma il suo tiro viene parato da Lamarra al 32′. A 10′ dalla fine si fa vedere pure la squadra procidana con Cariello autore di una bellissima azione personale, il suo tiro però termina alto. Al 40′ ancora Forio pericoloso: galoppata di Trofa sulla destra, palla a De Felice, ma l’azione termina con un nulla di fatto. Nel finale squadre lunghissime, Impagliazzo butta dentro anche Massimo De Luise per provare a vincerla, ma è il Procida a rischiare il clamoroso (ed ingiusto) gol del vantaggio. Per fortuna del Forio, Dodò sbaglia a tu per tu con il portiere il passaggio per Spilabotte. Il derby delle isole si conclude sullo 0-0. Un pareggio che sta strettissimo al Forio, protagonista di una prova da applausi. Difficile individuare il migliore in campo in una gara giocata alla perfezione da tutti i calciatori chiamati in causa da Impagliazzo. Delude il Procida, che non ha affatto dimostrato quello che resta un teorico divario; in campo non si è visto. Mercoledì il Real Forio sarà in trasferta a Volla per l’andata degli ottavi di finale di Coppa, poi si ritornerà al campionato con la trasferta di Mondragone. Tra due settimane, in casa, sarà ancora derby: questa volta con il Barano.

REAL FORIO  0

ISOLA DI PROCIDA  0

REAL FORIO (3-5-2): Verde, Conte, Mora (1’s.t. Iacono), Calise, Saurino C., De Luise V., De Felice, Trofa, Sannino, Saurino G., Fiorentino (44’s.t. De Luise M.). (In panchina: Impagliazzo, Iacono, Mazzella, Chiaiese, Trani, Arcamone) All. Impagliazzo

ISOLA DI PROCIDA (4-3-3): Lamarra, Chiaro, Mottola, Rinaldi, Micallo, Signore, Agata, Muro (11’s.t. Cariello), Fragiello (41’s.t. Spilabotte), Roghi (26’s.t. Dodò), Bacio Terracino. (In panchina: Bardet, De Giorgi, Viscardi, Annunziata). All. Cibelli

ARBITRO: Cimmarusti di Novara (Ass. Imperato e Pelosi di Ercolano)

NOTE: Calci d’angolo 5-3. Ammoni Saurino C., Sannino, Saurino G. (F); Chiaro, Signore, Bacio Terracino (P)

SPETTATORI: Circa 400

Serie B. Salernitana – Pisa 0 – 0: Ujkani salva gli ospiti

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Poche emozioni e tanti sbadigli nella sfida pomeridiana fra Salernitana e Pisa, decisivo Ujkani ad inizio ripresa.

Salerno, 29/10/2016  Ancora un pari per la Salernitana che, questo pomeriggio, non va oltre lo 0-0 con il Pisa di Gattuso. È il quarto pareggio di fila per gli uomini di Sannino che, nonostante alcune buone occasioni, non riescono a concretizzare sotto porta. Partono forte i padroni di casa nel primo tempo, sfiorando anche il vantaggio con Bernardini la cui conclusione viene deviata dall’estremo difensore pisano. Gli ospiti mostrano grinta, si difendono bene anche se hanno non poche difficoltà nell’affrontare la gara. I motivi sono sotto gli occhi di tutti. Da circa due mesi il Pisa non percepisce stipendio, oltre all’immane difficoltà logistica ove potersi allenare come si deve per poter preparare le partite di settimana in settimana.
Nonostante ciò la Salernitana non riesce a sfruttare al meglio l’handicap dei toscani. Nella ripresa si mette in mostra Donnarumma che sfiora due volte il vantaggio in pochi minuti: la prima volta Ujkani blocca sulla linea di porta un tiro ravvicinato, nella seconda è il palo, dopo una conclusione da fuori area, a negargli la gioia del goal dopo una bella conclusione da fuori area. Una partita da dimenticare, ad eccezione di alcuni episodi che però si possono contare sulle dita di una mano. Insomma, al di là del risultato, i quasi 10mila presenti allo Stadio Arechi non hanno goduto certamente di uno spettacolo vero e proprio. Fischiati sonoramente, difatti, i granata al termine del match dai propri sostenitori.

Tabellino

Salernitana – Pisa 0 – 0

Salernitana: Terracciano, Vitale, Bernardini, Busellato (34′ st Odjer), Coda, Rosina Donnarumma (21′ st Caccavallo), Della Rocca, Tuia, Improta, Perico (21′ st Luiz Felipe). All.: G. Sannino. A disp.: Iliadis, Ronaldo, João Silva, Mantovani, Laverone, Zito.

Pisa: Ujkani, Avogadri, Longhi, Lisuzzo, Verna, Varela (37′ st Gatto), Montella (8′ st Cani), Del Fabro, Lazzari (16′ st Di Tacchio), Golubovic, Sanseverino. All.: G. Gattuso. A disp.: Giacobbe, Cardelli, Crescenzi, Peralta, Fautario, Mudingayi.

Arbitro: Gianluca Aureliano di Bologna.
Assistenti: Stefano Bellutti (sez. Trento) – Francesco Disalvo (sez. Barletta).
IV Uomo: Vincenzo Fiorini (sez. Frosinone).

Ammoniti: Tuia, Luiz Felipe (S), Lazzari, Lisuzzo (P).

Angoli: 2 – 3

Recupero: 2′ pt.

Spettatori: 9907

dal nostro inviato allo stadio Arechi, Emilio D’Averio

vivicentro.it/sport/serie-b –  Serie B. Salernitana – Pisa 0 – 0: Ujkani salva gli ospiti

FOTO – Milik carica i propri compagni: “Sono con Voi!”

Manca davvero poco al big match dell’ undicesima giornata tra Juventus e Napoli.  Arkadiusz Milik non sarà della partita causa l’ infortunio al legamento crociato rimediato con la propri Nazionale. L’ attaccante polacco ha comunque voluto far sentire la propria vicinanza ai compagni tramite il proprio profilo Instagram.

 

milik

Renzi a Roma: “Cambiare il Paese non litigare, è questo Il nostro destino”

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Roma – Il Pd torna in piazza con lo slogan ‘la piazza è del Popolo’, che gioca con il luogo della manifestazione, e con tanto di hashtag  #sivainpiazza. “Una festa popolare” più che un comizio, ha raccontato Massimo Gramigni, ideatore della kermesse: e in effetti per tutto il pomeriggio sul palco hanno fatto bella mostra di se’ gli strumenti ai quali si sono alternati gruppi come la Nuova Orchestra di canto popolare e l’Orchestra di Piazza Vittorio. Musica che ha accompagnato la piazza in un viaggio per il Bel Paese attraverso i racconti di chi, ogni giorno, si mette in gioco: imprenditori, insegnanti, operatori del terzo settore, e altri ancora. Per arrivare al discorso del segretario Pd, Matteo Renzi, che è salito sul palco mentre risuonavano le note di ‘O sole mio’. “Che bella cosa una giornata di sole come questa e che bella cosa questa piazza”, ha detto Renzi iniziando il suo intervento, mentre la folla gridava ‘Matteo, Matteo’. “E’ stato emozionante seguirvi oggi in tutto il cammino che vi ha portato fin qui”, ha aggiunto. “Siamo qui in piazza del Popolo che è la piazza del popolo e non dei populismi”, ha sottolineato. E ancora: “Nostro destino non è litigare ma cambiare l’Italia e il destino dei nostri figli”. Chi pensa che si possa solo insultare deve avere avuto una vita particolarmente difficile, a loro va il nostro abbraccio. Noi saremo da un’altra parte, a raccontare le nostre proposte e i nostri sogni”.

BANDIERE, PALLONCINI… E UN FRIGORIFERO
Bandiere tricolore, quelle della Repubblica e quelle del Pd. Bandiere arancioni dei Giovani Democratici. Bandiere blu-stellate dell’Unione Europea, tenute alte soprattutto dai bambini. Il colpo d’occhio offerto dalla piazza contiene questi accostamenti cromatici, oltre a una bella dose d’ironia come quella della giovane democratica arrivata da Firenze con la sagoma di un frigorifero, a ricordare il ‘Frigogate’ dei giorni scorsi nella Giunta capitolina. A fare da sottofondo, i canti tradizionali delle mondine e ‘Bella ciao’. Apparato di sicurezza strettissimo: chi vuole partecipare alla kermesse in favore del Si’, ma anche chi vuole semplicemente transitare dalla piazza deve aprire borse e zaini perché le forze dell’ordine possano controllarne il contenuto.

“Saremo centinaia di migliaia”, promettono gli organizzatori dal palco, ricordando “itrecento pullman, otto treni e quattro voli charter” messi a disposizione dei militanti per arrivare a Roma. Tra queste centinaia di migliaia c’è anche Gianni Cuperlo, esponente di riferimento di Sinistra Dem: “Sono qui perché consapevole dell’affetto che ho per questo popolo, ma penso anche a quel pezzo del popolo della sinistra che in questa piazza non c’è”. E ha avvertito: nel lavoro della commissione Pd per modificare l’Italicum “dobbiamo cercare di avvicinare le distanze. Io fino all’ultimo spero possa esserci” un accordo tra maggioranza del partito e minoranza. In merito all’atto politico chiesto al Pd e al segretario Renzi sulla legge elettorale, come condizione della minoranza per sostenere il Si’ al referendum, Cuperlo ha spiegato: “Se questo atto non dovesse esserci, saremo costretti a non sostenere questa riforma”.

“Un bel giorno di festa”, quello che sta vivendo Piazza del Popolo, i cui protagonisti “non sono Boschi o Cuperlo, ma la gente del Pd”. Lo ha detto il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. “Non è da solo Renzi, ma con le migliaia di persone in piazza oggi, la gente del Pd, per dire che siamo più forti con le riforme e per dire che vogliamo cambiare l’Europa”, ha aggiunto Boschi che, sulla riforma costituzionale, ha tenuto a sottolineare: “Non è la mia riforma, è la riforma degli italiani che voteranno Sì”.

TWEET E SELFIE, IL VIAGGIO VERSO ROMA

Il presidente del Consiglio di buon mattino ha raccontato su twitter di aver fatto un sopralluogo: “Stanotte sopralluogo: tutto è pronto per abbracciarci #sivainpiazza. Buon viaggio al popolo dem in cammino verso Roma”.

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Stanotte sopralluogo: tutto è pronto per abbracciarci
Buon viaggio al popolo dem in cammino verso Roma

E sono tanti i Democratici che hanno postato su twitter foto e commenti durante il viaggio verso la Capitale. La ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha twittato: “In treno da Firenze a Roma #sivainpiazza.. ” con tanto di selfie.

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Ci siamo quasi! con tantissima gente!

Anche il vicesegretario Pd, immortalato in tanti selfie mentre si trova a bordo del treno che lo porta da Milano a Roma: con lui il sindaco Giuseppe Sala e numerosi colleghi dem, tanti anche gli attivisti. “Partiti ora da Milano – ha twittato Guerini – treno pieno, destinazione piazza del Popolo”.

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Partiti ora da Milano: treno pieno destinazione piazza del popolo.

Il deputato dem ha scritto ironico: “A tutti i compagni che verranno a Roma sabato. Mi raccomando: non portatevi frigoriferi da casa! Altrimenti è un complotto #piazzadelpopopolo”; facendo riferimento alla polemica dei giorni scorsi dei frigoriferi trovati nelle strade di Roma e sollevata dalla sindaca Virginia Raggi che non sapeva che la raccolta dei rifiuti ingombranti era stata sospesa proprio dal comune da lei guidato.

A tutti i compagni che verranno a Roma sabato. Mi raccomando: non portatevi frigoriferi da casa! Altrimenti è un complotto

Per il dem Matteo Colaninno “a piazza del Popolo andrà in scena oggi la grande festa del Pd, che chiama a raccolta gli italiani per spiegare le ragioni del Sì al referendum. Sono i cittadini i protagonisti di un cambiamento epocale che può dare al nostro paese stabilità, governabilita’ e una spinta decisiva alla crescita”.

(AGI)

Amichevole attività di base, Galacticos Futbol – Juve Stabia: data e ora

Amichevole attività di base, Galacticos Futbol – Juve Stabia: data e ora

L’attività di base della Juve Stabia, classe 2005, affronterà martedì 15 novembre in amichevole sul terreno di gioco del centro New Line Casoria, campo a 9, i pari età del Galacticos Futbol.

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VIDEO ESCLUSIVO – Allievi regionali, Juve Stabia-Airola 8-1: Fontannella (3), Pistola (3), Di Maio, Guadagno

Queste le immagini e i gol

Vince e dilaga la Juve Stabia, categoria allievi regionali, nella quinta giornata di campionato contro l’Asd Airola. Il risultato finale è di 8-1 in un match dominato dal primo all’ultimo minuto, fatta eccezione per i 5 minuti iniziali della ripresa nei quali si è subito l’unico gol da parte di Mainolfi. Per i padroni di casa i gol sono stati messi a segno da Fontanella (3), Pistola (3), Di Maio e Guadagno.

a cura di Ciro Novellino

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Juve Stabia- Cosenza, la presentazione del match

Match d’alta quota domani al Menti tra la Juve Stabia e il Cosenza. Le vespe vogliono vincere per agguantare, almeno momentaneamente, il primato. I lupi, invece, vogliono cancellare la sconfitta di Andria e agganciare in classifica proprio le vespe. Il Cosenza, non partito con i favori del pronostico, sta disputando il secondo campionato consecutivo di un certo livello e si trova nelle zone alte della classifica grazie ad un’ottima rosa che può contare su giocatori come Perina, Corsi, Tedeschi, Blondett, Capece, Caccetta, Cavallaro, Criaco, Gambino e Baclet, solo per citarne alcuni. Solo la sconfitta di Andria, la seconda in campionato, ha frenato la corsa degli uomini di Roselli, lanciatissimi in zona play off. Il tecnico umbro, per la gara di domani, dovrà fare a meno degli infortunati Pinna, D’Anna, Ranieri e Statella, con quest’ultimo che ha provato fino alla fine ad esserci. Convocato il terzino Scalise, aggregatosi ieri al gruppo cosentino. Fontana, invece, deve rinunciare a Cancellotti e Morero, dovendo reinventare la difesa. Tanti i dubbi per entrambi i tecnici che, alla fine, dovrebbero utilizzare lo stesso modulo: il 4-3-3. L’ultimo incontro tra Juve Stabia e Cosenza risale all’anno scorso con l’1-1 al Menti della squadra di Zavettieri. Nel match di ritorno in terra calabrese, invece, Arrighini e La Mantia, ora rispettivamente al Cittadella e alla Pro Vercelli, regalarono i tre punti ai cosentini nel 2-1 finale. Due anni fa, invece, Bombagi fece espugnare il San Vito alle vespe, mentre Di Carmine e Cesca fissarono il risultato ancora sull’1-1 al Menti. Ecco le probabili formazioni:

JUVE STABIA (4-3-3):

Russo, Lisi, Amenta, Atanasov, Liviero, Izzillo, Salvi, Capodaglio, Sandomenico, Ripa, Marotta.

COSENZA (4-3-3):

Perina, Corsi, Madrigali, Tedeschi, Blondett, Capece, Caccetta, Mungo, Cavallaro, Gambino, Criaco.

VIDEO ViViCentro – Allievi regionali, Macone: “Bravi tutti i ragazzi, ci voleva una vittoria così”

Le sue parole in esclusiva

Vince e dilaga la Juve Stabia, categoria allievi regionali, nella quinta giornata di campionato contro l’Asd Airola. Il risultato finale è di 8-1 in un match dominato dal primo all’ultimo minuto, fatta eccezione per i 5 minuti iniziali della ripresa nei quali si è subito l’unico gol da parte di Mainolfi. Per i padroni di casa i gol sono stati messi a segno da Fontanella (3), Pistola (3), Di Maio e Guadagno. Al termine del match abbiamo ascoltato mister Giovanni Macone.

a cura di Ciro Novellino

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Allievi regionali, Juve Stabia- Asd Airola 8-1: il tabellino del match

Il tabellino del match

Vince e dilaga la Juve Stabia, categoria allievi regionali, nella quinta giornata di campionato contro l’Asd Airola. Il risultato finale è di 8-1 in un match dominato dal primo all’ultimo minuto, fatta eccezione per i 5 minuti iniziali della ripresa nei quali si è subito l’unico gol da parte di Mainolfi. Per i padroni di casa i gol sono stati messi a segno da Fontanella (3), Pistola (3), Di Maio e Guadagno.

Squadre così in campo:

JUVE STABIA – Todisco, Izzo, Vilardi, Marrone, Daniele, Gargiulo, Capasso, Olando, Pistola, Scalera, Fontanella. A disp. La Rocca, Spavone, Arno, Cantore, Di Maio, Russo, Guadagno. All. Macone

ASD AIROLA – Luciano, Morgillo, Fucci, Papa, Iuliucci, Papa, Zappiello, Ambrosino, Tancredi, D’Iglio, D’Ambrosio. A disp. Mainolfi, Ferraro, Izzo, Falco, Romano. All. Iannace

a cura di Ciro Novellino

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Ischia: 44enne ai domiciliari per pedofilia. Avrebbe molestato la nipotina

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Domiciliari a un 44enne per possibile vicenda di pedofilia ad Ischia. Visite mediche sulla piccola non hanno fatto emergere riscontri certi ma le perizie degli psicologi hanno indicato altro e sono state decisive per le indagini.

Pedofilia: nipotina lo accusa, arrestato

ISCHIA (NA) – Un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari è stata eseguita nei confronti di un uomo di 44 anni, accusato di abusi sessuali nei confronti della nipote di 4 anni. Ad avviare le indagini è stata la denuncia della stessa bimba, che avrebbe riferito ai genitori di palpeggiamenti da parte dello zio. Le visite mediche non hanno fatto emergere riscontri certi, ma sulla base delle relazioni degli psicologi nominati dalla procura il pm ha deciso di chiedere per l’uomo la detenzione domiciliare, richiesta firmata dal gip del tribunale di Napoli Maria Rosaria Aufieri.

Il 44enne, incensurato, impiegato nel campo della ristorazione in un comune dell’isola, si proclama innocente e la sua difesa sottolinea che la mamma della piccola è in fase di separazione dal marito, ossia il fratello dell’uomo arrestato stamattina.

vivicentro.it/sud/cronaca
vivicentro/Ischia: 44enne ai domiciliari per pedofilia. Avrebbe molestato la nipotina
ansa/Pedofilia: nipotina lo accusa, arrestato

Fontana: “Vicini a Cancellotti. I tifosi ci devono aiutare a vincere”

Le parole di Gaetano Fontana alla vigilia del match con il Cosenza

Per la consueta conferenza stampa della vigilia del match di domani tra Juve Stabia e Cosenza, si è presentato in sala stampa al Menti il tecnico delle vespe Gaetano Fontana. Ecco le sue dichiarazioni raccolte dalla nostra redazione:
“Siamo molto dispiaciuti per il lutto che ha colpito Cancellotti. Era molto legato al padre e il suo obiettivo era ed è dedicare a lui quanto di buono fa nella vita e ovviamente nel calcio. Gli siamo tutti vicini e lo aspettiamo, io farò di tutto per aiutarlo a superare questo momento molto difficile. Abbiamo un buon rapporto e stava lavorando benissimo, il suo posto è qui e quando arriverà ci stringeremo attorno a lui. Siamo contenti della vittoria di Pagani, abbiamo regalato una gioia alla città, che ci ha attesi per festeggiare con noi, e questo ci riempie d’orgoglio. Il calcio è un lavoro per noi ma le soddisfazioni maggiori sono queste, dedicare emozioni ai nostri tifosi. Stiamo lavorando benissimo e Pagani è stato un piccolo passo, dobbiamo farne ancora tanti altri. Cosenza? Un’ottima squadra che non bisogna sottovalutare. Prima della sconfitta di Andria erano a pari punti con noi e questo dimostra che stanno facendo benissimo, come l’anno scorso. Avremo alcune assenze, come le abbiamo avute in altre occasioni, ma dobbiamo essere più forti delle assenze e dobbiamo mettere in campo i concetti su cui lavoriamo. Non possiamo permetterci cali di concentrazione. Possibile primato? Sarebbe temporaneo quindi non è importante. E’ importante, piuttosto, restare concentrati in tutte le partite da qui alla fine del campionato. Non è la partita d’arrivo quindi dobbiamo giocarla senza pressioni. Noi dobbiamo lavorare e migliorare giorno dopo giorno, se vogliamo continuare a dar fastidio alle big. Scenderemo in campo con concentrazione e accetteremo il risultato del campo. Ringrazio il presidente Manniello per le belle parole e, soprattutto, per il grande gruppo che ha messo a mia disposizione. Sono fortunato ad avere un gruppo cosi forte e unito, può risultare decisivo. Ho alcune ipotesi per colmare le assenze di Morero e Cancellotti, valuterò il da fare grazie alla voglia e alla condizione dei miei ragazzi, sono loro che devono convincere me. Fiore? Gli devo tanto dal punto di vista umano e sportivo e sono felice che mi e ci segua, mi auguro di vederlo presto e di poterlo ospitare al Menti. Tifosi? Sono sicuro che chi verrà domani ci darà una mano, sono molto importanti per noi. Conosco bene gli stabiesi e so che il numero non importa, sono capaci di dare una spinta incredibile.”

Eccellenza- Real Forio indetta la giornata biancoverde per il derby con il Procida

Forio calcio

La società informa tutti gli interessati che, in occasione del derby delle isole tra Real Forio e Isola di Procida, è stata indetta la giornata biancoverde. Pertanto risultano sospesi abbonamenti e accrediti (eccezion fatta per la stampa) e sarà possibile accedere allo stadio solo muniti di biglietto; l’ingresso è gratuito per donne e bambini. Come già comunicato ieri, i supporters del Procida sono pregati di accomodarsi nella tribuna centrale nel settore a loro dedicato e per l’occasione delimitato. Di seguito sono riportati i convocati di mister Impagliazzo: Verde, Impagliazzo, Conte, Mora, Calise, De Luise V., Iacono, Fiorentino, Mazzella, Trani, Sannino, Saurino C., Trofa, De Felice, Saurino G., Chiaiese, Arcamone, De Luise M.

INFORTUNATI: Abbandonato, Fanelli

INDISPONIBILI: Di Spigna

LA FINE DELL’IMPERO E LA GUERRIGLIA ANTINGLESE

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Proseguendo nei miei innesti culturali sul filo dei ricordi e della Storia per la rubrica ”PILLOLE DI STORIA”, invio oggi questo mio contributo che ho titolato: “LA FINE DELL’IMPERO E LA GUERRIGLIA ANTINGLESE” nel quale è appena accennata l’azione svolta dal ten. di Cavalleria Amedeo Guillet che ho sviluppato in altro articolo che vi invierò a breve. 

Buona lettura.

Dopo un inizio folgorante le truppe italiane, isolate dalla Madrepatria, cedono dopo una strenua difesa.

A Cherù l’ultima carica di cavalleria in terra d’Africa. Nasce la guerriglia antibritannica con bande di militari italiani e di colore. Le epiche gesta di Amedeo Guillet.

È il pomeriggio del 5 maggio 1936 quando Mussolini, dal famoso balcone di piazza Venezia, annuncia al Mondo che anche l’Italia fascista ha il suo Impero: l’Etiopia, Paese strutturalmente ancora al Medio Evo, è stata conquistata e con l’Eritrea e la Somalia costituirà l’Africa Orientale Italiana (AOI). Non sa che sarà questa smania imperiale l’inizio della sua fine. Sarà questa la causa che lo spingerà ulteriormente al fatale abbraccio con la Germania nazista che garantirà le necessarie forniture superando l’embargo deliberato dalla Società delle Nazioni, l’ONU di allora.

L’AOI è completamente isolata, accerchiata da colonie inglesi (Kenia, Sudan e Somaliland) e dalla Somalia francese per cui il suo destino, in caso di guerra prolungata, è segnato: non può avere alcun aiuto dalla Madrepatria e dovrà basarsi solo sulle sue forze senza possibilità di rifornimenti e reintegri.

Il 10 giugno 1940, l’infausto giorno della dichiarazione di guerra, le Forze Armate, al comando del Viceré, il Duca d’Aosta, sono costituite da circa 290.000 uomini dei quali circa 200.000 indigeni, 300 aerei, nove fra cacciatorpediniere e torpediniere, otto sommergibili e altro naviglio leggero. L’armamento, manco a dirlo, è insufficiente ed obsoleto: molti reparti indigeni hanno ancora il fucile 70/87 ad un solo colpo; in tutto il territorio ci sono solo sei batterie antiaeree e quattro da 20 mm.- Molto scarsa la dotazione di autocarri e carri armati per lo più leggeri. Unica possibilità di sopravvivenza è la difesa fino all’esaurimento delle scorte.

La strategia per un esercito moderno, con armamento ed equipaggiamento adeguati, sarebbe la risalita del Sudan per congiungersi all’Esercito della Libia ma non solo mancano piani, soprattutto manca l’ organizzazione logistica. Nonostante tutto il 4 luglio sono conquistate Gallabat e Cassala in Sudan e Moyale in Kenia. Dal 3 al 19 agosto è occupato il Somaliland di cui non si hanno neanche carte topografiche aggiornate creando difficoltà di movimento. Le truppe inglesi, numericamente insufficienti, preferiscono, ovunque, una ritirata controllata. Si esaurisce, con queste limitate operazioni, la spinta offensiva dell’Esercito delle Colonie col risultato di un appesantimento delle linee di rifornimento e della situazione logistica.

La riorganizzazione militare britannica con l’afflusso di adeguati rinforzi e la preponderanza, specie nelle artiglierie, nei mezzi meccanizzati e nell’arma aerea, saranno la chiave di volta dell’offensiva sferrata dal Sudan e dal Kenia nel gennaio 1941. Contestualmente viene fomentata la guerriglia dei “patrioti” abissini.

È così che il 22 gennaio ’41 il Bollettino di guerra n. 228 segnala: “Necessità di carattere strategico hanno imposto al Comando l’evacuazione di Cassala”. È l’inversione di tendenza in AOI: le truppe italiane sono ormai costrette ad una continua ritirata. Il Negus Hailè Selassiè rientra nella capitale del suo Regno il 5 maggio 1941, a cinque anni esatti dall’ingresso trionfale del Maresciallo Badoglio.

Ancora una volta il carattere e l’eroismo del soldato italiano si esprimerà in azioni difensive: sull’Amba Alagi, a Cheren e a Gondar.

Cheren è la porta che apre la via verso il mare ed all’intera Eritrea. Gli Inglesi buttano nella mischia il meglio delle loro truppe e per molto tempo l’esito della battaglia sarà incerto: è un susseguirsi di attacchi e contrattacchi. Si dirà che Cheren è per gli Italiani il “Monte Grappa d’Africa”. Le truppe si battono con un’audacia fuori dal comune e si scrivono indelebili pagine di eroismo nei capisaldi del Dologorodoc e del Sanchil ad opera di Alpini, Granatieri di Savoia ed Ascari eritrei. I 35.000 uomini al comando del gen. Carnimeo che difendono la zona, sottoposti ad un pesante e costante fuoco d’artiglieria ed a furiosi attacchi aerei, dopo 56 giorni di strenua lotta sono costretti, il 26 marzo, al ripiegamento. Sul terreno restano circa 5.000 nazionali e 7.000 coloniali. È considerata la più sanguinosa battaglia in terra d’Africa.

La resistenza opposta dagli Italiani desta ammirazione negli Inglesi tanto che lo storico inglese Arthur Barker, nella sua storia sulla campagna d’Eritrea, scriverà: “Cheren costituì il supremo sforzo bellico italiano e ciò che fecero le truppe di Carnimeo non fu probabilmente mai superato nella storia militare italiana”. Con la caduta di Massaua l’8 aprile, l’Eritrea, costituita in Colonia italiana il 1° gennaio 1890, è irrimediabilmente perduta! L’avventura italiana era iniziata l’11 marzo 1870 con l’acquisto della baia di Assab siglato dall’esploratore genovese Giuseppe Sapeto seguita, il 5 febbraio 1885, dallo sbarco a Massaua delle truppe del Col. Saletta.

Il Duca Amedeo d’Aosta, lasciata Addis Abeba per risparmiare disagi alla popolazione civile, si ritira sull’Amba Alagi laddove l’eroismo del Magg. Toselli rifulse nel dicembre 1895. Ha con sé circa 7.000 uomini ed il suo obiettivo è ormai quello di impegnare il maggior numero di forze nemiche per sottrarle all’impiego su altri fronti, prima di tutto in Libia. L’area si presta alla difesa ma punti deboli sono i 17 km. di fronte, la difficoltà delle comunicazioni, l’impossibilità assoluta di rifornimenti e la mancanza d’acqua.

L’attacco britannico è sferrato nella notte fra il 3 e il 4 maggio ma le continue offensive sono ribattute con frequenti corpo a corpo. Ben presto si esauriscono viveri e munizioni mentre si fa insostenibile la situazione dei feriti. Nonostante la fiera resistenza, la mattina del 19 maggio i circa 4.000 superstiti discendono l’Amba marciando ordinatamente in armi mentre un picchetto britannico presenta le armi. Il Duca, che ha rifiutato di porsi in salvo per condividere la sorte dei suoi uomini, passa in rassegna il picchetto d’onore britannico. Gli sarà conferita la medaglia d’oro al V. M.- Il 3 marzo 1942, all’età di 43 anni, morirà in prigionia e le sue spoglie restano tuttora nel cimitero militare italiano in Kenia.- Il Bollettino di guerra n. 348 del 19 maggio riferisce: “Il presidio dell’Amba Alagi, dopo aver resistito oltre ogni limite, ridotto ormai senza viveri e senz’acqua, nella impossibilità materiale di curare i feriti, ha avuto ordine di cessare la lotta.… Il nemico, in omaggio al valore dei nostri soldati, ha loro concesso l’onore delle armi…”.

Ma il tricolore d’Italia sventola ancora in terra etiopica. A Gondar, l’antica capitale, c’è un comandante di eccezionale tempra umana e militare, il gen. Nasi. Nel 1937 ha avuto la forza di opporsi alle rappresaglie ordinate da Graziani e, in qualità di Governatore, si è guadagnato l’ammirazione della popolazione locale che lo chiama “Grande padre”. Dispone di 13 battaglioni nazionali, 15 coloniali, tre Squadroni di Cavalleria indigena ed una flotta aerea di tre velivoli! Organizza un’efficiente difesa articolata su capisaldi. Gli Inglesi, che hanno il dominio assoluto del cielo, iniziano l’attacco nell’ultima decade di maggio. Il primo caposaldo ad essere investito è quello di Celgà che resiste a tre giorni di massiccia offensiva per cui gli attaccanti sono costretti a rinunziare per evitare gravi perdite. Il caposaldo di Debra Tabor respinge innumerevoli attacchi fino alla resa per … fame e sete: il 6 luglio capitola ma i superstiti ricevono l’onore delle armi. Il caposaldo di Uolchefit rintuzza ogni attacco ed in una controffensiva è catturato Ras Burrù, capo delle bande irregolari che combattono a fianco degli Inglesi. I difensori risolvono il problema dei viveri con frequenti colpi di mano. Il caposaldo è isolato e il 28 settembre, dopo 160 giorni e 91 combattimenti, è costretto alla resa: anche a questi indomiti superstiti il nemico tributa l’onore delle armi. È qui che viene conferita la medaglia d’oro alla memoria al muntaz (caporale) eritreo Unafu Entisciau del 79° battaglione coloniale che, sottrattosi per tre volte alla prigionia dopo la caduta del caposaldo di Debra Tabor, raggiunge Uolkefit e, incurante del pericolo dei campi minati, mette in salvo la bandiera del suo Reparto ma cade dilaniato da un ordigno.

Una nota a parte merita la difesa ad oltranza del caposaldo di Culquaber: è il punto nevralgico del sistema di difesa, centro essenziale dei rifornimenti logistici la cui difesa è affidata al 1° Battaglione Mobilitato costituito da Carabinieri e Zaptiè (i Carabinieri di colore) al comando del magg. Serranti, al 67° battaglione Coloniale (magg. Garbieri) ed al 240° battaglione Camicie Nere (Seniore Cassoli). Il caposaldo sarà ricordato come la tomba dei Maggiori: cadranno tutti alla testa dei propri uomini, i primi due decorati di medaglia d’oro al V.M., probabilmente le ultime nell’agonia dell’Impero. L’Arma Benemerita scrive in quella lontana landa d’Africa una delle più fulgide pagine di dedizione alla Patria tanto che alla sua Bandiera viene conferita la medaglia d’oro al Valor Militare. È decorato di medaglia d’oro il Carabiniere Poliuto Penzo che, ferito tre volte nel corso dello stesso combattimento, incita i commilitoni fino a quando resta cieco e viene preso prigioniero. La battaglia finale infuria per dieci giorni e cade sul campo il 40% dei difensori. Il 21 novembre, con l’esaurimento di scorte di munizioni e viveri, Culquaber crolla aprendo la strada per Gondar ormai priva di difese esterne. L’antica capitale ammainerà il tricolore il 27 novembre ma i capisaldi di Ualag, Chercher, Celgà e Gorgotà, da tempo accerchiati, si arrendono il giorno seguente solo quando riceveranno l’ordine del gen. Nasi. La notizia nel Bollettino di guerra n. 544 del 28 novembre: “I valorosi combattenti di Gondar hanno assolto pienamente e con onore il grave compito loro affidato dalla Patria”.

L’Impero di Mussolini, dopo poco più di sei anni, non esiste più. Per nemesi storica, l’avventura coloniale italiana, iniziata nel 1855 con l’appoggio politico della Gran Bretagna in funzione anti-francese, si conclude militarmente per mano britannica.

Ma non tutti si arrendono. Il Cap. Bellia, con alcuni Ascari, organizza un’attività di guerriglia cui si aggiunge in seguito il Cap. Fascetti. Così il col. Di Marco nell’Ogaden, il magg. Lucchetti nei dintorni di Addis Abeba e il magg. Gobbi a Dessiè. Nel giro di un paio di mesi saranno tutti catturati. Una guerriglia più tenace sarà attuata dalla Banda Harti, formata da circa 250 somali dell’omonima tribù, al comando del Cap. Gianni. Operano nella zona del Giuba fino al febbraio ’41. C’è la Banda Bastioni: un giovane ufficiale con un gruppo di etiopi conduce una guerriglia fatta di colpi di mano e azioni di sabotaggio.

Intrappolata a Uolkefit riesce a sganciarsi per continuare la lotta fino alla resa per mancanza di munizioni e viveri.

Tenente di Cavalleria Amedeo Guillet 1938
Tenente di Cavalleria Amedeo Guillet 1938

Del tutto particolare e rocambolesca l’azione svolta da Amedeo Guillet, tenente di Cavalleria. Si è già distinto in Etiopia col Gruppo Squadroni a cavallo Spahi di Libia nel ‘35/36. Alla vigilia del conflitto mondiale è incaricato di costituire un Gruppo Bande Amhara a cavallo, unità speciale e autonoma con libero arruolamento. Riesce ad amalgamare Eritrei, Tigrini, Amhara e mercenari yemeniti. Dopo due mesi la Banda dispone di 800 Cavalieri, 400 Fanti yemeniti ed uno squadrone cammellato di 200 elementi. Il suo primo rilevante intervento bellico a Cherù quando è incaricato di coprire la ritirata a piedi, da Cassala, di 10.000 Fanti incalzati dagli Inglesi. È il 21 gennaio 1941 e l’impresa è disperata: la Gazelle Force britannica con tutto il suo apparato meccanizzato viene assalita da uomini a cavallo! Superato il primo schieramento, la Cavalleria carica anche l’Artiglieria schierata in retrovia tanto da evocare negli Inglesi la carica di Balaclava. Non domo carica nuovamente la Fanteria che si disorienta. Guillet, proposto per la medaglia d’oro, avrà solo quella d’argento ma l’8 marzo 1944 gli sarà conferita, da Re Vittorio Emanuele III in persona, la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia (OMS). Lo storico inglese John Keegan scriverà nella sua opera “La seconda guerra mondiale”: “La 4^ e 5^ Divisone indiane…ad un certo punto vennero caricate da un ufficiale italiano su un cavallo bianco, alla testa di una banda di cavalieri amhara lanciata alla disperata contro le loro mitragliatrici”. Sui bassopiani eritrei l’esercito inglese affronta così l’ultima carica di cavalleria della storia in terra d’Africa. La Banda Guillet sarà ancora protagonista sul Monte Cochen, ad Agordat, alla stretta di Dongolass ed alla gola di Ad Teclesan.

Con la caduta di Asmara Guillet, che parla correntemente l’arabo, assume l’identità di Ahmed Abdullah e, con un’ottantina di indigeni della sua Banda, inizia una guerra privata con atti di sabotaggio ed attacchi alle autocolonne britanniche causando gravi perdite agli Inglesi. Diventa la “primula rossa” cui dà una caccia spietata l’Intelligence britannica ed i suoi soldati lo chiameranno, ammirati, cummandar-as-shaitan, il “comandante diavolo”. Le crescenti difficoltà, specie d’armamento, lo inducono però a smobilitare dopo quattro mesi di vita errabonda. Dopo varie peripezie che sembrano scritte per un film d’avventura, Guillet, ormai compenetrato nell’identità araba, prima ripara nello Yemen e poi, ritornato in Eritrea, riesce a rientrare in Italia su una nave della Croce Rossa il 2 settembre 1943. Sorpreso a Roma dall’armistizio, passa le linee sul Volturno per raggiungere il Comando Supremo ormai a Brindisi ed esser pronto, ora col grado di Maggiore, nuovamente al servizio del Paese per contribuire alla liberazione dall’occupante nazista. nel dopoguerra passerà in Diplomazia e sarà apprezzato ambasciatore in India, Yemen, Giordania e Marocco.

È un fulgido esempio di dedizione alla Patria che ha servito, in armi e in Diplomazia, al di là di ogni convinzione politica o ideologica.

Il ricordo dell’Impero, costato sacrifici di vite e di lavoro, è affidato alla Storia per l’opera di civilizzazione e di ammodernamento che l’Italia vi ha svolto. A parte l’azione repressiva esercitata sia in Libia che in Etiopia dal Maresciallo Graziani, nel quadro di quella che veniva definita “opera di pacificazione”, l’Italia ha meritato, specie con l’opera illuminata del Duca d’Aosta, la riconoscenza delle popolazioni indigene. In particolare gli Eritrei, per maggior tempo sotto l’amministrazione italiana e che, con l’occupazione etiopica a guerra finita, saranno le vere vittime della guerra coloniale. Solo una lunga e sanguinosa guerra ha loro consentito di proclamare l’indipendenza dall’Etiopia, sancita con referendum del 24 maggio 1993.

Restano, ad imperitura memoria della presenza italiana in quelle terre, grandi opere d’ingegneria quali la diga di Tessenei che assicura fertilità ad una vasta area, la teleferica Massaua-Asmara, i grandi ponti, le ferrovie, le strade, le scuole e gli ospedali. E vi restano le spoglie di tanti suoi figli che, obbedendo al dovere cui erano chiamati, hanno immolato la loro vita, protagonisti di innumerevoli atti di sacrificio ed eroismo, tenendo sempre alto il nome ed il prestigio della Patria lontana.

Giuseppe Vollono

Napoli-Zaza, soluzione praticabile

Napoli-Zaza, soluzione praticabile

Oltre a Pavoletti, il Napoli starebbe monitorando anche altri due attaccanti in vista di gennaio secondo Tuttosport: “Altrimenti si insisterà con gli altri due profili di alto interesse anche per il tecnico Sarri. A cominciare da Nikola Kalinic (Fiorentina permettendo…). Potrebbe diventare praticabile, invece, la soluzione Simone Zaza. Non sta vivendo con entusiasmo l’esperienza con il West Ham, tanto che l’imbeccata arrivata da Napoli non ha trovato ostacoli con la famiglia del bomber”.