12.5 C
Castellammare di Stabia
Home Blog Pagina 6055

FOTO ViViCentro – Il racconto in scatti di Juve Stabia vs Cosenza

Pubblichiamo le foto di Juve Stabia vs Cosenza dei fotografo Raffaele Verdoliva

Guarda le foto di Juve Stabia vs Cosenza realizzate dal nostro fotografo Raffaele Verdoliva che ci racconta così la vittoria delle Vespe con i ragazzi di Mister Giorgio Roselli allo stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Oltre alle azioni del match abbiamo fotografato il pubblico sugli spalti, cerca la tua foto e richiedici l’originale per e-mail:redazione.sportiva@vivicentro.it

Per vedere tutte le foto clicca qui

La Juve Stabia cerca di regalarsi una notte da prima in classifica contro il Cosenza.

I calabresi sono un avversario tradizionalmente ostico quindi le Vespe sono chiamate ad una grande prestazione per portare a casa i tre punti. Nel Cosenza spicca la presenza dell’ex punta gialloblù Baclet.

Al Menti è presente l’ex Presidente Roberto Fiore, che ha accolto l’invito del suo ex pupillo Gaetano Fontana. Applausi scroscianti per il Presidentissimo, accolto dai cori e dall’affetto dei tifosi stabiesi.

Prima della gara le squadre osservano un minuto di silenzio in memoria del papà di Tommaso Cancellotti, scomparso nella giornata di venerdì.

Juve Stabia 4-3- 3: Russo, Liviero, Capodaglio, Atanasov, Marotta, Sandomenico, Liotti, Izzillo, Lisi, Mastalli, Ripa.

A disposizione di Fontana: Bacci, Borrelli, Kanoute, Zibert, Del Sante, Camigliano, Salvi, Petricciuolo, Esposito, Rosafio, Montalto.

Cosenza 4-3- 3: Perina, Corsi, Capece, Tedeschi, Blondett, Caccetta, Cavallaro, Baclet, Mungo, Filippini, Scalise.

A disposizione di Roselli: Saracco, Criaco, Gambino, Meroni, Appiah, Bilotta, Collocolo, Madrigali.

Spettatori: 2391 per un incasso di € 25.929,00

Minuto 26: GOOOOOOL JUVE STABIA!!!! Ripa sgambettato in area di rigore conquista un giusto penalty. Dal dischetto lo stesso Spider spiazza Perna per il vantaggio delle Vespe.

Minuto 50: GOOOOOOOLLLLL JUVE STABIA!!!! Grande torre di Del Sante che libera Kanoute che a sua volta serve Sandomenico che appoggia facilmente in rete. 2 a 0 per le Vespe!!

Finisce così: la Juve Stabia è, in attesa del match tra Lecce e Foggia, la capolista del girone C.

Amichevole, Recale-Juve Stabia: data e ora del match

Amichevole, Recale-Juve Stabia: data e ora del match

Nuova amichevole per l’Attività di Base della Juve Stabia. Infatti, la categoria 2005 scenderà in campo giovedì 4 novembre al centro sportivo M. Acconcia, a Recale (CE) contro la scuola calcio ASD Recale. Fischio d’inizio alle ore 16.

a cura di Ciro Novellino

I nostri sponsor:

lincrocio

CLICCA QUI Typical Italian Food L’Incrocio

al-focolare

CLICCA QUI Al Focolare

flyline-sport

CLICCA QUI Fly Line Sport

logo-bordeaux-copia

CLICCA QUI AllScent Beauty Factory Profumerie

fantasie

CLICCA QUI Fantasie giocattoli

 

Auriemma: “Le sostituzioni di Insigne e Hamsik hanno caricato la Juve”

Il suo pensiero

Raffaele Auriemma scrive su Tuttosport: “Forse ha ragione Sarri: «L’errore è pensare che quello contro la Juventus sia stato un confronto diretto». Le parole dell’allenatore del Napoli fotografano una parte della realtà: con i giovani calciatori ti diverti, con quelli esperti vinci le partite. Poi può darsi che un giorno raccoglierai in un sol colpo tutto quanto seminato. L’altra parte della verità, invece, racconta di scelte che hanno generato energia nei bianconeri attraverso la sostituzione di due elementi che, pur giocando sotto tono, non andrebbero rimpiazzati in partite delicate come quella dello Stadium: Insigne e Hamsik. Anche a Torino i due portabandiera azzurri non sono stati all’altezza della loro fama, però con una Juventus che stava arretrando, chissà che alla fine almeno il pareggio non lo si potesse portare a casa. Chiacchiere da bar, di quelle che vengono fuori all’indomani di partite giocate bene e perse per un errore, un’ingenuità, un atteggiamento tattico che di tanto in tanto potrebbe anche essere aggiornato alla luce di ciò che combina il tuo avversario sul terreno di gioco”.

Nela: “Juve? Le colpe non sono solo di Ghoulam, ma anche di un altro azzurro”

Le sue parole

Sebino Nela ha parlato a Il Mattino: “Ghoulam ha svirgolato il rinvio, questo è vero ma a un difensore può succedere, è€ stato sfortunato perchè il pallone è€ finito proprio sui piedi di Bonucci. Sul secondo aveva fatto una buona diagonale e ha rinviato senza guardare perchè aveva Koulibaly davanti che gli copriva la visuale: l’errore vero lo ha commesso Allan che non ha seguito Higuain. Si deve lavorare sui singoli e sul reparto, occorre aumentare la concentrazione, soprattutto sarebbe molto utile sulle palle da fermo. Mi sembra che il Napoli continui a rischiare un po’ troppo sulle situazioni da palla inattiva. In Italia la differenza la fanno i gol subiti, lo dice la storia dei nostri campionati: la Juve negli ultimi cinque anni ha vinto perché ha potuto contare sui tre migliori difensori d’Europa e su Buffon. Maksimovic ha grandi qualità€, anche se nelle uscite palla al piede con il Torino ha commesso qualche errore. Magari sarà€ anche successo perché non aveva sempre l’uomo libero per poter ricevere il passaggio. Ora avrà una grande opportunità€ nel Napoli: Sarri potrà lavorare sui suoi difetti e migliorarlo tantissimo così€ come è€ capitato con Koulibaly”.

EDITORIALE – Juve Stabia, un Fiore pronto a sbocciare

Tuffo nel passato per i tifosi della Juve Stabia che hanno potuto salutare il Presidentissimo Roberto Fiore

La Juve Stabia ieri si è regalata una notte da capolista, superando il Cosenza grazie alle reti di Ripa e Sandomenico e mettendo quindi pressione a Lecce e Foggia, avversarie stasera nel big match di giornata.

La serata di ieri, con in sottofondo costante il pensiero a Tommaso Cancellotti, è stata resa ancor più emozionante dal ritorno al Menti dell’ex Presidentissimo, Roberto Fiore.
Il richiamo della sua Juve Stabia è stato più forte dei suoi 92 anni, degli acciacchi dell’età e della serata fredda ed ha spinto l’ex Presidente nel suo ex stadio per tifare per le Vespe. L’invito ad assistere alla gara direttamente allo stadio, arrivato tramite ViViCentro, del suo ex pupillo Gaetano Fontana ha trovato subito terreno fertile nella passione ancora smisurata per i colori gialloblù di Roberto Fiore.

Quasi commovente è stata la passerella in tribuna dell’ex Presidente Fiore accompagnato dall’Onorevole Antonio Mazzone, dal “figlioccio” Giovanni Malafronte e dall’attuale Presidente Francesco Manniello. I due Presidenti hanno scatenato l’entusiasmo ed i ricordi di tutto lo stadio, che ha intonato cori per i numeri 1 più importanti della storia della Juve Stabia.
Difficile spiegare a chi non segue le Vespe come quei due signori con i capelli bianchi, visti ieri a lungo sotto braccio e raggianti, rappresentino gli anni più belli e vincenti della storia gialloblé. Anni di emozioni indescrivibili, positive e negative; anni di vittorie esaltanti e di sconfitte incredibili quanto tutt’ora brucianti. Alla luce di quanto detto sopra, la notte magica della Juve Stabia non poteva che realizzarsi avanti agli occhi di Roberto Fiore. Fiore che ammira la squadra che gira come una macchina perfetta e guidata da Gaetano Fontana, il suo “figlioccio” con cui il legame non si è mai interrotto.

Esatto, proprio il binomio Fontana – Fiore rappresenta al meglio gli anni d’oro del Presidentissimo a Castellammare. Un Presidente, quasi un padre di famiglia, ambizioso e che non ha mai rinunciato all’idea di portare in Serie B la Juve Stabia; Juve Stabia guidata sul campo dal suo fantasista, dal numero 10, dal calciatore genio ma senza sregolatezza in grado di accendere la luce e di far volare le Vespe.

Il Presidente ed il fantasista che ora sono rispettivamente un tifoso speciale ed un giovane ma ambizioso allenatore, ancora una volta legati dalla passione per i colori gialloblù.
Ieri è quindi avvenuto un incontro tra generazioni: la più bella Juve Stabia pre Manniello che ammirava felice la creatura con la quale proprio il Patron Manniello vuole tentare nuovamente il colpaccio.

Allora, passando sempre per il tanto caro “non succede, non succede..ma se succede” possiamo dire che la Juve Stabia vista ieri è un.. Fiore pronto a sbocciare.

Raffaele Izzo

TERREMOTO: Il cuore dell’Italia ridotto in polvere

0

Di quei capolavori che rendono unica l’Italia non è rimasto nulla Il bilancio di una manciata di secondi di scossa di terremoto è un miliardo di euro, forse anche due, di danni al patrimonio culturale italiano. La situazione più grave è a Norcia, dove la Basilica di San Benedetto, gioiello gotico più volte restaurato, ora è un cumulo di macerie.

Il cuore medievale dell’Italia ridotto in polvere

Almeno un miliardo di danni, i più gravi a Norcia

C’è la bellezza italiana ridotta in polvere e c’è soprattutto per la prima volta un profondo senso di impotenza di fronte ai crolli dei capolavori medievali che rendono unica l’Italia. A fine giornata il bilancio di una manciata di secondi di scossa di terremoto è un miliardo di euro, forse anche due, di danni in più al patrimonio culturale italiano. Una cifra enorme se si pensa che soltanto la scossa di mercoledì scorso aveva aumentato del 70% i danni portandoli a un miliardo. Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del ministero dei Beni Culturali, ammette le difficoltà. Se pensiamo solo alle segnalazioni, dopo le precedenti scosse erano state circa 3000. Dopo l’ultimo terremoto mi aspetto almeno altre 2000 segnalazioni. Pensiamo che sia stato il più violento».

Ma non è la sua violenza a dare un senso di impotenza, è il protrarsi nel tempo senza lasciar vedere una fine. «Intervenire ora e mettere in sicurezza i beni danneggiati non è un’operazione che il ministero può assicurare», spiega. La dirigente sa di non avere alternative: «Avevamo ricominciato le verifiche e gli interventi dopo la scossa e i crolli di mercoledì 26. Eravamo entrati venerdì nella basilica di San Benedetto. Volevamo portare via le pale dell’altare ma ci siamo resi conto che avremmo rischiato troppo perché saremmo dovuti rimanere a lungo all’interno della basilica. Ci eravamo messi d’accordo per vederci lunedì mattina e effettuare un intervento di messa in sicurezza del tetto dall’esterno. Purtroppo la scossa di stamattina ha fatto crollare tutto, ma sarebbe stato impossibile fare più in fretta».

La pala della Madonna è stata ritrovata fra le macerie ieri mattina dai Vigili del Fuoco e portata in uno dei depositi allestiti dal ministero per il recupero delle opere danneggiate. Il resto è lì, un simbolo dell’Italia medievale in polvere.

Possibilità di recupero? Secondo gli esperti, ci troviamo di fronte a una delle situazioni più difficili per i beni culturali italiani degli ultimi decenni. E un eventuale recupero dipende da come sono avvenuti i crolli: se i pezzi sono ridotti in granelli minuscoli, non ci sono speranze; se invece sono abbastanza grandi, si può sperare di ricostruire. Per esempio, i mosaici della basilica di Assisi sono stati restaurati dopo un lavoro certosino rimettendo insieme tutti i pezzi di almeno un centimetro.

Non tutto è perduto, ma nessuno oggi è in grado di dire di più, o di avere la minima certezza sul futuro. «Da domani ricominceremo con le verifiche anche sugli edifici dove già ci sono stati i sopralluoghi e che erano stati dichiarati agibili. Ma in molti casi i nostri tecnici non possono ancora entrare, dobbiamo aspettare il via libera dei Vigili del Fuoco», spiega Giorgia Muratori, segretario generale del Mibact per le Marche. Ma la situazione è di giorno in giorno più difficile e si annuncia necessaria anche una diversa organizzazione delle competenze.

Si attende la nomina del Soprintendente unico speciale per le aree colpite dal sisma, distribuite in quattro regioni tutte ad alta densità di beni culturali. Avrà l’incarico di concentrarsi sul recupero del patrimonio mobile e immobile, mentre il ministro Franceschini chiede più fondi per riuscire a salvare tutte le opere danneggiate. L’art bonus, infatti, verrà esteso anche ai beni ecclesiastici gravemente colpiti. «Non appena il terremoto si fermerà ci metteremo al lavoro. È nostra ferma intenzione recuperare tutto il patrimonio che è stato danneggiato», promette Antonia Pasqua Recchia.

Una promessa che in queste ore suona molto impegnativa. A subire danni è stato persino l’«ermo colle» dell’Infinito di Recanati, quello che ha ispirato Giacomo Leopardi, dove si è aperto uno squarcio. Palazzo Leopardi «ha retto bene ma è chiuso alle visite per precauzione», spiega Vanni Leopardi, che con la famiglia vive ancora nel palazzo settecentesco.

I danni più rilevanti però sono di sicuro a Norcia che in pochi secondi ha perso tutte le chiese: non solo la basilica di San Benedetto, anche la cattedrale romanica di Santa Maria Argentea, la chiesa gotica di San Francesco. E sono stati danneggiati pesantemente il Municipio e il museo della Castellina. Ad Amatrice è crollata la torre civica e quello che rimaneva della chiesa di Sant’Agostino. Ma i danni sono diffusi ovunque. Ulteriori crolli ci sono stati nei centri storici di Camerino, Visso, Tolentino. Paura anche per la Pinacoteca di Jesi dove sono custoditi dipinti di Lorenzo Lotto e per Civita di Bagnoregio. L’elenco può continuare a lungo. La scossa di ieri ha ferito per intero il cuore dell’Italia medievale.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

COLLEGATE:
Terremoto 30 ottobre 2016

CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

vivicentro.it/cultura
vivicentro/TERREMOTO: Il cuore dell’Italia ridotto in polvere
lastampa/Il cuore medievale dell’Italia ridotto in polvere FLAVIA AMABILE

Allarme Istanbul, minacce via mail con i tifosi azzurri

Allarme Istanbul, minacce via mail con i tifosi azzurri

Poco più€ di 400 persone partiranno tra oggi e domani per raggiungere Istanbul. Un volo charter organizzato, ma in tanti prenderanno i numerosi volo di linea che collegano la Turchia. Come riporta Il Mattino, c’è molta apprensione per i pessimi rapporti tra le due tifoserie. Polizia turca e autorità€ italiane sono in continuo contatto nelle ultime ore. I controlli verranno eseguiti anche a Fiumicino, dove partono molti dei voli diretti a Istanbul. Via mail si sono registrate alcuni scambi di minacce tra gruppi di ultrà€ che sono stati immediatamente rilevati. Al momento, i segnali sono preoccupanti: si temono gemellaggi via web con tifosi di altri club della capitale rivali del Besiktas.

La terra continua a tremare e a provocare distruzione

0

Dopo 66 giorni dal disastroso terremoto che ha devastato l’intera Italia centrale, causando la morte di 298 persone, la terra continua a tremare.

Non si tratta di normali movimenti tellurici d’assestamento, ma di nuovi veri e propri terremoti, alcuni hanno avuta un’intensità quasi simile o superiore a quello del 24 Agosto.

Una di queste scosse registratesi ieri, di magnitudo 6.1 della Scala Richter, è stata talmente violenta che la suo onda d’urto si è prepagata in tutt’Italia fino ad essere avvertita in parte dell’Austria. Le poche case che erano rimaste in piedi dopo il 24 Agosto, ieri sono crollate, è come se avessero ricevuto il colpo di grazia insieme ad esse sono crollati edifici e Chiese storiche.

Continuare a vivere in un territorio dove le forze della natura scatenano giornalmente tutta la loro potenza distruttiva non è più possibile, lo sgomento, la paura stanno prendendo il sopravvento, è ormai impossibile quanto improbabile un ritorno alla normalità. Il problema dei Terremotati non sarà di facile soluzione, ricostruire le case nei luoghi dove sono state sbriciolate, è quantomai improbabile visto che la terra continua a tremare, non ha smesso mai di farlo dal 24 Agosto.

In tanti decideranno di abbandonare per sempre quei territori, troppo laceranti le ferite apertesi, si prevede che potrebbero essere 100 mila le persone che opteranno di andare altrove…ma dove? In questi momenti così tragici l’opera degli sciacalli continua, andrebbero fucilati sul posto, quale pietà si può avere per mostri simili.

copyright-vivicentro

COLLEGATE:
Terremoto 30 ottobre 2016

CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

Insigne e le sei reazioni che hanno fatto arrabbiare

Tutto nel dettaglio

Lorenzo Insigne, fa discutere, sono 6 gli episodi che lo vedono protagonista in negativo:

29 gennaio 2014 – Napoli-Lazio, gara di Coppa Italia: Insigne viene sostituito e fischiato dal San Paolo, lui reagisce con un brutto gesto

25 luglio 2014 – Ritiro di Dimaro, viene invitato da Nicola Lombardo a parlare sul palco, ma si rifiuta e poi si scusa: “Non ce l’avevo con i tifosi”

19 agosto 2014 – Viene sostituito e ancora una volta fischiato per la prestazione nel preliminare di Champions League contro l’Athletic Bilbao. Prima la toglie e poi lancia la maglia in aria

28 ottobre 2015 – Insigne e Mertens, uno entra e l’altro esce nella gara contro il Palermo. Sarà il tecnico Maurizio Sarri a chiedere chiarimenti ai due

19 ottobre 2016 – Nella partita di Champions con l Besiktas sbaglia un calcio di rigore che poteva essere importante: fischi alla sostituzione e lacrime a fine gara

29 ottobre 2016 – Viene sostituito al 15’ di Juve-Napoli e si rivolge a Sarri: “Perché io?”, pronta la risposta del tecnico: “Insigne deve stare zitto”

Troppi errori, la difesa del Napoli è sotto processo

Troppi errori, la difesa del Napoli è sotto processo

Nel Napoli ci sono evidenti problemi difensivi che stanno venendo fuori, alcuni di essi, infatti, sono costati sconfitte per il gruppo guidato da Sarri:

Juventus-Napoli – Doppio errore di Ghoulam sui gol degli avversari

Napoli-Roma – Koulibaly si fa rubare palla da Salah sul gol di Dzeko in maniera clamorosa

Napoli-Besiktas – Jorginho sbaglia il retropassaggio e regala il gol ai turchi

Atalanta-Napoli – Colpe divise tra Ghoulam e Koulibaly sul gol subito da Petagna

Napoli-Besiktas – Maggio sbaglia la diagonale e il Napoli subisce gol

Napoli-Milan – Niang calcia verso la porta da posizione decentrata e Reina si fa battere sul suo palo

Pescara-Napoli – Koulibaly e Ghoulam tengono in gioco Benali sul primo gol

Corbo: “Quelle tre domande rimaste senza una risposta”

Corbo: “Quelle tre domande rimaste senza una risposta”
Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Il Napoli sul campo è stato più brillante della Juve. Ma a Torino lascia altri tre punti e tre domande senza risposta. Perché il bomber del secondo posto, l’uomo che ha deciso la sfida, non è più qui? Dopo sole 11 partite, come mai le due squadre sono già così distanti nei punti, 27-20? A 26 anni dal secondo scudetto, De Laurentiis e Sarri sono gli uomini giusti per il terzo? La prima domanda. Non dispiace incassare 90 milioni, reinvestirne anche di più, allungare gli orizzonti della squadra. Il campionato dirà se sono stati spesi bene, se Sarri ha saputo allevare giovani di talento, se c’è stata fusione tra vecchi e nuovi. Bisogna però capire perché il Napoli non sia stazione di arrivo ma di transito, perché da Napoli i i personaggi vogliano fuggire, come da una camera a gas. Mazzarri, poi Benitez, infine Sarri che il 27 maggio era pronto a disoccupazione e penali. Lo stesso per i bomber: Lavezzi, Cavani, Higuain.
La città soffoca di affetto gli idoli del calcio. Cavani non si è mai sentito libero di passeggiare lungo la spiaggia di Lucrino o vivere le sue passioni. Lavezzi, come Maradona, rischiò di essere attratto dalla città peggiore. Sulle notti di Higuain e di altri quattro si è sentito di tutto, tra Parco Matarazzo, Capri e Pozzuoli, magari esagerando. Un dato c’è: furono ordinati ritiri punitivi per sospetti stili di vita. Ma è anche vero che, ben pagati, i big non hanno mai avuto la percezione di puntare al massimo, in Italia ed Europa.
La seconda domanda coinvolge presidente e direttore sportivo Giuntoli. Non si è mai capito se gli acquisti siano stati graditi o subiti da Sarri. Qualcosa non ha funzionato. Comunicavanopoco. Si sapeva che era dubbia la permanenza di Higuain. Bisognava dalla primavera bloccare quindi un attaccante di qualità, e mollare Gabbiadini scontento e incompreso. La soluzione è stata raggiunta alla fine: il giovane Milik. E Gabbiadini? Prima affidato al suo agente perché lo vendesse in Inghilterra, poi confermato dopo il no di Kalinic e il folle costo del ventottenne Pavoletti. Vero, sono arrivati giovani di talento, ma giovani, insiste Sarri. Milik e Zielinski, Diawara che si è rivelato a Torino, Maksimovic e Rog presto, una delusione solo Giaccherini, esausto come Chiellini e Insigne dopo gli stressanti e ingloriosi Europei con Antonio Conte. Mercato interessante, ma non è stato chiaro il programma. Napoli competitivo subito o nel tempo?
I nuovi sono arrivati in ritardo, e tardi è cominciata la fusione con i vecchi. Per avviarla, Sarri ha prima atteso dal campo i segnali negativi su Hamsik, Insigne, Jorginho, Gabbiadini, Ghoulam. Cominciano solo ora gli esperimenti.
Anche la terza domanda, collegata alle prime due, va rivolta a presidente e tecnico. Comincia un ciclo lungo, proiettato verso integrazione, conferma e crescita dei giovani per puntare al vertice, o il Napoli sarà ancora un traguardo volante, un successo effimero dei migliori che lo tagliano per poi sparire nella nebbia? Esempio: scatta la clausola anche per liberare Milik, Koulibaly e Diawara, altri? Il Napoli compra per vincere o per far poi cassa? C’è una terza via: far coincidere profitto e scudetto. Dipende dal pieno accordo tra De Laurentiis e Sarri. La Juve dimostra che è possibile: elevare i fatturati e far maturare la squadra nella ricerca ostinata della vittoria, dei cambi di formazione e modulo in corsa. Il bel gioco da solo è una ossessione. Si è visto: ancora una volta a Torino ha vinto il peggiore.

Pare che neanche la dirigenza abbia gradito la scelta di Sarri su Insigne

I dettagli dalla rosea

La Gazzetta dello Sport scrive sulla sostituzione di Insigne contro la Juventus: “D’altra parte, la sostituzione di Insigne ha lasciato perplessa la critica. E non solo. Pare, infatti, che nemmeno la dirigenza napoletana, abbia gradito la decisione dell’allenatore. Perché il ragazzo stava giocando discretamente, dal suo destro era partito il lancio per il gol di Callejon. Un vero e proprio pezzo di bravura, col pallone che ha scavalcato Alex Sandro, liberando il destro dell’attaccante spagnolo per il momentaneo pareggio. Ma, al di là del prezioso assist, Insigne è parso il giocatore più ispirato tra quelli schierati da Sarri. L’unico che ha provato a verticalizzare, a far partire il contropiede quando la Juventus ha cominciato a pressare”.

Terremoto: gli sfollati in fuga dall’incubo sono centomila.

I paesi si svuotano, gli sfollati aumentano a dismisura ed i sindaci parlano di una «migrazione epocale». Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata. Cinque terremoti in 67 giorni. L’ultimo, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Molti borghi, che avevano resistito alla scossa di agosto, ora sono disabitati.

La fuga dall’incubo: centomila sfollati da macerie e polvere

Deserti i centri che avevano resistito alla scossa di agosto. I sindaci: “Migrazione epocale”. Ma c’è chi dice: “Restiamo”

PIEVE TORINA (MC) – Poco prima delle 14 arriviamo a Pieve Torina, provincia di Macerata, insieme al presidente delle Marche, Luca Ceriscioli.

Non è facile dare un’idea di che cosa è diventato questo mondo. Questo paese e tutti gli altri, uguali nella desolazione, nella desertificazione, nel silenzio tombale interrotto da quel rullo di tamburi che ogni poco sale da sotto, e lo scuotimento delle case inagibili e dei nervi sempre più fragili. Facce rosse di contadini e montanari, insonni, con le moglie e i figli già lontani, le bestie da accudire, nessun posto dove trascorrere la notte. Gli sfollati delle Marche sono circa 28 mila. Quelli dell’Umbria ancora non si sa. Il totale potrebbe arrivare a 100 mila. Soltanto a Norcia circa un terzo dei seimila abitanti è partito coi pullman verso il lago Trasimeno. Ad Arquata del Tronto, che sta dentro il disastro da due mesi, ieri mattina gli ultimi tenaci abitanti hanno ceduto, basta con questa follia, si sono lasciati alle spalle un paese che a questo punto non c’è più, letteralmente. Sono andati sulla costa picena. A pochi chilometri c’è Accumuli, «sono rimasti in piedi solo tre edifici, anche le frazioni sono rase al suolo», ha detto il sindaco Stefano Petrucci; era lì, ieri mattina, con un centinaio di persone, reduci provvisori dei 667 che costituivano la popolazione prima del 24 agosto. Accumuli è isolata sia sul versante di Rieti sia su quello di Ascoli. Appena si libererà la strada, la imboccheranno anche gli ultimi cento.

Oggi non ci sono morti, ma i paesi stanno morendo per la disperazione

«Voi non capite, dovete andarvene da qui. Questo bel sole vi sta ingannando, fra pochi giorni farà freddo», dice Ceriscioli a una decina di uomini di Pieve Torina. «Fa già freddo, stanotte c’erano tre gradi», dice uno con gli occhi vitrei e la polvere nei ricci scuri. «Che restate a fare?». «Io ho le bestie, le lascio qui? E chi bada a loro?». «Chi ha le bestie avrà una sistemazione ma tutti gli altri via». «Io ho sessant’anni, ho sempre vissuto qui, se devo morire meglio morire dove sono nato. Dateci le casette». «Intendiamoci: per le casette di legno servono sette mesi, forse nove. Per i moduli dai due ai tre mesi. E intanto? Dormite in macchina? Liberi di deciderlo ma poi non lamentatevi con noi quando sarà insostenibile». Il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, spiega a Ceriscioli che vorrebbe riaprire la scuola, far arrivare ogni mattina con gli autobus i bambini che sono già andati via, da parenti nei centri vicini, o sulla costa, «sennò questa comunità muore». Spiega che i commercianti vorrebbero riaprire i loro negozi ma se tutti se ne vanno, a chi venderanno la loro merce? La più importante fabbrica del paese, che dà stipendio a trentacinque famiglie, dovrebbe riaprire stamattina, ma gli operai dove saranno?

«E’ una migrazione epocale», dice Claudio Corvatta, sindaco di Civitanova Marche, a sud di Ancona. Gli alberghi sono già quasi tutti pieni, il sindaco conta di aprire il migliaio di seconde case lasciate vuote dopo l’estate. «Questa gente è ostinata, ed è la loro forza, e più saliamo in montagna più è ostinata. Ma deve anche capire che più aspetta e più gli toccherà andare lontano, quando si decideranno», dice Ceriscioli. «Andatevene», ha detto il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio. «Andranno tutti in hotel», ha detto Matteo Renzi. A Fabriano gli sfollati sono trecento, ieri notte hanno dormito nel Palasport e in un treno messo a disposizione delle Ferrovie. L’intero centro storico di Leonessa è stato evacuato. A Ussita, devastata dalla scossa del 26 ottobre, sono rimasti in duecento, prima erano quasi cinquecento. Questa terra a cavallo fra Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche, circa centomila abitanti, è ridotta a un niente di macerie e case medievali inabitate, sottoposta a un esodo senza senso ma senza alternativa. «Ci sono ancora molte strutture agibili, ma come facciamo? Oggi è cambiato lo scenario, c’è una crisi sismica di cui non conosciamo gli sviluppi. Quando arriverà la prossima scossa distruttiva? E dove? E che danni farà? Bisogna andarsene, non è una deportazione, è una messa in sicurezza per un periodo congruo», dice Catiuscia Marini, presidente dell’Umbria. A Norcia non c’è l’acqua potabile, l’energia elettrica manca in quasi tutta la zona. I paesi attorno – Cascia, Preci – con le botte degli ultimi giorni sono impraticabili o insicuri.

Claudio Marsili è un consigliere comunale di Pieve Torina. Cammina attorno a sé, in circolo, e racconta della sua famiglia. «Mia moglie faceva l’infermiera nella casa di cura di Pieve, ma ora gli anziani sono stati trasferiti all’ospedale di Matelica, e lei è là. Mio padre ha 87 anni, ha dormito due notti in macchina, con addosso due coperte e il cappotto e ogni tanto accendeva il motore per scaldarsi. Ora sta arrivando mio fratello da Bra, provincia di Cuneo, e se lo porta con sé e io non so se lo rivedrò. Ho una figlia con un bimbo di tre anni in un paese qua vicino ma non vuole rimanere, è terrorizzata, andrà dall’altra mia figlia a Latina. E io? Io ho promesso al sindaco di dargli una mano. Rimango. Ma la mia famiglia non c’è più, divisa, spezzettata per l’Italia». Non c’è più una logica. Si fa fatica a ragionare. Si sente nell’aria la spossatezza, l’esasperazione, nuove ospiti di questi borghi. Due fratelli, qui a Pieve, sono stati divisi dai carabinieri, e non si è nemmeno capito perché litigassero. A Vescia, frazione di Foligno, un uomo è saltato dalla finestra e si è rotto le gambe. A Norcia una donna ha fatto lo stesso ed è ricoverata con un grave trauma cranico. A Norcia c’è stata un’assemblea pubblica e il sindaco è stato violentemente accusato di aver trascurato lo sciame sismico, di non essersi procurato le casette di legno e nemmeno le tende. «Lo stress non diventi rassegnazione», ha detto Renzi ma è diverso, è molto peggio che rassegnazione, è terrore, è delirio, è orecchio teso al suolo, è certezza che il peggio non è passato, deve ancora arrivare.

«Su 3 mila e 400 abitanti avrò sette, ottocento sfollati», dice il sindaco di Sarnano. Ad Ancona è stato aperto il palasport, per chi vuole dormire più al sicuro. A Rieti è stato diramato un elenco di parcheggi sicuri dove trascorrere la notte in auto. Dai paesi in provincia di Teramo centinaia di persone sono state ricoverate in alberghi di Giulianova. Sulla costa, fra Porto Sant’Elpidio, Conero, Marotta e Senigallia, sono arrivate cinquemila richieste di ospitalità. «Ma è un numero che crescerà, e di molto», dicono gli albergatori. Ormai è tardi. Cala il sole su questa terra del finimondo, dove in un intero giorno non si è visto né un cane né un bambino.

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

COLLEGATE:
Terremoto 30 ottobre 2016

CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/Terremoto: gli sfollati in fuga dall’incubo sono centomila.
lastampa/La fuga dall’incubo: centomila sfollati da macerie e polvere MATTIA FELTRI – INVIATO A PIEVE TORINA (MC)

Sarri al gruppo: “Ragazzi, siamo forti, andiamo avanti così”

Le sue parole al gruppo

Venti minuti a parlare di Juve-Napoli, c’è soprattutto un messaggio che Sarri ha voluto mandare alla sua squadra: «Ragazzi, siamo forti, ma forti davvero. Abbiamo giocato bene contro la Juve in casa loro: andiamo avanti così e ora pensiamo alla Champions», la sintesi della sua chiacchierata come riferisce Il Mattino. Non c’è€ nelle sue parole alcun riferimento a una crisi: è€ un’analisi serena, quella di Sarri, condita persino da qualche battuta.

Errori di Ghoulam e gol di Higuain: la reazione di De Laurentiis davanti alla tv

La reazione di De Laurentiis davanti alla tv

L’edizione online di Repubblica evidenzia come Aurelio De Laurentiis abbia vissuto la gara tra Juve e Napoli all’hotel Regina Isabella a Ischia: “Quella del Regina Isabella sembra una curva: tifo sfegatato, il presidente – che pure tradisce ripetute smorfie e si lancia a commenti istrionici – resta sobrio e a tratti impassibile, Jacqueline – che gli è di fianco, in prima fila nella sala gremita – assai più loquace, protesta persino per qualche decisione arbitrale e si lascia scappare qualche battuta su Higuain. Nell’intervallo, un cocktail al bar: il Napoli c’è, prevalgono ottimismo e soddisfazione. Il presidente esprime disappunto per l’errore di Ghoulam che innesca Bonucci, esultanza sfrenata e incontenibile – invece – per il pari di Callejon: quasi una liberazione. Tutti impietriti al gol del Pipita: vola qualche insulto, De Laurentiis resta di stucco e non si lascia contagiare dall’atmosfera ormai rovente. Non commenterà, di qui alla fine. Al triplice fischio, l’appetito chiama: l’antipasto è con le pizze di Ivano Veccia, non c’è tempo per ascoltare le parole di Sarri e Allegri”.

La paura del sisma senza fine

0

L’ultimo sisma, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata. Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata: Cinque terremoti in 67 giorni – I sindaci parlano di una «migrazione epocale»

L’infinito contagio sismico che scuote l’Appennino

Un fenomeno già osservato, dalla Turchia fino in California E in Italia c’è il caso della Calabria sconvolta nel Settecento

Un «contagio» sismico. Molto probabilmente quello che sta accadendo in Appennino centrale è simile a una propagazione laterale della sismicità, fatto che produce danni a cascata, feriti e paura.

Se si tratta, come dicono i dati del Cnr, dell’attivazione di altri segmenti della stessa struttura complessa che ha generato il terremoto di Amatrice, allo scarico della zona cosiddetta «ipocentrale» ha corrisposto un carico sui frammenti laterali della faglia stessa. Sono questi frammenti a essersi rotti e ad aver generato gli ultimi terremoti. Il contagio sismico è un fenomeno già osservato in altre regioni, come in Turchia, in California e ad Haiti.

In questo caso il terremoto si è spostato da Amatrice prima verso Nord, nell’area di Visso e Ussita, e da lì, ieri, nuovamente verso Sud, ancora a Norcia, dove il primo terremoto si era già arrestato. Il contagio può avvenire dopo anni o decine di anni, ma anche dopo giorni o mesi, come sembra stia accadendo. La propagazione laterale favorisce una serie di terremoti forti, ma non fortissimi: se i segmenti della faglia si fossero mossi insieme, si sarebbe potuto generare un terremoto di magnitudo almeno 7,0 Richter.

Mario Tozzi: “Non si possono escludere scosse anche più forti”

Secondo i dati Cnr-Ingv, tutto il settore è sprofondato di circa 20 cm. Ed è sempre vero che non siamo in grado di prevedere l’evoluzione dei fenomeni: scosse di replica via via meno energetiche che durano mesi o altre scosse molto forti a distanza di tempo.

Se quella di questi giorni è una vera crisi sismica, quella che colpì la Calabria, a intermittenza, per quasi un secolo, fra 1702 e 1783, resta la più impressionante sequenza di terremoti che abbia finora colpito il nostro Paese. Ogni cosa fu distrutta, dall’abitazione al podere, dalle borgate alle manifatture; ogni cittadina e città, da Bagnara, a Scilla, da Reggio a Messina. Si formarono 52 laghi a causa delle frane che bloccavano i corsi d’acqua, le case precipitavano nelle voragini, le colline scendevano a valle «come zattere sul mare in tempesta» e si aprivano fratture: una, a Plaisano, era visibile per 8 chilometri e aveva la profondità di un abisso di 75 metri. Tutta la Calabria precipitò verso il basso. Quella tempesta sismica si tramutò in una crisi che fiaccò un intero popolo. Una specie di paralisi che lasciava intorpiditi i calabresi, anche nella mente: molti si lasciarono morire. La crisi del Meridione comincia anche da lì.

Ma non è stato quello di Reggio Calabria e Messina del 1908 il sisma più forte mai accaduto in Italia? Sicuramente il terremoto del 1908 sullo Stretto, in associazione con lo tsunami, è stato quello che ha provocato più vittime e danni: a un secolo di distanza non si conosce con esattezza il numero dei morti (forse oltre 80 mila); a Messina rimasero in piedi 2200 abitazioni su 8 mila, a Reggio 176 su 3600. Questa resta la catastrofe d’Italia, la presa di coscienza di una realtà nazionale fatta di rischi e costruita su un territorio vulnerabile.

Il rischio sismico in Calabria è forse il più elevato d’Italia, ma non è quello il posto più pericoloso della Penisola. Non è corretto parlare di Big-One dalle nostre parti, prima di tutto perché non c’è una grande faglia come quella di San Andreas in California. Ma, se c’è un luogo indiziato per il terremoto-record, quel posto è Catania. Il sisma del 1693 è stato il più forte di quelli mai avvenuti in epoca storica in Italia, con una magnitudo, calcolata a posteriori, 7,5 Richter (nel 1908 nello stretto è stata calcolata a 7,1) e con circa 12 mila vittime su una popolazione di 19 mila. In tutta la Sicilia orientale i morti furono 54 mila e lo tsunami successivo raggiunse i 15 metri di altezza ad Augusta. Le scosse di replica durarono tre anni. Siccome dal punto di vista costruttivo le cose non sono migliorate in tre secoli e la fragilità è semmai aumentata, un terremoto come quello, oggi, ucciderebbe forse 160 mila catanesi su 300 mila. Un’ecatombe generata non tanto dalle faglie del blocco siculo-ibleo (una microplacca incastrata nella collisione Africa-Europa) quanto dal fatto che solo il 5% delle costruzioni potrebbe reggere a un simile urto.

Per il resto tutta la dorsale appenninica è ad elevatissimo rischio sismico, come ci ricordano i terremoti di Avezzano (1915), L’Aquila (2009) e Irpinia (1930, 1962, 1980). A questi vanno aggiunti il Gargano e il Friuli: in pratica solo Sardegna e Murge sono immuni dai sismi. Neanche Roma può dirsi al sicuro e certo non è immune perché «vuota sotto». E ora registra danni sparsi. La capitale non ha una sismicità propria, ma risente dei terremoti vulcanici dei Castelli Romani e di quelli dell’Appennino, soprattutto quelli dell’Umbria-Marche, noti fino dal tempo dell’Impero. E le catacombe e le voragini non la salverebbero certo, vista la percentuale irrisoria di sottosuolo davvero «vuoto». Anche in questo caso i danni dipendono solo da come sono costruite le case, non tanto quelle antiche, visto che i monumenti hanno retto bene a 2 mila anni di risentimenti, ma soprattutto quelle costruite malissimo, quasi sempre in cemento armato, fra gli Anni 50 e gli Anni 80. E dipende da quanto non si è intervenuto in manutenzione o si è intervenuto male in ristrutturazione, eliminando tramezzi e indebolendo gli edifici.

Conta anche dove si è costruito: una gran parte della città poggia sui vecchi depositi fluviali del Tevere e dei suoi affluenti (come la Basilica di San Paolo, chiusa per il sisma, o quella di San Lorenzo), terreni in grado di amplificare le onde sismiche e produrre danni anche cospicui. Come si vede bene al Colosseo, dove una parte dell’anfiteatro mostra crolli nelle volte degli archi: è quella porzione che poggia sui sedimenti di un piccolo lago formato dal rio Labicano, oggi cancellato dalla via omonima. Il lago fu prosciugato da Nerone per seppellirvi i resti dell’incendio e rimase così una zona di debolezza geologica che amplificò il terremoto del 1349, producendo i danni che osserviamo ancora oggi. Cause e concause che mettono in crisi sismica l’intera Italia centrale.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati
COLLEGATE:
Terremoto 30 ottobre 2016

CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

vivicentro.it/opinione
vivicentro/Cinque terremoti in 67 giorni
lastampa/Senza fine MAURIZIO MOLINARI

vivicentro.it/l’esperto
vivicentro/La paura del sisma senza fine
lastampa/L’infinito contagio sismico che scuote l’Appennino MARIO TOZZI

Cinque terremoti in 67 giorni

0

Cinque terremoti in 67 giorni. L’ultimo, che ieri ha colpito cento comuni tra Umbria e Marche, ha seminato tra gli italiani la paura del sisma senza fine. Molti borghi, che avevano resistito alla scossa di agosto, ora sono disabitati. Gli sfollati in fuga dall’incubo sono centomila. I sindaci parlano di una «migrazione epocale».

Quello che sta accadendo sull’Appennino viene definito «contagio sismico», un fenomeno già osservato in Turchia e California, che produce danni a cascata.

Senza fine

L’Italia trema ancora: coinvolti 100 Comuni, il dramma degli sfollati. Interi paesi scomparsi

Cinque terremoti in 67 giorni hanno gettato una moltitudine di italiani nella paura del sisma senza fine. La nostra è un’antica e orgogliosa nazione, composta da gente che lavora duro e famiglie che si sacrificano per i figli: più volte siamo stati colpiti dai sismi e abbiamo sempre saputo reagire. Ma questa sfida è diversa da quelle già attraversate: la ripetizione a breve distanza di tempo di scosse superiori ad una magnitudo 5, 6 e oltre, a volte causate da faglie distinte, fa percepire a milioni di concittadini da Amatrice a Norcia, da Bologna a Roma, la paura di essere nella morsa di un terremoto ininterrotto. Dentro un tunnel di scosse destinato a durare. È un orizzonte di paura che va oltre il bilancio di vittime e danni perché rende difficile parlare di ricostruzione e paventa il rischio di esodi di massa da vaste regioni dell’Italia Centrale. Per questo i nostri concittadini che vivono in questa situazione senza precedenti devono sapere che noi tutti, l’Italia intera, è con loro. Quali saranno le loro sofferenze e indipendentemente da quanto tempo servirà per superarle, saremo al loro fianco. Raccontando le loro storie come se fossero le nostre. Chiedendo a governo e autorità locali di occuparsi dei loro figli e dei loro anziani come se fossero i nostri. Esigendo dalla protezione soccorsi e aiuti come se fossero per noi. Salvando i loro sogni di prosperità e successo come se fossero i nostri. Perché è proprio quando una nazione viene ferita in ciò che ha di più caro che può trovare dentro se stessa la forza per essere più unita, riuscendo a superare le sfide più ardue.

BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Licenza Creative Commons
Alcuni diritti riservati

COLLEGATE:

Basilica di San Benedetto a Norcia ridotta in polvere
CULTURA

TERREMOTO: Il cuore dell’Italia ridotto in polvere

Di quei capolavori che rendono unica l’Italia non è rimasto nulla Il bilancio di una manciata di secondi di scossa di terremoto è un miliardo di euro…

Terremoto 30 ottobre 2016

CRONACA

TERREMOTO, fortissima scossa in Centro Italia e Campania: magnitudo 7.1

Alle 7.40 nuova fortissima scossa di terremoto in Centro Italia e alle  7.41 la terra trema per lunghi secondi anche nel Napoletano. L’epicentro nelle…

vivicentro.it/opinione
vivicentro/Cinque terremoti in 67 giorni
lastampa/Senza fine MAURIZIO MOLINARI

Al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio è in scena “Camille”

0
Eventi in programmazione al Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio con la Compagnia del Gaio Sapere

Guidonia Montecelio – Il 6 novembre ha inizio la stagione teatrale al  Piccolo Teatro dei Sassi di Montecelio con il dramma “Camille“, atto teatrale scritto e diretto da Sergio Fedeli, dedicato alla complessa figura della scultrice Camille Claudel (1864-1943).

Gli spettacoli in programmazione a novembre sono:

il 6-9-13-16-20-23-27-30 novembre

feriali ore 20.45, festivi ore 18.30

A dicembre sarà in scena “Giacomo Leopardi, l’infinita vanità del tutto”, rapsodi Mario Fedeli, Daniele Fedeli.

Programmazione spettacoli dicembre:

4-11-18 dicembre, ore 18.30

A Dicembre, nel giorno di Natale, è in programmazione “Un rapsodo alcolizzato tutto per voi (a tutti quelli che vengono al mondo)”. Mario Fedeli legge quel che volete a patto che non sia monnezza

25 dicembre ore 18,30

L’ingresso per ognuno dei primi tre eventi è fissato a € 10
(€ 27 in abbonamento 3 spettacoli / € 18 in abbonamento 2 spettacoli).

Il quarto evento è gratuito per gli abbonati.

Per prenotazioni e abbonamenti:

SEGRETERIA DEL PICCOLO TEATRO DEI SASSI

3297470203 – 3405012480

NOTE: La Compagnia del Gaio Sapere

La Compagnia del Gaio Sapere ha al suo attivo anche uno spettacolo per ragazzi dal titolo Trallallerollallé, il drago, il gigante e il piccolo re scritto da Elena Lomuscio e Sergio Fedeli. Lo spettacolo, che ha riscosso un grande successo dai ragazzi e il plauso degli insegnanti delle scuole dove è stato rappresentato, può essere messo in scena in qualsiasi spazio e per qualsiasi numero di spettatori. E’ interpretato da Silvia Di Dio e Sergio Fedeli.

Lavorano e hanno lavorato nella Compagnia: Daniele Fedeli, Leonilda Zunico, Davide Saliva, Giulia Massini, Fiorella Rendine, Salvatore Tosto, Morena Valentini, Sergio Fedeli, Stefania Fantocchi, Gabriella Pisani, Diego Filo di Montesilvano Muller, Marco Temperini, Andrea Di Giovannantonio, Silvia Di Dio, Valter Cara, Marta Colatei, Emanuela Facchini, Rita Paciotti, Gianfranco D’alessandro

https://www.piccoloteatrodeisassi.it/compagnia-del-gaio-sapere/

Maria D’Auria

copyright-vivicentro

 

F1 Messico: Hamilton trionfa, poi Rosberg e terzo Vettel

0

F1 Città del Messico – Gli ultimi giri della gara sono stati emozionanti, bella battaglia tra Verstappen e Vettel per la conquista della terza posizione.

La vittoria di Hamilton riapre il mondiale, il suo gap da Rosberg è ora ridotto a soli 19 punti. Il tedesco suo compagno di squadra ha però limitato i danni rimanendo in seconda posizione. La terza posizione è stata a lungo contesa tra Verstappen e Vettel. Il pilota della Red Bull ha ostacolato il ferrarista nel sorpasso. Morale della favola, Verstappen arriva al traguardo in terza posizione per poi ricevere una penalità di 5 secondi che assegnano a Vettel il podio. Podio meritatissimo quello di Sebastian che ha messo in atto una grande rimonta.

Il circuito del Messico ha visto partecipi 150mila spettatori, si tratta sicuramente di una delle gare più entusiasmanti del campionato.

Hamilton ha condotto una gara magistrale, ha preso il comando mantenendo la prima posizione fino alla fine, con quella di oggi ha conquistato la 51ma vittoria al pari di Alain Prost, leggenda della F1.

Vettel ha portato a termine una bellissima gara, dopo essere partito dalla 7ma posizione è stato costretto a tenere il passo di Massa per circa 20 giri, che l’ha notevolmente rallentato. Dopo il sorpasso finalmente ha dato il meglio di se. E’ riuscito ad ottenere un grande rendimento dagli pneumatici con striscia gialla e ritardare la sosta fino al 32mo giro. E per fare questa ha conquistato in successione giri velocissimi che lo hanno portato nelle prime posizioni, in duello con Verstappen e Ricciardo. Durante la corsa al podio, Vettel è stato anche speronato da un pneumatico di Ricciardo, che nonostante l’irruenza non è riuscito a sorpassare il tedesco. Vettel ha chiuso in quarta posizione per poi scoprire dopo pochi minuti della penalità data a Verstappen.

Raikkonen ha chiuso in sesta posizione, in confronto a Vettel però ha avuto problemi con il degrado degli pneumatici che lo hanno costretto ad una sosta in più. Di sicuro, se le Ferrari avessero evitato le disastrose qualifiche del terzo stint, i piazzamenti di oggi si sarebbero rivelati migliori, a partire dalla seconda posizione.

Lo spettacolo è rimandato alla prossima gara, in Brasile, penultima del mondiale. Hamilton ha lasciato intendere, con la vittoria di oggi, che non ha nessuna intenzione di cedere e che la lotta al mondiale è sempre aperta.

Rosberg deve stare attento ad amministrare il vantaggio dei 19 punti senza sbagliare nulla, il minimo errore potrebbe essere fatale.

L’ottava e nona posizione sono andate a Bottas e Massa piloti delle Williams. Decimo posto per Perez con la Force India.

APPUNTAMENTO IL 13 NOVEMBRE PER IL GP DEL BRASILE

Ordine d’arrivo
1 L.HAMILTON
2 N.ROSBERG
3 S.VETTEL
4 D.RICCIARDO
5 M.VERSTAPPEN
6 K.RAIKKONEN
7 N.HULKENBERG
8 V.BOTTAS
9 F.MASSA
10 S.PEREZ
11 M.ERICSSON
12 J.BUTTON
13 F.ALONSO
14 J.PALMER
15 F.NASR
16 C.SAINZ
17 K.MAGNUSSEN
18 D.KVYAT
19 E.GUTIERREZ
20 R.GROSJEAN
21 E.OCON

Fasti d’Autunno: a Monterotondo torna la storica manifestazione rinascimentale

La storica manifestazione “Fasti d’Autunno” organizzata dall’Associazione Culturale “Clarice Orsini”, torna a Monterotondo dal 29 ottobre al 5 novembre

Un tema di grande attualità televisiva, in quest’ultimo periodo, è la storia dei Medici. ViViCentro segnala la XIX edizione dei “Fasti d’Autunno”, una manifestazione rinascimentale organizzata a Monterotondo dall’Associazione Culturale “Clarice Orsini”, che avrà luogo dal 29 ottobre al 5 novembre e sarà incentrata sulle nozze tra Clarice Orsini e Lorenzo de’ Medici avvenuto per procura nel 1468 proprio a Monterotondo, allora feudo degli Orsini.

Comunicato Stampa

Da sabato 29 ottobre a sabato 5 novembre 2016 si terrà  a Monterotondo la XIX edizione della manifestazione rinascimentale Fasti d’Autunno, rievocazione storica ambientata alla corte della nobile famiglia Orsini a cavallo tra il XV ed il XVI secolo.

La manifestazione rinascimentale “Fasti d’Autunno” è organizzata dalla locale Associazione Clarice Orsini, organizzazione di volontariato con finalità  di carattere sociale, civile e culturale volte allo studio e alla divulgazione della cultura del Rinascimento (www.clariceorsini.it).

L’originale manifestazione, che si tiene con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Monterotondo, fa rivivere ogni anno un pezzo di storia della Monterotondo rinascimentale, di quando il potere della città era tenuto appunto dalla famiglia Orsini.

Nei due giorni iniziali dell’evento, infatti, la città  rivivrà  le atmosfere della Nuova Età  attraverso la rievocazione in costume d’epoca di alcuni momenti storici. Questa edizione in particolare sarà  incentrata sul matrimonio tra Clarice Orsini e Lorenzo de’ Medici avvenuto per procura a Monterotondo nel 1468. Si tratta di un vero e proprio viaggio nel tempo alla riscoperta della vita, delle abitudini, degli usi e dei costumi tipici del periodo rinascimentale.

Ricco il programma della settimana, che prevede: cortei storici (200 figuranti sfileranno per le vie della città  ed animeranno la cittadella storica), teatro “Il mercante di Venezia” liberamente tratto dall’opera di Shakespeare (per info e prenotazioni: 3355735968 oppure 3291877224) e un concerto di musica medievale e rinascimentale “Viva Bacco e Viva Amore!”.

Arricchiscono il vasto programma danze, esibizioni di cori polifonici, musici, artisti di strada, sbandieratori, scacchi viventi e tornei di scacchi, ricostruzioni di botteghe d’epoca e spettacoli con rinomati gruppi storici italiani.

Associazione Culturale “Clarice Orsini”-  Organizzazione di volontariato per lo studio e la divulgazione della cultura del Rinascimento

PROGRAMMA

Per tutta la durata della manifestazione sono previsti stand gastronomici di degustazione di prodotti locali nonché l’apertura di caratteristiche botteghe del tempo

Sabato 29 ottobre

Nelle sale di Palazzo Orsini cena filologica del periodo rappresentato con un menù tipico rinascimentale in ricordo dei fastosi banchetti che si usava organizzare in occasione delle feste. Prenotazione obbligatoria al 333 8924041

Domenica 30

dalle 16,00 alle 19,00 apertura gratuita al pubblico di Palazzo Orsini, che custodisce le splendide sale affrescate (opera tra gli altri di Paul Brill, Girolamo Siciolante da Sermoneta e dei fratelli Zuccari). La visita sarà effettuata da esperti in costume rinascimentale

Info: tel. 3404755041

Il Direttore Artistico Riccardo DI GIOVANNANDREA

copyright-vivicentro