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Roma, accolto ricorso avverso la squalifica di Strootman. L’olandese ci sarà contro Milan e Juve

NOTIZIE AS ROMA – Si è risolta positivamente per i giallorossi la grana legata alla squalifica di Kevin Strootman. Dopo l’audizione di stamani a Via Campania, alla presenza del giocatore, del dg Baldissoni e dell’avvocato Conte, la Corte d’Appello Federale ha accolto il reclamo d’urgenza presentato dalla società giallorossa tramite questo comunicato ufficiale:
“La Società A.S. Roma ha proposto reclamo avverso la decisione del Giudice Sportivo, pubblicata sul C.U. del 6.12.2016, n. 92, con la quale è stato sanzionato il calciatore della predetta Società, Kevin Johannes Strootman, con la squalifica per due giornate effettive di gara, in applicazione dell’art. 35.1.3, penultimo c.p.v., C.G.S., in base al quale costituisce condotta gravemente antisportiva, ai fini dell’applicazione della Prova Televisiva, “l’evidente simulazione che determina l’espulsione diretta del calciatore avversario”. A sostegno del reclamo, la Società A.S. Roma ha dedotto, tra gli altri, i seguenti motivi. In primo luogo, la ricorrente ha dedotto l’inammissibilità, nella specie, della procedura ex art.35.1.3 C.G.S. (Prova televisiva). Secondo la stessa, infatti, per avere legittimo ingresso, la prova televisiva, “deve aversi: 1) uno dei casi previsti dalla norma (condotta violenta o gravemente antisportiva o uso di espressione blasfema); 2) che non sia stato visto dall’arbitro, che non ha potuto prendere decisioni al riguardo; 3) l’invio della segnalazione della Procura entro le ore 16”. Sostiene, la ricorrente, che nella fattispecie difetta, alla radice, il requisito n. 2). La ricorrente impugna il provvedimento del Giudice Sportivo anche per inapplicabilità dell’art. 35, per carenza dei requisiti previsti dal comma 1.3 n. 2), nonché per irritualità della procedura ed infondatezza della sanzione.
Al riguardo, la reclamante sostiene che non è possibile introdurre “un margine di interpretazione” del fatto accaduto e visto dal Direttore di Gara; in altre parole, secondo la difesa della ricorrente, gli Organi di Giustizia Sportiva non hanno il potere di rivalutare la portata di un evento refertato dal Direttore di Gara. Alla riunione del 9.12.2016, è presente, per la Società ricorrente, l’Avv. Conte, unitamente al Direttore Generale della Società, Mauro Baldissoni, ed al calciatore, Kevin Johannes Strootman; per la Procura Federale, è presente l’Avv. Perugini. Preliminarmente, questa Corte ritiene di potere prescindere dall’esame del motivo attinente alle modalità con cui la Procura Federale ha provveduto alla segnalazione di cui all’art. 35.1.3., in quanto irrilevante ai fini della presente decisione.
Nel merito, questa Corte, esaminati gli atti, intende precisare che, in linea di principio, in tutti i casi di condotta simulatoria l’arbitro vede il fatto ma non percepisce, invece, la simulazione; in altre parole, quando l’art. 35.1.3. parla di “fatti…. non visti dall’arbitro che, di conseguenza, non ha potuto prendere decisioni al riguardo” si riferisce, con riferimento alle condotte simulatorie, alla simulazione stessa e non all’evento. Pertanto, in linea astratta, il mezzo della Prova Televisiva è sempre ammissibile laddove l’arbitro abbia visto un determinato fatto ma non abbia percepito la simulazione. Tuttavia, la norma federale in questione pretende che la simulazione abbia il carattere dell’evidenza, nel senso che la condotta simulatoria del calciatore non sia stata, in alcun modo, determinata dal comportamento di un avversario. Nel caso che ci occupa, non può, invece, escludersi che sulla caduta a terra del calciatore Strootman abbia inciso la condotta del calciatore Cataldi consistita nella trattenuta della maglia del primo, comportamento, quest’ultimo, valutato dal Giudice Sportivo come “uno dei presupposti comunque incidenti che hanno portato l’arbitro ad adottare il provvedimento di espulsione del Cataldi”. Peraltro, come correttamente evidenziato dalla Società ricorrente, questa Corte non può entrare nel merito della sussistenza del rapporto tra causa ed effetto in un determinato episodio simulatorio.
La C.S.A. accoglie il ricorso con richiesta di procedimento d’urgenza, ex art. 36 bis comma 7 C.G.S., come sopra proposto dalla società AS ROMA SPA di Roma. Dispone restituirsi la tassa reclamo”.

Giustizia è fatta, verrebbe da dire, e Strootman sarà a disposizione di mister Spaletti per le due cruciali sfide contro Milan e Juventus.
Intanto, dopo l’inutile e noioso pareggio maturato ieri sera a Bucarest sul mal ridotto campo dell’Astra Giurgiu, la Roma è tornata ad allenarsi a Trigoria in vista del match di lunedì sera. La buona notizia è che Perotti, alle prese con qualche problema muscolare nei giorni scorsi, ha lavorato con il gruppo.  Lavoro individuale solo per il lungodegente Florenzi, per Paredes (afflitto da un trauma distorsivo alla caviglia) e Salah, il quale le sta tentando tutte per recuperare dalla sua lesione muscolare ed essere a disposizione già per la trasferta dello Juventus Stadium.

Immagine: giallorossi.net

Claudia Demenica

11 dicembre ad Angri, Carlo Ametrano presenta “Ayrton per sempre nel cuore”

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Carlo Ametrano riprende la sua attività per ricordare Ayrton Senna

Dopo una breve pausa dai suoi innumerevoli impegni, un’entusiasta Carlo Ametrano, ci fa sapere i suoi prossimi impegni come Presidente del club di Castellammare di Stabia che da sempre “cura” la memoria di Ayrton Senna, campione brasiliano di Formula Uno.

I suoi impegni “natalizi” iniziano con la partecipazione alla manifestazione organizzata dal suo amico Luca Carpinelli presso  il mini autodromo Carmine Raiola di Angri.

La manifestazione sarà incentrata sulla memoria storica di Ayrton Senna, per l’occasione Carlo presenterà il suo primo progetto editoriale ad un anno dalla sua pubblicazione (4 novembre 2015) al pubblico salernitano. La manifestazione sarà ripresa e trasmessa dall’emittente televisiva locale Antenna Tre TV.

Carlo felice di partecipare ringrazia ovviamente Luca Carpinelli per l’invito e per aver pensato a lui per ricordare il campione Paulista.

Allora appuntamento domenica 11 dicembre dalle ore 12 al Miniautrodomo Carmine Raiola di Angri (Sa) per la Gara di Campionato di Kart e per ascoltare la storia, la vita e le gare del Campione Brasiliano raccontate sapientemente da Carlo Ametrano.

Leandrinho-Napoli, affare in dirittura d’ arrivo: i dettagli

Un nuovo rinforzo per il Napoli. Dal Ponte Preta il classe 98 Leandrinho. Gli avvocati dei due club – lo riporta  TuttoMercatoWeb – sono in contatto per limare e definire l’operazione. Il giocatore intanto si trova a Napoli in un hotel a Castelvolturno – non legato alla società azzurra – e si allena per mantenersi in forma. Entro i prossimi giorni gli avvocati risolveranno le ultime formalità burocratiche. Poi Leandrinho firmerà un contratto di cinque anni. E al Ponte Preta andranno 500.000 euro, l’indennizzo di formazione previsto dagli accordi. Leandrinho al Napoli, affare fatto. E il Ponte Preta incassa mezzo milione di euro…

 

Da tuttomercatoweb.com

David Lopez: “Napoli esperienza fantastica, sarò sempre un tifoso azzurro”

David Lopez, ex centrocampista del Napoli, ha parlato ai microfoni di ‘Radio Goal’ in onda su Radio Kiss Kiss. Ecco quanto evidenziato:

 
Higuain alla Juventus? E’ stato molto strano, una cosa difficile da immaginare. L’ infortunio di Milim è stato davvero un peccato. Il Napoli sta comunque dimostrando di poter fare bene anche senza di lui. Gabbiadini, Mertens e gli altri possono fare grandi cose.
Real Madrid agli ottavi? Il Napoli ha disputato un grande girone di Champions, sarebbe una bella partita. Il Real è tra le migliori squadre d’ Europa, con grandissimi calciatori. Sono sempre in contatto con Reina e Callejon, lo spogliatoio è molto unito. Il Napoli è ancora in lotta per tutte e tre le competizioni e ne sono contento. Napoli è stata un’esperienza fantastica, i tifosi mi hanno dimostrato enorme affetto. Porterò sempre questa esperienza nel mio cuore”.

Fontana: ”Akragas squadra pericolosa. Lavoriamo per migliorare” VIDEO

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Per la consueta conferenza stampa della vigilia del match di domani alle ore 14.30 al Menti tra Juve Stabia e Akragas, si è presentato in sala stampa il tecnico delle vespe Gaetano Fontana.

Ecco le sue dichiarazioni:

“Dobbiamo lavorare su quello che ci dice il campo. Il campo, ad Andria, ci ha detto che sbagliamo in alcune cose e noi lavoreremo su di esse. Può capitare di scivolare e non bisogna attaccare Liotti. Abbiamo peccato di concentrazione e lo abbiamo pagato, non deve capitare più. Liotti sta giocando a causa dell’infortunio di Liviero e bisogna ringraziarlo per l’impegno, sta giocando più di quanto era previsto. Capita a tutti di sbagliare, l’importante è lavorarci e superare questi errori.

I calci da fermo sono uno dei nostri difetti, dobbiamo alzare la concentrazione in quelle occasioni, sono episodi che ti permettono di vincere o perdere una partita. Dobbiamo sicuramente migliorare su questo aspetto.

Infortuni?

La situazione sta peggiorando, abbiamo altri assenti ma sono sicuro che chi ha giocato meno ci darà una mano. La rosa è ampia e mi aspetto tanto da tutti i miei giocatori. Qualcuno avrà la possibilità di farsi vedere in queste gare, è un’occasione d’oro per tanti.

Calo fisico?

Teniamo sotto controllo gli atleti, questa cosa la escludo totalmente. La causa della sconfitta è stata giocare il calcio che volevano loro discostandoci dalla nostra idea di gioco. Abbiamo parlato e lavorato di questa cosa.

Akragas?

Ha fatto grandi cose contro le big e ci aspettiamo una gara molto difficile contro una squadra ostica.

Zibert?

Ha la possibilità di giocare, sto facendo delle valutazioni insieme allo staff, decideremo all’ultimo minuto per evitare problemi. Zibert sa di avere la possibilità di farsi rivedere e non deve bruciare le possibilità che gli concederò. Per me ha un grande potenziale e sono sicuro che, con il lavoro, ci aiuterà.

Per domani mi aspetto grinta, cattiverà ed entusiasmo da parte dei miei ragazzi. Domani dobbiamo entrare in campo con la voglia di vincere dal primo all’ultimo secondo. Non importa il risultato ma la volontà e la prestazione.

Tifosi?

Dopo una sconfitta può subentrare paura e scetticismo ma così non si va avanti. Bisogna guardare avanti e superare le battute d’arresto e i passi falsi.”

copyright-vivicentro

 

 

 

L’Akragas non ha mai vinto a Castellammare. Tutti i precedenti

Da quasi sessant’anni i siciliani non raccolgono punti a Castellammare

Juve Stabia e Akragas, si sono affrontate in gare di campionato cinque volte, due al “vecchio” campo “San Marco” e tre al “nuovo Romeo Menti” di Castellammare di Stabia, un solo pari per i siciliani , poi sempre sconfitti. Vediamo nei dettagli tutti i precedenti:

– 1957 / 1958 – Campionato Nazionale di Serie D girone ‘ H ‘

6° giornata di ritorno: JUVE STABIA – AKRAGAS 1 – 1 la rete stabiese portò la firma dell’ala destra BOCCHINI.

– 1978 / 1979 – Campionato Nazionale serie D girone ‘ F ‘

16° giornata d’andata: JUVE STABIA – AKRAGAS 1 – 0 gol vittoria dei gialloblù dell’attaccante Marco FAZZI su calcio di rigore.

Marcello Prima
Marcello PRIMA

– 1985 / 1986 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ D ‘

20 ottobre 1985 – 5° giornata d’andata: JUVE STABIA – AKRAGAS 3 – 1 le vespe punsero con una doppietta del goleador Marcello PRIMA e con una rete dell’ala sinistra Luca GRANUCCI, la rete siciliana fu opera di Colucci.

– 1992 / 1993 – Campionato Nazionale di Serie C2 girone ‘ B ‘

22 novembre 1992 – 10° giornata d’andata: JUVE STABIA – AKRAGAS 3 – 1 (arbitro Emilio Innocente di Udine) vespe in vantaggio al minuto ventitré del primo tempo con capitan Nino MUSELLA, dopo dodici minuti per i siciliani pareggiarono con Guarino;

Gaetano MUSELLA
Nino MUSELLA

nella ripresa, a quindici e a cinque dalla fine andarono in gol il bomber Giorgio LUNERTI e nuovamente Nino MUSELLA.

– 2015 / 2016 – Campionato Nazionale di Lega Pro girone ‘ C ‘

6 marzo 2016 – 8° giornata di ritorno: JUVE STABIA – AKRAGAS 3 – 1 (arbitro Alessandro Chindemi di Viterbo) nel primo tempo Di Piazza portò in vantaggio i siciliani che furono raggiunti all’ultimo minuto dalla rete di Francesco LISI. Nella ripresa, rispettivamente ad inizio e fine, completarono la remuntada Stefano DEL SANTE e Francesco NICASTRO.

Giovanni Matrone

Marocco, l’Islam contro la Jihad

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In Marocco gli esperti di scienze religiose (gli ulema) stanno lavorando per contrastare l’ideologia dello Stato Islamico e indebolirla con la diffusione dell’Islam tradizionale, moderato e istituzionalizzato. Per battere l’estremismo assumono un ruolo fondamentale i quaderni religiosi e la riforma dei testi scolastici.

Così il Marocco usa l’Islam per combattere la jihad

Quaderni religiosi e riforma dei testi scolastici contro l’estremismo

Contrastare l’ideologia dello Stato islamico, indebolirla con la diffusione dell’Islam tradizionale, quello di casa, moderato e istituzionalizzato. Questo in Marocco è l’obiettivo degli ulema – esperti di scienze religiose – vicini al re Mohammed VI.

Questi teologi costruiscono ed esportano, verso l’Africa e verso l’Europa, un tipo particolare di soft power: quello religioso.

L’ultima di una serie di iniziative è stata presentata a novembre dalla Rabita Mohammadia, importante organizzazione di ulema in Marocco, sostenuta dal sovrano: una collana di «quaderni scientifici», pubblicata sul sito della Rabita. Guerra santa, dal Califfato allo Stato, la tassa imposta in passato nelle terre d’Islam ai non musulmani sono alcuni temi trattati, che mirano a decostruire l’uso strumentale che gli estremisti islamici fanno di questi concetti per giustificare violenze. In ritardo sull’inizio delle lezioni sono inoltre arrivati tra i banchi i manuali revisionati di educazione religiosa per le scuole pubbliche. Per lungo tempo nel Paese si è dibattuto su una riforma di questi testi, ora corretti con l’eliminazione dei passi considerati più «radicali» (anche se per molti laici si tratta di emendamenti «cosmetici»).

Il re Mohammed VI, che rivendica un legame diretto con il Profeta Maometto ed è definito Amir al-Mu’minin, guida dei fedeli, ha investito in una strategia che integri sicurezza ed educazione, con il tentativo di rafforzare un Islam tradizionale e moderato dopo gli attentati che a Casablanca causarono nel 2003 la morte di 45 persone.

Il 21 agosto, il re ha tenuto un discorso stranamente poco valorizzato da quelle autorità europee alla costante ricerca di un «interlocutore musulmano moderato». Si è rivolto ai 5 milioni di marocchini della diaspora, chiedendo loro «davanti alla proliferazione dell’oscurantismo diffuso in nome della religione» di restare attaccati alle «proprie tradizioni secolari e ai valori della loro religione», nella forma dell’Islam di casa propria.

La stesura dei «quaderni scientifici» e la riforma dei manuali scolastici sono state supervisionate da Ahmad Abbadi, segretario generale della Rabita Mohammadia, che ha parlato di un «approccio integrato» tra sicurezza ed educazione. In Marocco, lo chiamano «Signor Interreligione», perché faccia del soft power religioso in patria e all’estero. E non è un caso che sia stata proprio la rivista francofona «Jeune Afrique» a dedicargli un ritratto, presentandolo come «il predicatore di Mohammed VI». È infatti anche grazie all’opera di Abbadi che il re ha fatto della religione uno degli elementi fondativi della diplomazia del Marocco nel mondo, soprattutto in Africa, ma anche in Europa. Rabat punta al ritorno nell’Unione africana, abbandonata nel 1984 dopo la proclamazione da parte del Fronte Polisario dell’indipendenza della Repubblica Sahrawi. L’Islam moderato è diventato un brand da esportare per il regno, dove si parla sui media di «Islam del giusto mezzo».

Il re, dopo aver inaugurato nel 2015 l’Istituto Mohammed VI per la formazione degli imam – vi studiano anche imam europei – ha creato nel 2016 la Fondazione degli ulema africani. Sono già un centinaio per esempio gli studenti arrivati in Marocco dal Mali, Stato dell’Africa occidentale con un radicato problema di fondamentalismo, e in cui la presenza di estremisti islamici non è stata debellata neppure attraverso la presenza militare francese. Negli ultimi mesi, Mohammed VI ha viaggiato in Rwanda, Tanzania, Senegal, Etiopia, Nigeria. In zone musulmane come Zanzibar non è arrivato accompagnato solo da uomini d’affari e investitori marocchini, ma anche con 10 mila copie del Corano come dono per le autorità locali (è accaduto anche in Nigeria). A Dar es-Salaam, in Tanzania, ha posto la prima pietra di una moschea che prenderà il suo nome.

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lastampa/Così il Marocco usa l’Islam per combattere la jihad ROLLA SCOLARI

Bayern, Rummenigge: “Sorteggi Champions? Il Napoli è una buona squadra”

Le sue parole

Karl-Heinz Rummenigge, CEO del Bayern Monaco, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport in vista del sorteggio degli ottavi di Champions League. Vi proponiamo uno stralcio.

Juve e Napoli sono prime, come giudica un possibile viaggio in Italia?

“Non è da escludere, il Napoli è una buona squadra, non va proprio sottovalutata, e con la Juve abbiamo avuto già molte esperienze nel passato, sia positive che negative. Nell’edizione scorsa abbiamo segnato il 2-2 al 91’ altrimenti eravamo fuori, sappiamo che la Juve è forte”.

Fra le squadre da evitare negli ottavi mette anche le italiane?

“Non c’entra chi prendi, adesso comincia la vera Champions. Per club come noi, la Juventus, il Barcellona, il Real Madrid la qualificazione è un obbligo. Adesso arriva il difficile”.

Novità Rog, Sarri potrebbe schierarlo dal 1′ col Cagliari

Novità Rog, Sarri potrebbe schierarlo dal 1′ col Cagliari

Marko Rog inizia a macinare minuti con la maglia del Napoli: dopo il debutto assoluto contro l’Inter, e quello in Champions League contro il Benfica, adesso potrebbe esserci una novità assoluta per il centrocampista croato arrivato al termine del mercato estivo dalla Dinamo Zagabria. Secondo La Gazzetta dello Sport, infatti, in funzione di un eventuale turnover contro il Cagliari “non è escluso che Sarri possa schierarlo dal primo minuto. Si tratterebbe di una novità assoluta, che permetterebbe al ragazzo di migliorare ancor di più la sua fase di apprendimento tattico“. Nel poco tempo in cui è stato in campo, comunque, Rog ha dimostrato di avere qualità importanti, sia sul piano tecnico che caratteriale“.

Casi Tonelli e Maksimovic? Sarri non vuole fare esperimenti

Lo riporta Il Roma

Lo guarda compiaciuto, il suo Napoli, Aurelio De Laurentiis. Il presidente, che ha sempre avuto l’intenzione di riscrivere la storia della società, ha ottenuto un altro traguardo importante. Mai, infatti, gli azzurri erano arrivati primi in un girone di Champions League. La squadra, inoltre, è come l’ha sempre voluta. Niente star internazionale, ma soltanto ottimi giocatori sapientemente gestiti da un allenatore-educatore di calcio.

Una rosa di calciatori esperti, in cui si collocano man mano tante giovani promesse. De Laurentiis ha voluto fondare su di loro il nuovo corso del Napoli, il primo anno dopo Higuain. Una scelta, questa, che può pagare dividendi in futuro, tra chi s’innamora della città e resta o chi decide di andare altrove, portando entrate importanti alle casse societarie. Per i prossimi anni, il presidente è assicurato.

A sostituire il Pipita, è arrivato dall’Ajax Arkadiusz Milik. Ventidue anni e non sentirli, per l’attaccante polacco, che subito ha conquistato i napoletani con i gol e quel temperamento mite. L’infortunio lo terrà fuori fino a metà febbraio, ma al suo rientro potrà riprendere il suo posto nel tridente di Maurizio Sarri. E’ il centrocampo, tuttavia, il reparto più promettente in questo senso.

Amadou Diawara, a soli 19 anni, ha saputo imporsi nelle gerarchie del tecnico, scalzando Jorginho. L’italo-brasiliano pareva tra gli inamovibili nell’undici titolare, per la sua regia essenziale ma rapida. All’ex Bologna è bastato qualche mese per allinearsi con i dettami dell’allenatore e salire di grado. Da smussare ancora qualche lato del carattere, che spesso lo porta a cercare impulsivamente giocate rischiose, ma il tempo è sicuramente dalla parte del Napoli.

La maturità in campo, invece, è proprio uno degli aspetti più sorprendenti di Piotr Zielinski. Con già due stagioni di Serie A, tra Empoli e Udinese, il polacco è stato il primo tra i nuovi arrivi a centrocampo a guadagnare la fiducia dell’allenatore. Intelligente in campo, dotato anche di un buon tiro dalla distanza, permette a Sarri di variare la chiave tattica della gara a seconda dell’avversario che ha di fronte.

Ancora tutto da scoprire è il potenziale di Marko Rog. Il centrocampista croato ha trovato contro l’Inter e il Benfica i primi minuti della sua stagione, che fino a quel momento era stata indecifrabile. Se l’adattamento si concretizzerà in breve tempo, presto il tecnico potrà affidarsi totalmente anche a lui, mediano con l’attitudine al gol.

In difesa, invece, esperimenti ne vuol fare pochi, l’allenatore. Gli acquisti sono stati Tonelli e Maksimovic, due giocatori che vivono il campionato italiano da diverse stagioni e che hanno superato i 25 anni. Entrambi, peraltro, non sembrano avere la massima considerazione da parte di Sarri.

Stabia, Liceo Plinio: docenti respingono il tentativo di occupazione, vicepreside in Ospedale

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Questa mattina, davanti ai portoni del liceo classico ‘Plinio Seniore’ di Castellammare di Stabia (Napoli), gli studenti, che in maggioranza avevano firmato a favore della protesta, hanno trovato ad attenderli gli insegnanti che hanno formato un cordone per impedire ai ragazzi di occupare l’istituto.

Ne è sfociato in un corpo a corpo tra professori e studenti con un pigia pigia a seguito del quale la professoressa Giovanna Domestico, vicepreside dell’istituto, è caduta riportando lesioni che l’hanno costretta a recarsi al pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo.

Alcune ragazze affermano di essere state tirate per i capelli. Sul posto sono giunti carabinieri e polizia.

Gli studenti del ‘Plinio Seniore’ lamentano di essere costretti a fare lezione nella palestra e a fare i turni a causa della scarsità delle aule

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Pavoletti-Napoli, Preziosi vuole solo Zapata

Pavoletti-Napoli, Preziosi vuole solo Zapata

Leonardo Pavoletti ormai sembra destinato al Napoli, secondo La Repubblica: andrebbe a guadagnare circa il doppio rispetto a quanto prende attualmente al Genoa, il problema è tuttavia un altro, ovvero la contropartita tecnica. Il Genoa valuta il calciatore 20 milioni di euro, ed il Napoli vorrebbe inserire un calciatore nell’affare: non sarà Lorenzo Tonelli e non sarà Omar El Kaddouri, perchè “il Genoa ha rilanciato chiedendo espressamente che nella trattativa venga inserito Zapata“.

Draghi acquisterà ancora titoli di Stato: la Germania si lamenta

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Dai conti pubblici, alle banche passando per famiglie e imprese: Alessandro Barbera spiega quali saranno gli effetti del provvedimento di Draghi.

Con il piano di Draghi l’Italia ci guadagna, la Germania si lamenta

Forte risparmio sulle spese per interessi nel Sud Europa. Eppure il massimo vantaggio (28 miliardi) è per Berlino

FRANCOFORTE – Stilare una classifica di chi guadagnerà di più dal proseguimento del piano straordinario di acquisti della Banca centrale europea è un’operazione di sicuro successo, e una delle questioni più dibattute in Germania. Negli ambienti conservatori tedeschi non si perde giorno per lamentare che il programma è un regalo ai Paesi indebitati e spendaccioni come l’Italia, la Spagna o il Portogallo. In realtà se c’è qualcuno che ha risparmiato enormi quantità di interessi sul debito pubblico nell’ultimo anno e mezzo è proprio Berlino. Nella recente visita al Bundestag è stato proprio Draghi a quantificare quel numero: 28 miliardi di euro nel solo 2015. È questa la ragione per la quale, a dispetto dei reiterati no del collega della Bundesbank Weidmann, Draghi ha avuto il via della Merkel a nove mesi aggiuntivi, seppure ad un ritmo lievemente più basso: 60 miliardi al mese invece di 80. È possibile che nel corso del 2017 lo spread fra Btp e Bund ne risenta un po’, ma come dimostra la lieve oscillazione ieri sul mercato, si tradurrà probabilmente in una differenza di pochi punti base. I vantaggi sostanziali del piano restano intatti.

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Famiglie e imprese: i mutui e gli altri prestiti sono più convenienti  

Famiglie e imprese sono quelle che si avvantaggiano di più delle politiche espansive. Le famiglie pagano interessi più bassi per i mutui e prestiti personali, le imprese per finanziare qualunque iniziativa. A lato del piano di acquisti (che da qualche mese è previsto anche per i titoli delle grandi aziende) vengono proposti alle banche anche programmi straordinari di acquisto di liquidità, detti “Tltro”, a tassi vantaggiosi: in questo modo gli istituti sono spinti a offrire più prestiti. I tassi oggi sono a livelli così bassi da aver ridotto al minimo la distanza fra tasso fisso e variabile. Facciamo un banale esempio: per finanziare centomila euro a tasso variabile per vent’anni si paga 450 euro al mese a meno dell’1% mentre il finanziamento a tasso fisso oscilla attorno all’1,5 per cento per una rata di 480 euro. I tassi negativi sui depositi hanno di recente innescato una paradossale controindicazione: alcune banche hanno cominciato a chiedere di essere pagate per accettare denaro.

Governo: boccata d’ossigeno per i conti pubblici  

Poco importa se il prossimo premier sarà ancora Renzi oppure Padoan, Grasso o Delrio. La conferma del piano Draghi per tutto il 2017 è una nuova boccata d’ossigeno che concede all’Italia un anno in più per risolvere le sue contraddizioni. Nel 2018 lo scudo che finora ha protetto il nostro debito dai suoi costi e dalle oscillazioni dei mercati verrà meno. Dal lancio nel 2015 abbiamo risparmiato circa otto miliardi di interessi l’anno. Già il prossimo autunno la Bce sarà costretta ad annunciare l’inizio della fine della fase straordinaria di acquisti di titoli pubblici e a quel punto addio alle manovre costose e con pochi tagli. Ne 2017 lo spread fra Btp e Bund resterà sotto controllo, e permetterà al governo di fare il deficit necessario a sostenere la ripresa. Se oggi lo scudo non ci fosse, fra la crisi politica e le difficoltà di Mps sarebbe ben oltre i 161 punti.

Banche: con i tassi bassi meno guadagni  

Anche le banche che versano in cattive condizioni – hanno un anno in più per risolvere problemi come quello dei crediti deteriorati. Il legame fra il piano Draghi e il sistema del credito in questo caso è indiretto: il programma riduce il rischio connesso al possesso di titoli pubblici. Poiché quasi la metà del debito è nella pancia dei nostri istituti, l’azione della Bce protegge l’intero sistema. Se in questo ultimo anno e mezzo l’Italia non fosse stata sotto quell’ombrello, difficilmente Mps avrebbe potuto evitare l’aumento di capitale che ora è costretta a fare dalla stessa vigilanza Ue. Però la politica monetaria espansiva tiene bassi i tassi, e dunque anche i margini di guadagno sulle operazioni di finanziamento delle banche. Il probabile aumento dei tassi americani aiuta, perché ha già fatto risalire quelli a più lunga scadenza, attutendo i costi del piano europeo.

Twitter @alexbarbera

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vivicentro/Draghi acquisterà ancora titoli di Stato: la Germania si lamenta
lastampa/Con il piano di Draghi l’Italia ci guadagna, la Germania si lamenta ALESSANDRO BARBERA – DALL’INVIATO A FRANCOFORTE

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Draghi, nel 2017, acquisterà ancora titoli di Stato: 60mld al mese

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Il governatore della Bce Mario Draghi decide di estendere al 2017 il piano di aiuti basato sull’acquisto dei titoli di Stato ma riduce l’ammontare dell’investimento da 80 a 60 miliardi al mese. La mossa piace ai mercati che reagiscono con il segno più.

Draghi cambia piano: “Meno acquisti di titoli ma per tutto il 2017”

Il programma si riduce da 80 a 60 miliardi al mese. Il tedesco Weidmann vota no. Stasera la Bce decide su Mps

FRANCOFORTE – Il grattacielo avvolto nella nebbia invernale non prometteva bene. E in effetti la discussione all’Eurotower non deve essere stata facile, visto che il numero uno Bundesbank Jens Weidmann ha votato contro per l’ennesima volta. Con la nota abilità politica, Mario Draghi ha trovato la quadratura del cerchio. Più che ai tedeschi, «l’italiano» – come amano chiamarlo – era preoccupato di mandare il messaggio giusto ai mercati, i quali sembrano avergli creduto con segni più ovunque e lo spread solo in lieve rialzo. L’attesa attorno alla riunione di dicembre della Banca centrale europea era altissima: a fine marzo scade il programma di acquisti di titoli pubblici da ottanta miliardi al mese, fino a questo momento l’unico strumento in mano all’Europa per sostenere la crescita e la tenuta della moneta unica. La decisione finale è il frutto di un compromesso: il Consiglio dei 19 governatori ha deciso di estendere il piano a dicembre 2017, più dei sei mesi che la maggior parte degli operatori attendeva. C’è un però: da aprile a dicembre gli acquisti saranno ridotti a sessanta miliardi al mese.

Fosse idealmente dipeso da lui, il piano avrebbe marciato con le stesse dimensioni per tutto il 2017. Ma c’erano alcune questioni da gestire: la prima, più politica, era il malcontento del mondo finanziario tedesco e della Bundesbank, che premevano per iniziare l’uscita da una politica monetaria che considerano troppo espansiva. L’altra questione era tecnica: come continuare ad acquistare titoli sui mercati che ormai scarseggiano.

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A Weidmann la riduzione a 60 miliardi al mese di euro non è bastata per votare sì. Nel comunicato c’è un dettaglio che non cambia in sostanza le cose: se dopo aprile «le condizioni lo richiederanno la Bce aumenterà il programma in termini di dimensioni o durata». Per Draghi la riduzione degli acquisti non va interpretata come una lenta uscita dal piano, e non ha niente a che vedere con il «tapering» che nel 2013 mise nei guai il governatore della Federal Reserve Ben Bernanke. Le armi in mano ai banchieri centrali sono potenti, e per questo vanno trattate con cura. Il governatore Bce ha voluto sottolineare che c’è «molta incertezza» e quell’incertezza – in gran parte politica – può fare danni. La crescita in alcuni Paesi langue – vedi in Italia – e i prezzi faticano a risalire, nonostante l’aumento del costo del petrolio. Secondo le previsioni degli economisti dell’Eurotower l’inflazione nel 2019 sarà ancora sotto al 2%, all’1,7: basta guardare un grafico sui prezzi degli ultimi dieci anni per rendersi conto che in quelle stime c’è perfino dell’ottimismo.

Proprio per questo Draghi crede che il piano debba andare avanti. Per superare il problema della scarsità di titoli, da gennaio la Bce potrà acquistare quelli con una vita residua di appena un anno (prima erano due) e le obbligazioni con un rendimento alla scadenza «inferiore al tasso sui depositi» oggi già negativo dello 0,40%. Con questa decisione il bilancio dell’istituto europeo si allarga di altri 540 miliardi di euro, ma il cruccio del governatore è sempre quello di non apparire pronto a far favori all’Italia, «perché non è così». Quando i cronisti lo incalzano sul Belpaese Draghi glissa. Lo fa a proposito delle trattative fra Roma a Bruxelles sul sostegno europeo alle banche via Esm – «Di questo argomento non so molto…» – lo rifà se gli si chiede della domanda di proroga di un mese da parte di Mps sui tempi per la ricapitalizzazione al momento fissati a fine anno: «Chiedete alla vigilanza». La risposta arriverà al massimo questa sera, e se dovesse essere un no per Siena sarà suonato l’ultimo gong prima del salvataggio pubblico.

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vivicentro/Draghi, nel 2017, acquisterà ancora titoli di Stato: 60mld al mese
lastampa/Draghi cambia piano: “Meno acquisti di titoli ma per tutto il 2017” ALESSANDRO BARBERA – INVIATO A FRANCOFORTE

Cento giorni per il recupero, Milik è da record!

Cento giorni per il recupero, Milik è da record!

Arkadiusz Milik, attaccante polacco del Napoli, corre verso il recupero dalla rottura del legamento crociato del ginocchio destro, e l’obiettivo dell’attaccante polacco è quello di tornare in cento giorni dal suo allenatore Maurizio Sarri. Come racconta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, la giornata tipo dell’ex Ajax consiste in tre ore di lavoro in piscina al mattino ed un altro paio d’ore al pomeriggio sui campi di Castel Volturno, al fianco della squadra, con il pallone: “Ma ora può cominciare a sorridere, perché finalmente avverte sensazioni positive, sente la reazione del ginocchio sinistro, e quelle sono risposte. Si avranno ulteriori aggiornamenti sulla condizione dell’attaccante polacco che, attualmente, viene definita più che incoraggiante, perché un ginocchio così, dopo un intervento, non se l’aspettava nessuno […] Milik procede a tempo di record, ha deciso che deve riuscire in cento giorni a presentarsi a Sarri, ed il quindici gennaio – secondo un’agenda personale ed ottimistica – sarebbe a novantasette“.

ORA a Grillo l’Italicum va bene, e vuole votare subito

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Per Andrea Malaguti il leader dei Cinque Stelle è convinto “non solo di vincerle ma anche di essere in grado di governare”.

Dalla protesta alla proposta. Grillo è convinto di poter vincere e governare

#iovogliovotare Beppe Grillo chiede l’immediato ricorso alle urne ed è convinto non solo di poter vincere le elezioni, ma anche di essere in grado di governare. Quanto alle possibilità di vittoria indubbiamente ha ragione. La possibilità esiste. Soprattutto se rimarrà in vigore l’Italicum o comunque un sistema che preveda il ballottaggio al secondo turno e il premio di maggioranza ai singoli partiti e non alle coalizioni.

Difficile che l’approdo sia quello, ma poniamo che lo sia. Dopo anni in cui il Movimento è stato trattato con sufficienza, per non dire con disprezzo, è diventato chiaro anche ai più scettici che questo atteggiamento non è solo miope, è persino stupido.

Roberto Fico, uno dei possibili candidati premier, interprete rigoroso del pensiero di Casaleggio padre, ha sintetizzato più volte la formula del successo con una frase semplice e piuttosto efficace: «Cittadini, lavoratori, disoccupati, studenti, immigrati: i partiti non ascoltano le loro voci». Il Movimento lo fa. E sempre di più le fasce che si sentono meno protette, a cominciare dai giovani, cercano rifugio nel campo grillino, considerando che quel che resta della sinistra di Palazzo sembra vivere sulla luna.

Ma le parole del presidente della vigilanza Rai rischiano di diventare il freddo promemoria di un mondo destinato inesorabilmente a decomporsi (il nostro) se non vengono seguite da un programma dettagliato e comprensibile. La «pars construens» è da sempre il punto interrogativo di un non partito, con un non statuto, che in Europa è alleato con l’estrema destra e in Italia ha cominciato a radicarsi imponendo temi da sinistra classica, dall’energia pulita al consumo del suolo, e che, per fare l’esempio più rapido, sull’ «ascolto degli immigrati» invocato da Fico ha posizioni discordanti per non dire antitetiche. D’accordo superare gli schemi tradizionali di destra e sinistra, ma per arrivare dove? Qual è la vera anima del Movimento?

Se Grillo vuole entrare a Palazzo Chigi ha il dovere di dirlo. E di dirlo in fretta. Perché in attesa che ad esprimersi sia la Rete – entità indistinta che assolverà qualunque portavoce dalla fatica di assumersi la responsabilità di un fallimento eventuale – alcuni temi sono già prepotentemente in scena, a cominciare dal reddito di cittadinanza. Titolo fenomenale, che si porta dietro una suggestione irresistibile: nessuno sarà più povero. Ma è proprio così? E stiamo parlando di reddito di cittadinanza o di sussidio di disoccupazione o, nel mondo dei voucher, di sotto occupazione? E quando il Movimento 5 Stelle dichiara che per introdurlo sono sufficienti 17 miliardi, a quali calcoli si riferisce considerando che il governo Renzi per dare 80 euro a una platea di dieci milioni di persone ha speso dieci miliardi? Ed è possibile avere il reddito di cittadinanza e contemporaneamente i ventilati 30 miliardi di riduzione dell’Irap?

Davvero si immagina di potere accumulare queste cifre soltanto con la lotta all’evasione fiscale, battaglia combattuta e persa da ognuno dei 63 primi ministri succedutisi nel nostro Paese negli ultimi 70 anni? E, andando avanti, qual è la posizione sull’Europa e sull’euro? La stessa di Farage dello Ukip britannico o quella vaga di Di Battista che dice: Europa sì ma non questa, euro sì ma non questo, forse meglio due monete diverse? E il Movimento vuole uscire dalla Nato e tagliare contemporaneamente i fondi alla Difesa? Per fare che cosa? Per allearsi con chi? Le domande sarebbero mille, perché i 5 Stelle, imbattibili sulle regole, e dunque sulla prepolitica, sono incomprensibili quando si tratta di indicare l’orizzonte. Dal 4 ottobre 2009, data di nascita del Movimento, a oggi l’enigma non è stato risolto.

Ma adesso, proprio perché la possibilità di governare il Paese è concreta, l’inafferrabile Rete è tenuta a produrre programmi chiari e ad appoggiarli sulle spalle di una classe dirigente riconoscibile (e magari meno litigiosa di quella attuale), per uscire finalmente da questa sindrome dell’accerchiamento che rischia di produrre nel Movimento solo un dinamismo irritante e l’assoluta incapacità di vedere le cose da un punto di vista diverso dal proprio. In questa prospettiva l’esperienza appena terminata di Matteo Renzi dovrebbe essere illuminante.

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Renzi sotto l’assedio di Franceschini, Orlando, Bersani e D’Alema

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Mentre iniziano le consultazioni al Quirinale, Renzi deve fare i conti con le correnti dentro il Pd: le minoranze che fanno capo a Franceschini, Orlando, Bersani e D’Alema si compattano e premono per un governo democratico fino al 2018 in modo da evitare le elezioni come invece chiede Grillo.

Pd, patto tra le minoranze anti-voto. Così Matteo si ritrova accerchiato

Bersani e D’Alema con Franceschini e Orlando. Si va verso un governo a guida dem

ROMA – Lui, nel primo giorno da presidente dimissionario, ha cercato di sublimare l’onta dell’addio, interpretando il ruolo del politico lontano dal Palazzo e facendo vita di famiglia nella sua Pontassieve. Ma il Renzi bravo papà è soltanto una parte della realtà: mai come in queste ore la «fronda» dentro il Pd sta provando a diventare maggioritaria e mai come in queste ore il presidente dimissionario – che sente la tempesta in arrivo – sta brigando per provare a pilotare la crisi di governo verso l’esito più gradito. Renzi è interessato ad un governo che spiani la strada verso l’obiettivo che lo interessa di più: essere il candidato premier del Pd in vista delle prossime elezioni politiche.

Ma Renzi deve fare i conti con un Capo dello Stato che intende svolgere senza interferenze il suo ruolo. Renzi lo ha capito e infatti, da Pontassieve, ci tiene a far sapere: «Col Quirinale c’è un patto di ferro». Ma deve fare i conti soprattutto con la novità che temeva e della quale lui stesso non ha ancora tutte le coordinate: è in atto un autentico terremoto all’interno del Pd. Un terremoto destinato a ridisegnare la geografia del partito. Per effetto di una doppia novità. La prima: una parte della maggioranza «renziana» – la corrente di Dario Franceschini e quella del Guardasigilli Andrea Orlando – ha fatto un passo di lato, rompendo politicamente con il segretario-presidente. Rottura significativa perché le due correnti hanno una forte presenza nei gruppi parlamentari, tanto è vero che sono «franceschiniani» entrambi i capigruppo, quello dei deputati Ettore Rosato e quello dei senatori Luigi Zanda

Ma la seconda novità è la più corposa, la più pericolosa per Renzi: il duo Franceschini-Orlando ha stabilito in queste ore un patto di consultazione con la minoranza che fa capo a Pier Luigi Bersani e anche, ecco l’ultima sorpresa, con Massimo D’Alema, molto attivo nella cucitura. Una sorpresa perché da anni ormai le due maggiori personalità della sinistra Pd, Bersani e D’Alema, avevano rotto politicamente. Certo, è presto per capire se il nuovo asse di centro-sinistra abbia i numeri per mettere in minoranza il leader. Per il momento, non all’interno della Direzione del Pd, che infatti Renzi ha voluto in seduta permanente, elevandola così a organo deliberante durante la crisi di governo. Più incerta la situazione nei gruppi parlamentari. La corrente di Franceschini (che raggruppa in prevalenza ex popolari, ma anche personalità ex ds come Piero Fassino e la ministra Roberta Pinotti) conta su una novantina di deputati (su 301), ai quali vanno aggiunti i deputati vicino ad Orlando (una quindicina) e quelli delle minoranze, venticinque. Si arriva a malapena a 140 deputati, dunque ne mancherebbero una decina per superare la quota non soltanto simbolica del 50%. Stesse proporzioni al Senato. Anche perché con Renzi sono ancora schierati Matteo Orfini e il ministro Maurizio Martina.

Per Renzi un occhio al partito e un occhio al Quirinale. Al termine della prima giornata di consultazioni, il presidente dimissionario ha preso atto che si sta aprendo la strada per un governo guidato da una delle personalità che lui stesso ha fatto trapelare 24 ore fa: il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan o quello degli Esteri Paolo Gentiloni. Due nomi che Renzi ha «calato» per verificarne l’«effetto» e anche per chiudere la strada alla candidatura di Dario Franceschini. Ma su Padoan, lo stesso Renzi ha molte riserve – troppo collegato a D’Alema, dicono a Palazzo Chigi – mentre su Gentiloni, che pure ha l’aplomb «giusto», si stanno annidando le perplessità della fronda interna, perché troppo vicino a Renzi. Ecco perché, nelle ultime ore sono risalite le quotazioni di Graziano Delrio, figura di possibile compromesso per un governo a tempo. Fino ad elezioni che avrebbero già una data: 4 giugno 2017.

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lastampa/Pd, patto tra le minoranze anti-voto. Così Matteo si ritrova accerchiato FABIO MARTINI

Domenico Vecchio: “L’Akragas si esalta con le big. A Castellammare per…”

In esclusiva le dichiarazioni di Domenico Vecchio

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il collega Domenico Vecchio Direttore di AgrigentoOggi.it con il quale abbiamo presentato l’avversario di domani delle Vespe che sarà l’Akragas degli ex Gomez, Carrillo e Carrotta.

Akragas domani pomeriggio sarà di scena domani al Romeo Menti, ci presenti la compagine siciliana: L’Akragas in questa prima fase di campionato si è ben distinta contro le big, sicuramente sarà una gara che darà maggiori motivazioni ai giovani dell’Akragas, visto che la Juve Stabia è tra le favorite per la vittoria del campionato. Quest’anno la società ha deciso di investire soprattutto sui giovani e con un gruppo coeso sta tentando di risalire dalle sabbie mobili di classifica, capace di vincere quest’anno a Catania, nonché l’ultima trasferta a Caserta. Sarà una partita dove sicuramente non mancheranno le motivazioni, per cui i ragazzi di Lello Di Napoli potranno divertirsi e mettersi in mostra.

Guardando la rosa, tra i giovani possiamo annoverare i tre ex Juve Stabia Carrillo, Carrotta e Gomez; come si stanno comportando: Sono ragazzi che non erano abituati a giocare con continuità alla Juve Stabia. Giunti ad Agrigento tra la diffidenza della tifoseria in quanto poco conosciuti rispetto ai calciatori andati via, su tutti Zibert. Poi però pian piano sono entrati nel cuore dei tifosi. Gomez inizialmente in casa non riusciva neanche a giocare perché il pubblico lo “beccava” di continuo senza dargli fiducia. Il calciatore però ha iniziato a credere nei suoi mezzi, abituandosi alle critiche, e dopo il gol realizzato contro il Matera ha ottenuto la fiducia del pubblico ed infatti adesso sta giocando con più sicurezza con la convinzione dei propri mezzi. Nel complesso sono ottimi ragazzi, secondo me Gomez è un valido attaccante di categoria e probabilmente in una squadra con la spalla giusta potrebbe far più gol e avere maggiori occasioni, visto che qui ad Agrigento supporta da solo l’intero peso in attacco.

Aveni altro ex del match, attaccante che a Castellammare non ha mai giocato: Si, anche qui ad Agrigento non sta giocando perché continua ad avere problemi dopo l’infortunio, seppur dopo ulteriori accertamenti ha ottenuto l’ok dallo staff medico per poter giocare. In realtà non viene mai convocato da Di Napoli, perché da quanto trapela, il calciatore non si sente sicuro di poter scendere in campo. Probabilmente risente più di un problema psicologico però da quel poco visto, ci sembra un calciatore dotato dalle buone doti tecniche.

Per quanto riguarda Zibert, alla Juve Stabia non sta attraversando un momento felice e positivo, da possibile titolare, adesso è coperto da Izzillo e Mastalli. Qual’è il tuo pensiero su questa sua difficoltà nell’inserirsi e nel dimostrare qualità qui alle falde del Faito: Zibert è sloveno, e nel suo paese di appartenenza il calcio non è molto seguito. È un problema proprio dei calciatori sloveni in generale, e nel suo caso non è continuo e si prende delle pause incredibili durante le partite, mentre poi è capace e di fare delle giocate eccezionali nel momento topico del match. Ricordo quel gol straordinario realizzato al “Massimino” di Catania, davvero di pregevole fattura, tant’è che anche ai piedi dell’Etna lo hanno corteggiato a lungo. Poi alla fine l’ha spuntata la Juve Stabia. Il problema di Zibert sta di fatto che, pur dotato di tecnica, spesso si perde nelle pause durante la partita, e ciò non dà garanzie all’allenatore che probabilmente preferisce altri.

Per quanto riguarda il modulo tattico utilizzato da Di Napoli, come si schiera in campo la compagine di Agrigento: L’Akragas era partita con l’idea del 4-3-3 con i due esterni, poi però in realtà questo progetto iniziale è saltato perché i due esterni Salvemini e Longo non hanno dato le giuste garanzie, cambiando modulo di continuo, utilizzando spesso il 4-4-2. Non so se il tecnico abbia idee poco chiare sul modulo da adottare, però abbiamo visto cambiare modulo in ogni partita. Un fatto positivo? Non credo, reputo che l’allenatore debba avere un modulo da applicare in ogni gara perché va poi a rispecchiare l’idea di gioco. Cambia spesso anche per necessità, visto che ci sono stati diversi indisponibili e poi comunque nella rosa dell’Akragas non ci sono titolari fissi e alla fine deve adottare un modulo diverso. Comunque al di là di tutto, per utilizzare il 4-3-3 serviva un centrocampista in grado di dare intensità nel far ripartire l’azione. Pezzella spesso si è trovato da solo ad impostare il gioco e allora Di Napoli ha dovuto inventarsi un nuovo modulo affiancando un centrocampista al primo, togliendo di fatto un attaccante.

Qualche news sulla probabile formazione ed in particolare se ci saranno indisponibili: Probabile che il tecnico riproporrà la stessa formazione vista all’opera sabato scorso. In porta ci sarà Pane. I difensori saranno Tiago, Marino, Da Silva e Sepe. A centrocampo probabile l’impiego di Zanini, Coppola e Pezzella e in attacco quasi sicuramente avremo il tridente Salvemini, Longo e Gomez. Attualmente gli indisponibili di lungo corso sono Aveni, Scogli, Carrotta e Privitera.

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La lava del Vesuvio infuoca il Torrione.

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Riportando il folto pubblico nelle atmosfere, tradizioni e culture di un continente immenso e costituito da variegate sfaccettature, come l’America latina, Enzo Martino ha celebrato al Torrione la canzone andina classica. Forio, crocevia di scambi etnici e culturali, da oltre un millennio è aperta all’accoglienza, a volte forzata, a volte gradita, ma che lascia sempre traccia del suo passaggio. Il Torrione, l’indomita torre, baluardo contro i pirati dei secoli scorsi, da oltre cento anni custode dello scrigno ereditato dal M° Giovanni Maltese, che ne fece suo atelier alla fine dell’800, si è plasmato ad accogliere artisti e ospiti. L’ultimo, cronologicamente, artista esibitosi al Torrione è stato il M° Enzo Martino, accompagnato alla chitarra dal talentuoso M° Giovanni Di Lustro. L’Associazione Culturale Radici, ben lieta di ospitare l’evento “Dalle Ande al Vesuvio” al Torrione, giovedì 8 dicembre 2016, ha entusiasticamente accolto il duo chitarra e voce che si è esibito, infatti, nell’atteso concerto che apre il programma natalizio nell’antica torre anti saracena.

Il pubblico al Torrione

Il messaggio delle melodie dei più affermati autori e cantanti latino americani classici e napoletani d’autore, ha fatto breccia nel caloroso pubblico al Torrione, che ha ricambiato con scoscianti e incessanti applausi la perfetta performance dei due chitarristi. Nonostante la difficoltà di comprendere i testi spagnoli, magistralmente eseguiti, il generoso consesso che ha gremito il Torrione, ha vivamente applaudito le esecuzioni dei brani proposti, intuendo l’analogia della musica popolare andina con la canzone classica napoletana che ha completato l’emozionante serata.

I seguenti brani le cui note hanno invaso, come una lava del Vesuvio, il Torrione, sono solo alcuni del vastissimo repertorio del M° Enzo Martino che ha portato, per l’ennesima volta alla ribalta il Torrione nel panorama musicale dell’isola d’Ischia.

L’Associazione Culturale Radici ringraziando i Maestri Enzo Martino, Giovanni Di Lustro e i partecipanti per aver reso possibile una simile piacevole serata, augura a tutti Buone Feste e invita ospiti e isolani al prossimo evento “I Tre Musei” in sinergia con altre associazioni del territorio foriano che comprende la visita guidata del Museo Civico del Torrione “Giovanni Maltese” – Museo dell’ Arciconfraternita di Santa Maria di Loreto – Museo di Santa Maria del Soccorso.

Ed ecco una breve presentazione dei due artisti che si sono esibiti al Torrione.

Enzo De Martino

Il cantante e musicista stabiese classe 38, subisce il primo duro colpo con la perdita di entrambi i genitori e, in orfanotrofio, fa i primi approcci con la musica. In seguito, approfondite le conoscenze musicali e dotato di una calda e sonora voce, si esibisce nei locali alla moda della Capri frequentata dai vari Onassis, Maria Callas, L. Taylor, Sofia Loren, B. Bardot che contribuiscono a renderlo famoso. Nel 1966 parte per una tournée in Giappone soggiornandovi per cinque anni e apparendo nelle televisioni nipponiche con grande successo. Nel 1971 sbarca, con la moglie Hiroko, dalla quali ha avuto due figlie Cecilia ed Elisa, a Forio, all’ombra del Torrione. Da studioso della canzone napoletana classica ha eseguito varie ricerche su S. Di Giacomo e R. Viviani. Seguono varie incisioni discografiche e tanti concerti dal vivo.

Giovanni Di Lustro

Il M foriano classe 62 inizia a studiare la tromba in tenera età con banda musicale locale. Le sue prime esperienze musicali partono dalla chitarra, strumento che lo accompagna quotidianamente. Anche se per ampliare le sue conoscenze, si apre allo studio dell’armonio e della tecnica d’improvvisazione. Con l’incontro con Enzo Martino nel 2006 si avvicina allo stile della chitarra classica e in particolare alla ricerca del repertorio antico napoletano a parte altre escursioni nella canzone francese d’autore e in quella spagnola e sudamericana. Con quella attuale è alla terza esibizione al Torrione di Forio.

Altre notizie saranno alla pagina https://www.iltorrioneforio.it/eventi-2/eventi-2016/dalle-ande-al-vesuvio-concerto-del-m-enzo-martino/  del sitohttps://www.iltorrioneforio.it

Luigi Castaldi

 

Confesercenti Campania: ”LE VIE DELL’ELEGANZA PARTENOPEA FILANGIERI, DEI MILLE, CALABRITTO”

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La Confesercenti Campania La invita alla Conferenza Stampa “LE VIE DELL’ELEGANZA PARTENOPEA: FILANGIERI, DEI MILLE, CALABRITTO”

L’iniziativa volta a favorire lo sviluppo turistico e commerciale delle strade che avrà luogo

Venerdì 9 dicembre 2016,

ore 11.30

Sede Confesercenti – Via Toledo n.148 – NAPOLI

Interventi di: Vincenzo Schiavo – presidente Confesercernti Napoli e Campania Enrico Panini – Assessore alle attività produttive comune di Napoli Rapp.ti delle imprese e dei marchi mondiali che hanno aderito all’iniziativa (BULGARI, DAMIANI, NAPPA, DE’ NOBILI, CUCINELLI, LOUIS VUITTON, HERMES, FALCONIERI, BOTTEGA VENETA, MONTBLANC) NEL CORSO DELLA CONFERENZA TUTTI I DETTAGLI