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Sky – Anche il Napoli su Caldara, la Juve prova ad accellerrare

Campioni affermati, ma anche giovani dal grande futuro. Dopo il rinnovo di Daniele Rugani la Juventus non si fermerà e qualcosa si è già mosso in settimana. Anzi, forse in queste ore. Continuano,come avevamo anticipato, i contatti tra i bianconeri e l’Atalanta, con la Juventus sempre più interessata a Mattia Caldara e a Franck Kessìe. La concorrenza per la “stellina” ivoriana è forte, soprattutto dalla Premier, e il prezzo comincia a diventare proibitivo. Tra i desideri dei torinesi c’è una new entry, il ventiduenne Roberto Gagliardini.

Al momento la pista più calda continua ad essere quella che porta a Mattia Caldara, ma anche in questo caso le pretendenti non mancano. Su Gagliardini e Caldara si sono mosse da tempo anche Milan, Inter e Roma. Al Napoli, invece, al momento interessa il solo Caldara. L’Atalanta sceglierà l’acquirente in base alle contropartite economiche e tecniche, che a questo punto non mancheranno. Lo riferisce Gianluca Di Marzio, esperto di mercato Sky, tramite il proprio sito ufficiale.

 

Da gianlucadimarzio.com

Milik: “Voglio tornare il prima possibile. Napoli scelta giusta”

Arkadiusz Milik ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso della conferenza stampa di presentazione del calendario immagine Ssc Napoli 2017. Ecco quanto evidenziato:

 
“Dopo il sorteggio c’è ancora più voglia di giocare, sto lavorando duro per rientrare il prima possibile. Spero di essere pronto tra gennaio e febbraio. Abbiamo perso dei punti, ma la squadra ha sempre dato il massimo. Non so cosa succederà quando rientrerò in campo, ma speriamo di continuare a fare bene. Sono passati già due ,mesi dall’ infortunio e mi sento molto bene. È chiaro che bisognerà ascoltare il parere dei medici”.
Sul calendario –Progetto interessante che mi ha molto divertito, per la prima volta ho fatto una cosa del genere”.
Su Mertens centravanti –Sono contento di come stia giocando, siamo molto amici. Mi piace vederlo giocare, ma quando tornerò spero si sposti sul lato sinistro”.
Preferisci vincere lo Scudetto o eliminare il Real Madrid? “E’ difficile dare una risposta. Tutto dipende dalla nostra forza, vediamo come andrà a finire. Colgo l’ occasione per ringraziare i tifosi, ho ricevuti tanti messaggi di affetto. Voglio tornare in campo il prima possibile anche per ripagarli”.
Su Sarri – “E’ un allenatore speciale che ci fa lavorare tanto sull’ aspetto tattico. Ho lavorato con lui solo due mesi, il desiderio di entrambi è di tornare a lavorare insieme. Il Napoli è stata la scelta giusta, sono molto felice di essere in questo club“.

Le scimmie possono parlare: test su un macaco

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Un test su un macaco – una scimmia primitiva e con un cervello molto piccolo – svela che i nostri cugini in realtà hanno la capacità di parlare. Secondo lo studio pubblicato sulla rivista “Nature”, Darwin aveva ragione: «Ciò che manca è un cervello adeguato».

Se una scimmia ti chiedesse: “Mi vuoi sposare?”

Un test svela che i nostri cugini hanno la capacità di parlare, “Darwin aveva ragione: ciò che manca è un cervello adeguato”

Domanda da un milione di dollari: che cosa ci rende umani e ci distingue dagli animali? Qualcuno risponderà: «Niente». Ma chiunque prenda sul serio la domanda e la risposta converrà che almeno una delle caratteristiche distintive dell’essere umano è la capacità di parlare. C’è una zona grigia, però; la scienza documenta il caso del pappagallo Alex che sapeva pronunciare più di 100 parole, mentre le scimmie, che dal punto di vista evolutivo sono vicine a noi molto più dei pappagalli, fanno solo vocalizzi bestiali. E ancora a proposito di evoluzione: quale nostro antenato ha smesso di essere una scimmia e ha cominciato a diventare umano?

La domanda non è retorica e attende una risposta concreta. Di recente, sulla base di prove fossili, è stata negata la capacità di parlare di quella specie di uomo-scimmia che era l’Homo erectus. Si legga a questo riguardo «Il ragazzo del fiume» di Alan Walker e Pat Shipman.

Ma il dibattito è aperto da un paio di secoli. Secondo Darwin, le scimmie non sanno parlare non perché il loro apparato anatomico non sia adeguato, ma solo perché non è sostenuto da un cervello capace di elaborare i suoni. E adesso uno studio pubblicato su «Nature» porta acqua al mulino di Darwin. Il capo del team di ricercatori, William Tecumseh Sherman Fitch, dice addirittura, con vis polemica: «I paleontologi che esaminano i fossili sprecano il loro tempo, cercando di capire da quei reperti se i nostri antenati erano in grado di parlare, perché tutti i primati possono farlo, da milioni di anni». E Sherman ritiene di averlo dimostrato con un esperimento su un macaco, che è una scimmia molto primitiva e con un cervello molto piccolo.

Sherman (discendente del famoso generale della guerra di Secessione) è un biologo evoluzionista dell’università di Vienna: ha condotto l’esperimento con un neuroscienziato di Princeton, Asif Ghazanfar. I due hanno ripreso ai raggi X il macaco, di nome Emiliano, mentre mangiava, sbadigliava, faceva schioccare le labbra ed emetteva una gran varietà di vocalizzazioni. Hanno così individuato 99 configurazioni della corde vocali di Emiliano, poi hanno ricostruito al computer un modello dei suoni che la scimmia è in grado di emettere in base alla sua anatomia. È emerso che il macaco è capace di pronunciare tutte le cinque vocali e le consonanti.

Compiendo un passo ulteriore, suggestivo ma anche un po’ inquietante, i due scienziati hanno realizzato la traccia audio di come suonerebbe la domanda «will you marry me?» («vuoi sposarmi?») sulle labbra del macaco, se il suo cervello fosse in grado di guidare a quel fine le corde vocali, i muscoli della bocca, la lingua eccetera. Risultato: la frase, pronunciata da questo Emiliano virtuale, suona sgraziata ma comprensibile.

Sherman ne deduce che «l’apparato anatomico del macaco sarebbe perfettamente in grado di parlare, se ci fosse a guidarlo un cervello umano». Sottolinea che il macaco è una scimmia molto primitiva, i cui antenati comuni con molte altre scimmie, e con l’uomo, risalgono a decine di milioni di anni fa, e ne deduce che praticamente tutte le scimmie sono in grado di parlare, dal punto di vista anatomico.

È una deduzione logica? Abbiamo qualche dubbio. Nel corso dell’evoluzione certe abilità si possono acquisire, ma anche perdere. Gli struzzi prima hanno imparato a volare, ma poi hanno disimparato. Se i macachi sono in grado di parlare, non è detto che fossero in grado di farlo anche i più evoluti Homo erectus. Ma per quanto riguarda il macaco Emiliano, lo studio di Sherman e Ghazanfar sembra ineccepibile. E di certo è suggestivo.

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A Milano pedalare è diventata un’abitudine: ”Così si batte lo smog”

I servizi per i pendolari peggiorano, mentre i prezzi aumentano per cui è meglio muoversi con la bici e a Milano pedalare è diventata un’abitudine: «Così si batte lo smog».

Non solo ecologici: tra le tribù delle due ruote

Dagli impegnati fino ai “casuali” Ecco il linguaggio segreto dei ciclisti

La mattina, a Milano, una nebbia sottile circonda il castello e, nel silenzio, sfila un traffico nuovo.

Il popolo delle biciclette. Milano, oggi, è la città perfetta per loro, con i chilometri di ciclabili in piano.

C’è chi accorcia i tempi per andare al lavoro, chi porta i figli a scuola, chi il dottore gli ha consigliato di perdere un paio di chili, chi si diletta, chi protesta contro le lobby del petrolio con la scritta «no oil» attaccata alla ruota. Monopattini, bici da corsa, a scatto fisso, buffe e gialle del bike-sharing, eleganti grazielle con il cestino in vimini, bici pieghevoli con ruote piccole per portarle in metrò, maschili, retrò, con sedili in pelle di cuoieria. Mi diverto a mescolarmi in questa giostra di stili e ritmi diversi, a catalogarne i tipi.

Scende dal marciapiedi con un salto il ragazzino sulla Bmx, freestyle come il rapper che ascolta nelle cuffie metallizzate. Sulla motocross delle biciclette contano le acrobazie, non la velocità. Pedala piano il «giovin signore», che la fretta è da cafoni. Corre il fattorino, col suo cubo dietro la schiena, costretto a volte dal mercato ad indossare imbarazzanti tutine fucsia, brandizzate. Rappresenta la Milano che produce, che non si ferma mai. Graziella e basco alla parigina, invece, per la «femme fatale», un ciuffo di capelli appoggiato alla pallidissima fronte, che non si scompone mai.

Il tipo con il caschetto è molto concentrato, per lui la bicicletta è una cosa seria. Ha la cerata quando piove, i faretti laterali, lo zaino, gli specchietti. È il moralizzatore della ciclabile, l’incubo dei pedoni malaccorti. Non vede l’ora di farsi paladino della sua categoria: la vendetta sul pedone è la sua missione, il campanello la sua spada, la voce la sua arma di distruzione di massa. Ha aspettato tutta la vita di avere il suo spazio in città e non permetterà che nessuno glielo porti via. Strizza l’occhio agli altri ciclisti, solo loro possono capire.

Il «ciclista casuale», poi, si abbina alla bici gialla del bike-sharing. Non ha elementi distintivi: spavaldo o dimesso, segna il successo dell’iniziativa del Comune. Gli piace andare in bici, ma non è pronto a farne uno stile di vita. Insomma, è molto diverso dagli hipster. Loro amano le linee pulite della «scatto fisso», prive di freni manuali e dei relativi fili che li connettono alle ruote. Baffi a manubrio, camicia da boscaiolo, jeans aderenti e grossi occhiali da vista sono indispensabili per distinguersi dalla massa informe. La «fixie bike», con il suo freno a pedali è pericolosa, scomoda, carissima, ma è proprio ciò che la rende attraente al coraggioso hipster. Distinguersi dal «mainstream» è un comandamento, e quindi via al senza calze d’inverno, al senza freni sul ghiaccio, al senza giacca sotto la pioggia. Eroi dell’anticonformismo conformato, compensano l’aspetto vignettistico con un certo fascino atletico.

Eppure, malgrado gli sforzi, il ciclista fuori dal coro si trova a Chinatown. Nella pedonale via Sarpi biciclette al limite delle capacità umane hanno sostituito i carrelli, vietati da un’ordinanza. Aggirando la norma e sfidando la gravità, ingegnosi cinesi trasportano volumi pari a 50 volte il loro peso. I cassoni avvolgono le merci nello stesso odorante mistero di questa parte di città. E «bici-cargo» anche per la «mamma-sprint», che porta in giro uno o due figli sui seggiolini. Il calo delle nascite le permette di tenersi in forma.

Non si cura troppo del suo aspetto la veterana, che va in bicicletta dagli Anni 80, quando rischiava la vita tra rotaie e pavè. Ha un che di terzomondista, grosse sciarpe, gioielli e gonnoni etnici e i capelli incolti, al massimo, possono essere tinti all’henné. La veterana abita in centro: fa yoga, non fa vacanze ma viaggi in India, mangia vegetariano e compra biologico e chilometro zero.

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lastampa/Non solo ecologici: tra le tribù delle due ruote THEA SCOGNAMIGLIO

Treni e bici, l’Italia che cambia. Ma anche NO! I prezzi salgono, i servizi calano: Circumvesuviana docet!

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I servizi per i pendolari peggiorano, mentre i prezzi aumentano. L’ultima fotografia di Legambiente è impietosa: dal 2010 al 2016 le tariffe hanno fatto un balzo record del 47%. Roma-Ostia e Circumvesuviana le tratte peggiori. Dunque, meglio muoversi con la bici. A Milano pedalare è diventata un’abitudine: «Così si batte lo smog».

La via crucis dei pendolari: i servizi crollano ma le tariffe aumentano

Legambiente: nel Nord Ovest prezzi su di oltre il 40%. Roma-Ostia e Circumvesuviana le tratte peggiori

TORINO – Se i treni dei pendolari viaggiassero alla stessa velocità con cui negli ultimi sei anni sono aumentati i biglietti, il Piemonte sarebbe una lepre difficile da raggiungere.

Non è così, e lamentele e storie di ritardi stanno lì a dimostrarlo, assieme ai numeri. L’ultima fotografia di Legambiente, in questo senso, è impietosa: dal 2010 al 2016, dice l’associazione ambientalista, le tariffe hanno fatto un balzo record del 47 per cento. Chi pagava 10 euro, insomma, oggi si trova a sborsarne quasi 15. Un dato che fa sobbalzare gli uffici della Regione: l’incremento c’è stato, ammettono dall’amministrazione, ma è più contenuto, attorno al 20 per cento. E a partire dal 2014 non sono scattati neppure gli adeguamenti Istat.

La guerra di cifre  

Dietro la guerra dei numeri, c’è una situazione di incrementi generalizzati, che coinvolge tutto il Paese. E consola poco, anzi forse fa più male, visto che spesso le tratte finiscono per incrociarsi, il secondo posto della Liguria nella classifica di Legambiente: +41,24 per cento. Anche perché, contemporaneamente, le linee si sono accorciate: i tagli hanno rosicchiato l’8,4% dei binari piemontesi e il 13,8% di quelli liguri. Sul gradino più basso del podio, la Campania: tariffe su del 36,1 per cento.

Non che i 3 milioni di pendolari italiani se la passino meglio: l’associazione ambientalista nel suo rapporto «Pendolaria», lanciato alla vigilia dell’entrata in vigore dell’orario invernale, spiega che intercity e regionali si sono ridotti in 15 Regioni, mentre le tariffe sono salite in sedici. Il servizio migliora in poche, fortunatissime, aree: svetta Bolzano. Passi avanti pure per quanto riguarda l’età media dei convogli: 17,1 anni rispetto ai 18,6 dell’anno scorso, grazie agli investimenti di alcune amministrazioni e ai contratti di servizio con Trenitalia.

Le 10 tratte peggiori  

Ragionare soltanto su tagli e aumenti, però, sarebbe limitato. Legambiente ha dato le pagelle alle singole tratte, prendendo in considerazione guasti tecnici, minuti d’attesa, sovraffollamento. E qui, in questa sorta di classifica dei dannati, la maglia nera va, per il secondo anno di fila, alla Roma-Ostia Lido e alla Circumvesuviana. Al terzo posto c’è la Reggio Calabria-Taranto: solo 4 collegamenti al giorno da Reggio a Taranto, per una durata minima di 6 ore e 15 minuti, ma con tre cambi e un tratto in pullman. Poi tocca alla Messina-Catania-Siracusa. La Cremona-Brescia, prosegue Legambiente, occupa il quinto posto grazie a treni più lenti oggi di 15 anni fa (34 minuti nel 2002, 58 oggi), ritardi, soppressioni, carrozze sovraffollate, disagi dovuti allo spostamento del sottopasso di Brescia per i lavori dell’alta velocità. Al sesto posto c’è la Pescara-Roma e al settimo posto spunta il Piemonte, e in particolare Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara. È la pecora nera: mentre la Regione sta studiando nuovi sistemi di tariffe con il biglietto elettronico che consentirebbe di superare il sistema dell’abbonamento e stringe i tempi per rivedere il contratto di servizio con Trenitalia, chi attende in stazione inizia a perdere le speranze. Tra la Treviso-Portogruaro e la Bari-Martina Franca-Taranto, nella classifica al contrario di Legambiente finisce pure la Genova-Acqui Terme, un altro snodo difficoltoso per chi si sposta nel Nord-Ovest. «Le tradizioni si rispettano», sorridevano amari ieri dal Comitato dei pendolari. L’infrastruttura vede ancora 46 chilometri di binario unico sui 63 della tratta e, dice l’associazione, è ormai indispensabile un potenziamento almeno fino a Ovada, in provincia di Alessandria. Al contrario, negli ultimi anni si è assistito a tagli delle corse con quasi il 35% in meno.

«Il trasporto pendolare deve diventare una priorità nazionale – dice il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini – negli investimenti e nelle attenzioni. Oggi non è così, e su troppe linee la situazione in questi anni è addirittura peggiorata».

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lastampa/La via crucis dei pendolari: i servizi crollano ma le tariffe aumentano GIUSEPPE BOTTERO

Vivendi sferra l’attacco a Mediaset e a Palazzo Chigi c’è chi vede un’Italia sotto attacco

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Vivendi sferra l’attacco a Mediaset e sale al 12,32%. Fininvest sale al 39% e denuncia i francesi per manipolazione di mercato. In Borsa il titolo del Biscione guadagna il 31,86%. E negli ambienti vicini a Palazzo Chigi c’è chi vede un’Italia sotto attacco da parte dei capitali stranieri.

L’Italia finisce sotto attacco nella palude della politica. E il governo cerca un riparo

Dopo il referendum offensiva su banche, televisioni e tlc

Sui taccuini di chi segue da dentro le cose del governo due eventi sottolineati in rosso fanno riaffiorare vecchi timori: i francesi hanno conquistato il risparmio gestito di Unicredit e dichiarato guerra a Mediaset. Nei quartieri del premier Gentiloni c’è già chi vede un’Italia assediata dai cugini d’Oltralpe.

Tutto è successo in appena otto giorni. Ha vinto il No, è saltato Renzi, è cambiato (di poco) il governo, è ripartito il girone all’italiana del confronto politico che, con la sua virulenza, ha ripreso a gonfiare l’incertezza diffusa che da tempo accompagna i discorsi sulla tenuta reale del Paese. In realtà non c’è molto di nuovo nell’agenda della scorsa settimana, se non le vicende della Finanza e l’ampliarsi dell’instabilità percepita in cui si annidano parecchie insidie potenziali per il sistema tricolore degli Affari. Come anche il caso Montepaschi illustra in modo esemplare.

LEGGI ANCHE – Assalto di Vincent Bolloré, Vivendi, a Mediaset

Il sipario s’è levato il 5 dicembre. Chiusa la conta dei voti, con una mossa a orologeria che a Roma non è ritenuta casuale, Unicredit ha tributato alla parigina Amundi, corazzata degli investimenti con cui nel 2010 Crédit Agricole e Société Générale hanno dato vita al più importante gestore di asset europeo (mille miliardi), l’esclusiva per negoziare l’acquisto di Pioneer, un quinto la sua taglia. L’intesa è arrivata lunedì e festeggiata dalla Borse, felici per come Jean Pierre Mustier pensa di curare Unicredit, ma titillati anche dai rumour secondo cui proprio la Société Générale penserebbe a far sua la banca di piazza Aulenti. Ipotesi suggestiva e senza conferme. Anzi: Mustier giura che, una volta finita la manutenzione, l’istituto continuerà a ballare da solo.

Fonti istituzionali concedono che il governo Renzi ha tentato di farsi regista di una soluzione italiana per Pioneer, sfidando le possibili ire europee. Raccontano di un incontro del premier col ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e con l’ad di Poste, Francesco Caio, per delineare un piano d’intesa con la Cassa Depositi. L’obiettivo: mantenere da questa parte delle Alpi il risparmio gestito nazionale. L’offerta è arrivata ma, proprio il 5 dicembre, il corriere pubblico si è chiamato fuori, ufficialmente perché il gioco s’era fatta troppo costoso. Nei palazzi del governo è stata letta altrimenti: «Le cifre non erano poi così distanti». E’ parsa una partitura orchestrata per favorire i francesi. Vero o falso?

Certo che a spiegare il successo di Amundi non basta la dimensione. Rende il mercato italiano più esposto alla conquista il combinato disposto fra l’assenza di operatori coraggiosi coerentemente dimensionati e l’insufficienza di gioco di squadra nazionale. «Più che un assedio potrebbe essere la logica conseguenza dell’incapacità di buona parte del sistema» confessa un pezzo grosso della finanza milanese. Troppa politica e poche aggregazioni, insomma. «E quelli che ora parlano di attacco francese dove erano negli ultimi dieci anni?», si chiede. «La realtà di base – precisa una voce governativa – è che da noi ci sono molte realtà industriali interessanti e i francesi hanno i mezzi, e le strategie, per venirsele a prendere». Attacco? «Certo le loro acquisizioni sono sempre rumorose».

Sistema fragile. Con una debolezza storica – fatte le dovute eccezioni – che, nel settore industriale e finanziario, trova la sua amplificazione nel caos della politica. Ecco il dossier Montepaschi. Anche qui le tracce di un lavoro governativo dietro le quinte per tirare nella partita il Qatar sono numerose, come i contatti fra Palazzo Chigi e l’emiro al-Thani. C’era l’accordo, un miliardo subito per Siena e altre opzioni sul tavolo. «S’è parlato anche di Generali», ammette la fonte. Poi c’è stato il «No» e il principe non s’è fidato. Tutto sospeso. Per il cambiamento del quadro politico istituzionale post 4 dicembre. Adesso pagherà lo Stato. Cioè i suoi cittadini.

Della confusione ha approfittato anche Vincent Bolloré. Di nuovo lui, il magnate bretone stregato dalla «seconda patria». Attraverso la Vivendi s’è già messo in tasca il 24,9% del capitale Telecom. Lunedì, una settimana dopo il referendum, ha mosso a sorpresa su Mediaset dopo l’estate dei litigi per Premium. Vuole il 20% di Cologno, che gli scatena contro i legali. Potrebbe aver in mente di creare un EuroNetflix unendo le energie di Telecom. Roba grossa. E francese.

Nei quartieri governativi tre segnali fanno una notizia. Intorno, è facile cucire i sospetti più diversi. Guardate Mustier, simpatico ed efficiente manager francese insediatosi a luglio al 28 o piano di Unicredit. «Un paracadutista della Francia», sussurra una fonte politica. Un figlio delle Grandes écoles napoleoniche cresciute alla Société Générale, colosso che ritroviamo fra gli azionisti di Generali, dove il manager è pure transalpino, Philippe Donnet, uno che ha un curriculum strutturalmente simile a Mustier, costruito stavolta in Axa, la compagnia d’assicurazione più grande. Mettici che il primo azionista di Generali è Mediobanca, che Bolloré è il secondo a Piazzetta Cuccia e che Socgen ha il 5 per cento di Trieste, il gioco dei sospetti diventa facile. I francesi possono trangugiare pezzi del Leone, a partire da quelli presenti nel loro Paese? E un giorno mettere le mani sui grattacieli di Porta Garibaldi?

Risiko, indiscrezioni. Fantasie fra le più tipiche del pianeta Finanza, eppure più fonti giurano che nell’agenda della squadra di Gentiloni il dubbio che i francesi siano alle porte preoccupa. Per la fragilità strutturale e le disattenzioni di sistema. Nel 2016, riassume Kpmg, le acquisizioni dell’Esagono sono state 44. In dieci anni sono passate di mano 200 aziende italiane dal valore di 48 miliardi, gruppo che racchiude Bnl (a Bnp Paribas), Bulgari (Lvmh), Edison (Edf) e Parmalat (Lactalis). Gioielli italiani, e altri sarebbero nel mirino. «STMicroelectronics, ad esempio», lascia cadere la fonte. Possibile? «Loro fanno sistema», spiega una fonte istituzionale, certa che – vinca il centrodestra di Fillon o il socialista Valls -, la situazione non potrà che farsi più aggressiva dopo le presidenziali di primavera, dunque più tesa per noi. Politica, finanza, grande industria perseguono i propri interessi e giocano per la Francia. Noi siamo vittime di una triste «mediocrazia», per usare un termine coniato anni fa dal vecchio patron delle Generali, Antoine Berhneim. Oggi come allora, viene da dire.

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Assalto di Vincent Bolloré, Vivendi, a Mediaset

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Vincent Bolloré sferra il suo attacco a Mediaset. Vivendi a mercati chiusi annuncia di aver varcato la soglia del 10% nel capitale della società di Segrate, portandosi al 12,32%. In Borsa il titolo del Biscione guadagna il 31,86%. E negli ambienti vicini a Palazzo Chigi c’è chi vede un’Italia sotto attacco da parte dei capitali stranieri.

Vivendi-Fininvest, battaglia in Piazza Affari per Mediaset

Bolloré sale al 12,32% e punta al 20. Il Biscione arrotonda la sua quota al 40. Il finanziere cerca una sponda con Berlusconi giocando sulle divisioni familiari

MILANO – Con la determinazione di cui è capace, Vincent Bolloré avanza a tappe forzate nel capitale di Mediaset. Scordatevi il 3,01% dichiarato lunedì, ieri sera la sua Vivendi aveva già passato il Rubicone del 10%, a quota 12,32%. Facile che entro il fine settimana, al massimo lunedì, il gruppo francese raggiunga il suo obiettivo di arrivare al 20%, consolidando la posizione, peraltro già raggiunta, di secondo azionista «industriale», come amano sottolineare a Parigi, del Biscione. Assai probabile che il pacchetto acquistato sia frutto dell’esercizio di opzioni accumulate in precedenza, una salita preparata con cura.

Come in ogni battaglia che si rispetti, però, si spara anche dal fortino assediato. Fininvest, controllante di fatto di Mediaset, dal 34,7 entro oggi si porterà al 38,266% del capitale, pari al 39,775% dei diritti di voto. Le munizioni sono pressoché finite: per non incorrere a sua volta nell’obbligo di Opa, la holding dei Berlusconi nei suoi acquisti annui non può sup 40erare il 5%, e ad aprile aveva già comprato l’1,27%.

Il gioco comincia a farsi duro e i duri investono: in Borsa il titolo di Mediaset ha fatto fuochi d’artificio come mai in un ventennio di quotazione. In un solo giorno, tra scambi intensi (l’11% del capitale), ha recuperato il 31,86%, chiudendo a 3,58 euro, al di sopra dei livelli del 25 luglio, quando si consumò il «gran rifiuto» di Parigi su Premium, la pay tv di Cologno.

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Nel frattempo Fininvest ha aperto anche un altro, ormai ennesimo, fronte legale. Con l’ausilio dell’avvocato delle grandi occasioni, Niccolò Ghedini, ha presentato una denuncia in Procura, a Milano, per manipolazione di mercato, ipotizzando anche altri reati. L’accusa principale però è quella secondo cui Bolloré avrebbe fatto crollare scientemente i corsi di Mediaset, lo scorso luglio, facendo saltare l’accordo siglato ad aprile su Premium. E, approfittando dei prezzi di saldo, avrebbe lanciato la sua scalata. Tanto più, fanno notare dentro Mediaset, in un momento di caos politico, prima ancora che Gentiloni si insediasse. La Consob, subito chiamata in causa dagli uomini di Via Paleocapa (ieri si sono registrate lunghe riunioni tra Marina Berlusconi e Fedele Confalonieri), ha acceso il suo classico faro, «accertamenti preliminari» in gergo tecnico, sull’operatività relativa al titolo.

La domanda che tutti si fanno a Milano è: che cosa farà ora Bolloré? Difficile che per ora abbia intenzione di lanciare un’Opa vera e propria, superando il 30%. O meglio: avrebbe potuto farlo, ma non avrebbe comunicato ufficialmente a Mediaset e soprattutto alla Consob che si sarebbe fermato al 20%. La sua, a Cologno Monzese, si annuncia essere comunque una presenza ingombrante, capace di ingessare il gruppo a lungo. In realtà Bolloré, dopo aver chiuso i ponti con l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi e con sua sorella Marina, potente presidente di Fininvest, entrambi schieratissimi contro il francese, punterebbe al piano superiore. Vorrebbe aprire un canale con il patriarca, Silvio Berlusconi. Ma per far questo, a torto o a ragione, ha provato a sfondare la porta di casa del suo impero. È un raider, del resto, non un monaco tibetano. Ma è certo che Berlusconi, in fatto di affari, parli la sua stessa lingua. La sua convinzione è che la famiglia in realtà sia tutt’altro che coesa nella strategia. Ed è persuaso che l’amico di un tempo possa capire che il futuro della tv passa da Internet, dalla banda ultralarga che a sua volta ha fame di contenuti. Che è il tempo di studiare la Netflix europea con dentro tutti, da Orange a Canal Plus, da Telecom Italia, dove già comanda Vivendi, fino a Mediaset. I figli non vogliono nemmeno sentire tali discorsi, la ferita di Premium è ancora aperta. Ma a Berlusconi senior potrebbe riaffiorare quella vecchia suggestione secondo cui, ai fini successori, forse sarebbe meglio assicurarsi una quota di minoranza in un grande gruppo, piuttosto che tenere il timone di una barca più piccola quando il mare annuncia tempesta.

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Gentiloni ottiene la fiducia alla Camera. Oggi tocca al Senato

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Gentiloni incassa la fiducia alla Camera con 368 sì, ma oggi c’è l’esame del Senato. Terremoto, lotta alle diseguaglianze e lavoro sono le priorità del nuovo premier, che attacca i Cinque Stelle: «Il Parlamento non è un social network».

Gentiloni incassa il primo via libera: “Ecco l’agenda, non mi pongo limiti”

Alla Camera 368 sì, oggi c’è la conta in Senato. Sisma, banche, Sud e lavoro le priorità Il premier: “Avanti finché avrò la fiducia”. E ai 5 Stelle: “Il Parlamento non è un social”

ROMA – Gentiloni si è presentato in Parlamento con un programma che, se ne venisse attuata semplicemente la metà, consegnerebbe il premier ai tomi di storia. Ha messo in agenda tutto quanto (tanto) il suo predecessore non era riuscito a completare. Qualcuno nell’aula semivuota di Montecitorio gliel’ha fatto pure presente, «troppa carne al fuoco per i pochi mesi che durerà il governo». Ma Gentiloni ha pronta una risposta che, in base alla Costituzione appena confermata, non fa una grinza: «Ogni governo dura fin quando ha la fiducia del Parlamento». Non vuole porsi limiti prima ancora di incominciare.
Emergenza ricostruzione

Diversamente dai discorsi programmatici di Moro, che sfondavano le due ore, Gentiloni se l’è sbrigata in 17 minuti, compresa l’interruzione per l’unico applauso a scena aperta, strappato dicendo che occorre «rasserenare il clima politico» (concetto ripreso in sede di replica: «Il Parlamento non è un social network»). Zero sciabolate, soltanto un buffetto ai grillini assenti dal dibattito («I paladini della Carta nel momento più importante non ci sono»). Più sostanziosa la lista delle questioni urgenti. Al top il premier indica la ricostruzione delle zone terremotate, dove presto si recherà personalmente e giovedì farà ritorno il Presidente della Repubblica. Poi, sempre in ossequio al mandato di Mattarella, colloca gli impegni di politica internazionale. Il primo coincide con il Consiglio europeo di domani, dove verrà al pettine il nodo dell’immigrazione e della ripartizione dei pesi.

La promessa ai ceti medi

Nella gerarchia di Gentiloni, al terzo posto viene la sicurezza dei cittadini, dunque «il contrasto alla criminalità organizzata». Quarta la difesa delle banche, con il governo «pronto a intervenire per garantire la stabilità degli istituti e il risparmio», anche se «il sistema è solido» (qui si è levato un brusio, ma forse l’ha detto per carità di Patria). A questo punto il premier si è impegnato a completare la riforma del lavoro, ad attuare l’Ape (anticipo pensionistico), a riformare la PA, ad aggiornare il processo penale e a stendere il Libro bianco della Difesa. Ma i veri cavalli di battaglia saranno «la difesa dei ceti medi più disagiati» e «l’impegno per il Mezzogiorno» riassunto nello slogan: «Lavoro, lavoro, lavoro». Il discorso è stato approvato con 368 sì e 105 no. Oggi si replica in Senato, dove grillini e Lega ripeteranno il gesto di abbandonare l’aula al momento del voto, nonostante ciò rappresenti un «aiutino» al governo cui basteranno 137 voti per ottenere la fiducia, anziché i canonici 160. Sulla carta Gentiloni ne avrebbe qualcuno in più, ma c’è curiosità di contare i voti del governo dopo l’addio di Verdini. L’attività legislativa potrebbe risentirne, specie nelle commissioni dove senza Ala la maggioranza balla. Ma per tornare sui loro passi, i verdiniani non si accontentano di 4-5 poltrone minori: «Sono solo le briciole del pasto», ringhia D’Anna, «e noi non le raccogliamo»

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Hamsik: “Contento di giocare in questo club, tra me e i tifosi feeling pazzesco. Sarri? Pignolo ma gli vogliamo bene”

Il capitano azzurro Marek Hamsik ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Canale 21. Ecco quanto evidenziato:
“Bella soddisfazione personale avere così tanti gol da centrocampista, ma contano più gli interessi della squadra. Ho sempre detto che sono contento di stare qua, voglio restare più a lungo possibile e scrivere pagine di storia del club”.
Rapporto con i tifosi? “E’ eccezionale, tra me e loro c’è un feeling eccezionale. Mi vogliono troppo bene e cerco di ripagare il loro affetto con i miei gol”.
Su Maradona:E’ stato il numero uno della storia del Napoli, si parla sempre di lui”.
Real Madrid?Il nome dice già tutto, un club pieno di storia. Sono contento di aver preso loro, sarà emozionante affrontarli”.
Che aria si respira nello spogliatoio azzurro? “Siamo un gruppo molto allegro a cui piace scherzare. Lo facciamo anche su whatsapp, siamo continuamente in contatto. Abbiamo individui molto simpatici come Pepe, Omar, Dries, Lorenzo, Sepe. Ci piace molto ascoltare musica. Ognuno ha il suo genere ma i veri dj sono El Kaddouri e Koulibaly”.
Sull’ addio di Higuain: “Non sapevo nulla, ma non mi stupisce. Il calcio è fatto così, i calciatori vanno e vengono. I tifosi l’hanno presa malissimo, io ho ancora un ottimo rapporto”.
Dove può arrivare questo Napoli? “Da un paio di anni a questa parte stiamo facendo davvero bene, ci manca un piccolo passo per fare qualcosa di grosso”.
Rapporto con Sarri? E’ uno pignolo, a cui piace lavorare tantissimo anche fuori dal campo. Un vero malato di tattica. Ci rimprovera sempre, ma in un modo tutto suo che ci fa anche ridere. Tutti gli vogliono bene”.
E con Benitez? “Ottimo rapporto, è un vero professionista. Non avevo problemi con lui, non ne mai avuti con nessun allenatore. Il modulo e il tipo di lavoro era diverso, mi faceva giocare in un’ altra posizione. Personalmente preferisco giocare da mezzala”.
Hamsik scaramantico? “Tendo a vestirmi sempre allo stesso modo ma non bacio i santini. Le promesse non si fanno, ma il fatto di essere qui da 10 anni dimostra quanto tenga veramente a questo club”.

Matera- Juve Stabia, le pagelle

Termina in parità il match d’alta classifica tra il Matera e la Juve Stabia. Sospeso per nebbia al 37′ dello scorso 26 novembre sull’1-1, la gara è ricominciata oggi ed è terminata 2-2. Di Iannini e Casoli le reti materane, mentre Capodaglio e Lisi hanno segnato per le vespe. Le due squadre sono seconde a pari merito con 36 punti in classifica. Ecco le pagelle delle vespe:

RUSSO 6.5: Compie almeno 3 interventi importanti. Uno decisivo su Carretta lo scorso 26 novembre, uno su Meola e uno su Negro quest’oggi.

CANCELLOTTI 6: Soffre un po’ le sortite offensive della squadra lucana ma nel complesso disputa una gara sufficiente.

“AMENTA 4.5”: Gioca i primi 37 minuti molto male. Per fortuna delle vespe la gara fu rinviata e il difensore, in questi giorni, ha rescisso il contratto

MORERO 5: Si fa sorprendere praticamente sempre dagli attaccanti avversari.

ATANASOV 5.5: Cerca di tenere in piedi la baracca ma spesso sbanda anche lui.

LIOTTI 5: Non commette errori gravi come in altre occasioni ma anche oggi l’azione del gol parte dalla sua zona. Carretta lo supera con facilità.

IZZILLO 5.5: Partita anonima per lui, esce presto per stanchezza.

CAPODAGLIO 6: Oggi gara mediocre per lui, lo scorso 26 novembre trovò l’eurogol che valse il momentaneo 1-1

SALVI 5.5: Ha l’occasione di segnare l’1-3 ma tira debolmente. Meglio delle altre volte.

KANOUTE 6.5: Una freccia. Piccinni non lo prende praticamente mai, dai suoi piedi parte l’assist per il gol di Lisi.

DEL SANTE 6: Fa a sportellate con De Franco e compagni.

LISI 6.5: Gara di sacrificio per lui. Aiuta Liotti a difendere e si lancia in attacco con le sue scorribande. Trova il gol del momentaneo 1-2.

MASTALLI 6: Entra per aiutare a difendere ed eventualmente ripartire in contropiede. Sufficiente.

MAROTTA: SV

Clemente Filippi: “Punto guadagnato in una gara anomala” VIDEO

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Dopo il pareggio ottenuto dalla Juve Stabia a Matera, si è presentato in sala stampa il dg della Juve Stabia Clemente Filippi.

Ecco le sue parole:

“Avevamo iniziato bene ma poi è subentrata un po’ di stanchezza a causa delle troppe gare ravvicinate. Il calendario è fitto e non ci voleva questa gara oggi ma ormai è andata così, ci prendiamo questa nuova esperienza e andiamo avanti. Dispiace per i tifosi che hanno speso tempo e soldi in più per una gara che andava anticipata sin dall’inizio. È stata la prima gara in cui abbiamo avuto un po’ di fortuna. Ora dobbiamo arrivare a gennaio al meglio facendo più punti possibili e poi nel mercato, chi di dovere, saprà cosa fare. Amenta? Rescissione consensuale, ci aspettavamo di più da lui.”

Salvatore Sorrentino

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Il Podio Gialloblù di Matera – Juve Stabia 2 – 2

Nel recupero della gara della 15esima giornata, sospesa per nebbia, Matera e Juve Stabia pareggiano 2 – 2. Ad i gol della prima frazione, segue una rete per parte anche nella ripresa

PODIO

Medaglia d’oro: a Francesco Lisi la cui vena realizzativa si accende in trasferta. Il calciatore romano può ormai essere definito come il “Giaccherini” della Juve Stabia, grazie alla sua duttilità fuori dal comune che gli consente di giocare, e rendere bene, in svariate posizioni. In questa stagione Lisi è stato schierato come esterno alto, a destra ed a sinistra, come mezz’ala a centrocampo, come terzino destro e nella scorsa gara anche da terzino sinistro. Oggi, tornato nella sua posizione naturale, il 23 ha ripreso a macinare kilometri sulla fascia, accendendosi poi sotto porta come spesso succede. Da opportunista è il tap-in ravvicinato con cui Lisi regala, non senza qualche brivido, il vantaggio alle Vespe, festeggiato poi insieme all’amico Capodaglio mimando l’accensione proprio di una Vespa. Prestazione di quantità e qualità.

Medaglia d’argento: a Yaye Kanoute, ancora decisivo in zona gol. Se sabato era stato proprio lui a sbloccare il risultato, questa volta Yaye regala il vantaggio a Lisi con una azione tambureggiante sull’out destro. Doppio dribbling sugli avversari e cross teso ideale per i compagni al centro dell’area. Altra partita di sostanza del senegalese, sempre una spina nel fianco per gli avversari ed allo stesso tempo bravo ad aiutare i compagni anche nella fase di copertura. Spesso infatti si vede come il numero 7 sia nella propria area di rigore, pronto a spazzare la palla ed allontanare la minaccia del Matera.

Medaglia di bronzo: a Danilo Russo, che abbassa la saracinesca gialloblù. L’ex di giornata fa disperare i tifosi lucani con interventi reattivi e decisivi, che danno un contributo enorme al buon pareggio portato a casa dalla Juve Stabia. L’estremo difensore stabiese è perfetto nel respingere le conclusioni degli attaccanti del Matera, che, soprattutto nella seconda metà della “ripresa”, arrivano con estrema facilità dalle sue parti. Russo è bravo ad intervenire sia sui palloni alti che sulle conclusioni basse: proprio dopo il pareggio dei padroni di casa, il numero 22 è decisivo con la sua respinta sul colpo di testa quasi a botta sicura di Meola.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: alla poca personalità mostrata oggi dalla squadra di Fontana. Difficile giocare su un campo come quello di Matera, contro un organico forte e ben guidato da un allenatore che in Lega Pro è una garanzia. La Juve Stabia ha accusato i fattori appena elencati e, dopo il gol arrivato un po’ a sorpresa, si è sgonfiata progressivamente. La rete di Lisi ha dato via ad un monologo dei lucani, che hanno sovrastato le Vespe, più che sul piano prettamente tecnico, su quello invece della personalità. Solo un grande Russo e tanta imprecisioni del Matera in zona gol hanno impedito che la supremazia dei padroni di casa andasse ad intaccare anche il risultato di parità.

Medaglia d’argento: alla difesa, in costante e netta apprensione per tutta la durata di questo recupero di gara. Le defaillance hanno contraddistinto tutta la fase difensiva ed i movimenti della retroguardia della Juve Stabia, spesso sorpresa dalle incursioni degli uomini di Auteri. Purtroppo a spiccare è stato ancora una volta Liotti, dalla cui zona di copertura sono partiti gli attacchi più pericolosi alla porta di Russo. Anche l’occasione più ghiotta per il Matera, e clamorosamente sprecata da Negro, è stata avviata da un bizzarro colpo di testa proprio di Liotti che ha rimandato indietro un rinvio del suo portiere.

Medaglia di bronzo: alla prestazione di Izzillo, meno brillante del solito. Il terreno di gioco ed il tipo di gara, maschia e basata molto più sul confronto fisico che tecnico, non hanno certo favorito il centrocampista sardo, le cui verticalizzazioni sono state quasi del tutto assenti. Giusta la sostituzione scelta da Fontana, così da concedere ad Izzillo qualche energia in più in vista delle ultime due partite dell’anno.

Raffaele Izzo

Hamsik: “Che emozione sfidare il Real! Non contano i miei gol, ma quelli della squadra”

Le sue parole

Parola al capitano. Marek Hamsik, in un momento così felice per lui, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Canale 21 per la trasmissione “Come non li avete mai visti” che andrà in onda questa sera alle 20.40 ed alle 23.30.

Qui riportiamo alcune dichiarazioni in anteprima: “Il Real Madrid uno del club più forti al mondo. Sarà emozionante affrontarli” così Marek Hamsik nell’intervista rilasciata

Hamsik a quota 105 gol in maglia azzurra superando Edinson Cavani, è terzo in classifica nella storia dei gol nel Napoli:  “È una soddisfazione personale – ha detto – ma contano di più i gol della squadra “ .

Marek ha parlato anche di Diego Armando Maradona, a 10 gol di distanza nella speciale classifica delle reti realizzate nella storia del Napoli. “É stato il numero uno. Qui si parla sempre di lui e si sente la sua presenza”.

Gonzalo Higuain, il rapporto con gli allenatori Sarri e Benitez e tante curiosità sullo spogliatoio azzurro e personali sono stati i temi affrontati nel corso dell’intervista realizzata a Castelvolturno.

 

Francesco Lisi: “Gol importante e punto d’oro” (VIDEO)

Dopo il pareggio ottenuto dalla Juve Stabia per 2-2 a Matera nel prosieguo del match interrotto sull’1-1 lo scorso 26 novembre, si è presentato in sala stampa l’esterno delle vespe, autore del gol odierno, Francesco Lisi.

Ecco le sue parole:

“Siamo venuti qua con la consapevolezza di affrontare una grande squadra. Ho sfruttato le mie caratteristiche e siamo stati bravi a fare gol. Poi ci hanno messo sotto trovando la rete, giusta a mio avviso. Matera è un campo difficile come tutti. Al ritorno verranno loro al Menti e sarà dura per loro. Il gol? Kanoute ha crossato bene e ho sfruttato la respinta corta di Alastra, per fortuna è entrata dopo aver toccato la traversa. Ora sto meglio e piano piano sto migliorando. Ho giocato in ruoli non miei per aiutare la squadra, oggi sono tornato nel mio ruolo e ho fatto gol. Da quando sono a Castellammare ho segnato molto, più dei miei standard. So di essere importante per il mister che ha tanta fiducia in me e io voglio ripagare questa fiducia. Amenta? Avevamo un buon rapporto, dispiace per la risoluzione ma sono cose personali. Finora ho giocato in tanti ruoli perché sono a disposizione del mister e continuerò ad esserlo.”

Salvatore Sorrentino

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Auteri: ”Abbiamo dominato la Juve Stabia. La nostra qualità verrà fuori alla fine” (VIDEO)

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Dopo il pareggio ottenuto dalla Juve Stabia per 2-2 a Matera nel prosieguo del match interrotto sull’1-1 lo scorso 26 novembre, si è presentato in sala stampa il tecnico dei bianco blu, Gaetano Auteri.

Ecco le sue parole:

“Quella di oggi era una partita anomala giocata in un periodo ricco di gare. Abbiamo dimostrato in due mezze gare diverse di essere superiori. Abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio e lo dimostrano i 3-4 pali presi in due spezzoni. Loro hanno capitalizzato il massimo, abbiamo assolutamente dominato. Eravamo stanchi ma ciò nonostante abbiamo dominato due spezzoni di gara. È stato un banco di prova e lo abbiamo superato. Nessuno ci mette sotto, ci prendiamo il punto e mi auguro che la Juve Stabia riconosca i nostri meriti, che ripeto sono stati chiarissimi. Abbiamo sempre avuto il sopravvento, loro hanno sfruttato un episodio, mi tengo il punto e la prova di forza. Arbitraggio? All’inizio ha iniziato male ma poi ha dimostrato di avere un metro di giudizio diventando equo. In 50 minuti abbiamo creato più di 6-7 palle gol, questo la dice lunga sulla partita e sulla nostra qualità. Ora recuperiamo un po’ di energie e pensiamo al Melfi. Chiaramente sia noi che le vespe siamo svantaggiato sabato avendo giocato oggi, il vantaggio è per gli altri.”

Salvatore Sorrentino

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Matera vs Juve Stabia (recupero 15ma giornata) 2-2

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Gaetano Fontana ai nostri microfoni dopo Matera vs Juvestabia (VIDEO)

Dopo il pareggio ottenuto dalla Juve Stabia per 2-2 a Matera nel prosieguo del match interrotto sull’1-1 lo scorso 26 novembre, si è presentato in sala stampa il tecnico delle vespe, Gaetano Fontana.

Ecco le sue parole:

“Ci è mancato il coraggio di credere in quello che stavamo facendo dopo essere andati in vantaggio. La qualità del Matera è nota e anche oggi lo ha dimostrato. Riconosciamo la loro superiorità perché sono la squadra che deve vincere il campionato. Abbiamo conquistato un buon pari e guardiamo avanti. Ci hanno messo in difficoltà come noi abbiamo messo in difficoltà loro. Qualche volta è andata male a noi e oggi è andata male a loro. Queste gare fanno parte della storia di un campionato. Ora dobbiamo lavorare su quello che ci ha detto il campo finora. Lecce, Matera e Foggia sono le favorite del campionato, poi ci siamo noi. Siamo lassù con orgoglio perché ce lo siamo meritato. Stiamo facendo cose incredibili e ringrazio i miei ragazzi per la disponibilità. Lisi e Salvi, il 26 novembre, non stavano bene e per questo non li avevo schierati. La formazione doveva essere così già la scorsa volta. Ora avremo pochi giorni per pensare alla gara di Taranto, un’altra difficile gara da affrontare al meglio.”

Salvatore Sorrentino

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Matera vs Juve Stabia (recupero 15ma giornata) 2-2

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Matera vs Juve Stabia (recupero 15ma giornata) 2-2

Recupero quindicesima giornata del campionato di Lega Pro per la Juve Stabia di mister Gaetano Fontana che è impegnata al XXI Settembre – Franco Salerno di Matera contro il Matera di Auteri per completare la partita sospesa al 37’ minuto del primo tempo per nebbia il 27 novembre u.s.

Giornata fredda in terra lucana, con il XXI Settembre- Franco Salerno che registra un buon numero di tifosi materani considerata la giornata feriale.

Discreta presenza di tifosi giunti da Castellammare per sostenere i ragazzi di Fontana.

I lucani vogliono continuare il trend più che positivo delle ultime tre giornate in cui hanno conquistato 3 vittorie compresa quella contro il Lecce.

Le vespe, invece, hanno l’obbligo di non perdere per restare agganciate al treno in vetta alla classifica. Il manto erboso dello stadio materano sembra in discrete condizioni.

Ecco le formazioni ufficiali:

MATERA (3-4- 3): ALASTRA, PICCINNI, INGROSSO,DE FRANCO, CASOLI, IANNINI, ARMELLINO, MEOLA, STRAMBELLI, CARRETTA, NEGRO. A DISP: BIFULCO, SCOGNAMILLO, MATTERA, LOUZADA, DELLINO, SARTORE, GIGLI, INFANTINO.

JUVE STABIA (4-3- 3): RUSSO, CANCELLOTTI, ATANASOV,MORERO, LIOTTI, CAPODAGLIO, SALVI, IZZILLO, KANOUTE, DEL SANTE, LISI. A DISP. BACCI, BORRELLI, PETRICCIUOLO, ZIBERT, MARROTTA, SANDOMENICO, CAMIGLIANO, ESPOSITO, MASTALLI, ROSAFIO, RIPA, MONTALTO.

37’: partiti!

Dopo due minuti di recupero finisce il primo tempo con le due squadre che badano più a non rischiare. In questa fase si è trattato più di un riscaldamento che di una vera frazione di partita.

Inizia la ripresa con gli stessi uomini

Al 3’ s.t errore di Lisi che si fa rubare palla, Negro prende palla e passa a Strambelli in mezzo all’area stabiese che calcia a rete da ottima posizione, ma il suo tiro viene smorzato da Morero e arriva docile tra le mani di Russo.

Goooollll della Juve Stabia: Al 5’ s.t della ripresa Salvi lancia Kanoutè che inj velocità si beve due avversari e mette in mezzo, Alastra prova a respingere ma arriva Lisi che a porta vuota realizza la rete del vantaggio satbiese.

Al 7’ s.t occasionissima per il Matera con Strambelli che serve Negro defilato sulla sinistra, l’attaccante del Matera solo davanti a Russo calcia alto.

Al 9 s.t. triangolazione Del Sante, Lisi, Salvi, tiro di quest’ultimo preciso ma non potente e Alastra blocca a terra.

Al 15 s.t. Carretta lanciato in contropiede si beve tutta la difesa della Juve Stabia, nell’occasione molto lenta, Atanasov strattona Carretta che cade a terra e chiede il fallo che non viene concesso dall’arbitro.

La Juve Stabia soffre la velocità degli avanti del Matera che ad ogni affondo creano pericoli per le vespe.

Al 19 s.t. occasionissima per il pareggio del Matera: Cross dalla sinistra di Casoli per Carretta che da due passi colpisce di testa la palla che sbatte clamorosamente sul palo.

Al 27 s.t.

Al 33 s.t. pareggio del Matera: Carretta se ne va sulla fascia destra evitando l’intervento di Liotti e Morero e crossa in mezzo per Casoli che a porta spalancata batte Russo. Il portiere della Juve Stabia protesta e viene ammonito.

Al 35 s.t. crossa dalla sinistra di Casola e Meola a pochi passi dalla porta colpisce di testa ma sulla strada del gol trova uno strepitoso Russo che gli nega la gioia.

Al 36 s.t. Fallo di Iannini su Capodaglio e ammonizione per il capitano del Matera. Esce Del Sante entra Marotta, Kanoute passa a fare la punta.

Al 42 s.t. per il Matera esce Ingrosso entra Scognamillo

Al 44 s.t. altro cambio per il Matera entra Gigli esce Meola

L’arbitro decreta due minuti di recupero.

Al 47 s.t. cross in mezzo per Iannini che dal dischetto di rigore non riesce ad inquadrare la porta avversaria.

Finisce qui il recupero, con la Juve Stabia che guadagna un pareggio prezioso in ottica campionato. Tra quattro giorni si gioca ancora, questa volta a Taranto contro la squadra di Prosperi per l’ultima partita del girone d’andata.

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Jorginho, l’ agente: “Sta giocando come un guerriero. Contro il Real sfida affascinante”

Joao Santos, agente di Jorginho, ha parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli. Ecco quanto evidenziato:

 
“Giocare gli ottavi di Champions League contro il Real Madrid è qualcosa di affascinante. Ora però bisogna pensare alla prossima sfida contro il Torino.
Jorginho è cresciuto molto, sta giocando come un guerriero tutte le volte che viene chiamato in causa. Molti direttori sportivi si complimentano delle sue prestazioni. Sicuramente il ragazzo è stimato da diverse squadre europee”.

Ass. Borriello: “Ci siamo incontrati con De Laurentiis, vuole partecipare attivamente al progetto San Paolo”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Ciro Borriello, assessore allo sport del Comune di Napoli. Ecco quanto evidenziato:
“Attacco diretto quello di De Laurentiis al Comune, andava trovato un punto di contatto. Ieri sera ci siamo incontrati con il presidente, il quale ha voluto chiarire le sue parole. Vuole avere tempi certi per i lavori e partecipare attivamente a questo progetto. Ha parlato degli altri stadi visitati in Europa, ci ha offerto personalmente la consulenza dei propri architetti. Di sicuro è nostra responsabilità presentare degli spogliatoi adeguati alla manifestazione che stiamo giocando.
Lavori? Partiranno lunedì 19 dicembre, nessun rischio di capienza ridotta per la sfida contro il Real Madrid. Sappiamo che il programma è di circa 90 giorni ma se vogliamo tutto pronto per il 7 marzo dovremo accelerare i tempi”.

Il 2° stage Christmas Goalkeepers vi aspetta allo stadio Italia di Sorrento nei giorni 27-28-29-30

Il 2° stage Christmas Goalkeepers vi aspetta allo stadio Italia di Sorrento nei giorni 27-28-29-30

La scuola per portieri Numero 1 in Tour è diventata un’eccellenza del nostro palcoscenico campano, ma che sta trovando grande diffusione anche fuori dalle mura amiche grazie ai tanto maestri di calcio protagonisti e alla collaborazione con il Milan. Il 2° stage Christmas Goalkeepers vi aspetta allo stadio Italia di Sorrento nei giorni 27-28-29-30 dicembre. Lo staff formato da Alessandro Pacifico, Amedeo Petrazzuolo, Ciro Fibiani, Marco Napolitano, Antonio Cuomo, Bartolo e Vincenzo Esposito, Domenico Torre e tanti altri, compresi illustri ospiti come alcuni portieri professionistici, responsabili tecnici AC Milan e tecnici della FIGC di Coverciano.