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Ritorna l’idea Kovacic: il centrocampista del Real fu contattato lo scorso anno

Ritorna l’idea Kovacic: il centrocampista del Real fu contattato lo scorso anno

Come riporta Il Corriere dello Sport, per il Napoli, il nome di Mateo Kovacic del Real Madrid, è rimasto «inchiodato» nel data base. L’estate scorsa ci fu un contatto reale tra il Napoli e la stessa società spagnola, ma non se ne fece più nulla anche perchè in azzurro è arrivato Marko Rog. Però quella fu una mossa e Kovacic, che gioca sempre poco, continua a rientrare tra i parametri tecnici ed anagrafici che potrebbero solleticare.

Le nuove cifre del quinquennale proposto a Insigne, i diritti d’immagine restano un fattore importante

Le nuove cifre del quinquennale proposto a Insigne, i diritti d’immagine restano un fattore importante

La Gazzetta dello Sport scrive sul futuro di Lorenzo Insigne: “Più complessa la trattativa riguardante il fantasista napoletano: dalla grande distanza dell’estate scorsa (2,5 milioni annui l’offerta e 5 milioni la richiesta per rinnovare) le parti si sono avvicinate. L’ultima offerta del Napoli ammonta a 3,2 milioni più bonus sino al 2022, con i diritti di immagine però totalmente a favore del club. Un fattore determinante e che nei mesi scorsi è costato già diversi contratti di sponsorizzazione a Insigne. Per questo Lorenzo e il suo entourage chiedono 4-4,5 milioni netti a stagione. Da definire pure la cifra della clausola rescissoria (sarebbe comunque valida solo per l’estero): De Laurentiis la vorrebbe fissare intorno ai 100 milioni”.

Opportunità e rischi della realtà aumentata

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Nel suo commento su La Stampa, Massimiliano Panarari affronta il tema della realtà aumentata che in un futuro molto vicino potrebbe sbarcare sui nostri smartphone. “Una rivoluzione cognitiva e sensoriale che mescola elementi fittizi all’ambiente reale” ma anche un’eventualità che “apre scenari da gestire bene” per evitare “di inseguire paradisi artificiali”.

L’ultima frontiera della realtà aumentata

L’iperreale in tasca. I continui riferimenti da parte di Tim Cook alla realtà aumentata, e le indiscrezioni sul massiccio impegno e investimento di Apple per dotare di questa tecnologia i prossimi modelli di iPhone, fanno presagire che stia per essere varcata l’ennesima frontiera.

La «realtà aumentata» ha smesso da qualche tempo di essere materia da romanzi cyberpunk per divenire «realtà pura e semplice» in vari settori, dalle simulazioni di volo ad alcune mostre d’arte e archeologiche. Ma con la sua potenziale estensione allo smartphone, ci troviamo alla vigilia del compimento di un autentico salto di qualità, perfino più degli occhiali su cui Apple pure starebbe lavorando (per rivaleggiare con Google Glass). Perché il «telefonino intelligente» è ciò che possiamo ormai considerare, in tutto e per tutto, alla stregua di un’appendice, in grado di farci stare nel nostro ambiente in maniera «potenziata»; una sorta di protesi post-umana (specie per le generazioni più giovani). Le esperienze individuali sono già vissute attraverso i media che rappresentano e filtrano l’universo in cui viviamo (un fenomeno riconosciuto nitidamente, alla fine della Prima guerra mondiale, dal grande giornalista e politico Walter Lippmann). E, di fatto, in questa nostra epoca, i mezzi di comunicazione di massa spesso già generano una realtà aumentata (si pensi soltanto al dilagare di photoshop), ossia la abbelliscono e arricchiscono, presentandone una versione più «godibile». Ma si tratta ancora di una fruizione «collettiva» eterodiretta: quando verrà messo sul mercato l’iPhone con l’augmented reality diventerà invece possibile risultare attori e performer del proprio habitat, riscrivendolo secondo i propri gusti e desideri, calandosi in un universo animato e interattivo (quasi fosse un videogioco) tutto personale. Una rivoluzione cognitiva e sensoriale sul serio, poiché la realtà aumentata mescola all’ambiente reale degli elementi fittizi, allargando altresì in modo straordinario le opportunità del marketing e gli strumenti di influenza della pubblicità.

Insomma, tra simulacri e fiction che trasforma l’immaginazione in oggetti reali, siamo alla realizzazione definitiva delle profezie di Jean Baudrillard sulle società postmoderne come regno della simulazione che sostituisce la realtà, e si fa iperrealtà. Ora, davvero, a portata di mano e tastiera, e a colpi di iPhone. Alla ipervetrinizzazione (come l’ha chiamata il sociologo Vanni Codeluppi) e alla costante messa in mostra di noi stessi si affianca la facoltà «prometeica» di rifare a nostro piacimento l’ambiente ravvicinato in cui ci muoviamo. E dall’autorappresentarsi con un selfie si passa all’agire dentro la (non solo virtuale) realtà aumentata. E scusate se è poco. Con un rovescio della medaglia, tuttavia, che apre scenari da gestire bene, se non si vuole finire sprofondati in una distopia alla Philip K. Dick. Si tratta del rischio evidenziato dalla psico-sociologa del Mit Sherry Turkle quando, nel suo libro Insieme, ma soli (Codice, 2012), raccontava dell’esperienza dei visitatori del parco della Disney «Animal Kingdom», i quali si rivelavano delusi dagli animali in carne e ossa perché meno interessanti e – giustappunto, tutt’altro che un paradosso nel mondo fattosi iperreale – dall’apparenza meno «realistica».

E, allora, per non «sognare come dei replicanti», e non inseguire dei paradisi artificiali, servono anche, più che mai, dei bagni quotidiani di realtà (da intendersi, in questo caso, come l’antitesi di una certa dilagante post-verità).

@MPanarari

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lastampa/L’ultima frontiera della realtà aumentata MASSIMILIANO PANARARI

Compromesso raggiunto tra i 27 dell’Ue a pochi giorni dalle celebrazioni sabato dei 60 anni dei Trattati di Roma

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Raggiunto un compromesso per riavvicinare i Paesi dell’Est Europa del gruppo di Visegrad, scettici sulla formula dell”Ue a più velocità.

Trattati Roma: chiusa dichiarazione, firmeranno in 27

Compromesso riavvicina Est Europa scettico su più velocità

BRUXELLES – I negoziati per limare il testo della dichiarazione che sarà siglata il 25 marzo al Campidoglio per i 60 anni dei Trattati di Roma si sono conclusi positivamente: è stato raggiunto un compromesso per riavvicinare i Paesi dell’Est Europa del gruppo di Visegrad, scettici sulla formula dell”Ue a più velocità. A quanto si apprende, il testo potrà ora essere firmato da tutti i 27 Paesi dell’Ue.

Renzi, il potere passi dalla burocrazia alla democrazia – “La cerimonia di Roma cade in un momento particolarmente importante e sarà l’occasione per insistere sulle nostre battaglie. Da quelle sulla ricerca, l’innovazione, la conoscenza a quelle sulla flessibilità e gli investimenti. Dall’immigrazione fino alla democrazia. Sì, la democrazia. Io penso che una delle sfide più grandi che abbiamo sia quella di trasferire sempre di più il potere europeo dalla burocrazia alla democrazia”. Lo scrive Matteo Renzi sull’e-news in vista dell’anniversario dei Trattati di Roma.

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Dijsselbloem: Il Perego d’Olanda

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Jeroen Dijsselbloem, presidente olandese dell’Eurogruppo, ha dichiarato al più autorevole giornale tedesco che le nazioni del Sud Europa “non possono continuare a spendere soldi in donne e alcol e poi chiedere aiuto”. Che a casa sua Dijsselbloem sia considerato un progressista getta un’ombra inquietante su che cosa pensino di noi, in Olanda, i regressisti.

Il Perego d’Olanda (Massimo Gramellini)

Quest’uomo ha inanellato tanti di quegli stereotipi da fare ammutolire un congresso internazionale di Bar Sport. Per ragioni molto simili, alla Rai hanno appena rimosso una conduttrice. Ma, a differenza della Perego, lui i testi se li scrive da solo. Strano, si pensava che ad Amsterdam avessero una certa pratica di pub e bordelli, e che spendessero qualche spicciolo anche dentro i coffee shop. Nelle classifiche sul tasso d’ubriachezza, l’Italia e le sue sorelle meridionali precedono di pochissimo l’Olanda, ma rimangono ampiamente dietro Germania, Ungheria e Danimarca. Quanto ai piaceri del sesso, ormai soppiantati dai brividi del calciomercato, una breve indagine tra le donne latine porterebbe Dijsselbloem a scoperte sconfortanti. Eppure a quelle latitudini continua a riscuotere un certo successo l’immagine del contribuente nordico che sgobba sotto cieli tristi per consentire a noi terroni di ballare il sirtaki in una damigiana di bordeaux con Penelope Cruz e Monica Bellucci vestite completamente di nero. L’Europa è disfatta. Restavano da disfare gli europei, ma si direbbe che siamo già piuttosto avanti col programma.

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corrieredellasera/Il Perego d’Olanda (Massimo Gramellini)

Socialisti Ue sconfessano Dijsselbloem per parole a Faz: ‘Sud spende per donne e alcol’

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Socialisti Ue sconfessano Dijsselbloem per parole a Faz, ma lui non si scusa. Renzi lo attacca: “Prima si dimette meglio è”. Compromesso dei 27 in vista delle celebrazioni. Gentiloni: “Da Roma parte scossa a Europa”

Ue: ‘Sud spende per donne e alcol’, bufera su Dijsselbloem

Socialisti Ue lo sconfessano, lui non si scusa per parole a Faz. Renzi lo attacca: “Prima si dimette meglio è”. Compromesso dei 27 in vista delle celebrazioni. Gentiloni: “Da Roma parte scossa a Europa”

“Durante la crisi dell’euro i Paesi del Nord hanno dimostrato solidarietà con i Paesi più colpiti. Come socialdemocratico do’ molta importanza alla solidarietà, ma hai anche degli obblighi, non puoi spendere tutti i soldi per alcol e donne e poi chiedere aiuto”: a causa di queste parole, pronunciate in un’intervista alla Faz, il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem si ritrova ora al centro di una bufera con i socialisti europei che si chiedono se sia ancora adatto al ruolo che ricopre e il M5S che ne chiede le dimissioni immediate.

Ad attaccarlo anche l’ex premier Matteo Renzi. “Il Presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem – scrive su Facebook – ha perso una ottima occasione per tacere. In una intervista a un quotidiano tedesco si è lasciato andare a battute stupide – non trovo termine migliore – contro i Paesi del sud Europa a cominciare dall’Italia e dalla Spagna. Penso che gente come Dijsselbloem, che pure appartiene al partito socialista europeo anche se forse non se ne è accorto, non meriti di occupare il ruolo che occupa. E prima si dimette meglio è. Per lui ma anche per la credibilità delle istituzioni europee”.

Compromesso raggiunto tra i 27 dell’Ue a pochi giorni dalle celebrazioni sabato dei 60 anni dei Trattati di Roma.

Mentre il premier Paolo Gentiloni in una lettera al ‘Messaggero’ parla di una “scossa” che “vogliamo che il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che celebreremo con i capi di Stato e di Governo della Ue il 25 marzo, sia un’occasione per rilanciare il nostro progetto comunitario e renderlo più adatto alle sfide che viviamo”. Lo scrive il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, in un intervento in apertura di prima pagina del Messaggero, a pochi giorni dall’anniversario del patto che ha portato la “superpotenza tranquilla” a “mostrare tutto il suo potenziale”.

L’intervista di Dijsselbloem ha da subito avuto una vasta eco in Spagna tanto che ieri, nella sua audizione alla commissione economica del Parlamento Ue, proprio alcuni deputati spagnoli gli hanno chiesto pubblicamente di scusarsi. Ma il presidente ha resistito, spiegando che nessuno doveva sentirsi offeso, che non è questione di Nord e Sud, ma che vale per tutti la regola che se vuoi solidarietà devi rispettare i vincoli e gli impegni, cosa che “anche l’Olanda a volte non ha fatto”.

Ma la sua spiegazione non è piaciuta al presidente del gruppo dei socialisti e democratici Gianni Pittella: “Non è la prima volta che Dijsselbloem esprime opinioni economiche e politiche che contraddicono la linea della famiglia progressista europea.

Ora con queste parole scioccanti e vergognose alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, è andato molto oltre usando argomentazioni discriminatorie contro i Paesi dell’Europa del Sud. Non ci sono scuse o ragioni per usare un tale linguaggio specialmente da uno che è dovrebbe essere progressista”, ha aggiunto. “Mi chiedo davvero se una persona con queste convinzioni possa ancora essere considerato adatto a fare il presidente dell’Eurogruppo”, conclude Pittella. E il M5S ne chiede le immediate dimissioni, e chiede a Padoan di prendere le distanze.

L’olandese, ministro delle finanze uscente, resterà presidente dell’Eurogruppo fino a che non sarà formato il nuovo Governo, che potrebbe impiegare parecchi mesi a nascere. Sostenuto dai tedeschi, è stato riconfermato nel 2015 per un secondo mandato avendo la meglio sullo spagnolo Luis De Guindos, che punta ancora a prendere il suo posto.

Intesa con Berlino per sbloccare l’ accoglienza migranti

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In un colloquio con Grazia Longo il ministro dell’Interno Marco Minniti rilancia il piano di collaborazione europea sui migranti e annuncia “un’intesa con la Germania per sbloccare l’ accoglienza”. Berlino non è l’unico Paese a essere coinvolto: “Anche Svizzera e Austria apriranno le porte a quote di rifugiati”. Quanto al futuro Minniti ha le idee chiare: “Si dovrà lavorare per trovare un accordo con l’Egitto”.

Minniti: “L’intesa con la Germania per sbloccare l’ accoglienza”

Il ministro dell’Interno rilancia il piano di collaborazione europea: «Anche Svizzera e Austria ora apriranno le porte a quote di rifugiati»

ROMA – C’è la convergenza tra Roma e Berlino al cuore dell’accordo sui migranti raggiunto al vertice di Roma di lunedì. La Germania, con la sua decisione di accogliere 500 migranti al mese, spiega a «La Stampa» il ministro Marco Minniti, ha sbloccato la situazione. «E ora anche Austria e Svizzera hanno promesso di aprire le porte a quote significative di migranti», portando per la prima volta i paesi dell’Europa centrale ad aiutare concretamente l’Italia nel fronteggiare la marea dei profughi.

 

Il ministro dell’Interno getta un’occhiata distratta al computer con le agenzie di stampa e alla televisione fissa su un canale all-news. Nell’ampio ufficio al secondo piano del Viminale assapora la soddisfazione per l’apertura di Vienna e di Berna nella gestione dell’emergenza immigrazione. Non si tratta di gesti di generosità ma di scelte politiche frutto di un intenso lavoro diplomatico con la Germania, «nel contesto di un rafforzamento dell’intesa tra Roma e Berlino», come ha anticipato il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans sulle pagine nel nostro giornale sabato scorso. È solo un primo spiraglio, certo, ma all’indomani del Gruppo di contatto Europa-Africa settentrionale, nel governo iniziano a mettere in fila i segnali positivi. Il piano di collaborazione europeo, oltre a Germania, Austria e Svizzera, vede coinvolte infatti anche Francia e Slovenia; e sul fronte africano, la Libia, la Tunisia e l’Algeria, mentre la diplomazia italiana e il Viminale puntano ora ad ampliare l’intesa anche con Egitto e Niger. La strategia è duplice: da una parte convincere i paesi africani a riprendersi i clandestini, dall’altra ricevere aiuti dai partner europei per ricollocare nell’Ue parte dei richiedenti asilo.

Minniti scorre sul computer gli ultimi dati degli sbarchi e fa il punto sulla cooperazione con la sponda Sud del Mediterraneo: «Oltre il 90 per cento dei flussi arriva dalla Libia, ma nessuno di loro è cittadino libico, provengono prevalentemente dall’area subsahariana. Il resto viene dall’Egitto, il secondo punto di snodo dei flussi migratori verso l’Italia. E mentre con il Niger è più vicina una collaborazione per favorire i controlli al confine a Sud della Libia, con l’Egitto stiamo ancora lavorando». Il fatto è che tra Roma e il regime di Al Sisi resta ancora il macigno del caso Regeni. È essenziale che prima si risolva in maniera trasparente e definitiva l’inchiesta per scoprire colpevoli e mandanti dell’omicidio.

La via diplomatica, la strada del dialogo, è l’unica perseguibile anche per gestire i conflitti interni alla Libia. «La stabilizzazione del Paese è preziosa sia per governare il fenomeno dei trafficanti di essere umani, sia per il benessere socio economico interno – osserva Minniti -. La partecipazione del premier Fayez Al Sarraj al meeting di Roma testimonia quanto ritenga importante contrastare i trafficanti: sottraendo loro la sovranità criminale si contribuirà alla stabilità politica della Libia e alla sua ripresa economica e sociale». Al Sarraj resta sicuramente l’interlocutore privilegiato, perché l’unico riconosciuto dall’Onu, ma non si tralascia neppure il confronto con il generale Khalifa Haftar a Tobruk, nell’Est della Libia. «Il nostro ambasciatore di recente è stato a Tobruk con l’obiettivo di mantenere un canale aperto. La stabilizzazione militare non solo è sbagliata ma anche irrealistica. Si aprirebbe un’avventura drammatica di guerra civile, con un pericoloso salto all’indietro fino al 2011, che produrrebbe un’emergenza umanitaria epocale».

Minniti non si nasconde l’importanza della posta in gioco. L’immigrazione incontrollata rischia di far saltare gli equilibri democratici del Continente, alla vigilia di importanti elezioni. Sull’approccio strategico per governare l’emergenza migratoria «si gioca il futuro dell’Europa».

Il gruppo di contatto del Mediterraneo centrale, per il ministro, «può rappresentare un passo importante, una cooperazione rafforzata che spinge l’Europa ad affrontare unita una sfida che finora sembrava essere rimasta circoscritta al nostro Paese. Si tratta di mettere da parte egoismi e chiusure nel nome di un’Europa mai messa in discussione come in questo momento». La sfida, da qui alle elezioni, è allora quella di far tornare nei cittadini l’immagine dell’Europa «come una risorsa che, nonostante il buio delle minacce del populismo e della destra xenofoba, sa trovare lo slancio per guardare al futuro». Anche a questo serviranno le celebrazioni a Roma, sabato prossimo, del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma. Una quarantina le personalità attese, tra capi di Stato, di governo e vertici dell’Ue. Una prova da brivido per chi deve gestire la sicurezza della Capitale.

Sono previsti, infatti, almeno sei diversi cortei e sit-in: il più numeroso e a rischio è quello dei movimenti della piattaforma Eurostop, che raccoglie varie sigle (dai No Tav ai Cobas, dai centri sociali italiani e europei, a varie sigle comuniste). Roma sarà una città blindata ma, come conclude il numero uno del Viminale, «pronta a gestire l’evento con un dispositivo a garanzia della sicurezza delle personalità invitate e dei cittadini che hanno il diritto di godersi quella che è di fatto una festa. Non sarà impedito di manifestare il dissenso, in ogni democrazia ciascuno può esplicitare il proprio punto di vita, ma c’è un limite inaccettabile. Quello della violenza. Un evento quindi che affronteremo con tranquilla fermezza».

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lastampa/Minniti: “L’intesa con la Germania per sbloccare l’accoglienza” GRAZIA LONGO

FOTO- Marek Hamsik vince il pallone d’oro slovacco

FOTO- Marek Hamsik vince il pallone d’oro slovacco

Marek Hamsik ha vinto per la quarta volta consecutiva, e sesta volta complessiva, il pallone d’oro slovacco. Su 33 giurati, il calciatore azzurro è stato supportato dalla maggioranza, con un totale di 32 voti.

Chiriches: “Napoli, tanti pregiudizi ma nulla di vero. Sto bene”

Chiriches: “Napoli, tanti pregiudizi ma nulla di vero. Sto bene”

Ai microfoni di ProSport, è intervenuto il difensore azzurro Chiriches, il quale ha dichiarato:  “I tifosi vivono ancora nel mito di Maradona, e lo trasmettono ai giocatori. Prima di arrivare a Napoli ho sentito molte storie negative sul suo conto, ma non ho mai avuto alcun tipo di problema. Compagni? Ho legato molto con Allan, Jorginho, Strinic e Rog”.

Europeo under 21, Milik in bilico: “Devo parlare con i miei allenatori”

Europeo under 21, Milik in bilico: “Devo parlare con i miei allenatori”

Ai microfoni di una emittente polacca, Milik, attaccante del Napoli, ha dichiarato: “Europeo under 21? Non lo so ancora, bisogna pensare a tutti i pro e i contro, ma un riposo adeguato dopo la stagione è importante. Vedremo, ne parlerò con i miei allenatori”.

Hamsik: “Sarri mi ha migliorato, il 2016 è stato il mio anno migliore”

Hamsik: “Sarri mi ha migliorato, il 2016 è stato il mio anno migliore”

Marek Hamsik ha vinto per la quarta volta consecutiva il pallone d’oro slovacco. Ecco quanto dichiarato dal capitano azzurro: “Con Sarri le mie prestazioni sono migliorate, probabilmente il 2016 è l’anno migliore della mia carriera. A cinque gol da Maradona? Sarà un grande evento, essere il capocannoniere storico del Napoli sarebbe speciale. Non so se ci sarà una festa con lui, vedremo (ride). Lo abbiamo visto prima della sfida col Real, ci ha trattati con affetto e incoraggiati, è stato un bel gesto”.

Vivendi chiede risarcimento a Mediaset per campagna diffamatoria

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Colpi e contraccolpi tra le due holding, che hanno in pugno l’arma delle querele. Tra il gruppo francese Vivendi e Mediaset, sono in corso dei procedimenti che ora sono al vaglio dell’ottava Sezione Civile del Tribunale di Milano. Una sfida che nessuno dei due intende perdere; Mediaset ha citato in giudizio Vivendi, che nell’aprile scorso aveva sottoscritto un accordo ed  e poi è venuta meno ai vincoli delle clausole contenute nel contratto. Il gruppo francese, che si è sentito assediato da una campagna ritenuta dai suoi legali ‘diffamatoria’, ha a sua volta depositato una domanda riconvenzionale di risarcimento.

Mediaset mira a rendere esecutivo il contratto regolarmente firmato lo scorso anno dai francesi, e ad un risarcimento danni che dovrebbe essere di 1 mld e mezzo di euro. La penale è stata calcolata secondo la somma di 50 mln per ogni mese di ritardo che Vivendi avrebbe causato nell’adempimento e rispetto delle clausole, partendo dalla seconda metà del 2016.

Ma il biscione non sembra soddisfatto, e impone dure condizioni dopo il disimpegno del gruppo francese. Fininvest, nell’ambito del contenzioso aperto lo scorso anno, presenta il suo conto ed esige un risarcimento per i danni subiti a causa della leggerezza dimostrata sugli impegni vincolanti sottoscritti, e chiede per questo 570 mln di euro, ai quali si aggiungerebbero le sanzioni per la svalutazione delle azioni Mediaset, provocata, secondo Fininvest, dal disorientamento causato nel mercato.

Le azioni avrebbero potuto avere un maggiore apprezzamento, secondo la holding italiana, se Vivendi avesse portato a buon fine l’operazione. A tutto questo si sarebbe aggiunto il danno all’immagine della Fininvest, e anche qui si chiama in causa il reato di diffamazione, si allude in particolare alle dichiarazioni rilasciate  dal Ceo De Puyfontaine al Financial Times.

Commentando infatti le ragioni del contenzioso su Mediaset Premium, l’Ad De Puyfontaine, ha dichiarato che “è stato siglato un accordo ad aprile 2016, ed è stato in seguito appurato che le informazioni fornite erano fuorvianti, si è cercato quindi di trovare una soluzione per una situazione che non ci soddisfaceva”.

Per quel che riguarda l’inchiesta della procura di Milano per aggiotaggio, in seguito all’esposto di Mediaset, il Ceo afferma che le accuse sarebbero “infondate e offensive”. Si dice fiducioso sulla conclusione della vicenda giudiziaria, perché “non vi è nulla di sostanziale nelle accuse”.

Nessuno sconto, dopo le schermaglie, tutto è finito agli avamposti delle vie legali, e la battaglia ora è nelle mani dei rispettivi difensori.

Intanto, Vincenzo Perozziello, giudice della sezione civile del Tribunale di Milano, ha unito i due procedimenti, quello presentato da Mediaset e Fininvest.
La reazione, sul piano legale, è scattata nell’agosto scorso, quando Mediaset ha appurato che Vivendi non operava in modo chiaro nei confronti degli impegni presi ad aprile, dopo avere siglato il contratto di acquisto di Premium. Ad ottobre, Mediaset, aveva poi depositato nella Procura di Milano, un’istanza cautelare contro il gruppo francese, chiedendo il sequestro del 3,5% del capitale, che avrebbe dovuto essere trasferito, secondo gli accordi, in azioni a Mediaset, quale controvalore per l’acquisizione di Premium.

Tuttavia, com’è noto, i francesi hanno fatto un passo indietro, e secondo il biscione, avrebbero messo in atto una ‘scalata sleale’ nei confronti di Mediaset, con strategie truffaldine.
Tramite la stampa, la famiglia Berlusconi aveva fatto sapere che si sarebbe difesa “con ogni mezzo e in tutte le sedi, visto che dall’altra parte, con l’inganno, si fa scempio delle leggi del mercato.”

Le ostilità sono ancora aperte, e sarà il Tribunale di Milano a pronunciarsi sui procedimenti in corso.

 

PARIGI – Dopo il “Penelope gate” che ha travolto Fillon, nella bufera finisce Bruno Le Roux

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Il ministro dell’Interno, Bruno Le Roux, si è dimesso dal suo incarico nel governo, in seguito alle rivelazioni sull’assunzione delle figlie minorenni come collaboratrici in parlamento.

“Le figlie minorenni assunte in Parlamento”, si dimette il ministro dell’Interno francese

Dopo il “Penelope gate”, l’affaire Le Roux: due mesi dopo l’inizio dello scandalo che rischia di “azzoppare” la corsa all’Eliseo del candidato conservatore, Francois Fillon, finisce nella bufera per un’analoga vicenda il ministro dell’Interno, Bruno Le Roux. Anche lui, che fu capogruppo socialista all’Assemblee Nationale tra il 2012 e il 2016, ha fatto contratti alle due figlie, assumendole come collaboratrici parlamentari quando erano ancora studentesse. Dopo le rivelazioni di una trasmissione televisiva, il ministro è stato convocato dal premier Bernard Cazeneuve.

Secondo la trasmissione Quotidien dell’emittente TMC, Le Roux ha impiegato per vari periodi durante l’estate le due figlie, quando avevano 15 e 16 anni, tra il 2009 e il 2016, per un totale di 55.000 euro. Le due figlie dell’esponente socialista, oggi ministro, firmarono rispettivamente 14 e 10 contratti come assistenti parlamentari del padre. Il primo di questi contratti, 12 giorni di durata, fu firmato quando la maggiore aveva 15 anni (l’età minima per lavorare in Francia è di 16 anni, ma a determinate condizioni si possono fare contratti ad adolescenti durante le vacanze scolastiche). Il ministro si è difeso, sostenendo che le ragazze non hanno mai lavorato in modo continuato e che è normale fare contratti di lavoro a minorenni che vanno ancora a scuola, perché consentono loro di fare esperienza ed arricchiscono il curriculum. Ma secondo TMC, alcuni di questi contratti si sovrapposero a periodi in cui le due ragazzine erano in realtà all’estero per periodi di stage o studio (in un caso una aveva contemporaneamente scuola a Parigi).

Adesso il ministro è stato convocato dal premier a cui dovrà spiegazioni (un fonte dell’entourage di Cazeneuve ha spiegato che i due uomini si vedranno «nel corso della giornata»). Nel frattempo si è sollevata la destra, che contesta il fatto che non sia stata ancora aperta un’indagine, a conferma – dice l’entourage di Fillon, formalmente indagato per il reato di malversazione – che la giustizia è a doppio binario.

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Turi a Il Pungiglione: “Il nostro obiettivo minimo sono i playoff in tutte la categorie. Stima? Qualcuno non sa cosa sia!”

In esclusiva le dichiarazioni di Alberico Turi

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il Direttore Responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Alberico Turi.

La Berretti ha dovuto riposare, doveva giocare a Catanzaro. Soste che minano il ritmo…

“Una sosta forzata e anticipata. Era fissata il 1° aprile, l’abbiamo fatta ora”.

Under 17 e 15, erano impegnate a Foggia. La squadra di mister Di Somma ha vinto con un 3-0 che non ammette repliche e che rilancia per i playoff ancora di più

“Due ostacoli, sia per gli Under 15 e per gli Under 17. I ragazzi di Belmonte non dovevano prendere sotto gamba il fanalino di cosa: lo hanno fatto, invece, e hanno stentato nel primo tempo per poi chiudere alla grande la partita nella ripresa, anche se nella prima frazione vuoi per la giornata di grazia del portiere del Foggia, vuoi per i nostri attaccanti che hanno fallito qualche gol di troppo non si è riusciti a chiudere con altro risultato. Nell’intervallo, mister Belmonte ha dato la scossa. Gara molto più difficile per gli Under 17 che hanno vinto, ma che hanno affrontato una squadra all’ultima spiaggia per rilanciarsi in chiave playoff. Si è sbloccata a metà primo tempo con un bel gol di Del Prete, poi la sua doppietta e il 3-0 di Capasso. Dentro c’è stato del loro meglio”.

Anche gli Under 15, dopo la Berretti, sono già ai playoff

“Raggiungere i playoff era l’obiettivo che ci siamo prefissati. Benvenga che attraverso il gioco ci siano anche i risultati. Ora aspettiamo gli Under 17 all’arrivo di questo traguardo. Alla ripresa ci sarà una gara importantissima contro una diretta concorrente. Uno scontro diretto, per fortuna in casa, ci giocheremo gran parte dei playoff tra 15 giorni”.

Non fa più notizia la convocazione di Pistola negli Under 17

“Il ragazzo riesce ad entrare negli schemi di Di Somma senza problemi. Si propizia diverse occasioni, è stato però sfortunato sui tanti fuorigioco che gli sono stati fischiati contro. Forse troppo pignolo l’assistente che l’ha fermato anche quando non c’era. Questa cura Under 17 gli farà bene”.

Gli allievi regionali vincono 3-2 contro la Bagnolese

“Privi di bomber Pistola hanno vinto. Ogni tanto bisogna tornare con i piedi per terra e rispettare l’avversario. Erano sotto di due gol, ma hanno ribaltato il risultato. Anche qui Macone si è fatto sentire negli spogliatoi e il risultato si è capovolto”.

Per i giovanissimi regionali sconfitta di lusso contro la Mariano Keller

“La Mariano Keller vincerà il campionato giovanissimi regionali. La nostra crescita, noi 2003, c’è stata: perdemmo all’andata 5-0, tenendo per 35 minuti. Sabato siamo arrivati fino alla fine e per un niente non siamo riusciti ad ottenere un risultato positivo. Dal punto di vista del gioco, siamo soddisfatti. Meno per la sconfitta. Siamo sulla buona strada”. 

Attività di base…

“Un pareggio con l’Atletico Nocera, 1-1: loro 2003 e noi 2004-2005. Avevamo 5 2005 in squadra”.

La scorsa settimana c’erano 5 Under 15 in Nazionale, quali saranno le prossime novità?

“Questa settimana avremo due Under 17 aggregati alla Berretti: sono Casella e Diomaiuta. Cercheremo di fare ancora una volta un passo importante verso la crescita di due ragazzi che hanno grandi qualità. Questi ragazzi sono con noi da 4 anni. Hanno fatto tutta la trafila dall’attività di base agli allievi nazionali. Spero di vedere questi ragazzi in qualche palcoscenico importante, la cosa più importante che possa gratificare in un settore giovanile. Difficile avere una gratificazione in altri termini da chi dovrebe dare una pacca sulla spalla a qusti ragazzi, cosa che accade in tutte le società e categorie. Ci sarebbero da fare delle intere trasmissioni per far capire alle persone che pensano di conoscere i personeggi e gli animi di chi lavoro che si sbagliano. Se questo è interesse economico o è solo voler credere nel proprio lavoro, nel proprio amico e se tradito dallo stesso prosegue per la propria direzione senza mai offendere o avere mancanze nei suoi confronti in tutti i termini. Molte persone scambiano il settore giovanile per qualcosa di astratto e diverso. Sono le cose che fanno male”.

Una serata fantastica la settimana scorsa

“Bello perchè i genitori ti gratificano, sono al tuo fianco e sono riconoscenti. Questa è la cosa importante. Operiamo nell’interesse dei ragazzi in maniera pulita e leale. Non nascondo che dopo la serata di mercoledì e dopo le Vespette, diversi genitori mi hanno chiamato e mandato messaggi così come i nostri addetti ai lavori. Attestati di stima che fanno bene più di qualsiasi interesse economico. Nella vita, dal punto di vista economico, non ho mai pesato le persone, ma l’ho fatto solo credendo nella sua amicizia, questo è gratificante”.

L’affetto e la stima sono la cosa più bella…

“Quello che molte persone non sanno e si nascondono dietro al denaro. Non provano queste sensazioni e non riescono a capire certi modi di fare e il perchè uno riesce a stare bene con se stesso e fa regnare la meritocrazia. Molti si riempiono la bocca ma non sanno cosa significa la lealtà e l’amicizia vera. Non sanno cosa vuol dire aiutare chi è in difficoltà. Essere diretto a volte ti crea nemici: c’è chi dice che ho un caratteraccio, ma vanno a parlare a chilometri di distanza e si rendono conto di aver sbagliato perchè risposti per le rime dagli stessi interlocutori. Mi vanto di avere amicizie che vanno negli anni: c’è chi ricorda che cosa ho fatto per anni. L’essere umano ha la mente corta. Non ho mai buttato fango addosso a nessuno, ma l’ho sempre ricevuto. Dispiace quando lo ricevo da chi ho voluto bene e lo voglio bene ancora oggi. Sempre forza Juve Stabia. Sono stabiese Doc, una delle poche persone stabiesi che ama la Juve Stabia. Se poi vogliono che mi devo fare da parte, non ci sono problemi. Non ne ho mai fatto un motivo personale. Dispiace per lo sfogo ma ci sono persone che puntualmente mi seguono quando parlo e se la loro coscienza è pulita, allora possono dormire su due guanciali, ma è sporca allora non lo faranno. Mercoledì, ancora una volta, per i ragazzi e per la Juve Stabia, ci sarà una nuova festa a Caserta: i protagonisti saranno i ragazzi dell’attività di base. Forse qualcuno in giro va dicendo altre cose. Hanno visto le immagini e l’invidia e la rabbia li fa parlare male di noi: pensano di provocarmi ma non ci riusciranno. Reazioni violente Turi non ne fa ma ne riceve: gente meschina, poco uomini, gente che si nasconde dietro qualcosa o qualcuno. Per Castellammare cammino a testa alta. Ho amici veri in città. Ho dato dimostrazione ogni qualvolta mi muovo riesco sempre ad ottenere qualcosa. Da questo momento in poi, chi mi ha ascoltato, sa bene, se miei amici, che a breve ho già dimenticato tutto e sono pronto a difenderli. Non ho mai goduto sulle sfortune altrui, non è nel mio stile. Mi è stato insegnato a vivere, forse gli altri non hanno avuto questa fortuna. La vita di una persona è una spugna: cosa metti dentro, trovi. Forza Juve Stabia, sempre e comunque: sempre beato chi dà una mano alla Juve Stabia”.

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Rai – Gelo tra Insigne e De Laurentiis, Atletico Madrid su Ghoulam

Rai – Gelo tra Insigne e De Laurentiis, Atletico Madrid su Ghoulam

Ciro Venerato, colega della Rai, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc: “La cifra che Insigne chiede al Napoli è di 4 milioni e credo se la meriti e che non sia fuori mercato. Lorenzo ha confermato che non c’è accordo ma ci spera e ha lasciato messaggi chiari. C’è il gelo tra il giocatore e la società ma sono ottimista. Non credo che De Laurentiis voglia perdere il ragazzo che è napoletano e che è il futuro della nazionale. Il ragazzo ha fatto parecchi passi indietro per rimanere al Napoli rifiutando offerte importanti. Se il Napoli dovesse perdere Ghoulam ci sarebbe da tenere in considerazione il nome di Mario Rui, ma il giocatore è reduce da un brutto infortunio ed è plausibile che il Napoli possa andare su profili più internazionali. Mi arrivano notizie che l’Atletico Madrid sia sulle tracce di Ghoulam”. 

Udinese, Soldati: “Zapata sta bene qui, ma c’è da parlare con il Napoli”

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Le sue parole

Franco Soldati, presidente dell’Udinese, è intervenuto ai microfoni di tuttomercatoweb, ecco un estratto delle sue dichiarazioni: “Molto dipenderà dal Napoli. Ci fa molto piacere che si trovi bene qui, è un aspetto che curiamo molto. I nostri giocatori li assecondiamo e li accudiamo. Tornando alla domanda principale: Gino Pozzo farà le sue valutazioni, ma oltre al Napoli ce da fare i conti con diversi club stranieri interessati”.

Di Natale: “Mertens non mi stupisce affatto, ma è agevolato dalla squadra. Su Insigne…”

Di Natale: “Mertens non mi stupisce affatto, ma è agevolato dalla squadra. Su Insigne…”

Antonio Di Natale, ex attaccante dell’Udinese, ha affrontato il tema attaccanti e come questi stiano segnando di più nel campionato odierno. A Il Corriere dello Sport ha dichiarato: “Vedere Mertens a quota 20 non mi sorprende affatto. Il belga ha mezzi tecnici notevoli, ma è agevolato da continui rifornimenti di palle invitanti. Insigne? Voi sapete che a me piace parecchio, ho un debole per lui, è rimasto a lungo all’asciutto all’inizio della stagione, ma dopo che si è sbloccato ha segnato con regolarità e ha centrato 12 volte la porta, non mi stupirei se concludesse toccando minimo quota 20″.

Rinnovo Ghoulam, il fratello ha chiesto il triplo al Napoli

Rinnovo Ghoulam, il fratello ha chiesto il triplo al Napoli

Il terzino sinistro del Napoli Faouzi Ghoulam ha il contratto in scadenza nel giugno del 2018 e al momento non è che ci siano moltissimi margini per restare in azzurro. La Gazzetta dello Sport scrive: “Il fratello Samir, che ne gestisce gli affari, ha dei conti da regolare con il Napoli e ora chiede per Faouzi 2,5 milioni di euro all’anno perché, dal Bayern al Psg, sono diverse le squadre interessate al difensore che però, come Insigne e Mertens, a Napoli sta bene e ci rimarrebbe molto volentieri”.

Reina disponibile a restare a Napoli anche dopo la fine della carriera

Reina disponibile a restare a Napoli anche dopo la fine della carriera

Il portiere spagnolo del Napoli Pepe Reina è uno dei calciatori più carismatici della rosa azzurra. Il suo contratto scade nel 2018, eppure con lui, riporta La Gazzetta dello Sport, ancora non c’è stato alcun approccio “e non sembra intenzionato ad appendere i guanti al chiodo. Anzi, resterebbe a Napoli anche dopo la carriera. Se solo qualcuno glielo chiedesse”.

Mertens, il Napoli alza l’offerta ma non basta

Mertens, il Napoli alza l’offerta ma non basta

Continuano le trattative per il rinnovo contrattuale dell’attaccante belga del Napoli Dries Mertens, sempre nel mirino dell’Inter. Come riporta Tuttosport, il Napoli ha ritoccato l’offerta di rinnovo per l’ex PSV Eindhoven arrivando a 2,750 milioni a stagione più altri 250 mila euro di bonus: la differenza è abbastanza minima con la richiesta economica (gli avvocati del diretto interessato ne reclamano 3 a stagione più bonus, fino al 2021), la questione è la clausola rescissoria perchè ne viene richiesta una per l’estero che non vada oltre i 30 milioni di euro. Sul calciatore ci sono anche Chelsea e Newcastle.