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Passivhaus: un nuovo stile nelle costruzioni. Intervista Esclusiva ad Andrea Falamesca (VIDEO)

“Passivhaus”: il risparmio energetico nella nuova era di costruzioni. L’imprenditore Falamesca ci illustra i vantaggi di un modello di costruzioni alternativo a quello tradizionale

Roma- Nell’era del consumismo spietato, arriva in Italia un brillante progetto, la Passivhaus, improntato al risparmio energetico e al riciclo dei materiali per le costruzioni delle case.

L’innovativo modello, denominato “Passivhaus”, è proposto da un giovane imprenditore romano, Andrea Falamesca, Amministratore Delegato della Great Green Group.

Intervistato in esclusiva da Vivicentro.it, il dottor Falamesca ci spiega i vantaggi di una costruzione alternativa al fatidico vecchio mattone, mettendo in evidenza il risparmio a lungo termine che può realizzare il potenziale investitore.

VIDEO Intervista Andrea Falamesca

Ma andiamo per gradi cercando innanzitutto di capire in che cosa consiste la “Passivhaus”, cioè la Casa Passiva.

Come spiega Andrea Falamesca nell’intervista, si parla di una casa “PASSIVA” quando la somma degli apporti passivi di calore (apporti subìti) dell’irraggiamento solare trasmessi attraverso le finestre ed il calore generato internamente all’edificio dagli elettrodomestici o dagli occupanti stessi, sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell’involucro durante la stagione fredda. Perdite che devono essere ridotte quasi a zero attraverso l’abbattimento dei ponti termici. Quando il fabbisogno energetico della casa è molto basso (inferiore a 15 kWh/m² anno) è possibile eliminare gli impianti di riscaldamento convenzionale (caldaie, termosifoni, ecc.). È facile ottenere queste prestazioni energetiche solo attraverso un’oculata progettazione di ogni parte dell’involucro abitativo che si andrà a realizzare.

 Vantaggi e svantaggi.

I costi per la costruzione di una Casa Passiva sono più alti se paragonati ai costi per la realizzazione di un normale edificio progettato e costruito con metodologie convenzionali. Questo lieve sbilancio, che molto spesso dipende dalle finiture che si decide di mettere in opera all’interno o all’esterno dell’abitazione e dal massiccio isolamento utilizzato, è compensato dalla notevole riduzione del consumo energetico e alla ridotta manutenzione di cui gli edifici passivi hanno bisogno nel corso degli anni. I vantaggi in termini di consumo energetico sono enormi: una casa passiva consuma il 90% in meno rispetto alle case tradizionali, e circa il 75% in meno rispetto alle nuove case costruite secondo le attuali normative.

Salubrità garantita. Tra i vantaggi si avrà un clima ed un ambiente piacevole: l’involucro “Passivo” garantisce il mantenimento di una temperatura piacevole per i fruitori, ad esempio 22.5°C.

Un progetto improntato anche al riciclo di ciò che si trova in natura. “Dobbiamo cercare di migliorare quello che già esiste, non dobbiamo inventare nulla”, ci spiega il giovane imprenditore. “Tramite lo studio di un involucro modulare (Energy Home), abbiamo iniziato questo progetto di ricerca anche on la collaborazione di numerosi partners commerciali e dell’università.

 Per quanto riguarda gli interni, come potrebbe essere arredata una Passivhaus?

“Abbiamo una visione “minimal” circa gli interni, suggeriamo quindi agli utenti di acquistare il minimo dei mobili, di cose che all’intero di una casa sono necessari, anche per contenere i costi. In ogni caso siamo però in grado di soddisfare le richieste degli utenti che richiedono case molto ricche di mobilio, a secondo del bisogno delle famiglie possiamo presentare un prototipo modulabile sia in metri quadri che per l’arredamento”.

 Cosa ti aspetti dalla conclusione di questo progetto?

“Ci aspettiamo di iniziare una nuova era di costruzioni anche qui in Italia (…)e vorremo evitare nuovi luglio 2016, quindi terremoti e crolli vari per le Regioni italiane, in quanto questa casa è totalmente antisismica… e sfatiamo anche un grande arcano: il legno è ignifugo, è uno dei materiali da costruzione più ignifugo!”.

La Great Green Group ha scelto come materiale primario per la realizzazione dell’involucro “Passivo” il legno. Questo perché il legno è un materiale assolutamente sicuro (in quanto antisismico), resiste meglio al fuoco rispetto ad altri involucri, è bio-ecocompatibile e naturale.

Maria D’Auria

Under 15, il tabellone completo dei playoff: sarà Parma-Juve Stabia [GRAFICO]

Under 15, il tabellone completo dei playoff: sarà Parma-Juve Stabia [GRAFICO]

Il tabellone completo dei playoff degli Under 15 è stato ufficializzato. Si parte con gli ottavi di finale il 7 nella gara di andata e il 14 con quella di ritorno. I quarti di finale si giocheranno il 21 e 28 maggio, la fase finale ci sarà tra il 12 e il 19 giugno. La Juve Stabia affronterà il Parma prima in trasferta e poi in casa al ritorno. Lato sinistro, nel prossimo turno affronterebbe, in caso di passaggio ai quarti di finale, la vincente tra Fondi e Catania. Nella foto allegata il tabellone completo.

a cura di Ciro Novellino

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Matute : ”Obiettivo arrivare bene ai play off” (VIDEO)

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Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa il mediano delle vespe Kelvin Matute.

Ecco le sue parole:

“Questa vittoria casalinga ci da tanta fiducia, avevamo paura di pareggiarla dopo il 2-1 ma per fortuna abbiamo portato a casa i tre punti. Vincere davanti ai nostri tifosi ci da entusiasmo in vista dei play off. Non mi interessa il ruolo, sono a disposizione del mister e della squadra e, se vuole, gioco pure in porta. Al primo posto c’è la squadra e c’è la voglia di vincere. Il primo turno play off lo giocheremo in casa e questo sarà importante perché i tifosi possono spingere alla vittoria, sono molto importanti per noi. Akragas? Ogni partita è una finale, e una finale si prepara da sola. A noi servono i tre punti e cercheremo in ogni modo di vincere per agguantare una buona posizione in classifica. La cosa fondamentale, però, è arrivare bene fisicamente e mentalmente ai play off per poi giocarci le nostra chance. La mia stagione? Quando ero fuori dovevo solo accettarlo e lavorare, ora posso dimostrare che in quel momento avrei potuto dare una mano.”

Salvatore Sorrentino

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Santiago Morero

JUVESTABIA – NEWS

Morero: ”Vittoria che dà morale. Dobbiamo arrivare al massimo ai play off” (VIDEO)

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa il difensore della Juve Stabia Santiago Morero. Ecco le sue parole:…

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Eccellenza-Real Forio con il Savoia,l’addio al calcio di Mora e Verde

Domenica ore 11:00 l’addio al calcio di Mora e Verde

Di Simone Vicidomini

Il Real Forio dopo aver conquistato la salvezza diretta nel campionato di Eccellenza con qualche turno d’anticipo,domenica allo stadio “Salvatore Calise” chiuderà il suo campionato contro il Savoia.I biancoverdi nonostante la salvezza raggiunta,non regaleranno nulla alla squadra oplontina,che in caso di vittoria potrebbe conquistare il secondo posto in classifica in ottica play-off ,solo se l’Afragolese dovesse perdere a San Giorgio. Nel match di domenica mattina in programma alle ore 11:00 ci sarà una giornata di calcio che in molti ricorderanno,per l’addio dei due calciatori Nicola Mora e Franco Verde. Le carriere. Per il capitano dei biancoverdi Nicola Mora si chiude così una grande carriera vissuta anche nel calcio professionistico. Oltre 450 presenze dalla serie A all’Eccellenza: Parma, Napoli, Torino, Piacenza, Bari, Pescara, Foggia, Grosseto, Spezia, Ischia, Arzanese, Frattese, Real Forio. Franco Verde invece, sull’isola ha vestito una sola maglia, quella del Forio,diventando una vera bandiera. Numerose presenze anche fuori dall’isola con Guidonia, L’Aquila (serie C2), Potenza, Isernia, Venafro e Capriati.

L’invito della società biancoverde per questo grande evento. Il Real Forio comunica che, su disposizione del Comitato Regionale, l’ultima gara della stagione con l’Oplonti Savoia sarà giocata domenica mattina alle ore 11. La società coglie l’occasione per invitare tutti i tifosi e gli appassionati di calcio isolano allo stadio “Salvatore Calise” per supportare la squadra in quest’ultima e prestigiosa partita. Per i colori biancoverdi sarà una giornata storica. Infatti, due calciatori importanti quali Nicola Mora e Francesco Verde saluteranno il calcio giocato disputando gli ultimi 90′ ufficiali. Prima della gara con il Savoia sarà consegnato un riconoscimento a due bandiere di questa squadra e di questa società e si spera in una partecipazione di massa non solo del popolo foriano, ma anche di tifosi e appassionati di calcio provenienti dal resto dell’isola. Sarà anche un’occasione per applaudire la squadra che, anche quest’anno, è riuscita a raggiungere con ampio anticipo l’obiettivo stagionale (la salvezza), offrendo spettacolo e bel gioco soprattutto tra le mura amiche; per l’ultima sfida al “Calise” di Forio l’obiettivo è di consolidare il settimo posto. Dopo la gara, chiunque fosse interessato, potrà partecipare al brindisi finale con squadra, staff e società per salutare la stagione calcistica sulla quale ormai è pronto a calare il sipario. Mancano soltanto novanta minuti da giocare per Mora e Verde prima di salutare il calcio,dopo due grandi carriere vissute.

Morero : ”Vittoria che dà morale. Dobbiamo arrivare al massimo ai play off” (VIDEO)

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa il difensore della Juve Stabia Santiago Morero.

Ecco le sue parole:

“Ci mancava la vittoria in casa, era la nostra forza nel girone d’andata e il nostro cruccio nel girone di ritorno. Siamo felici di essere tornati a vincere davanti ai nostri tifosi. Sono tornato a disposizione del mister e voglio dare una mano alla squadra nei play off, abbiamo voglia di vincere. La vittoria con l’Andria ci dà morale, ora non dobbiamo fermarci e dobbiamo pensare alla gara con l’Akragas. Vogliamo vincere per agganciare il Matera, dobbiamo arrivare belli carichi ai play off e giocarcela fino alla fine. L’Akragas farà la partita della vita per salvarsi ed è giusto così, noi avremo lo stesso atteggiamento perché non possiamo regalare niente a nessuno e dobbiamo conquistare il massimo dei punti nelle ultime due partite. Sarà una gara difficile sicuramente ma non abbiamo alcuna paura. “

Salvatore Sorrentino

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Kelvin Matute

JUVESTABIA – NEWS

Matute : ”Obiettivo arrivare bene ai play off” (VIDEO)

Per la consueta conferenza stampa infrasettimanale, si è presentato in sala stampa il mediano delle vespe Kelvin Matute. Ecco le sue parole: “Questa…

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Italia nel MALTEMPO, Temporali, nubifragi e neve in arrivo tra poco

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E’ arrivata la tanto attesa perturbazione che sta portando una lunga fase di maltempo sull’Italia, a partire dalle regioni settentrionali.

SITUAZIONE – Una perturbazione atlantica, accompagnata da venti moderati o forti di Scirocco e Ostro, investe il nostro Paese.

Mercoledì 26 – Maltempo al Nord con piogge e temporali in estensione da Ovest verso Est. Locali nubifragi sull’arco alpino e prealpino, specie della Lombardia. Peggiora anche sulla Toscana settentrionale con temporali. Soleggiato il resto del Centro e tutto il Sud.

Giovedì 27 – Il maltempo si porta anche verso le regioni tirreniche centrali e la Sardegna. Ancora piogge e temporali sparsi al Nord, precipitazioni anche su Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna. Ancora soleggiato il Sud e le regioni adriatiche, qui però con più nubi e locali piovaschi sulle Marche.

Venerdì 28 – Al mattino ancora instabile al Nord con locali temporali e rovesci, più diffusi sull’arco alpino, piogge anche tra Lazio, Abruzzo, Molise e Campania settentrionale.

NEVE – La neve tornerà ad imbiancare le Alpi a quote relativamente basse per la stagione, e sopra i 1400/1700 metri nella giornata del 26 e 27, anche sotto i 1200 metri nella giornata del 27 aprile.

TEMPERATURE – Temperature che tornano a diminuire al Centro-Nord, soprattutto dove ci saranno le precipitazioni più importanti. Clima umido. Valori più alti al Sud a causa dei venti di Scirocco.

Spese per l’ asilo nido: non tutti possono sostenerle

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Sempre più famiglie faticano a sostenere le spese per l’ asilo nido. Il risultato è che spesso i bambini vengono mandati alla scuola materna in anticipo perché in queste strutture i costi sono a carico dello Stato.

Asili, posti liberi ma troppo cari: i bimbi vanno (gratis) alle materne

Su 100 famiglie 4 non pagano regolarmente. Crescono le strutture sommerse

TORINO – Fino a poco tempo fa erano pochi, pochissimi; ora rischiano di essere pure troppi rispetto a chi ne fa richiesta. Nell’Italia di oggi l’asilo nido è un modello tremendamente in crisi. E l’ultima riforma della scuola (di cui il governo ha appena approvato i decreti attuativi), che vorrebbe rendere per la prima volta la fascia zero-sei anni un blocco educativo unico e trasformare il nido da servizio a domanda individuale (offerto a chi lo richiede) in universale, rischia di arrivare fuori tempo massimo.

LEGGI ANCHE: Congedi e asili: famiglie italiane in emergenza

Costi altissimi, orari che mal si conciliano con i ritmi lavorativi alimentano un paradosso: un sistema che sembrava sommerso dalle richieste ora sta trovando un suo equilibrio (disastroso, perché raggiunto non aumentando l’offerta ma facendo precipitare la domanda), ed è arrivato all’estremo di non riuscire nemmeno  a riempire quei posti considerati fino a poco tempo fa dannatamente scarsi. L’Istituto degli Innocenti, la più antica istituzione pubblica dedicata alla tutela dei bambini, ha analizzato quel che succede nei cinquanta Comuni più rappresentativi d’Italia: per cento posti disponibili nei nidi le richieste sono 106; il guaio è che tra chi ottiene il posto in 13 rinunciano ancora prima di entrare e altri 6 si dileguano entro tre mesi. Alla fine il 20% dei posti resta scoperto e, per di più, tra chi resiste, il 4% non paga regolarmente la retta.

L’equilibrio spezzato  

La crisi si è affacciata qualche anno fa, quando le domande hanno cominciato a scendere. Dal 2011 la spesa dei Comuni per sostenere i costi dei nidi pubblici – cresciuta del 50% dal 2000, fino a superare il miliardo e mezzo – ha invertito la rotta con risultati evidenti: 201.640 bambini iscritti nel 2010, 191.163 nel 2013. Secondo le stime nel 2015 le iscrizioni sono ancora calate del 5% e nel 2016 del 4%. A Roma lo scorso anno le domande erano 1500 in meno rispetto al 2015, a Torino dal 2013 a oggi sono scese da 3.868 a 2.958, meno 23%.

Il cortocircuito si è completato di recente, quando al crollo delle richieste si sono aggiunti gli abbandoni di chi riesce a entrare. Con un dato sorprendente: rinunce e morosità sono più massicci là dove i costi sono più alti e domanda e offerta più corpose, al Centro-Nord (il 27,6% delle famiglie fa richiesta e ci sono posti per 27,1 bimbi su 100) anziché al Sud (domanda al 10,8%, copertura all’8%). Al Nord le rinunce sono il 14%, al Centro il 18, al Sud solo il 7,5; il tasso di morosità oscilla dal 12 al 14% al Centro e al Nord per sprofondare al 3% nel Sud.

La fuga dagli asili nido ha esiti sorprendenti, perché in fondo chi rinuncia a un posto che aveva chiesto dovrà pur trovare un’alternativa. Ogni anno 80 mila bambini nel terzo anno di vita (il 5% della fascia 0-3 anni) entrano prematuramente nelle scuole per l’infanzia, le materne. Vengono iscritti al ciclo scolastico successivo, «che non è concepito per chi ha 2 anni ma ha il vantaggio non trascurabile di essere quasi gratuito per le famiglie», spiega Aldo Fortunati, direttore dell’area educativa dell’Istituto degli Innocenti. Un altro 4%, secondo l’ultimo rapporto Istat, è affidato ad adulti retribuiti. Baby sitter, ma non solo: «È sempre più frequente il ricorso a soluzioni private e non regolate». Asili sommersi? «Strutture private – spiega Fortunati – ad esempio le ludoteche, autorizzate per offrire un servizio a bambini più grandi e con standard di qualità inferiori, ma che, sfruttando gli scarsi controlli, finiscono per ospitare anche i più piccoli». Il fenomeno è poco diffuso nel Nord Ovest (1%) e al Sud (2,8%), di più nel Nord Est (4,5%) e molto al Centro (9%). Infine, segnala sempre l’Istat, del milione e mezzo di bambini sotto i 3 anni, quasi uno su 4 (il 23%) sta con i genitori o viene affidato a un «non adulto». «In questo calderone ci sono i genitori che rinunciano al lavoro o lasciano i figli a minorenni, siano fratelli o vicini di casa».

Addio vecchio modello  

Le soluzioni alternative al nido hanno un comune denominatore: bassi costi e flessibilità, parametri che secondo Tiziano Vecchiato, sociologo e direttore della Fondazione Zancan, centro studi sulle politiche sociali, hanno mandato in crisi un modello «irrazionale». «I nidi sono diventati un servizio sclerotizzato, che tutela chi lo produce anziché chi ne usufruisce». Gestione rigida (a partire dagli orari) e «un’ossessione per la qualità del processo (spazi, igiene) che finisce per far lievitare i costi, con differenziali tra regioni e città impossibili da spiegare».

Non sembra aver torto. Il costo è la principale barriera all’accesso: CittadinanzAttiva ha calcolato in 311 euro la retta media mensile di un nido, cifra che oscilla tra i 440 della Valle d’Aosta e i 164 della Calabria. A Roma un posto costa mediamente 208 euro al mese, a Milano 232, a Genova 256, a Torino 356, a Trieste 382. Differenze abissali per un servizio identico che, forse anche per questo, non sta più in piedi.

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Congedi e asili: famiglie italiane in emergenza

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Sono tempi duri per le famiglie italiane. Il nostro Paese è in fondo alla classifica Ue se consideriamo i giorni di congedo concessi ai papà (solo due). Nella maggioranza dei casi l’astensione dal lavoro dura da una a due settimane ma ci sono anche eccezioni, come l’Islanda, dove il permesso ammonta a 13 settimane.

A casa due giorni e futuro incerto. Italiani agli ultimi posti in Europa

Nel 2018 ne saranno concessi quattro. Ma per il 2019 non si sa ancora nulla

TORINO – Prima due giorni più due. Quest’anno sono due, il prossimo quattro più uno. Dal 2019? Crescono la voglia di paternità e la consapevolezza che la parità tra uomo e donna è un toccasana per la società e per l’economia. Ma sul congedo di paternità ancora nulla di certo, se non che siamo tra i peggiori in Europa. Gran parte dei Paesi concede ai papà da una a due settimane da trascorrere con i bebè. In Italia il pur già risicato congedo si dimezza: restano i due giorni obbligatori, cioè che spettano solo al papà, se ne vanno invece i due facoltativi, da usare in alternativa a quelli di maternità. Dopo aver fatto un passo indietro, se ne fa mezzo in avanti: dal 2018 saranno quattro obbligatori, più uno facoltativo. Poca cosa se paragonata alle nove settimane dei padri finlandesi, alle tredici degli islandesi, alle cinque dei portoghesi e alle dieci degli sloveni, con i primi venti giorni pagati al cento per cento.

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I vincoli  

Nel 2010 una risoluzione – non vincolante – del Parlamento europeo quantificò la durata del congedo per i padri in almeno due settimane, con due caratteristiche importanti: l’astensione dal lavoro deve essere obbligatoria e retribuita. Sono queste infatti le condizioni necessarie perché la disciplina, orientata a sviluppare il diritto e il dovere alla genitorialità, possa funzionare. Secondo i dati raccolti da un rapporto Unicef del 2008 l’assenza di una delle due condizioni si risolve nell’inutilità della misura.

Se a pagare è il datore di lavoro e non lo Stato – come capita in Grecia, Belgio, Malta, Lussemburgo e Paesi Bassi – i neo-papà non sono incentivati a restare a casa da lavoro, e i congedi funzionano meglio dove la retribuzione è più alta.

Ma per scardinare la convinzione che nei primi mesi di vita un bambino ha bisogno solo della mamma, è importante che i giorni di permesso siano prerogativa esclusiva del padre, senza prevedere la possibilità di alternarli al congedo di maternità. Lo dicono con chiarezza i dati raccolti dall’Inps: lo scorso anno i giorni obbligatori sono stati chiesti da oltre 80mila persone, quelli facoltativi da poco più di 8mila. La proporzione resta in tutti gli anni della sperimentazione: nel 2015, 70mila contro 9mila; nel 2014, 67mila contro 8mila.

I bonus  

Alcuni Stati europei per incentivare l’uso del congedo di paternità hanno introdotto i «daddy’s bonus». La prima fu la Svezia, che nel 1974 garantì uguale accesso a uomini e donne ai congedi parentali pagati. Pochissimi uomini sceglievano di restare a casa, così nel 1995 fu introdotto il «daddy’s month»: un mese non trasferibile alla mamma, raddoppiato nel 2002 e pagato all’80%. Iniziativa replicata in Germania, dove se ciascun genitore prende almeno due mesi di congedo parentale, viene un concesso un mese in più, da condividere a piacere. Il bonus c’è anche in Italia: se il padre prende almeno tre dei sei mesi previsti di congedo parentale, allora c’è un mese in più di bonus.

Un limite culturale  

Secondo uno studio di Piano C di Milano – il primo coworking italiano aperto anche ai bambini – presentato alla Camera, soprattutto tra papà più giovani cresce il desiderio di cura dei più piccoli. «Restano i pregiudizi, soprattutto sul lavoro – spiega Federico Ghiglione, pedagogista che da 7 anni tiene corsi e incontri dedicati ai papà -. Tanti temono non sia virile buttarsi in questa avventura, ancor di più se la misura è facoltativa. C’è anche una resistenza da parte delle mamme, convinte sia innaturale e rischioso allontanarsi dai bambini nei primi mesi di vita».

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lastampa/A casa due giorni e futuro incerto. Italiani agli ultimi posti in Europa NADIA FERRIGO

Torre del Greco, polemiche De Magistris – Borriello

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Definito sindaco-leghista per aver espresso senza mezzi termini la sua simpatia per il partito di Matteo Salvini, il primo cittadino di Torre del Greco, Ciro Borriello, ha detto “no” all’accoglienza di migranti sul territorio corallino, risposta che ha scatenato non poche polemiche.

Ricordiamo che solo il 21 aprile scorso, il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, si era espressa chiaramente riguardo alla situazione dei comuni campani che non hanno ancora  aderito allo SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). “È ora di collaborare, basta discussioni”, aveva riferito alle città interessate. Un concetto che, a quanto pare, Borriello non riesce ad accettare.

Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, si è esposto al riguardo: “Questa posizione non gli fa onore – ha detto – La decisione di accogliere migranti è dell’Anci per cui tutti i comuni italiani devono, in proporzione, accogliere fratelli e sorelle in difficoltà”.
“Il sindaco di Torre del Greco – aggiunge – ha deciso di unirsi a CasaPound e alla Lega, ed è un problema suo. Non è degli abitanti di Torre del Greco che è invece una comunità assai solidale e accogliente”.

De Magistris è convinto che l’avvicinamento di Borriello al movimento leghista sia una strategia messa in atto per ottenere maggiori consensi e quindi più voti, un comportamento che definisce “squallido” è soprattutto che “non fa onore alla città che rappresenta”.

Effettivamente, il primo cittadino di Torre del Greco, eletto tre anni fa con una coalizione di centrodestra, ha deciso di recente di aderire al movimento “Noi con Salvini”, definendosi il “primo sindaco leghista della Campania”.

Questo cambio di bandiera non è un caso isolato nella carriera politica di Borriello. Nel giro di non molti anni, infatti, è stato prima deputato di Forza Italia, poi è passato all’Udeur, poi ancora all’Italia dei Valori di Di Pietro, successivamente di nuovo in Forza Italia, e ora è la volta di Salvini e della sua Lega.

Borriello non attende e replica immediatamente alle insinuazioni di De Magistris: “La mia – dice – non è una presa di posizione politica per ricevere chissà quale consenso, come invece pensa il sindaco di Napoli. Siamo, invece, di fronte a un problema che viene scaricato sulle amministrazioni periferiche da un Governo centrale incapace finora di adottare una politica di controllo a un’ondata di semplice immigrazione clandestina. Ribadisco il concetto ancora una volta, sperando di essere chiaro per i tanti populisti alla de Magistris: è giusto accogliere chi scappa dalla guerra, chi fugge da morte e distruzione. Diverso è favorire un programma di immigrazione clandestina, per giunta con i soldi di tutti gli italiani”.

Castellammare, divise dei carabinieri in via Gigante: sono state rubate o riprodotte?

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Castellammare, divise dei carabinieri in via Gigante: sono state rubate o riprodotte?

Un 25 aprile movimento per i carabinieri. Sono state trovate in via Giacinto Gigante alcune divise abbandonate. Sul posto è subito giunta un’auto dei carabinieri. I militari, dopo che hanno appurato che erano effettivamente abiti in dotazione ai carabinieri, li hanno raccolti e portati in caserma. C’è da stabilire se sono divise rubate oppure riproduzioni.

Alitalia, sul tavolo vi sono tre opzioni: la vendita, il crac o un ripensamento dello Stato

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Il ritorno del Tesoro è escluso dal governo, ma resta sullo sfondo. La compagnia di Francoforte tratta per sostituire Etihad. Un miliardo di spese (cassa integrazione e altro) con la bancarotta

Lo Stato, la vendita o il crac: le amare alternative di Alitalia

Ma adesso che cosa succede ad Alitalia? Per quanto le parti coinvolte (governo, sindacati eccetera) possano spararla grossa, dare giudizi drastici e far sembrare scontate e addirittura già scritte le a loro rispettive ipotesi di futuro (fallimento con vendita a pezzi della compagnia, ri-nazionalizzazione o cessione a un altro gruppo come Lufthansa) nessuna delle opzioni sarà facile da realizzare.

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La nazionalizzazione: dalla politica un problematico no  

L’ipotesi che l’Alitalia, in quanto ex compagnia di bandiera, torni sotto l’ala protettiva dello Stato, è stata esclusa con tutte le parole e in tutti i modi possibili e immaginabili dal governo. Ma sotto sotto i lavoratori che hanno votato «no» ai nuovi sacrifici sono convinti cha alla fine lo Stato interverrà, eccome, a salvare il salvabile coi soldi pubblici. È facile giurare e spergiurare che «non esiste un piano B», ma se poi 12.500 persone mobilitano i parlamentari per parlare in tv e perorare la causa del posto di lavoro, è possibile che alla fine il muro ceda, soprattutto in vista delle elezioni. Fra gli analisti, invece, quel muro tiene.

Dice Andrea Giuricin (economista dell’Istituto Bruno Leoni): «Lo Stato non ha i 2 miliardi che gli azionisti di Alitalia erano pronti a investire nel rilancio. Ma anche se li tirasse fuori, spinto dalle pressioni politiche, quei soldi non basterebbero, al di fuori dell’alleanza con Etihad. Alitalia li brucerebbe rapidamente se dovesse competere da sola con i mega-gruppi che si sono formati attorno a Air France, Lufthansa e British Airways». Inoltre l’Ue non concederebbe mai la flessibilità di bilancio per quei due miliardi, perché «nonostante quello che si è sentito dire nei giorni scorsi» incalza Giuricin, «nessuno di questi grandi gruppi è a controllo pubblico».

Con Lufthansa lacrime e sangue  

Una vecchia regola dice: «Se non puoi batterli, alleati a loro». Seguendo questa strategia, si potrebbe utilizzare il periodo del commissariamento di Alitalia per agevolare la cessione della quota di Etihad a Lufthansa, che è interessata; così la nostra compagnia troverebbe un nuovo socio forte, e si ritaglierebbe un ruolo in un grande gruppo aereo globale. Ma questo è uno scenario verosimile o una pia illusione? Antonio Bordoni, docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss, sottolinea che operazioni del genere «hanno già avuto successo con le ex compagnie di bandiera di Austria, Svizzera e Belgio. E la capogruppo Lufthansa non si è limitata a usare tali compagnie per alimentare il suo hub di Francoforte: ha creato dei piccoli hub periferici, a cui è rimasto qualche collegamento a lungo raggio. L’operazione potrebbe essere ripetuta con Alitalia, Fiumicino e Malpensa».

Però la transizione da Etihad a Lufthansa, ammesso che si faccia, richiederà mesi, e nel frattempo Alitalia dovrà sopravvivere, ma come? In cassa non c’è più niente, e i viaggiatori non compreranno più biglietti di una compagnia che rischia di fallire e lasciarli a terra. Inoltre, ammonisce Giuricin, «Lufthansa chiederà come pre-condizione un piano molto più duro di quello bocciato dai dipendenti: un taglio del 50% delle rotte e dei posti di lavoro».

Cessione a pezzi senza incasso  

Per quanto l’ipotesi sembri improbabile, a questo punto il fallimento di Alitalia potrebbe realizzarsi davvero. Ma poi che cosa succederebbe? Negli anni passati si è detto e stradetto che conservare una grande compagnia aerea nazionale è necessario non solo per salvaguardare posti di lavoro, ma anche per tutelare la vocazione turistica dell’Italia. Questo è vero o no? Secondo Gregory Alegi (docente di gestione delle compagnie aeree alla Luiss Business School) «il vuoto verrebbe riempito da altri. Certo se questi altri fossero compagnie straniere, non farebbero promozione per il turismo italiano. Ma la domanda naturale di voli non resterebbe inevasa».

Quanto ad Alitalia, il suo triste destino sarebbe una vendita a pezzi. Dagli aerei si ricaverebbe poco: molti non sono di proprietà ma in leasing, e fra quelli di proprietà alcuni sono stati pure dati in pegno. Quasi nulla si ricaverà dagli «slot», cioè dai diritti di atterraggio e decollo negli aeroporti: «Sono tutti gratuiti» dice Andrea Giuricin di Ibl, «a parte un mercato “grigio” nel Regno Unito». Resterebbero da vendere gli immobili. Comunque per lo Stato la liquidazione sarebbe onerosa: il governo stima una spesa di un miliardo di euro. Come mai? Ancora Giuricin: «In una precedente crisi, la cassa integrazione per sette anni è costata un miliardo e mezzo».

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Szczesny è in pole: a breve l’incontro con l’Arsenal

Szczesny è in pole: a breve l’incontro con l’Arsenal

Szczesny e’ il portiere preferito, tornera’ dalla Roma all’Arsenal per fine prestito e il Napoli lo ha nel mirino: e’ lui il primo obiettivo per affiancare Reina la prossima stagione. Gli sponsor principali sono i due polacchi del Napoli, Zielinski e Milik. Il suo entourage incontrera’ a breve il club londinese, a inizio maggio e’ fissato il summit per fare il punto della situazione. La prima decisione spettera’ all’Arsenal e dal futuro di Wenger. Il Napoli dovrebbe vincere comunque una concorrenza importante per poter arrivare al polacco. Le alternative sono Sirigu, numero uno di proprieta’ del Psg, in prestito all’Osasuna. Rientrera’ a fine campionato per fine prestito al club transalpino che poi lo rimettera’ sul mercato. Dal campionato italiano piace Neto, più defilato Perin del Genoa per il suo infortunio. Altro nome caldo e’ quello del polacco Skorupski di proprieta’ della Roma, ma in forza all’Empoli. Lo riporta Il Mattino.

Napoli-Tolisso, ritorno di fiamma: Juve defilata

Napoli-Tolisso, ritorno di fiamma: Juve defilata

Il Napoli potrebbe ritornare alla carica per Corentin Tolisso. Il centrocampista del Lione, già cercato questa estate da De Laurentiis, è valutato 35 milioni da parte di Aulas che però con De Laurentiis si diverte spesso a fare colpi di teatro. Secondo il Corriere dello Sport, l’interesse della Juve per Tolisso pare scemato ed il Napoli si sarebbe rifatto sotto con il Lione per avere il centrocampista francese che Sarri vede come vice Hamsik. L’altro nome è Klaassen che però piace molto alla Lazio.

Fissata la data della cena di fine anno: i dettagli

Fissata la data della cena di fine anno: i dettagli

Il Napoli ha fissato la data della cena di fine stagione. Come riporta Il Mattino, la stessa ci sarà martedì 23 maggio, a cinque giorni dall’ultima gara di campionato, in programma contro la Sampdoria a Marassi, presso «D’Angelo-Santa Caterina», la location di via Aniello Falcone di proprieta’ della famiglia Giugliano. Vi parteciperanno il presidente De Laurentiis, Sarri, la squadra e i componenti della rosa.

FOTO ViViCentro – Domitia Cup, la Juve Stabia a caccia di nuovi talenti, l’organizzatore Monfreda: “Emozione forte”

Domitia Cup, la Juve Stabia a caccia di nuovi talenti

Anche oggi si lavora sui campi, con la presenza del responsabile Saby Manolfi al torneo Domitia Cup con 12 società presenti e suddivise in 30 squadre: categorie 2009-2008-2006-2005, oltre alla società organizzatrice Gioventù Partenope. Presenti alla manifestazione la Real Poggio, la Virtus Junior Napoli, la S.G Afragola, la Sc Valle Telesina, la Victoria Marra, la Joshua, il Mep, il Real Carditello e la New Line. Queste le parole del responsabile Mainolfi: “E’ un piacere vivere un momento di sport con tutti questi bambini, era doveroso per noi essere presenti alla prima edizione organizzata dalla societa’ amica Gioventu’ Partenope, da dove abbiamo prelevato Liccardo classe 2002 e Testa classe 2006. Persone fantastiche, dal presidente Testam al responsabile Lucignano, ed e’ importante per una societa’ come la nostra scovare nuovi talenti nei luoghi e nei giorni piu’ impensabili”.

Abbiamo ascoltato anche uno degli organizzatori, Pietro Monfreda: “Siamo arrivati alla seconda edizione, svolto al centro Malibu’ di Baia Domizia. Un evento che ha coinvolto ben 30 squadre, con 12-13 società divise in categorie 2005, 2008 e 2009. Un torneo che, dopo la prima edizione, ha avuto notevole riscontro. Ci sono state tutte squadre campane che hanno vissuto una bella giornata di sport. Al di là di chi ha vinto, sono stati premiati tutti i ragazzi. Era presente anche la società di animazione Stranimazione di Castel Volturno. E’ stata una manifestazione che ha dato nuovo lustro al nostro territorio. Erano presenti Dino Fava Passaro, ex calciatore, Anfelo Zeoli, vice delegato provinciale del comitato, Eduardo Seno, altro membro del comitato, Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile della Juve Stabia. Hanno premiato Carlo Forte, titolare della lega sport Napoli, Angelo Barretta sindaco di Cellole e l’assessore allo sport Franco Sorgente, oltre a Carmine Testa, direttore del Corriere del Pallone. Erano presenti circa 1000 persone”.

a cura di Ciro Novellino

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Scritte anti Juve Stabia, scoperto l’autore: tre anni di DASPO

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Ricordate le scritte anti Juve Stabia che sono apparse nei giorni scorsi lungo il muro della pista ciclabile di Via De Gasperi e all’incrocio tra via Napoli e via Varo? Ora, finalmente, è stato scoperto l’autore di questi atti vandalici che hanno imbrattato sia un’opera di recente creazione come la pista ciclabile, sia un cancello all’incrocio tra via Napoli e via Varo.

Il caso delle scritte ingiuriose apparse in questi giorni nella nostra città, apriva anche alla possibilità ad una possibile recrudescenza che, dalle scritte, portasse ad azioni lesive dell’ordine pubblico. Da qui l’allertamento del nucleo locale dei Carabinieri e della conseguente sorveglianza di tutta la zona. Da questa, l’individuazione dell’autore che è stato colto sul fatto.

L’autore sarebbe, come conferma anche il quotidiano Metropolis, un ultrà 25enne residente al confine tra Torre Del Greco e Torre Annunziata e, probabilmente, appartenente al tifo organizzato oplontino. Tifo organizzato che, da qualche anno è in disaccordo con quello stabiese. Per il giovane torrese, sorpreso dai carabinieri mentre si accingeva ad imbrattare con altre scritte offensive, è scattata subito la denuncia per il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui (ART. 639 C.P) e quindi il DASPO per i prossimi tre anni.

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Sarri: “15 punti e la classifica neppure la dovete guardare: il secondo posto è il nostro obiettivo”

Le sue parole per caricare il gruppo

Mancano cinque giornate e ieri Sarri ha sintetizzato tutto con un numero: «15». Come riporta Il Mattino, semplicemente una scritta sulla lavagnetta delle riunione tecnica che spiega quello che deve essere l’obiettivo del Napoli: vincere tutte le ultime gare da qui alla fine. Il secondo posto è l’unico obiettivo rimasto: “E nessuno di noi si deve arrendere pensando al pareggio con il Sassuolo. Anzi, voi la classifica neppure la dovete guardare”. Oggi non dara’ tregua ai suoi uomini: c’e’ doppia seduta. Milik scalpita e ieri per festeggiare il ritorno al gol dopo sette mesi ha portato dei dolci che ha offerto ai suoi compagni e allo staff. Il polacco sta bene ma questo non significa che Mertens gli fara’ spazio: contro l’Inter non ci saranno cambiamenti. “Il secondo posto resta ancora il nostro obiettivo e nessuno deve smettere di crederci”, ha ripetuto per dare coraggio.

Napoli-Juve, è sfida per De Sciglio: il Milan pensa a Ghoulam

Napoli-Juve, è sfida per De Sciglio: il Milan pensa a Ghoulam

Secondo Il Corriere dello Sport è sfida Napoli-Juventurs per Mattia De Sciglio. Il calciatore è in procinto di lasciare il Milan dopo essere stato contestato ed aver ricevuto un’aggressione nel parcheggio di San Siro. La Juventus è da tempo sulle sue tracce, ma negli ultimi giorni si è fatto avanti il Napoli che già lo scorso anno aveva chiesto De Sciglio ai rossoneri, ma una vera trattativa non fu mai avviata. Al Milan piace molto Ghoulam che potrebbe essere la carta giusta per convincere Mirabelli a trattare.

De Laurentiis: “Mertens vuole restare, dipenderà da sua moglie e su Higuain…”

Queste le sue parole

A beIN Sports Aurelio De Laurentiis ha dichiarato:

Sarri?  Ha un contratto che lo lega al Napoli per molti anni, è vero che ha una clausola penale, ma può scattare soltanto tra un altro anno; è di 8 milioni di euro, che non mi sembra neanche poco come penale per andare ad allenare da qualche altra parte, sbaglio?”.

Su MertensIo credo che Dries abbia il desiderio di restare qui a Napoli, certo bisognerà capire cosa ne pensa sua moglie! Se si risolveranno i problemi con lei, non c’è dubbio alcuno che Mertens rimarrà a Napoli, noi lo accoglieremo a braccia aperte.

Koulibaly? Il Chelsea arrivò ad offrire oltre 55 milioni di euro, dissi però a Conte che non si poteva dare via uno come Koulibaly, a meno che Sarri non mi dica: ‘Puoi cedere chi vuoi perché ho Tizio, Caio e Sempronio che sono altrettanto affidabilissimi”.

Sul gesto di Higuain al San Paolo“Può indicare me col dito per tentare assolversi di fronte ai tifosi, che però non sono stupidi e capiscono perfettamente le situazioni: se tu sei una persona di buon gusto, non tradisci la squadra dove hai giocato e ti sei affermato a livello mondiale, perché tutti ti hanno visto grazie a questa squadra, per andare a giocare in quella acerrima nemica che è la Juventus. Credo che sia una caduta di gusto, dove non c’entra più nè il presidente nè il fratello del giocatore, ma c’entra soltanto la sua cultura che ha dimostrato di essere piccola”.

Alitalia, il governo pensa a due commissari: Gubitosi e Laghi

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In un’intervista il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio assicura che il governo “non salverà” la compagnia che “sarà venduta al miglior offerente”.

Delrio: “Se Lufthansa è interessata per noi niente preclusioni”

Il ministro dei Trasporti: “Trecento milioni di aiuti, solo per sei mesi. Favori a Ryanair? Il mio dovere è fare l’interesse del Paese”

ROMA – Per un momento Graziano Delrio rimette il camice, come un medico sconfitto da un’operazione troppo complicata. «Siamo stati al capezzale di Alitalia. Abbiamo fatto un’enorme fatica per convincere gli azionisti a mettere sul piatto due miliardi di euro. Forse non erano abbastanza, ma all’università mi hanno insegnato che un paziente grave va intubato e portato in rianimazione. Al resto si pensa dopo». La valanga di no al referendum ora preclude altre cure. L’Alitalia è un malato al quale il governo può offrire solo palliativi. «Indietro non possiamo tornare. Qualcuno si è convinto ci sarebbe stato l’ennesimo salvataggio pubblico. Lo dico chiaramente: non ci sarà».

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Alitalia, sul tavolo vi sono tre opzioni: la vendita, il crac o un ripensamento dello Stato

Non c’è alcun margine per un ripensamento, perché il piano dei privati proceda comunque?  

«Se mi guardo indietro e penso al tempo speso per ottenere l’accordo di tutti, direi proprio di no. Ringrazio Etihad e le banche per l’impegno, ma non è bastato».

È rimasto sorpreso dall’esito del referendum? Si è chiesto cosa ha spinto migliaia di persone a dire no al salvataggio dell’azienda che gli dà lavoro?  

«Avevo percepito un brutto clima, ma credevo che alla fine gli allarmi sarebbero stati presi sul serio. Abbiamo parlato il linguaggio della verità, e non è servito. I dipendenti sono sfiduciati, si sono convinti che questo sarebbe stato l’ennesimo piano che non avrebbe cambiato nulla».

Ora che accade?  

«Il nostro intervento servirà ad evitare il fallimento. L’azienda verrà venduta al miglior offerente come sta accadendo con l’Ilva. Ma se prima del referendum c’era la garanzia di una nuova ricapitalizzazione, ora il rilancio diventa molto più complicato. Alitalia è indebolita dall’esito del referendum e i concorrenti non faranno regali».

Quanto stanzierete per gestire la transizione?  

«Il decreto di correzione dei conti appena entrato in vigore mette a disposizione 300 milioni di garanzie pubbliche. La cifra a disposizione per far volare gli aerei è quella, se sarà necessario stanziare altro lo valuteremo. Ma ripeto: si tratterà solo di accompagnare l’azienda o parte di essa verso un altro azionista privato».

E se non dovesse arrivare? Si andrà alla liquidazione?  

«Non si torna indietro, nemmeno nel peggiore degli scenari».

Detto da lei fa una certa impressione: di recente ha espresso dubbi anche sulla cessione di una quota di Trenitalia.  

«Il paragone non si pone. Se dieci anni fa mi avesse chiesto “privatizzerebbe per intero Alitalia?” le avrei risposto “forse no”. Ma oggi la realtà è diversa. Quello aereo è un settore fortemente liberalizzato e molto competitivo. Lo Stato non può rimettersi a fare l’imprenditore».

Avete preclusioni su una possibile vendita a Lufthansa?  

«Nessuna preclusione, ma le decisioni spettano agli azionisti. La palla è nelle loro mani».

Il governo cosa può fare in questa fase?

«Cercheremo di tutelare nel migliore dei modi tre cose: il bene del Paese, quello dei lavoratori e dei contribuenti. Non vogliamo la messa a terra degli aerei, perché sarebbe un danno per il turismo e le aziende italiane: Alitalia è ancora il secondo vettore per numero di passeggeri. Ci faremo carico dei costi sociali di una ristrutturazione, ma tenendo bene a mente che non sarà possibile garantire gli ammortizzatori sociali del passato. Cercheremo infine di far sì che la gestione commissariale duri il meno possibile, perché finirebbe per innescare una dinamica complicata con l’Europa. Le regole in questo senso sono molto chiare».

Qual è l’orizzonte per la vendita?  

«Al massimo sei mesi».

Oggi il primo vettore per passeggeri trasportati in Italia è Ryanair: Etihad vi accusa di non aver fatto abbastanza per tutelare l’ex compagnia di bandiera dalla sua concorrenza sleale. Dicono che in Francia o Germania non gli sarebbe stato concesso tanto spazio.  

«Noi tuteliamo gli interessi del Paese, la connettività e il turismo. Easyjet quest’anno porterà a Napoli un milione di passeggeri: lei crede non sia un mio preciso dovere preoccuparmi dello sviluppo del Mezzogiorno? Dovrei fare le barricate contro le low cost?»

Alitalia lamenta soprattutto i sussidi concessi dagli aeroporti minori a quelle compagnie.  

«Nel 2013 abbiamo scritto linee guida molto chiare e i gestori aeroportuali fanno dei bandi europei: perché Alitalia non partecipa? Se a Favignana è esploso il turismo, lo si deve al fatto che l’aeroporto di Trapani opera regolarmente. La verità è che la politica del governo sta funzionando, e che se in Francia e Germania Ryanair non è altrettanto forte è perché Air France e Lufthansa hanno fatto meglio il loro lavoro».

Twitter @alexbarbera

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