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Fermato ad Ischia il presunto assassino del gioielliere di Marano

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È stato fermato ad Ischia il presunto assassino di Salvatore Gala. Il suo nome è Maurizio De Faenza,  31enne di Marano con dei precedenti penali, che dopo l’omicidio del gioielliere avrebbe lasciato la città.

I carabinieri dell’isola, su indicazione dei colleghi della Compagnia di Giugliano, hanno fermato il pregiudicato in una stanza dell’Hotel Oriente, zona Porto, facendo irruzione nella struttura nel cuore della notte.

L’uomo è stato immediatamente trasportato a bordo del traghetto delle 2:30 e condotto, sotto scorta, nella caserma di Giugliano. Dopo un lungo interrogatorio, durante il quale De Faenza non ha proferito parola, è stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario e rapina.

Ad incriminare il 31enne sarebbe stata la perquisizione del suo appartamento nel quale sono pervenuti alcuni gioielli e le chiavi dell’automobile del gioielliere assassinato.

Le indagini, coordinate dal pm Simone De Roxas del Tribunale di Napoli Nord, hanno messo in luce alcuni retroscena sulla vita di Gala: storie di debiti, uso di stupefacenti e relazioni transessuali.

Continua il lavoro certosino dei militari dell’arma, i quali non escludono il movente passionale.

Lettere – grande quantità di droga nella borsa di lei. Arrestata la coppia

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Lettere – Arrestata una coppia di napoletani mentre trasportava una borsa stracolma di marijuana. Michele Loffredo, 37 anni, e la compagna Maria Nappi, sua coetanea, sono stati fermati dai carabinieri della Stazione di Lettere in via Gesini, mentre era in corso un posto di blocco.

I due, entrambi incensurati, hanno insospettito gli agenti, per cui hanno deciso di ispezionare la Golf nella quale viaggiavano.

Durante la perquisizione sono stati trovati 202 grammi di marijuana nella borsa della donna.

Michele e Maria, originari di San Gennaro Vesuviano, sono stati arrestati per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio e aspettano il rito direttissimo.

Niente intesa tra Berlusconi e Renzi su una legge elettorale maggioritaria solo a metà

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Sulla legge elettorale fa flop la mediazione tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: niente intesa, dunque, su un sistema misto proporzionale-maggioritario.

Tra Berlusconi e Renzi la mediazione è un flop

Niente intesa su una legge elettorale maggioritaria solo a metà

ROMA – «Era tanto che non lo sentivamo così imbufalito», garantisce chi gli sta intorno. Berlusconi, ieri sera, ululava dietro al suo capogruppo in Senato, Romani, che si era presentato in veste di ambasciatore. Era venuto da Roma dopo che le spie del Cav l’avevano visto lungamente a colloquio con il suo dirimpettaio del Pd, Zanda. E una volta ad Arcore, Romani aveva osato caldeggiare la formula elettorale di cui si parla in campo renziano: una sorta di alchimia concepita da Verdini, un mitologico ircocervo metà maggioritario e metà proporzionale, presentato come ultima offerta nei confronti di Berlusconi, quale prova di estrema bontà.

Notoriamente di leggi elettorali Berlusconi non si intende. Ma una lampadina si è accesa nella sua mente: «Quella proposta è una truffa, una solennissima fregatura». Costringerebbe Forza Italia ad allearsi con la Lega nei collegi maggioritari del Nord, dove Salvini detterebbe legge. E lascerebbe ai berlusconiani un po’ di briciole solo nella quota proporzionale. L’offerta recapitata da Romani è stata dunque respinta. Anzi, per non lasciare dubbi, l’altro capogruppo «azzurro» Brunetta è andato dal presidente della Commissione dove si sta discutendo alla Camera di riforma. E a Mazziotti ha chiarito che Forza Italia mai voterà un sistema maggioritario. Visto che pure i centristi di Ap sono sulla stessa lunghezza d’onda, il «Verdinellum» sembra morto prima ancora di nascere perché mancherebbero i numeri per approvarlo in Senato. Alzano le spalle i renziani: «Berlusconi non ci sta? Peggio per lui». Magari oggi in Commissione insisteranno lo stesso. In fondo, a loro interessa dimostrare che il Pd fa il massimo per mettere in sicurezza la legge elettorale. Così Mattarella non potrà prendersela con Renzi se, alla fine, torneremo alle urne con il pasticcio attuale (le leggi emendate dalla Consulta). L’importante è solo votare in fretta.

Silvio ritiene che Matteo stia commettendo un terribile sbaglio. Se fosse saggio, lui pensa, dovrebbe gettare le basi per un’alleanza post-elettorale tra le forze «responsabili» contro gli anti-sistema, come ieri suggeriva il dem Franceschini in un’intervista al «Corsera». Ma allora servirebbe, si accalora in privato l’ex premier, un sistema elettorale in grado di «ottimizzare» i risultati dei potenziali futuri partner di governo, in particolare di Forza Italia. Come? Attraverso un premio non alla lista ma alla coalizione, che permetterebbe agli «azzurri» di allearsi con Salvini, mettendo a tacere ogni accusa di «inciucismo», e di sganciarsi subito dopo le elezioni qualora fosse necessario dar vita a una grande coalizione (con la lista unica sarebbe tutto più complicato). Berlusconi spera ancora nel «ravvedimento operoso» di Renzi. Nell’interesse nazionale sarebbe pronto a collaborare con lui, e perfino con Alfano mettendo da parte i rancori. Perché in fondo, assicura Anna Maria Bernini, «non è uomo di risentimenti»: per lui conta anzitutto il risultato.

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Palermo: Forello nella tempesta. Un ex socio di Addiopizzo: lucrava sui soldi. Lui: ”Querelo”

Dopo lo scontro si rifiuti a Roma e le accuse a Elena Boschi che secondo una rivelazione di De Bortoli «chiese a Unicredit di comprare Etruria» e sulle quali i grillini insistono dicendo: si dimetta, non poteva mancare il caso di Palermo, dove spunta un audio che inguaia il candidato sindaco M5S sui fondi di Addiopizzo.

M5S, un audio accusa Forello: Casaleggio e Grillo sapevano e difesero il candidato a Palermo

Un ex socio di Addiopizzo: lucrava sui soldi. Lui: “Querelo”

ROMA – «Infami». L’epiteto che sgorga da chiunque nel M5S, nella gelida atmosfera di chi sa che non si può più fidare di nessuno È una storia di tradimenti, questa, e di amicizie affogate nel veleno di audio rubati e dossieraggi che allungano la coda dell’eterna faida grillina. A Palermo, come a Roma, e a Genova.

Bisogna mettere in fila i fatti di questo ennesimo thriller siculo. E partire dall’audio pubblicato su YouTube e da quello che è l’evento scatenante: l’inchiesta sulle firme false di Palermo svelate lo scorso ottobre. Tre mesi prima, a luglio, avviene un incontro alla Camera. Seduti di fronte ad Andrea Cottone ci sono Riccardo Nuti, Chiara Di Benedetto, Giulia Di Vita, Loredana Lupo. Tranne quest’ultima, gli altri sono i deputati 5 Stelle indagati per le firme false. Tutti sospesi dal M5S. Cottone invece è un componente dello staff della comunicazione in Parlamento. Ed è di Palermo, dove per anni ha svolto lo stesso incarico nell’associazione antiracket Addiopizzo. Fino al 2008, quando decise di abbandonarla in polemica e in rottura con Ugo Forello, avvocato-fondatore e oggi candidato sindaco del M5S a Palermo.

Forello è il nemico numero uno di Nuti, candidato sindaco nel 2012, anno delle firme false, e della sua cerchia. Li chiamano «i monaci». A luglio, incaricati dalla Casaleggio di scremare le prime informazioni sui futuri candidati a Palermo, chiedono a Cottone di raccontare cosa sa di Forello e Addiopizzo, Le domande sono insistenti, sanno su chi puntare, ma non dicono a Cottone che lo stanno registrando. Si fanno valutazioni sulla trasparenza di Addiopizzo che dà sostegno a imprenditori e commercianti taglieggiati. Volano accuse pesanti, di un vero e proprio business in mano a Forello e soci che fanno iscrivere gli imprenditori, li difendono, per poi costituirsi parte civile assieme a loro e prendere i rimborsi.

Mezzora di registrazione gonfia di sospetti sulla gestione di un milione di euro di finanziamenti e insinuazioni sul presunto conflitto di interessi dei membri di Addiopizzo, presenti sia nel comitato del ministero degli Interni che gestisce i risarcimenti sia nei collegi difensivi degli imprenditori stessi. «Nessuno denuncia perché Addiopizzo non si può toccare», dice Giulia Di Vita. I grillini temono la «scalata» al M5S locale. Ma forse non è una preoccupazione che impensierisce Casaleggio e Grillo, che danno l’ok alla candidatura di Forello, dopo aver fatto ulteriori verifiche e chiesto altri documenti. Anzi in una nota ieri il M5S difende il candidato e Cottone: «Non si evince alcun illecito. È in atto solo un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi».

E mentre Addiopizzo annuncia querela per diffamazione, oggi un post di Grillo dovrebbe ribadire il sostegno a Forello (che sarà a Roma) e forse annunciare l’espulsione di Nuti&Co. Ma la paranoia è ad altissimi livelli. Si parla di altre registrazioni rubate e si fa il nome di Grillo. La paura è tale che, anche a costo di affondare in una contraddizione evidente, i 5 Stelle hanno annunciato che denunceranno chi «ne divulgherà il contenuto». Proprio i 5 Stelle che hanno registrato a loro insaputa lobbisti e un deputato di Scelta civica Mariano Rabino, e parlarono di bavaglio quando la maggioranza tentò di far passare l’emendamento anti-Iene, che prevedeva il carcere per audio e video rubati.

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lastampa/M5S, un audio accusa Forello: Casaleggio e Grillo sapevano e difesero il candidato a Palermo ILARIO LOMBARDO

Barack Obama al Summit internazionale della food innovation

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Il 9 maggio 2017, al Padiglione dedicato ‘Seeds and chips’ di Rho Fiera Milano, è stato ospite Barack Obama per il Summit internazionale sull’innovazione alimentare.

Con una platea ‘blindatissima’ di 3.500 persone, il discorso di Obama è partito con un sentito ringraziamento a Matteo (Renzi), all’attuale sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e l’ex sindaco Letizia Moratti per aver realizzato con grande successo Expo 2016 sul tema del cibo e del futuro.

Lo speech di Obama è stato incentrato sull’importanza di una corretta alimentazione, sul tema della sostenibilità e sul ruolo strategico delle nuove generazioni, invitate a perseguire con tenacia la strada di scelte sempre più sostenibili.

Ha continuato facendo un discorso sulle caratteristiche di una posizione di leadership che, oltre a far emergere la parte più intima delle persone, deve creare una mentalità il più possibile in linea con gli obiettivi che si pone.

Luigi Barbetta al convegno con Obama

Obama

Obama ha posto l’attenzione su come i cambiamenti climatici potrebbero causare delle preoccupanti migrazioni di massa e dagli inevitabili conseguenti conflitti per la scarsità di risorse. In questa prospettiva ha sottolineato l’importanza dell’accordo tra Cina e Stati Uniti, che sono i Paesi che più inquinano, partiva da un’idea di adoperarsi per un cambiamento in quanto nel mondo c’è bisogno di leadership in grado di prendere decisioni per un futuro sostenibile.

La politica degli ultimi anni avrebbe infatti portato il settore privato e le case automobilistiche a importanti investimenti gli investimenti verso le energie rinnovabili.

L’ex presidente USA ha sottolineato più volte di come il cibo è parte integrante della nostra vita, e persino di tutti i rituali religiosi. Ha sottolineato che, nonostante lui non sia vegetariano, rispetta chi lo è reputando necessario creare una cultura del cibo che si basi su informazioni chiare e consapevoli. Nel consumo di carne è importante far passare il messaggio che anche le quantità sono importanti per tutelare la propria salute.

Anche il tema dello spreco del cibo è stato nodale. Obama ha sottolineato che comprare cibo fresco aiuterebbe infatti a comprarne la giusta quantità ottenendo una conseguente riduzione dello spreco. Non si può e non si deve creare una società in cui togliamo il piacere del cibo, ma creare una società il più possibile consapevole di ciò che mangia.

Ha parlato anche delle evoluzioni della medicina e del rapporto della società con la tecnologia, che va gestita per non fare in modo che superi l’importanza della singola persona e del suo lavoro in quanto ci sono delle professioni che nessuna macchina o intelligenza artificiale può rubarci. Seppur molti lavori sono destinati a sparire, ci saranno nuove opportunità che vanno individuate e gestite con attenzione.

Obama ha poi spiegato come l’utilizzo dei dati personali andrebbe attenzionato e di come internet dovrebbe essere utilizzato in maniera sempre più consapevole per fornire in maniera intelligente agli utenti dell’intero pianeta indicazioni utili su cibo, ambiente e futuro.

Il discorso dell’ex presidente degli Stati Uniti è terminato con un appello ai più giovani affinché possano parlare ai loro nonni e genitori per far in modo che prestino sempre più attenzione nello spegnere le luce quando necessario per evitare sprechi di energia inutili.

Visita il sito Seeds & Chips.

ESCLUSIVA – Manniello, chiede sostegno ai tifosi e rivela il prezzo dei biglietti

In esclusiva le dichiarazioni del Presidente Franco Manniello

Nel corso della trasmissione Il Pungiglione Stabiese 2,0 abbiamo ascoltato in diretta e in esclusiva il Presidente della Juve Stabia Franco Manniello, queste sono state le sue parole:

“La città di Castellammare adesso dovrà dimostrare di tenere alle sorti della propria squadra. La Juve Stabia non è di Franco Manniello o del Direttore Turi presente in studio: la squadra è della città di Castellammare di Stabia.

Chi vi parla si occupa di “gestione”, oggi ci sono io, magari in futuro ci potrà essere un’altra persona, quindi la Juve Stabia è un bene della città. Poi oggettivamente se facevamo lo stesso percorso compiuto nel girone di andata anche nel girone di ritorno, avremmo fatto altri 37 punti per un totale di 74 punti.

Il Foggia ha totalizzato qualcosa di incredibile, non ho nulla da ridire, anzi, abbiamo fatto il massimo, in più sono sempre convinto che come organico non abbiamo nulla da invidiare ad altri club. Parma, Alessandria e Lecce sono in fase calante e forse anche fuori di testa, in particolare l’Alessandria che ha perso un campionato già vinto, noi invece abbiamo già superato il nostro periodo nero e adesso credo e spero che siamo in una fase di risalita.

Ad essere onesto mi fa piacere incontrare subito il Catania, così si parte subito incontrando una squadra forte, una squadra di spessore, anche perché se passiamo il turno, come del resto mi auguro, a quel punto abbiamo eliminato un grande club come Catania, il che sta a significare tanto in termini di autostima.

Superato il turno affronteremo un’altra partita con la possibilità di passare il turno con 2 risultati su 3 e in più beneficiando del ritorno in casa, fattore da non sottovalutare visto che abbiamo sempre fatto valere il fattore Menti.

È inutile dirlo, ma io già mi sto adoperando perché non dimentico mai che in due spareggi abbiamo subito 2 rapine: nel 2008 a Lanciano fu annullato il gol di D’Ambrosio regolarissimo, stesso dicasi anche a Bassano dove fu protagonista in negativo il signor Serra che oggi arbitra in serie A. Abbiamo giocato sempre fuori casa sia a Lanciano e sia a Bassano, quindi di conseguenza già mi sono premunito e ho parlato con il Presidente della Lega affinché venga a vedere la partita. A Castellammare tutti conoscono bene il Presidente Manniello, non mi faccio mai trovare impreparato. Non vorrei che comunque questi due episodi regolarissimi possono poi ripetersi anche quest’anno, ricordando che il primo ci condannò alla retrocessione in quel di Lanciano e a Bassano, scusatemi per la presunzione, ma se passavamo il turno, andavamo noi in serie B senza ombra di dubbio. Adesso lasciamo perdere il passato, ufficialmente da parte nostra chiediamo l’aiuto di tutta la città.

I prezzi sono stati stabiliti dalla Lega: Curva 10€+1,50€ di prevendita,  distinti 13€+1,5€, tribuna scoperta 18€+1,5€, tribuna coperta 23€+1,5€. Ci siamo adoperati anche per lo spostamento dell’orario, purtroppo non è stato possibile perché ci sarà anche la diretta tv, pur facendo presente che in concomitanza gioca anche la serie A. Va bene così, la diretta tv può essere anche una garanzia perché ci troviamo a confrontarci con una piazza che ha militato diversi anni in serie A, e purtroppo, memore delle esperienze passate, ho sempre anche un po’ di timore”.

Il Catania rappresenta una sorta di segno del destino, visto che abbiamo affrontato gli etnei proprio in occasione della prima giornata di campionato. La Juve Stabia perse 3-1, ci furono tante critiche da parte dei tifosi sui social network, lei in diretta al Pungiglione espresse ottimismo per il prosieguo del campionato:

“Sui social si è sempre disfattisti, io non dò molta importanza a queste cose.

Ho avuto ragione?

Beh è il minimo che si poteva fare per il raggiungimento dei play-off. Per organico la Juve Stabia non è inferiore a nessuno, non scherziamo, lasciamo stare, contano i risultati e adesso ci siamo. Abbiamo anche il piacere di poter contare 2 risultati su 3 sia per il primo turno e nell’eventualità anche nel turno successivo. Poi dopo eventualmente ce la giocheremo contro chiunque.

La Juve Stabia non aveva l’obbligo di vincere il campionato, piazze come Parma, Lecce e Alessandria che stavano ammazzando il campionato penso che arrivino a disputare i play-off in uno stato confusionario. Quando le partite si fanno dure, i duri iniziano a giocare.

Probabilmente rispetto al passato questo sarà il play-off più difficile perché alla fine vincerà solo una squadra, un pò temo il vantaggio di poter giocare avendo a favore due risultati su tre, difficile da gestire nei 90 minuti, sperando che  possiamo subito andare a chiudere il discorso qualificazione nei primi 15 minuti”.

Presidente Manniello abbiamo notato che anche lo stesso Matera in questo girone di ritorno si stava un pò trascinando. Una sua considerazione in merito:

“Sarò presuntuoso, il Matera è una squadra forte, ma credo che abbia solo 13 effettivi, la Juve Stabia invece ne ha 20. Quando parlo di organico, la Juve Stabia non ha nulla da invidiare a nessuno, parlo della rosa al completo, noi abbiamo dei validi sostituti in ogni ruolo”.

In tanti hanno paura circa le condizioni di Atanasov, in quanto sta circolando voce sui social che abbia subito uno strappo muscolare  importante e quindi il suo recupero è a rischio:

“Il ragazzo ha avuto uno strappo, ma pure oggi si è allenato con la squadra e sta recuperando. Per domenica sarà disponibile, poi diciamo che dipende molto anche dall’allenatore.

Dispiace molto aver perso Allievi in quanto è un calciatore molto affidabile in questa categoria, uno dei migliori acquisti di questo calciomercato invernale. Sono molto fiducioso, ho visto i ragazzi abbastanza carichi e sono convinto che sia stato meglio aver preso il Catania, al punto tale da essere cattivi e tosti”.

In chiusura, come ha visto la Berretti e gli Under 17 sabato scorso al Menti, un suo giudizio:

“Ho avuto un’ottima impressione, in verità anche l’altra squadra non mi è dispiaciuta (gli under 17, ndr) e oggettivamente 2-3 elementi mi hanno fatto una buona impressione come ho già detto al responsabile Alberico Turi”.

RIPRODUZIONE RISERVATA previa citazione della fonte Vivicentro.it

Patrizia Esposito

Il gioielliere ucciso a Marano conosceva il suo killer

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Continuano le indagini sull’omicidio di Salvatore Gala, il gioielliere 44enne di Marano freddato con un colpo alla testa nel suo negozio di via Merolla 77.

Le immagini della telecamera esterna della gioielleria, esaminate dai carabinieri, purtroppo non hanno dato le risposte sperate.

Il pm Simone De Roxas del Tribunale di Napoli Nord, coordinatore delle indagini, non esclude nessuna pista, ma l’ipotesi che l’assassino sia stato qualcuno che conosceva intimamente Gala sta guadagnando sempre più terreno.

Salvatore, Maurizio per gli amici, sarebbe stato ucciso da qualcuno informato bene sulle sue abitudini, i suoi orari, la sua vita. Il gioielliere non avrebbe sospettato di colui che sarebbe stato poi il suo killer, visto che l’avrebbe fatto entrare nel suo esercizio ad orario di chiusura senza il minimo di preoccupazione.

Con molta probabilità la rapina è stata simulata per depistare gli inquirenti, per nascondere l’intenzionalità di un atto premeditato da chissà quanto tempo. Ora si investiga sulla vita privata del gioelliere. Intanto sono stati interrogati anche familiari, amici e l’ex moglie della vittima.

Tra le varie testimonianze raccolte dai carabinieri di Giugliano in Campania, c’è chi dice di aver visto Gala parlare a telefono fuori la gioiellieria intorno alle 21:30, e chi afferma di aver sentito dei rumori sospetti all’interno del negozio intorno alle 23.

Ad ogni modo una cosa è certa, lunedì sera Salvatore Gala aveva posticipato la chiusura dell’esercizio. I motivi possono essere molteplici, ma non si esclude che aspettasse qualcuno.

Un dettaglio strano rilevato dai carabinieri durante il sopralluogo della scena del crimine, è stato l’assenza del router attraverso il quale le webcam wi-fi del sistema di sorveglianza si collegano a un computer per scaricare i video, smontato dall’assassino di Salvatore Gala mentre il pc è stato lasciato lì.

Ora si analizzano le telecamere dei negozi vicini.

La testimonianza del vicino di negozio – Giuseppe Iavarone, titolare della lavanderia Aurora situata vicino alla gioielleria, è stato il primo a vedere il corpo senza vita di Gala:

«Quando ho aperto il negozio, alle 6:40 – dice – la saracinesca della gioielleria era già aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi è arrivata la zia, che ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto. Alle 9 è arrivata anche la sorella, la quale, preoccupata, si è subito recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando è tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta e vuota. Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue. Non volevo dire nulla alla madre che stava aspettando qualche notizia. Io non ho parlato, ma lei ha capito guardandomi in faccia».

Niente tregua per la Boschi. M5S attacca: si dimetta

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Dopo lo scontro a Roma sui rifiuti, dove i democratici accusano la sindaca Virginia Raggi «di incapacità» e rilanciano: «Puliremo noi la città» al che Beppe Grillo replica: l’emergenza causata da voi e Mafia Capitale, nel fuoco incrociato finisce anche Maria Elena Boschi, che secondo una rivelazione di De Bortoli «chiese a Unicredit di comprare Etruria». La sottosegretaria annuncia querele, ma i grillini insistono: si dimetta. Infine il caso di Palermo, dove spunta un audio che inguaia il candidato sindaco M5S sui fondi di Addiopizzo.

Etruria, un’altra tegola su Boschi

La rivelazione nel libro di De Bortoli: “Chiese a Unicredit di comprare la banca” Ma l’istituto nega pressioni. Lei annuncia querele: “Solo fango”. Il M5S: si dimetta

ROMA – Un’altra bufera si abbatte sul governo e in particolare sul giglio magico renziano. Torna sotto i riflettori soprattutto Maria Elena Boschi. E questa volta a tirarla in ballo non è un’inchiesta giudiziaria ma l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli. In un’anticipazione del suo libro «Poteri Forti», nel capitolo dedicato a Matteo Renzi, «ovvero la bulimia del potere personale», scrive che «l’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit». Secondo De Bortoli Maria Elena Boschi chiese a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. «La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere».

Da parte di Unicredit, a livello ufficioso, si fa però sapere di non avere subito alcuna pressione da ambienti politici su vari dossier bancari, Etruria compresa.

Boschi era già finita nel tritacarne per l’inchiesta su Banca Etruria che aveva visto il padre Pier Luigi, insieme ad altri dirigenti, accusato di bancarotta fraudolenta. Dopo le indagini però non aveva ricevuto alcun avviso di garanzia. Adesso arriva questa «rivelazione» di De Bortoli, che quando era alla guida del Corsera aveva scritto un editoriale durissimo contro Renzi e il suo giglio magico in odore di massoneria.

Opposizioni scatenate hanno subito chiesto le dimissioni. Salvini dice che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio si dovrebbe dimettere in tre secondi. I 5 stelle Di Battista e Di Maio, sono pronti a presentare la mozione di sfiducia e ricordano che siamo in presenza di un enorme conflitto di interessi.

Lei si difende, dicendo che la storia di Banca Etruria viene ciclicamente chiamata in ballo per alimentare polemiche. «Vediamo di essere chiari: non ho mai chiesto all’ex AD di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria». Ammette di avere incontrato Ghizzoni, come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro, ma di non avere mai avanzato una richiesta di questo genere. «Sfido chiunque e ovunque a dimostrare il contrario. E siccome sono stupita per questa ennesima campagna di fango, stavolta ho affidato la pratica ai legali per tutelare il mio nome e il mio onore. Chi è in difficoltà per le falsità di Palermo o per i rifiuti di Roma non può pensare che basti attaccare su Arezzo per risolvere i propri problemi». È questa la linea di contrattacco del Pd.

A Giorgia Meloni non bastano le dimissioni della sola Boschi: chiede che a buttare la spugna sia tutto il governo. E questa volta al coro delle dimissioni si sono aggiunti i Democratici e Progressisti, gli scissionisti del Pd. Lo hanno fatto con Roberto Speranza che dice di essere colpito dal «familismo e dell’eccesso di concentrazione di potere in 20 km». Speranza crede a De Bortoli, «un professionista molto serio». «Il ministro Boschi che ha avuto la fiducia del Parlamento non credo possa cavarsela con una dichiarazione. Valuteremo con attenzione. Ciò che è certo è che occorre fare chiarezza in modo definitivo su questa vicenda senza lasciare zone d’ombra. Se non c’è chiarezza l’unica strada sono le dimissioni», sostiene Speranza.

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Turi a Il Pungiglione: “Mauro ha tanta personalità, ma va lasciato tranquillo. Strianese? Un jolly. Playoff? Meglio affrontare il Catania con la prima squadra”

In esclusiva le dichiarazioni di Alberico Turi

Nel corso della trasmissione di ViViRadioWeb, Il Pungiglione Stabiese, abbiamo ascoltato il Direttore Responsabile del settore giovanile della Juve Stabia, Alberico Turi.

“Carboni ha fatto giocare anche chi ha giocato poco. Ha dato minutaggio a tutta la rosa, è stata una partita di preparazione per i playoff. E’ normale che avere Ripa al centro dell’attacco è una garanzia. E’ un calciatore che va sempre in doppia cifra e diventa importante averlo in rosa”.

Alfonso Todisco?

“Un dirigente del settore giovanile, ma anche un amico tifoso della Juve Stabia, anche se non più residente a Castellammare di Stabia, ma a Sorrento”.

Il Catania ai playoff per la Juve Stabia?

“Bisogna raggiungere il traguardo finale, prima o dopo non fa differenza, devi affrontare tutti. Meglio affrontare una squadra blasonata, si sta in tensione e lo si può preparare al meglio”.

Prezzo dei biglietti?

“Il vero tifoso non guarderà a questo, sarà al Menti per incitare la squadra. L’appello è che tutti i tifosi stabiesi possano assistere al match per raggiungere insieme il traguardo finale. Un peccato non poter riempire il settore distinti con ragazzi di scuola calcio o di scuole. Manniello conosce le sfaccettature di una richiesta, sarà sicuramente dispiaciuto della non possibilità. Si parla tanto di portare il pubblico allo stadio, ma con i sacrifici che fanno le società, vengono negate possibilità di introiti per queste gare e l’orario delle 15 non gioverà per la concomitanza con altri campionati. Bisogna essere compatti, tutti insieme”.

Firenze?

“Pensiamo giornata dopo giornata, si vedrà!”

Incasso diviso tra i due club?

“Il mio è un invito a cercare di riempire lo stadio con tanti ragazzi, sia di scuole calcio, ma anche con i ragazzi del settore”.

Pronostico?

“Mi basterebbe anche 1-0 al 90° con autogol di Pozzebon, sarei felicissimo”.

Pulvirenti?

“E’ un allenatore che provoca, vuole gestire la gara in maniera particolare. Parla tanto e servirà attenzione con il guardalinee che sarà nella sua zona. Attenzione tra i ragazzi e sotto gli spogliatoi. Se capisce che in rosa c’è un ragazzo influenzabile, lo stuzzicherà. Con la Berretti portò all’espulsione 2 suoi ragazzi e uno nostro”.

Lo Monaco?

“Conosce personaggi stabiesi, bisogna fare attenzione alle palazzine intorno al Menti, si rischia di essere spiati: è il gioco delle parti”.

“La Juve Stabia non aveva l’obbligo di vincere il campionato, altre come Parma e Alessandria oltre al Lecce arriveranno ai playoff con distrazione”.

Cutolo a disposizione della squadra, sarà determinante?

“All’inizio della sua avventura stabiese, si è voluto forzare il suo inserimento. Doveva essere gestito meglio, veniva da un periodo di inattività. Può dare ora una grande mano alla Juve Stabia. Non credo che smentirà le attese: credo che in questo momento sia un punto di forza della squadra. Prenderà per mano i suoi”.

Cutolo come Pizzi?

“Ha le doti tecniche e balistiche per risolvere qualsiasi gara: lo dice la storia”.

Il settore giovanile si gioca i playoff con Berretti, Under 17 e Under 15. I ragazzi di Belmonte hanno pareggiato in trasferta contro il Parma

“Voglio ringraziare tutti gli sportivi, addetti ai lavori, il presidente Manniello, i calciatori, i dirigenti e l’allenatore che sabato scorso erano al Menti e sono stati vicini ai ragazzi che hanno apprezzato la loro presenza. Doveroso farlo, anche se ho sempre ritenuto che esiste una sola società. I colori vanno difesi dalla prima squadra all’attività di base. Tornando agli Under 15, i playoff sono una lotteria. Serve giocarsi le gare con intensità e stare sempre sulla corda. Alla lunga, il lavoro ti premia. Per quello che è successo a Parma, spero di poter andare avanti. Arrivati qui, non si può più parlare solo di crescita e gioco. Ora vogliamo vincere e questi ragazzi meritano. Sono venuti meno due pilastri in formazione, ma chi li sostituisce non fa sentire la loro mancanza. L’Under 15 ha le carte in regola per poter ben figurare al Menti sabato. Molti ragazzi non sono di Castellammare ma sudano per questa maglia. Se c’è un ragazzo di Castellammare che merita, allora è giusto che vesta la maglia, ma se le scuole calcio a cui chiedi un ragazzo, si rifiutano, allora possiamo farci poco. C’è un ragazzo di Castellammare di Stabia, bocciato dal Napoli, che 15 giorni fa è stato tra noi e gli abbiamo messo la maglia della Juve Stabia addosso. Ha giocato con i nostri con le autorizzazioni del caso a Frattamaggiore, ma non dirò mai il nome”.

Under 17, una sconfitta con il Feralpisalò

“I ragazzi erano contratti nel primo tempo. Forse hanno sentito troppo la gara, poi siamo venuti fuori alla lunga e colpito un legno con Casella. Il loro portiere ci ha negato alcuni gol importanti. Ma la cosa che mi lascia perplesso è il gol loro che, come visto dalle immagini di ViViCentro, non era valido in quanto la palla non è entrata del tutto. Dobbiamo andare a vincere a Salò e non dispero, possiamo farlo”.

Grande attesa per la Berretti che ha superato il Fondi. Regolamento?

“Il regolamento è stato fatto ad inizio stagione, sbagliato, ma viene realizzato da tempo. Non sono contento dalla prova della Berretti: sono stati fatti 30 minuti alla grande ma poi hanno avuto paura di vincere. Ci siamo abbassati troppo, quella è una squadra che deve solo e sa solo giocare a calcio. Non ha paura dell’avversario, sabato è stata timorosa. Trovarsi una squadra con tre fuoriquota, forse, ha creato qualche timore. Calandra, il portiere, è molto forte. Meno male che non è stato espulso. Mauro? Ha tanta personalità. Un ragazzo che va lasciato tranquillo, non me ne voglia nessuno: per il suo bene lo dico, è un ragazzo di grossa prospettiva. Strianese? Un jolly importante che può fare di tutto in campo. E’ intelligente e sa sempre dare una mano, buttandosi dentro e recuperando. E’ calciatore intelligente, che parte senza palla e riesce a creare pericoli. Panico, con il suo staff ha preparato al meglio la gara, è uno meticoloso che sa diventare maniacale”.

Come ha vissuto il presidente De Lucia le gare?

“Lui è ansioso come Manniello, sull’1-0 è scappato via, ma chiedeva in continuazione il risultato. E’ attaccato a questi colori e a questi ragazzi”.

Mario Turi?

“Non credo tornerà in panchina. Fare in tre anni tre sconfitte e non raccogliere i frutti è dura. E’ nauseato dal discorso prima squadra”.

“Non esportiamo solo le cose brutte della città, ma quando eravamo in B, mostravamo il nostro lato migliore. Eravamo osannati e meritavamo complimenti da tutti. Chi verrà allo stadio domenica, merita di assaporare la serie B, ma la merita soprattutto Franco Manniello”.

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Patrizia Esposito

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FOTO ViViCentro – Maradona si scatena con Ronaldinho in Bahréin

FOTO ViViCentro – Maradona si scatena con Ronaldinho in Bahréin

Diego Armando Maradona scatenato a Manama, in Bahréin, nel corso di un evento in cui ha incontrato tantissimo appassionati di calcio. Il Pibe de oro, nonché neo allenatore del Fujairah Sports Club negli Emirati Arabi, ha incontrato anche Ronaldinho. Il Pibe per questo motivo sarà oggi assente alla festa scudetto.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

Siracusa calcio:” Impossibile fermare i sognatori”

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Siracusa: in campionato beneficenza, ai Play Off predatori.

Il Siracusa termina il campionato con un brutto risultato, perdendo 1- 0 con la Virtus Francavilla. Risultato impensato per i ragazzi di Sottil che non si aspettavano certo di lottare ancora una volta anche contro un giudizio arbitrale non consono.

In campo alcune incertezze da parte di qualche giocatore, ma il gioco si velocizza quando entrano Catania, Valente e Dezai. Quest’ultimo dopo un lungo infortunio ritorna a combattere insieme ai compagni sul campo Siracusano. Il loro intervento però non è riuscito a servire la vittoria ai tifosi.

Nuovamente Sottil, come successe con l’Akragas, non potrà sostenere in campo i propri ragazzi. Infatti, per un’incomprensione con l’arbitro è stato espulso per ben due giornate. Riusciranno i suoi ragazzi a giostrarsi senza il supporto della struttura portante della squadra?

Nelle ultime partite, in cui il Siracusa si è esibito, sembra che abbia giocato quasi a fare beneficenza alle squadre che avevano difficoltà date dalla loro posizione in classifica. Ci si augura quindi che questa volta gli 11 leoni si destino dal torpore in cui sono caduti e iniziano a mostrare le loro reali capacità.

La squadra aretusea più volte ha mostrato agli avversari la grande forza e tecnica che possiede in campo, in 7 mesi è passata da penultima in classifica a giocare i play off.

Domenica, 14 Maggio, i siracusani affronteranno il primo girone dei play off ad esclusione immediata contro la Casertana. Squadra con cui ha perso fuori casa, ma ha ottenuto una splendida vittoria in campo proprio con 2-1. La partita sarà giocata in notturna, alle ore 20:30, allo Stadio “Nicola De Simone”. Chi fra le due squadre troverà la vittoria, dovrà fronteggiare l’Alessandria in due scontri (andata/ritorno)

Più volte il Siracusa si è trovato ai play off riuscendo ad essere ammesso, in serie B, a tavolino nella stagione 1946-1948, rimanendo in categoria fino al 1953.

C’è un libro di Gianluca Apicella intitolato “Impossibile fermare i sognatori”, i tifosi Siracusani potrebbero essere i protagonisti adatti di quel libro. Sognatori che non vogliono essere destati dalla visione onirica che stanno vivendo. Perché malgrado tutto grandi emozioni sono state regalate e segno di ciò è stato il ringraziamento dei tifosi nonostante la sconfitta con la Virtus Francavilla.

La fiaba del Siracusa non è ancora terminata, altre pagine devono ancora emozionarci.

Accoppiamenti Play Off:data/orari

Domenica 14 maggio

Siracusa Vs Casertana: h 20:30

Juve Stabia Vs Catania:  h 15:00

Virtus Francavilla Vs Fondi: h 17:30

Cosenza Vs Paganese: h 20:30

 

10 maggio 1987, il ricordo della SSC Napoli: “Le 10 partite più significative!”

Lo riporta il sito del calcio Napoli sscnapoli.it

Il 10 maggio del 1987 il Napoli vinse il suo primo scudetto. Per celebrare il trentennale dell’evento abbiamo voluto raccontare quella splendida stagione con le 10 partite più significative del campionato. 10 come quel giorno di maggio, 10 come la maglia mitica di Maradona, 10 come un numero legato a doppio filo col destino.

Queste le 10 tappe di quella esaltante cavalcata:

Prima giornata – 14 settembre 1986: Brescia-Napoli 0-1
Brescia: Aliboni, Giorgi, Gentilini, Occhipinti, Chiodini, Branco, Turchetta, Bonometti, De Giorgis, Zoratto, de Martino (70’ Piovani). All. Giorgi

Napoli: Garella, Bruscolotti (76’ Marino), Ferrara (82’ Volpecina), Bagni, Ferrario, Renica, Caffarelli, De Napoli, Giordano, Maradona, Carnevale. All. Bianchi
Marcatore: 41’ Maradona

E’ l’esordio in campionato ma anche una sfida in cui c’è il biglietto da visita della stagione. Poco prima che finisse il primo tempo, Maradona prende palla ai 25 metri, salta tre uomini e segna in diagonale. E’ il prolungamento del Diego Mondiale, che ha appena trionfato in Messico trascinando l’Argentina campione del Mondo. E’ l’immagine manifesto che farà da prima copertina ad un anno magico.

Quarta giornata – 5 ottobre 1986: Napoli-Torino 3-1

Napoli: Garella, Marino, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Caffarelli (46’ Sola), De Napoli, Giordano, Maradona, Carnevale. All. Bianchi

Torino: Lorieri, Corradini, Francini, Zaccarelli, Junior (79’ Cravero), Ferri, Beruatto (67’ Lerda), Sabato, Kieft, Dossena, Comi. All. Radice
Marcatori: 10’ Sabato, 15’ Bagni, 60’ Ferrara, 76’ Giordano

Il primo successo al San Paolo per un Napoli che non parte fortissimo, ma che da questa vittoria in poi diventa un ciclone. Segna prima il Toro con Sabato, poi la rimonta azzurra con Bagni, Ferrara e Giordano, tre assoluti protagonisti di quello scudetto.

Settima giornata – 26 ottobre 1986: Roma-Napoli 0-1

Roma: Tancredi, Gerolin, Baroni, Boniek, Nela (46’ Oddi), Righetti, Bergreen (71’ Agostini), Giannini, Pruzzo, Desideri, Conti. All. Eriksson

Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario (51’ Volpecina), Renica, Sola, De Napoli, Giordano, Maradona (81’ Carnevale), Romano. All. Bianchi
Marcatore: 46’ Maradona

E’ il primo big match dell’anno. Il Napoli non vince all’Olimpico romanista da tempo immemorabile. Quel giorno di ottobre ci riesce. Il talento di Giordano, la prodezza di Maradona. Lancio al bacio del centravanti azzurro, stop di tacco e tiro al volo di Diego, giusto nell’angolo. L’Olimpico si illumina d’immenso.

Nona giornata – 9 novembre 1986: Juventus-Napoli 1-3

Juventus: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (78’ Bonetti), Brio, Caricola, Mauro (56’ Pioli), Manfredonia, Serena, Platini, Laudrup. All. Marchesi

Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Sola (53’ Carnevale), De Napoli, Giordano, Maradona, Romano (78’ Volpecina). All. Bianchi
Marcatori: 50’ Laudrup, 73’ Ferrario, 74’ Giordano, 90’ Volpecina

Non è una partita, è LA PARTITA. A caratteri cubitali, perché quel pomeriggio il Napoli si attacca in petto mezzo scudetto. La Juve campione d’Italia segna con Laudrup. Poi succede l’inferno. In un quarto d’ora, dal 73’ al 90’, il Napoli si prende Casa Savoia. Ferrario firma il suo gol più bello, raro e prezioso come un “Gronchi rosa”. Poi Bruno Giordano al volo di destro fa esplodere la Curva Maratona. Chiude la festa Beppe Volpecina. Il Napoli scavalca la Signora e va in testa da sola. Siamo appena all’inizio di novembre, ma nell’aria si sente già un meraviglioso profumo di gloria.

15esima giornata – 11 gennaio 1987: Napoli-Ascoli 3-0

Napoli: Garella, Bruscolotti, Volpecina (56’ Muro), Bagni, Ferrara, Ferrario, Carnevale (76’ Caffarelli), De Napoli, Giordano, Maradona, Romano. All. Bianchi

Ascoli: Pazzagli, Destro, Cimmino, Iachini, Perrone, Dell’Oglio, Bonomi, Carillo, Vincenzi, Brady, Trifunovic. All. Castagner
Marcatori: 58’ Muro, 67’ Romano, 86’ Bagni

E’ l’ultima giornata del girone di andata. Al San Paolo piove a dirotto ma è come se ci fosse il sole. Dopo un’ora Ciro Muro rompe il muro ascolano. Poi segna Romano, il regista arrivato nel mercato autunnale, e chiude Bagni. Il Napoli è campione d’inverno. Da gennaio a maggio, saranno quattro mesi da urlo…

19esima giornata – 22 febbraio 1987: Torino-Napoli 0-1

Torino: Lorieri, Rossi, Francini, Zaccarelli, Junior, Ferri, Beruatto, Cravero, Kieft, Dossena, Comi. All. Radice

Napoli: Garella, Bruscolotti, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Caffarelli (81’ Giordano), De Napoli, Carnevale (89’ Volpecina), Maradona, Romano. All. Bianchi
Marcatore: 84’ Giordano

E’ una freddissima e grigia domenica di febbraio. Per 80 minuti in campo è battaglia di lotta e di governo. Tutto bloccato finché non entra Bruno Giordano. Maradona crossa con una piroetta dalla linea di fondo, Giordano in drop al volo di sinistro gira un pallone micidiale sotto la traversa e poi corre nel boato della Curva Filadelfia, completamente azzurra. E’ l’immagine splendente di una vittoria fondamentale che sancisce la prima vera fuga.

24 esima giornata – 29 marzo 1987: Napoli-Juventus 2-1

Napoli: Garella, Volpecina, Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Caffarelli (51’ Carnevale), De Napoli, Giordano (68’ Bruscolotti), Maradona, Romano. All. Bianchi

Juventus: Tacconi, Favero, Pioli, Bonini (65’ Vignola), Caricola, Scirea, Mauro, Manfredonia, Serena, Platini, Buso (61’ Briaschi). All. Marchesi
Marcatori: 14’ Renica, 50’ Serena, 58’ Romano

Nell’ultima domenica di marzo va di scena la madre di tutte le sfide. La Juve viene al San Paolo in cerca di riscatto. Segna prima Renica che scava un fosso sotto le gambe di Tacconi. Poi pareggia Serena di testa. Il resto è da brividi. L’assalto del Napoli è dirompente come il tuffo di Ciccio Romano che sotto la Curva B infila in spaccata la palla del 2-1. Il Napoli saluta la Juventus e si stacca dal gruppone. Manca poco più di un mese, un mese emozionante ed interminabile.

27esima giornata – 26 aprile 1987: Napoli-Milan 2-1

Napoli: Garella, Bruscolotti (73’ Sola), Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Carnevale, De Napoli, Giordano (82’ Caffarelli), Maradona, Romano. All. Bianchi

Milan: Nuciari, Maldini, Evani, Baresi, Galli, Manzo, Wilkins, Di Bartolomei (82’ Massaro), Hateley, Donadoni (46’ Zanoncelli), Virdis. All. Capello
Marcatori: 33’ Carnevale, 43’ Maradona, 79’ Virdis

Sulla strada del trionfo ci si mette il Diavolo. Ma non c’è il veleno nella coda, c’è il balsamo della gioia. Segna prima Carnevale di testa. Poi si fermano gli orologi. Maradona si inventa uno dei gioielli più splendenti della sua collezione. Lancio di Giordano e doppio dribbling al volo di Diego che senza far mai toccare la palla a terra salta difensore e portiere per disegnare un capolavoro assoluto. Vince il Napoli, è l’ultima decisiva sterzata, prima del rettilineo della gloria.

28esima giornata – 3 maggio 1987: Como-Napoli 1-1

Como: Paradisi, Tempestilli, Bruno, Centi, Maccoppi, Albiero, Mattei, Invernizzi, Borgonovo, Notaristefano (81’ Casagrande), Tedesco (59’ Giunta). All. Mondonico

Napoli: Garella, Bruscolotti (68’ Muro), Ferrara, Bagni, Ferrario, Renica, Carnevale, Sola (62’ Volpecina), Giordano, Maradona, Romano. All. Bianchi
Marcatori: 63’ Giunta, 76’ Carnevale

E’ un pareggio che vale più di una vittoria. Il Napoli rimonta il Como con un gol di Carnevale ad un quarto d’ora dalla fine che vale oro. Agli azzurri adesso basta un punto per vincere il campionato. Quel ramo del Lago di Como che volge al trionfo.

29esima giornata – 10 maggio 1987: Napoli-Fiorentina 1-1

Napoli: Garella, Bruscolotti, Volpecina (87’ Ferrara), Bagni, Ferrario, Renica, Carnevale (89’ Caffarelli), De Napoli, Giordano, Maradona, Romano. All. Bianchi

Fiorentina: Landucci, Contratto, Maldera, Oriali, Pin, Gentile, Onorati, Gelsi, Diaz, Antognoni (64’ Di Chiara), Baggio (72’ Berti). All. Bersellini
Marcatori: 29’ Carnevale, 39’ Baggio

E’ il 10 maggio 1987. Una data che diventerà una epigrafe. Ed il riverbero è ancora struggente. Il San Paolo è stracolmo che non entra manco uno spillo. Segna Carnevale, lanciato di tacco da Giordano. Pareggia Baggio. Va bene così, perché ci serve un punto per arrivare primi. C’è solo il tempo della festa a Fuorigrotta. La gente urla, si abbraccia e piange di felicità. Il Napoli è campione d’Italia tra migliaia di bandiere azzurre che riempiono il cielo. La prima volta di una immensa storia d’amore. Era il 10 maggio 1987. Il meraviglioso ricordo di un fantastico scudetto.

Carnevale: “Vi racconto il gol che regalò lo scudetto”

Carnevale: “Vi racconto il gol che regalò lo scudetto”

Quel 10 maggio 1987 fu festa grande al San Paolo. Andrea Carnevale ando’ in gol alle 16:29 contro la Fiorentina. Fu il gol-scudetto. A Il Mattino ha rilasciato una lunga intervista, questi i passaggi più significativi: “Stavamo attaccando a tutto spiano. Diego era quello che tirava di piu’. Venne avanti anche Ferrario. Tiro’ una botta De Napoli, poi alla mezz’ora, Diego mi dette la palla nella metà campo della Fiorentina, io la detti a Giordano che con un colpo di tacco me la restitui’ mentre entravo in area di rigore e la’ anticipai l’uscita di Landucci colpendo di esterno destro. Il San Paolo esplose. Fu una liberazione. A due giornate dalla fine avevamo l’Inter a tre punti e la Juventus a quattro. Dovevamo respingere l’ultimo assalto dell’Inter che giocava a Bergamo. Dopo il mio gol arrivo’ la notizia che l’Inter era sotto sul campo dell’Atalanta. Quando la Fiorentina pareggio’ con la punizione di Baggio, noi eravamo avanti di quattro punti sui nerazzurri. Era scudetto. Non fu una annata facile per me. Partii titolare con la maglia numero 11. Dopo sei giornate arrivo’ Ciccio Romano che Pierpaolo Marino scovo’ nella Triestina. Entro’ in squadra a Roma, dove vincemmo con un gol di Maradona, e non ne usci’ più. Ero arrabbiatissimo col mister. Lui giocava con Caffarelli all’ala destra e Romano col numero 11. Ero praticamente fuori”.

Nessuno come il Napoli di Sarri dal dopoguerra

Nessuno come il Napoli di Sarri dal dopoguerra

La Gazzetta dello Sport riporta un dato molto interessante sul Napoli: “Maurizio Sarri, in attesa che il suo prezioso lavoro venga premiato da qualche trofeo, può vantare eccellenze statistiche. Insieme ai complimenti per il gioco, il suo Napoli ha numeri pazzeschi, che rendono meglio l’idea di quanto sia diventata competitiva la squadra e, soprattutto, descrivono la vera identità tattica. L’ultimo dato racconta di un record strappato al Grande Torino: per il quarto anno consecutivo il Napoli arriverà in tripla cifra nella casella dei gol realizzati in stagione. Mai prima d’oggi altre squadre italiane avevano insidiato il glorioso club granata che dopo la metà degli Anni 40, dunque nell’immediato Dopoguerra, stabilì questo primato superando quota 100 in tre campionati consecutivi. Nella stagione 47-48, addirittura, chiuse con 125 reti all’attivo e in quegli anni non erano ancora state istituite le competizioni europee per club”.

Il Napoli ha visionato due Under 20 da affiancare a Reina: i dettagli

Il Napoli ha visionato due Under 20 da affiancare a Reina: i dettagli

Anche se si attende l’agente di Pepe Reina per discutere il possibile prolungamentodi un altro anno del contratto, il Napoli comunque sta visionando altri portieri. Il primo obiettivo resta Meret che è stato nuovamente visionato dallo scouting di Giuntoli nell’ultimo match contro la Pro Vercelli come si legge sul Corriere dello Sport. L’altro nome è il 19enne Rok Vodisek, portiere sloveno. Anche qui le relazioni sono piuttosto positive.

De Laurentiis: “Valutiamo 50 nomi, abbiamo in mente colpi irripetibili! Mertens resta, Sarri come Ferguson”

Le sue parole

Il presidente Aurelio De Laurentiis ha ricevuto all’Hotel Vesuvio un riconoscimento dal Rotary Napoli Est e ha dichiarato a Il Mattino: “Il Napoli e’ la casa di Maurizio Sarri. E questa casa per lui e’ aperta a vita: qui puo’ rimanere a fare quello che vuole anche quando il contratto scadra’. Se vuole potra’ anche avere un ruolo alla Ferguson”.

Presidente, sta per arrivare la domenica probabilmente decisiva nella corsa per la Champions diretta?

“Non credo. Questo e’ un campionato in cui le sorprese sono arrivate in ogni giornata, dove sia il Napoli che la Roma hanno perso punti contro le piu’ piccole spesso. E tutto puo’ ancora accadere fino alla fine.

Terzo posto? Io non ho paura del preliminare. E’ diverso da quando abbiamo affrontato l’Athletic Bilbao: perche’ quest’anno abbiamo una squadra gia’ strutturata e completa, che sta dimostrando la propria forza. Il fatto che avro’ la rosa a disposizione a luglio per svolgere la preparazione estiva al completo mi rende tranquillo”.

Neppure il mercato ne risentira’?

“No, gli unici problemi sono di ordine organizzativo. Poi ovvio, sotto il profilo finanziario qualche operazione puo’ essere piu’ programmabile avendo la certezza della Champions. Ci sono per esempio degli acquisti irripetibili che abbiamo in mente. In questo momento lavoriamo su una lista di cinquanta nomi: io sto pensando di prendere qualcuno magari in Belgio o in Olanda e lasciarlo crescere nella propria squadra per un altro anno ancora”.

A proposito del tecnico spagnolo, dice che Higuain era uno dei cinque nomi che le suggerì quell’estate?

“E ci credo, chi non avrebbe voluto prendere Higuain? Lo volevano tutti. Solo che lui insisteva per Leandro Damiao, incontrai pure i suoi agenti proprio qui al Vesuvio. A proposito, dove gioca Damiao adesso? Higuain fu un blitz mio e di Chiavelli”.

Rinnovi?

“Con Mertens ci siamo. La firma arrivera’ a breve, la prossima settimana arriveranno i suoi agenti e definiremo le cose che ci siamo detti. E Ghoulam? Lui e Strinic a me piacciono tanto e non e’ facile trovare dei sostituti del ‘92 o del ‘93 ai loro livelli. Anche perche’ arrivano e prima di essere inseriti nei meccanismi di Sarri ci vuole tempo. Ogni operazione di rinnovo ha bisogno del suo tempo. Vediamo quello che succede”.

E’ un monte ingaggi lievitato in maniera esponenziale negli ultimi anni?

“Sì, piu’ del 150 per cento. Siamo passati dai 40 milioni di stipendio con Mazzarri ai circa 100 milioni attuali. Un grande salto… mi fa ridere chi chiede sempre “chi compriamo, chi compriamo?”. Come se fosse facile migliorare questa squadra. E poi l’estate scorsa abbiamo investito per 163 milioni di euro”.

Dzeko out, salta la Juve. In dubbio anche Nainggolan

NOTIZIE AS ROMA – Piove sul bagnato. Non bastavano le polemiche dai lunghissimi strascichi mediatici tra Totti e Spalletti e la squalifica per 2 giornate di Kevin Strootman che costringerà l’olandese ad essere fuori in occasione di Roma-Juve. Guai anche per Edin Dzeko: il pennellone bosniaco sarà infatti costretto a dare forfait a causa di una «lesione muscolare di primo grado del gemello mediale del polpaccio sinistro». La prognosi è di circa 10 giorni, a partire dalla data dell’infortunio. Dunque, il bomber da 37 reti stagionali complessive tra campionato e coppe non ci sarà domenica sera. In forte dubbio anche la presenza di Radja Nainggolan, vittima di una «quota di edema muscolare del muscolo gemello mediale del polpaccio sinistro». Le sue condizioni saranno monitorate giorno dopo giorno nella speranza che possa stringere i denti e giocare questa fondamentale gara. LO riporta Il Corriere della Sera.

Claudia Demenica

La battaglia Pd-5Stelle continua: rifiuti, finanziamenti, fondi

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Il filling che sembrava esserci ieri tra il M5S ed il PD per la legge elettorale è durato giusto il tempo del pensarlo. Poi subito il ritorno allo scontro diretto con una raffica di colpi bassi  nella battaglia che promette di portare alle urne.

A Roma lo scontro è sui rifiuti: i democratici accusano la sindaca Virginia Raggi «di incapacità» e rilanciano: «Puliremo noi la città». Beppe Grillo replica: l’emergenza causata da voi e Mafia Capitale. Nel fuoco incrociato anche Maria Elena Boschi, che secondo una rivelazione di De Bortoli «chiese a Unicredit di comprare Etruria». La sottosegretaria annuncia querele, ma i grillini insistono: si dimetta. Infine il caso di Palermo, dove spunta un audio che inguaia il candidato sindaco M5S sui fondi di Addiopizzo.

La guerra dei rifiuti

Renzi chiama a raccolta i volontari del Pd: “Comune incapace, domenica puliremo noi la città”. Raggi: porti la spazzatura a Zingaretti, pronta task force. Grillo: dem complici di Mafia capitale

ROMA – La guerra della monnezza è un assaggio di campagna elettorale. Grillini contro formiche. Sì, avete letto bene: il secondo animale sarà il simbolo stampato sulle t-shirt gialle che indosseranno i leader dem, da Matteo Renzi a Matteo Orfini fino ai dirigenti locali, domenica, quando scenderanno in strada a Roma con scope e sacchetti: «Puliremo noi la città» promette l’ex premier. Un gesto dimostrativo ad alto tasso mediatico annunciato da Renzi dal palco dell’assemblea Pd. Un’operazione in stile 5 Stelle che dà l’idea di come il segretario rieletto vuole condurre la sfida a Beppe Grillo e a Luigi Di Maio. Renzi parla di «incapacità del Comune» nella gestione die rifiuti, Beppe Grillo gli risponde rievocando le colpe e le complicità del Pd con Mafia Capitale.

LEGGI ANCHE – SOS rifiuti a Roma: senza discariche ne biogas non si sa che farne ne dove metterli

Roma è una cartolina sfregiata da cumuli di rifiuti lasciati per le vie del centro e della periferia, una metropoli che boccheggia tra gli olezzi resi insostenibili dalle temperature più elevate. La situazione ha raggiunto livelli di emergenza piena. Difficile controbattere all’eloquenza delle foto ma il M5S ci prova lo stesso. Con ben quattro post sul blog di Grillo, il primo di suo pugno contro il Pd, il secondo che parla di «piano 5 Stelle sui rifiuti di Roma rivoluzionario», il terzo firmato dall’assessora Pinuccia Montanari che addirittura si intitola «nessuna emergenza rifiuti» e il quarto firmato dalla sindaca Raggi che ha così chiaro il peso politico di questo scontro da aver scelto il più istituzionale palcoscenico su cui difendersi, in Rai, a Porta a Porta.

Il duello che si trascina da giorni nasce dalle reciproche accuse tra Regione Lazio, guidata dal Pd, e Campidoglio, tormentato regno dei 5 Stelle. «Raggi e il Comune di Roma non hanno voluto l’autorizzazione all’eco distretto di Rocca Cencia, un sito destinato allo smaltimento di rifiuti organici, quando la Regione Lazio stava per autorizzarlo, al grido: “Non servono impianti”» attacca l’assessore ai Rifiuti del Lazio Mauro Buschini che aggiunge: «Roma ha bisogno di impianti: dicano dove e li autorizziamo». Il governatore Luca Zingaretti e la sua giunta non hanno digerito la scaricabarile di Raggi che su Twitter lunedì aveva scritto che «sui rifiuti il Lazio è sottodimensionato e l’impiantistica è competenza della Regione». «Una fake news» replica Zingaretti che fa partire una campagna lampo sul web per smontare le tesi grilline: «La Regione ha competenza solo sulle autorizzazioni, verifica cioè se il posto è giusto, ma non ha voce sulla costruzione di nuovi impianti. Il Comune non ha mai fatto nessuna proposta per i nuovi impianti a Roma» e la Regione, «per evitare l’emergenza, ha autorizzato Roma a smaltire i suoi rifiuti in tutti gli impianti del Lazio, in Abruzzo e in Austria». Anche se, fanno sapere dalla Regione, dall’Austria starebbe sorgendo qualche problema tecnico.

Raggi però non ci sta e fornisce un’altra versione dei fatti su numero di impianti insufficienti e scarsa capienza, le due ragioni principali della crisi. Lo fa dopo aver assicurato che la situazione tornerà alla normalità «entro il fine settimana» grazie all’apertura h24 degli impianti Ama. «Dal 2012 la Regione non ha ancora adottato un nuovo Piano Rifiuti Regionale. Noi i rifiuti li raccogliamo ma non ci permettono di portarli via dalle strade». La sindaca ribadisce il no a Rocca Cencia e svela l’esistenza di tre siti per l’umido «che abbiamo individuato» e «che la Regione conosce». Non indica i luoghi, però, e preferisce ribattere a Renzi: «Dov’era quando il suo partito ha chiuso Malagrotta di un certo Manlio Cerroni senza proporre un’alternativa». Il sogno dei 5 Stelle è rifiuti zero e differenziata al 70%, spiega l’assessora Montanari che accusa il Pd di manovrare «uno spot elettorale» per «realizzare una nuova discarica e un inceneritore».

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lastampa/La guerra dei rifiuti ILARIO LOMBARDO

SOS rifiuti a Roma: senza discariche ne biogas non si sa che farne ne dove metterli

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La capitale produce 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno, come durante l’era Marino. La differenziata è poca, il resto viene spedito agli insufficienti 4 centri. Quindi all’estero, pagando

Né discariche né biogas: Roma scoppia

ROMA – I numeri sono spaventosi. E l’emergenza rischia di durare a lungo. Ogni anno la Capitale a Cinque Stelle produce 1,7 milioni di tonnellate di rifiuti urbani. Solo il 43%, ovvero 700.000 tonnellate, riesce a passare per il circuito della raccolta differenziata (stessa identica percentuale raggiunta da Ignazio Marino, nonostante le promesse).

Il restante milione di tonnellate di immondizia deve passare (a fatica) per i quattro impianti di Tmb o trattamento meccanico-biologico (sminuzzamento, compostaggio, vagliatura e così via) esistenti in città. Due, quelli più vecchi e mal progettati, sono di proprietà dell’Ama, l’azienda pubblica della nettezza urbana di Roma, a Rocca Cencia e in via Salaria vicino al Raccordo. Gli altri due, più moderni, potenti ed efficienti, sono di proprietà del consorzio Colari dell’ex-re della «mondezza» romana, Manlio Cerroni, il proprietario della (ormai chiusa, dal 2013) discarica di Malagrotta, dove pure sono collocati i due Tmb. Per adoperarli il Comune ha dovuto nominare un commissario, perché Colari era stata colpita da un’interdizione antimafia.

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I quattro impianti Tmb esistenti sarebbero bastati appena appena se fosse aumentata la fetta di spazzatura «differenziata». Così non è stato durante il primo anno di Virginia Raggi (con l’assessora Paola Muraro all’Ambiente), in cui si decise di abbandonare il piano dell’era Marino. Il «marziano» voleva creare degli «ecodistretti» con impianti anaerobici dove i rifiuti si sarebbero trasformati in biogas; più in là avrebbe dovuto realizzare una nuova discarica. Raggi e Muraro non vollero sapere né della discarica né del biogas, contro cui M5S (incomprensibilmente, visto che è un processo super ecologico e sicuro) ha sempre mobilitato i cittadini. Risultato, i quattro Tmb romani non ce la fanno. Scoppiano letteralmente. Ogni tanto si fermano. C’è anche qualche temporaneo, ma ininfluente, sabotaggio. Si è chiesto aiuto ai Comuni vicini, ma non basta. Conseguenza: non sapendo dove mettere i rifiuti non si possono svuotare nel modo giusto i 68.000 cassonetti.

Ma torniamo al milione di tonnellate di immondizia trattate nei Tmb. Una volta lavorate, 700mila tonnellate vengono bruciate come combustibile nei «termovalorizzatori» (inceneritori, in questo caso indispensabili anche se non certo «ecologici») di Colleferro e San Vittore nel Lazio; a Ravenna e Pavia; nei cementifici, come combustibile; oppure spedite all’estero per essere bruciate. Trasformare l’immondizia in gas creerebbe una grande ricchezza; in teoria, anche bruciarla come carburante porterebbe un guadagno. Roma però paga, e salatamente, per esportarla ad esempio via treno all’estero a Vienna, in Austria: invece di guadagnarci, sborsa 136 euro a tonnellata.

Restano 300mila tonnellate di spazzatura che, una volta trattata, deve finire in discarica. Ma Roma una discarica non ce l’ha. Per adesso chiede aiuto ad alcuni siti del Lazio, oppure manda a caro prezzo in altre regioni (Abruzzo) o all’estero (Austria, ma anche via nave in Portogallo). La legge dice che i rifiuti vanno smaltiti dove sono prodotti: cioè a Roma o nella Città Metropolitana. La Regione Lazio ogni tre mesi scrive a Virginia Raggi («sindaco metropolitano») invitandola a realizzare una discarica da 500mila tonnellate l’anno.

Ovviamente Virginia Raggi non vuole fare la discarica, né altre città vogliono farla al posto suo. Forse preferirebbe farsi commissariare. La sua assessora all’Ambiente Pinuccia Montanari ha presentato un piano per portare la differenziata al 70% entro il 2021 e ridurre attraverso la «tariffa puntuale» la produzione di rifiuti. E creare – senza discariche né inceneritori – impianti di compostaggio aerobico (cioè all’aperto e senza biogas). Ma non ha mai detto dove vuole farli. Ci vorranno molti anni. E intanto è l’emergenza.

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vivicentro/SOS rifiuti a Roma: senza discariche ne biogas non si sa che farne ne dove metterli
lastampa/Né discariche né biogas: Roma scoppia ROBERTO GIOVANNINI

Maradona: “Messi mi è sembrato più un peluche che un giocatore di calcio. Jorge Cyterszpiler? Non potevo crederci”

Maradona: “Messi mi è sembrato più un peluche che un giocatore di calcio. Jorge Cyterszpiler? Non potevo crederci”

Diego Armando Maradona torna parlare ai microfoni di Olé. Ecco quanto dichiarato dal pibe de oro: “Squalifica Messi? Gli hanno ridotto la squalifica per la storia di sempre con i grandi, è incoerente. Leo meritava una giornata di squalifica in più, lo dico con il cuore in mano. Sono contento come argentino e per Messi, e perché torniamo a credere nel sogno mondiale. Messi non è da aggredire, l’ho allenato un anno e mi è sembrato più un peluche che un giocatore di calcio.”

SULLA MORTE DEL SUO PRIMO PROCURATORE, JORGE CYTERSZPILER- “Mi hanno fatto vedere le foto, non potevo crederci, era una persona forte di testa. Stava passando un momento familiare difficile, ma non mi è mai passato per la testa che si potesse suicidare. Non credo che una donna possa ucciderti, ti può far soffrire ma non ucciderti. Aveva i suoi figli per vivere”.