Il gioielliere ucciso a Marano conosceva il suo killer

Continuano le indagini sull’omicidio di Salvatore Gala, il gioielliere 44enne di Marano freddato con un...

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Continuano le indagini sull’omicidio di Salvatore Gala, il gioielliere 44enne di Marano freddato con un colpo alla testa nel suo negozio di via Merolla 77.

Le immagini della telecamera esterna della gioielleria, esaminate dai carabinieri, purtroppo non hanno dato le risposte sperate.

Il pm Simone De Roxas del Tribunale di Napoli Nord, coordinatore delle indagini, non esclude nessuna pista, ma l’ipotesi che l’assassino sia stato qualcuno che conosceva intimamente Gala sta guadagnando sempre più terreno.

Salvatore, Maurizio per gli amici, sarebbe stato ucciso da qualcuno informato bene sulle sue abitudini, i suoi orari, la sua vita. Il gioielliere non avrebbe sospettato di colui che sarebbe stato poi il suo killer, visto che l’avrebbe fatto entrare nel suo esercizio ad orario di chiusura senza il minimo di preoccupazione.

Con molta probabilità la rapina è stata simulata per depistare gli inquirenti, per nascondere l’intenzionalità di un atto premeditato da chissà quanto tempo. Ora si investiga sulla vita privata del gioelliere. Intanto sono stati interrogati anche familiari, amici e l’ex moglie della vittima.

Tra le varie testimonianze raccolte dai carabinieri di Giugliano in Campania, c’è chi dice di aver visto Gala parlare a telefono fuori la gioiellieria intorno alle 21:30, e chi afferma di aver sentito dei rumori sospetti all’interno del negozio intorno alle 23.

Ad ogni modo una cosa è certa, lunedì sera Salvatore Gala aveva posticipato la chiusura dell’esercizio. I motivi possono essere molteplici, ma non si esclude che aspettasse qualcuno.

Un dettaglio strano rilevato dai carabinieri durante il sopralluogo della scena del crimine, è stato l’assenza del router attraverso il quale le webcam wi-fi del sistema di sorveglianza si collegano a un computer per scaricare i video, smontato dall’assassino di Salvatore Gala mentre il pc è stato lasciato lì.

Ora si analizzano le telecamere dei negozi vicini.

La testimonianza del vicino di negozio – Giuseppe Iavarone, titolare della lavanderia Aurora situata vicino alla gioielleria, è stato il primo a vedere il corpo senza vita di Gala:

«Quando ho aperto il negozio, alle 6:40 – dice – la saracinesca della gioielleria era già aperta. Non ho sospettato che fosse successo qualcosa. Poi è arrivata la zia, che ha bussato alla porta del negozio, ma nessuno ha aperto. Alle 9 è arrivata anche la sorella, la quale, preoccupata, si è subito recata a Qualiano, dove la famiglia abita, per recuperare le chiavi di riserva. Quando è tornata ha chiesto a me il piacere di aprire il negozio. Mi sono trovato di fronte un negozio messo a soqquadro. La cassaforte era aperta e vuota. Quando mi sono affacciato al bancone davanti mi sono ritrovato una scena raccapricciante: Salvatore era a terra, in una pozza di sangue. Non volevo dire nulla alla madre che stava aspettando qualche notizia. Io non ho parlato, ma lei ha capito guardandomi in faccia».

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