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Nicky Hayden, ‘Kentucky Kid’, non ce l’ha fatta: è morto dopo 5 giorni di coma

Nicky Hayden non ce l’ha fatta. Il pilota statunitense della Superbike, secondo quanto comunicato dall’ospedale Bufalini di Cesena, è morto oggi, dopo 5 giorni di coma, “a seguito del gravissimo politrauma riportato lo scorso 17 maggio” mentre si trovava a bordo della sua bicicletta sulle strade di Misano.

“Il Collegio medico ha accertato il decesso del paziente Nicholas Patrick Hayden, ricoverato da mercoledì scorso 17 maggio nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale Bufalini di Cesena a seguito del gravissimo politrauma occorso in quella stessa data”,

si legge nella nota dell’Ospedale. Il 36enne campione del mondo della MotoGp nel 2006 ha avuto il grave incidente mentre si stava allenando in bicicletta intorno alle 14 del 17 maggio, sulla strada provinciale Riccione-Tavoleto, quando è stato investito da una Peugeot 206, guidata da un 30enne di Morciano di Romagna, rimasto illeso. Le condizioni del pilota del Kentucky erano apparse subito molto gravi.

Intanto, come si legge su ‘riminitoday.it’, è spuntato un video con l’intera dinamica dell’incidente. Il video, che proviene da un impianto di videosorveglianza di un’abitazione a pochi metri dall’incrocio tra via Ca Raffaelli e via Tavoleto, non lascerebbe molti dubbi su quanto accaduto verso le 14 di mercoledì 17 maggio: Hayden avrebbe tirato dritto all’incrocio senza fermarsi mentre, dalla sua sinistra, stava arrivando la Peugeot.

 

Il comitato QUARTIERI UNITI stabiesi ci scrive e denuncia: amianto in Via Schito

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L’amianto, iIn natura è un materiale molto comune e la sua resistenza al calore unita alla sua struttura fibrosa lo hanno reso adatto come materiale per indumenti e tessuti da arredamento a prova di fuoco: Purtroppo poi è stata accertata anche la sua nocività per la salute e questo ha portato a vietarne l’uso in molti paesi dove si è quindi creato anche il grave e delicato problema della bonifica. Delicato perché si è accertato che l’amianto tende a rilasciare piccole particelle di polveri che, se respirate, possono causare gravi patologie, l’asbestosi per importanti esposizioni, tumori della pleura (ovvero il mesotelioma pleurico), e il carcinoma polmonare.

E’ per questo che il ritrovamento di “sverisamenti”, o comunque di abbandono, di materiali in qualsiasi forma o formato che sia composto di amianto, crea subito allarme nei cittadini e costituisce reato per chi ne effettua lo scarico e l’abbandono.

Uno di questi “scarichi di materiale d’amianto” illeciti è stato notato e denunciato da tempo, gennaio 2017, alle autorità competenti ma, ad oggi, sembra che in via Schito permangano ancora sacchi anonimi contenenti il pericoloso materiale e lì scaricati (abbandonati) ormai da mesi.

Questo è il quanto torna a denunciare il Comitato stabiese “Quartieri Uniti” che, nel farlo, scrive anche a noi quanto, a seguire, pubblichiamo

Lettera al Direttore

Come ormai è già noto, l’amianto depositato mesi e mesi fa da ignoti in via Schito continua a giacere sul lato della carreggiata, minacciando la salute dei passanti e degli abitanti della zona.

Dopo numerosissime segnalazioni agli Uffici competenti, puntualmente inascoltate, abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura della Repubblica competente nel quale abbiamo chiesto di individuare i responsabili che, depositando il materiale cancerogeno, hanno messo in grave pericolo un intero quartiere.

Non solo: poiché appare ovvio l’imminente pericolo per la salute dei cittadini, abbiamo richiesto all’Autorità inquirente di individuare altresì gli eventuali responsabili della mancata rimozione dell’amianto dal ciglio stradale, che tuttora versa in uno stato tale da rendere nocivamente agevole il contatto tra lo stesso e i passanti.

Abbiamo atteso invano per troppi mesi l’intervento degli Uffici cittadini e troppe sono state le segnalazioni all’Amministrazione comunale, senza mai ottenere quanto richiesto: desso vogliamo i nomi dei responsabili di tale scempio, che da mesi offende e stupra la dignità di tutti gli stabiesi.

Ovviamente, il problema in questione costituisce solo un piccolo tassello rispetto al generale stato di abbandono della periferia nord di Castellammare di Stabia; condizione che non sembra preoccupare l’Amministrazione comunale né tantomeno coloro i quali rappresentano sia le Istituzioni cittadine sia i quartieri nei quali vivono.

Le promesse sono state tante e tante sono state le richieste da parte del nostro Comitato, ma le condizioni della nostra zona restano tristemente immutate, degenerando addirittura sotto alcuni aspetti.

Tutto ciò va gravemente a rimarcare le storiche differenze di trattamento tra il centro e la periferia; differenze che da circa un anno paiono sempre più marcate. La netta e tangibile disparità, sta inevitabilmente generando un comprensibile stato di malessere sociale tra una parte della città che, alla pari delle altre zone, contribuisce senza sconti alle casse comunali.

Castelvolturno- Il Napoli riprenderà domani gli allenamenti in vista della Samp

Castelvolturno- Il Napoli riprenderà domani gli allenamenti in vista della Samp

Dopo il successo sulla Fiorentina, il Napoli riprenderà domani gli allenamenti a Castelvolturno.

Gli azzurri prepareranno l’ultima giornata di Serie A contro la Sampdoria a Marassi.

Fonte: ssc Napoli

Suicidio all’Università di Fisciano: 20enne si lancia dal terzo piano della biblioteca

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Suicidio all’Universita degli Studi di Salerno: lo studente G. C., 20 anni originario di Campagna (Sa), si è lanciato dal terzo piano della biblioteca scientifica di Fisciano, erano intorno le ore 15 di oggi pomeriggio.

Il corpo è precipitato nei cortili del Campus, lasciando i docenti e gli altri universitari nello sgomento totale.

Non c’è stato nulla da fare per le ambulanze accorse sul posto, inutili i loro tentativi di rianimazione. G. C. sarebbe morto sul colpo.

I carabinieri e la polizia stanno tentando di ricostruire le dinamiche con cui il giovane ha deciso di togliersi la vita. Sono stati ascoltati due testimoni oculari, due studenti che nel momento del tragico gesto erano presenti sul luogo. La struttura è sotto sequestro per gli accertamenti del caso.

Vaccinazioni: multe fino a 7.500 euro per i genitori e sospensione della potestà

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Ecco la lista dei dodici vaccini obbligatori contenuti nel decreto approvato ieri

Dopo il via libera del Consiglio dei ministri al decreto legge che reintroduce le vaccinazioni obbligatorie per la scuola d’infanzia si profilano pesanti sanzioni per i genitori inadempienti.

Leggi: Vaccini obbligatori per entrare a scuola: approvato il decreto

Lo stesso decreto legge contenente misure urgenti in materia di prevenzione vaccinale, come annunciato nei giorni scorsi dalla ministra Beatrice Lorenzin, contiene una lista di vaccinazioni che da semplici raccomandate diventano veri e propri obblighi. L’obiettivo è garantire in maniera omogenea in tutto il Paese le attività di prevenzione, contenimento e riduzione dei rischi per la salute pubblica, con particolare riferimento al mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza epidemiologica in termini di profilassi e di copertura vaccinale, superando l’attuale frammentazione normativa.

Vaccini: sensibilizzazione per il prossimo anno scolastico

Le misure del decreto entrano in vigore dal prossimo anno scolastico. Dal prossimo mese di giugno il ministero della Salute inizierà una campagna straordinaria di sensibilizzazione per la popolazione sull’importanza delle vaccinazioni per la tutela della salute, insieme al ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca. Saranno promosse dall’anno scolastico 2017-2018, iniziative di formazione del personale docente ed educativo e di educazione delle alunne e degli alunni, delle studentesse e degli studenti sui temi della prevenzione sanitaria e in particolare delle vaccinazioni, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei genitori.

La lista dei 12 vaccini obbligatori da 0 a sei anni

Per i bambini da zero a sei anni saranno 12 i vaccini obbligatori: polio, difterite, tetano, epatite b, pertosse, emofilo b si fanno a 3 mesi di vita. Per morbillo, parotite, rosolia e varicella il vaccino si farà tra i 13 e i 15. In mezzo i due anti meningococco. I bambini non vaccinati (fa testo il certificato vaccinale) non potranno essere iscritti all’asilo nido e alla scuola materna.

I vaccini dai 7 ai 16 anni

Chi frequenta la scuola dell’obbligo, elementari, medie, primi due anni delle superiori, è obbligato alle vaccinazioni ed ai richiami. Tuttavia non essere in regola con il calendario non impedisce l’iscrizione a scuola. Se un bambino ha già avuto le patologie indicate, deve farsi attestare tale circostanza dal medico curante che potrà anche disporre le analisi del sangue per accertare che abbia sviluppato gli anticorpi.

In caso di mancanza di uno o più vaccini, la scuola segnalerà il fatto all’azienda sanitaria che provvederà a chiamare i genitori per invitarli a fare le iniezioni che mancano. Il dirigente scolastico deve segnalare all’Asl competente la presenza a scuola di minori non vaccinati. La mancata segnalazione può integrare il reato di omissione di atti d’ufficio punito dall’art. 328 c.p.

Le sanzioni per i genitori che non vaccinano i figli

Per i genitori che non ottemperano agli obblighi della vaccinazione c’è la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 7.500 euro, irrogata dalle aziende sanitarie. Ciò a conferma delle anticipazioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che aveva parlato di una crescita delle sanzioni da 10 a 30 volte (perchè prima del decreto, le multe andavano da 150 a 250 euro per chi non fa i vaccini obbligatori con scarso effetto deterrente). E ancora, il genitore (o l’esercente la responsabilità genitoriale sul minore) che violi l’obbligo di vaccinazione è segnalato dall’Asl al Tribunale dei minorenni per la sospensione della potestà genitoriale.

COLLEGATE:

Gabriella Lax/StudioCataldi

PLAY OFF BERRETTI – Juve Stabia e Livorno, si contenderanno l’accesso alle semifinali. Queste le date

Dopo il pareggio con la Fidelis Andria in una gara tutto cuore e carattere la Juve Stabia categoria Berretti, allenata da Domenico Panico, tirava fuori gli artigli e raddrizzava una situazione che si era messa male con il doppio vantaggio della squadra pugliese. Il 3-3 finale nel terzo turno del girone F dei playoff qualificava entrambe le squadre ai quarti di finale, con le Vespette come migliore seconda.

In settimana si attendeva il sorteggio con la Juve Stabia, che ai quarti di finale, avrebbe potuto incontrare una tra, escludendo il Catania che era nello stesso girone, Livorno, Renate, Reggiana, Modena o Como.

L’urna stabilisce che le vespe giocheranno con il Livorno. Oggi è arrivata anche la notizia dei giorni delle due gare, andate e ritorno: Si inizierà prima a Livorno sabato 27 Maggio, mentre il ritorno è al Menti il giorno venerdì 2 Giugno.

a cura di Ciro Novellino

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UFFICIALE – Sampdoria-Napoli, trasferta vietata ai residenti nella regione Campania

L’ultima giornata di campionato vedrà il Napoli impegnato contro la Sampdoria allo stadio Luigi Ferraris. La trasferta, però, sarà vietata ai tifosi azzurri. Ecco quanto si legge sul sito ufficiale della società blucerchiata:

“Si comunica che la vendita di tutti i settori dello stadio è vietata a tutti i residenti nella regione Campania compreso i tifosi in possesso di Fidelity Card del S.S.C. Napoli.
Per questa partita non si potrà cambiare il nominativo dei biglietti acquistati”.

Rai – Rinnovo Ghoulam, la società è pronta a ridiscutere la propria offerta con l’entourage dell’algerino

Ciro Venerato, giornalista ed esperto mercato Rai, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’. Ecco quanto evidenziato:

“Ghoulam potrebbe rinnovare con l’inserimento di una clausola rescissoria e una percentuale sulla futura vendita. La proposta del Napoli è ferma a 1,8 milioni a stagione più bonus. La società è pronta ad accogliere gli agenti dell’algerino per ridiscutere l’offerta. I compagni di squadra e lo stesso Sarri hanno sollecitato il ragazzo a restare e a credere nel progetto”.

Rai – Il Napoli cerca un portiere sul mercato, tutto dipende dal futuro di Reina

A Radio Crc, nel corso di Si Gonfia la Rete, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista Rai esperto di calciomercato. Ecco quanto evidenziato:

“Sul fronte portieri in casa Napoli tutto passa attraverso Pepe Reina. La società vuole confermarlo per un’altra ma con il contratto attuale, senza prolungamento dunque. Se lo spagnolo accetterà le condizioni della società, allora si virerà su profili come Skorupski e Sirigu. In caso di contrario la scelta cadrebbe su uno tra Neto e Szczesny, per i quali già sono stati avviati contatti.”.

Sky – Leno nome nuovo per la porta del Napoli, accordo totale per Mertens

Gianluca Di Marzio, giornalista di Sky ed esperto di calciomercato, è intervenuto ai microfoni di Radio Marte. Ecco quanto evidenziato:

“Per quanto riguarda il portiere so che il Napoli si era mosso anche in Germania per capire se ci fosse margine per Leno del Bayer Leverkusen. Questi portieri però vogliono fare i titolari, quindi risulta difficile la convivenza con Reina. Penso che Skorupski sia il profilo giusto, si potrebbe affiancare a Reina questa stagione e fare il titolare la prossima.
Mertens? La società ha raggiunto l’accordo per il rinnovo sotto ogni punto di vista. Il belga percepirà 4 milioni a stagione con clausola valida dal 2018 di circa 28,5 milioni. Questa dovrebbe essere la settimana dell’ufficialità”.

Koulibaly, l’agente: “E’ molto legato al Napoli. Futuro? In caso di offerte importanti sarà la società a decidere”

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Bruno Satin, agente di Kalidou Koulibaly. Ecco quanto evidenziato:

“Il Napoli sta facendo un grande campionato, ma ci sono due squadre davanti e la Roma difficilmente perderà contro il Genoa. Nella prima parte della stagione forse la Champions ha tolto qualche energia agli azzurri. Sul campo il Napoli ha mostrato il gioco migliore, ma se alla fine del campionato manca qualche punto manca vuol dire che c’è ancora da migliorare. La società ha dimostrato la sua forza, la partenza di Higuain è stata metabolizzata al meglio. C’era un po’ di paura dopo quella partenza in termini di gol, ma alla fine il Napoli non è cambiato affatto.

Kalidou? E’ legato a questa squadra e alla tifoseria, sta bene così come la sua famiglia e non tocchiamo questi discorsi. Se dovesse arrivare qualche offerta importante sarà la società a decidere. Il Napoli ha voluto trattenerlo l’anno scorso e lui è rimasto.
Rinnovi Insigne-Mertens? E’ contento per i compagni, con Dries ha un rapporto speciale. Se i suoi amici restano tutti è un segnale importante. Scudetto? Già quest’anno si puntava, figuriamoci il prossimo anno”.

A cura di Antonino Gargiulo

Manovra, arriva l’ok dell’Europa sui conti 2017: “Regole rispettate. Non servono altre misure”

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Pubblicate le raccomandazioni della Commissione.

La Commissione europea “conferma che le misure aggiuntive di bilancio per il 2017 sono state adottate” dalle autorità italiane “e che pertanto non sono considerati necessari ulteriori provvedimenti per rispettare la regola del debito in questa fase“. 

Via libera alla manovra di correzione che chiude la partita sull’anno passato. Rinviato all’autunno il confronto sul 2018: la mediazione delle “colombe” fa guadagnare qualche mese in vista della prossima legge di Bilancio. Nel pomeriggio attesa anche per l’Eurogruppo sulla Grecia: si cerca un’intesa sul debito

Malgrado “molti impegni sulle riforme” presi dall’Italia “appaiano sufficientemente ambiziosi per affrontare nel modo giusto le sfide che il Paese ha di fronte a sé, la loro credibilità dipende dall’implementazione delle riforme stesse”, sottolinea la Commissione europea, nella comunicazione al Consiglio, al Consiglio europeo e al Parlamento europeo sul semestre europeo 2017, che include le raccomandazioni specifiche per Paese.

“Riforme ambiziose, ma mancano dettagli”.

Rispetto al Pnr, gli impegni descritti sono “sufficientemente ambiziosi, ma l’assenza di dettagli sull’adozione e di un calendario dell’attuazione limita la loro credibilità” ha evidenziato Bruxelles spiegando che “non c’è base per portare avanti una procedura per squilibri, purché ci sia una implementazione piena delle riforme” raccomandate.

Conti 2018, appuntamento in autunno.

Rinviato all’autunno invece il confronto sui conti del 2018. Il tema resta quello di sempre: secondo una rigida applicazione delle regole europee, l’Italia quest’anno dovrebbe realizzare un aggiustamento dei conti pari allo 0,6% del Prodotto interno lordo, circa 10 miliardi. Una cifra che il governo vuole assolutamente assottigliare, anche perché sulla prossima manovra di autunno grava già la pesantissima zavorra dell’aumento dell’Iva, che l’esecutivo ha già annunciato di volere disinnescare.

La mediazione delle “colombe” all’interno della Commissione ha fatto guadagnare al nostro Paese qualche mese in più. Le raccomandazioni di oggi quindi non indicheranno un numero preciso al quale il nostro Paese dovrà attenersi, ma è probabile che sottotraccia da qui alla metà di ottobre, il confronto con Bruxelles sui conti si faccia più serrato.

Correzioni a parte, dalle raccomdazoni di Bruxelles è arrivato un richiamo su alcuni dei temi oggetto già dei rilievi di Bruxelles negli anni passati. Tra queste anche la necessità – secondo la Commissione – di spostare la tassazione dai fattori produttivi alle cose. E in particolare quella su alcuni immobili, oggi esenti per via dell’abolizione decisa dal governo Renzi.

Le raccomandazioni sugli Npl.

Il nostro governo è finito sotto la lente di ingrandimento anche per le criticità nel settore bancario, finendo fra i sei Paesi dell’Eurozona a cui la Commissione ha raccomandato di prendere misure per accelerare la riduzione dell’ampio stock di crediti inesigibili o Non-Performaning Loans (NPL) presente all’interno dei bilanci delle banche. Oltre all’Italia, la richiesta è stata avanzata a Bulgaria, Irlanda, Cipro, Portogallo e Slovenia. Tra le misure suggerite dall’esecutivo comunitario, ci sono legislazioni efficaci per le procedure fallimentari  – in particolare, attraverso ristrutturazioni extra giudiziarie –  e la vendita dei crediti deteriorati a istituzioni non-bancarie specializzate

All’Eurogruppo il nodo Grecia. Bruxelles resterà oggi al centro della scena anche per un’altra partita fondamentale. L’Eurogruppo in programma oggi dovrebbe infatti ratificare l’accordo siglato tra Atene i creditori qualche settimana, aprendo così lo spazio per un accordo sulla ristrutturazione del debito greco, incoraggiato anche dal Fondo Monetario Internazionale, ma su cui ha pesato fino ad ora la forte resistenza della Germania.

Conti pubblici, il raffronto tra Programmi di stabilità e previsioni Ue
2017 Stati Comm. Ue Stati Comm. Ue Stati Comm. Ue Stati Comm. Ue
BELGIO -1.6 -1.9 105.2 105.6 1.4 1.5 7.6 7.6
GERMANIA 0.5 0.5 66.25 65.8 1.4 1.6 3.8 4.0
ESTONIA -0.5 -0.3 9.4 9.5 2.4 2.3 7.8 7.7
IRLANDA -0.4 -0.5 72.9 73.5 4.3 4.0 6.4 6.4
SPAGNA -3.1 -3.2 98.8 99.2 2.7 2.8 17.5 17.6
FRANCIA -2.8 -3.0 96.0 96.4 1.5 1.4 n.a. 9.9
ITALIA -2.1 -2.2 132.5 133.1 1.1 0.9 11.5 11.5
CIPRO 0.2 0.2 104.0 103.4 2.9 2.5 11.5 11.7
LETTONIA -0.8 -0.8 39.2 38.5 3.2 3.2 9.4 9.2
LITUANIA -0.4 -0.4 42.4 42.4 2.7 2.9 7.0 7.6
LUSSEMBURGO 0.2 0.2 22.2 22.0 4.4 4.3 5.6 6.1
MALTA 0.5 0.5 55.9 55.8 4.3 4.6 4.6 4.9
OLANDA 0.5 0.5 58.5 59.8 2.1 2.1 4.9 4.9
AUSTRIA -1.0 -1.3 80.8 82.8 2.0 1.7 5.9 5.9
PORTOGALLO -1.5 -1.8 127.9 128.5 1.8 1.8 9.9 9.9
SLOVENIA -0.8 -1.4 77.0 77.8 3.6 3.3 7.0 7.2
SLOVACCHIA -1.2 -1.3 51.8 51.5 3.3 3.0 8.4 8.6
FINLANDIA -2.3 -2.2 64.7 65.5 1.2 1.3 8.5 8.6

Fonte: Parlamento Ue, 12 maggio 2017 / adnkronos/repubblica

Corea del Nord: approvata la produzione del missile Pukguksong-2 (Debora VELLA)

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Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha approvato la produzione su vasta scala del nuovo missile a medio-lungo raggio denominato Pukguksong-2 (KN-15), rivendicato come un ”grande successo”. Lo scopo del lancio era la ”verifica di tutti gli indizi tecnici e l’esame nei dettagli della adattabilità sotto le diverse condizioni di battaglia prima dell’affidamento alle unità militari per l’azione”.

UN LANCIO LUNGO 500 CHILOMETRI

Il proiettile lanciato da Pyongyang è un missile balistico che ha volato per 500 chilometri, secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Il lancio è avvenuto nel pomeriggio di oggi, ora locale, precisa un comunicato dello Stato maggiore di Seul, da una località nei pressi di Pukchang, nelle vicinanze di una base aerea. Il missile si è innalzato per 560 chilometri prima di rientrare nell’atmosfera terrestre e piombare nel Mar del Giappone. Secondo gli esperti si è trattato di un Pukguksong-2, missile balistico terrestre di medio raggio sviluppato da una versione lanciabile da sottomarino.

COMBUSTIBILE SOLIDO

Il Pukguksong-2 è alimentato da combustibile solido capace di generare un lancio immediato e di ridurre il tempo di reazione per i dispositivi antimissile americani, come i Patriot tradizionali e il nuovo Thaad schierato in Sud Corea. Molto difficile anche individuare la zona di lancio con anticipo per poter effettuare uno strike preventivo. Il test è stato effettuato da un lanciatore mobile e non da una postazione fissa: un altro modo per occultare la minaccia e rendere sempre più difficile un’azione preventiva.

LA SODDISFAZIONE DEL LEADER NORDCOREANO

Dopo il successo del test, il Rispettato Maresciallo ha dichiarato con fierezza che « il dispositivo ha funzionato con estrema precisione e si è dimostrato un’arma strategica efficace», ha inoltre approvato il «dispiegamento operativo» del missile Pukkuksong-2 ordinando di tenerlo pronto «per l’azione» e per «una rapida produzione di massa».

Debora VELLA

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L’appello di Trump ai Sunniti: “Siete voi che dovete sconfiggere i terroristi”

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Dall’Arabia Saudita il presidente degli Stati Uniti Donald Trump pronuncia il suo primo discorso rivolto al mondo islamico.“Siete voi che dovete sconfiggere i terroristi” spiega. Il suo obiettivo è conquistare il consenso delle popolazioni sunnite proponendo un’unione tra le fedi monoteiste e un’alleanza contro l’Iran sciita e i suoi alleati “complici degli integralisti”.

Trump ai sunniti: “Cacciate i terroristi dalle vostre terre”

Il presidente Usa parla dei rapporti con l’islam a Riad davanti a 55 leader arabi. Unione tra le tre fedi monoteiste per la pace. «Isoliamo il regime iraniano»

RIAD – L’America non è venuta nel luogo più sacro per l’Islam, il Paese delle «due sante moschee», per «insegnare agli altri come si vive» ma per unire le forze fra le tre fedi monoteiste, mettere insieme i valori comuni, e «spazzare via» una volta per tutte la minaccia del terrorismo e dell’estremismo. Il discorso di Donald Trump nell’imponente sala delle conferenze al King Abdulaziz Center, nel cuore del potere saudita, a 600 metri dal palazzo reale di Al-Yamamah, è ritagliato per conquistare il consenso delle popolazioni sunnite in Medio Oriente, senza una virgola che possa offendere la sensibilità islamica, ma pieno di bordate contro l’asse sciita e l’Iran.

Trump seppellisce la «guerra fra civiltà» che aveva caratterizzato la campagna elettorale. Non è tempo di «muslim ban» ma di elogi ripetuti per la «ricchezza storica e culturale» del Medio Oriente, dove «per secoli» le diverse religioni hanno convissuto in pace e dove è a portata di mano un futuro «dalle incredibili possibilità» se solo i Paesi musulmani, con l’aiuto degli Stati Uniti, sapranno sconfiggere il nemico comune, il terrorismo, mai accostato alla parola «islamico». Non si tratta, è il punto forte del discorso, di «una battaglia tra fedi diverse, ma tra criminali che vogliono cancellare la vita umana e persone di tutte le religioni che cercano di proteggerla: è una lotta tra il bene e il male». E il viaggio del presidente nei luoghi santi delle tre fedi abramitiche, Arabia, Gerusalemme, Vaticano, è lì a testimoniarlo.

Trump sottolinea che il 90 per cento delle vittime del terrorismo sono musulmane e che spetta alle nazioni del Medio Oriente sconfiggere l’estremismo. Dobbiamo «restare uniti contro l’uccisione di musulmani innocenti, l’oppressione delle donne, la persecuzione degli ebrei e il massacro dei cristiani», insiste. Ma i leader religiosi devono lanciare un messaggio chiaro: «La barbarie non vi porterà nessuna gloria, l’accondiscendenza al male non vi porterà nessuna dignità. Se scegliete la via del terrore, la vostra vita sarà vuota, la vostra vita sarà breve e la vostra anima sarà condannata».

Fra gli ori e i cristalli del palazzo, uno dei più lussuosi di Riad, sono riuniti ad ascoltarlo i leader di 55 Paesi del Medio Oriente, dell’Africa, dell’Asia centrale e meridionale. Ci sono anche 500 giornalisti, e un pubblico selezionato di funzionari e uomini d’affari vicino alla corte. Non esattamente le masse diseredate dove pescano i predicatori dell’estremismo. Ma per le élite dei Paesi arabi Trump è «una benedizione», «uno choc che ci ha sorpresi in positivo», un «vincente che ha fatto bene nel business e sorprenderà il mondo anche in politica» anche perché «se qualcuno ha successo è perché è prediletto da Dio». Gli insulti contro l’islam, «religione che ci odia», gli attacchi all’Arabia Saudita «mente dell’11 settembre» sembrano lontani secoli.

La giornata, fra il palazzo reale di Al-Yamamah e il King Abdulazaz Center, serve anche a seppellire il passato. Ci sono incontri bilaterali a raffica, per cementare la politica mediorientale, incentrata su affari, scambi commerciali e collaborazione nella sicurezza e la difesa che deve portare «posti di lavoro in America», un altro tema affrontato in apertura del discorso. È la dottrina del realismo, non più delle policies astratte, come nell’era Obama. Lo sottolinea anche il ministro degli Esteri saudita Al-Jubeir. Trump ha rotto «il circolo vizioso» fra terrorismo «che genera islamofobia, islamofobia che genera terrorismo». Il Counter-Extremism Center sarà invece una collaborazione concreta per battere l’ideologia dell’odio a cominciare dal Web. Anche qui Trump mette subito in pratica le idee, con uno scambio di messaggi in diretta su Twitter, un dialogo con i giovani musulmani.

Sul piano strategico gli incontri più importanti sono quelli con il leader degli Emirati Tamim Bin Hamad Al-Thani e con Abdelfatah Al-Sisi. Scatta subito il feeling, come già a Washington. Trump «è un personaggio unico» e «capace di fare l’impossibile», dice il presidente egiziano. «Sono d’accordo», ribatte Trump e accetta l’invito ad andare in Egitto, «presto». È il secondo pilastro. Non basta l’Arabia Saudita, serve anche un regime laico impegnato in prima fila contro l’Isis. Si delinea la grande alleanza, «per spazzare via il terrorismo e l’estremismo». Alleanza tutta sunnita, però, perché Trump sembra chiudere la porta a qualsiasi collaborazione con l’Iran, messo sullo stesso piano dell’Isis e di Al-Qaeda assieme agli alleati Hamas e Hezbollah. Un passaggio che ha fatto di sicuro felice il premier israeliano Benjamin Netanyahu, pronto ad accogliere il presidente americano questa mattina a Gerusalemme.

Trump accusa Teheran di alimentare «il fuoco dei conflitti settari», dal Libano allo Yemen, e di aver causato la tragedia «inimmaginabile» della Siria. Elogia i Paesi del Golfo per aver messo Hezbollah nella lista delle organizzazioni terroristiche. Il regime iraniano, insiste, deve essere isolato, non la popolazione. L’Arabia Saudita, è invece indicata come esempio di tolleranza, convivenza. Un esempio per la nazioni musulmane che «devono decidere che genere di futuro vogliono per se stesse e i propri bambini». Washington, ha assicurato, «non interferirà, ma cercherà riforme graduali. Laddove possibile». La dottrina del realismo: «Insieme non possiamo fallire».

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/L’appello di Trump ai Sunniti: “Siete voi che dovete sconfiggere i terroristi”
lastampa/Trump ai sunniti: “Cacciate i terroristi dalle vostre terre” GIORDANO STABILE – INVIATO A RIAD

Il Napoli vuole Conti, pronta un’offerta di 22 milioni ma l’agente complica la trattativa

Andrea Conti è una delle rivelazioni di questa stagione di Serie A. Il laterale dell’Atalanta è l’oggetto del desiderio di svariati club sia italiani che esteri. Secondo quanto riporta l’edizione odierna de Il Mattino, il Napoli avrebbe messo sul piatto 22 milioni di euro per convincere la società bergamasca a cederlo. Una trattativa che potrebbe essere complicata dal fatto che il suo procuratore, Mario Giuffredi, è lo stesso di Elseid Hysaj. L’agente ha ribadito più volte di non voler portare in azzurro Conti per non farlo entrare in concorrenza con l’albanese.

Berlusconi chiede garanzie sulla legge elettorale

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Il Pd e Forza Italia potrebbero aver trovato un accordo sulla legge elettorale. Per l’ok definitivo però Silvio Berlusconi vuole una “prova del voto” e attende il sì agli emendamenti di giovedì per un sistema elettorale alla tedesca. In cambio è pronto a offrire a Renzi il via libera per le elezioni in autunno.

Legge elettorale, ora Pd e Fi trattano. Ma Berlusconi vuole la “prova del voto”

Giovedì Forza Italia attende un sì agli emendamenti per un sistema alla tedesca. In cambio del proporzionale offre a Renzi il via libera per elezioni in autunno

ROMA – Alla fine è arrivato il segnale che Renzi attendeva dopo dieci giorni di ambasciate segrete: un via libera forte e chiaro di Berlusconi al voto in ottobre, sia pure subordinato all’adozione di un sistema elettorale “alla tedesca”. Cioè rigorosamente proporzionale e con uno sbarramento al 5 per cento che funzionerebbe da “decespugliatore”. L’ex Cavaliere l’ha dichiarato al «Messaggero», facendo ben sperare Matteo («Se Silvio non bluffa, ci agganciamo al treno dell’Europa») e cogliendo di sorpresa un’ala del suo stesso partito, quella che già pregustava accordi con la Lega. Spiazzatissimo ovviamente è Salvini, il quale credeva di avere stretto un patto d’acciaio con il Pd a sostegno del «Verdinellum». Ma così va la politica nella patria di Machiavelli, le alleanze durano un giro di valzer. Non a caso, il vero dubbio renziano è fino a che punto fidarsi del Cav: se terrà ferma la posizione oppure confermerà la «legge del pendolo», per cui Silvio oggi è qua e domani è là.

«Vedere cammello»  

Manco a dirlo, il diretto interessato la vede in maniera speculare. A sentire Berlusconi, l’onere di dimostrarsi affidabile cade proprio su Renzi, che già una volta lo beffò (almeno nella sua ricostruzione) promettendogli di condividere la scelta del nuovo Presidente in cambio del «sì» all’«Italicum», salvo incassare e basta. Ragion per cui, sostiene l’ex premier nei suoi privatissimi colloqui, prima di «dare moneta» stavolta «esigo di vedere cammello»: vale a dire un testo di riforma elettorale come piace a Forza Italia. L’attesa si annuncia breve. Giovedì prossimo Sisto, che rappresenta i berlusconiani in Commissione Affari costituzionali della Camera, presenterà una serie di emendamenti proporzionalistici al testo base che proporzionale al momento non è. Se i renziani li voteranno, ci sarà la prova che nessuno sta barando.

La quadratura del cerchio  

Qualcuno fa paragoni con il Palio di Siena, dove la corsa incomincia nell’istante in cui pure l’ultimo cavallo si allinea alla partenza: Berlusconi è finalmente piazzato, adesso toccherebbe a Grillo. Se pure lui ci stesse, sarebbe la quadratura del cerchio. I Cinquestelle per ora osservano e si domandano, scettici: sul serio il Pd sarebbe disposto a sposare un sistema di voto come quello che dal 2005, in Germania, ha già prodotto due «grandi coalizioni»? La risposta degli esperti renziani è sì, nessun problema: grazie alla soglia di sbarramento, che fa pulizia etnica di tutti i partitini e ne ridistribuisce i resti, di fatto verrebbero favorite le forze maggiori. Dunque si tratterebbe di un sistema proporzionale, ma con un «premio» nascosto tra le sue pieghe in grado di favorire la governabilità. Altro ragionamento che si ascolta a Largo del Nazareno: la «grande coalizione» sta bene ai tedeschi e adesso pure ai francesi, che male ci sarebbe se pure noi vi fossimo costretti? L’importante, va confidando in queste ore Renzi, «è andare alle urne col resto d’Europa e non restare un altro anno nell’incertezza, in preda ai mercati».

Il ruolo del Colle  

Poi, si capisce, l’ultima parola sulle urne spetta sempre al Capo dello Stato («non trascurabile questione», ironizza il centrista Pino Pisicchio). Ma intanto un primo passo è stato fatto proprio nella direzione indicata da Mattarella, che chiede un consenso il più ampio possibile sulle nuove regole elettorali. «C’è già un fronte molto largo, anzi finora non si era mai registrata una convergenza così», si faceva notare ieri sera ai piani altissimi del Pd, mettendo in fila tutte le aperture di credito della giornata: oltre a Forza Italia, per bocca del suo leader, anche da Mdp, da Sinistra Italiana, dal Gruppo misto. Lo stesso Salvini ha evitato di impugnare il bazooka, forse perché da parte berlusconiana sarebbe stato facile ribattergli che il primo a fare business con Renzi era stato proprio lui (già erano pronte le dichiarazioni di replica, casomai avesse osato).

Alle armi, alle armi

Vale quel che vale, ma una vecchia volpe come Massimo D’Alema è convinto che sotto sotto stavolta ci sia davvero qualcosa; non a caso ieri mattina metteva fretta al suo mondo, «bisogna riunirsi con chi c’è e fare le liste» in quanto la resa dei conti è più vicina.

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Il Napoli vuole trattenere Ghoulam: proposto un ricco quadriennale con clausola dal 2018

Per quanto riguarda il futuro di Faouzi Ghoulam la svolta dovrebbe essere dietro l’angolo. Colloquio nei giorni scorsi tra Giuntoli e l’agente dell’algerino. Quadriennale da 1,8 milioni, questa la proposta del Napoli che inserirebbe una clausola rescissoria di 25 milioni valida dal 2018. Nel caso non si dovesse raggiungere un accordo, De Laurentiis ha fatto sapere che non lo lascerà partire per meno di 18 milioni. La volontà della società è quella di trattenere il ragazzo, si attendono sviluppi nei prossimi giorni. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Domani cena tra De Laurentiis e la squadra: il primo luglio partirà il ritiro precampionato

In casa Napoli si inizia già a pensare alla  stagione futura. Come riporta l’edizione odierna di Repubblica, domani serà è prevista la cena tra De Laurentiis e i calciatori. Il patron azzurro approfitterà dell’incontro per avere un chiarimento con Sarri. Non vuole correre rischi affrontando il discorso contrattuale il prossimo anno quando il tecnico andrà in scadenza. Anche perché c’è da programmare un estate che si profila molto impegnativa. Già il primo luglio la squadra dovrà presentarsi a Castel Volturno per il raduno. Il cinque ci sarà l’amichevole al San Paolo con le vecchie glorie per celebrare il trentennale del primo scudetto. Dopo si partirà alla volta di Dimaro per il ritiro che durerà una ventina di giorni.

Il vertice di Taormina rischia di avere ”un’agenda troppo carica”

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Come scrive Stefano Stefanini, con Donald Trump in arrivo e il G7 alle porte, il Paese dovrà affrontare due dossier strategici“L’attenzione ai flussi migratori e la difesa del libero commercio mondiale da barriere protezionistiche”.

Vista l’importanza dei temi, il vertice di Taormina rischia di avere “un’agenda troppo carica”.

Al G7 serve un’agenda pragmatica

Con Donald Trump in arrivo e il G7 alle porte, l’Italia ha un’opportunità unica di sostenere due priorità fondamentali per il nostro Paese: attenzione ai flussi immigratori di massa, sfida per l’intera comunità internazionale specie per l’Occidente che ne è meta privilegiata; difesa del libero commercio mondiale da barriere protezionistiche che strangolerebbero la crescita mondiale e sacrificherebbero soprattutto paesi esportatori come il nostro.

Non sono messaggi facili. Il primo trova resistenze europee, il secondo si scontra con gli istinti protezionisti della nuova amministrazione americana, e con le promesse elettorali del candidato Trump. Ma riflettono forti interessi nazionali. Bisogna evitare che finiscano nella palude di un’agenda a 360° e ricevano una trattazione solo di maniera.

La partita si gioca in pochi giorni. Venerdì, quando ospita i leader del G7 a Taormina, l’Italia avrà un fuggevole ruolo di primus inter pares nel Club dei grandi occidentali. Giovedì il presidente del Consiglio partecipa al mini-vertice Nato a Bruxelles; mercoledì il Presidente della Repubblica riceve il presidente americano al Quirinale.

Questa settimana Roma farebbe bene ad accantonare per un attimo le ansie elettorali per concentrarsi sugli appuntamenti internazionali. Questa felice combinazione non si ripresenterà facilmente.

Per Roma può essere utile concentrarsi sugli specifici interessi nazionali, resistendo alla tentazione di mettere troppa carne al fuoco. L’Italia non può che sostenere la difesa dell’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici e dell’accordo nucleare con l’Iran, specie dopo la rielezione di Rohani, ma non ha bisogno di fare da capofila. Ci penseranno altri.

Sull’immigrazione invece Roma è pressoché isolata in Europa. Chiuso il rubinetto balcanico, l’Ue si ostina a non riconoscere nei flussi dall’Africa una bomba a orologeria a lungo termine. Neppure la stabilizzazione della Libia la disinnescherebbe. La pressione è demografica, alimentata da fattori climatici, povertà e conflitti. La destinazione degli africani sarà l’Europa, ma gli spostamenti della popolazione toccano anche le Americhe e l’Europa. Trump è il primo a saperlo. Se Bruxelles fa orecchi da mercante al campanello migratorio, non resta che investirne il G7.

Il commercio internazionale è già al centro dell’agenda. Europei, canadesi e giapponesi sono tutti alleati per contenere le implicazioni del nazionalismo economico trumpiano. Pur con qualche concessione alle esigenze di Washington, come sta già avvenendo in Nord America con la rinegoziazione del Nafta, il G7 dovrà cercare di mantenere aperte le porte della libertà commerciale.

Le esportazioni italiane verso gli Usa si tutelano anche sul piano strettamente bilaterale. La sequenza temporale, Quirinale-Bruxelles-Taormina, ci permette di sincronizzare l’approccio al G7 con i rapporti Roma-Washington in era Trump. Abbiamo messo la prima pietra con la visita di Gentiloni a Washington; il presidente Mattarella ha l’opportunità di cementarla. Trump sta appena cominciando ad affacciarsi sulla scena mondiale e si mostra reattivo ai riscontri ricevuti nei primi incontri.

Il presidente americano opera su una base transattiva: do ut des. Gli interlocutori devono sapere sia cosa chiedere sia cosa dare. In aggiunta alle priorità per il G7, immigrazione e commercio internazionale, sul piano bilaterale l’Italia vuole innanzitutto continuare a contare sull’appoggio americano in Libia. Cosa può offrire in cambio? Trump non si accontenterà di belle parole. Viene in Europa per rassicurare alleati e partner; a casa, dove lo attendono non poche preoccupazioni, non può però tornare a mani vuote.

All’Europa Donald Trump chiede principalmente due cose, in agenda dell’incontro alla Nato: più spese per la difesa; l’impegno dell’alleanza contro terrorismo e Isis. In base al do ut des un aiuto italiano su entrambe sarebbe reciprocato. E’ avvenuto così con Xi Jingping.

A Taormina e, più avanti, nel rapporto col presidente americano, l’Italia incasserà quello che avrà investito nell’incontro bilaterale al Quirinale e nella posizione del presidente del Consiglio al vertice Nato.

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lastampa/Al G7 serve un’agenda pragmatica STEFANO STEFANINI

Neto pista calda per il Napoli, Giuntoli attende l’ok del ragazzo nelle prossime ore

Con la stagione attuale che volge al termine il Napoli comincia a muoversi sul mercato. Per quanto riguarda il portiere la candidatura forte è Neto. Stando a quanto riporta l’edizione odierna de Il Mattino, il ds Giuntoli attende nelle prossime ore la disponibilità del  brasiliano al trasferimento. Con Sepe e Rafael destinati all’addio, Neto si giocherebbe il posto con Reina nella prossima stagione. Complicata le pista Szczesny  per una questione economica. Difficile arrivare a Skorupski, di proprietà della Roma che non lo liberebbe mai per una diretta rivale.