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Diawara, l’agente: “Ha una personalità fuori dall’ordinario, è destinato a diventare un topo player”

Daniele Piraino, agente di Amadou Diawara, è stato intervistato dai colleghi di Cosenza Channel parlando anche del centrocampista azzurro.

La sua crescita è stata esponenziale. E’ d’accordo? “Sì, certo. Ero sicuro delle sue qualità perché conosco bene il ragazzo: ha una personalità fuori dall’ ordinario. Nessuno si aspettava di vederlo titolare a Madrid e nei momenti cruciali della stagione, va dato merito ad un maestro come Sarri. E’ predestinato a diventare un top player e non lo dico giusto per dirlo”.

Presto per affermare che sarà una colonna del Napoli che darà l’assalto al tricolore l’anno prossimo? “E’ la speranza mia, sua e di tutte le persone che gli stanno vicino. Sulle scelte tecniche, tuttavia, nessuno può esprimersi meglio di Sarri”.

ESCLUSIVA – Clemente Filippi: “Serve cuore e determinazione, il Menti stasera farà la sua parte”

In esclusiva le dichiarazioni di Clemente Filippi

Nel corso della trasmissione Il Pungiglione Stabiese 2.0, abbiamo ascoltato in esclusiva il Direttore Generale della Juve Stabia Clemente Filippi con il quale abbiamo fatto un punto sulla partita odierna contro la Reggiana, gara di ritorno degli ottavi play-off.

Ciao Direttore. Ci puoi dire qualcosa in più per quanto riguarda l’affluenza dei tifosi, come sta rispondendo la città di Castellammare?

La città sta rispondendo bene, rispetto alla gara con il Catania, possiamo vantare già un numero importante, praticamente sono stati raggiunti quasi gli stessi paganti nella giornata di ieri, con all’incirca 2000 tagliandi venduti per i tifosi di casa e 189 per gli ospiti che è il dato definitivo di quelli venduti a Reggio Emilia. Sicuramente ci sarà un colpo d’occhio importante rispetto alla gara di Catania, penso che la città, e i tifosi abbiano capito che l’anima stabiese deve prevalere affinché l’orgoglio stabiese riesca a dare il proprio contributo, e senza battere ciglio, abbiamo anche cercato di stuzzicare le corde degli indecisi. Forse non ce n’era bisogno perché il vero stabiese la gara la sente e la vivrà con il cuore, così come la vivranno tutti i calciatori. Il gruppo è sereno, si respira un’aria di determinazione, di voglia di fare bene e questa grinta la dimostra anche un’episodio in particolare di sabato: non so se ci avete fatto caso che al momento del gol, tutta la panchina è andato ad abbracciare Mastalli. Quindi significa, ed era ovvio che fosse cosi, che con un obiettivo importante del genere deve far prevalere il gruppo anziché le proprie individualità personali.

Menichini ha paura del fattore Menti?

Menichini già conosce il fattore Menti perché con la Salernitana capolista ci ha lasciato le penne. Si vinse per 1-0, gara dominata per tutta la partita dopo il gol iniziale siglato da Jidayi. Conosce il calore del Menti che può sprigionare dagli spalti, e anche nella giornata di ieri, la Curva Sud ha fatto sentire il proprio incitamento alla squadra. Ci vuole una giusta determinazione stasera bisogna avere mente e cuore, arrabbiati, determinati ma non nervosi sapendo che serve solo un gol per sbloccare la partita. Si puó segnare da un momento all’altro e bisogna essere sicuramente garibaldini, questo è poco ma sicuro.

Secondo te le partite come quella di stasera si vincono dal momento in cui la Reggiana arriva allo stadio e i calciatori scendono dal pullman per entrare nel ventre dei Romeo Menti? É quello il momento topico per far capire soprattutto che quando si entra nello stadio Romeo Menti non c’è per nessuno?

Questa partita mi ricorda quella vinta nello spareggio contro il Benevento negli anni ’90 e contro il Giulianova in occasione della sfida di ritorno dopo aver perso all’andata per 3 a 2. Al ritorno il Menti trascinó la squadra composta allora da Amodio, Fontana, Menolascina alla vittoria per 2-0. Questo dovrà accadere anche quest’oggi. Gli avversari devono capire che quando arrivano allo stadio c’è un popolo intero che spingerà, con  il proprio calore, la Juve Stabia alla vittoria. Tutto fa brodo anche la determinazione che devono avere tutti i nostri calciatori, con gli occhi della tigre, ovviamente nei limiti della correttezza che ha sempre contraddistinto la città di Castellammare. Negli ultimi anni sono state vinte sul campo partite con intelligenza e con la forza che l’animo stabiese sa sprigionare. Lunedì, abbiamo voluto riproporre in sede di riunione a Firenze, l’ospitalità alle scuola calcio e al settore giovanile, che questa volta tiferanno dal settore distinti. Sarà presente un colpo d’occhio ancora più importante perché la forza del Menti é avere proprio tutti i settori pieni. La muraglia umana del Menti fa tremare le gambe anche ai calciatori più importanti.

In questo momento la squadra come l’hai vista in campo?

Queste sono gare che si preparano da sole, è una partita che si gioca sui nervi, non ci sarebbe bisogno neanche di parlare un attimo per dire come bisogna giocare, e lo staff tecnico ha preparato come sempre nei minimi particolari. Ripeto, bisogna mettere in campo il cuore e la determinazione, e solo così grazie anche alla spinta del Menti penso che qualsiasi impresa sia possibile. Basta una vittoria e noi tutti, dai tifosi, ai giornalisti, dirigenti, calciatori, passando ai ragazzi del settore giovanile, dobbiamo essere uniti, e solo cosi tutti insieme, dobbiamo, nel nostro piccolo cercare di spingere il pallone alle spalle del portiere della Reggiana. Sicuramente il Menti farà la sua parte, ne sono certo sotto questo punto di vista.

Guardando anche i profili dei calciatori sui social, si vede che anche chi gioca poco paradossalmente é un elemento fondamentale per il gruppo come Bacci, Santacroce, Rosafio. In questo senso, tu pensi che un gruppo così unito, appunto, possa essere un fattore anche più determinante delle singole doti tecniche?

Certo. Il gruppo è la nostra fortuna, e l’abbiamo sempre notato anche sabato scorso dopo la partita, con tanti incoraggiamenti e suggerimenti da parte di questi ragazzi. Questo è un gruppo sano da questo punto di vista, e se é vero che i gruppi sono una forza della squadra, sotto questo aspetto allora siamo ben messi. Come avete detto voi i vari Bacci, Santacroce e Rosafio, sono calciatori che si sono sempre fatti trovare pronti, sono ragazzi positivi e quindi aiutano anche a stemperare la tensione alla vigilia di una gara così importante.

Alla luce della tua enorme esperienza in gialloblù, come si combatte quel pizzico di tensione, che, come abbiamo visto anche a Reggio può portare qualche problema in campo?ù

Non sono d’accordo su questo punto, non ci sono stati problemi in campo. Come mi hanno riferito alcuni addetti ai lavori presenti e più qualificati di me, la Juve Stabia ha fatto un’ottima impressione. Ha disputato una grande partita, poi è normale che un piccolo errore può capitare in qualsiasi partita e purtroppo Cancellotti per troppa foga, per troppa generosità ha compiuto l’errore. Purtroppo abbiamo perso per degli episodi che ci hanno condannato. Siamo fiduciosi, mi auguro che se la squadra farà la stessa prestazione con la stessa intensità e determinazione che ha dimostrato sia contro il Catania e sia all’andata contro la Reggiana, penso che la Juve Stabia avrà molte chance di superare questo turno perché è la strada giusta per poter sconfiggere la tensione. La tensione la teniamo più noi che non possiamo sfogare in campo a differenza loro che nel rettangolo verde potranno sfogare ciò che hanno dentro. Per quanto mi riguarda, ho il piacere di poter lavorare per la Juve Stabia da oltre 15 anni e sotto questo punto di vista mi ritengo davvero fortunato.

Direttore, speriamo che in data odierna la città possa staccare i 5000 biglietti. Ricollegandoci alla gara vinta contro il Benevento (allora arbitrata da Farina di Novi Ligure deceduto ieri n.d.a.), ci furono 12’000 stabiesi: Forse anche più di 12 mila stabiesi. Ricordo che all’epoca la capienza era di 12mila e tre persone occupavano un singolo gradone. Penso che abbiamo sfiorato i 18 mila in quella partita. Ci auguriamo di avere un pubblico numeroso, forse in questi anni non abbiamo avuto un ricambio generazionale, un concetto che ribadisco da anni. Noi bambini siamo cresciuti vedendo le partite della Juve Stabia al Menti, perché i nostri genitori, o come nel mio caso un fratello maggiore, ci portavano allo stadio. Adesso purtroppo Sky, Mediaset e le Pay Tv ti fanno entrare in casa i grandi del campionato internazionale e quindi il loro idolo diventa Cristiano Ronaldo e magari non può diventare un Marcello Prima per fare un paragone con la Juve Stabia. É purtroppo questo il romanticismo del calcio che non c’è più, adesso ci si basa sui numeri delle Pay Tv e non sulle presenze allo stadio. Per forza di cose dobbiamo diventare una “mosca bianca” sotto questo punto di vista e dobbiamo essere sicuramente coloro che riusciranno a far strabiliare il panorama calcistico italiano. Pensare al passato ancora mi emoziona, e ha troppa importanza per tutti noi stabiesi una promozione in serie B e ci auguriamo che accada. Bisogna vivere step dopo step, adesso affrontiamo la Reggiana, appuntamento allo stadio Romeo Menti, uniti si vince questo deve essere il nostro slogan per poter superare questo ostacolo, di una Reggiana che comunque é stata costruita per vincere il campionato anche nel suo girone.

In chiusura, ci puoi dare aggiornamenti sulle condizioni di Kanouté, inizialmente era stato detto rottura del crociato. Ci sono possibilità di rivederlo?

Kanouté è stato visitato a Roma, dovrà sottoporsi a un’altra visita il 31 maggio. Il crociato non è rotto, ma è lesionato. Sicuramente, e comunque salvo miracoli penso che la sua stagione si sia conclusa anzitempo. Siamo dispiaciuti tantissimo perché comunque è un ragazzo pieno di gioia, sempre positivo oltre ad essere un validissimo calciatore. Speriamo bene per il 31 maggio, magari possiamo avere una notizia soprattutto per lui, perché é un ragazzo che merita palcoscenici importanti e sicuramente merita di migliorare il suo percorso di crescita che l’ha portato negli ultimi anni a fare sempre di meglio.

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Pescara: “Giornata nazionale del sollievo 2017” il prossimo 28 maggio

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Domenica  28 Maggio 2017 sarà celebrata la 16ma “Giornata nazionale del sollievo” in quattro città dell’Abruzzo tra cui Pescara.

La Regione Abruzzo vuole segnalare l’importanza dell’evento con iniziative, presso le 4 ASL, atte a garantire le informazioni ai cittadini ed agli operatori sulla istituzione della rete regionale di assistenza palliativa.

La ASL di Pescara garantirà il diritto all’idonea informazione sul tema, tramite il fondamentale ruolo degli operatori del Servizio di terapia del dolore e cure palliative della ASL di Pescara – diretto dalla Dott.ssa Marisa Diodati.

Tali professionisti saranno presenti presso punti informativi della ASL nelle seguenti giornate ed orari:

Sabato 27 Maggio 2017, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, presso il Presidio Ospedaliero di Pescara – Via Fonte Romana n. 8 – Ingresso Visitatori;

Giovedì 8 Giugno 2017, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, presso il Presidio Ospedaliero di Penne – Via Battaglione degli Alpini n. 1;

Venerdì 16 Giugno 2017, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, presso il Presidio Ospedaliero di Popoli – Via Saffi n. 116.

In particolare verranno distribuiti pieghevoli dove viene illustrata la Legge 38 del 15 marzo 2010 che ha segnato un importante passo avanti per tutti i malati di dolore; si tratta di una legge che, per la prima volta, tutela e garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato.

E’ ormai noto, infatti, che quando il dolore perde la sua funzione di campanello d’allarme di una condizione patologica e diventa persistente per un tempo prolungato (indicativamente da 6 mesi in poi) deve essere definito esso stesso una malattia.

Il dolore non deve essere considerato come una condizione ineluttabile, ma esso può e deve essere trattato.

È stata organizzata, inoltre,  un’attività formativa/informativa in materia,  prevedendo 8 edizioni, dal titolo “Cure palliative” destinata ai medici di medicina generale della ASL.

A cura di Christian Barisani

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Amarcord 2006: Totti tra infortunio, mondiale e scarpa d’oro a 5 giorni dal suo ritiro

NOTIZIE AS ROMA – È la stagione 2006/2007 e con i suoi 26 gol in campionato, Francesco Totti si piazza davanti al centravanti del Real Madrid #VanNistelrooy fermo a quota 25. L’olandese, neo campione di Spagna è stato sostituito per infortunio sul più bello, nella sfida scudetto dell’ultima di campionato del 17 giugno. Alla fine saranno 32 le reti complessive del capitano, 26 in serie A, 4 in otto partite di Champions League, e 2 in Coppa Italia. Numeri da record e un riconoscimento internazionale indiscutibile: la scarpa d’oro. Un traguardo, questo, che diventa ancor più significativo se si pensa che il fenomeno di Porta Metronia era reduce dal brutto infortunio alla caviglia occorsogli, nell’ormai celebre data del 19 febbraio 2006, a seguito di un contatto con #Vanigli durante #RomaEmpoli. “Mancavano pochissimi mesi al Mondiale – ha raccontato Totti – Il rischio era elevatissimo. Il dott. Mariani mi disse che ce l’avrei fatta, Lippi mi ha continuamente incitato. Da lì ho avuto tanta forza, tanta volontà per partecipare a questo grande Mondiale che abbiamo vinto. Io non segnavo. Pensavo che l’intervento alla caviglia fosse riuscito male. In quei momenti pensi a tutto. Cerchi qualsiasi escamotage per tornare al goal, ma niente. Il primo goal del campionato arrivò col Chievo. Fu una soddisfazione, non vedevo l’ora di tornare a segnare in casa. Con l’Ascoli sbagliai il secondo rigore di fila. Forse non ne ero più capace, mi venne il dubbio. Poi fortunatamente la mia testa, il mio carattere forte mi ha fatto ricredere e ho ricominciato a segnare con continuità”. E da allora sono arrivati i gol, a grappoli e la convocazione di #MarcelloLippi. #Totti avrebbe fatto parte di quella gloriosa spedizione che andò a conquistarsi il #Mondiale in Germania. Il suo contributo alla causa fu fatto di 7 presenze totali con 488 minuti giocati, 3 assist (1 contro la Repubblica Ceca e 2 contro l’Ucraina) ed un gol, quello celeberrimo e pesantissimo segnato su rigore contro l’Australia che consegnò agli azzurri l’accesso ai quarti di finale senza la “tortura” dei tempi supplementari. Forte e teso sotto all’incrocio dei pali, liberatorio, pollice in bocca e via verso la bandierina, dove il primo a raggiungerlo di corsa dalla panchina è quel #DelPiero con cui ha fatto staffetta solo 20’ prima. Non c’è neanche il tempo per riportare il pallone a centrocampo: il 26 giugno 2006 l’Italia inizia a vincere il suo Mondiale.

Claudia Demenica

Di Warrenfish – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=27703275

L’Isis attacca il nostro futuro, il killer jihadista di origine libica

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Sono ragazzi e bambini le 22 vittime dell’attentato al concerto di Ariana Grande a Manchester. A ucciderli Salman Abedi, ventiduenne nato in Gran Bretagna da genitori libici, rifugiati politici in fuga dal regime di Gheddafi. Così l’Isis, seppur indebolito in Siria e Iraq, colpisce il futuro dell’Europa strappando la vita a giovani innocenti. “E’ stato un nostro soldato – recita la rivendicazione – che ha colpito un raduno di crociati”. Si temono nuovi attacchi e Theresa May schiera l’esercito nelle maggiori città britanniche.

Barba lunga e preghiere in strada, così Salman Abedi ha trovato la jihad

Britannico di origini libiche, i genitori erano fuggiti dal regime di Gheddafi. La bomba di Manchester confezionata da un esperto. Chiodi e biglie per essere più letale

MANCHESTER – La rete, se c’è, va scovata in questi quartieri a sud di Manchester. Otto chilometri d’auto dalla grande Arena della strage. E da questi isolati che è partito il kamikaze Salman Abedi, 22 anni, carico d’odio, chiodi e morte. Ed è a queste casette, mattoni rossi a vista, che sono arrivati ieri investigatori e polizia. «Abbiamo arrestato un uomo di 23 anni (forse il fratello di Salam, ndr) ed eseguito altre due operazioni nell’area», spiega in serata il capo della polizia metropolitana Ian Hopkins. Che conferma l’identità del principale sospettato. E lascia intendere che non è finita: «La priorità per tutti noi è capire se ha compiuto questa atrocità da solo o meno». Per farlo i suoi uomini e quelli dell’antiterrorismo si sono spinti a Elsmore Road, nel quartiere di Fallowfield: hanno circondato il civico 21, fatto saltare una porta per entrare in quella che era la casa di Salman. E raccogliere così tutti i dettagli di questa storia.

L’identikit

Nato nel 1994 in Gran Bretagna ma figlio di profughi. I suoi genitori scapparono dal regime di Gheddafi. Come tanti altri, arrivarono a Manchester: in questa città di mezzo milione di abitanti la comunità libica conta oltre 16 mila persone, la più grande di tutto il Paese. Salman*, secondogenito di quattro figli, era ormai diventato un «nuovo britannico». Ma secondo i media locali era già noto alle autorità. «Si era lasciato crescere la barba e aveva iniziato a recitare delle preghiere islamiche ad alta voce e parlava molto in arabo», racconta una vicina ancora sconvolta per il blitz delle forze dell’ordine. Altri spiegano che era tutta la famiglia a seguire l’Islam e avevano appeso una strana bandiera rossa, bianca e nera a una finestra. «Poi i genitori, verso Natale, se ne sono andati. Forse si sono trasferiti a Londra o forse sono tornati in Libia. Fatto sta che lui è rimasto a vivere da solo in casa», spiega il 64enne Roman. Che però aggiunge: «C’era un viavai continuo di gente strana».

  • Salman Abedi, la storia di un «tranquillo» jihadista libico

Era nato e cresciuto in Inghilterra. Ma non si riconosceva nella società che lo aveva accolto e fatto crescere. Guardava così alla terra di origine. Quella Libia in cui erano nati i suoi genitori e nella quale lo Stato islamico aveva e ha un ruolo importante nella guerra civile. Questo era Salman Abedi, 22 anni, l’attentatore che si è fatto saltare nel concerto che la star statunitense Ariana Grande stava tenendo a Manchester domenica sera, provocando decine di vittime.

Salman nasce nel 1994 in Inghilterra dove i suoi si sono rifugiati per fuggire alle grinfie del regime di Muammar Gheddafi. La sua famiglia vive inizialmente a Londra, prima di stabilirsi nel sobborgo residenziale di Fallowfield, un quartiere periferico a Sud di Manchester. Salman, come i suoi genitori, è un devoto musulmano. Ma, per anni, la sua devozione si limita al rispetto dei precetti religiosi. Nulla più. Anche il suo atteggiamento non è per violento. Nel quartiere, pochi lo conoscono ma chi lo conosce non ha una cattiva immagine di lui. «Era un giovane molto discreto, sempre molto rispettoso – ha detto un vicino alla stampa britannica -. Suo fratello Ismael è molto socievole, Salman era più riservato». Salman Abedi inizia anche a studiare Business e management all’Università di Salford, ma abbandona gli studi e non si laurea.

Poi la trasformazione. Forse il rancore per un’integrazione fallita. Forse motivi personali. Forse la ricerca di qualcosa di estremo. Per lui l’Islam diventa più di una fede. Si trasforma in uno strumento di riscatto. Inizia a differenziarsi dai correligionari e dai numerosi conterranei che vivono a Manchester (nella città abita la più grande comunità libica della Gran Bretagna).

L’imam Mohammed Saeed Abedi si accorge di qualcosa. Nota che Salman si è incattivito e mostra «un volto di odio». Quando la guida religiosa pronuncia un sermone che denuncia il terrorismo, Salman lo contesta. La polizia inizia a mettere gli occhi su di lui. Capisce che può essere un rischio, ma non lo arresta perché non ha commesso alcun reato.

Salman è attratto dalla terra di origine. Si reca in Libia, dove probabilmente entra in contatto con esponenti del fondamentalismo islamico. Pochi giorni fa rientra a casa. La testa piena di parole d’ordine jihadiste. E poi, il resto ormai si sa. [africarivista]

Pochi isolati più in là, intanto, è in corso un’altra operazione: le palazzine di Royston Court, al civico 30 di Carlton Road, non sono accessibili ai residenti. «Ho mia moglie bloccata lì dentro – indica Akram Raman, 45 anni – Ci hanno detto che è legato all’attacco di lunedì sera: a quanto pare hanno fatto un blitz nell’appartamento del mio vicino di casa». Dall’altra parte della via Sam, 32 anni e studente, racconta: «Non me l’aspettavo, io qui vivo da qualche anno con degli amici. È vero c’è tanta diversità culturale ma è un quartiere residenziale, tranquillo».

I timori di May

Sembra così. Ma alle volte il male sa camuffarsi bene. E lo stesso Sam a ricordare: «Sì, avevo letto sul Guardian che due foreign fighter erano partiti da qui per andare a combattere con l’Isis in Siria». Oltre 800 ne sono partiti dalla Gran Bretagna, un piccolo esercito. E le stime dicono che almeno la metà è rientrata in patria. Certo, la vicina Birmingham è considerata la «capitale britannica del jihadismo» ma anche Manchester non è immune: a inizio anno un 50enne originario della città si è fatto saltare in aria vicino a Mosul. Mentre nel 2015 dai quartieri setacciati ieri dalle forze speciali partirono due studentesse del liceo femminile della zona: le gemelle Zahra e Salma, fuggite per combattere con l’Isis in Iraq. «I terroristi non vinceranno mai. I nostri valori prevarranno sempre», ha ribadito ieri la premier Theresa May. Parlando da Downing Street, prima di arrivare a Manchester per far visita ai feriti negli ospedali, ha aggiunto che il livello della minaccia terroristica nel Regno Unito rimane alto, «equivale a dire che un altro attacco è molto probabile».

L’ombra della cellula libica  

I timori di May riflettono tutti i ragionamenti di chi indaga. L’ipotesi che Salman sia un lupo solitario non regge. L’ordigno esploso – riempito di oggetti metallici, biglie e chiodi – sembra essere fatto da un artificiere esperto. Ad assemblarlo non è stato un principiante. «È improbabile che una cellula terroristica “sprechi” una persona in grado di fabbricare bombe del genere: per i terroristi sarebbe perdere una risorsa indispensabile», fanno sapere fonti dei servizi britannici. Ecco perché prende piede l’ipotesi di una cellula libica. Sembra verosimile che Salman facesse parte di un network. O almeno abbia avuto la possibilità di contare sull’aiuto di qualcuno. E i nodi di questa rete vanno cercati qui, a una manciata di chilometri dall’Arena della strage. Tra queste vie residenziali. Insospettabili fino all’altro ieri. Da oggi non più.

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lastampa/Barba lunga e preghiere in strada, così Salman Abedi ha trovato la jihad DAVIDE LESSI – INVIATO A MANCHESTER

PLAY OFF 2017: Juve Stabia vs Reggiana, la presentazione del match

Per il ritorno del secondo turno play off, si affronteranno questa sera al Menti di Castellammare la Juve Stabia di mister Carboni e la Reggiana di mister Menichini.

Gli emiliani, allenati dall’ex Salernitana, hanno eliminato la Feralpisalò nel primo turno play off dopo il 2-2 del Mapei Stadium.

Le vespe, invece, hanno eliminato il Catania al Menti dopo che la partita è finita 0-0.

Entrambe le squadre hanno passato il turno con un pari grazie al miglior piazzamento in classifica: 5′ posto nel Girone B per la Reggiana e 4′ posto nel Girone C per la Juve Stabia.

Proprio per il miglior piazzamento, le vespe passerebbero in caso di parità al termine della doppia sfida.

L’andata, giocata sabato sera in terra emiliana, è terminata 2-1 per i padroni di casa grazie ai gol di Cesarini e Ghiringhelli che hanno ribaltato la rete iniziale di Mastalli.

I granata hanno una rosa importante con giocatori come Sabotic, Carlini, Cesarini, Bovo e gli ex Contessa, Genevier e Ghiringhelli, solo per citarne alcuni.

Da parte stabiese, invece, l’ex è Maxime Giron, arrivato a gennaio a Castellammare proprio dalla Reggiana.

Le due squadre si sono affrontate solo due volte nella storia e quindi sarà una sfida quasi inedita.

Alla luce del risultato del match d’andata, alle vespe serve per forza di cose una vittoria, con qualsiasi risultato, per far valere il miglior piazzamento in classifica e quindi passare il turno e arrivare nelle 8 finaliste.

Tanti dubbi di formazione per i due tecnici. Menichini dovrà fare a meno di Rozzio, Carboni non può contare su Kanoute e Allievi infortunati più Cancellotti squalificato.

Ecco le probabili formazioni:

JUVE STABIA (4-3-3): Russo, Santacroce, Morero, Atanasov, Liviero, Mastalli, Capodaglio, Matute, Cutolo, Ripa, Lisi.

REGGIANA (4-4-2): Perilli, Spanò, Sabotic, Trevisan, Contessa, Ghiringhelli, Genevier, Bovo, Carlini, Guidone, Cesarini.

Salvatore SORRENTINO

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Riappare in un video Sergio Zanotti, italiano rapito in Siria – VIDEO (Debora VELLA)

Riappare in video Sergio Zanotti, il 56enne imprenditore bresciano scomparso ad aprile del 2016 e da più parti indicato come rapito in Siria da gruppi legati ad al Qaida. Il filmato, caricato nelle ultime ore su Youtube da un utente identificato come Abu Jihad, mostra Zanotti in ginocchio con indosso una maglietta azzurra; alle sue spalle due uomini vestiti di nero e armati di fucile. “Oggi è il primo maggio. Mi chiamo Zanotti Sergio. Questo è il secondo richiamo che mi lasciano fare”, dice davanti alla telecamera.

Nel primo video l’avevano ripreso in mezzo agli ulivi con una barba e tunica bianca e un cartello con una data: 15 novembre 2016.

LA DENUNCIA DEI FAMILIARI

I familiari di Sergio Zanotti avevano presentato denuncia di scomparsa nel maggio dell’anno scorso, affermando che l’uomo aveva programmato il viaggio all’estero solo per pochi giorni. Non sono chiari i motivi per cui l’uomo sia partito alla volta della Turchia in una località a poca distanza dal confine con la Siria. Neanche gli amici sarebbero stati in grado di spiegare le ragioni di questo suo improvviso viaggio all’estero. L’uomo sarebbe dovuto rientrare in Italia il 17 aprile 2016 e invece di lui non si sono avute più notizie.

Zanotti, un ex imprenditore la cui impresa metalmeccanica è stata dichiarata fallita, in passato era stato condannato a un periodo di detenzione per evasione fiscale. Separato, tre figlie dai 35 ai 25 anni e altri due bambini avuti con la seconda compagna, vive a Marone, sul lago d’Iseo, con la sorella Beatrice. Proprio a Marone, sulla sponda bresciana del lago di Iseo, vivono i suoi parenti più stretti, al momento in contatto con la Farnesina.

IL CASO DI PADRE DALL’OGLIO

Un altro nostro connazionale è ancora nelle mani dei ribelli: padre Paolo Dall’Oglio. Il gesuita è stato rapito il 29 luglio del 2013 mentre si trovava a Raqqa, in quella che oggi è ancora la ‘capitale’ dell’autoproclamato “califfato” di Abu Bakr al-Baghdadi. Il suo rapimento non è mai stato rivendicato e di lui non si hanno più notizie, anche se in passato sono circolate voci mai confermate sulla sua prigionia in un ‘carcere’ dell’Is e anche sulla sua morte. Per la sua liberazione ha rivolto un accorato appello anche Papa Francesco.

Trump in Vaticano, stretta di mano con Papa Francesco e incontro a porte chiuse

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Il presidente Usa Donald Trump in Vaticano per l’incontro con papa Francesco. Almeno cinquanta le auto che hanno scortato il presidente lungo il tragitto. Nel cortile di San Damaso è stata issata la bandiera americana: ad accogliere Trump, il Prefetto della Casa Pontificia, mons. Georg Ganswein. L’auto presidenziale è entrata dal Perugino, l’ingresso secondario dietro Casa Santa Marta. Giunto nella Sala del Tronetto dell’appartamento papale, Donald Trump ha incontrato il Papa e i due si sono scambiati una cordiale stretta di mano e alcune parole di saluto.

Melania in nero

Vestita in nero, veletta dello stesso colore: così Melania Trump si è presentata all’udienza con Papa Francesco. Come vuole il protocollo vaticano, infatti, soltanto le regine cattoliche possono vestire in bianco, mentre tutte le altre donne ammesse all’incontro con il pontefice devono essere vestite in scuro e con il capo coperto.

Dodici persone con Trump

Insieme alla first lady Melania, e alla figlia Ivanka con il marito Jared Kushner, la delegazione che accompagna Trump è composta da:

  1. Rex Tillerson, segretario di Stato Usa;
  2. H.R. Mc Master, consigliere del presidente sulla sicurezza nazionale;
  3. Hope Hicks, assistente del presidente e direttrice della comunicazione strategica.

In delegazione anche:

  • Daniel Scavino, assistente del presidente e direttore dei social media;
  • Gary Cohn, assistente del presidente e direttore del Consiglio Nazionale Economico;
  • Louis Bono, incaricato d’affari americano in Vaticano;
  • Dina Powell, assistente del presidente per la sicurezza degli Affari internazionali;
  • Keith Schiller, assistente del presidente.

L’interprete è Alessandra Bonatti.

Al termine dell’incontro con il Papa, Trump e parte della delegazione incontreranno il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, insieme a mons. Paul Richard Gallagher.

Gianluca Di Marzio su Juve Stabia – Reggiana: “È una partita delicata, ma Vespe dateci dentro!” [VIDEO]

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“È una partita delicata, ma domani dateci dentro!”, è l’in bocca al lupo che Gianluca di Marzio, giornalista di Sky, ha dato alle Vespe in vista del match contro la Reggiana.

“Sono di Castellammare e magari molti non lo sanno, la Juve Stabia ha un posto particolare nel mio cuore” dichiara il re del calciomercato, oggi presente all’Università degli Studi di Napoli Federico II, invitato per concludere un ciclo di seminari sportivi organizzati dall’ateneo.

A documentare il tutto è stato Paolo Puzzella, un tifoso gialloble, una presenza fissa nei Distinti del Menti e che per la Juve Stabia ha macinato tanti chilometri. A lui ringraziamo per averci concesso di pubblicare il video.

Juve Stabia vs Reggiana: questi i guerrieri gialloble

Al termine dell’allenamento di rifinitura, svolto questo pomeriggio presso lo Stadio “Romeo Menti”, il tecnico Guido Carboni ha reso nota la lista dei nr.22 calciatori convocati per il match Juve Stabia-Reggiana, valevole per il ritorno degli Ottavi di Finale dei Play Off di Lega Pro Unica, in programma domani, mercoledì 24 maggio 2017, con inizio alle ore 20,30 presso lo Stadio “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia.

Portieri: Bacci, Russo e Tabaglio
Difensori: Atanasov, Camigliano, Giron, Liviero, Morero e Santacroce
Centrocampisti: Capodaglio, Esposito, Izzillo, Mastalli, Matute e Salvi
Attaccanti: Cutolo, Lisi, Manari, Marotta, Paponi, Ripa e Rosafio
Squalificato: Cancellotti
Indisponibili: Allievi, Kanoute’ e Montalto
S.S. Juve Stabia
COLLEGATE: 

Scomparso l’ex arbitro e attuale designatore degli arbitri di serie B Stefano Farina

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L’arbitro della sezione alessandrina ha diretto in diverse occasioni gare della Juve Stabia nell’era Fiore, su tutti ricordiamo i derby con Sangiuseppese ed Ischia

Stefano Salvato Farina, ex arbitro ed attua le designatore degli arbitri di serie B è deceduto quest’oggi all’età di 54 anni a Genova per un male che lo attanagliava da tempo.

Appartenente alla sezione di Novi Ligure in provincia di Alessandria dal 1979, ha debuttato in Serie A nel gennaio del 1995 dirigendo complessivamente 236 gare della massima serie e 117 di Serie B.

Ha diretto due finali di Supercoppa Italiana e la finale di Supercoppa Europea del 2006, era osservatore UEFA ed è stato rappresentante degli arbitri in attività e responsabile della CAN D e della CAN PRO.

A Castellammare in molti lo ricordano ancora per lo spareggio promozione in serie C2 che si disputò il 26 maggio 1991 al Menti davanti a quasi ventimila spettatori; la Juve Stabia del presidente Sabato Abagnale vinse per due reti a zero contro il Benevento con le reti di Fontanella e Condemi.

Lo stesso Farina, ospite degli arbitri stabiesi nel marzo del 2009 nella sezione sita al viale Europa, tenne a ricordare come quella gara, fu una di quelle che gli sono restate impresse nella sua carriera arbitrale.

Giovanni MATRONE

Qui Reggiana – Menichini: a Castellammare per giocarcela

Il tecnico della Reggiana, Leonardo Menichini, ha parlato alla vigilia della gara di Castellammare contro la Juve Stabia, in cui gli emiliani partono favoriti dopo il 2 a 1 dell’andata.

Queste le dichiarazioni rilasciate al sito ufficiale www.reggianacalcio.it:

La partita inizia zero a zero – prosegue il tecnico granata – non possiamo tirarci indietro, oppure difenderci, nonostante il gol di vantaggio. La mia esperienza dice che i calcoli nel calcio sono fatti per essere smentiti e generalmente non portano a nulla di buono. Bisogna fare gol all’avversario.

Lo spirito? E’ quello di andarci a giocare tutte le nostre chance anche al ritorno. L’intenzione è quella di non fare calcoli né speculare sul nostro vantaggio, perché il rischio è quello di rimanere delusi. Vogliamo andare a Castellammare per esprimere tutte le nostre qualità.

E’ la prima volta che la squadra va sotto e ribalta la gara. Già con la Feralpi i ragazzi sono stati encomiabili nel recuperare due volte lo svantaggio, contro la Juve Stabia siamo riusciti a fare nostra la contesa. E’ un gruppo di ragazzi di carattere, conscio delle loro qualità e che non molla mai. E’ lo spirito che voglio vedere anche domani sera, ed è ciò che la gente apprezza maggiormente.

 

Ass. Borriello: “La priorità è l’impianto antincendio, la sostituzione dei sediolini comincerà entro la fine dell’anno”

Ciro Borriello, Assessore allo Sport del Comune di Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli nel corso di ‘Radio Gol’. Ecco quanto evidenziato:

“In vista delle Universiadi abbiamo un team che sta lavorando al cambio dei sediolini del San Paolo. C’è da fare un investimento importante, ciò comporta degli aspetti burocratici. All’inizio del prossimo campionato partiranno i lavori per la messa in sicurezza dell’impianto antincendio. Per la fine dell’anno cominceremo a cambiare i sediolini. Contiamo di giocare l’ultima gara del girone di Champions, si spera, con i sediolini nuovi. Sono tutti lavori che si possono svolgere in concomitanza con le partite, non dimentichiamo che nel 1990 abbiamo vinto uno scudetto mentre c’erano i lavori in corso”.

Reina, il padre: “Futuro? Vorrebbe restare, è orgoglioso di vestire la maglia azzurra”

Miguel Reina, padre del portiere azzurro Pepe, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’. Ecco quanto evidenziato:

“Nello spogliatoio azzurro c’è un grandissimo spirito di squadra e i fatti danno ragione ai ragazzi. Per loro è stata comunque una stagione fantastica, sono stati battuti tanti record.

Futuro? Dipenderà da lui e dal presidente, non so assolutamente nulla in questo momento. Pepe vorrebbe restare, è orgoglioso di vestire la maglia azzurra ed è legatissimo alla città. Quando un portiere sbaglia è molto più visibile, le critiche fanno parte del gioco. In ogni caso deve essere soddisfatto della stagione che ha fatto così come tutta la squadra. Dopo l’addio di Higuain nessuno si sarebbe aspettato un’annata così.

Le immagini di Pepe sotto la curva mi hanno emozionato. Non posso far altro che esprimere gratitudine per il trattamento che i tifosi azzurri hanno riservato a lui e alla sua famiglia. Senza la sua grande parata a Roma, la stagione sarebbe andata in maniera diversa.

Finale di Champions? Mi piacerebbe che perdessero entrambe le squadre, ma purtroppo non sarà possibile. Le mie squadre del cuore sono uscite prima”.

Questa sera in onda la quinta puntata de “Il Pungiglione Stabiese 2.0”

Ritorna in onda ” Il Pungiglione Stabiese “

Ci siamo, questa sera (marted’ 23 maggio 2017) alle 19:30 andrà in onda la seconda puntata de “Il Pungiglione Stabiese 2.0” in diretta facebook, sul profilo facebook di Mario Vollono e sulle pagine Vivicentro.it e Magazine Pragma Sport – Notizie 24h e sul canale Youtube ViViCentro Network (https://www.youtube.com/user/ViViCentroNETWORK).

Come sempre alla conduzione ci sarà Mario Vollono. 

Vi ringraziamo per la stima e l’affetto che ci avete mostrato anche nella seconda puntata con oltre 5000 persone collegate.

In studio ci ci saranno Raffaele Izzo che aiuterà nella conduzione del programma e Giuseppe Mercatelli storico giornalista stabiese.

Avremo in collegamento telefonico Clemente Filippi. D.G. delle Vespe con il quale commenteremo questi spareggi play off e il prossimo incontro con la Reggiana al Menti, gara da vincere a tutti i costi per il passaggio del turno.

Poi ci collegheremo telefonicamente con Morena Colli opinionista di Teletricolore di Reggio Emilia con cui parleremo della Reggiana.

La parte finale come sempre sarà dedicata al settore giovanile della Juve Stabia con la telefonata al Direttore Alberico Turi.

Potete fare le vostre domande tramite i commenti alla diretta facebook, oppure utilizzando i messaggi whatsapp al 3389405888.

ALLEGATA LA REGISTRAZIONE VIDEO DELL’ULTIMA PUNTATA (4 puntata)

Vi aspettiamo in tanti anche oggi…. “Il Pungiglione Stabiese” è la vostra casa. Intervenite in tanti!

Vi ringraziamo per l’affetto e la stima che ci avete mostrato nei precedenti campionati e speriamo di offrirvi una trasmissione sempre più bella e ricca di notizie ed ora rinnovata nella grafica.

La Polizia a Pescara ha effettuato diversi arresti nella giornata di ieri

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PESCARA: arrestata minorenne per tentata rapina ad un’anziana: aveva come complice una 19enne incinta con un bimbo di pochi mesi in braccio. 

Nella mattinata di ieri, alle ore 11.00 circa una pattuglia della Squadra Volante interveniva in viale Bovio, nei pressi degli uffici della Regione Abruzzo, in quanto venivano segnalate al 113 due nomadi intente a molestare con insistenza una persona anziana. Sul posto i poliziotti individuavano immediatamente le ragazze, di cui una appena sedicenne, le quali si stavano allontanando da una 77enne in preda al panico. Le giovani, di 16 e 19 anni, entrambe di nazionalità Bosniaca, con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, pochi attimi prima dell’arrivo dei poliziotti, con la scusa dell’accattonaggio, avevano circondato la vittima, stringendola con forza ai fianchi e, dopo averla bloccata, la nomade 16enne aveva cercato di sfilarle il portafogli dalla borsa portata a tracolla. La 19enne, coadiuvava la più giovane reggendo in braccio un bimbo di 8 mesi. Le urla della signora aggredita facevano desistere le due complici, le quali tentavano di allontanarsi ma venivano subito bloccate dai poliziotti.

La minore veniva arrestata per tentata rapina aggravata in concorso ed associata al Centro di Prima Accoglienza di L’Aquila, mentre la complice 19enne veniva denunciata in considerazione del bimbo portato al seguito e dello stato di gravidanza.

Arresto in esecuzione della Squadra Mobile

Personale della Polizia di Stato, nella giornata di ieri ha arrestato C.A., classe ‘69 originario del milanese, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Perugia, dovendo espiare la pena di anni 6 di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti in concorso con altri (fatti commessi in Pescara il 27.01.2010). Dopo le formalità, il personale della Squadra Mobile che ha eseguito il provvedimento, accompagnava l’arrestato presso il Carcere di Pescara.

Pescara: Spaccio di droga – La Polizia di Stato arresta uno straniero clandestino

Ieri pomeriggio a Montesilvano (PE), la Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Pescara, in collaborazione con la Squadra Volante, ha effettuato un arresto nell’ambito di un’attività di contrasto allo spaccio di stupefacenti.

In Via Ariosto, nei pressi delle palazzine “Viola e Tillia”, già teatro di precedenti operazioni contro lo spaccio ed il commercio di prodotti contraffatti, l’ultima delle quali pochi giorni fa, quando è stato incarcerato uno spacciatore straniero che aveva venduto droga a due tredicenni, è stato arrestato in flagranza di reato, per il reato di spaccio di stupefacenti, B. F., classe ’78 senegalese, privo di regolare permesso di soggiorno, in quanto poco prima aveva venduto una dose di marijuana ad un giovane italiano. All’udienza di convalida, svoltasi nella mattinata odierna, il GIP ha disposto per l’arrestato, l’immediata liberazione, vista la tenuità del fatto.

Venezuela: ancora morti e casa Chavez incendiata (Debora VELLA)

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Ancora morti in Venezuela. Un altro ragazzo è stato ucciso durante le proteste antigovernative a Barinas, secondo quanto riportano i parlamentari dello stato venezuelano. A perdere la vita durante gli scontri è stato John Alberto Quintero di soli 19 anni. inoltre, durante le contestazioni, la casa natale di Hugo Chavez a Sabaneta è stata incendiata.

LA CRISI POLITICA IN VENEZUELA

Oggi il Venezuela ha il più alto tasso d’inflazione al mondo (il 700 per cento quest’anno) e l’economia si è ridotta di quasi un quinto. Mancano cibo e medicine e il tasso di mortalità infantile è salito del 30 per cento.

Il problema sono i soldi. Come sempre. Chávez infatti si era pesantemente indebitato per finanziare le spese nel settore sanitario, dell’istruzione e degli alloggi, che hanno davvero trasformato la vita di molti poveri venezuelani. Ma il momento di pagare i conti è arrivato solo dopo la sua morte. Il prezzo mondiale del petrolio è crollato e con esso anche le entrate del Venezuela. E così tutto ha cominciato ad andare storto.

Maduro ha incolpato l’élite economica del paese e gli Stati Uniti, colpevoli di voler rovesciare il governo.

Molte persone, compresi alcuni ex sostenitori di Maduro, sono scese in piazza per protestare; e l’ondata di violenza che ha investito il Venezuela non accenna a placarsi Da quando sono iniziate le proteste –circa un mese fa- ci sono stati 54 venezuelani uccisi, soprattutto dalla polizia.

Debora VELLA

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Manchester, il tragico bilancio. Identificata la prima vittima. Aggiornamenti

Rimane fermo a 22 il numero provvisorio delle vittime nell’attentato di Manchester, 12 dispersi ed almeno 60 i feriti. Questo il tragico bilancio di quanto avvenuto ieri sera dopo che un kamikaze è riuscito a farsi esplodere nei pressi della biglietteria del Manchester Arena durante il concerto della giovane popstar americana Ariana Grande. Il Regno Unito è sotto schoc. Un luogo di divertimento è diventato teatro di morte e terrore, sirene e grida hanno sostituito in attimo la musica e la voce dell’idolo di milioni di ragazzini in tutto il mondo. Infatti sono tutti giovanissimi le persone colpite nell’attacco, tra le vittime molti ragazzini e almeno tre bambine; non risulterebbero italiani tra i deceduti e i dispersi.

La prima vittima è una sedicenne, Giorgina, che non è riuscita a salvarsi da questo attacco definito “codardo” perché diretto a giovani innocenti, accorsi tutti in quell’arena per la gioia di vedere il proprio idolo cantare. Sui social tutti i suoi amici esprimono lo sgomento e il dolore per quanto accaduto.

Intanto sul web appare un video di pochi secondi in cui viene rivendicato l’attentato dallo Stato islamico.

Ricordiamo che nella stessa giornata di 4 anni fa, a Londra ricorreva un altro grave episodio di terrorismo: venne ucciso un soldato da due fanatici estremisti islamici, ma l’intensità dell’attacco di Manchester super di gran lunga anche l’immaginazione di chi ieri sera ha sentito “lo scoppio” durante il concerto: increduli, alcuni ragazzi hanno dichiarato che “queste cose succedono solo in televisione, non può essere…”.

È stata ufficialmente comunicata la decisione di Ariana Grande di sospendere il suo tour che la vedeva impegna a Londra e poi a Roma.

In Gran Bretagna, bandiere ammainate mentre si susseguono le dichiarazioni del Sindaco, del Primo Ministro Teresa May e del Presidente della commissione europea Junker.

L’appello del Capo della polizia, Hopkins, è quello di inviare qualsiasi informazione, video o immagini raccolte subito prima del tragico momento, al sito della Police inglese per meglio analizzare le dinamiche dell’attacco terroristico. L’intelligence sta cercando di capire se il kamikaze abbia agito da solo o se ci siano stati dei fiancheggiatori, l’attacco è stato effettuato con un ordigno rudimentale costruito con schegge e chiodi per ottenere un effetto più devastante, una “modalità” del tutto inaspettata rispetto all’uso dei tir che si lanciavano sulle folle.

Il Presidente della Repubblica Mattarella fa giungere il suo cordoglio alla Regina Elisabetta per le giovani vittime di questo “violento atto criminale”.

Anche il consiglio musulmano britannico fa giungere il proprio messaggio di aspra condanna verso questo episodio di inaudita violenza.

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Maria D’Auria

Il Napoli vuole trattenere Ghoulam, ingaggio raddoppiato e clausola: le cifre

Filtra ottimismo in casa Napoli per quanto riguarda il rinnovo contrattuale di Faouzi Ghoulam. Il suo addio sembrava imminente fino a qualche settimana fa. La società, però, ha deciso di riprendere il dialogo con il suo entourage.  Si punta a trattenerlo anche la prossima stagione. Sull’edizione odierna della Gazzetta dello Sport si legge:

“L’unico giocatore in bilico al momento pare essere Faouzi Ghoulam, al quale sono stati proposti 2,2 milioni di euro a stagione fino al 2022 rispetto agli attuali 900 mila euro. In più sul terzino il Napoli vorrebbe mettere una clausola di 25 milioni di euro” .

Pavoletti e Zapata nella lista dei partenti, ecco quanto punta a ricavare il Napoli

Con la stagione attuale quasi terminata in casa Napoli si inizia a programmare il mercato estivo. Non solo quello in entrata, la società ha bisogno anche di sfoltire un po’ la rosa. Soprattutto il reparto offensivo dove Pavoletti ha avuto davvero pochissimo spazio e dove rientrerà anche Duvan Zapata dopo il prestito biennale all’Udinese. Come riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, i due centravanti potrebbero rappresentare un bel tesoretto per il Napoli. Entrambi hanno diversi estimatori: Zapata è seguito da diversi club italiani e esteri. Pavoletti piace alla Fiorentina,  sabato scorso ha avuto una chiacchierata a bordo campo con alcuni membri della società viola. Il Napoli,dunque, è pronto a valutare tutte le offerte del caso ma punta a incassare circa 20 milioni per entrambi.