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La guerra ai cafoni con i divieti d’estate: dal fumo ai bivacchi

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Dai bagni nelle fontane ai bivacchi per strada: proibiti a Roma. E poi i motorini abbandonati (ma anche le biciclette): multa da 150 euro, a Treviso. A Pomigliano d’Arco non si fuma nei parchi per tutelare la salute dei più giovani.

L’estate è il tempo dei divieti anche perché è il momento in cui gli italiani – e i turisti stranieri in visita nel Belpaese – si sentono più liberi di fare come credono. Quest’anno potrebbe costargli salato.

Dal fumo ai bivacchi, arrivano i divieti d’estate

Guerra ai cafoni e regole per la civile convivenza. Quando il caldo dà alla testa e allenta i costumi le città si difendono dai trasgressori: ecco come

ROMA – C’è il sindaco di Firenze che fa sparare all’ora di pranzo acqua sui sagrati delle chiese per evitare i bivacchi. C’è il sindaco di Torino che approva tardivamente un divieto di vendita degli alcolici, quando il disastro di piazza San Carlo, con i suoi 1527 feriti, è già compiuto. Tra terrorismo, migranti e l’usuale lotta contro gli abusi dei turisti nelle città, anche in quest’estate 2017 i primi cittadini sono alle prese con una nuova ondata di divieti e con un dilemma: come continuare a far affluire persone e garantire che gli eventi (e quindi gli affari) continuino a andare a gonfie vele, senza che questo si trasformi in un disastro.

È il caso di Milano, per esempio. «Noi non andremo verso un’ordinanza che vieta gli alcolici, però certamente anche noi delle misure le prenderemo: per esempio, non poter vendere vetro. E poi al di là delle ordinanze va controllato il tutto», facendo in modo che «non si venda vetro nelle vicinanze anche di una zona gialla, quella che circonda l’evento», ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala, precisando anche che «è evidente a tutti come Milano, in questo momento, viva molto di eventi: i visitatori stranieri nei primi 4 mesi del 2017 sono del cresciuti del 14% rispetto al 2016». Quindi, vietare sì, ma non troppo.

È lo stesso dilemma che riguarda alcune ordinanze sulla salute pubblica. A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, è stato disposto il divieto di fumo nei tre parchi pubblici della città, dopo le lamentele di molti cittadini, infastiditi dal fumo passivo. L’ordinanza vieta le sigarette, ma anche i sigari e le pipe nei luoghi pubblici frequentati in genere dalle famiglie. Chi disobbedirà al divieto sarà punito con una sanzione di 200 euro.

STOP A BAGNI E PIC-NIC IN 20 FONTANE  

Stop ai bivacchi nelle fontane di Roma. Il sindaco Virginia Raggi ha firmato un’ordinanza che vieta di consumare cibi, bagnarsi, arrampicarsi o sedersi sui marmi delle fontane artistiche di Roma. Chi disobbedisce rischia una multa fino a 240 euro. Il provvedimento sarà valido fino al 31 ottobre 2017, interessa oltre 20 fontane, dalla Fontana di Trevi che nelle ultime settimane è stata presa di mira da tanti turisti, alla Barcaccia in piazza di Spagna, vandalizzata dai tifosi olandesi.

«La bellezza di Roma deve essere rispettata da tutti», ha avvertito Virginia Raggi. Ma il Codacons è scettico: «Un divieto impossibile da far rispettare nella realtà», afferma il presidente Carlo Rienzi. Troppe persone dovrebbero presidiare le fontane, e diventa estremamente difficile riscuotere le multe dai turisti stranieri.

BICI O MOTORINO ABBANDONATO? 150 EURO DI MULTA

A Treviso vietato abbandonare biciclette e motorini a ridosso delle vetrine, degli accessi ai locali, dei sottopassi e soprattutto in piazza Santa Maria dei Battuti nel centro storico. L’ordinanza è stata firmata dal sindaco Giovanni Manildo, anche dopo le segnalazioni di alcuni cittadini di fronte a un parcheggio, che consideravano essere diventato ormai un abuso.

La sanzione prevista per l’abbandono delle biciclette fuori dalle rastrelliere va da un minimo di 25 a un massimo di 150 euro.

Ma Treviso è una di quelle città dove le biciclette sono tante e molto utilizzate, il divieto ha suscitato un’ondata di proteste. «Troppo comodo cavarsela con l’ordinanza», sostengono i ciclisti, «senza mettere a disposizione più rastrelliere». L’assessore Michielan annuncia che la giunta «sta varando un intervento omogeneo, anche sotto il profilo dell’arredo urbano».

LOTTA A CABINA SELVAGGIA E LIBERO ACCESSO AL MARE

La stagione balneare del litorale romano prevede alcune novità che hanno creato diversi problemi. Approvata una stretta sulle cabine: potranno essere usate soltanto come spogliatoi. Previste sanzioni e demolizioni per i privati che le hanno costruite su aree in realtà destinate a servizi pubblici (spesso aree verdi), per poi utilizzarle come veri salotti o appendici dei ristoranti vista mare. Deve essere garantito il libero e gratuito accesso al mare, ma soltanto come passaggio, senza asciugamani, ombrelloni e sdraio, in un tratto di cinque metri dalla battigia.

Le spiagge libere di Ostia saranno prive dell’assistenza dei bagnini di salvataggio, che invece sono obbligatori per legge. La gara organizzata è andata deserta: il Comune si è accordato con alcuni concessionari di stabilimenti o capanni attigui, per garantire la pulizia, e alcuni volontari hanno assicurato la propria presenza.

NIENTE FUMO NEI PARCHI PER TUTELARE I BAMBINI

A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, è stato disposto il divieto di fumo nei tre parchi pubblici della città, dopo le lamentele di molti cittadini infastiditi dal fumo passivo.

L’ordinanza vieta le sigarette, ma anche i sigari e le pipe nei luoghi pubblici frequentati in genere dalle famiglie. Chi disobbedirà al divieto sarà punito con una sanzione di 200 euro.

«Fumare in presenza dei bambini costituisce cattivo esempio – sostiene il sindaco Lello Russo – e non vi è dubbio che l’interesse pubblico primario consista nel garantire sicurezza e salute dei cittadini, ma c’è anche l’aspetto della tutela ambientale, giacché eventuali mozziconi di sigaretta rischiano di causare incendi o comunque danni alle piante e alla vegetazione dei nostri parchi». In caso di eventi o manifestazioni nei parchi arriveranno addetti alla sorveglianza di rinforzo per garantire il rispetto del divieto.

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lastampa/Dal fumo ai bivacchi, arrivano i divieti d’estate FLAVIA AMABILE

Pugilato: Mattia di Tonto vince l’oro ai campionati mondiali universitari

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Pugilato, Mattia Di Tonto vince l’oro ai campionati italiani universitari

Terzo successo consecutivo  nella categoria elite 60 kg per il teatino a Catania 2017

 

Sono ben 71 (43 Uomini e 28 Donne) i pugili che hanno preso parte al Torneo Pugilistico dei Campionati Nazionali Universitari di Catania. Domenica scorsa, 11 giugno, si sono svolte le 15 finali (8 Maschili e 7 Femminili) al PalaSport di Catania.

 

Come già accaduto nelle precedenti due edizioni il pugile teatino Mattia Di Tonto, categoria élite 60 kg, ha conquistato la medaglia d’oro. Il ragazzo della Pugilistica Diodato Chieti, fresco di convocazione in nazionale, si è confermato dopo Modena 2015 e Reggio Emilia 2016 con la conquista della canotta tricolore.

 

“Si tratta dell’ennesima grande impresa – afferma l’allenatore Danilo Diodato – Mattia e’ in continua crescita dal 2014, è salito sui podi più importanti a livello nazionale se pensiamo che nelle ultime sette competizioni federali a cui ha partecipato è riuscito a conquistare ben 5 medaglie d’oro e 2 medaglie d’argento”.

Insigne vola grazie alla dieta dello staff medico del Napoli

Insigne vola grazie alla dieta dello staff medico del Napoli

Dopo la fantastica prestazione contro il Liechtenstein, Lorenzo Insigne ha conquistato le pagine di tutti i maggiori quotidiani sportivi che hanno rispolverato l’annosa questione sulla 10 di Diego. La Repubblica racconta uno dei segreti che ha permesso all’azzurro di essere sempre in forma quest’anno dove ha realizzato alnche il record di reti in massima serie. A far volare Lorenzo è stata la dieta che lo staff medico del Napoli gli ha sottoposto. Tra gli alimenti proibiti al talento di Frattamaggiore ci sono pizza e cappuccino.

Nuovo nome per la porta: Handanovic!

Nuovo nome per la porta: Handanovic!

Visti i problemi in atto per la conferma di Pepe Reina al Napoli, il club azzurro aveva virato sul portiere polacco dell’Arsenal – in prestito alla Roma – Wojciech Szczesny, Il Mattino fa un nome nuovo: “Attenzione a un’altra new entry: è Handanovic. Ha un contratto che scade nel 2019 e farebbe salti di gioia per giocare la Champions. Ma ha uno stipendio altissimo: quasi 5 milioni di euro“.

Juve Stabia, tutto tace: qual è il futuro?

Ancora tutto da decifrare il futuro della Juve Stabia. Le vespe, dopo aver metabolizzato l’ennesima delusione, sono in preda al caos.

Mancano pochi giorni alla chiusura dei termini per l’iscrizione e il patron Manniello ha assicurato che iscriverà la squadra. Assodato che i gialloblù ci saranno ai nastri di partenza della Lega Pro 2017/2018, c’è da capire quali saranno gli obiettivi e i programmi della società.

Un anno fa, di questi tempi, era già stato individuato l’allenatore e il ds Logiudice aveva già posto le basi per una grande stagione, così com’è stata fino a gennaio.

Il muoversi per tempo fu fondamentale nella costruzione della rosa e nel programmare al meglio la stagione.

Ora sembra tutto in alto mare e non si ha la minima idea di chi possa essere il nuovo ds e chi il nuovo allenatore. Scelte queste due figure, si potrà iniziare a lavorare sulla rosa, la quale al momento può contare su una solida base.

Ci si augura che questo tremendo ritardo sulla tabella di marcia non intacchi minimamente la prossima stagione delle vespe.

Di nuovi protagonisti o semplici comparse?

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Salvatore Sorrentino/vivicentro.it/juve stabia

FOTO ViViCentro – Primavera, Inter campione d’Italia

Inter campione d’Italia
Al Mapei Stadium è andato in onda l’ultimo capitolo della stagione 2016-2017 e a scriverlo sono state Fiorentina ed Inter con una partita molto avvincente e determinata. La Fiorentina cercava il suo quarto titolo, ultimo risale nel 1983, ma un ottima Inter, solida e cinica non glielo ha permesso, vincendo 2-1 con le reti di Vanheusden e Pinamonti. L’inter così Raggiunge la Roma a quota 8 scudetti, l’ultimo nel 2012 contro la Lazio, e lancia definitivamente nel mondo dei professionisti Andrea Pinamonti classe 99 che con una partita gagliarda e condita da un goal si aggiudica il premio come mvp.
FIORENTINA (4-3-3): 12 Cerofolini; 5 Mosti, 17 Illanes, 4 Chrzanowski, 29 Pinto (dal 46′ 3 Ranieri); 27 Trovato (dall’82 14 Caso), 8 Diakhate, 10 Castrovilli; 26 Perez, 9 Mlakar (dal 62′ 18 Gori), 7 Sottil. A disposizione: 1 Satalino, 12 Ghidotti, 6 Militari, 16 Ferigra, 19 Faye, 20 Maganjic, 21 Marozzi, 23 Benedetti, 25 Meli.
Allenatore: Federico Guidi

INTER (4-2-3-1): 1 Di Gregorio; 13 Mattioli, 5 Gravillon, 6 Vanheusden, 3 Cagnano; 4 Carraro, 14 Awua; 8 Emmers (dall’82 10 Danso), 18 Rover (dal 57′ 7 Bakayoko), 22 Rivas; 9 Pinamonti. A disposizione: 12 Mangano, 2 Valietti, 11 Belkheir, 16 Bollini, 17 Butic, 19 Lombardoni, 20 Mutton, 21 Dekic, 23 Sala, 24 Putzolu.
Allenatore: Stefano Vecchi

Fiorentina-Inter 1-2 i gol di: 18′ Vanheusden (I), 67′ Pinamonti (I), 76′ Sottil (F).
dal nostro inviato Christian Mastalli

Insigne: “Scudetto? Sarebbe bello! E’ stato l’anno migliore della mia carriera”

Le sue parole

Lorenzo Insigne ha rilasciato alcune dichiarazioni riportate al Corriere dello Sport: “Che sensazioni ho provato indossando la maglia numero 10? Tanto orgoglio perché questa è la maglia dei grandi campioni (anche del suo mito Maradona, ndr). La 10 mi è sempre piaciuta e spero in futuro di portarla di nuovo“.

D’accordo che la stagione che è finita con il match contro il Liechtenstein è stata la migliore della sua carriera? 
“Sì perché non avevo mai fatto così tanti gol in Serie A. Sono davvero contento di come sono andate le cose”. 

Come spiega la sua trasformazione rispetto al passato? 
“Ho fatto tanti sacrifici a partire dell’alimentazione. All’inizio ero un po’ sovrappeso, poi ho capito che atleticamente e fisicamente dovevo essere perfetto se voglio lavorare bene, migliorarmi e andare avanti”. 

E’ giusto dire che nel 2017-18 il Napoli vuole lo scudetto? 
“Sarebbe bello. Nell’ultima stagione abbiamo commesso qualche passo falso che non ci ha consentito di giocarcela fino alla fine. Certi errori non dovremo ripeterli. Ora però penso alle vacanze, da luglio vedremo”. 

Leno apre al Napoli: Bayer Leverkusen pronto a trattare

Leno apre al Napoli: Bayer Leverkusen pronto a trattare

Il Napoli aspetta di definire il futuro di Pepe Reina, perchè dalle mosse dello spagnolo dipenderanno tutte le altre sul mercato. Come riporta Il Mattino, un conto è dover trovare il nuovo vice Reina ed un altro è il dover trovare un nuovo numero uno: sia Neto che Bernd Leno sanno che con Reina non ci sarebbe mai vera alternanza. Tuttavia sia il brasiliano che il tedesco “sono pronti all’avventura napoletana, ma a patto che vengano a fare i titolari. Juventus e Bayer Leverkusen hanno già dato la propria disponibilità a trattare“.

Donnarumma tentenna, il Milan fa un sondaggio per Reina

Donnarumma tentenna, il Milan fa un sondaggio per Reina

In casa Milan tiene banco ancora la vicenda Gianluigi Donnarumma che ad oggi non ha ancora rinnovato il suo accordo con il club che scade tra 12 mesi. Il Milan è fermo ad un quinquennale da 4 milioni più bonus mentre da parte di Mino Raiola non c’è stata alcuna risposta. Il club rossonero vuole una risposta definitiva da Donnarumma prima che inizi il raduno. Secondo la Gazzetta dello Sport, il Milan avrebbe pensato a Pepe Reina. Ci sarebbero stati dei sondaggi con lo spagnolo che pare ormai sempre più in rottura con il Napoli.

Russia, arrestati centinaia di oppositori a Mosca e San Pietroburgo

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Tensione altissima e disordini in Russia, dove centinaia di studenti sono scesi in piazza  per partecipare alla manifestazione contro la corruzione.

LA PROTESTA

La manifestazione “non autorizzata” dal Comune di Mosca si è conclusa con fermi e arresti da parte della polizia. Secondo l’ong “Ovd Info” i fermi sono almeno 750 nella capitale e 900 a San Pietroburgo. Le proteste, che si sono svolte in tutto il Paese in maniera per lo più pacifica, sono degenerate a Mosca, soprattutto in Piazza Pushkin.

La polizia ha usato il braccio di ferro per sedare le proteste: vi sono infatti casi documentati di pestaggi da parte degli agenti e su Twitter alcuni attivisti denunciano violenze nei commissariati. Molti oppositori noti sono stati arrestati: Ilya Yashin , ex vicesegretario di Parnas e amico d Boris Nemtsov; Maria Boronova di Open Russia, l’organizzazione fondata dall’ex oligarca Mikhail Khodorkovsky e Alexei Navalny, attivista simbolo della protesta bloccato dalle forze dell’ordine sull’uscio di casa mezz’ora prima che iniziasse la protesta. Dopo poche ore è circolata la notizia della sua condanna a un mese di reclusione per violazione alle norme che regolano i raduni pubblici.

UN PASSO INDIETRO

Gli scontri degli ultimi giorni in Russia sono figli di ciò che accadde lo scorso 26 marzo. L’attivista e blogger Alexei Navalny accusò pubblicamente il premier Dmitri Medvedev di corruzione e chiamò i suoi seguaci a scendere in piazza in oltre cento città della federazione per protestare. Durante la manifestazione Navalny venne caricato su un pulmino della polizia e oltre 700 persone vennero fermate dalle autorità.

LA CORRUZIONE

La corruzione è un problema endemico della Russia, e colpisce tanto il settore pubblico quanto quello privato. Secondo stime ufficiose, il mercato della corruzione rappresenta circa il 50%del Pil, ma i dati ufficiali della procura generale ridimensionano il problema e parlano  di un danno di circa 75 miliardi di rubli all’anno (oltre 1,2 miliardi di euro)

 

Grillo prepara il passo indietro. Timori su Grasso candidato in Sicilia

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Dopo il flop alle amministrative Grillo prepara il passo indietro: in settembre lascerà a Luigi Di Maio il ruolo di leader. La base chiede di diventare un partito vero.

Grillo prepara il passo indietro. E la base reclama: diventiamo partito

I territori: via i vincoli sui due mandati. Timori su Grasso candidato in Sicilia

ROMA – «Successi, fallimenti e obiettivi» è la sintesi che fa Beppe Grillo per tentare un’analisi difensiva sul crollo del M5S nelle città. È un bel titolo per raccontare il Movimento che sarà, alla luce delle strategie attuali. I successi sono i sondaggi: Roma può affondare, l’eroina Chiara Appendino inciampare in una maledetta notte di calcio, Grillo sfiduciare la candidata di Genova, eppure il M5S resta lì sempre a galleggiare tra il primo e il secondo partito d’Italia. I fallimenti sono sotto gli occhi di tutti: l’incapacità di radicarsi sui territori e di offrire una classe dirigente locale autonoma non preda di guerriglie quotidiane. Roma è ormai vissuta come un peso e c’è chi ai vertici vive con sollievo il fatto di non essersi caricati le amministrazioni di altre grandi città con tutti i problemi che queste comportano. Perché, ecco il terzo punto, l’obiettivo è sempre lo stesso: arrivare al governo del Paese. Tutto il resto passa in secondo piano. Anche il tonfo alle amministrative, da assorbire al più presto. Ma c’è un’incognita che comunque peserà e che in qualche modo dovrà saldarsi ai piani nazionali di chi guiderà il M5S: le ambizioni di chi resta sul territorio.

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Grillo e la leadership

A settembre è fissata l’incoronazione di Luigi Di Maio candidato premier. In quell’occasione Grillo farà il suo agognato passo indietro. A quel punto, è quello che si ripetono il comico e Davide Casaleggio, «ci sarà un leader riconosciuto», già legittimato da Grillo poche settimane fa quando ha detto che potrà scegliersi la squadra di governo. Il fondatore genovese resterà a fare il frontman d’assalto, presente quando ci sarà da chiamare la folla in piazza o da inviare fatwe via web. Ma con un ruolo politico defilato. L’istituzionalizzazione del M5S avrà la sua fase preparatoria in estate e in autunno la sua consacrazione. E c’è chi non aspetta altro per farsi avanti con un bagaglio di richieste che arrivano dalla base.

Via i due mandati  

A livello locale il malumore per il cattivo risultato diventa l’occasione per dare sfogo a vecchie rivendicazioni. C’è chi chiede più automatismo nelle certificazioni delle liste per sciogliere la bizantina burocrazia grillina. A Chiavari, per esempio, è stato un consigliere regionale ligure, di certo non in odore di eresia, Gabriele Pisani a lamentarsi per l’assenza della lista, causa mancata certificazione della Casaleggio. Lo schema è ribaltato: non sono gli ortodossi a chiedere una svolta, ma chi è più vicino ai governisti di Di Maio. In Sicilia soprattutto, nell’area che fa riferimento agli amministratori, come Federico Piccitto sindaco di Ragusa o Giancarlo Cancelleri, futuro candidato alla Regione e braccio destro di Di Maio nella cabina di regia sugli enti locali, aspettano con ansia che il deputato si candidi al governo. Dall’isola, prossimo fondamentale obiettivo di Grillo, c’è chi chiede di strutturare il M5S nei territori per renderlo qualcosa di simile a un partito, con sedi, dirigenti riconoscibili e premiati per la capacità di portare voti. «Ma come si fa a creare una classe dirigente locale se c’è il vincolo dei due mandati?» si chiedono. Non deve stupire quindi che ieri sia stato proprio uno come Max Bugani, consigliere bolognese ma soprattutto fidatissimo dell’Associazione Rousseau accanto a Casaleggio, a picconare la regola aurea dei due mandati: «Ha fatto da freno a molti. C’è chi non si è ricandidato, come a Mira con il sindaco uscente». Il vincolo è la chiave per capire l’affanno locale del M5S, un partito nato sui meet-up e le campagne del territorio: i due mandati scoraggiano chi vuole fare politica, cominciando nella propria città per poi tentare il salto nazionale. Vuoi fare il consigliere a Canicattì o magari essere il nuovo-Di Battista? L’appeal (anche economico) del Parlamento è diverso e costringe ad anticipare le tappe.

Alleanze e incubo Grasso  

Ma c’è un’altra richiesta che avanza: le alleanze con le liste civiche. Su cui pende un divieto. «Perdiamo perché corriamo da soli» ripetono i 5 Stelle. Due anni fa diversi parlamentari posero la questione a Gianroberto Casaleggio che li fulminò con un netto no. Eppure avere liste civiche a supporto può aiutare, soprattutto in vista della sfida in Sicilia. Una strada che sembrava in discesa, fino a quando dal Pd non è spuntato il nome di Piero Grasso. «Lui – temono Di Maio e la sua cerchia – sarebbe un grosso problema per noi».

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Piombino-Livorno 1901, una gara motoristica dimenticata…

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Il Club federato ASI “Garage del Tempo Costa degli Etruschi” dopo una meticolosa e minuziosa ricostruzione attraverso gli archivi storici dei Comuni di Piombino e Livorno e con l’ausilio dei giornali dell’epoca, ha realizzato la rievocazione storica della più antica corsa motoristica svoltasi in Toscana, la Piombino – Livorno del 1901.

L’evento è stato al centro della “VII riunione di automobili centenari”, una manifestazione che dal 2010 il Club toscano ripropone nei propri luoghi di appartenenza.
Nel 2012 il direttivo del sodalizio su suggerimento di un giornalista italo-americano, Antonio Lombardi, e con la passione dei propri soci ha iniziato a mettersi in “moto” sullo studio e sulle modalità di rievocazione di una gara motoristica di tale rilievo storico.
Si è così arrivati, dopo qualche anno di gestazione, alla rievocazione della Piombino – Livorno. Dal 26 al 28 Maggio 2017, ad oltre un secolo dalla prima edizione andata in scena il 24 Agosto del 1901, il Club Garage del Tempo ha richiamato sulle strade livornesi le glorie di un tempo, auto e moto d’epoca di inizio secolo scorso.

Livorno fu scelta ad inizio ‘900 come città di riferimento per una gara automobilistica, a promuoverla il Comitato delle Feste Livornesi. Rappresentava infatti una realtà evoluta, cosmopolita, meta estiva e balneare di molti personaggi di rilievo culturale e di costume.

Per la gara del 1901 i veicoli iscritti vennero suddivisi in quattro categorie a seconda del peso complessivo. Nella prima categoria ovvero vetture oltre 1.000 Kg. A conquistare la vittoria fu Felice Nazzaro, storico collaudatore della Fiat a bordo del modello 12HP Corsa. Ciò contribuì a consolidare ulteriormente l’immagine di grande costruttore della casa torinese fondata soli due anni prima, nel 1899. Nazzaro giunse al traguardo in 1h 49m 34”, ottenendo la sua personale prima vittoria.
Nella categoria motocicli nessuno giunse al traguardo a causa del percorso ridotto quasi ad una “palude” dalla pioggia incessante.

La rievocazione della competizione è stata riservata ad automobili con almeno 100 anni di età e limitata ad un numero massimo di 27 equipaggi, ciò ha richiamato appassionati e collezionisti provenienti dall’Italia e dall’estero.
Il 27 Maggio la carovana di questi inestimabili quanto rarissimi veicoli ha ripercorso lo stesso itinerario dell’edizione del 1901; sono in totale 82 Km., una distanza considerevole per l’epoca. Ma non è tutto… Nel 1901 la competizione prevedeva la partenza da Grosseto per un totale di 150 Km., le condizioni metereologiche avverse resero parte del percorso impraticabile costringendo gli organizzatori a ridurre la distanza con la partenza da Piombino.

Con la rievocazione gli equipaggi hanno preso il via alle ore 10 da piazza Bovio di Piombino per giungere al traguardo a Livorno, nei pressi di Terrazza Mascagni, alle ore 17 circa.
Le “centenarie” sono state scortate dalla Polizia locale di appartenenza ai comuni attraversati (Livorno, Piombino, San Vincenzo, Castagneto, Bibbona, Cecina e Rosignano) lungo tutto il percorso garantendo sicurezza e scorrevolezza agli equipaggi rigorosamente vestiti con abiti di inizio secolo scorso.
La Regione Toscana ed i Comuni citati sono stati partner dell’evento.

Nell’elenco delle vetture partecipanti erano presenti alcune delle case automobilistiche più prestigiose, molte di esse scomparse dal panorama attuale, altre invece sono sopravvissute ed hanno portato avanti una storia di tecnica, stile, innovazione fino ai giorni nostri. Presenti la Renault Veturette 3,5 HP del 1900, la De Dion Bouton modello R del 1903, la Fiat modello “0” del 1914 e poi Itala, Isotta Fraschini, Peugeot, Darracq, Ford, Buick, ecc.

Il pubblico ha assistito ad uno spettacolo di altri tempi, suoni, odori e rumori che non ci appartengono più perché molti di essi si sono modificati con il progresso. Nell’immaginario di grandi e piccini queste vetture rappresentano l’origine dei sogni motoristici, appartengono alla grande conquista di libertà per l’uomo. Oltre cento anni fa erano anche il simbolo della velocità e dell’indipendenza, del futuro e dello sviluppo.

La rievocazione ha rappresentato, in conclusione, la volontà di riscoprire le proprie origini in un contesto territoriale tra i più belli della nostra penisola. Le vetture hanno costeggiato il litorale livornese regalando ai passeggeri uno scenario mozzafiato.
Abbiamo il dovere e la responsabilità di continuare per i prossimi anni in questa nostra impresa” ha dichiarato il responsabile alla comunicazione del Club Sig. Alessandro Malek Nayyeri. E ancora: “L’Italia rappresenta a pieno titolo oggi come ieri una delle maggiori espressioni nel campo motoristico mondiale e pertanto è necessario essere affiancati ed incoraggiati dalle istituzioni. E’ nostra intenzione migliorare ulteriormente sotto gli aspetti organizzativi la rievocazione Piombino-Livorno ed attrarre sempre più appassionati, in primis dall’estero.”

Per ulteriori informazioni visita il sito: https://www.piombinolivorno1901.org

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Gli errori degli ultimi mesi del M5S: i ”treni persi dal Movimento”

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Marcello Sorgi ripercorre gli errori degli ultimi mesi che hanno generato il risultato: i “treni persi dal Movimento”.

Quei treni persi dal movimento

Si aspettavano la botta, ma non è che gliene importi molto. La crisi del Movimento 5 stelle, uscito sconfitto dal primo turno delle amministrative, rimasto fuori dai ballottaggi dei capoluoghi più importanti, a cominciare da Genova, la città di Grillo, e ridotto a consolarsi con Carrara o con piccoli comuni difficili da individuare sulla carta geografica, era già tutta scritta. Tra loro lo sapevano, conoscevano uno per uno i litigiosi candidati locali che fino all’ultimo se le son date di santa ragione. Eppure è lo stesso Movimento che un anno fa, a sorpresa, trionfò con quasi il settanta per cento con Virginia Raggi a Roma e battè a Torino con Chiara Appendino un sindaco molto amato come Fassino, entrando in 19 dei 20 spareggi finali di quel turno elettorale. Stavolta non era aria, spiegano loro, sotto il vincolo obbediente dell’anonimato. Grillo era stanco. Il Movimento vive dei repentini cambi d’umore e entusiasmo del proprio leader e fondatore. La Casaleggio associati è stata sommersa dai ricorsi, chiamiamoli così, originati dalle risse della periferia. Non sempre ha scelto bene chi rimettere in pista. E chi ha avuto torto, ha fatto campagna contraria, proprio come nei vecchi partiti con le correnti.

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La storia di queste elezioni perse male da M5S si spiega rivedendo città per città cosa è accaduto prima del voto. Di Genova, della lite insanabile tra Grillo e il suo candidato Pirondini e la vincitrice delle primarie Cassimatis, che poi s’è candidata lo stesso ed è stata sonoramente sconfitta, si sapeva: è la vicenda che ha fatto più rumore perché il potere del Garante non può essere messo in discussione, e Grillo ha dovuto intervenire pesantemente, seppure di malavoglia. Ma problemi del genere, più o meno gravi, si sono ripetuti anche a Parma, L’Aquila, Taranto, Palermo. Nella città padana in cui Pizzarotti, cinque anni fa, era stato il primo sindaco a 5 stelle eletto, non c’era spazio né per una ricomposizione, né per una contrapposizione con l’eretico primo cittadino caduto sotto la ghigliottina del Movimento: con il risultato che se, com’è possibile, Pizzarotti succederà a se stesso, la sua rielezione verrà a sottolineare la sconfitta stellata del 2017. A Taranto e a L’Aquila le beghe pre-elettorali avevano in comune il potere indiscusso (ma fino a un certo punto), rispettivamente dell’eurodeputata Rosa D’Amato e della senatrice Enza Blundo, le «zarine», qualcuno si spinge a definirle nel Movimento, che volevano mettere come candidati sindaci i propri portaborse, sollevando comprensibili reazioni di altre componenti del M5S e svariati gineprai dei «meet-up» di cittadini, divenuti ormai incontrollabili. A Palermo, dove per il discusso aspirante conquistatore della città della Conca d’Oro, Forello, si trattava di competere con un candidato imbattibile come Orlando, unico sindaco metropolitano eletto al primo turno, era esploso lo scandalo delle firme false sulle liste e delle intercettazioni private, fatte con i telefonini, tra i diversi candidati per sputtanare gli avversari.

In altre parole, una guerra civile interna nella quale né Grillo, né Davide Casaleggio, sono riusciti a intervenire, rassegnandosi alla fine a un esito elettorale incerto, che magari non immaginavano negativo fino a questo punto. Adesso, com’è ovvio, dicono che non dovrebbe influire più di tanto sulle prospettive strategiche del Movimento, in corsa per il governo e la guida del Paese fino a qualche giorno fa, ma dopo la rottura del «patto a quattro» che doveva portare al ritorno del proporzionale e alla concreta possibilità, dopo il voto, di un’alleanza tra 5 stelle e Lega, tornato in una chiara situazione d’empasse.

Abituati a dare di sé l’immagine monolitica dell’uno per tutti e tutti per uno (oltre alla regola-base: uno vale uno), i dirigenti del Movimento rifiutano l’idea che la responsabilità della fine dell’accordo sia loro e del voto sconsiderato che ha fatto passare giovedì il noto emendamento sul Trentino. Piuttosto, gettano la colpa su Renzi che s’è rimangiato con un pretesto, e sul Pd che non ha perso l’occasione di cancellare, la legge grazie alla quale il fronte istituzionale dell’«inciucio» e del patto del Nazareno e l’asse populista-sovranista di Grillo e Salvini si sarebbero trovati a gareggiare ad armi pari. Dopo quel naufragio parlamentare – i 5 stelle non se lo nascondono – tutto è diventato più difficile. Certi treni passano una volta sola.

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Salvini esige la guida del centrodestra, Berlusconi lo frena

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Salvini esige la guida del centrodestra, Berlusconi lo frena: Forza Italia è il primo partito, no alla lista unica

Salvini rivendica la leadership. Ma Berlusconi lo stoppa: “Non si vince con gli slogan”

Il centrodestra torna in grande spolvero ma appena si toccano alcuni temi di fondo salta in aria. Silvio Berlusconi ha sbattuto la porta in faccia a Matteo Salvini su tutta una serie di questioni, a cominciare dalla leadership e la legge elettorale. «Il perno della coalizione rimane Forza Italia», spiega il Cavaliere, che non ha alcuna intenzione di fare quella lista unica con la Lega invocata dal governatore ligure Giovanni Toti. Niente lista unica e niente maggioritario, come ha preteso ieri Salvini che vede nel proporzionale una via di fuga verso Renzi.

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L’ex premier, al massimo, sarebbe disposto a dare il suo ok a un premio di governabilità alla coalizione. Con il proporzionale ogni partito del centrodestra corre con la propria lista e il proprio simbolo, dichiarando di essere in coalizione con gli altri. Chiuse le urne si sommano voti e parlamentari e si vede se il centrodestra ha una maggioranza. «È il solito gioco dei due forni – dice Salvini – con Berlusconi che si tiene aperte tutte le strade». Gli azzurri negano categoricamente questa «interpretazione malevola». E su alcuni questioni non transigono. A dirlo apertamente è lo stesso Cavaliere. Primo: il bipolarismo non è tornato. «Nella gran parte delle città i candidati sindaco che approdano al ballottaggio ottengono risultati inferiori al 40%. Questo significa che l’elettorato continua ad essere frammentato e che questi dati non autorizzano affatto a parlare di avvenuto ritorno al bipolarismo». Secondo: i 5 Stelle non sono morti. «Il M5S rimane una forza temibile, che sarebbe miope sottovalutare». Terzo: il primo partito del centrodestra è «nettamente» Forza Italia.

Salvini se ne faccia una ragione. «Il leader è Berlusconi», chiarisce Renato Brunetta. Al Centro e al Sud poi la Lega non batte un colpo, mentre il candidato azzurro a Frosinone vince al primo turno e a Catanzaro, in un capoluogo di Regione, Sergio Abramo va al ballottaggio con dieci punti di vantaggio sull’inseguitore del Pd. La trazione leghista non c’è. «Salvini è un bravo giocatore d’attacco. È capace di crescere nei consensi, ha una grande energia e determinazione – osserva l’ex premier – ma un’altra cosa è fare il candidato premier e governare». Occorrono «risposte costruttive, concrete, credibili, nel segno della moderazione e della responsabilità. Il centrodestra del fare contro la politica degli slogan».

Salvini tira dritto. Ribadisce che la Lega va forte pure al Sud. Ma neanche Meloni gli riconosce il ruolo trainante e di candidato premier. E soprattutto non vede tutti questi voti leghisti fuori dal Nord. La leader di Fratelli d’Italia va invece orgogliosa di avere portato al ballottaggio il suo Pierluigi Biondi all’Aquila e di essere tra il 6 e il 10% in molti comuni in cui si è votato. Adesso però, spiega Meloni, è inutile dividersi. «La gente si aspetta da noi una proposta di governo nazionale e io vorrei sapere dagli altri attori del centrodestra, a partire da Berlusconi, se si ritiene di voler lavorare insieme a questo progetto. Il centrodestra compatto chieda di andare alle elezioni in autunno, dando la disponibilità a fare delle modifiche tecniche alla legge elettorale».

Le distanze sono ancora enormi sul piano nazionale. Nei prossimi giorni però occorrerà battersi per i ballottaggi. Berlusconi finora non ha mosso un dito ma ora è intenzionato a metterci la faccia in alcune città. Sta valutando di andare a Genova e poggiare il cappello su una possibile vittoria targata Salvini-Toti, in una storica città «rossa».

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lastampa/Salvini rivendica la leadership. Ma Berlusconi lo stoppa: “Non si vince con gli slogan” AMEDEO LA MATTINA

Matteo Renzi teme la sconfitta ai ballottaggi

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Matteo Renzi teme i ballottaggi. La linea dei dem: avanti con il corteggiamento a Pisapia

Renzi teme il flop ai ballottaggi. A rischio le roccaforti rosse

ROMA – C’è un motivo per cui ieri Matteo Renzi è rimasto silente fino a sera ed è corso ad Amatrice con Zingaretti invece di analizzare i dati. È forse lo stesso per cui i suoi scudieri non hanno posto troppa enfasi su queste elezioni comunali, limitandosi a frasi di circostanza tipo «ventre a terra» per il secondo turno, oppure «siamo in partita». Quel motivo è da ricercare in una paura inconfessata ma ben presente a tutti i big del Pd: quella che tra due settimane il computo finale delle comunali 2017 possa terminare con una perdita secca.

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I più sinceri e spigliati dei fiorentini vicini al segretario lo dicono senza mezzi termini, anche se al riparo dall’anonimato: «Il rischio che i ballottaggi vadano male c’è tutto». Certo, la sconfitta dei 5Stelle è una bella soddisfazione, «ma è parziale, perchè le valutazioni si fanno alla fine». Posto che si va al ballottaggio in 22 comuni capoluogo, di cui 16 vedono in testa il centrodestra, le analisi di queste ore che rimbalzano tra il Nazareno e le colline toscane sono di questo tenore: i ballottaggi sono tutte tombole, noi ci dividiamo e il centrodestra unito vince, la platea elettorale è indefinita e la poca affluenza penalizza il centrosinistra. «Ormai non è facile confermarsi al primo turno, non c’è più il voto ideologico, aggiungi che l’astensione penalizza noi perché son tutti incavolati per la scissione…», sbotta un dirigente impegnato «ventre a terra» in Liguria. Dove a Genova il candidato che accorpa Pd, Mdp e la sinistra, tranne Cofferati e Civati, totalizza il 34%, ma il 18% dei grillini può confluire sulla destra e farla vincere.

E se anche La Spezia è messa male, meglio non stanno in Toscana. Nei tre capoluoghi Pistoia, Lucca e Carrara si va al ballottaggio e sono tutti e tre a rischio. E lì, come in altre parti d’Italia, la tendenza di elettori di destra e grillini a coalizzarsi contro il Pd può replicare l’effetto Roma e Torino.

Ecco perché Renzi preferisce restare defilato e non è detto si faccia vedere nelle piazze dove si vota, anche per non dare ai ballottaggi una valenza politica nazionale. Confidando che magari sia meglio una misura popolare di tanti comizi. Domani alla Camera diventerà legge la riforma del processo penale e «ci mettiamo la fiducia anche perchè tra le tante norme c’è pure l’ aumento delle pene per furti e rapine, un tema non irrilevante», nota Alessia Morani.

Dunque il segretario non prepara per ora una discesa in campo a tappeto. «Noi intendiamo mantenere la stessa strategia anche al secondo turno», confessa Matteo Ricci, responsabile enti locali Pd. «Diamo una mano dove serve. Ci sono realtà dove sarà importante ricompattare l’elettorato di centrosinistra, come a Spezia dove ci sono cinque candidati. Ma al secondo turno vince chi ha l’elettorato più mobilitato», ammette. Confermando indirettamente il timore di un’astensione ben più marcata.

E se è vero, come dice Ricci, che le coalizioni «sono fatte più con liste civiche che non con partiti, che Mdp ha presentato il suo simbolo solo all’Aquila,», è vero pure che il corteggiato speciale di qui in poi sarà Giuliano Pisapia. Il mantra di queste ore è che «senza il Pd non c’è centrosinistra», il tema nei prossimi mesi sarà come allargare il fronte riformista, «guardando al civismo moderato alla Pisapia, così come al civismo di centro» alla Calenda.

E c’è un motivo in più tra le pieghe del sistema uscito dalla Consulta per il Senato se la legge elettorale è congelata e uscirà dai radar e dal calendario: che al Senato c’è la soglia di sbarramento dell’otto per cento, ma per i partiti coalizzati scende al tre, «e quindi Pisapia avrà tutto l’interesse a coalizzarsi…» è la scommessa dei renziani.

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lastampa/Renzi teme il flop ai ballottaggi. A rischio le roccaforti rosse CARLO BERTINI

Giugno di fuoco per WindTre: proclamato lo sciopero dei dipendenti dal 14 al 25 giugno

Sciopero alla WIND TRE. Blocco dei lavori programmati notturni, reperibilità e straordinari, di tutti i dipendenti Wind3 dal 14 al 25 giugno.

Roma- Continua il braccio di ferro tra i vertici aziendali di WindTre e i dipendenti della compagnia telefonica attraverso le proprie rappresentane sindacali.

Ripercorriamo per ordine le tappe.

Dopo le proteste di 900 operatoti telefonici, ovvero 900 famiglie che il 27 maggio scorso hanno presidiato il negozio WindTre del Viale Europa per opporsi al progetto aziendale di esternalizzazione del custode care, le Segreterie Nazionali SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL, con una nota del 29 maggio u.s., hanno dichiarato lo sciopero con la seguente motivazione: salvaguardia del perimetro occupazionale e delle attività di customer care.

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Lo sciopero dei lavoratori di WIND TRE SpA viene proclamato per il giorno 14 giugno per l’intero turno di lavoro (otto ore o riproporzionato secondo contratto individuale), e a partire dal giorno 15 giugno fino al 25 giugno 2017 compreso l’astensione della reperibilità, del lavoro programmato notturno e delle prestazioni aggiuntive.  Tale decisione viene annunciata dai Sindacati dopo aver esperito, con esito negativo, la procedura di raffreddamento con WIND TRE SpA il 24 maggio scorso e con il Ministero del Lavoro il 29 maggio.

In tutta risposta, la Wind Tre Spa, il 9 giugno, fa pervenire a tutti i dipendenti di Genova, Palermo, Roma e Cagliari, una comunicazione in cui li informa dell’intenzione di cedere a Comdata Spa l’organizzazione di Wind Tre, operante nei 4 siti, preposta alle attività di assistenza amministrativo-commerciale e di assistenza tecnica di primo livello. Nella stessa lettera comunica già l’avvio delle procedure di trasferimento a Comdata del ramo d’azienda denominato “call center 133”. Nelle motivazioni del trasferimento si legge “l’esigenza di ridefinire l’assetto organizzativo della società con riferimento alle attività di call center allo scopo di uniformare e ottimizzare la gestione delle stesse in una logica di integrazione ed armonizzazione tra le due società oggi fusesi”.

Lo svolgimento del servizio collegato al ramo d’azienda ceduto, viene affidato a Comdata sulla base di un contratto d’appalto settennale sia per le attività di front-line che per quelle di back-office. Sono comprensibili e ragionevoli le perplessità dei dipendenti sulla durata della commessa WindTre a ComData: nulla esclude che possa procedere ai licenziamenti prima dei 7 anni.

Questa la risposta del RSU WIND TRE di ROMA che attraverso un volantino diffuso in queste ore, ribadisce la piena partecipazione allo sciopero:

L’avvio delle procedure di cessione di ramo d’azienda del call center 133 a Comdata rappresenta un ulteriore schiaffo in pieno volto a tutte le lavoratrici e i lavoratori, che in tutti questi anni hanno contribuito in maniera determinante, con il proprio impegno e dedizione, al successo sul mercato delle due aziende unite da gennaio 2017. NOI NON CI STIAMO!

Pubblichiamo il COMUNICATO NAZIONALE WIND TRE SpA emesso in data odierna dalle Segreterie Nazionali  SLC CGIL – FISTEL CISL – UILCOM UIL.

Facendo seguito al comunicato del 22 maggio u.s. ribadiamo la nostra contrarietà al progetto aziendale di esternalizzazione del customer care. La contraddizione insita in questa operazione è evidente a tutti: da una parte l’azienda ha dichiarato la rilevanza strategica del servizio clienti all’interno del suo Piano Industriale, dall’altra ha pensato bene di esternalizzarlo attraverso la cessione del ramo di azienda ad un’azienda outsoucer.

I rischi di un’operazione di questo genere sono evidenti e ricordano operazioni del recente passato nel settore. È del tutto chiaro, allo stato attuale, la volontà aziendale di procedere speditamente in questa direzione dimostrata con la comunicazione dell’apertura delle procedure per la cessione di ramo. È necessario rispondere con fermezza al disegno aziendale. Per questo motivo abbiamo già proclamato lo sciopero dell’intera giornata di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori di WindTre per il prossimo 14 giugno (Roma, 12 giugno 2017).

Mercoledì 14 avrà inizio una manifestazione che coinvolgerà tutte le sedi di Roma, appuntamento a VIA VIOLA ANGOLO VIA VENEZIANI ALLE h. 8.00.

Raccogliamo le dichiarazioni e le amare riflessioni dei lavoratori WindTre.

“Facciamo parte di un’azienda che si vanta di essere il primo operatore di telefonia mobile in Italia. Un’azienda che è pronta ad investire 7 miliardi di euro nei prossimi anni, che ha tutti gli indici economici e finanziari positivi… ma ci hanno detto che noi per loro, da oggi, siamo un costo che non possono più permettersi. Per resistere in un mercato sempre più competitivo, ci prendono e ci vendono ad una società più piccola e, al momento sconosciuta, che garantirà la continuità occupazionale fino a quando il mercato (sempre lui!) non li “costringerà” a mandarci a casa”. Questo lo sfogo degli operatori WindTre che aggiungono: “Non siamo più tanto giovani, abbiamo famiglie, figli, mutui da pagare. Siamo lavoratori che con impegno e professionalità risolvono problemi, gestiscono reclami, si prendono ogni tanto qualche insulto e molti complimenti”. Sono scesi in piazza ed hanno fatto sentire la loro voce, hanno esorcizzato la paura di ritrovarsi all’improvviso in condizioni lavorative precarie, con lo spettro sempre presente del licenziamento, perchéL’esperienza di Almaviva ce l’ha insegnato: 1666 lavoratori licenziati in una notte, sempre nel nome della competitività”.

Maria D’Auriacopyright-vivicentro

Juve Stabia, la Vespette Fibiano ed Esposito vincono il torneo di Cava con la Nazionale azzurra

Juve Stabia, la Vespetta Fibiano vince il torneo di Cava con la Nazionale azzurra

La Vespetta Michael Fibiano ha terminato con un successo nel torneo di Cava de’ Tirreni la sua stagione con la Nazionale di Categoria. Vittoria in finale con il risultato di 2-1 contro la rappresentativa Lnd allenata da Silipo. Da giovedì sera si è aggregato al gruppo anche Matteo Esposito, estremo difensore Under 15, anno 2002. Fibiano, autore di un torneo positivo, festeggia, così, un trofeo importante.

a cura di Ciro Novellino

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Roma, tutto fatto per l’arrivo di Di Francesco. Domani a Trigoria? Strootman: “Qui mi sento a casa”

NOTIZIE AS ROMA – Superato l’ultimo ostacolo tra Eusebio Di Francesco e la panchina giallorossa: la clausola presente nel contratto che lega il tecnico al Sassuolo non verrà pagata grazie all’inserimento di alcuni giovani nell’affare. Sembra essere tutto fatto quindi e già domani, secondo Gianluca Di Marzio, Di Francesco potrebbe far ritorno a Trigoria, dove è già stato prima nei panni di calciatore e poi di team manager. Questa volta, però, avrà un compito gravoso: quello di sostituire Luciano Spalletti, ciè colui che ha fatto registrare il record di punti nella storia del club (87).
Di Francesco era stato individuato da tempo come erede ideale del tecnico toscano, ma la Roma non è mai stata intenzionata a pagare a Squinzi i 3 milioni di clausola rescissoria inseriti nel contratto dell’allenatore. Ebbene, gli emiliani sembrano finalmente essersi convinti a non ricevere quei soldi cash in cambio di uno sconto sul riscatto del giovane Ricci ed il prestito di altri due ragazzi del vivaio giallorosso. Si tratterà di Marchizza, Luca Pellegrini e Frattesi.

STROOTMAN – Intanto, arrivano le parole del centrocampista olandese, che a partire daoggi e pe i prossimi cinque giorni, pubblicherà sul proprio account Facebook una mini serie. Queste le parole di oggi: “Gli italiani sono un popolo passionale per natura. Vivono il calcio esattamente come vivono tutto il resto, ovvero con passione. Qui tutto ruota attorno al calcio, se ne parla sempre, 7 giorni su 7. Devo ammettere che l’Olanda mi manca molto poco. Dal primo giorno in cui sono arrivato qui, mi sono sentito bene. Mi sono subito sentito a casa in questo quartiere. Ora ho anche tanti amici italiani. Vivendo qui, impari a conoscere la gente, e ora come ora, se devo essere sincero, mi riesce più facile parlare in italiano che in inglese. A che ora mi alzo? Dipende dall’orario dell’allenamento, da quello in cui devo essere al centro sportivo. Sono l’unico nella squadra che non beve caffè! Mi prendono in giro per questa cosa, ma a me semplicemente non piace. Ogni tanto ordino alcuni cibi olandesi da internet. L’unica cosa che mi manca veramente dell’Olanda sono gli amici e la famiglia, ma quando sono qui con me tutto è perfetto. Sì, mi piace davvero tanto stare qui.

Claudia Demenica

Ass. Borriello: “I lavori al San Paolo sono già in corso. Cittadinanza a Maradona? Può arrivare per ottobre”

Ciro Borriello, Assesore allo Sport del Comune di Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli:

“I lavori al San Paolo sono già in corso, sbagliato pensare che i lavori comincino solo con lo spostamento dei sediolini. Ci sono dei lavori da fare anche all’impianto elettrico, siamo al di sotto dei parametri internazionali. Domani riunione tecnica con tutti i servizi, vediamo se riusciremo a dare un annuncio importante per fine settimana. Sediolini? È una scelta che dobbiamo compiere, dobbiamo aspettare anche il calcio Napoli, c’è anche la questione dei bagni che interessa anche ai tifosi.

20 agosto sediolini nuovo? No, non ce la facciamo. Cittadinanza a Maradona? Nel pomeriggio incontreremo il manager di Maradona, si lavorerà per ottobre su questa vicenda, ci sono diversi impegni per Diego. Maxischermi? No, è una cosa legata ai lavori ed una cosa che stiamo preparando. Nuova sede del Napoli ad Agnano? Sarebbe una bella cosa”.

Kiss Kiss – Leno se parte Reina, in caso di permanenza si seguono due profili

A Radio Kiss Kiss Napoli, nel corso di ‘Radio Gol’, è intervenuto il direttore Valter De Maggio rilasciando alcune dichiarazioni:

“Per i prossimi giorni il mercato azzurro resta in stand by, molto dipenderà da Reina e da Strinic. In caso di rottura con lo spagnolo, si tenderebbe l’affondo per Leno con un’offerta di 25 milioni al Leverkusen. In caso di accordo sul rinnovo si punterebbe su uno tra Cragno e Skorupski.
Ounas e Berenguer? Tutto dipende da cosa deciderà Pepe Reina”.