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Ius soli: una sfida di civiltà

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“La forza dello Ius soli sta tutta nella speranza che essere italiani non sia marchio di fabbrica esclusivo ma condivisibile esperienza vitale”. Una sfida di civiltà che “alla lunga avrebbe effetti benefici anche nel nostro Paese”. Così Gianni Riotta commenta il dibattito sul diritto di cittadinanza a chi nasce in Italia.

Lo ius soli rafforzerà l’Italia

Se l’Italia del premier Gentiloni approvasse davvero lo ius soli, diritto di cittadinanza per chi nasce in un Paese, entrerebbe a far parte di un club ristretto. Solo in una trentina di nazioni, infatti, si diventa cittadini nascendo entro i confini, tra i maggiori Stati Uniti, Canada, Messico, Argentina, Brasile, Pakistan, mentre in Europa nessuno gode di «ius soli» assoluto, la Francia concede il passaporto ai neonati stranieri, ma con il filtro di varie regole.

Anche negli Usa il XIV emendamento alla Costituzione «Tutte le persone nate negli Stati Uniti sono cittadini degli Stati Uniti», fu approvato nel 1868, dopo guerra civile e schiavitù, e con gli stati ex sudisti ad opporsi strenuamente. Le loro argomentazioni, «lo ius soli distruggerà l’anima dell’identità americana», rimandano in modo impressionante l’eco di chi, nel dibattito di oggi, teme che la cittadinanza ai nuovi nati disperda spirito e cultura italiani, da Dante, alla civiltà cattolica, al Rinascimento in un suq orientale. Lo storico Eric Foner riassume bene la questione «Molte cose che crediamo tipiche dell’America – l’amore per la libertà individuale, le opportunità sociali – esistono in altri Paesi.

Ma la cittadinanza per diritto di nascita è, con il Canada, pressoché unica nel mondo sviluppato… espressione dell’impegno all’uguaglianza e all’espansione della coscienza nazionale… eredità della lotta titanica… per creare una vera democrazia fondata su principi egualitari…”.

Sono emigrato per due volte nella vita, dapprima in Italia poi in America, e so per esperienza che immigrazione, integrazione fra culture, razze e religioni, scontro e incontro di identità e civiltà, sono esperienze ardue, campo quotidiano di tragedie e speranze, che nessun dibattito di talk show coglie. Ho due figli americani per «ius soli» e vederli, a casa, a scuola, al lavoro, bilanciare le loro due culture mi ha insegnato, con umiltà, a temere slogan e facili soluzioni. Mio figlio, nel tema di ammissione al college, si definì «Figlio di due immigranti dall’Italia meridionale…che passa la vita a difendere gli Stati Uniti in Europa e l’Europa negli Stati Uniti».

Quando era all’asilo il suo panierino con il pranzo «italiano», panino con la frittata o la cotoletta, pasta, insalata, la mela, tornava sempre intatto, e alle nostre rimostranze rispose «I compagni mi prendono in giro, sono l’unico a non avere sandwich con il burro di arachidi o baloney», l’immangiabile mortadella made in Usa. Anni dopo il grande scrittore italo-americano Gay Talese mi raccontò «Capii di essere italiano, diverso dagli altri, a scuola, al primo pranzo al sacco insieme, mia madre mi dava piatti che nessun altro aveva». Tra Gay e mio figlio era passato mezzo secolo, ma la cultura strideva ancora e, credetemi in futuro striderà, perché nessun genitore italiano darà mai «baloney» alle sue creature.

Ma la forza dello ius soli – nel quale ho imparato a credere e che, a mio avviso, anche in Italia avrebbe alla lunga benefici effetti – è nell’insegnamento di Foner, la speranza che «essere italiani» non sia marchio di fabbrica esclusivo, ma condivisibile esperienza vitale. Il vignettista Stefano Disegni ha pubblicato una gustosa striscia con la «prova culturale per essere italiani», vale a dire sorpassare male, parcheggiare peggio, suonare il clacson al semaforo, e coglie nel segno, i nuovi cittadini avranno l’intera identità italiana, da parlare la lingua del Petrarca a essere incapaci di fare la fila. La sfida è a noi stessi. Se proviamo a preservare la tradizione che ci lega in una cassaforte legale, la perderemo isterilita, se la scommettiamo nel mondo futuro la integreremo e rafforzeremo. Agli amici cattolici, infine, che temono per i valori cristiani in una Italia con ius soli, va ricordato, con rispetto, che «cattolico» vuol dire, appunto, universale, e dall’universalità da sempre trae radice e vita.

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lastampa/Lo ius soli rafforzerà l’Italia GIANNI RIOTTA

Sport Ischia:Eleonora Boi e Raffaele Auriemma ospiti al torneo di Footvolley a Forio

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Sono stati svelati gli ospiti della serata inaugurativa del 3° Torneo di Footvolley Lido Mattera. Direttamente da Mediaset Premium, al Bar/Ristorante “Seasons” (Spiaggia della Chiaia, Forio), saranno presenti la bellissima Eleonora Boi insieme al noto telecronista  – tifosissimo del Napoli –  Raffaele Auriemma. L’inaugurazione della manifestazione avverrà domenica. A partire dalle 19.30, con il tramonto a fare da sfondo, i due ospiti saranno al locale del “Lido Mattera” per un aperitivo e per scattare le foto con tutti gli interessati. Alle 21.00 circa, invece, avrà inizio la vera e propria cerimonia di apertura del torneo, alla quale sono invitate non solo tutte le squadre (presenza obbligatoria), ma anche tutti gli isolani e i turisti. Durante la serata sarà aperta la lotteria di beneficenza, che anche quest’anno avrà in palio tanti bellissimi premi; inoltre, saranno ufficialmente aperte le iscrizioni per il torneo di beach soccer dedicato ai bambini (che avrà inizio il 5 Luglio). Seguirà poi il momento della presentazione delle squadre e in particolare il sorteggio delle prime due partite della prima giornata da disputare in serata (potrebbe essere sorteggiata anche una  terza partita); ecco perchè la presenza delle squadre è obbligatoria. A presentare l’evento saranno Eleonora Boi e Raffaele Auriemma, entrambi giornalisti sportivi. GLI OSPITI. Conosciamo meglio i due personaggi appartenenti alla squadra di Mediaset Premium. Per galanteria è giusto partire da Eleonora Boi. Nata a Cagliari, classe ’86, la Boi partecipa a Miss Italia all’età di 19 anni rientrando tra le prime dieci. Intraprende la carriera di modella e nel mentre procede negli studi universitari laureandosi in Scienze Politiche. Nel 2012 la prima esperienza giornalistica con Radio EmmeDue e un anno dopo approda alla corte di Sport Italia. Nel 2014, con la chiamata di Mediaset, si realizza un sogno. Eleonora Boi,oggi, è tra le conduttrici sportive più belle e seguite. Ancor più ricca e conosciuta è la carriera di Raffaele Auriemma. Ex avvocato, oggi è il giornalista napoletano e tifoso del Napoli sicuramente più conosciuto ed affermato nel mondo della tv sportiva. Oltre ad essere il telecronista di rifermento per i tifosi del Napoli durante tutte le gare della squadra di mister Sarri, Auriemma  – sempre con Mediaset – è protagonista della trasmissione Tiki Taka di Pierluigi Pardo. Oltre alla tv e a tante collaborazioni con testate giornalistiche, Auriemma è anche impegnato con Radio CRC e in particolare nella trasmissione “Si gonfia la rete”, suo marchio di fabbrica.  I due ospiti del “Torneo di Footvolley Lido Mattera” daranno sicuramente lustro alla manifestazione che terminerà il 12 Luglio e che durante le varie serate presenterà altri ospiti ed altre sorprese. Si parte domenica sera e non si può assolutamente mancare all’importante evento che si terrà, tra l’altro,

Basket,Ischia: Vincenzo Agnese orgoglio Ischitano,promosso in serie B

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Un grande traguardo per il nostro Vincenzo Agnese. L’arbitro di basket isolano è stato inserito nella lista degli arbitri di serie B maschile e serie A2 femminile. A soli 22 anni, il fischietto ischitano potrà dirigere gli incontri della terza serie italiana (dopo la B, solo A2 e A1) maschile e della seconda serie femminile. La notizia è stata ufficializzata nella giornata di ieri e insieme ad Agnese un altro napoletano ha potuto gioire per la promozione in serie B: Giuseppe Vastarella, collega ed amico proprio di Vincenzo. La carriera dell’arbitro di casa nostra è iniziata appena nel gennaio 2012. Dopo le prime partite nei campionati giovanili e nei campionati senior di Prima Divisione e Promozione, nel 2013 è arrivata la prima promozione in serie D. L’anno successivo, nel 2014, il salto in serie C2(campionato regionale), mentre nel 2015 la stessa serie C veniva unificata e in automatico Agnese si è ritrovato ad arbitrare un campionato nella prima parte regionale e nella seconda nazionale. Sono bastati due anni per arrivare a conquistare la serie B. Il bilancio, quindi, è di quattro promozioni in cinque anni, a cui va aggiunto l’importante palmarés che ha visto Agnese arbitrare una finale di serie D, una finale di serie C Silver, una finale di coppa Campania, un quarto di finale di Coppa Italia, un semifinale under 15 femminile. Complimenti a Vincenzo ed in bocca al lupo per il futuro.

Marino su Hamsik: “Juve su di lui, Moratti chiamava ogni giorno. Raiola cercò Marek al Brescia”

Marino su Hamsik: “Juve su di lui, Moratti chiamava ogni giorno. Raiola cercò Marek al Brescia”

Ai microfoni di Radio Punto Zero, è intervenuto l’ex direttore generale Pierpaolo Marini, il quale portò, 10 anni fa, Marek Hamsik al Napoli. Ecco quanto dichiarato da Marino: “Hamsik era una certezza già a vent’anni ma non m’aspettavo potesse esplodere subito, pensavo avesse bisogno di un anno di adattamento in Serie A. Le critiche dei tifosi nel giorno della sua presentazione furono grottesche e fecero un po’ male, anche perché avevamo appena portato il Napoli dalla C alla A in due anni.

Ero convinto che Hamsik concludesse la sua carriera al Napoli. Inizialmente guadagnava 80mila euro alla settimana, rinnovò 2-3 volte in un anno e mezzo ed un giocatore che non si sente legato ad un club avrebbe fatto scelte difese. I segnali erano ottimi, il suo procuratore era una persona seria, la famiglia stupenda e lui un ragazzo d’oro. 

Raiola cercò Hamsik già quando era nelle giovanili del Brescia dato che era molto amico di Corioni. Probabilmente Venglos decise di rivolgersi a Raiola per conoscere il panorama di offerte per lo slovacco. Di richieste ce ne sono state tante ma il Napoli non ha mai rischiato di perderlo. Moratti telefonava un giorno sì e l’altro pure, anche la Juve era interessata, però Marek non mostrò mai fibrillazione per questi corteggiamenti, anzi”.

Antonella Leardi: “Ci aspettavamo la riduzione di pena di De Santis, ma ci abbiamo creduto”

Antonella Leardi: “Ci aspettavamo la riduzione di pena di De Santis, ma ci abbiamo creduto”

Ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, è intervenuta Antonella Leadri, mamma di Ciro Esposito, che ha commentato così la riduzione di pena a 16 anni di carcere per Daniele De Santis: Ce lo aspettavamo, anche se ci abbiamo creduto fino alla fine. Abbiamo sempre chiesto giustizia e verità. L’ingiustizia è stata fatta e la verità è stata nascosta. Non capisco perchè viene protetto questo assassino, estremista di destra e vicino ai personaggi politici di destra. La giustizia italiana ha ucciso di nuovo mio figlio, c’è tanta sfiducia. Ci hanno distrutto. Ora ho fiducia solo nella giustizia di Dio. Andrò avanti in maniera ancora più forte, quello che è successo a Ciro non dovrà succedere mai più a nessuno. Se De Santis chiedesse perdono? Doveva chiederlo tre anni fa, non adesso. Chiedesse perdono a Dio in privato”. 

Rai- Berenguer, il Napoli è fiducioso: intanto da Firenze chiamano per Giaccherini

Rai- Berenguer, il Napoli è fiducioso: intanto da Firenze chiamano per Giaccherini

Ciro Venerato, ai microfoni di Radio Crc, commenta così le ultime del mercato del Napoli: “Con Berenguer c’è già l’accordo, Ounas è un under, per questo il Napoli ha potuto chiudere senza aspettare uscite, lo spagnolo rientra nei 25, però siamo lì. Ci tengo a precisare che dal 1 luglio la clausola di Berenguer salirà a 12, per gli azzurri cambia poco perché non lo prenderà attraverso clausola ma con trattativa. Ho parlato pochi minuti fa con l’intermediario Claudio Vigorelli, è fiducioso, il Napoli ha fatto sapere all’Osasuna che ha ancora delle questioni da risolvere. Per Giaccherini è arrivato un sussurro da Firenze, Bernardeschi andrà via, Politano è in pole, ma conosciamo gli ottimi rapporti tra Corvino e Valcareggi”. 

Rai- Strinic sul mercato: il Napoli aspetta qualche offerta ufficiale

Rai- Strinic sul mercato: il Napoli aspetta qualche offerta ufficiale

Ai microfoni di Radio Crc, è intervenuto Ciro Venerato, giornalista Rai, il quale ha dichiarato: “Strinic, dopo l’arrivo di Mario Rui, il quale comunque prima o poi arriverà, la sua intenzione è chiara, di sicuro è un giocatore che è sul mercato. Il suo agente lo ha proposto a squadre estere ma il Napoli sta aspettando qualche offerta ufficiale. Gli azzurri lo inserirebbero volentieri nella trattativa per il portoghese, il croato accetterebbe volentieri ma bisogna vedere cosa ne pensano la Roma e Di Francesco. Oggi non sono previsti incontri, potrebbe sentirsi telefonicamente i due direttori sportivi, la Roma parte da una richiesta di 12 mln più 2 di bonus, il Napoli vuole spendere molto meno inserendo magari qualche contropartita tecnica. Giaccherini? Piaceva a Spalletti, bisogna vedere cosa ne pensa il nuovo tecnico”.

Rai- Napoli punta Rulli: Giuntoli propone prestito con diritto di riscatto

Rai- Napoli punta Rulli: Giuntoli propone prestito con diritto di riscatto

Ai microfoni di Radio Crc, è intervenuto il giornalista della Rai Ciro Venerato, il quale ha dichiarato: “Rulli è una pista difficile, è uno dei nomi sulla lista, il Napoli è interessato, un mese fa Giuntoli ha parlato con alcuni intermediari del giocatore ma, conoscendo il discorso economico e la valutazione del giocatore, che ha una clausola rescissoria di 40 milioni, sulla quale c’è un diritto di recompra fino al 2018 del City, non ha approfondito la cosa. Il Napoli era interessato ad un prestito con diritto di riscatto, ma la risposta è stata chiara: senza l’obbligo di riscatto non c’è margine di trattativa. Rulli sarebbe anche disposto ad un anno di ballottaggio con Pepe Reina ma il Napoli per motivi che non conosco non vuole direttamente rilevare questo giocatore a titolo definitivo, probabilmente per un fatto economico, si tratta di un’operazione che si aggirerebbe sui 30 milioni.

Su Reina? Nessuna novità, il suo agente Quilon verrà in Italia o per la cessione o per il rinnovo ma non si conosce ancora la data. In ogni caso con l’addio di Reina il Napoli punterebbe su Neto. Ieri c’è stato un colloquio con Pastorello, agente di Meret, il ragazzo piace a tanti club, anche all’estero, il Napoli continua a seguire questa pista perché il ragazzo farebbe comodo sia in caso di permanenza che di addio di Reina”

10 anni di Hamsik, la Uefa: “Marek, simbolo e punto fermo del Napoli”

10 anni di Hamsik, la Uefa: “Marek, simbolo e punto fermo del Napoli”

E’ festa per il Napoli: oggi si celebrano i dieci anni di Marek Hamsik negli azzurri. Anche la Uefa ha voluto ricordare questa data, attraverso i suoi canali social: “Il concetto di bandiera sta diventando sempre più estraneo al calcio moderno. I giocatori vanno e vengono, cambiando casacca con frequenza sempre maggiore. Qualcuno, tuttavia, va in controtendenza.

E’ il caso di Marek Hamšík. Era il 28 giugno 2007 quando un giovane centrocampista slovacco di belle speranze si presentava al San Paolo proveniente dal Brescia. Da allora sono passati dieci anni esatti e quel giocatore per i tifosi partenopei è diventato “Marekiaro”, l’uomo che porta al braccio la fascia di capitano. E che del Napoli è diventato un simbolo.

In dieci anni tutto è cambiato a Napoli, tranne lui. Allenatori e giocatori si sono susseguiti, ma Hamšík è rimasto un punto fermo, il motore immobile del sistema solare partenopeo. Ora possiamo dirlo: a Napoli tutto gira intorno a Marek.

Arrivato alla soglia dei 30 anni, il capitano partenopeo e della nazionale slovacca – la cui cresta è diventata un autentico marchio di fabbrica – ha saldamente piantato le sue radici all’ombra del Vesuvio e non ha nessuna intenzione di fare fagotto. In passato ha rifiutato proposte eccellenti per amore di Napoli e del Napoli e ora insegue un sogno, o meglio, una leggenda.

Grazie ai 15 gol realizzati nella stagione 2016/17 fra tutte le competizioni, Hamšík è infatti salito a quota 113 reti segnate con la maglia del Napoli, due in meno del miglior marcatore azzurro di tutti i tempi. Un certo Diego Maradona…”.

I MIGLIORI MARCATORI NELLA STORIA DEL NAPOLI

1. Diego Maradona – 115 gol
2. Marek Hamšík – 113 gol
3. Attila Sallustro – 108 gol”.

Mercato Roma, ag.Gonalons: “Manca solo l’intesa tra giallorossi e Lione”. Paredes-Zenit ci siamo, slittate le visite di Manolas

NOTIZIE AS ROMA – Procedono spedite le trattative per l’arrivo di Maxime Gonalons a Roma: secondo l’esperto di calciomercato Gianluca Di Marzio, infatti, al club transalpino andrà una cifra tra i 5 e i 5,5 milioni per il centrocampista, che si prepara ad atterrare nella capitale già ad inizio della settimana prossima. Il procuratore del giocatore Frederic Guerra ha parlato a calciomercato.it rilasciando queste dichiarazioni: “Abbiamo già l’accordo con la Roma, devono trovare solo l’intesa le due società. Sabato visite mediche? Questo non lo so“. Insomma l’accordo si troverà perchè, si sa, quando un club è forte della volontà del calciatore, alla fine un’intesa con la società di appartenenza si riesce a strappare sempre. Del resto, il mediano ha un solo anno di contratto con il Lione ed Aulas non vuole certamente perderlo a parametro 0. Piccola pillola social: ieri sera Gonalons ha iniziato a seguire il profilo Instagram ufficiale della società giallorossa.

PAREDES-ZENIT, CI SIAMO – A far posto al capitano dell’Olympique sarà Leandro Paredes, corteggiato dallo Zenit di Roberto Mancini. Alfredo Pedullà ci fa conoscere tramite il suo account Twitter, le cifre che permetteranno al ragazzo di lasciare la sua Argentina per svolgere le visite mediche con il club russo. L’intesa è stata raggiunta sulla base di una cifra che dovrebbe essere di poco superiore ai 20 milioni (più 3,5 di bonus).
A proposito di visite mediche…non si sono più fatte quelle di Manolas. Il difensore era atteso stamani alle 7 a Villa Stuart, ma è tutto slittato: Kostas non gradisce che l’intesa raggiunta sul proprio stipendio sia in valuta russa.

Claudia Demenica

T come TORTURA (Roberta Teano)

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Il 26 Giugno, nel mondo, si celebra la giornata mondiale per le vittime della Tortura. Nell’ Aprile del 2015 la Corte Europea dei Diritti Dell’Uomo condannò l’Italia per non aver ancora introdotto il reato di tortura e il Presidente di allora, Matteo Renzi, si prese l’impegno importante di rendere giustizia per le morti avvenute mediante tortura e di introdurre nel nostro Codice Penale tale reato.

Proprio in questi giorni alla Camera dei Deputati è partita la discussione generale sul provvedimento che il Senato ha licenziato il 17 Maggio. Con mio enorme rammarico leggo sui giornali “Solita aula deserta”. Non comprendo come mai quando si discuta di Diritti Inviolabili dell’essere Umano non si abbia la necessità, di fare una battaglia anche sconveniente, in tema di consensi politici, ma che accrescerebbe il bagaglio umano di ogni persona.

Sarà responsabile di tortura, chiunque schiaffeggi sul volto, o minaccerà più volte un soggetto in condizioni di minorata difesa, o chi interrogherà un soggetto costringendolo a stare nudo in ginocchio.

Questo in sintesi e in parole povere dovrebbe essere la lettura della norma che prevede tale reato.

Introdurre il reato di tortura in Italia, è una necessità , il Parlamento Italiano ne ha discusso per circa 17 anni, legislatura dopo legislatura, senza mai arrivare alla formulazione di un testo di legge . Tutto ciò è gravissimo, se si pensi che nel frattempo la tortura in questo Paese è avvenuta ed è rimasta impunita. Sembra una cosa poco credibile, noi Italiani non pensiamo minimamente di finire sotto tortura, ma alla prova dei fatti è un’illusione.

Eventi come quelle del G8 di Genova o cittadini come Aldrovandi, Uva, Mastrogiovanni, Cucchi non fanno riflettere? Potevano essere i nostri compagni di scuola quelli del G8 o per esempio, Cucchi poteva essere nostro fratello perché ogni cosa che accade la sentiamo tanto lontana da noi? Il “senso comune” delle cose ci porta a pensare che in una società si combatte per la tutela e la difesa di qualcosa che ora all’occorrenza non serve a noi, ma che comunque, salvaguardia diritti altrui. Ed invece tale discussione interessa poco agli Italiani e ancora meno ai politici. Che poi si schierano dalla parte dei Diritti umani, a favore dell’introduzione del reato di Tortura sia il Papa che il Presidente Mattarella, al politico, che non vuole osare , poca importa ed invece renderebbe giustizia anche alle forze dell’ordine che svolgono un lavoro di rispetto e di grande passione e che per pochi soggetti, che ignorano l’esistenza della dignità umana, infangano talvolta chi del proprio lavoro ne fa una missione con grande onore e amore di patria.

Questo tema, come quello dell’unioni civili, o del biotestamento, o dello ius soli o cannabis divide, non unisce e come ci insegna la storia concedere diritti non è stato mai facile, richiede coraggio e battaglie, un cammino lungo e tortuoso ma la Tortura è la forza dell’ignoranza e va fermata, come diceva Nelson Mandela: ” Chiunque voglia privarmi della dignità è destinato a perdere”.

Mi auguro che i nostri figli possano godere delle nostre vittorie in materia dei Diritti Inviolabili degli Esseri Umani.

Roberta TEANO

Damiani: “Ounas? Potrebbe avere problemi di mentalità”

Le sue parole

Oscar Damiani ha parlato a Il Mattino di Adam Ounas:

Passiamo ai difetti: su cosa deve migliorare?
“Sottoporta, in fase conclusiva: due anni fa aveva segnato qualche gol in più rispetto all’ultima stagione nella quale però ha giocato di meno. Sicuramente deve crescere come numero di reti e in continuità. Parliamo di un ragazzo bravo ma ancora alterno”.

Può essere un colpo importante per il Napoli?
“Questo potremo dirlo solo l’anno prossimo”.

Perché?
“Semplice. Il problema può essere di mentalità: bisognerà verificare se saprà inserirsi in una società importante e in una squadra forte come il Napoli dove non sarà titolare in partenza.Dovrà avere la pazienza di aspettare e l’umiltà d’imparare da i giocatori più forti che ci sono già in maglia azzurra”.

Mario Rui, la Roma non ha gradito un suo atteggiamento: si può chiudere in poco tempo

Mario Rui, la Roma non ha gradito un suo atteggiamento: si può chiudere in poco tempo

Il Napoli lavora per portare all’ombra del Vesuvio Mario Rui. Quest’ultimo vorrebbe riabbracciare Maurizio Sarri che all’Empoli lo ha esalatato. Circa un mese fa, Mario Rui aveva detto alla Roma tramite il suo agente di voler restare in giallorosso. Adesso qualcosa è cambiato e la dirigenza azzurra non sembra aver visto di buon occhio questo atteggiamento. Il Napoli ha bussato alla porta di Monchi la prima richiesta è stata di 12 milioni di euro bonus compresi. C’è la possibilità di chiudere a 8.5 più 1.5 di bonus.

Pavoletti in viola, la Fiorentina cerca il sostituto di Kalinic ma occhio al Benevento

Pavoletti in viola, la Fiorentina cerca il sostituto di Kalinic ma occhio al Benevento

Solo sei mesi a Napoli per Leonardo Pavoletti. Secondo Il Corriere dello Sport, il calciatore è richiesto da Fiorentina, Benevento e Spal. Il Ds del Benevento, Di Somma, avrebbe telefonato Cristiano Giuntoli per chiedergli testualmente: “Mi cedereste Pavoletti“. Ma al momento le cose sono ferme a quella telefonata. Mentre va delineandosi concretamente l’interesse della Fiorentina che cerca un sostituto di Kalinic. Il Napoli non intende fare sconti e De Laurentiis ha pagato 18 milioni (bonus compresi) Leonardo Pavoletti solo a gennaio e non vorrà svalutare il calciatore.

Ronaldo: “Napoli? Calcio meraviglioso, come quello del Real”

Le sue parole

Ronaldo ha parlato alla Gazzetta dello Sport:

Fa effetto sentirle fare i complimenti alla sua nemica di sempre.

“Oggi la Juve lavora in modo molto più trasparente rispetto ai miei tempi. E raccoglie perché semina. E merita”.

Ma un dominio da sei scudetti consecutivi non ha fatto abbastanza «male» al calcio italiano?

“Dire che è favorita non significa che vincerà ancora di sicuro. Magari troverà l’ultimo step di maturazione il Napoli, che ho visto giocare a tratti un calcio meraviglioso proprio contro il Real. Sicuramente il miglior calcio d’Italia dal punto di vista della bellezza”.

E l’Inter?

“Parlerei per affetto, dunque non sono così attendibile. Posso dire che con Spalletti dovrebbe aver trovato non solo uno stratega del calcio, ma anche un buon gestore di un gruppo: me ne parlava benissimo Galante, ai nostri tempi, e ricordo che gli dissi “Fabio, avevi ragione”, quando lo affrontai da allenatore avversario. Però non lo invidio, dovrà trovare in fretta la strada dove far camminare la squadra. Perché l’Inter la aspettano tutti, da anni: i suoi tifosi, e anche l’Europa”.

De Laurentiis vuole chiudere la querelle Reina prima del ritiro di Dimaro: occhi su Rulli

De Laurentiis vuole chiudere la querelle Reina prima del ritiro di Dimaro: occhi su Rulli

La Gazzetta dello Sport scrive che Aurelio De Laurentiis vuole chiudere presto la querelle legata al futuro di Pepe Reina“Nelle prossime ore Aurelio De Laurentiis proverà a risolvere anche la questione Reina. Il presidente vorrebbe definirla prima della partenza per il ritiro di Dimaro (5 luglio). Intanto, Giuntoli ha individuato anche l’eventuale portiere del futuro, si tratta di Geronimo Rulli, 25 anni, che gioca nella Real Sociedad ed è nel giro della nazionale argentina. Il ragazzo, che ha un contratto col club spagnolo fino al 2022, accetterebbe ben volentieri il trasferimento a Napoli dove non verrebbe come dodicesimo ma si contenderebbe il posto col titolare. Il diesse napoletano è in contatto con i dirigenti spagnoli coi quali potrebbe incontrarsi già nelle prossime ore per provare a stringere i tempi di questa operazione”.

Ounas firmerà un quinquennale, cifre e dettagli

Ounas firmerà un quinquennale, cifre e dettagli

La Gazzetta dello Sport dà nuovi dettagli sull’acquisto di Adam Ounas da parte del Napoli: “Manca soltanto l’ufficialità per annunciare l’acquisto di Adam Ounas. La trattativa è stata definita da Cristiano Giuntoli nella giornata di lunedì. Al Bordeaux andranno 10 milioni di euro, mentre all’esterno sinistro franco-algerino è stata garantito un contratto di un milione netto a stagione per 5 anni. Il tweet con l’annuncio di Aurelio De Laurentiis dovrebbe arrivare dopo le visite mediche che il giocatore sosterrà tra venerdì e lunedì a Villa Stuart, a Roma. Dopodiché, Ounas dovrebbe rientrare in Francia per poi aggregarsi ai compagni nel ritiro di Dimaro, a metà della prossima settimana. In attesa della conferma ufficiale da parte del Napoli, dell’operazione ha parlato anche il presidente del Bordeaux, Stephan Martin, che ha confermato lo stato avanzato della trattativa. «Anche se non abbiamo ancora concluso, siamo a buon punto»”.

Boom di sbarchi. Minniti: ”La situazione è preoccupante”

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Il ministro Minniti annulla la visita a Washington e rientra in Italia: “La situazione è preoccupante”. Ora l’ipotesi è allestire mini-tendopoli e utilizzare le caserme per l’accoglienza.

“La situazione può precipitare”. Minniti inverte la rotta dell’aereo e cancella gli impegni negli Usa

Le ipotesi: allestire minitendopoli e utilizzare le caserme. Pressioni su Bruxelles. In serata vertice con il premier Gentiloni

ROMA – Un dietrofront aereo più eloquente dei numeri e della difficoltà a reperire le strutture di accoglienza. Negli ultimi 4 giorni sono state salvate 10.500 persone nel Mediterraneo, dai sindaci non sempre c’è disponibilità ad ospitarli sul proprio territorio, ma la conferma che l’emergenza migranti sia oramai esplosiva è il rientro immediato in Italia del ministro dell’Interno.

LEGGI ANCHE: Mini-tendopoli per i migranti: in quattro giorni ne sono sbarcati oltre diecimila

Anzi, più che di un rimpatrio si è trattato di un’inversione di rotta dell’aereo che stava trasportando Marco Minniti e il suo staff a Washington, per alcuni incontri istituzionali. Durante il volo verso la capitale degli Stati Uniti, il titolare del Viminale ha esaminato i dati allarmanti degli ultimi sbarchi e ha iniziato a valutare l’ipotesi della marcia indietro. Ma la decisione definitiva è maturata durante lo scalo tecnico in Islanda: aggiornato al telefono sulle ultime cifre dell’esodo dalla Libia, ieri pomeriggio ha preferito abbandonare il viaggio e tornare.

Il ministro non ha fatto in tempo ad atterrare a Roma e ha subito chiesto e ottenuto un incontro urgente con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Perché è evidente che, sia sul piano nazionale sia su quello internazionale – soprattutto per fare pressioni su Bruxelles -, occorre un impegno diretto da parte del governo. Molti e spinosi i temi sul tavolo del confronto tra il premier e Marco Minniti. Doppio il fronte di preoccupazioni per quest’ultimo. Da un lato, quello esterno relativo al traffico di esseri umani in corso in Libia. Dall’altro, un capitolo interno di questioni sul tappeto, dal rapporto politico con i sindaci (in particolare quelli della Lega Nord) alla gestione del problema in modo da evitare che la realtà degeneri com’è avvenuto ieri con l’invasione dell’autostrada tra Catania e Gela, da parte dei migranti del Cara di Mineo.

La situazione è davvero al limite, finora sono sbarcati sulle nostre coste 70 mila migranti, e, considerato che si registra il 26 per cento in più degli arrivi del 2016 (anno in cui arrivarono 180 mila persone ) la stima entro la fine dell’anno si aggira intorno ai 230 mila sbarchi.

Al momento ci sono 90 mila persone pronte a partire dalla Libia nei prossimi tre mesi che sono i più comodi, per le condizioni climatiche e del mare, alla traversata di chi parte verso la terra promessa.

Ma la questione principale, al di là dei numeri, è la sempre maggiore complessità nella sistemazione degli extracomunitari sul nostro territorio nazionale. All’esame del ministro ci sono due ipotesi: delle mini tendopoli (due per provincia in modo da non creare dei ghetti, sempre nell’ottica della distribuzione equa e diffusa) al ricorso alle caserme. Non solo: si procederà a una verifica della potenzialità di accoglienza di tutti gli edifici pubblici in disuso, dalle scuole ai capannoni utilizzati in passato come magazzini.

Mentre sui numeri si dovrà aprire una nuova discussione a livello politico. A dicembre tra il Viminale e l’Anci la quota di accoglienza era stata fissata a 200 mila unità e un eventuale aumento sarà concordato con l’associazione dei Comuni. Fino ad oggi non c’è stata la necessità, ma il numero delle persone accolte si sta pericolosamente avvicinando a quota 200 mila, anzi è destinato a sfiorare i 230 mila e, dunque, non è escluso che nei prossimi giorni ci sia un’iniziativa da parte del ministro in questo senso.

Il piano d’emergenza, inoltre, prevede altri due punti. Uno riguarda l’intensificazione della collaborazione con la guardia costiera libica, formata da nostro personale e dotata di 10 motovedette ristrutturate dall’Italia, e la guardia libica di frontiera, lungo i 5 mila chilometri al confine con Ciad e Nigeria. L’altro si concentra una maggiore collaborazione a livello europeo per stabilire che chi soccorre in mare deve poi farsi carico anche dall’accoglienza. L’obiettivo del Viminale, insomma, è che anche Spagna, Francia, Malta, ma anche Olanda e Irlanda dopo aver recuperato in mare i migranti facciano la loro parte e li accompagnino sul loro territorio invece che sulle nostre coste meridionali.

Questa possibilità rappresenterebbe sicuramente un punto di svolta, quanto mai prezioso quindi una presa di posizione chiara e inequivocabile da parte del presidente del Consiglio. Un suo intervento in questa direzione avrebbe certamente un peso specifico importante per cambiate le carte in tavola.

Anche perché il tema diviene ogni giorno più urgente. Soprattutto per la distanza sempre più ravvicinata tra veri e propri esodi. Mentre finora si era infatti registrato un picco ogni due settimane, negli ultimi sette giorni non si è potuto tirare un attimo di respiro. Nel weekend di Pasqua, per fare un esempio, arrivarono in Italia 8700 persone, due settimane dopo quasi 4 mila. E sinora c’erano sempre state due settimane di tempo per trovare una sistemazione ai profughi.

Ora però la situazione è al limite. E c’è più di un campanello d’allarme di cui si deve tenere conto. A partire dalla Libia, dove i trafficanti di esseri umani dimostrano un’organizzazione logistica sempre superiore e sono diventati un’industria economica che produce milioni di euro. Fino al nostro Paese, dove serpeggia il timore che a breve possa verificarsi un episodio che esasperi ulteriormente gli animi. Da un incidente in mare (più di un’ecatombe si è verificata negli ultimi anni) a una rivolta di cittadini che non vogliono convivere con i profughi, il rischio di un brutto imprevisto è dietro l’angolo.

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vivicentro/Boom di sbarchi. Minniti: ”La situazione è preoccupante”
lastampa/“La situazione può precipitare”. Minniti inverte la rotta dell’aereo e cancella gli impegni negli Usa GRAZIA LONGO

Mini-tendopoli per i migranti: in quattro giorni ne sono sbarcati oltre diecimila

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Nuova emergenza migranti in Italia: in quattro giorni ne sono sbarcati oltre diecimila. I profughi del Cara di Mineo (in Sicilia) bloccano la statale per protesta: “Il Centro ci impone troppe regole”.

Boom di sbarchi, scatta l’emergenza

In quattro giorni oltre 10 mila migranti sono stati salvati e distribuiti nei Centri. Il presidente Mattarella dal Canada: l’Italia è in prima linea, l’Ue non è sensibile

ROMA – Sabato sono stati salvati 500 migranti al largo delle coste libiche e a migliaia sono a bordo delle navi dei soccorritori diretti verso i porti italiani. In totale sono oltre 10.500 persone in quattro giorni.

Per il segretario Pd Matteo Renzi «i numeri di oggi non sono sostenibili ma serve anche uno sforzo educativo e culturale» di lungo periodo. Sembra una posizione diversa rispetto a quanto sostenuto in passato, in realtà non c’è alcuna marcia indietro nemmeno sullo ius soli, come precisa l’ex premier parlando durante la presentazione dell’ultimo libro sulla disgregazione degli Stati del direttore de La Stampa, Maurizio Molinari. Renzi spiega che rinunciare davanti ai sondaggi sfavorevoli sarebbe «cadere in basso». Ma ha aggiunto che è «un dovere prendere atto che l’opinione pubblica è esasperata». Serve insomma una nuova strategia. «Si deve prendere atto – prosegue Renzi – che la parola identità è bella e positiva e non è il contrario della parola integrazione».

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Ma nel frattempo ci sono le migliaia di migranti in arrivo da gestire. L’impennata degli sbarchi ha convinto il ministro dell’Interno Marco Minniti a rientrare in Italia, e lasciare Washington dove era atteso per una serie di incontri istituzionali. «L’Italia è in prima linea nel Mediterraneo per salvare migliaia di vite umane nell’ambito di un fenomeno epocale» – ricorda il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Ottawa. L’impegno dell’Italia non è accompagnato da un approccio analogo nell’Ue. «Ciò accade – prosegue Mattarella – ai confini dell’Europa, senza ancora suscitare nel nostro continente nè adeguata consapevolezza nè l’emergere di sensibilità sufficientemente condivise, necessario preludio di incisive azioni comuni». Il contrario di quanto accada in Canada, a cui il presidente non risparmia i complimenti per l’impegno sul fronte «dell’inclusione sociale».

Difficile dire, infatti, quale sarà il destino di questa nuova ondata di sbarchi. I migranti in arrivo sulle coste italiane sono persone in viaggio dalla Libia verso l’Italia, ma anche dall’Africa occidentale verso la Libia, prima tappa del viaggio verso l’Europa. I cinquemila migranti soccorsi ieri nel Mediterraneo centrale navigavano a bordo di cinque barche e 18 gommoni. Alle operazioni hanno preso parte la Guardia costiera, le Ong e alcuni rimorchiatori. Mentre gli 8500 soccorsi negli ultimi due giorni si trovano adesso a bordo di 14 navi: sei di queste hanno già fatto ingresso o stanno per entrare in porti di Sicilia e Calabria, le altre otto sono ancora in navigazione a largo delle coste italiane.

Sul pattugliatore «Comandante Foscari» della guardia costiera, in navigazione verso Pozzallo, c’è anche il cadavere di un neonato che era nato sul barcone.

Intanto, domenica scorsa sono stati trovati senza vita 52 migranti nella zona desertica a nord del fiume Niger, al confine con la Libia. Altri 24 loro compagni sono stati invece tratti in salvo. Il gruppo proveniva dall’Africa occidentale. A confermarlo il prefetto della regione settentrionale di Bilma, Fatoumi Boudou, che ha parlato di un gruppo «di circa 70 persone, partite a bordo di tre veicoli da Agadez per la Libia, e abbandonate in pieno deserto senza acqua e senza cibo» dai trafficanti. Agadez dista 750 chilometri dal confine libico, il viaggio dura dai due ai tre giorni. Da lì i migranti puntano ad arrivare sulla costa libica per poi imbarcarsi alla volta dell’Europa. Nella stessa zona a inizio giugno almeno 44 migranti diretti in Libia, tra cui donne e bambini, sono morti di sete nel deserto.

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La fame può portare a battaglie, ma anche un piccolo osso da spartire: vedi cs e cd

Dopo l’esito poco felice delle amministrative, nel centro sinistra si apre il processo a Renzi, e lui chiude all’Ulivo 2.0 aprendo un nuovo scontro con Prodi. Per contro, nel centro destra, il piccolo osso che le stesse hanno portato alla coalizione, parimenti apre lo scontro tra Salvini(ani) e Berlusconi(ani) sul chi lo abbia “trovato” e quindi chi debba spolparselo al meglio. Che fare? Poco o nulla temo. Del resto siamo in Italia dove, come sempre, dopo ogni tornata elettorale (ma come anche di qualsiasi altro confronto) tutti si dichiarano vincitori e, alla fine, a ben vedere, di fatto realmente vincono permanendo nelle loro posizioni (poltrone) e a perdere siamo sempre noi italioti, sempre presi da altro ed attenti ad altro. E di “rivoluzione” anche solo morale e culturale nemmeno se ne può parlare, è cosa troppo seria ed onerosa e poi, c’è sempre qualche altra priorità, fossanchero le ferie o qualche festività qualsiasi, purché sia.

A leggere le notizie d’agenzia lanciate nella tarda sera di ieri c’è da farsi venire il mal di fegato per cui vi consiglio di munirvi di un efficiente antiacido a portata di mano prima di procedere a leggere il report di quanto “agita” l’italica sceneggiata in programmazione costante sull’italico palcoscenico politico.

Fatto? Ed allora procediamo con la rassegna.

Partiamo dal cartellone del Centro Sinistra dove si è appena parta una nuova (ma anche antica) battaglia tra Renzi che invita Prodi a “star lontano” dal suo osso e questi che subito replica: “Stare più lontano? Lo farò” ‘Sposterò tenda più lontano senza difficoltà’

“Leggo che il segretario del Partito democratico mi invita a spostare un po’ più lontano la tenda. Lo farò senza difficoltà: la mia tenda è molto leggera. Intanto l’ho messa nello zaino”. Lo dichiara l’ex premier Romano Prodi.

A quanto si apprende, la dichiarazione di Romano Prodi è un commento all’opinione espressa a più riprese, dopo il voto per i ballottaggi, dal segretario del Pd Matteo Renzi sulle coalizioni. In un colloquio con Qn Renzi tra l’altro afferma: “Si conferma la tesi che i migliori amici del Berlusca sono i suoi nemici. È stato infatti ancora una volta dimostrato che quelli che invocano una coalizione di centrosinistra larga il più possibile fanno il gioco del centrodestra, e non del Pd”.

“Non possiamo inseguire oggi una discussione artificiale su quale sarà la coalizione che andrà alle elezioni. Abbiamo davanti un anno alle elezioni, confrontiamoci sui contenuti”, ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, che parlando all’Ispi a Milano ha sostenuto che bisogna parlare delle cose concrete, come l’Europa, l’immigrazione, le periferie e non tornare alla discussione “di antica memoria su cespugli e cespuglietti”.

“So quello che farò io nei prossimi mesi – ha detto ancora Renzi -. Non inseguiremo la polemica ma tireremo fuori un progetto serio dell’Italia, stando fuori dai palazzi romani. Ci confronteremo con tutti: se ci andrà bene, torneremo al Governo, se ci andrà male avremo fatto un servizio all’Italia”.

Le continue esasperanti polemiche nel centrosinistra alla fine non fanno altro che agevolare il fronte avversario. E’ stato sempre così. Ma se in tanti pensano che il problema sia soltanto dentro il Pd, è chiaro che poi alle elezioni rischia di vincere qualcun altro”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi durante la rassegna stampa del Nazareno #OreNove.

“Il dibattito sulla coalizione addormenta gli elettori e non serve. Non è di per sé la coalizione che segna la vittoria. E’ il candidato, il leader, il territorio che segna la sconfitta o la vittoria ai ballottaggi“. “Le coalizioni non sono l’argomento su cui intrattenere gli italiani per i prossimi 12 mesi. Quello che interessa loro è cosa facciamo sulle tasse. Le coalizioni affascinano gli addetti ai lavori, il modo con cui si risolvono i problemi è il nostro campo di gioco”.

“Ha ragione Veltroni – ha detto il leader del Pd – non presentarsi contro ma per, è tema che giudico fondamentale”. “La discussione su cos’è la sinistra e come si vince o si perde non può essere staccata dalla realtà. E’ di sinistra fare i convegni sugli esodati o fare l’anticipo della pensione? Chi combatte il precariato: chi fa dotte analisi o chi concretamente permette di aumentare i contratti di lavoro a tempo indeterminato? Si vincono o si perdono le elezioni sui risultati ottenuti e sulle idee concrete e i progetti per il futuro. Su questo siamo più forti di tutti, non abbiamo da inseguire le scie chimiche”, sottolinea il segretario. La nostra grande opportunità è discutere di idee. Trovatemene uno interessato alle coalizioni e gli diamo un premio fedeltà. Il principio un euro in cultura un euro in sicurezza lo sta riprendendo Macron”, sottolinea.

“Non si rimettono in discussione – ha detto ancora – battaglie come quella sullo ius soli. Non si può cambiare idea per un sondaggio che dice che gli italiani sono meno favorevoli, tendenza che non è legata all’insicurezza sugli attentati. Non rinuncio a un’idea per un sondaggio, come non abbiamo rinunciato alla battaglia sui diritti civili, sul jobs act, sull’expo. Noi siamo capaci di prenderci le nostre responsabilità”.

Sulle banche venete “la posizione del governo l’ha espressa molto chiaramente Gentiloni: una scelta legittima e doverosa. La penso come lui, è legittima e doverosa nella situazione in cui si era, spero che i nostri parlamentari europei siano in grado di fare una grande battaglia perché i criteri molto selettivi delle banche venete siano applicate agli istituti di altri Paesi del Nord come quelli tedeschi”

“Le tende una volta riposte si possono anche tirare di nuovo fuori dallo zaino. Lo spero”. Lo dice Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture, parlando con i cronisti in transatlantico alla Camera

“Cosa accadrà in futuro? – afferma Renzi -. Nelle tribù c’è fedeltà assoluta al capo e sotto questo profilo il Pd non corre rischi. Quello che so è solo quello che farò io nei prossimi otto mesi” dice usando l’arma dell’ironia. “Se c’è una cosa che non faremo è inseguire le polemiche” spiega il segretario del Pd. Piuttosto “dobbiamo lavorare su un progetto chiaro, stando lontani dai palazzi romani”.

Poi, su Facebook, scrive: “In queste ore registriamo ancora polemiche interne al Pd. Non è una novità, ma mi dispiace molto. Soprattutto per gli iscritti, per i militanti, per gli amministratori che non meritano le polemiche del gruppo dirigente nazionale”. (ansa)

GUERINI – “Nessuno ha mai neanche lontanamente pensato di attaccare Prodi o di invitarlo ad andarsene. Prodi è e resta un punto di riferimento” dice Lorenzo Guerini, parlando con i cronisti alla Camera. “Noi vogliamo lavorare con tutti e discutere con tutti a partire dai temi che interessano il Paese perché una discussione tutta sulle formule politicistiche, invece di affascinare chi ascolta, rischia di allontanare i cittadini” aggiunge Guerini.

RICHETTI – Anche Matteo Richetti, su Twitter, sottolinea che “nessuno ha mai invitato Romano Prodi ad allontanarsi dal Pd, la nostra volontà è l’esatto contrario” .

FRANCESCHINI – Ma intanto, a due giorni dai ballottaggi, continuano le valutazioni all’interno del Partito democratico. “Bastano questi numeri per capire che qualcosa non ha funzionato? Il Pd è nato per unire il campo del centrosinistra, non per dividerlo” scrive su Twitter il ministro della Cultura Dario Franceschini, pubblicando i grafici dei risultati ottenuti dal Pd a L’Aquila, Genova, Parma e Verona.

Frasi alle quali segue l’invito alla calma di Lorenzo Guerini: “Inviterei tutti alla calma. Il 10 ci sarà una Direzione e lì discuteremo sulla situazione politica. Servono calma e responsabilità” rispetto a “esasperazioni che non servono”.

ORLANDO – A proposito del fatto che non si stia lavorando a una legge elettorale maggioritaria che favorisca le coalizioni, interviene Andrea Orlando: “Il problema fondamentale è evitare una parola che in questo momento” suona come una “bestemmia ovvero la parola coalizione. Perché la parola coalizione mette in discussione il tema della candidatura alla premiership”.

Per dire la coalizione non funziona si porta l’esempio delle amministrative e Genova, aggiunge, “ma non può reggere una coalizione in una sola città, in un quadro in cui quella coalizione non esiste a livello nazionale”.

Infine, l’ex sfidante alle primarie dem – che aveva espresso “solidarietà a Franceschini” per una frase di Guerini – ha in serata preso atto “con soddisfazione che le parole del coordinatore della segreteria del Pd” sono state “fraintese e non erano rivolte a una posizione specifica ma al dibattito che si è sviluppato in queste ore”. (adnkronos)

Poi ancora, ecco il renzianissimo Matteo Orfini che, su Twitter, rincara la dose:

La nuova linea è “Renzi convochi subito il tavolo del centrosinistra!”. Favoriamo immagine per facilitare il lavoro.

Le prossime tappe sono l’assemblea dei circoli, venerdì e sabato a Milano, e la Direzione il 10 luglio. Renzi, scrive ancora il quotidiano di Largo Fochetti, intende “capovolgere l’agenda” al quale vorrebbero costringerlo gli interlocutori a sinistra. “Come risolvere i problemi lavoro-precarietà, fisco-equità, sicurezza immigrazione. Questi sono i problemi veri”.  “Dobbiamo superare l’asfissia del dibattito interno al ceto politico, che rischia di essere lontano dal Paese reale e rilanciare lo spirito originario del Pd”, dichiara al ‘Corriere della Sera‘ il vice segretario del Pd, Maurizio Martina, “anche scrollandoci di dosso questa dinamica per la quale il Pd viene vissuto come capro espiatorio di tutti”. E anche Orlando, ancora sul ‘Corriere’, riconosce che “D’Alema ha posto più veti di tutti e ha detto cose che non hanno aiutato. Uno degli sport di quel campo è rendere più complicato il percorso a Pisapia”.  (agi)

E se a sinistra sono messi così, non è che a destra siano messi meglio

Salvini: ‘Se Berlusconi tace guarda a Renzi’

Berlusconi, forte del risultato ottenuto dal centrodestra, frena Salvini e invoca una coalizione con profilo liberale-moderato: “Da questi risultati il centro-destra può partire in vista della sfida decisiva per tornare a guidare il paese, sulla base di un programma condiviso, che in larga parte già abbiamo, e di una coalizione fra forze politiche diverse, caratterizzata da un chiaro profilo liberale, moderato, basato su radici cristiane, secondo il modello di centro-destra vincente in tutt’Europa e oggi anche in Italia”.

Ribatte la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “La moderazione è una categoria che in politica non esiste più: a me non interessano le etichette, mi interessano i contenuti. Parliamo di quelli e da quelli voglio partire per costruire la coalizione di centrodestra”.

“Serve il centrosinistra, dicono. Avessimo vinto tutti i ballottaggi, avrebbero detto che serve il centrosinistra. Avendone persi alcuni, è sempre la dimostrazione che serve il centrosinistra. Amici e compagni, ve lo dico con affetto, non funziona così. Serve il modello Pisapia sennò si perde, dicono. Peccato che la sconfitta peggiore l’abbiamo subita a Genova”, scrive su Facebook il presidente del Pd Matteo Orfini.

E Matteo Salvini “non vede l’ora di esportare il modello di queste amministrative a livello nazionale”. “Abbiamo fatto 30 – ha detto -, facciamo 31. Se dopo decenni ci chiedono di governare Genova, Pistoia o Sesto San Giovanni, vuol dire che possiamo governare anche il Paese”.

“Il Pd esce da questi ballottaggi con le ossa rotte e Renzi prende una clamorosa sberla dagli italiani,la seconda dopo quella del 4 dicembre scorso. Lui parla di risultato a macchia di leopardo, ma la realtà dei numeri dimostra che per il suo Pd è una vera e propria Caporetto. Renzi lo aveva capito e per questo in campagna elettorale nelle ultime due settimane si è dileguato e ora vuole far credere che non sia successo nulla e che tutto possa andare avanti come prima”, afferma il Movimento 5 Stelle.

In una tornata elettorale che registra un’alta disaffezione dell’elettorato (affluenza al 46%, tredici punti in meno rispetto al primo turno) a fare rumore è, innanzitutto, è l’imporsi di quell’alleanza Fi-Lega-Fdi che, fino a qualche giorno fa, vedeva proprio in Matteo Salvini e Silvio Berlusconi tra i più scettici.

Eppure, laddove si presenta unito, il centrodestra vince, espugnando Genova con Marco Bucci e conquistando roccaforti rosse come La Spezia – con Pierluigi Peracchini – e Pistoia, con Alessandro Tomasi. Ma lo schema unitario è vincente anche a Monza, Lodi, nell’ “ex Stalingrado” d’Itlia Sesto San Giovanni, ad Asti e a Verona, dove Federico Sboarina trionfa su Patrizia Bisinella, compagna dell’ex sindaco Flavio Tosi e sostenuta anche dal Pd. “Ora vado fino in fondo, a governare. I prossimi sono Renzi, Gentiloni e Boschi”, esulta Salvini “vedendo” la trazione leghista del trionfo di oggi. “E’ un risultato storico, il centrodestra ne faccia tesoro”, è il messaggio, chiaro, che Giovanni Toti, dopo il trionfo del “modello” che porta il suo nome in Liguria, manda ai leader di Fi, Lega e Fdi, a cominciare proprio da Berlusconi. “Uniti si vince, no perditempo”, incalza Giorgia Meloni anticipando un dibattito che, nei prossimi giorni, si farà infuocato.

Anche perché al Sud, dove è l’influenza di FI a prevalere in maniera netta su quella leghista, il centrodestra avanza ugualmente. Clamorosa è la vittoria a L’Aquila, dove Pierluigi Biondi ribalta il risultato del primo turno e ha la meglio su Americo Di Benedetto. Annunciato, il trionfo a Catanzaro di Sergio Abramo e al fotofinish quello a Rieti. In tutto, ai ballottaggi, il centrodestra prende 16 capoluoghi su 22 rivoluzionando, inoltre, il tradizionale trend negativo che aveva subito al secondo turno.

Oggi, a “piangere”, è invece il Pd. Il centrosinistra si consola vincendo a Lecce con Carlo Maria Salvemini, a Padova con Sergio Giordani, a Lucca con Alessandro Tambellini e a Taranto con Rinaldo Melucci. “Poteva andar meglio”, scrive in tarda notte Renzi su facebook confermando tuttavia come a suo parere le elezioni amministrative siano “un’altra cosa rispetto alle politiche”. Eppure, in chiave di leadership di coalizione, il voto rischia di indebolire il segretario Dem. E da Mdp arrivano, in vista della kermesse di Giuliano Pisapia, i primi attacchi: “la destra è forte, o si cambia o si muore”, sottolinea Arturo Scotto.

E il M5S? Dopo il “disastro” del primo turno, si consola strappando Carrara al centrosinistra (con Francesco De Pasquale) dopo 70 anni di governo “rosso” e avanzando nel Lazio, dove vince a Ardea e Guidonia. “Siamo in crescita inesorabile”, sottolinea Luigi Di Maio. A Parma, però, a sorridere è il simbolo del dissenso interno al M5S, Federico Pizzarotti. “Ognuno nel Movimento si farà domande e si darà risposte”, sono le parole della rivincita del sindaco emiliano che, con il suo “effetto Parma”, potrebbe dare linfa ad una formazione ex M5S anche a livello nazionale.

 (ansa)

E questo è! E sempre sarà, purtroppo!

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