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Napoli al primo allenamento Dimaro 2017 si vede Adam Ounas (FOTO)

Il Napoli è arrivato ieri nel ritiro pre campionato di Dimaro in Val di Sole. Questa mattina dopo la classica colazione, tutti i calciatori si sono presentati sul terreno dell’impianto cittadino per iniziare la preparazione al prossimo campionato. In campo è stato avvistato anche il primo acquisito del Napoli 2017-2018, il calciatore algerino Adam Ounas talentuoso esterno classe ’96. Il calciatore mancino di piede ha fatto già intravedere prime giocate di qualità.

Questi gli scatti fotografici, clicca sulle foto per ingrandirle:

“Non mollare, fai la maturità”, la lettera della ministra Fedeli a Donnarumma

“Sei arrivato a un passo dal traguardo, non mollare”. Così la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli ha commentato la discussa scelta di Gigio Donnarumma di non presentarsi agli esami di maturità per volare con un jet privato a Ibiza. La decisione del calciatore, che ha appena rinnovato il contratto con il Milan, ha infatti suscitato talmente tanto clamore da giungere sino alle orecchie della Fedeli che, in una lettera pubblicata su La Gazzetta dello Sport, si è rivolta al giovane calciatore.

“Avrai sicuramente soppesato la tua scelta e non spetta agli altri giudicarla – scrive la ministra – ma, voglio dirlo apertamente, spero che tu decida di concludere il tuo percorso di formazione, sostenendo l’esame il prossimo anno”. Lo studio, prosegue, ha molto in comune con lo sport dal momento che entrambe le attività richiedono “costanza, passione e fatica. Gambe e testa possono stare insieme, sport ad alto livello e studio non sono incompatibili”. E per avvalorare la sua tesi, la Fedeli fa riferimento ai 70 studenti e studentesse agonisti che hanno svolto l’esame nelle scorse settimane, il che conferma che “la sete di conoscenza non si esaurisce con l’agonismo”. “Sono certa, Gigio, che anche tu il prossimo anno farai parte di questa squadra” conclude la ministra.

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L’ultima battaglia per Charlie: cittadinanza dal Vaticano

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La vita di Charlie, il bimbo inglese di dieci mesi malato a cui i medici dovrebbero staccare la spina, apre un caso diplomatico tra Italia, Regno Unito e Vaticano.

Il tentativo impossibile del Vaticano dare la cittadinanza al piccolo

Il via libera inglese solo se i nostri medici staccassero i macchinari

La Santa Sede le sta provando tutte per aiutare il piccolo Charlie. Lo spiegamento di forze diplomatiche d’Oltretevere è a livelli massimi. Si è anche studiata la possibilità di dare al bimbo inglese di 10 mesi, gravemente malato, la cittadinanza vaticana, che però non risolverebbe la questione giuridica. D’altronde, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin due giorni fa lo aveva confermato: «Faremo il possibile» per «superare i problemi» legali che impediscono il trasferimento di Charlie Gard dal Great Ormond Street Hospital di Londra, dove è ricoverato e dove si è deciso di interrompere le cure giudicate inutili, all’ospedale romano Bambino Gesù, di proprietà della Santa Sede. I problemi legali «sono legati alla nazionalità, al fatto che i genitori non possono portare il bambino fuori dal territorio senza il permesso delle autorità».

Nella giornata di martedì la Segreteria di Stato Vaticano ha valutato la possibilità di rendere Charlie Gard cittadino dello «Stato del Papa»: in un primo momento sembrava un corridoio giuridico percorribile per portarlo nel nosocomio pediatrico presieduto da Mariella Enoc. La diplomazia della Santa Sede non ha incontrato né interpellato esponenti del governo britannico, ma ha approfondito la questione con il nunzio apostolico (l’ambasciatore permanente della Santa Sede) in Gran Bretagna, l’arcivescovo Edward Joseph Adams, contattando anche la famiglia di Charlie. Però è stato tutto inutile: si è appurato che con questa soluzione l’impedimento decisivo non si supererebbe.

Infatti il via libera al trasferimento da Londra arriverebbe solo se il Bambin Gesù fosse disposto a eseguire la sentenza della Suprema Corte, ossia staccare i macchinari che tengono in vita il neonato vittima di una malattia rarissima, la deplezione mitocondriale. Ma ovviamente, come ha confermato Enoc, l’ospedale del Papa «non può considerare questa opportunità». E «la Farnesina ha ottenuto la stessa risposta che l’Ospedale di Londra ha dato a noi – aggiunge Enoc – Loro non possono trasportare il bambino a meno che non applichiamo il protocollo indicato, che prevede di non praticare nessuna cura al bambino e di staccare la spina. È ovvio che abbiamo risposto di no». Enoc ha confermato che comunque i medici che seguono le malattie rare dell’ospedale Bambino Gesù sono al lavoro con altri esperti internazionali – tra cui colleghi Usa – per mettere a punto un protocollo di trattamento sperimentale per il piccolo Charlie. E ieri mattina la mamma ha parlato con gli specialisti dell’ospedale romano dopo il contatto del giorno prima con la stessa presidente.

La Santa Sede era entrata in campo in soccorso di Charlie lunedì, il giorno dopo l’appello di papa Francesco affinché si curi Charlie fino alla fine dei suoi giorni. Mentre monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che si occupa di questi temi, ha dichiarato: «Staccare la spina a un malato è una cosa che mi fa ribrezzo», ed «è orribile che i tribunali decidano della vita di una persona».

Caro Charlie, perché vorrei salvarti la vita
EDITORIALI

L’ultimo giorno di Charlie Gard

Oggi i medici inglesi staccano la spina al piccolo Charlie Gard, il bambino britannico gravemente malato e finito al centro di una battaglia legale. I genitori…

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/L’ultima battaglia per Charlie
lastampa/Il tentativo impossibile del Vaticano dare la cittadinanza al piccolo DOMENICO AGASSO JR, ANDREA TORNIELLI

Eccellenza-Sporting Ischia: riconfermato il tecnico Isidoro Di Meglio

Alla presenza e su invito del Commissario pro tempore dell’ASD Isola di Procida ( in attesa di cambio di denominazione in Sporting Ischia) Cristian Balestriere, si sono riuniti gli ex soci dell’Asd Florigium Nuova Ischia : Ivano Balestriere, Giovangiuseppe Di Meglio e Gerardo De Rosa i quali hanno confermato la loro volontà di proseguire nel progetto sportivo con la nuova associazione nel più stimolante campionato di Eccellenza.

Al tempo stesso è volontà comune in primis la trasformazione dell’Asd in società di capitali e pertanto il commissario pro tempore nelle prossime ore incaricherà il dottor Giuseppe Di Meglio ad avviare tutte le procedure per codesta trasformazione.

In ordine ai ruoli ed alle cariche dirigenziali in virtù di possibili ingressi di nuovi ed importanti soci all’interno dell’organico ci si è dati appuntamento per sabato 15 luglio nell’assemblea che sarà convocata alla presenza di tutte le anime che comporranno la società per meglio indicare ruoli e cariche dirigenziali.

Al momento però appare chiara l’esigenza di avviare il progetto tecnico onde non perdere le opportunità derivanti dal mercato; a tal proposito sono stati conferiti all’unanimità il ruolo di direttore sportivo ai signori Peppe Scotti e Gianni Di Meglio, il ruolo di Mister della prima squadra ad Isidoro Di Meglio ai quali è stato dato un primo budget di spesa che consenta di avviare le trattative e assemblare l’organico in attesa di eventuali e migliorativi sviluppi societari.

In relazione al progetto sportivo allo stato attuale viene confermato quello da sempre annunciato di valorizzazione dei migliori ragazzi isolani con adeguati inserimenti di giocatori della terraferma.

Sugli obiettivi ci si riserva alla data dell’assemblea ed ad una relativa conferenza stampa che chiarirà a 360 gradi le prospettive dello Sporting Ischia.

Convocato dalla Roma per il ritiro, ma Mario Rui sarà del Napoli

Convocato dalla Roma per il ritiro, ma Mario Rui sarà del Napoli

Ufficialmente convocato per il ritiro di Pinzolo con la Roma, Mario Rui è sempre più vicino al Napoli come rivela la Gazzetta dello Sport: “Tra l’altro, in attesa del raduno di oggi, c’è anche da registrare la curiosità sul calore dell’abbraccio del tifo giallorosso per la squadra. Intanto a Trigoria si sono visti già Florenzi e De Rossi, con quest’ultimo che però non parteciperà al ritiro di Pinzolo, la cui partenza è prevista per domani. Del gruppo giallorosso non faranno parte Ponce, per cui è vicino un trasferimento all’estero (probabilmente Spagna) e Zukanovic, che è virtualmente del Genoa (in prestito). Sarà in ritiro invece Mario Rui. Intendiamoci, il trasferimento al Napoli sembra essere questione di non molti giorni, visto che la distanza tra le parti è poca, ma la Roma non intende fare sconti”.

Il Torino si convince a fare sul serio per Zapata: offerta vicina

Il Torino si convince a fare sul serio per Zapata: offerta vicina

Duvan Zapata, attaccante colombiano del Napoli, è tornato in azzurro dopo il prestito biennale all’Udinese ed è in ritiro con la squadra a DimaroFolgarida. Il Corriere dello Sport che Zapata di talento ne ha e ha anche la voglia lecita di “rifugiarsi altrove per sfuggire alla concorrenza che il Napoli tornerebbe ad imporgli“. Il Torino si sarebbe convinto a fare sul serio: sul piatto ci sarebbero poco meno di venti milioni di euro.

Ounas già regala i primi lampi di tecnica

Ounas già regala i primi lampi di tecnica

L’unico volto realmente nuovo del Napoli, dopo il primo giorno di ritiro a Dimaro-Folgarida, è rappresentato dall’attaccante franco algerino Adam Ounas. Il Mattino prova racconta il primo allenamento in azzurro del calciatore arrivato dal Bordeaux: Ounas gioca nel ruolo di Callejon e regala già i primi lampi della sua tecnica nella sfida a due tocchi e ad alta intensità. Qualche bella giocata, i primi colpi del suo repertorio: il ventenne franco-algerino si è calato immediatamente nella nuova realtà. Catturato dall’entusiasmo dei tifosi napoletani, stregato al primo impatto in Trentino con la nuova tifoseria: tanti applausi per lui appena scende dal pullman”.

 

Berenguer-Napoli, domani incontro decisivo tra le dirigenze

Berenguer-Napoli, domani incontro decisivo tra le dirigenze

La Gazzetta dello Sport riferisce che domani potrebbe essere il giorno decisivo per Alex Berenguer“Saranno le prossime per Alejandro Berenguer. Domani, ci sarà un incontro coi dirigenti dell’Osasuna per provare a chiudere la trattativa. Ci sono 3 milioni di differenza tra la richiesta (9) e l’offerta (6 più bonus). In società c’è ottimismo, c’è la convinzione che, alla fine, si troverà la soluzione e l’esterno spagnolo potrà essere annunciato. C’è un problema, però, che potrebbe mandare all’aria tutto, perché se domani non verrà trovato l’accordo, l’Osasuna potrebbe trattare col Torino che lo ha richiesto”

Reina ha incontrato Giuntoli prima della partenza per Dimaro: presa la decisione

Reina ha incontrato Giuntoli prima della partenza per Dimaro: presa la decisione

La Gazzetta dello Sport scrive sul futuro di Pepe Reina: “Resterà, al di là dell’esito dell’incontro che avrà, sabato, con Aurelio De Laurentiis per l’eventuale rinnovo del contratto. Prima della partenza per Dimaro, infatti, il portiere si è incontrato con Cristiano Giuntoli, il diesse, il quale gli ha comunicato la decisione del club, assicurandogli che sarà lui il titolare in questo inizio di stagione, preliminare di Champions League compreso, senza garantirgli nulla, però, per il futuro. Una condizione che Reina ha dovuto accettare, perché gli è stato anche detto che la società non ha alcuna intenzione di cederlo. Dunque, si arriverà alla scadenza del contratto, a giugno prossimo. Poi, toccherà a lui decidere se restare con un incarico dirigenziale o tecnico, oppure andare a giocare altrove”.

Caso Yara, corte nega video difesa: ”Non ci facciamo suggestionare”

I video ‘ricostruiti’ dalla difesa di Massimo Bossetti non saranno proiettati in aula. Il presidente della corte d’assise d’appello di Brescia, Enrico Fischetti, non usa mezzi termini per spiegare alle parti che la cornice del secondo grado e delimitata “dagli atti e dai documenti” già in possesso dei giudici e che qualsiasi slide o foto che la difesa vuole mostrare in riferimento all’omicidio di Yara Gambirasio “deve già far parte del processo, nuovi documenti o semplici deduzioni non sono ammesse, ciò che è nuovo va acquisito. Le slide vanno quindi ‘depurate’ da cose fuori dal processo che ha già atti corposi”, circa 25 faldoni.

In particolare, il presidente che ha ricordato la sua esperienza in caso di omicidi, evidenzia la singolarità da parte della difesa Bossetti – in un processo appello – di richiesta di mostrare in aula dei video e su questo non ammette repliche: “Nessun video ‘ricostruito’ verrà proiettato. Noi non ci lasciamo suggestionare, ma il video non ci serve: avete già depositato 258 pagine di motivi di appello e altre 110 di motivi aggiuntivi, c’è scritto tutto anche in modo esteso”.

Alla difesa, che ha iniziato l’udienza chiedendo di poter proiettare in aula dei documenti, la decisione della corte ‘smorza’ le armi. Le foto e le slide “di cui abbiamo la sicurezza che fanno riferimento a documenti e trascrizioni sono ammesse, quelle nuove o che sono vostre deduzioni no”, chiosa il presidente della corte. Ora i difensori dell’imputato, Paolo Camporini e Claudio Salvagni, sono pronti a mostrare in aula alcune slide “che rendono più chiari i dati grezzi sul Dna” e mostrare con delle immagini le caratteristiche del furgone di Bossetti.

DIFESA – Il Dna è la prova regina contro Bossetti ed è su quella traccia genetica che la difesa dell’uomo torna a chiedere una perizia per far luce su una “anomalia” che continua a dividere. La traccia mista trovata sugli slip e sui leggings della 13enne scomparsa da Brembate il 26 novembre 2010 appartiene alla vittima e a ‘Ignoto 1’, poi identificato nell’imputato. Ma in quella traccia il Dna mitocondriale (indica la linea materna, ndr) non corrisponde a Bossetti.

“Un’anomalia che non inficia il resto: solo il Dna nucleare ha valore forense”, sostiene l’accusa. Un “mezzo Dna contaminato” la cui custodia e conservazione “sono il tallone d’Achille” di un processo “indiziario”, la tesi dei difensori Claudio Salvagni e Paolo Camporini che oggi dedicheranno gran parte della loro arringa – davanti ai giudici della corte d’assise d’appello di Brescia – per chiedere l’assoluzione del loro assistito.

“Intorno al processo c’è tanta confusione: sono finite le tracce migliori – 31G19 e 31G20 su leggings e slip – ma ci sono ancora i reperti e gli estratti. Se hanno esaurito una traccia straordinariamente pura e abbondante non è un problema della difesa. Deve consentirsi all’imputato di difendersi e quindi serve una perizia”, le parole di Salvagni alla vigilia dell’udienza a cui, come sempre, assiste Bossetti. Tolta la traccia genetica, contro l’uomo in carcere dal 16 giugno 2014 resta “un’inconsistenza di elementi”.

Dai passaggi del furgone davanti alla palestra – “non è il suo” a dire dei legali – alle sfere metalliche e alle fibre trovate sul corpo di Yara “che nulla svelano su Bossetti”, fino alle ricerche ‘hot’ online “successive alla morte della 13enne”. La difesa chiederà “un atto di coraggio” ai giudici per assolvere chi da sempre si dichiara innocente.

“Non è Massimo Bossetti il colpevole”, contro di lui ci sono elementi “che non consentono di condannarlo”. Con queste parole il difensore Salvagni si è poi rivolto ai giudici. Rivolgendosi ai giurati popolari, l’avvocato cita il caso Simpson e le parole di chi era stato chiamato a decidere: “uno di loro ha detto ‘credo che probabilmente sia stato lui, ma non c’erano le prove’. Questo è uno stato di diritto, se giudichiamo con la pancia non arriveremo mai a una sentenza oltre ogni ragionevole dubbio. Se permangono dei dubbi voi dovete assolvere: questo deve fare un giudice, un uomo che giudica un altro uomo”.

Qui, ricorda il legale “C’è in ballo la vita di un uomo e delle persone a lui vicine, questo non vuol dire dimenticare Yara, ma volere il vero responsabile dell’omicidio”. Alla “povera vittima che non abbiamo mai dimenticato” il pool della difesa rivolge in apertura un pensiero, “perché la piccola Yara deve avere giustizia, ma ci vuole il colpevole, non un colpevole qualunque”. Le parole più dure sono rivolte alla pubblica accusa: “Ho sentito cose incredibili, ho sentito cose false, suggestive, creative, sbagliate e contraddette dagli atti”.

Il difensore di Bossetti non nasconde il lavoro “incredibile” fatto nella ricerca della verità – “Abbiamo una montagna da scalare ma siamo sereni perché siamo dalla parte del giusto” dice Salvagni – e rivendica la scelta “di un approccio scientifico”, che richiede risposte certe sulla traccia del Dna e sulla necessità di una perizia che tornano a chiedere a gran voce. Rispetto a dati grezzi “ottenuti a fatica”, a reperti mai visti dal vivo, “io devo fare un atto di fede, ma se permettete io voglio una risposta scientifica”.

Sulla traccia mista – di Yara e Ignoto 1 – trovata sugli indumenti della 13enne uccisa il 26 novembre 2010, la famosa 31g20 “su 18 amplificazioni ce ne sono svariate che fanno schifo”. Sul Dna ci sono “261 criticità” e per la difesa “un Dna con quelle caratteristiche di purezza non può resistere più di poche settimane, non può essere così puro”. La difesa si scaglia anche sulla foto satellitare del campo di Chignolo d’Isola del 24 gennaio 2010, già a disposizione della procura di Bergamo “ma non confluita negli atti” a disposizione della difesa. Un’immagine che è “un elemento importante, da valutare” perché se Yara non c’è su quel campo “sarebbe tutta un’altra storia”. Se la difesa promette “dati oggettivi, scientifici”, l’appello ai giurati è di ascoltare “con mente aperta”, perché in questo caso gli elementi “non consentono di condannare Bossetti”.

PARTE CIVILE – “Quel povero fagottino nero sotto la pioggia non poteva rappresentare la preda perfetta per chi ha una passione insana?”. L’avvocato Andrea Pezzotta, parte civile nel processo contro Bossetti, raffigura così la sera del 26 novembre 2010 quando di Yara Gambirasio si perdono le tracce. Un delitto per il quale è stato condannato all’ergastolo Bossetti che viene descritto come una persona “sadica” capace di usare contro la 13enne una “violenza gratuita che va oltre l’intenzione di ucciderla” e ha quella “di far soffrire la vittima”.

Non un è delitto d’odio – “manco si conoscevano Yara e Bossetti, che motivo aveva di odiare la bambina più solare del mondo?” si chiede – ma un delitto commesso da chi ha una “natura sadica e il movente non può essere che quello sessuale” come individuano i giudici di primo grado nelle loro motivazioni. Nel suo intervento davanti alla corte d’assise d’appello di Brescia, il legale ricorda che Yara era “un’ombra nera sotto la pioggia. Yara poteva suscitare solo sentimenti di tenerezza e protezione, ma questo in una persona normale. A nessuno in quest’aula, tranne a uno, poteva suscitare altro”, dice ricordando le ricerche ‘hot’ sulle minorenni trovate sul pc portatile dell’imputato. L’avvocato Pezzotta ha chiesto ai giudici di confermare la sentenza all’ergastolo inflitta a Bossetti.

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Maradona: “Nessun popolo mi ha voluto bene come i napoletani. Chi ama non dimentica”

Diego Armando Maradona ha ricevuto la cittadinanza onoraria nel Municipio di Napoli. Queste le dichiarazioni rilasciate dal Pibe de Oro:

“Sono cittadino attraverso un pezzo di carta importantissimo. Però sono cittadino di Napoli da quando sono arrivato. Ringrazio il sindaco De Magistris per avermi messo in mezzo a tutto questo e voglio ringraziare tutta Napoli. In giro per il mondo vedo sempre scritte col mio nome in questa città: chi ama non dimentica. Nessun popolo mi ha voluto così bene quanto i napoletani. Grazie anche a quelli che non volevano che io diventassi cittadino napoletano, perché così si dimostra che abbiamo una democrazia e possiamo parlare. Vogliamo dimostrare di aver fatto qualcosa per questa città”.

De Magistris: “Cittadinanza onoraria a chi ci ha fatto sognare con la maglia azzurra. Diego il più forte di sempre”

Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine della cerimonia per il conferimento della cittadinanza onoraria a Diego Armando Maradona:

“Oggi consegniamo, su volontà del consiglio comunale di Napoli e della giunta, la cittadinanza onoraria a Diego Armando Maradona. Condivido le parole dette da Diego ieri riguardo al fatto che è napoletano da quando ha indossato la 10 azzurra. Oggi accade una cosa ancora più importante: la sostanza si unisce alla forma. Con la sua genialità Diego ha fatto sognare i tifosi napoletani. Poi ha trasformato i sogni in realtà, per questo merita la cittadinanza onoraria. Nessuno dimenticherà il primo scudetto, oggi le polemiche si dissolvono. Resterai per sempre il nostro numero 10 ma adesso sarai ufficialmente un cittadino napoletano. Siamo orgogliosi di consegnare la pergamena con cui si conferisce la cittadinanza onoraria al calciatore più grande di tutti i tempi”.

Juve Stabia – un futuro dottore tra i gialloblù?

In attesa di tornare a correre sulla fascia, Cancellotti corre verso gli esami

C’è chi sfrutta l’estate per riposarsi, chi per scatenarsi e chi per studiare. È il caso di Tommaso Cancellotti; il terzino destro della Juve Stabia è infatti iscritto da poco più di un anno all’università e sta approfittando di questo periodo, in cui il tempo libero è maggiore, per dedicarsi agli esami.

Scienze motorie è la facoltà scelta da Cancellotti che ha deciso quindi di dedicarsi allo sport anche dal punto di vista universitario. Stessa facoltà di Dries Mertens; il folletto belga del Napoli è infatti laureato in scienze motorie.

Non solo Mertens, però; Cancellotti infatti continua nella scia di tanti suoi colleghi che hanno deciso di tentare, con successo, la strada universitaria parallela alla carriera calcistica. Chiellini, Stendardo, Ogbonna, De Silvestri sono solo alcuni dei calciatori che hanno potuto indossare la corona di alloro tanto ambita da tutti gli studenti.

In attesa di vederlo sfrecciare nuovamente in campo, auguriamo a Tommaso di poterlo chiamare in un futuro non troppo lontano Dottor Cancellotti.

A Vestone la cultura del farsi prossimo: una sfida lanciata e accolta (Andrea Barretta)

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Con l’Associazione “Via Glisenti 43” di Vestone e la Cooperativa Co.Ge.S.S.

Si è conclusa con una mostra a Vestone la serie di incontri che ha messo a confronto il mondo dell’arte e quello dei diversamente abili. L’ambito è stato il progetto “Includere è un’arte”, con artisti chiamati ad essere imitazione e sequela nel testimoniare vicinanza e sintonia con chi ha più bisogno, ed esprimere la semplicità verso la ricchezza interiore maturata nel disagio, nella percezione di una festa della vita come prova d’esistenza.

La sede è stata l’Associazione “Via Glisenti 43” di Vestone, in provincia di Brescia, diretta da Gianfausto Salvadori, in un progetto con il contributo di Sergio Monchieri mentre, a tenere gli onori di casa, la presenza di Giovanni Parco Zani che ha coordinato i volontari della Cooperativa sociale onlus Co.Ge.S.S., presieduta da Angelo Tosana, con i quali è nata la collaborazione.

L’idea si è concretizzata nell’attivare un’officina creativa nella prospettiva di dare forma a un’esperienza solidale.

Così, per sedici mercoledì da febbraio a giugno, ventotto artisti hanno approntato una sorta di laboratorio e hanno realizzato, insieme agli ospiti diversamente abili, un’opera poi esposta insieme ai lavori dei disabili che al mattino e al pomeriggio si sono alternati nelle sale di “Via Glisenti 43”. Infine, la possibilità di acquistarle in un’asta di beneficenza il cui ricavato andrà a sostenere nuovi piani di inclusione sociale della Co.Ge.S.S., come altri già attivati tra cui la gestione a cura di propri assistiti di locali pubblici come i “Non solo bar” di Lavenone e di Serle.

Quante volte, soprattutto nei momenti difficili ci soffermiamo a interrogarci in silenzio su quel programma di vita che vorremmo ma non sempre abbiamo. Quante volte lo abbiamo chiesto a noi stessi ma altrettante volte ammettiamo che non sappiamo capire la felicità di chi ha poco e procura gesti d’interessamento nel riuscire a vedere quanto molti non vedono. E’ un dono, allora, la disabilità che dà la forza di condividere la gioia senza nulla in cambio che non la generosità di un affetto istantaneo, carico di emozioni nell’affermare l’amore come valore contagioso. Tant’è che la partecipazione s’è allargata ad alcuni convitati come la locale scuola d’infanzia, la “Cooperativa Sociale La Rete”, e altri artisti che hanno voluto fermarsi in una disposizione solidale. Non solo.

A dare attestazione di amicizia c’è stato l’aiuto dell’Associazione Artisti Bresciani, presieduta dal giornalista e  scrittore Massimo Tedeschi succeduto a Dino Santina proprio nel periodo degli incontri, e di Sabrina Paola  Tengattini nel dare adesione tangibile. Inoltre vanno citati i patrocinatori: Fondazione Vittoriale degli Italiani,  Garda Musei, Unione Cattolica Artisti Italiani, Associazione le Stelle, Rotary Club Valle Sabbia, Comunità Montana Valle Sabbia, Fondazione di Partecipazione StefyLandia.

La parola d’ordine è stata “interagire”, in uno spazio condiviso di riflessione e creazione in cui l’attività dell’artista, insieme alle persone con disabilità, ha potuto giungere alla materializzazione di concetti nati da uno spunto comune nel praticare l’arte come abbattimento di barriere sia mentali che materiali nei confronti di chi o cosa è altro da noi, un altro degli scopi della Co.Ge.S.S., prospettati dalla coordinatrice dell’attività sociale, Alessandra Bruscolini, nell’illustrare l’aspirazione di rinnovare il pensiero comune e i servizi a favore delle persone svantaggiate, e operare a prescindere dalle abilità caratteristiche per dare a tutti la facoltà di vivere in uno stato di benessere sociale e psicologico.

Ecco, dunque, che le risposte sono state visibili e vivibili, in giornate indimenticabili che hanno guidato alla qualità e condizione di ciò che si è, nel ritrovare l’onore nella scoperta reciproca di aver avuto accanto persone disposte a comprendersi. A queste consapevolezze, e non ad altre, ha mirato questo proponimento: per pronunciarsi, per raccontarsi, per proporre a chi si isola per scelta, ad aprirsi per capire l’handicap che non ha bisogno di essere giustificato. Allora, questo “includersi” a vicenda è stato il contributo che si è inteso offrire come esempio di civiltà in un’assemblea corale in “Via Glisenti 43”, che fa onore alla stessa comunità locale e che ha visto insieme le componenti di quella collettività che risponde a un invito, che ascolta e partecipa, e che non resta cieca e sorda al richiamo di quanti operano con sacrifici alla cura e all’ospitalità.

Un esempio che non va disatteso. L’inizio di un cammino avendo come dimostrazione un’associazione culturale e una cooperativa con persone schive e riservate in servizio volontario e non solo, come solo chi ha l’accezione del prossimo può esserlo, come solo chi sa mostrare l’alternativa dialettica della solidarietà nella direzione di chi l’ha persa. Verso certa politica che evidenzia la dicotomia dell’annuncio del fare con azioni che suscitano perplessità nel non procedere a nulla in aiuto, nel ridurre l’accettazione dell’altro, del diverso, a morale sbrigativa, soprattutto nei confronti dei disabili adulti. Questi ultimi, infatti, si ritrovano spesso in una situazione di privazione dei servizi offerti dal sistema sanitario e rischia di cadere in un processo di regressione che li allontanano dall’acquisizione o dal perfezionamento di nuove abilità che gratifichino, portando ad un buon livello di autonomia e competenza.

La scelta, qui e sempre, invece, dovrebbe essere quella di una lettura di storie personali che rappresentino una  visione di avvicinamento nel rilevare la capacità dell’individuo di ritrovare se stesso in una società in cui si pensa  all’handicap come a un settore che non dà ma che chiede assistenza, mentre il cambiamento – non ancora totale ma molto è stato compiuto se non avviato – è nell’orizzonte di un sistema socio-culturale con i disabili componenti attivi. Certo non esiste un profilo, ma tanti profili, ognuno con il proprio vissuto e il proprio modo di essere, cui va offerta una relazione con quanto è nelle loro potenzialità, per integrarsi in maniera autentica, per scoprire insieme risorse, valorizzarle e contribuire a svilupparle, facilitando quel percorso di crescita che porti ciascuno alla piena costruzione e alla percezione consapevole del proprio sé.

Un presente da essere vissuto se conduce verso una meta così grande da giustificare la fatica del cammino, perché la civiltà di un popolo si misura dalla sua forza di servire la vita, e perché una società che desse spazio solo a chi è del tutto autonomo e indipendente, non sarebbe degna dell’uomo, per quanto c’è di straordinario nei diversamente abili e che vale la pena di scoprire.

Tutto qui il senso di queste giornate, e non è poco. L’Associazione “Via Glisenti 43” ha inteso allontanare le discriminazioni, per scelte fatte non in base all’efficienza ma in relazioni autentiche nelle quali poter essere  riconosciuti come persone nel modello che possa suscitare l’impegno concreto di mantenere l’itinerario segnato dal nessuno escluso, per arrivare a qualcosa di buono, aiutati anche dall’arte.

Per questo in “Via Glisenti 43” tutti si sono sentiti parte di un’avventura: un cuor solo e un’anima sola, mentre  palpitanti mani hanno disegnato e colorato la felicità di esserci e a dire: “Ecco, ci siamo…”, siamo con te, nel  germoglio radicato nel messaggio che chiama la carità come forma incline alla vita associata, che spinge a farsi  carico nel restare edificati dalla fraternità che ha animato ogni ritrovo.

Non sorprende, dunque, l’incarnarsi del seme che dà speranza, ed eccoli, seduti intorno ai tavoli, personaggi in  prima fila, scomposti nei movimenti ma sempre con un sorriso, ed ecco più indietro una ragazza che alza le braccia quasi a voler toccare la nuvola che vuole riprodurre dai suoi pensieri, e tutti hanno il volto che s’illumina quando sentono di essere stati bravi, come quando odono la voce della mamma o quella di un fratello. E d’incanto tutto intorno scompariva, non esisteva più nulla, perché non si è mai visto niente di così limpido.

C’è sicuramente molta retorica intorno all’handicap e spesso si dimentica la realtà, quella di tutti i giorni, per  ribadire che di diversamente abili è bene parlarne sotto l’aspetto della quotidianità e non per momenti sporadici.

E’ bene asserirlo senza usare luoghi comuni, senza quel pietismo che imbarazza sia chi lo pratica sia chi ne è il  destinatario. Ma come vincere stereotipi e ipocrisie quando il disabile non ha pari rispettabilità con le diversità che ognuno di noi riveste rispetto all’altro, quando sul concetto di “persona” non s’investe e la coscienza di una propria equivalenza è relegata nella separazione dagli altri?

Quando assumiamo passivamente il relativismo pervasivo, il risultato è lo svuotamento della coesione sociale in cui un approccio con i disabili incontra non poche difficoltà. Non tutti, lo sappiamo, possono accedere ad abilità professionali, ma non per questo vanno abbandonati piuttosto che spronati ad acquisirle, con rendiconti che costituiscano il fulcro di un capitale umano attivo e consapevole, quando per indirizzo sociale e lavorativo, nonché per la frequentazione scolastica, s’intende la possibilità di un inserimento che tenga conto dei suoi requisiti fisici e mentali. Pertanto è fondamentale influire in maniera autentica, per scoprire insieme queste risorse, come fa la Co.Ge.S.S. che da circa vent’anni ne affronta lo scopo, nel principio della riabilitazione, nel riconoscimento di tutte le espressioni, e dà risposte alle famiglie nell’ansia del pensare al “dopo di noi?”, nell’aiuto per uscire dalla paura dell’incertezza.

Ogni occasione, come questa di Vestone, va colta come consapevolezza, perché il molto sarebbe niente senza il poco di tanti. Perché lo dobbiamo a quanti soffrono, come per le beatitudini che ne mostra il cammino, quando per nove volte c’è una lode a coloro che sono in difficoltà, i poveri, gli umili, i miti, i perseguitati. Per nove volte, allora, diciamo grazie all’Associazione “Via Glisenti 43” e alla Cooperativa Sociale Co.Ge.S.S., che con “Includere è un’arte” hanno esteriorizzato la stessa prossimità, in giornate in cui c’è stata la volontà di sconfiggere l’indifferenza nell’impegno costante per un orizzonte più sereno e, nel contempo, il creare un contesto di aspettative realistiche nel prendersi cura in risposta ai bisogni del farsi carico nella sua globalità.

Crediamoci, ed è questa la sfida da lanciare, consapevoli che questa cultura sia raggiungibile con interventi di  sostegno familiare e la partecipazione allo sviluppo dei servizi educativi e terapeutici disponibili, senza fare  confusione su Stato sociale e Stato assistenziale. Perché si giocherebbe sulle parole a danno sempre dei più deboli, e si ritarderebbe l’attuazione di un circuito comune in cui i disabili possano essere trattati con dignità, e sostenere l’attività, la ricerca e le iniziative degli enti e delle istituzioni che vi si dedicano.

Andrea Barretta

FOTO ViViCentro – Dimaro, gli scatti del primo giorno di allenamento

FOTO ViViCentro – Dimaro, gli scatti del primo giorno di allenamento

Il Napoli è arrivato questo pomeriggio a Dimaro e ha già sostenuto la prima seduta di allenamento sul comunale di Carciato. In campo tutti, tranne Maksimovic. C’era anche Ounas, l’ultimo arrivato. Questi gli scatti.

Clicca sulle foto per ingrandirle.

Siracusa – Santurro: il matrimonio non s’ha da fare

Antonio Santurro, portiere del Siracusa piace a molte formazioni. Nei giorni scorsi la dirigenza dei Leoni ha provato un contatto per far rinnovare il matrimonio tra il portiere ex Juve Stabia ed i Leoni Aretusei.

La nostra redazione ha raccolto in esclusiva una notizia, ossia che le prove di rinnovo diventano sempre più difficili e ormai impossibili, ad oggi, perché un top club di Lega Pro e due team di serie B stanno corteggiando il bravo portiere.

“Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai”, dissero i bravi al povero don Abbondio ne “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni. Così Santurro sembra più propenso ad accettare la proposta di una squadra che potrebbero fornirgli quel balzo in più che al momento il Siracusa, per varie ragioni, non può offrirgli. Forse la società ha aspettato più del dovuto per proporre il suo rinnovo e Santurro, visto la sua stagione sportiva, è un portiere troppo appetibile per chi cerca giovani talenti.

Ora cosa succederà? Il Siracusa lascia oppure raddoppia? Per citare un popolare programma televisivo. Nella prossime ore capiremo meglio questa trattativa che al momento vede il portiere molto lontano dal De Simone

Mercato Roma, ecco il fronte di chi resta: El Shaarawy rifiuta la Cina e l’Inter molla la presa su Nainggolan

NOTIZIE AS ROMA – Stephan El Shaarawy si trova bene all’ombra del Colosseo e non ha nessuna intenzione di cambiare aria. L’esterno offensivo, che nella stagione 2016/2017 ha totalizzato sul campo 1623 minuti giocati spalmati nell’ambito di 32 presenze stagionali con uno score di 8 reti segnate e 6 assist forniti, ha attirato su di sé le attenzioni di alcuni club di Premier e di Liga. Secondo Tuttomercatoweb, anche i cinesi avrebbero tentato un approccio destinato, però, a cadere nel vuoto. Sì, perché il ragazzo è intenzionato a rimanere a Trigoria per giocarsi le sue possibilità con Di Francesco. Il tecnico, infatti, predilige il gioco sulle fasce e ha già fatto sapere a Monchi che avrà bisogno di diversi ricambi su quella zona di campo, per poter far rifiatare i più “spremuti” nell’arco 3 competizioni. Il contratto che lo lega ai giallorossi scadrà nel 2020 e le lusinghe di altri club sono state rispedite prontamente al mittente.

NIENTE INTER PER IL NINJA – Anche per Radja Nainggolan non sembra essere assolutamente in discussione la permanenza a Roma. Infatti, l’Inter che è a caccia di un rinforzo per la linea mediana, dopo giorni di pressing sul centrocampista belga sembra aver virato su Arturo Vidal. Il perché di questa scelta? Un po’ le evidenti difficoltà per il duo Sabatini-Spalletti di una trattativa da intavolare con la loro ex società (la Roma), un po’ per il fatto che la quotazione di mercato del cileno è decisamente più bassa (sono solo 2 gli anni di contratto che lo legano ancora al Bayern).

Claudia Demenica

 

 

Sportitalia – Torino su Duvan Zapata: pronta un’offerta da 18 milioni più bonus

Alfredo Pedullà, giornalista di Sportitalia ed esperto di calciomercato, scrive sul proprio portale ufficiale

“Duvan Zapata corteggiatissimo e in uscita da Napoli. Lo hanno cercato in tanti, Cina compresa, ma nelle ultime ore il Toro ha fatto uno scatto fortissimo. Al punto che si può chiudere in tempi brevi. Di Zapata nella lista granata vi avevamo parlato un mese fa, è un pallino Toro da sempre. Nel frattempo lo hanno cercato Sassuolo, Atalanta, Watford, Everton, persino dalla Cina. Il Toro ha fatto diversi sondaggi per Simeone (seguito anche dalla Fiorentina), ma può chiudere per Zapata nel giro di sette-otto giorni.

Un discorso che non comporterebbe inevitabilmente la cessione di Belotti (c’è comunque una clausola da 100 milioni per l’estero) considerato che nelle intenzioni di Mihajlovic il colombiano può giocare in coppia con il Gallo, viste le sue caratteristiche da punta di movimento. Il Toro ha eccellenti rapporti con il Napoli, è pronto a mettere sul piatto 18-19 milioni più bonus. I contatti sottotraccia delle ultime ore possono essere l’anticamera di una svolta senza tirarla troppo per le lunghe. Linea calda per Duvan Zapata al Toro”.

Juve Stabia, questa la possibile data del raduno

Juve Stabia, questa la possibile data del raduno

E’ ormai ufficiale il primo colpo in entrata della Juve Stabia, si tratta di Filippo Berardi, arrivato dalla Primavera del Torino, trequartista tutto pepe, anche se manca l’annuncio ufficiale del club stabiese. Si attende l’annuncio anche del nuovo allenatore, che sarà con ogni probabilità Fabio Caserta e si comincia a lavorare per la nuova stagione a partire dal ritiro.

Secondo quanto raccolto dalla redazione di ViViCentro.it, sono tre le location valutate dal club, una anche nel Lazio, ma non è ancora stata annunciata quella definitiva, mentre è probabile che la data del raduno possa essere quella di lunedì 17 luglio con i canonici 2-3 giorni di visite mediche e la susseguente partenza per il ritiro.

a cura di Ciro Novellino

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Colpo di scena, salta la consegna della cittadinanza a Maradona in piazza: la cerimonia si terrà in Municipio

Quando c’è Maradona per lo mezzo i colpi di scena non mancano mai e anche il conferimento della cittadinanza onoraria non fa eccezione. In questi minuti a Palazzo San Giacomo c’è un gran fermento, il sindaco sarebbe intenzionato a conferire l’onorificenza a Diego proprio nell’androne del Municipio napoletano. Dunque, un de Magistris, probabilmente per le tante polemiche che ruotano intorno a questo evento, che ha deciso di scindere i due momenti. Quello della festa a Piazza del Plebiscito – passerà per la piazza ma non salirà più sul palco – e la cerimonia con Diego. Il sindaco già ieri in qualche modo aveva fatto intuire che ci fosse una riflessione in atto: «Non immaginavo – ha dichiarato – che la cittadinanza a Maradona dividesse in questo modo».
La comparsa degli striscioni contro di lui e le grandi polemiche che ha scatenato la questione del cachet di Diego lo hanno portato alla decisione di mettere al centro del fatto amministrativo la casa dei napoletani ovvero il Municipio. la cerimonia in Palazzo San Giacomo dovrebbe iniziare intorno alle 20. Ultimo ostacolo rimasto per l’ufficializzazione del cambio di programma è il persistere in Municipio dei senzatetto che stamattina hanno occupato alcune sale. Lo riporta l’edizione online de Il Mattino.

A cura di Antonino Gargiulo