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ESCLUSIVA – Juve Stabia, via al bando per il Menti: i dettagli

ESCLUSIVA – Juve Stabia, via al bando per il Menti: i dettagli

Dove giocherà la Juve Stabia il prossimo campionato? Al Menti o al Pinto di Caserta? I tifosi aspettano di sapere con certezza, la società si cautela ponendo le basi per Caserta, ma attende fiduciosa l’avvio dei lavori al manto erboso dello stadio di casa, il Romeo Menti di Castellammare di Stabia.

Secondo quanto raccolto in esclusiva dalla redazione di ViViCentro.it, da fonti molto attendibili, lunedì dovrebbe esserci la certezza della partenza della gara nella stessa giornata. Una gara relativa a ditte specializzate, evitando una rosa ampia. Non dovrà essere, per fortuna, rifatto il sotto del manto erboso sintetico che resta in buono stato, e il che significa recuperare circa 25 giorni, dando la possibilità di cominciare il campionato al Menti, al massimo dalla seconda gara in caso di piccolo ritardo durante i lavori.

Lunedì alla C.U.C. (Centrale Unica di Committenza) parte la gara e il tutto sarà svolto attraverso il Me.PA. (mercato elettronico pubblica amministrazione) con massima trasparenza. Le ditte partecipanti hanno specializzazioni sul tema e questo, ripetiamo, permetterà di accorciare i tempi. La gara sarà chiusa l’8 agosto.

a cura di Ciro Novellino

RIPRODUZIONE RISERVATA previa citazione della fonte obbligatoria www.vivicentro.it

Corbo: “De Laurentiis non faccia l’errore di Ferlaino”

Antonio Corbo per La Repubblica

Il calcio italiano scopre solo ora che è in corso una rivoluzione. La segnala ancora una volta Milano, accogliendo il sempre torvo Bonucci in isterica fuga da Torino. L’altra è quella del 1986. Sono passati 31 anni da quella sera del 26 marzo, quando Silvio Berlusconi scelse la cornice di un teatro, il Manzoni, per rilevare la presidenza del Milan e l’elicottero per apparire il giorno dopo ai giocatori schierati a Milanello con il naso all’insù, sulle note di “Apocalypse Now”. Si aprì una gestione faraonica nel Milan, abbandonato da Giussy Farina, latitante in Sudafrica. Berlusconi non era ancora in politica, sarebbe diventato presto “il dottor cento miliardi”. L’uomo degli scudetti. Il Napoli ebbe poco tempo per vincere primo e secondo scudetto, si illuse di competere con la nuova potenza del calcio europeo, ma presto si sarebbe bloccato il suo motore sovralimentato. Troppo alte le spese. Un errore perdonabile al presidente-tifoso Corrado Ferlaino. Errore che non sarà ripetuto dal presidente- imprenditore Aurelio de Laurentiis. Il Napoli non è stato né sarà travolto dal ciclone cinese.

Ora è ancora Milano a elevare i livelli di investimenti e rischi. Comincia l’Inter pagando 45 milioni a Joao Mario, se non è una follia questa. Ci si mette il Milan reinventando la squadra. Dopo i 6 milioni di ingaggio a Donnarumma e il settimo perché «tutti abbiamo un fratello», ecco arrivare: Musacchio, Ricardo Rodriguez, Conti, Kessié, Calhanoglu, André Silva. Non esita ora a concedere asilo e un vagone di soldi a Bonucci, 40 milioni in quattro anni. Tutto questo avviene in serie A, che dalla prima elezione di Tavecchio presidente (2014) corre verso i due miliardi di deficit, con l’opaca finanza orientale che si espande nello sfacelo finanziario del campionato, con l’insidioso betting che offre sponsor. L’addio di Moratti ne porta uno anche sulla maglia dell’Inter. È anche questo il segno di una rivoluzione purtroppo trascurata. Ma il Napoli che fa? Si è come isolato nei suoi sogni. Ha scelto un luogo della fantasia, un pianeta lontano dove convivono una società attendista sul mercato e tifosi ormai certi di spodestare la Juve. L’ottimismo dell’ambiente non è eccessivo, ma precoce. Siamo solo a luglio. E nessuno può giurare sulla fedeltà della Var. Il Napoli è stato il primo club a lanciare l’allarme.

L’euforia si giustifica, però, con le dichiarazioni dei giocatori. Parlano dello scudetto come di un evento scontato. A sostenere le loro certezze c’è la promessa di un grande impegno, ma anche il successo dell’ultima primavera, il miglior gioco del campionato espresso dal Napoli di Sarri. Sul gioco e sull’allenatore sta puntando tutto il Napoli. Si spiega la bassa febbre sul mercato. L’esemplare gestione, la distanza dalla crisi che invade il calcio, le promesse di scudetto lasciavano però pensare a qualche colpo. Magari per rafforzare le corsie esterne con fisicità ed esperienza. Arrivano Mario Rui e Ounas, una buona alternativa per Ghoulam e un giovane promettente. Se sono sicuri gli scudetti del bel gioco e del bilancio, si spera bastino per l’altro, quello che tutti aspettano.

Sondaggio della Fiorentina per Pavoletti

Sondaggio della Fiorentina per Pavoletti

La Nazione scrive di un sondaggio della Fiorentina per Pavoletti: “I viola hanno sondato la disponibilità del Napoli (per Pavoletti) e del Sassuolo (per Falcinelli). Attaccanti che piacciono sia a Corvino sia a Pioli, ma anche qui sarà difficile mettere in preventivo o programmare una trattativa senza farla coincidere con un esborso pesante. Molto pesante. Per Pavoletti (a titolo definitivo) ci vogliono 15 milioni in contanti più un bonus o contropartita tecnica, senza trascurare il fatto che la punta fu pagata a gennaio la bellezza di 18 milioni per portarlo dal Genoa al Napoli”

Scambio Karnezis-Sepe, la settimana prossima si può chiudere

Scambio Karnezis-Sepe, la settimana prossima si può chiudere

Il Corriere dello Sport aggiunge nuovi dettagli all’interessamento del Napoli per Orestis Karnezis, portiere greco in forza all’Udinese. I club starebbero pensando ad uno scambio alla pari con Karnezis in azzurro e Luigi Sepe in Friuli. Napoli e Udinese si sono dati appuntamento la prossima settimana.

Juve Stabia – Fabio Caserta: Opportunità unica per me

Fabio Caserta è stato presentato oggi quale nuovo allenatore della Juve Stabia, insieme a Ciro Ferrara

Queste le parole del neo tecnico stabiese:

Per me è un giorno particolare. Pensando a quando sono arrivato, cinque anni fa, questo incarico è il coronamento di un percorso bellissimo. Arrivai da calciatore considerato finito e invece a Castellammare sono rinato ed il legame fortissimo tra me, la società e la Città dura tutt’ora in modo molto forte. Nella mia carriera gialloblù ho incrociato tanti allenatori; cercherò di trarre qualcosa da ognuno di loro, restando sempre me stesso.

Sono orgoglioso di poter rappresentare, in una nuova veste, la Juve Stabia ed i propri tifosi in giro per l’Italia; non facciamo promesse, se non che daremo il massimo in ogni allenamento ed in ogni match. Chi gioca nella Juve Stabia deve uscire dal campo con la maglia sudata, sempre e comunque.

Per me è un’occasione importantissima, in un ruolo che subito dopo il mio addio al calcio giocato non sentivo particolarmente mio. Adesso mi sento completamente immerso in questa realtà. Mi piacerebbe giocare con il 4-3-3 ma credo che siano i calciatori a fare il modulo; cercheremo di essere una squadra duttile ed in grado di dire la propria contro ogni avversario. Negli ultimi anni è cambiato tutto, tant’è che quando si è presentata l’opportunità di allenare le Vespe, per tante notti non ho dormito.

Abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti, noi come il Presidente Manniello, ancora una volta solo nel sostenere questa società. Sarà un anno difficile, con un ridimensionamento, almeno sulla carta, e a maggior ragione speriamo che il pubblico, ed in primis la Curva Sud, ci possa essere molto vicino.

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Mario Rui non si aspettava un’accoglienza così dai tifosi

Mario Rui non si aspettava un’accoglienza così dai tifosi

La Gazzetta dello Sport scrive sul nuovo acquisto Mario Rui: “Un’accoglienza così non se la sarebbe mai aspettata. Pochi minuti e Mario Rui ha capito bene cosa significa giocare per il Napoli. Gli è bastato uscire dallo spogliatoio per dirigersi verso la palestra per ricevere l’ovazione dei suoi nuovi tifosi. A quel punto si è avvicinato alla tribuna per salutare, prima di mettersi al lavoro. Agli amici più stretti ha raccontato dell’emozione provata in quei secondi. La prima missione di Mario Rui sarà quella di insidiare le certezze dell’allenatore, perché al momento è impossibile pensare che il Napoli non ripartirà dai titolarissimi della scorsa stagione. Poi proverà a sfatare l’ultimo tabù, quello del gol: il portoghese non segna in campionato da oltre 5 anni, dal 6 aprile 2012, seconda rete in Serie B con la maglia del Gubbio”

Juve Stabia – Ciro Ferrara: Castellammare piazza importante, daremo il massimo

Ciro Ferrara affiancherà Fabio Caserta quale nuovo allenatore della Juve Stabia

Queste le parole di Ferrara:

Sono onorato dell’incarico che mi è stato affidato. Mi trovo in una posizione invidiata da tanti allenatori, perché la Juve Stabia è una piazza molto importante. Sarà fondamentale l’apporto di Fabio, che conosce come pochi la piazza stabiese, così come l’aiuto di tutto lo staff e soprattutto dei tifosi. Credo sia inutile promettere risultati o vittorie; possiamo solo garantire il massimo impegno, nostro e di ogni calciatore, in ogni gara. Avremo una squadra fatta di tanti giovani, quindi sarà ancora più importante il sostegno della piazza. Mi piace lavorare con i ragazzi, ma bisogna avere la giusta pazienza nei confronti di questi giovani.

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Juve Stabia – Presentazione Caserta e Ferrara. Le parole di Clemente Filippi

Filippi: Sarà una stagione diversa da quelle passate, ma puntiamo a fare bene

Durante la presentazione del duo Caserta – Ferrara ha parlato anche il D.G. delle Vespe, Clemente Filippi.

Queste le dichiarazioni del dirigente gialloblù:

La stagione che è ai nastri di partenza comincia con tante novità. La volontà del Presidente Manniello era quella di cercare aiuti, o anche di vendere la maggioranza delle quote societarie; ci sono stati degli approcci che però non si sono tramutati in qualcosa di concreto.
Siamo così arrivati al decimo anno della gestione Manniello, tifoso prima ancora che patron della Juve Stabia. Ci sono stati nelle scorse settimane e mesi alcuni intoppi, molti non dipendenti da nostre colpe o volontà, che però non ci hanno condizionato. Abbiamo indicato lo stadio di Caserta, quale casa in affitto della Juve Stabia, sperando comunque che il Menti sia disponibile quanto prima. Si tratterà di una stagione, sulla carta, diversa, alla luce delle problematiche esposte e di una rosa da sfoltire in alcuni elementi.
Era nell’aria, ma lo annunciamo ufficialmente oggi, la guida tecnica è stata affidata a Fabio Caserta, ormai stabiesi doc, e Ciro Ferrara, per cui non serve alcun tipo di presentazione. A loro si aggiunge lo staff tecnico al competo.

 

 

Napoli, Antonio Negro riparte dalla Lega Pro: la Paganese lo aspetta

Napoli, Antonio Negro riparte dalla Lega Pro: la Paganese lo aspetta

Antonio Negro è pronto per vivere una nuova esperienza tra i grandi: dopo aver vissuto una stagione in serie B con il Latina, l’attaccante, della primavera azzurra, ripartirà dalla Lega Pro: a puntare su di lui la Paganese, che avrebbe già trovato un accordo con il bomber classe 98. A riportarlo, la Gazzetta dello Sport.

Mercato in uscita, Zapata sul piede di partenza: diranno addio anche Pavoletti, Strinic e Giaccherini

Mercato in uscita, Zapata sul piede di partenza: diranno addio anche Pavoletti, Strinic e Giaccherini

Il Napoli è attivo anche sul fronte cessioni: ci sono da piazzare molti giocatori, che non rientrano nel progetto tecnico di Maurizio Sarri. Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, oltre a Zapata, su cui c’è il Torino, ma anche la Fiorentina, potrebbe andar via anche Pavoletti, che tanto piace a Spal e Udinese. Sul piede di partenza anche Strinic, che ha mercato all’estero, in particolar modo in Turchia, col Galatasaray, e in Inghilterra, con il Watford, e Giaccherini, che interessa ad Udinese, Milan e Atalanta.

Ounas-Napoli, Giuntoli lo seguiva da un anno: su di lui anche Mourinho

Ounas-Napoli, Giuntoli lo seguiva da un anno: su di lui anche Mourinho

Adam Ounas è riuscito finalmente ad approdare al Napoli in questa sessione di mercato. L’interesse, da parte del Napoli per Ounas, non è nato, però, ex nihilo: è da più di un anno, infatti, che Cristiano Giuntoli segue il franco-algerino, sui cui c’era anche il Manchester United di Mourinho. Il ds azzurro ha approfittato della brutta stagione del Bordeuax per accaparrarsi l’esterno. A riferirlo, il Mattino.

Asse Napoli-Udine, suggestione scambio: Karnezis per Luigi Sepe è più di un’idea

Asse Napoli-Udine, suggestione scambio: Karnezis per Luigi Sepe è più di un’idea

Il Napoli è ancora alla ricerca di un secondo portiere che possa sostituire Pepe Reina il prossimo anno. Secondo quanto riporta il Corriere dello Sport, il Napoli sarebbe molto interessato a Karnezis dell’Udinese. Il Napoli avrebbe offerto all’Udinese uno scambio alla pari, con Karnezis all’ombra del Vesuvio e Luigi Sepe in Friuli. Nel frattempo, il Napoli non lo molla la pista Radunovic, portiere dell’Atalanta, che accetterebbe di fare il terzo portiere se Rafael dovesse andar via.

Zapata, il Torino rimane in pole ma la Fiorentina si inserisce

Zapata, il Torino rimane in pole ma la Fiorentina si inserisce

Il futuro di Zapata potrebbe non essere al Torino: secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, sul ragazzo ci sarebbe forte la Fiorentina, che, con la partenza di Kalinc, sarebbe costretta a fiondarsi sul mercato degli attaccanti. Il colombiano, tuttavia, avrebbe già trovato l’accordo con il Torino sulla base di un quinquennale. Anche l’offerta dei granata al Napoli è vicina ad essere accettata: le parti, infatti, non sono poi così distanti.

Mario Rui e l’accoglienza dei tifosi: grande emozione per il portoghese

Mario Rui e l’accoglienza dei tifosi: grande emozione per il portoghese

L’accoglienza di Mario Rui da parte dei tifosi del Napoli è stata ottima, più di quanto ci si aspettasse. La Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, scrive: “Agli amici più stretti ha raccontato dell’emozione provata in quei secondi. Perché lui in fondo è un ragazzo timido, che ama dividere le giornate tra famiglia (sposato con due figli) e lavoro, anche se da giovane aveva due passioni: la PlayStation e Roberto Carlos, il giocatore che lo ha ispirato sin dagli inizi della carriera. Adesso però è tutto casa e campo, e questo suo modo di essere lo ha reso da subito un pupillo di Sarri, maniaco del lavoro”.

Napoli-Trento, le probabili formazioni: out Reina, in attacco ancora Milik

Napoli-Trento, le probabili formazioni: out Reina, in attacco ancora Milik

Il Napoli questa sera scenderà in campo contro il Trento alle ore 21:00 nello stadio dei padroni di casa. Dubbi sulla formazione per Maurizio Sarri. Ancora out Pepe Reina. La Gazzetta dello Sport scrive: “Resta da capire se stavolta farà parte della sfida Pepe Reina, rimasto a riposo per precauzione nella prima uscita. Sarri mischierà le carte, con due formazioni diverse, una per tempo. Il tecnico ha insistito sulla coppia Maksimovic-Koulibaly, per far crescere la fiducia nel serbo, poco utilizzato lo scorso anno. Così in campo:

NAPOLI (4-3-3) Sepe; Maggio, Maksimovic, Koulibaly, Ghoulam; Rog, Jorginho, Hamsik; Callejon, Milik, Insigne. All. Sarri.

De Laurentiis, il figlio: “Maggiore interesse verso il Napoli, progetto in Cina ma anche in Polonia. Pensiamo ad un’app”

De Laurentiis, il figlio: “Maggiore interesse verso il Napoli, progetto in Cina ma anche in Polonia. Pensiamo ad un app”

Ai microfoni del Coriere dello Sport, ha parlato, in una lunga intervista, il figlio del patron azzurro De Laurentiis, Luigi, dichiarando: “Idea Napoli Channel? Ma sono passati gli anni e, con rispetto assoluto verso chi invece ancora ci crede, mi sembra che possa ritenersi superata. La Banda larga ha fatto irruzione  e la nuova fonte di dinamismo è rappresentata dal cellulare. La globalizzazione passa attraverso la tecnologia, la più avanzata: siamo sommersi dall’informazione ed il Napoli, che ha tifosi o simpatizzanti in ogni angolo del mondo, non può restare ai margini del progresso. Si parla di 100 milioni d’ammiratori sparsi nei vari continenti. Noi ci siamo lanciati recentemente in Cina e, quasi a livello sperimentale, da quando sono arrivati Milik e Zielinski, abbiamo aperto pure alla Polonia: i calciatori sono eroi che hanno un loro pubblico e attirano fans, come ci ha confermato un colloquio con un’agenzia americana. Meglio non dare scadenza, per non incorrere in delusioni con noi stessi: però due o tre mesi ancora ci vorranno per mettere a punto il progetto.  E’ una app che trascinerà nell’universo-Napoli. Pensiamo di essere in presenza di un modello di fidelizzazione a presa rapida, un volano che possa rappresentare ulteriore visibilità per un club in costante crescita. I risultati del campo, ma anche quelli delle indagini di mercato, che hanno testimoniato un sempre maggiore interesse intorno al Napoli. Un’applicazione che ti conduce in qualsiasi continente, senza la necessità di dover avere un decoder o un box attaccato al televisore. Cosa darebbe? Tutto quello che il giornalismo non può dare a chi è interessato a conoscere il Napoli pure nelle pieghe della sua quotidianità. Ed a prezzi accessibili, direi contenuti, a cui nessuna piattaforma ti farebbe mai accedere. Il day by day azzurro, declamato con un lessico diverso, con sottotitoli in inglese, francese e spagnolo. Il tifoso è innamorato e come tale va trattato. Gli devi offrire ciò che desidera ma attraverso un linguaggio deistituzionalizzato, senza che l’azienda sia troppo azienda, senza che si senta sfruttato attraverso una bieca forma di commercializzazione. Gli mostri Insigne, lo conduci in macchina con Hamsik, gli fai scoprire calciatori che rubano meno la scena ma che hanno qualità umane che altrimenti resterebbero sommerse. Li portiamo in casa-Napoli e gli portiamo il Napoli in casa”.

Il Terrorismo torna a colpire (Lo Piano-Saint Red)

Il terrorismo torna a colpire in Egitto, 2 turiste tedesche sono state accoltellate a morte, altre quattro appartenenti a nazionalita’ diverse sono rimaste ferite in un resort nella nota località di Hurghada, sul Mar Rosso.

A compiere il vile assalto è stato un ventenne arrivato a nuoto sulla spiaggia, poi una volta riuscito ad intrufolarsi nel resort, ha seminato morte e paura prima di essere arrestato.
Una dinamica simile alla strage e’ avvenuta a Sousse in Tunisia nel giugno del 2015, quando 38 turisti furono massacrati da un terrorista giunto anche in questo caso via mare.
Non voglio gli egiziani, non è voi che cerchiamo, avrebbe urlato in arabo l’assalitore secondo quanto ha raccontato un testimone. Se questa versione dei fatti venisse confermata dagli inquirenti che lo hanno catturato e interrogato per ore, potrebbe essere avallata la pista jihadista.
Da anni l’Isis e gruppi terroristi affiliati esortano i loro combattenti a colpire il più alto numero di ‘infedeli’ nelle località turistiche del paese dei Faraoni, da Sharm el Sheikh, perla del Sinai, a Luxor e Hurghada, già presa di mira a gennaio del 2016, con tre turisti feriti, un assalitore ucciso e un altro ferito.
In quell’occasione le autorità preoccupatissime per i contraccolpi sul turismo, parlarono di una rapina, ma i testimoni dell’attacco riferirono che gli assalitori gridarono ad alta voce Allah Akbar (Allah è grande”).
Come nel precedente assalto, in queste ore ad Hurghada si parla di una rapina finita nel sangue, di un folle che ha compiuto questo gesto, ma la realtà sembra essere un’altra.
Sembra piu’ che evidente che anche questo assalto e’ stato portato a termine da mani  jihadiste, le stesse che continuano a compiere attentati in tante parti del Mondo.
In Siria sono stati gia’ sterminati migliaia di jihadisti, purtroppo il seme del male continua a germogliare fra i suoi seguaci, quanti anni ci vorranno per sconfiggere questi “martiri” di cervello?.
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Lettere aperte di Libertà e Progresso: ” Dallo ius soli allo ius scholae ”

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Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Paolo Gentiloni.

On. Paolo Gentiloni,

ci rivolgiamo a Lei, in relazione alla notizia che il Consiglio dei Ministri si appresterebbe a porre la fiducia sul disegno di legge del cd. “Ius soli”, blindando così la discussione in Aula ed impedendo al Senato di apportare, al testo approvato a Montecitorio, quelle modifiche che pure sono sollecitate da settori importanti della stessa maggioranza

Premettiamo che la nostra Associazione si è espressa fin dal febbraio 2014 per una modifica legislativa, atta a garantire l’immediato riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati che abbiano assolto all’obbligo scolastico, con il documento del 26 febbraio 2014 qui allegato (all. 1), ispirato sostanzialmente alla proposta del cd. ”Ius culturae” avanzata a suo tempo dall’allora Ministro Riccardi.

Tuttavia, il testo approvato a Montecitorio nell’ottobre 2015 – che ha relegato, di fatto, lo “Ius culturae” ad un ruolo assolutamente residuale puntando invece sullo “Ius soli”, oltretutto con meccanismi ritenuti di dubbia costituzionalità perfino dai giuristi dell’ASGI, pur favorevoli in linea di principio al disegno di legge – ci ha indotto ad indirizzare, nel gennaio 2016, ai Senatori una lettera aperta (all. 2) a cui ha fatto seguito un’ulteriore lettera nel febbraio di quest’anno (all. 3), con cui sollecitavamo modifiche sostanziali al testo licenziato dalla Camera nell’ottobre 2015.

Ci auguriamo che il Governo da Lei presieduto non voglia forzare il dibattito parlamentare, con “blindature” che impedirebbero al Senato di eliminare le gravi storture presenti nel testo.

Se però il Governo ritenesse assolutamente prioritaria l’approvazione del disegno di legge entro la fine della legislatura, chiediamo che, con emendamento governativo, venga quanto meno stralciata la parte che prevede l’introduzione dello “Ius soli”, non solo per i motivi ampiamente esposti nei documenti qui allegati, ma anche per il messaggio, estremamente pericoloso in un momento come l’attuale, implicito in tale norma, che certamente avrebbe l’effetto di alimentare, nei Paesi di provenienza e in particolare in Africa, false speranze, con la conseguenza, ad es., di incrementare fortemente il fenomeno, già presente, delle donne incinte che cercano di raggiungere, con ogni mezzo, il nostro Paese, mosse dalla convinzione che il solo dato anagrafico, della nascita in Italia, possa favorire, un domani, l’acquisizione della cittadinanza Italiana da parte dei propri figli.

Confidando che la proposta, avanzata con la presente lettera, venga esaminata con attenzione, Le inviamo i migliori auguri di buon lavoro.

p. Il Comitato Direttivo di Libertà @ Progresso

Il Presidente Angelo Piovanelli

Allegati:

1: Documento di Libertà @ Progresso del 26 Febbraio 2014 sullo “Ius Scholae”;

2: Lettera aperta di Libertà @ Progresso ai Senatori della Repubblica del 11 Gennaio 2016;

3: Lettera di Libertà @ Progresso ai Senatori e Cons. Reg. Lombardia del 23 febbraio 2017.

Brescia, 23 Febbraio 2017

– Ai Senatori della Repubblica

– Ai Consiglieri regionali Lombardia

– Ai Sindaci dei Comuni capoluogo della Lombardia

Loro sedi

La recente intervista a “La Stampa” del presidente PD, Matteo Orfini, che ha chiesto di approvare in tempi rapidi lo “ius soli” anche ricorrendo ad un voto di fiducia, ha avuto l’effetto di accendere nuovamente i riflettori sul disegno di legge in materia di cittadinanza, meglio conosciuto, seppure impropriamente, come “ius soli”, fermo in Senato da più di un anno per le forti perplessità che il testo, approvato a Montecitorio nell’ottobre 2015, suscita perfino all’interno dell’attuale maggioranza.

Come Associazione abbiamo già preso posizione con la lettera aperta del 11 gennaio 2016, che qui alleghiamo, in quanto il suo contenuto ci pare più che mai attuale.

Il tema dell’inserimento, a pieno titolo, dei giovani immigrati nella nostra società, e quindi anche dell’acquisizione della cittadinanza, rappresenta uno dei nodi centrali della questione “immigrazione” e va quindi affrontato con grande serietà, senza preconcetti o chiusure, ma anche senza sterili fughe in avanti.

A tal fine, con il documento qui allegato, abbiamo lanciato un appello ai senatori di tutte le formazioni politiche “affinché cancellino la norma sullo ius soli, lasciando in piedi il solo ius culturae, da riferirsi però all’assolvimento dell’obbligo scolastico in Italia, in modo da affermare (con i fatti e non con le parole) il principio che la scuola costituisce, per i giovani immigrati, il canale fondamentale per l’inserimento nella nostra società e quindi anche per l’acquisizione della cittadinanza”.

Nel ribadire il nostro appello a tutti gli esponenti politici, ci limitiamo ad aggiungere due semplici considerazioni. Anzitutto l’introduzione dello “ius culturae” (pur con le modifiche da noi proposte) sarebbe comunque in grado di rispondere alle istanze dei “nuovi Italiani”, agevolando l’acquisizione della cittadinanza per chi abbia assolto all’obbligo scolastico nel nostro Paese, a prescindere dal dato, meramente anagrafico, del luogo di nascita, essendo, a nostro avviso, del tutto irrilevante che lo straniero sia nato in Italia o vi sia arrivato nei primi anni di vita.

Inoltre, questa scelta andrebbe a sottolineare la centralità della scuola nel non sempre facile processo di inserimento degli immigrati di seconda generazione.

Il che presuppone però che vengano concretamente garantite adeguate risorse finanziarie (in particolare per la formazione degli insegnanti) in modo da mettere la nostra scuola realmente in condizione di affrontare le sfide epocali con cui è chiamata a confrontarsi.

Confidiamo che su questo tema, come anche sugli altri nodi della “questione migranti”, sia possibile promuovere, anzitutto nella nostra regione, una riflessione di ampio respiro, aperta al contributo di tutte le forze politiche e delle varie componenti della società civile.

Il Presidente

Angelo Piovanelli

Allegati: Documento “ius scholae” del febbraio 2014 e lettera aperta di Libertà @ Progresso ai

Senatori della Repubblica del 11 gennaio 2016.

Lettera aperta ai Senatori della Repubblica – “ Dallo ius soli allo ius scholae “

Nelle prossime settimane, il Senato è chiamato a pronunciarsi su una questione di grande rilevanza che riguarda il riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati.

Come associazione ci siamo già espressi su questo tema esattamente due anni fa, quando avevamo pubblicamente preso posizione in favore dello “ius culturae”, o più correttamente “ius scholae”, proponendolo come valida alternativa rispetto allo “ius soli” (cfr.allegato).

Le nostre perplessità sull’introduzione dello “ius soli” nascevano dalla constatazione che cominciavano a formarsi anche nel nostro Paese (seppur in dimensioni ancora limitate rispetto agli altri Stati dell’Europa Occidentale) comunità chiuse, sensibili ai richiami del fondamentalismo islamista. Ne è una testimonianza significativa il fenomeno delle figlie di immigrati, nate nel nostro Paese, che vengono rispedite nella patria d’origine con varie motivazioni, tra cui anche quella di non dover frequentare le scuole italiane e non essere quindi esposte al “contagio occidentale”.

Si tratta di un fenomeno in crescita, seppur ancora circoscritto a realtà ben precise, ma una classe dirigente degna di questo nome dovrebbe essere capace di cogliere per tempo i campanelli d’allarme e tenerne conto nelle proprie decisioni. Tanto più che abbiamo davanti agli occhi l’esempio della Francia (dove lo “ius soli” è legge ormai da tempo) che ha pagato un grosso tributo di sangue, lo scorso anno, a seguito di azioni terroristiche, compiute da immigrati di seconda generazione, in possesso di passaporto francese o di altri Stati U.E., come il Belgio.

Al tempo stesso, i “foreign fighters”, di ritorno dalla Siria, possono muoversi in Europa con assoluta libertà, proprio in quanto cittadini di Stati UE (Francia, Belgio, Gran Bretagna, ecc).

In tale contesto, ci saremmo francamente aspettati che il nostro Parlamento optasse per la soluzione, meno radicale, dello “ius culturae”, legando il diritto di cittadinanza per gli immigrati di seconda generazione almeno alla condizione di aver frequentato la scuola dell’obbligo in Italia.

Al contrario il testo approvato ad ottobre dalla Camera individua lo “ius soli” come canale prioritario e del tutto automatico per l’acquisizione della cittadinanza da parte dei figli di immigrati.

E’ vero che il testo, approvato a Montecitorio, subordina tale diritto alla condizione che almeno uno dei genitori sia in possesso di permesso di soggiorno UE di lungo periodo ma, per il modo in cui è formulata, tale norma appare di dubbia costituzionalità e quindi soggetta ad un probabile annullamento da parte della Corte Costituzionale, con il risultato che il nostro Paese entrerà in un regime di “ius soli” pieno, proprio mentre gli altri Stati Europei, a partire dalla Francia, stanno cominciando a riflettere sull’opportunità di modificare, in senso restrittivo, la loro legislazione.

Il testo di Montecitorio prevede anche una forma di “ius culturae” che riconosce il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati, esclusi dallo “ius soli”, ma si tratta di un’ipotesi del tutto residuale, che oltretutto considera sufficiente, per il riconoscimento del diritto di cittadinanza, la frequenza in Italia di un solo ciclo di almeno cinque anni e non dell’intero percorso scolastico previsto oggi dalla legge come obbligatorio.

Sulla base di quanto sopra, rivolgiamo un appello ai senatori, di tutte le formazioni politiche, affinché cancellino la norma sullo “ius soli”,lasciando in piedi il solo “ius culturae”, da riferirsi però all’assolvimento dell’obbligo scolastico in Italia, in modo da affermare (con i fatti e non con le parole) il principio che la scuola costituisce, per i giovani immigrati, il canale fondamentale per l’inserimento nella nostra società e quindi anche per l’acquisizione della cittadinanza.

Con tale intervento i senatori potranno anche dimostrare che il bicameralismo, voluto dai nostri Padri Costituenti, non deve necessariamente essere considerato una fonte di sprechi ma , se ben utilizzato, può addirittura rivelarsi uno strumento utile per scelte legislative più ponderate.

Brescia, 11 gennaio 2016 Il Comitato Direttivo di Libertà @ Progresso

Allegato: Documento di Libertà @ Progresso del 26 Febbraio 2014 sullo “Ius Scholae”.

“IUS SCHOLAE”

La proposta di “Libertà @ Progresso” in tema di cittadinanza agli immigrati di seconda generazione.

E’ affiorata spesso, nel dibattito politico di quest’ultimo anno, la proposta di introdurre in Italia il cosiddetto “ius soli”, ovvero il conferimento, automatico o quasi, della cittadinanza ai figli degli immigrati nati nel nostro Paese.

Trattandosi di un tema complesso che investe uno dei fenomeni centrali di questo inizio di Secolo, riteniamo assolutamente fondamentale che venga affrontato senza pregiudizi di alcun tipo e avendo ben presente l’obbiettivo di fondo, che deve essere quello di favorire un equilibrato processo di integrazione nella nostra società dei figli degli immigrati, in particolare di coloro i quali hanno alle spalle un contesto etnico-culturale profondamente diverso da quello europeo.

L’ipotesi dello “ius soli” parte dal presupposto che chi è nato in Italia finisca necessariamente per acquisire i valori irrinunciabili che sono oggi alla base della convivenza civile in tutte le società moderne, e cioè il rispetto dell’individuo in quanto tale e la parità dei diritti, non solo formale, senza distinzione di sesso, origine etnica o appartenenza religiosa..

Purtroppo l’esperienza dell’ultimo decennio – specie in una provincia come Brescia, in cui l’immigrazione extra-comunitaria ha raggiunto, non da oggi, dimensioni “nordeuropee” – dimostra che l’equazione, su cui si basa tale proposta, non può essere data per scontata.

Basterebbe pensare a tutte quelle mogli di immigrati (e non sono certo poche) che vivono da anni nella nostra provincia, in una situazione di ghettizzazione se non di vera e propria segregazione, al punto che spesso e volentieri non conoscono nemmeno la nostra lingua.

A ciò si aggiunga un ulteriore fenomeno che ha assunto dimensioni significative per effetto della crisi, vale a dire il rientro in patria di mogli e figli degli immigrati rimasti senza lavoro.

Già nel luglio 2010 sulla stampa locale era comparso un articolo molto documentato, in cui si poteva leggere, tra l’altro, che “in un caso su cinque a Brescia rimane solo il padre disoccupato”. Da allora la crisi si è andata notevolmente aggravando soprattutto sotto il profilo occupazionale, per cui il fenomeno, segnalato dalla stampa bresciana quasi quattro anni fa, ha certamente assunto una consistenza assai maggiore con la conseguenza che oggi non sono pochi, a Brescia ma anche nelle altre province, i casi di figli di immigrati nati in Italia che, per la crisi o per altri motivi, sono poi tornati a vivere e a studiare nel Paese d’origine.

Per questo l’ipotesi dello “ius soli” non appare condivisibile, in quanto ignora completamente dati significativi della complessa realtà dell’immigrazione e per di più introduce un automatismo che innescherebbe una spirale perversa. Il rischio, in soldoni, è che si riproducano – moltiplicati stavolta per cento – gli stessi effetti distorsivi innescati, un tempo, dalla norma che prevedeva il conferimento automatico della cittadinanza allo straniero che contraeva matrimonio con un italiano e che, non a caso, è stata poi modificata dal Parlamento.

Anche la soluzione di compromesso, ipotizzata dallo stesso Renzi lunedì scorso nel suo intervento al Senato in occasione del dibattito sulla fiducia al Governo, di introdurre una sorta di “ius soli temperato”, ovvero non automatico, non appare comunque in grado di scongiurare questo pericolo, in quanto la prospettiva di offrire ai propri figli un nuovo passaporto, e quindi la speranza di un futuro diverso, spingerebbe inevitabilmente verso il nostro Paese moltissime giovani donne, in fuga da condizioni di miseria per noi inimmaginabili, gravando così il sistema sanitario ed assistenziale di ulteriori oneri finanziari, difficili da sostenere in una fase di perdurante crisi come l’attuale.

Alla luce di queste considerazioni, riteniamo pericolosa qualsiasi soluzione ispirata al principio dello “ius soli”, secco o temperato che sia.

E tuttavia, data l’importanza del tema, sarebbe inopportuno ed ingiusto limitarsi ad un atteggiamento di pura e semplice critica.

Abbiamo quindi deciso, in quanto associazione culturale, di elaborare un’ipotesi, da sottoporre all’opinione pubblica, che potrebbe essere denominata “ius scholae”, nella misura in cui lega l’acquisizione della cittadinanza da parte degli immigrati di seconda generazione (nati in Italia o trasferitisi qui con la famiglia in tenera età) non al luogo di nascita, ma all’aver frequentato, nel nostro Paese, l’intero percorso della scuola dell’obbligo (fissato attualmente in dieci anni, cioè, di norma, fino a 16 anni di età), che costituisce senza dubbio lo strumento principe, anche se non esclusivo, di ogni seria politica di integrazione. In questo senso, non è difficile scorgere un punto di contatto con la proposta, avanzata, poco più di un anno fa, dall’allora Ministro Riccardi, dello “ius culturae”, i cui fautori legano però il conferimento della cittadinanza al completamento del primo ciclo scolastico (ovvero i cinque anni delle elementari). A nostro avviso invece il processo di integrazione, per essere fondato su solide basi, non può certo esaurirsi nell’ambito dell’istruzione primaria ma dovrebbe coincidere con il ben più articolato percorso della scuola dell’obbligo, delineato nella legge 296 del dicembre 2006 e nei successivi provvedimenti attuativi, dai quali, oltretutto, si desume una esplicita finalizzazione dell’iter scolastico all’acquisizione delle “competenze chiave di cittadinanza”.

Riteniamo, stante la complessità della materia, che una puntuale strutturazione dell’ipotesi dello “ius scholae”, da noi individuata quale alternativa allo “ius soli”, presupponga un confronto preliminare con il mondo della Scuola e con gli Amministratori locali.

Nell’attesa, ci limitiamo ad accompagnare l’enunciazione dell’ipotesi in questione con pochi punti fermi, necessari, a nostro avviso, a garantirne una effettiva corrispondenza con l’obbiettivo di fondo dell’integrazione.

Va anzitutto chiarito che la suddetta ipotesi prevede, come requisito fondamentale, non il conseguimento del titolo di studio ma la frequenza della scuola dell’obbligo, in tutta la sua durata, poiché solo questo percorso consente di interagire con gli studenti e gli insegnanti italiani.

Ne conseguono due corollari importanti che ci preme qua sottolineare, a conclusione di questa sintetica presentazione della nostra proposta:

1) una strategia che miri ad evitare la ghettizzazione dei figli degli immigrati, in classi di fatto separate o peggio ancora in strutture private sul modello della scuola Islamica di Via Quaranta, a Milano, di qualche anno fa;

2) infine (“last but not least”) una politica che punti a valorizzare la scuola, con adeguati investimenti anche nella formazione degli insegnanti, in modo da fornire al nostro sistema pubblico di istruzione strumenti all’altezza della sfida posta dai mutamenti epocali in atto.

Documento approvato all’unanimità dal Comitato Direttivo dell’Associazione culturale Libertà @ Progresso

Brescia, 26 febbraio 2014

Juve Stabia, presentato il ricorso alla CO.VI.SOC.: c’è fiducia!

Juve Stabia, presentato il ricorso alla CO.VI.SOC.: c’è fiducia!

Si attendono sviluppi sull’iscrizione della Juve Stabia al prossimo campionato, il club al riguardo ha emesso un comunicato per spiegare la situazione:

“Si rende noto che in data odierna e’ stato presentato presso la CO.VI.SOC. il ricorso avverso la decisione di esclusione dal campionato di Lega Pro. La S.S. Juve Stabia resta fiduciosa sull’esito positivo dello stesso”. 

UFFICIALE – Juve Stabia, il duo Caserta-Ferrara alla guida della squadra: domani la presentazione

UFFICIALE – Juve Stabia, il duo Caserta-Ferrara alla guida della squadra: domani la presentazione

Era nell’aria da tempo, siamo stati i primi ad annunciarlo, ora è ufficiale: “Si rende noto che domani 15 luglio presso la sede sociale sita al Viale Europa 41 con inizio fissato alle ore 10.30, ci sarà la presentazione della guida tecnica, con relativo staff per la stagione 2017/18, affidata al duo composto da Fabio Caserta, già capitano delle vespe ed allenatore in seconda nelle passate stagione, e Ciro Ferrara, in passato calciatore di Salernitana, Lucchese e Palermo ed allenatore in seconda di Triestina; Reggina, Salernitana e Catanzaro”, è il comunicato scritto dalla Juve Stabia per annunciare l’ufficialità del nuovo allenatore.