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Parigi, auto contro un ristorante: morta tredicenne e 12 feriti

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PARIGI – Un’auto si lancia contro un ristorate a Sept Sorts, vicino a La Fertè sous- Jovarre, a 50 chilometri da Parigi poco dopo le 20. Muore una ragazzina di 13 anni e 12 persone  ferite, tra cui il fratello più piccolo della vittima.

LA DEPRESSIONE DIETRO IL FOLLE GESTO

L’uomo  –  un 32 enne residente a Ferte-sous- Jarre, piccolo comune situato a pochi chilometri dal luogo dell’incidente – si è schiantato con la sua Bmw contro la pizzeria Cesena colpendo la vetrata e falciando i clienti che si trovavano seduti all’esterno. Scattato immediatamente il dispositivo di emergenza con le forze dell’ordine che hanno messo in sicurezza e evacuato l’intero perimetro attorno al ristorante. Il conducente, rimasto incastrato nel locale, ha ammesso di aver assunto droghe e ha confessato di aver tentato la settimana scorsa di suicidarsi.

SI ESCLUDE LA PISTA DEL TERRORISMO

La depressione dietro il folle gesto e non il terrorismo: lo ha ribadito il procuratore di Meaux, Eric de Valroger, che ha definitivamente escluso la pista terroristica. La procura di Meaux ha aperto un’inchiesta per “omicidio volontario con arma”.

I PRECEDENTI

L’episodio è avvenuto pochi giorni dopo l’attacco contro un gruppo di 6 militari, investiti da una Bmw  a Levallois Perret, alle porte di Parigi. Nella memoria collettiva poi il tragico attacco terroristico a Nizza,dove un camion falciò decine di persone. La Francia si trova attualmente sotto lo stato di emergenza attivato dopo gli attentati del 2015 e in vigore fino al primo novembre, data in cui dovrebbe subentrare la nuova legge sull’antiterrorismo preparata dal governo.

La ferita del terrorismo si fa sentire. Così cambiano Londra e Istanbul

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Londra, “città aperta”, scopre la paura del diverso, a Liverpool Street, vicino alla moschea di Brick Lane, aumenta la diffidenza verso gli stranieri. L’incubo degli attentati stravolge anche la vita a Istanbul: i turisti fuggono, i locali sono deserti e sale l’intolleranza verso chi non si allinea al presidente Erdogan.

 

Londra sta cambiando rapidamente. Dopo anni al centro dell’economia, della cultura e della società europea, la capitale del Regno Unito è sotto attacco. Non solo del terrorismo islamico, ma anche della Brexit – che potrebbe lacerare il tessuto multiculturale della città – e dell’instabilità politica senza precedenti. Con una serie di tre articoli che raccontano altrettanti luoghi di Londra , «La Stampa» analizza i cambiamenti in corso di una delle città più decisive al mondo. Oggi si parla di Liverpool Street e quindi di multiculturalismo 

Per osservare le radici multiculturali di Londra, bisogna scendere alla stazione di Liverpool Street e dirigersi a Est, fino a un palazzo in mattoni marroni. La moschea di Brick Lane è a pochi passi, ma molto distante, dalla City di Londra. Dieci minuti a piedi dai signori del denaro con il gessato e le signore con i tacchi a spillo, l’edificio è anonimo, quasi non si volesse fare notare.

Invece degli sgargianti minareti e cupole proprie delle moschee mediorientali, la facciata è sobria, sormontata da una meridiana stile antico-romano, che allude a un passato turbolento. Oggi, la moschea è il luogo di culto per circa 3000 fedeli, parte dell’enorme comunità musulmana di Londra. Ma non è sempre stato così. Il palazzo nacque, nel 1743, come chiesa protestante per gli ugonotti francesi – rifugiati politici e religiosi.

Un secolo e mezzo dopo, divenne una sinagoga al servizio della comunità ebraica che stava arrivando nell’Est di Londra. E fu solo 40 anni fa che immigranti musulmani provenienti dal Bangladesh lo trasformarono in una moschea. È una staffetta culturale che si ripete un po’ dovunque a Londra. Basta fare un po’ di archeologia urbana e ogni pezzo della città ha una storia variegata, complessa e quasi mai semplice. Etnie, nazionalità, culture si incontrano e si confrontano in un panorama cittadino in moto perpetuo.

Il risultato, anch’esso quasi mai indolore, è una delle città più multiculurali del mondo. Chi li ha contati dice che i «londinesi» provengono da 270 paesi diversi e parlano 300 lingue. La catena di caffè Pret A Manger, una delle storie di successo del business britannico degli ultimi anni, ha impiegati con 105 passaporti. Sulla metropolitana, al pub e persino nella City, è praticamente impossibile non imbattersi in uno «straniero».

È facile pensare alla Torre di Babele, ma l’analogia è superficiale. Fino a poco fa, Londra non era un caos di lingue e nazionalità ma il «melting pot» tanto amato dagli americani, il crogiolo che fonde culture diverse senza cancellare le differenze storico-sociali. La stragrande maggioranza dei tre milioni di stranieri che vivono nella capitale contribuisce alla diversità culturale, ma ne gode anche i suoi frutti, dai fantastici ristoranti vietnamiti a Shoreditch al Carnervale caraibico di Notting Hill.

Per chi, come me, ha studiato e lavorato a Londra per poi ritornarci dopo un decennio passato altrove, la capitale britannica non è mai stata una semplice dimora ma la prova tangibile di come gente di estrazione completamente diversa potesse vivere in relativa armonia, senza cedere troppo spesso alla tentazione di attaccare l’«altro». È sempre un piacere camminare per Hackney, un quartiere dell’Est di Londra, sapendo che è qui che hanno vissuto sia lo scrittore americano Edgar Allan Poe nel 19° secolo, sia Alan Sugar, magnate di origine ebraica che fondò la società di computer Amstrad negli Anni 70 e poi si comprò il Tottenham Hotspur, sia Idris Elba, uno degli attori più gettonati del momento.

L’inno più commovente a questa multiculturalità è stato scritto da Benjamin Zephaniah, poeta urbano famoso a Londra. Nella sua composizione: «The British», i britannici, Zephaniah descrive la «ricetta» che ha fatto grande la Gran Bretagna. Inizia con i celti, gli anglo-sassoni e i romani ma poi dice: «aggiungete i cileni calienti, i giamaicani rilassatissimi e i dominicani», e mescolateli con «i somali, i cingalesi, i nigeriani e i pachistani», e così via. «Gli ingredienti», dice il poeta, «sono tutti ugualmente importanti. Utilizzarne uno più degli altri porterà a un pasto indigesto».

Ma molto è cambiato negli ultimi mesi. A partire da Brexit. Chi ha votato per uscire dall’Europa dell’anno scorso ha avuto tanti motivi ma il rifiuto dell’essenza muticulturale di Londra o, peggio ancora, il razzismo, erano tra quelli. Basta ascoltare, il leader del Uk Independence Party Nigel Farage, la star della campagna-Brexit. «Il multiculturalismo è fallito in Gran Bretagna. Ed è fallito anche in Francia. È fallito in ogni Paese in cui è stato messo in pratica», ha detto Farage. Una parte della popolazione britannica è, purtroppo, d’accordo.

L’idea è semplice e semplicistica: gli immigranti rubano lavoro agli «indigeni», abusano dei servizi pubblici, diluiscono l’identità culturale del Paese. È lo stesso messaggio che ha permesso a Donald Trump di installarsi alla Casa Bianca. Che ha causato gli atti beceri di Charlottsville al weekend. E che ha fatto sì che partiti estremisti facciano la voce grossa in mezza Europa.

Peccato che i fatti non concordino con la retorica. Che i contributi economici degli immigranti siano fondamentali al benessere della Gran Bretagna (chiedete a Pret a Manger, ma anche al servizio sanitario britannico con infermieri e dottori di mezzo mondo, o alle banche d’affari). Ma c’è di peggio. Gli attacchi terroristici di London Bridge e, prima ancora, a Westminster, hanno messo i riflettori sulla comunità musulmana, creando un clima di ostilità e sospetto che non si respirava da anni.

Anche nei circoli «illuminati» e benpensanti dei media e del commercio si incominciano a sentire discorsi strani. «La “loro” Londra non è la “mia” Londra», mi ha detto un capo della finanza di recente, una distinzione che sa di discriminazione. Londra non è mai stata un’isola completamente felice. Il razzismo e la violenza contro gli immigranti non sono un fenomeno nuovo e la sperequazione sociale ed economica è una costante della società britannica.

Ma gli eventi degli ultimi mesi hanno incrinato una delle pietre angolari del crogiolo: il principio che Londra non guarda a passaporti o conti in banca. Che Londra accetta chi viene e non chiede da dove provengano o in cosa credano. Che Londra è più bella e solida se è fatta di esperienze diverse. Come quei mattoni secolari di Brick Lane.

Si spengono le luci di Istanbul: turisti in fuga da attentati e polizia

I locali sono deserti e sale l’intolleranza verso chi non si allinea alla deriva autoritaria In città iniziate le ronde delle “Aquile della notte” volute dal presidente Erdogan
ISTANBUL – Da «New-York del Medioriente» a città presidiata, anche la notte. L’ultimo sfregio a Istanbul, arriva da 386 «Gece Kartalları», le «Aquile della notte», un ramo della polizia, addestrato dalle forze speciali e armato di tutto punto. Vigileranno nei distretti più pericolosi, dove potranno intervenire a loro discrezione. Istanbul è la prima città dove sono impiegati, ma la loro presenza verrà estesa a tutta la «Yeni Türkiye», la Nuova Turchia di Recep Tayyip Erdogan.

Si tratta della risposta del governo agli scontri di strada, taciuti dalla maggior parte della stampa, ma sempre più numerosi, fra gruppi ultra nazionalisti che attaccano non solo i curdi, ma anche gli aleviti, rei di praticare un Islam di derivazione sciita e quindi diverso da quello sunnita, da anni eretto a credo ufficiale in quel che resta dello Stato laico fondato da Mustafa Kemal Atatürk. Oltre a rappresentare un rimedio in caso di rivolte antigovernative come quella di Gezi Parki del 2013 e iniziata proprio la sera.

Intanto, la «regina delle città», come la chiamavano gli antichi, è un luogo sempre più mono identitario, proprio qui, nell’antica Costantinopoli, dove culture e religioni si sono incontrate e scontrate per secoli.

La verità è che gli europei e gli americani, la Istanbul del 2017 la evitano. I numeri parlano chiaro. Da gennaio a giugno di quest’anno, i turisti entrati nel Paese sono stati circa 4,3 milioni, cifra che fa impallidire, se si pensa che nel 2015, prima dell’ondata di attentati che ha sconvolto il Paese, nella sola Istanbul erano arrivate oltre 11 milioni di persone. Dei visitatori di quest’anno, il 7,7 sono tedeschi, il 3,3 francesi e il 2,9 americani. Per il resto a entrare nella Mezzaluna sono stati sauditi, iracheni, turkmeni, azeri e tanti russi. Questi ultimi, per gentile concessione di Vladimir Putin che, nell’ambito della ritrovata sintonia fra le due nazioni e dopo diverse prove di buona fede da parte della Turchia, ha autorizzato il ripristino dei voli charter. Nonostante questo, il settore è in sofferenza. La Turob, l’Associazione degli albergatori turca, ha calcolato che nella sola Istanbul, quest’anno le perdite saranno di un miliardo di euro. La Tyd, l’Associazione degli investitori nel settore turismo, ha previsto che, se non verranno presi provvedimenti, nel triennio 2016-2018, andranno in fumo fino a 30 miliardi di dollari. Il governo è corso ai ripari e per il 2018 ha previsto un incremento dei turisti russi e un vero e proprio boom di visitatori dalla Cina. Ma Ankara, non perde occasione per mettersi in prima linea nelle più delicate crisi della regione, l’ultima in ordine temporale, quella fra Arabia Saudita e Qatar. E anche il web non l’aiuta. Il celebre periodico Forbes ha messo la Turchia fra uno dei dieci posti più pericolosi per donne che viaggiano da sole. A contribuire al risultato, sono state anche le politiche autoritarie del presidente Erdogan e le frasi che invitavano il gentil sesso a non divorziare e a fare almeno tre figli.

A Istanbul, dove di recente si sono verificati episodi di intolleranza nei confronti chi di, causa caldo torrido, indossava calzoncini, si aspetta il ritorno in massa dei turisti come la pioggia alla fine della siccità. La città è come senza forze. L’energia, l’entusiasmo che l’hanno caratterizzata negli anni delle speranze di democratizzazione e della crescita economica sembrano un lontano ricordo. Alcuni quartieri hanno cambiato faccia. Fra Asmalismecit e Sofiyali sokak, dove una volta non si camminava per la presenza di nottambuli e tavolini all’aperto, c’è il deserto. La movida, si è spostata, in formato ridotto, a Karaköy, ma i livelli «di quando si stava bene» sembrano irraggiungibili. Sfregio nello sfregio, dopo il Reina, il locale notturno teatro della strage di Capodanno e per tutti il simbolo della vita all’occidentale nella città, hanno chiuso anche il club di Suada, isola artificiale in mezzo al Bosforo, dove dei ristoranti e la piscina olimpionica rimane un cumulo di macerie, ma il sito web funziona ancora perfettamente e fa l’effetto di un vinile rotto che si inceppa nel giradischi. C’è chi abbatte e chi costruisce. Nell’area di Rumeli Hisari, sul Bosforo, un tempo adibita a concerti estivi è sorta una sala da preghiera. La moschea sulla collina di Camlica, fortemente voluta da Erdogan, si appresta a diventare una delle più grandi del mondo e i lavori per quella in Piazza Taksim, un tempo centro della movida, procedono spediti.

Storie di una città che muta in fretta, dove la gente si ostina a dire che va tutto bene e che in fondo non è cambiato molto, ma dove in alcune case si teme di essere le prossime vittime del repulisti di Erdogan. Le feste più ambite, ormai, sono quelle di chi riesce ad andarsene all’estero. Gli altri, la sera vanno sul Bosforo, rimasto l’unica, incrollabile certezza, a bere, sperando che quel cocktail non sia l’ultimo. Poi di notte tira la brezza e con l’oscurità e quelle lucine sull’acqua sembra che sia tutto come prima. Quando si stava bene.

vivicentro.it/cronaca
vivicentro/La ferita del terrorismo si fa sentire: Così cambiano Londra e Istanbul
lastampa/Londra, la città aperta ferita dal terrorismo ora ha paura del diverso FRANCESCO GUERRERA – Si spengono le luci di Istanbul: turisti in fuga da attentati e polizia MARTA OTTAVIANI

Chiesa continua ad essere un sogno per il Napoli

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La trattativa per Federico Chiesa è ancora ferma

Chiesa è un argomento scottante del calciomercato estivo e in questi giorni è diventato ancora più caldo. Alcune dichiarazioni di De Laurentiis che sono state riportate dall’Ansa, smentite poi fermamente dal Napoli, durante il suo soggiorno alle Eolie, hanno sconvolto sia la mattinata azzurra sia quella viola: “Se la squadra supererà il turno preliminare di Champions League non sarà ceduto nessun giocatore e si potrà fare un sacrificio per l’attaccante della Fiorentina Federico Chiesa, anche se i viola chiedono 40 milioni di euro“. Tra comunicati e smentite da parte delle due società: “In merito alle dichiarazioni rilasciate all’Ansa dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, l’ACF Fiorentina precisa di non aver mai discusso la cessione di Federico Chiesa per 40 milioni o altre cifre, nè di aver mai mostrato l’intenzione di privarsi del calciatore“, la discussione ha un tema molto ricorrente in questo mercato e cioè l’interesse del Napoli per Federico Chiesa. Dunque sul giocatore la situazione resta invariata rispetto all’inizio del calciomercato: piace al Napoli ma non è mai partita una trattativa e soprattutto la Fiorentina non ha intenzione di cederlo. Chiesa a Napoli sembra  destinato a restare un sogno in questa sessione di mercato, come riporta l’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Nome nuove per il Napoli: è Martins, possibile futuro acquisto?

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Gelson Martins: osservato speciale del Napoli

Il Napoli ha messo gli occhi su un giovane esterno offensivo portoghese dello Sporting Lisbona: Gelson Martins. A riportate la notizia di calciomercato è l’edizione odierna del quotidiano Corriere dello Sport, secondo cui il direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli sta valutando la fattibilità dell’acquisto del giocatore. Da quanto si legge sul quotidiano: “Serve una cifra importante per l’ala dello Sporting Lisbona, la trattativa è difficile ma intanto è sul taccuino insieme con l’ucraino Zinchenko [] un tipetto niente male, che colpisce nel segno a prima vista: però siamo su cifre rilevanti, determinante anche da una clausola che può – nel caso – rappresentare un freno“.

Il Napoli tratta Schick, ma l’Inter è in pole

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Schick sotto la lente del Napoli

Schick, attaccante della Sampdoria, vorrebbe lasciare la squadra. Secondo quanto riporta l’edizione genovese del quotidiano La Repubblica, ieri c’è stata un’offerta al rialzo da parte del Napoli, ma l’Inter, avvantaggiata dall’accordo con il giocatore e continua a sentirsi tranquilla. Tuttavia il calciatore non sarà sul mercato fino a quando la Sampodoria non troverà un rimpiazzo.

Al momento il club blucerchiato ha difficoltà a trovare un sostituto: ha riprovato a trattare per Falcinelli con il Sassuolo ma il club emiliano ha ribadito che il giocatore è incedibile. Bloccata anche la pista Zapata, con il Napoli che chiede cifre elevate.

Maggio, l’agente: “Il Napoli non vuole cederlo, resterà!”

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Maggio, l’agente: “Il Napoli non vuole cederlo, resterà!”

Briaschi, agente dell’azzurro Christian Maggio, durante l’intervista a TMW Radio si è espresso sul futuro del giocatore: “Ci vedremo con la società per fare il punto  della situazione tra qualche giorni.  Si hal’idea che il Napoli non sia intenzionato a privarsi di Maggio, questo mercato troppo lungo lascia aperte molte situazioni, ma non in questo il caso, non è prevista la cessione“.

APPROFONDIMENTO – Juve Stabia, 4-3-3 ma non solo

Le amichevoli della scorsa settimana disputate dalla Juve Stabia contro Ercolanese ed Equipe Campania hanno lasciato indicazioni importanti, lasciando in parte intuire gli aspetti su cui Caserta e Ferrara stanno principalmente lavorando. Al di là dei punteggi, vittorie per 1 – 0 e 3 – 1, che lasciano il tempo che trovano, le gare dei giorni scorsi sono una buona base da “studiare”.

Salta all’occhio la verve del giovane Tommaso Costantini, già con l’argento vivo addosso. Il classe 1996 arrivato dalla Spal è al momento il vice Paponi, ed ha mostrato tutte le qualità del suo repertorio. Seconda punta agile e veloce, Costantini ha timbrato il cartellino in entrambe le gare: da rapinatore d’area, dal dischetto ed infine di potenza, ben sfruttando la vetrina concessagli dai Mister.

Non sono certo una sorpresa, poi, le qualità di Mastalli, tra i più vivaci in entrambe le gare. Il giovane centrocampista non ha fatto mancare la propria abnegazione nemmeno in partite amichevoli e, se il mercato lo lascerà in gialloblù, sarà il leader delle Vespe.

L’indicazione più interessante l’hanno data però Caserta e Ferrara. I tecnici hanno momentaneamente abbandonato il 4-3-3 per provare il 3-5-2. Difesa a tre nella prima gara con Bachini, Morero ed Allievi, con Atanasov subentrato nella ripresa. Il rinnovo di Allievi, centrale mancino, era stato il primo indizio della scorsa settimana su questa possibile variante.
Offrire così a Bacci la copertura di una retroguardia che possa contare su Atanasov, dominante fisicamente, Morero, bravo anche a far partire l’azione da dietro, ed Allievi, duttile e granitico, sarebbe certamente un punto di forza per la Juve Stabia.
Ferme restando poi le ottime qualità di Dentice (gran gol per lui sabato), Crialese e Nava, le fasce troverebbero interpreti ideali in Cancellotti e Lisi, che fanno della corsa e della velocità le proprie armi migliori.

Resta ovviamente il 4-3-3 il modulo di riferimento, ma l’intelligenza nel saper cambiare pelle, modellandosi anche in funzione dell’avversario, è una delle qualità che una squadra, che ambisce a fare bene, deve avere.

In attesa che si chiariscano definitivamente le dinamiche di mercato in sospeso e che i lavori attualmente “in corso”, terminino, gli indizi per vedere una Juve Stabia camaleontica ci sono tutti.

Raffaele Izzo

Burkina Faso, attacco a un ristorante: morte 20 persone

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Sono 20 le persone rimaste uccise nell’attacco di ieri sera in un ristorante turco vicino a un albergo di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.

ATTACCO TERRORISTICO

Secondo alcuni testimoni, uomini armati sarebbero arrivati davanti al ristorante turco Aziz Istanbul attorno alle 21 ora locale a bordo di pickup e motociclette, ed hanno sparato sulla folla che stava mangiando nel patio del locale frequentato da molti stranieri. Gli assalitori si sono poi chiusi nel ristorante con gli ostaggi, mentre le forze speciali del governo tentavano un’irruzione. Due terroristi sono stati uccisi nello scontro a fuoco. Il bilancio è di 20 morti e diversi feriti. Le vittime sono di diverse nazionalità e almeno due sono cittadini francesi. Da Parigi il ministero degli esteri ha rivolto ai connazionali un appello perchè evitino le zone coinvolte nell’attentato. Ankara ha affermato che tra le vittime ci sarebbe anche un cittadino turco e un altro risulta tra i feriti.

I PRECEDENTI A BURKINA FASO

L’attacco – non ancora rivendicato – è solo l’ultimo di una lunga lista di azioni terroristiche che hanno colpito il Burkina Faso negli ultimi anni. Nel dicembre 2016 una decina di militari rimasero uccisi nell’assalto a una base del nord del paese. Due mesi prima un’altra azione era costata la vita a sei soldati e due civili. Ma l’attacco peggiore risale al gennaio precedente, quando un commando di Al Qaeda nel Maghreb islamico aprì il fuoco in un albergo e in un caffè uccidendo almeno 30 persone.

Insigne-Liverpool, un trasferimento che entra nella sfera della fantascienza

Insigne-Liverpool, un trasferimento che entra nella sfera della fantascienza

Lorenzo Insigne ed il Liverpool, una voce lanciata ieri dagli inglesi del Mirror che han fatto il nome del calciatore azzurro come possibile sostituto di Coutinho diretto verso il Barcellona. Secondo Il Mattino tra l’allenatore del Liverpool Jurgen Klopp ed Insigne ci sarebbe stato un colpo di fulmine: “nato già ai tempi del Borussia Dortmund, quando Insigne realizzò il suo primo gol in Champions con quella bellissima punizione al San Paolo. Al momento un suo passaggio al Liverpool entra nella sfera della fantascienza”.

Napoli-Nizza, sarà tutto esaurito!

Napoli-Nizza, sarà tutto esaurito!

Non ci sarà un posrto disponibile per NapoliNizza, perchè ormai tutti i biglietti sono stati venduti. Come scrive La Gazzetta dello Sport, in giornata il Napoli dovrebbe annunciare il tutto esaurito per un totale di 55.000 biglietti venduti che permetteranno al club un incasso milionario: “L’ottimismo prevale, perché nell’ambiente c’è la convinzione che l’avversario francese non sarà un ostacolo duro, soprattutto dopo le prime due giornate di Ligue 1, il Nizza ha zero punti in classifica”.

Pavoletti e Zapata sul mercato, un club si fa sotto

Pavoletti e Zapata sul mercato, un club si fa sotto

Aspettando il destino di Schick, la Sampdoria resta in attesa di capire quale sarà il suo prossimo attaccante. In prima fila l’argentino dell’Atletico Madrid Luciano Vietto, per il quale vengono chiesti circa venti milioni di euro per il cartellino. Come Riporta però la Gazzetta dello Sport: “Piace molto Duvan Zapata del Napoli, seguito a lungo anche dal Torino. Operazione molto onerosa (la richiesta di De Laurentiis è di circa 26 milioni), ma al vaglio del presidente Ferrero. E nella lista blucerchiata c’è anche Pavoletti“.

Con il Nizza Reina ci sarà: un aspetto è positivo

Con il Nizza Reina ci sarà: un aspetto è positivo

Si sciolgono i dubbi per Pepe Reina. Lo spagnolo sembra recuperare bene in vista della gara d’andata contro il Nizza valida per i preliminari di Champions League. La Repubblica non ha dubbi, Reina ci sarà. Il portiere ha seguito una tabella di recupero prestabilita, ma ieri ha svolto sia lavoro in palestra con l’allenatore Nista, sia l’intera partitella a fine allenamento.

De Laurentiis: “Lo scudetto sarà nostro, saremo la squadra da battere”

Le sue parole

Dall’isola di Filicudi, dove si trova in vacanza, ecco alcune parole del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis che sono state riportate dall’ANSA: “Lo scudetto sarà nostro. Saremo la squadra da battere. Si accettano scommesse“.

Non solo, perchè il patron azzurro ha anche confermato che “se la squadra supererà il turno preliminare di Champions League non sarà ceduto nessun giocatore” e sarà anche disponibile “a fare un sacrificio per l’attaccante della Fiorentina Federico Chiesa, anche se i viola chiedono 40 milioni di euro“.

Supercoppa Italiana: Juventus vs LAZIO 2-3

I gol di Immobile e Murgia regalano la quarta SuperCoppa alla squadra biancoceleste, la seconda dell’era Lotito.

Trascinata da un grande Ciro Immobile, la Lazio riesce a battere la Juventus dopo una serie negativa di 10 sconfitte consecutive contro la squadra bianconera, aggiudicandosi cosi il primo trofeo stagionale. Il risultato rende merito allo sforzo profuso dagli uomini di Inzaghi che hanno saputo reagire con grande personalità al doppio colpo infertogli da Dybala.

Formazioni- Con Felipe Anderson non al meglio che parte dalla panchina e Keita fuori dalla lista dei convocati a causa delle voci di mercato che lo vedono prossimo proprio alla squadra bianconera; Inzaghi schiera in avanti il solo Immobile supportato da Milinkovic-Savic e Luis Alberto, Basta preferito a Marusic ed il nuovo acquisto Lucas Leiva subito in campo. Allegri riparte dai titolari della scorsa stagione, con Cuadrado e Mandzukic preferiti ai nuovi acquisti Bernardeschi e Douglas Costa.

Juve subito pericolosa- Al 3’ lancio di Chiellini per Alex Sandro che entra in area e serve Cuadrado, il colombiano anticipa tutta la difesa della Lazio sul primo palo, costringendo Strakosha ad un grande intervento. Non passa neanche un minuto e la Juventus è di nuovo pericolosa con un tiro da fuori area di Higuain neutralizzato ancora una volta dal portiere laziale. In questo primo frangente di gara la Juventus trova molto spazio e quando può, lascia impostare la manovra alla Lazio per poi ripartire in contropiede.

La Lazio prende fiducia- Il primo squillo della Lazio arriva al 17’ quando Milinkovic-Savic intercetta un verticalizzazione e regala al pubblico dell’Olimpico un grande gesto atletico, ma la semi-rovesciata finisce su Benatia. Col passare dei minuti aumenta il numero di giocatori della Lazio che partecipa alla manovra offensiva, nella quale a farsi trovare sempre presente è Luis Alberto.

Il Vantaggio biancoceleste- Al 30’ Milinkovic lancia Immobile che sfruttando una voragine della difesa bianconera, si trova solo davanti a Buffon che è costretto ad atterrare in area l’attaccante; per l’arbitro Massa non ci sono dubbi: è calcio di rigore. Dal dischetto lo stesso Immobile che con freddezza trasforma il penalty e porta la Lazio in vantaggio. Passano pochi minuti e la Lazio ha l’opportunità di raddoppiare: Milinkovic serve di tacco Basta, ma la conclusione del serbo viene respinta da Buffon che dopo pochi secondi è chiamato agli straordinari,
neutralizzando una sassata da fuori area di Lucas Leiva.

Inizio secondo tempo, ancora Lazio- Al 53’ la Lazio trova il raddoppio: cross di Parolo, Immobile anticipa Barzagli e di testa indirizza il pallone dove Buffon incolpevole, non può arrivarci.
Allegri decide di cambiare e dopo due minuti inserisce i nuovi acquisti De Sciglio e Douglas Costa per Benatia e Cuadrado. È proprio il brasiliano ex Bayern che cerca di dare una scossa ai compagni, prima con un tiro da fuori area ma troppo centrale che non impensierisce Strakosha e qualche minuto più tardi servendo in area Higuain,
ma l’attaccante argentino non trova l’impatto con il pallone a pochi passi dalla porta avversaria.

La juve ritorna in partita- Nel giro di pochi minuti la Juventus agguanta il pareggio: Dybala trova la rete con la specialità della casa: calcio di punizione. La Lazio subisce il contraccolpo e si fa schiacciare dalla Juventus che conquista un calcio di rigore per un atterramento in area di Marusic ai danni di Alex Sandro. Dal dischetto Dybala che non fallisce e porta la squadra sul 2-2. La Lazio sembra crollare, Lucas Leiva esce per crampi e Radu è costretto a stringere i denti per lo stesso motivo, dato che i cambi a disposizione di Inzaghi sono finiti.

Il definitivo 3-2- Ormai agli sgoccioli dei minuti di recupero concessi dall’arbitro, è un guizzo di Lukaku a regalare la gioia al popolo biancoceleste: il belga va via a De Sciglio, mette il pallone in area di rigore ed il nuovo entrato Murgia conclude a rete, facendo esplodere lo stadio Olimpico. Nonostante gli ulteriori due minuti di recupero, la Juventus non trova il pareggio, la Lazio trionfa.

Giovanni De Falco

Celta Vigo-Roma 4-1 . Débâcle per gli uomini di Di Francesco nell’ultima amichevole pre campionato

NOTIZIE AS ROMA – Al via l’ultima amichevole precampionato per i ragazzi di Eusebio Di Francesco, che tornano in campo dopo la debacle di giovedì scorso contro il Siviglia.

CRONACA PRIMO TEMPO:

4′ La Roma subisce la prima imbucata: Guidetti ci prova e Skorupski si oppone con i pugni

6′ Gerson si rende protagonista di un buon passaggio per Defrel. L’azione si conclude con il primo corner del match a favore degli ospiti

15′ Spallata di Fazio a Guidetti, che dopo aver sbagliato la copertura su Aspas cerca di recuperare in maniera maldestra sul portatore di palla Guidetti. Il direttore di gara fischia il penalty. Guidetti, intanto, caduto male sulla propria spalla destra, lasica momentaneamente il campo

17′ Gol del Celta Vigo su calcio di rigore: sul dischetto si presenta Aspas e non sbaglia

21′ Sinistro a giro del numero 11 della formazione spagnola di poco al lato

22′  2-0 del Celta Vigo! Il numero 11 Pione Sisto ci riprova e questa volta va a segnocon un tiro non irresistibile dalla trequarti campo

26′ 3-0 Celta Vigo e doppietta per Pione Sisto: a difesa piazzata Bruno Peres si lascia superare da dietro e la Roma subisce la terza rete in 27 minuti. Il traversone, lodevole, è di Maxi.

36′ Erroraccio di Pellegrini, che passa il pallone ad un avversario in posizione ideale per calciare in porta. Fortunatamente per la Roma, l’attaccante sbaglia.

38′ Calcione di Gonalos ad Hugo Mallo, calcio di punizione per gli spagnoli dalla trequarti. Sugli sviluppi,Wass lascia partire un tiro insidiosissimo, ma Skorupski si fa trovare pronto

40′ 4-0 Celta Vigo con gol di Aspas, che fa doppietta. Ennesima sgroppata di Wass sulla fascia, passaggio ad Aspas che in mezzo a Juan Jesus e Fazio (entrambi in confusione) segna indisturbata la quarta rete del match

45′ Termina il primo tempo sul risultato di 4-0 in favore dei padroni di casa. Irriconoscibile la squadre di Di Francesco.

CRONACA SECONDO TEMPO:

46′  Diversi cambi tra le fila giallorosse ad inizio ripresa: fuori Skorupski, Kolarov, Gerson, Pellegrini, Iturbe e Defrel, dentro Alisson, Manolas, Strootman, Nainggolan, Perotti e Dzeko. Per il Celta, Hernandez rileva Jozabed.

61′ Gol della Roma con Strootman! ! Nainggolan dalla sinistra serve Dzeko, ottima sponda di prima intenzione del bosniaco per Strootman che fa centro

73′ Esce Fazio per la Roma. Al suo posto il messicano Hector Moreno

86′ Castan rileva Juan Jesus, mentre i ritmi del match si fanno ancora più fiacchi

90′ Termina il match con con il risultao di 4-1 (17′, 40′ Aspas, 22′, 26′ Sisto, 61′ Strootman). Da domenica si comincia a fare sul serio, con il primo match del campionato da disputare al Bentegodi contro l’Atalanta.

 

FORMAZIONI UFFICIALI:
CELTA VIGO (4-3-3): Sergio; Hugo Mallo, Cabral, Fontas, Jonny; Radoja, Jozabed, Wass; Sisto, Aspas, Guidetti.
A disp.: Ruben, Ivan, Costas, Pape, Maxi, Tucu, Beauvue, Lobotka, Hjulsager, Sergi, Roncaglia.
All. Juan Carlos Unzué

ROMA (4-3-3): Skorupski; Bruno Peres, Fazio, Jesus, Kolarov; Gerson, Gonalons, Pellegrini; Ünder, Defrel, Iturbe.
A disp.: Alisson, Lobont, Romagnoli, Manolas, Moreno, Castan, Nura, Strootman, De Rossi, Nainggolan, Tumminello, Sadiq, Perotti, Dzeko.
All. Eusebio Di Francesco

Promozione-Rinascita Ischia Isolaverde: Pino Taglialatela vice presidente

La Rinascita Ischia isolaverde è felicissima di comunicare che il progetto si arricchisce della preziosa collaborazione di Pino Taglialatela che lo vedrà impegnato nell’organizzazione del  settore tecnico.
L’associazione è inoltre è lieta ed orgogliosa di evidenziare che anche il ruolo di Vice Presidente sarà ricoperto da Pino Taglialatela il quale ha partecipato in prima persona nella acquisizione del titolo divenendo cosi a tutti gli effetti socio fondatore.
La rinascita può vantare anche la presenza di Isidoro Di Meglio (direttore dell’Aragona palace) nelle vesti di Direttore Generale, ruolo svolto dallo stesso in maniera esemplare  anche in lega Pro.
Siamo inoltre felicissimi di sottolineare che la comunicazione verrà affidata a Leonardo Sasso, nel ruolo specifico di Addetto alla comunicazione.
Orgoglio serietà e lavoro l’unico modo per emergere!
La rinascita Ischiaisolaverde non si ferma qui!

Mediaset – Zinchenko-Napoli, c’è l’accordo con il Manchester City: ecco le cifre

Napoli vicinissimo a Oleksandr Zinchenko del Manchester City, è quanto rivelato nel corso di Studio Sport. Trovato l’accordo tra le due società per l’esterno ucraino classe ’96: prestito a 500mila euro con riscatto fissato a 6 milioni. Sarri si prepara ad accogliere un altro esterno offensivo dopo Adam Ounas.

Juve Stabia – Ecco la campagna abbonamenti “Ma che bello è”. Costi e dettagli

La Juve Stabia presenta la nuova campagna abbonamenti. Ecco tutte le spiegazioni ed i dettagli forniti dalla Società gialloblù.

Campagna Abbonamenti 2017/2018 #Machebelloè
Manca poco all’inizio della stagione calcistica 2017/2018 ed anche quest’anno le vespe saranno ai nastri di partenza di un campionato professionistico. Per raggiungere qualsiasi traguardo occorre la coesione di tutte le forze e la Juve Stabia, consapevole di dover contare sul sostegno dei propri tifosi, ha deciso di chiamarli a raccolta con il grido “ Ma che bello è “. Sosteniamo i nostri colori, sosteniamo i nostri ragazzi, la Juve Stabia ha bisogno di tutti e soprattutto dei propri tifosi, da sempre il dodicesimo uomo in campo. La società, con questo obiettivo, ha deciso di praticare prezzi popolari per gli abbonamenti al prossimo campionato di Serie C dei gialloblù.
Da venerdì 18 agosto Vi aspettiamo ai botteghini dello Stadio “ Romeo Menti”, dove sarà possibile sottoscrivere l’abbonamento dal lunedì al sabato dalle ore 10,00 alle 12,30 e dalle 16,00 alle 20,00.
Di seguito i prezzi degli abbonamenti interi e ridotti che daranno il diritto ad assistere a tutte le gare interne delle vespe. La società si riserva di indire durante la stagione la giornata gialloblù nel corso della quale gli abbonamenti non saranno validi per l’accesso allo stadio.

Curva San Marco
Intero euro 80,00 ( euro 4,70 su una media di 17 partite )

Tribuna Quisisana
Intero euro 170,00 ( euro 10,00 su una media di 17 partite )

Tribuna Monte Faito
Intero euro 225,00 ( euro 13,23 su una media di 16 partite )

Tribuna Panoramica
Intero euro 700,00 ( euro 41,17 su una media di 17 partite )

S.S. Juve Stabia dichiara di non mettere a disposizione per la stagione 2017/18 gli abbonamenti del settore “Tribuna Varano”; tuttavia saranno elargiti, di volta in volta, singoli biglietti per iniziative che saranno comunicate durante il campionato.
L’abbonamento per i settori “Curva San Marco”, “Tribuna Quisisana” e “Tribuna Monte Faito” sarà disponibile ad un prezzo speciale RIDOTTO per donne, ragazzi dai 6 ai 15 anni e over 65, che potranno sottoscrivere la propria tessera al prezzo unico di 50 € ( euro 2,94 su una media di 17 partite )
Per l’emissione dell’abbonamento è necessario essere possessori della Tessera del Tifoso ed esibire un valido documento d’identità.

Coloro che al momento non dispongono della Tessera potranno sottoscriverla contestualmente all’abbonamento.

CONTATTI – Stadio “Romeo Menti”, via G. Cosenza, 283. Tel. 0818717727 E-mail: biglietteria@ssjuvestabia.it Sito web: www.ssjuvestabia.it

S.S. Juve Stabia

Dall’Inghilterra: “Il Liverpool pensa a Insigne per il dopo Coutinho, pronti 60 milioni”

Il Liverpool starebbe pensando a Lorenzo Insigne per il dopo Coutinho. Pressing del Barcellona per l’attaccante brasiliano, i catalani sarebbero disposti a mettere sul piatto ben 100 milioni di sterline. I Reds continuano a fare muro in quanto non hanno alcuna necessità di cedere il proprio asso. Nel caso in cui l’affare dovesse andare in porto, stando a quanto riporta il quotidiano inglese Mirror, Jurgen Klopp punterebbe sull’attaccante partenopeo. Pronta un’offerta da 60 milioni di sterline (54 milioni di euro circa). Operazione complicata per svariati motivi, primo fra tutti il fatto che Insigne ha da poco rinnovato con il Napoli.

Il sindaco lasciato solo da leggi codarde

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Com’è noto e largamente già riportato dalla Stampa, a Licata (in Sicilia), il Consiglio comunale ha sfiduciato il sindaco.

Il motivo della sfiducia è eloquente dalla nomea con cui veniva ormai additato il sindaco: “il demolitore”, poiché faceva abbattere case e ville dei suoi concittadini che con sentenze esecutive e passate in giudicato, erano stati condannati per abusivismo edilizio.

All’ormai ex sindaco di Licata, da mesi sotto scorta dopo l’incendio di due sue abitazioni, non è rimasto che tornare a fare l’insegnante di matematica.

Verrebbe quindi, avviliti e quasi rassegnati, dovere ammettere che non c’è nulla da fare in queste Terre di cosiddetta cultura politico-assoggettante, endemica e sparsa.

Però in questa vicenda è evidente un generale aspetto normativo che di certo avrebbe fatto la differenza.

Le subdole leggi Italiane (e siciliane), forti con i cittadini onesti e lascive con i corrotti e criminali, hanno forzosamente lasciato solo un Sindaco e in una situazione notoriamente ad alto rischio, in cui doveva eseguire delle decisioni giudiziarie che chiaramente lo espongono potenzialmente persino alla morte.

Se lo Stato decreta e peraltro tramite la Magistratura, la demolizione di un’abitazione, che sia allora direttamente lo Stato medesimo (se avevamo uno Stato serio), anche con l’esercito se necessario, ad eseguire le sentenze di smantellamento e non invece deleghi in modo giuridicamente obbligato un Sindaco che di conseguenza si espone (notoriamente) al ribaltamento del consenso elettorale e quello consiliare nonché mettendo anche a rischio la sua persona e la rispettiva famiglia.

Salvo che, com’è di tutta evidenza da sempre, lo Stato italiano (e la Regione Sicilia), tramite il loro fior fiore parlamentare di giuristi, avvocati, giudici ed esperti vari, fanno le leggi solo per fare clientelismo e scambio di voto, soprattutto quello illecito, che porta palesemente tanto consenso popolare, quindi consolida il potere politico-istituzionale, ma così pure avvelenando interiormente, in modo quasi irreversibile, intere collettività.

Sono quindi le norme italiane e regionali che, confermandosi vigliacche ed ambigue, causano anche quanto sopra, poiché nei decenni proposte e deliberate da Governi e Parlamentari in preponderanza indegni, di destra, sinistra e centro, che si dovrebbero tutti mettere su un mega-barcone per far loro percorrere il viaggio inverso, così finalmente da potere l’Italia e la Sicilia civilmente rinascere.

A queste equivoche leggi, si aggiunga la recita nazionale della moralizzazione collettiva, spacciata anche per cultura della legalità, messa in scena nelle scuole e tra gli intellettuali, dai menestrelli e giornalisti, dai professionisti e propagandisti, mentre al contrario è divenuta negli anni un’endemica ipocrisia sociale (e ancora peggio scolastica contagiando intere e nuove generazioni). Specialmente poi nei Comuni, dove risaputamente primeggia l’opportunismo politico e in modo dissimulato si vendono uno/a dietro l’altro/a.

Possiamo, forse, ancora solo attendere cosa voteremo a novembre 2017 i siciliani. E poi nella primavera del 2018 gli italiani. Ma se i cittadini continueremo ad eleggere sempre la decennale massa di trasversali dinosauri e rispettivi riciclati, codazzi e prestanome (uomini e donne), allora siamo un popolo mentalmente perso. Ci meritiamo quello che subbiamo. E si salvi chi può.