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Juve Stabia, i numeri ufficiali della prossima stagione. A Paponi il 10…

La Juve Stabia ha ufficializzato i numeri di maglia delle Vespe per la prossima stagione.

Spicca la 10 a Daniele Paponi e la 12 assegnata, come da tradizione, alla Curva Sud. Mastalli mantiene la 24, Morero abbandona la maglia numero 18 per la 4.

Questo il comunicato della Juve Stabia:

S.S. Juve Stabia rende nota la numerazione delle maglie da gioco adottata quest’anno dai calciatori gialloblù, dalla numero 1 di Bacci alla maglia numero 28 di Calò:

1 Bacci
2 Cancellotti
3 Dentice
4 Morero
5 Atanasov
6 Allievi
7 Nava
8 Capece
9 Sandomenico
10 Paponi
11 Costantini
12 CURVA SUD
13 Redolfi
14 Crialese
15 Viola
16 Gaye
17 Matute
18 Zibert
19 Bachini
20 Berardi
21 Strefezza
22 Zanotti
23 Lisi
24 Mastalli
25 Polverino
26 Osei
27 Rosafio
28 Calò
Anche per questa stagione calcistica la S.S. Juve Stabia, dopo aver chiesto ed ottenuto la relativa autorizzazione dalla Lega di Serie C, intende premiare la Curva Sud, assegnandole la maglia numero 12.
S.S. Juve Stabia

La lunga notte del terrore in Spagna: dopo Barcellona, Cambrils

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La strage di Barcellona apre il fronte iberico dell’assalto jihadista al Vecchio Continente, con gruppi d’attacco che vengono dal Sahel ed agiscono con la mentalità delle faide del deserto: non basta uccidere, bisogna umiliare l’avversario colpendo i suoi simboli più cari. Nella notte attacco nella località turistica di Cambrils, in Costa Brava. Sette feriti e 5 assalitori uccisi: «Attentato collegato a quello di Barcellona».

Nella notte attacco a Cambrils, uccisi 5 attentatori

Volevano replicare l’attentato di Barcellona, investendo pedoni a tutta velocità a bordo di un’Audi A3

BARCELLONA – La giornata nera di Barcellona finisce con una battaglia nella notte. Nove ore dopo la Rambla, 13 morti e 100 feriti nel centro della città, intorno all’una e mezza, un gruppo di terroristi ha cercato di colpire la località turistica di Cambrils della Costa Brava, 100 chilometri a sud di Barcellona nel pieno della stagione turistica. Il tentativo era di replicare l’attentato di Barcellona, investendo pedoni a tutta velocità a bordo di un’Audi A3.

LEGGI ANCHE: Una cellula dal Maghreb porta il terrore a Barcellona (VIDEO)

Tra i passanti i feriti sono cinque, due dei quali gravi. La polizia catalana, dopo aver intercettato l’auto, ha ucciso 5 terroristi, al termine di una sparatoria nel lungomare della cittadina. I membri del gruppo indossavano cinture esplosive, che poi sono risultate false. L’intervento della polizia ha evitato un massacro, visto che la zona è piena di bar con i tavolini all’aperto, gelaterie, ristoranti e negozi aperti di notte. I mossos d’esquadra, la polizia autonoma della Catalogna, contano un ferito grave tra le sue fila, un’agente donna. Dei cinque assalitori, quattro sono morti subito, mentre uno è stato preso ancora vivo, ma è spirato due ore più tardi.

I punti fondamentali delle azioni sono quindi tre: Barcellona, Cambrils e un’esplosione avvenuta mercoledì a Alcanar, una località vicina a Tarragona, nella quale è rimasta uccisa una donna. Quella che era sembrata una banale fuga di gas, sarebbe stato invece un incidente causato dale materiale per un attentato. Collegando gli episodi, gli inquirenti suppongono che il furgone, nel progetto originario, sarebbe dovuto esplodere. Ma l’incidente della casa di Alcanar ha fatto scattare un piano B: quello zig zag mortale sulle Ramblas.

Intanto alle uscite di Barcellona si sono formate lunghe file. Posti di blocco e controlli continui, hanno paralizzato il traffico. Il terrorista che ha colpito Piazza Catalogna e la Rambla è ancora in fuga. Oggi a mezzogiorno grande manifestazione di cordoglio proprio nella piazza dell’attentato, alla presenza di tutti i leader politici e del re Filippo VI.

La caccia all’uomo continua per tutta la catalogna anche dopo l’alba. I Mossos hanno arrestato una terza persona, nella cittadina di Ripoll, provincia di Girona. Mentre un treno è stato fermato per controlli tra Sitges e Castelldefels, nella costa meridionale di Barcellona.

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vivicentro/La lunga notte del terrore in Spagna: dopo Barcellona, Cambrils
lastampa/Nella notte attacco a Cambrils, uccisi 5 attentatori FRANCESCO OLIVO – INVIATO A BARCELLONA

Una cellula dal Maghreb porta il terrore a Barcellona (VIDEO)

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Pomeriggio di terrore sulle Ramblas di Barcellona, una delle zone della città più amate dai turisti. Un furgone bianco ha travolto la folla facendo una carneficina: almeno 13 morti e 100 feriti, di cui 15 in gravi condizioni. Isis rivendica, la polizia arresta due persone. Giordano Stabile traccia il profilo dei terroristi arrestati, fratelli di origine marocchina.

Una cellula dal Maghreb per portare la Jihad nel cuore della Spagna

Gli spostamenti dei fratelli Oukabir tornati dal Marocco. Sospetti sul più grande che ha negato ogni responsabilità

BEIRUT – Due fratelli di origine marocchina, Moussa e Driss Oukabir, forse un terzo uomo ancora in fuga. La cellula che ha colpito a Barcellona ieri aveva ancora contorni vaghi, qualche anomalia, ma un forte connotato maghrebino, lo stesso che caratterizza la galassia jihadista in Spagna. Gli Oukabir sono di Aghbala, un cittadina sull’Atlante, con residenza a Ripoll, in Catalogna. Il responsabile dell’attacco è forse Moussa, appena diciottenne, ma tutti e due erano da poco tornati dal Marocco.

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Un dettaglio importante, per la propaganda islamista: partire dal Maghreb per colpire al cuore la Spagna ribadisce il legame fra il mondo musulmano e le terre che i jihadisti chiamano Andalus, il nome arabo dei loro secolari domini nella penisola iberica. La riconquista di Andalus è fra le “rivendicazioni” dell’Isis, fin dal 2014, e l’attacco di Barcellona è il primo riuscito in Spagna dal 2004, dopo quello nella stazione madrilena di Atocha. Ora, con la prima strage dell’Isis in terra spagnola, siamo di fronte a una staffetta fra le due più pericolose organizzazioni terroristiche, che rispecchia quella avvenuta negli ultimi quattro anni fra i jihadisti iberici.

L’Isis non è riuscito a replicare le dimensioni di Atocha ma l’attacco era pianificato, organizzato, lungo le linee guida dei “manuali” online. Istruzioni su come affittare e usare furgoni per far strage erano presenti sul numero 9 del mensile Rumiyah, uscito tre mesi fa, che incitava a “accoltellare gli infedeli, tagliargli le gole, mozzargli le teste, schiacciarli sotto i camion, e bruciarli vivi finché non pagheranno la jizyah e non saranno umiliati”. La presenza di complici conferma che siamo davanti a una cellula, non si sa quanto vasta, e non a un “lupo solitario”.

La Spagna era stata finora risparmiata, ma non per questo era fuori dal mirino dell’Isis: almeno 40 cellule sono state smantellate dal 2013. Anche se non sono numerosi come i francesi, i foreign fighters spagnoli hanno cominciato a raggiungere la Siria già nel 2012, al ritmo di 30-40 all’anno, secondo il centro studi Cts Sentinel. In principio si uniscono alla branca siriana di Al-Qaeda, Al-Nusra, ma poi la maggior parte passa con l’Isis.

Fra il 2012 e il 2014 almeno 11 jihadisti partono da Ceuta, enclave spagnola sulla costa marocchina, altre decine da Melilla, la città di fronte a Gibilterra. Sono cittadine sulla costa africana con circa il 30 per cento di popolazione islamica, soggette a forti tensioni e a una propaganda martellante da parte delle cellule jihadiste marocchine e algerine. L’alta percentuale di soggetti provenienti da Ceuta e Melilla si conferma nelle statistiche, elaborate dal Combating terrorism center, che riguardano i 178 jihadisti arrestati in Spagna fra il 2013 e il 2016: il 32 per cento proviene dalle due enclave, il 20 per cento da Barcellona e dintorni. In questo campione di islamisti la componente maghrebina è elevata: il 42,7 per cento hanno nazionalità marocchina, contro il 41,5 di spagnoli, la metà sono immigrati di seconda generazione, il 40 per cento di prima generazione, il 10 convertiti.

A maggio è stata individuata una “cellula di collegamento” composta da tre sospetti terroristi. Uno è stato arrestato a Tangeri, gli altri due in Catalogna, marocchini attivi nel reclutamento di giovani da inviare a combattere in Siria. Ieri sera non era ancora chiaro se Driss Oukabir faccia davvero parte della cellula di Barcellona o sia stato tirato dentro dal fratello minore che ha usato i suoi documenti per affittare il furgone. Dal profilo Facebook emerge un personaggio confuso: si dà il nome di battaglia “Soprano” in onore della serie tv sulla Mafia, esalta la “Mafia del Maghreb”, posta immagini e video sugli scontri fra israeliani e palestinesi e denuncia lo stato “pietoso” in cui si trova “l’arabismo”.

L’Isis ha dato prova però di saper attirare nella rete jihadista giovani borderline, al confine fra delinquenza ed estremismo, come l’autore della strage di Nizza del 14 luglio scorso, il tunisino naturalizzato francese Mohamed Lahouaiej Bouhlel. Il fatto che nella rivendicazione lo Stato islamico parli di “soldati del califfato” è un segnale in codice per indicare un legame organico. Mosul è persa, Raqqa quasi, ma l’Isis può contare ancora su migliaia di combattenti europei e maghrebini per colpire l’Europa e prolungare la guerra all’Occidente.

La paura degli italiani  

Mentre il bilancio delle vittime sale di ora in ora (la prima vittima a essere identificata è un belga), la Farnesina dichiara che sono in corso verifiche sui connazionali «ma c’è il rischio di eventuali coinvolgimenti di italiani tra le vittime dell’attacco a Barcellona». Si teme per la vita di un giovane di Legnano. Immediata la solidarietà di Roma. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha parlato di «dolore per l’orribile attacco al cuore dell’Europa» e ha disposto l’invio di rinforzi all’ambasciata italiana a Madrid per fornire supporto ai connazionali in Spagna».

Solidarietà dal mondo  

La Spagna si stringe intorno alle vittime e ai familiari. «Tutta la Spagna è Barcellona. Le Ramblas torneranno ad essere di tutti», twitta il re Filippo VI. «I terroristi non vinceranno mai un popolo unito che ama la libertà contro la barbarie. Tutta la Spagna è vicina alle vittime e alle famiglie» è il tweet del premier Mariano Rajoy. Solidarietà anche dal resto dell’Europa. Il portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel. Steffen Seibert, esprime «solidarietà e amicizia» nei confronti della Spagna. Il presidente francese Emmanuel Macron scrive: «Tutti i miei pensieri e la solidarietà della Francia per le vittime del tragico attacco a Barcellona, restiamo uniti e determinati».

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vivicentro/Una cellula dal Maghreb porta il terrore a Barcellona (VIDEO)
lastampa/Una cellula dal Maghreb per portare la Jihad nel cuore della Spagna GIORDANO STABILE – INVIATO A BEIRUT

Forte in Fashion, una settimana di moda all’Argentario

Porto Ercole- Fervono i preparativi per la seconda edizione di Forte in Fashion, manifestazione dedicata ai giovani talenti del fashion design e della fotografia di moda in programma dal 21 al 27 agosto a Porto Ercole. La kermesse è organizzata da StyleBook, il social network della moda (www.stylebook.it), con il contributo della Pro Loco di Porto Ercole e il patrocinio del Comune di Monte Argentario.

Si parte lunedì 21 agosto con il vernissage della mostra fotografica del Fashion Department dell’ISFCI: fotografie di moda realizzate da autori che hanno compiuto il loro percorso di studi all’Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata di Roma, scuola che rappresenta da più di 30 anni un importante punto di riferimento didattico nella formazione di fotografi qualificati, creativi ed inseriti nel mondo del lavoro. Sono venti gli autori che esporranno: Marco Ardemagni, Mattia Astolfi, Federica Barboni, Francesco Belcecchi, Giulio Cafasso, Luca Cascianelli, Claudio Cerasoli, Giovanni Cosmo, Tommaso De Dona, Nicole Furlan, Simone Golfieri, Alice Marzi, Francesca Masariè, Federico Oddone, Melissa Pallini, Edoardo Russi, Federico Sguera, Federico Taddonio, Serena Vittorini e Martina Zanin. La mostra resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 agosto, dalle 17:00 alle 21:00.

Grande attesa per l‘evento clou, la sfilata di moda in programma sabato 26 agosto. Cinque gli stilisti scelti dalla direttrice di StyleBook, Federica Bernardini: in passerella sfileranno le creazioni di Vanessa Foglia (Abitart), Hilda Falati, Pinda Kida (Nibi), Barbara Iacobucci e Raffaella La Rocca.

Gli ospiti della sfilata saranno accolti con un drink di benvenuto offerto da Banfi, sponsor della manifestazione e punto di riferimento per la produzione vitivinicola. Definita a suo tempo come “il più grande progetto che sia mai stato realizzato nella produzione dei vini di qualità”, nasce nel 1978 grazie alla volontà dei fratelli italoamericani John e Harry Mariani, già titolari di Banfi Vintners, una delle più importanti società di importazione di vini statunitense.

La manifestazione Forte in Fashion si svolgerà anche quest’anno nell’incantevole cornice di Forte Stella, fortificazione spagnola del Cinquecento che domina il mare da un’altura nei pressi di Porto Ercole. Nelle sale al piano terra sarà allestita la mostra fotografica mentre la terrazza del forte, con una spettacolare veduta panoramica sulla costa dell’Argentario, ospiterà la sfilata.

Forte in Fashion 21-27 agosto

Forte Stella – Porto Ercole, Monte Argentario (GR)

Barcellona colpita da un attentato, un furgone si scaglia sulla folla (VIDEO)

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Barcellona 17 Agosto – Due persone armate sono rinchiuse in un ristorante turco del mercato della Boqueria, sulla Rambla, al momento non è chiaro se abbiano preso degli ostaggi.

Secondo alcuni media Sarebbero almeno due i morti a Barcellona, dopo che il furgone ha travolto diverse persone sulla Rambla. Per la tv pubblica, ci sarebbe “almeno un morto e 32 feriti”. Il viale è stato evacuato. Il conducente – ricercato dalla polizia – ha lasciato il furgone per poi fuggire a piedi.

Il furgone è salito sulla parte centrale del celebre viale del centro di Barcellona e si è schiantato contro una edicola all’altezza dell’incrocio con Carrer Bonsucces dopo avere investito una decina di persone.

Il governo catalano ha ordinato la chiusura della stazioni di metro. La polizia ha invitato i negozianti a chiudere i loro locali quale misura di sicurezza.

A cura di Andrea Alfano

https://www.youtube.com/watch?v=S31bMTF9nEo

SEGUIRANNO AGGIORNAMENTI

Ore 20.24: Ufficiale, 13 morti

La polizia catalana ha smentito, sul suo profilo Twitter, la notizia diffusa dai media spagnoli chesegnalavano terroristi asserragliati con ostaggi in un locale di Barcellona vicino alla Rambla. Confermato invece l’arresto di una persona accusata di terrorismo.

Ore 20.19: Polizia conferma l’arresto di un attentatore

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Polanski, un’altra donna lo accusa di violenza sessuale

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NEW YORK- Nuove accuse di stupro per il regista Roman Polanski. Si tratta del terzo caso di violenza sessuale che emerge dal passato. La donna – che preferisce farsi riconoscere solo come “Robin M”- afferma di essere stata violentata nel 1973 all’età di 16 anni.

La donna, oggi 59 enne, ha dichiarato di essere uscita allo scoperto solo 44 anni dopo, in seguito alla richiesta di archiviazione da parte di Samantha Geimer, che Polanski ha ammesso di aver violentato nel 1977 quando lei aveva solo 13 anni. Il regista, in seguito a tale accusa, trascorse 42 giorni di prigione prima di fuggire in Europa, e altri 10 mesi in carcere e agli arresti domiciliari in Svizzera nel 2009 su mandato degli Stati Uniti, rifiutando però l’estradizione.

“Parlo adesso – ha aggiunto Robin – in modo che Samantha e il mondo sappiano che lei non è stata l’unica minorenne aggredita da Roman Polanski”. Secondo quando scrive il quotidiano americano Daily News , la donna non ha intenzione di far causa al regista polacco perchè secondo la legge californiana il caso è troppo datato. Robin M ha però affermato che vorrebbe testimoniare contro Polanski nell’eventualità di un processo per il caso Samantha Germer, la minorenne drogata e poi violentata nella villa di Jack Nicholson mentre l’attore era in viaggio. Dopo la Germer, nel 2010 fu la volta dell’attrice britannica Charlotte Lewis, la quale lo accusò di averla violentata a Parigi nel 1983 quando aveva 16 anni.

Il cineasta, che compirà 84 anni domani, non ha mai voluto rientrare negli Stati Uniti senza la garanzia che non sarebbe finito in prigione.

 

Clima teso in Serie C – La risposta di Gravina sul possibile sciopero

Resta teso il clima in Serie C. Dopo lo stato di agitazione reso noto da Damiano Tommasi, Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, è arrivata la risposta di Gabriele Gravina, Presidente della Lega Pro.

I calciatori contestano le decisioni prese durante l’ultimo collegio federale: la regola che consente di avere in squadra massimo 14 over mentre gli altri elementi della rosa devono essere under (nati dal o dopo il 1995), il mancato ripescaggio delle società virtuose e il differimento dei termini per il pagamento degli stipendi.

Tommasi ed i calciatori minacciano lo sciopero, che avrebbe conseguenze a tratti ingestibili sulla organizzazione e sulla programmazione della stagione.
Per cercare di allentare la tensione è appunto intervenuto Gravina con una nota.

Questo il comunicato della Lega Pro:

“A seguito della proclamazione dello “stato di agitazione” dell’ Associazione Italiana Calciatori, la Lega Pro con una lettera a firma del Presidente Gravina ha richiamato l’attenzione del Presidente Tommasi invitandolo ad alcune riflessioni in ordine agli aspetti addotti a fondamento delle iniziative proclamate dalla componente rappresentativa dei calciatori.Il Presidente invita l’AIC a valutare argomenti – tra cui quello, fondamentale, di un nuovo “patto” sul riequilibrio delle risorse funzionali a tutto il sistema calcio – in ordine al quale tutti dovrebbero esprimere posizioni con prospettive che guardino a dare un futuro certo al sistema calcistico, al di sopra dei singoli interessi di parte.La Lega Pro ha già avuto modo di dimostrare alla AIC il proprio impegno per fare formazione, di curare il post-carriera, di sperimentare nuove formule e di attivare modelli gestionali di avanguardia (ad esempio, il progetto “rating” ). Ciononostante la AIC ha preso una posizione che rischia di far riaprire problematiche già assodate, costringendo forse la Lega a rivedere decisioni di cui lo stesso Presidente Gravina si è fatto promotore per affermare logiche condivise nell’interesse del sistema calcio.Il Presidente Gravina nella sua missiva ricorda a Tommasi le posizioni di Lega su alcuni argomenti centrali, come la possibilità di attivare i ripescaggi condivisa con la stessa AIC, la posizione della Lega che ha delineato norme più stringenti accolte nel C.U. 46/A del 10 agosto u.s.. Per quanto riguarda il tema delle “liste” questo rappresenta un elemento portante di quella “mission” votata alla valorizzazione dei giovani da cui la Lega Pro non può arretrare. Infine, sul differimento dei termini, il Presidente Gravina ha ricordato alla AIC il ricorso pendente dinanzi al Tar che riguarda la legittimità, nel quadro della gerarchia delle fonti, della normativa sportiva rispetto a quella statale in riferimento ai versamenti contributivi e, certamente, l’attività cautelare del nostro sistema ben vale uno slittamento di 3 settimane.La Lega Pro si è incamminata in un ben delineato percorso di innovazione e cambiamento e può vantarsi – nonostante il momento di perdurante crisi economica, l’esponenziale crescita competitiva del contesto sportivo e l’irrigidimento delle normative di riferimento – di aver raggiunto alcuni importanti risultati sul piano della gestione sportiva e dell’immagine.Ciò detto lo stato di agitazione proclamato e la rinuncia alla partecipazione in Consiglio Federale, lungi dal portare benefici all’A.I.C., indebolisce tutti coloro che, come la Lega Pro, cercano di portare avanti una logica di sistema senza fare un discorso di esclusiva tutela dei propri interessi come tante volte abbiamo dimostrato. La Lega Pro, evidenzia il Presidente Gravina nella lettera, ha ottenuto con la riduzione delle retrocessioni, il ripristino del format a 60 per la stagione 2018/2019: ciò testimonia l’utilità di continuare a portare avanti le posizioni di Lega in Consiglio Federale seppur in minoranza. Infine, la Lega Pro resta aperta al confronto con tutte le componenti e chiede ai propri interlocutori di armarsi di senso di responsabilità nel considerare obiettivi di sistema”.

Si attendono sviluppi.

Juve Stabia, al settore giovanile anche Alfonso Cioffi

Juve Stabia, al settore giovanile anche Alfonso Cioffi

Altro tassello nella Juve Stabia, settore giovanile. Si veste di gialloblè anche Alfonso Cioffi, secondo quanto raccolta dalla redazione di ViViCentro.it. Il calciatore lavora già sul campo dell’Aura Sport sede degli allenamenti stabiesi. Anche per lui si tratta di un ritorno.

a cura di Ciro Novellino

Crc – Strinic vorrebbe la Fiorentina, ma spunta un retroscena

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Strinic vorrebbe lasciare la squadra partenopena e vuole solo una squadra

Raffaele Auriemma durante il programma Si Gonfia la Rete in onda su Radio Crc: “Il rinnovo di Ghoulam [leggi qui per maggiori informazioni] è fortemente legata alla situazione di Ivan Strinic. Il croato aveva ricevuto una proposta di rinnovo ma l’ha rifiutata perchè in quanto non ha ricevuto le giuste garanzie e per questo il Napoli ha poi puntato su Mario Rui. Non si sta allenando da diverso tempo con la squadra, non è sereno e non inserito nella lista Champions. Ha rifiutato le offerte di Atalanta, Genoa e del Sassuolo. Potrebbe prendere in considerazione solo  le offerte provenienti dallla Fiorentina”.

 

Crc – Una squadra francese corteggia Ghoulam, il Napoli chiede 40 milioni

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Ghoulam in bilico tra rinnovo e offerta del As Monaco

Raffaele Auriemma durante  il programma Si Gonfia la Rete in onda su Radio Crc ha svelato dei dettagli sull’offerta della squadra francese  AS Monaco: “Il mercato del Napoli è fermo da molto tempo. Mi chiedo quando Ghoulam firmerà per il rinnovo  del contratto. Non è così certo,  non c’è ancora sicurezza nel Napoli. La data di scadenza secondo me è intono alla fine di agosto, oltre la quale potrebbe scalare nelle gerarchie. Dietro Ghoulam c’è Mendes ma anche  l’offerta del Monaco che  ha sondato il Napoli ma la richiesta è di 40 milioni. Il Monaco potrebbe restare attendere e acquistare il calciartore a parametro zero offrendo 5-6 milioni. Anche Inter e Milan avevano offerto 4 milioni all’anno. Il Napoli alza il muro, ma il calciatore non è disposto ad accettare più i 2 milioni”.

Fiat 127: il piacere di scegliere, senza la paura di sbagliare

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La Fiat 127 è una popolarissima auto prodotta dal 1971 al 1987 in numerose versioni e varianti, conquistando il cuore di moltissimi per quasi 2 decenni.

Erede della Fiat 850, e molto nota a tutti, la Fiat 127 ha rappresentato un modello di grande innovazione per la casa automobilistica torinese. Il motore e la trazione anteriore, accompagnato da una linea molto moderna e accattivante, grande abitabilità, grande bagagliaio e interni molto razionali e curati. Fu disegnata da Pio Manzù (figlio dello scultore Giacomo), morto prematuramente in un incidente d’auto e che quindi non vide mai realizzata l’auto.

Fiat 127 - prima serie
Fiat 127 – prima serie

Al lancio la Fiat 127 apparve subito al pubblico e alla critica come una utilitaria dalle prestazioni brillanti e i consumi contenuti. Nel 1972 la carrozzeria Francis Lombardi presentò la versione “Lucciola”, con carrozzeria leggermente allungata e 4 porte. La diversa inclinazione del lunotto rispetto al cofano posteriore produsse come risultato una linea meno aggraziata. Nell’aprile dello stesso anno alla versione standard venne affiancata la 3 porte, dotata del portellone posteriore e nel 1974 raggiunse già il milione di esemplari prodotti.

Nel 1975 fu introdotta per la Fiat 127 la versione ‘Special’ che presentava un livello di finiture superiori interne ed esterne con un inedita mascherina. Nel 1976 compare nei listini italiani la versione 4 porte, prodotta dalla spagnola Seat, in quel periodo in joint venture con la Fiat.

Nel 1977 la Fiat 127 fu oggetto di un profondo restyling presentando un frontale completamente nuovo e una rinnovata coda. Il taglio del finestrino posteriore divenne più squadrato e gli interni furono completamente ridisegnati. Accanto al tradizionale motore 903 cc, viene introdotto un 4 cilindri monoalbero in testa di 1049 cc prodotto in Brasile.

Fiat 127 - Seconda serie
Fiat 127 – Seconda serie

Nel 1978 fu lanciata la prima Fiat 127 Sport, esteticamente piuttosto aggressiva e sportiveggiante: con livrea nera con decalcomanie arancio, arancio con decalcomanie nere oppure grigio metallizzato con decalcomanie nere, calandra con disegno reticolare, loghi sport, spoiler anteriore e posteriore, cerchi stampati con disegno sportivo. Nello stesso anno debuttò la “127 Top” disponibile solo con carrozzeria 3 porte e in due colorazioni specifiche, bronzo e blu, entrambe metallizzate.

Contemporaneamente venne importata in Italia, in pochi esemplari, la Fiat 147, una 127 brasiliana con un costo sensibilmente più basso. Poi venduta con delle piccole modifiche con il nome di 127 rustica, era una versione di aspetto da piccolo fuori-strada con allestimento spartano. Prevedeva come unico optional il portapacchi tubolare. Molto essenziale, la Rustica fu tolta presto da listino. Nel 1980 venne introdotta la seconda serie a 5 porte.

Nel 1981 vennero presentate la Fiat 127 D (Diesel) e la Fiat 127 Panorama (Familiare), con frontale e coda personali, entrambe basate sulla carrozzeria della Fiat 147 brasiliana.

Fiat 127 Diesel
Fiat 127 Diesel
Fiat 127 Panorama
Fiat 127 Panorama

Nello stesso anno fece il suo esordio la terza serie della Fiat 127, caratterizzata da avvolgenti paraurti in plastica con un frontale e una coda completamente ridisegnati con gruppi ottici ricoperti da cornici in plastica e nuovi fascioni laterali in plastica. La nuova carrozzeria, molto appesantita, fu un arduo tentativo di sovrapporre elementi stilistici correnti a un corpo vettura vecchio ormai di dieci anni. Tuttavia grazie anche ad un interno e una plancia tutti nuovi, le modifiche convinsero i compratori che, ancora una volta, le regalano il primo posto per vendite in Italia.

Fiat 127 - terza serie
Fiat 127 – terza serie

 

L’introduzione sul mercato nel 1983 della grande e molto attesa Fiat Uno, non determinò l’uscita di scena della “127”, che venne ancora una volta rivisitata per diventare un’alternativa “low-cost” alla nuova arrivata. Nacque così la Fiat 127 ‘Unificata’, cioè disponibile in un unico modello per Europa e Sud America, con una nuova mascherina millerighe, simile a quella della Uno, con le cinque barre cromate del logo Fiat. Questa nuova serie dovette però vivere all’ombra della “Uno”, e il suo impatto sul mercato risulta dunque trascurabile. La carriera europea della “127” si conclude nel 1987, mentre in Sud America la produzione continuò fino a metà anni novanta.

Fiat 127 Unificata
Fiat 127 Unificata

Al termine della produzione si stima che siano stati prodotte oltre 4.500.000 Fiat 127.

In Spagna la 127 veniva commercializzata come Seat 127, diventando poi, con qualche aggiornamento, Seat Fura. In Brasile, fu prodotta anche una versione tre volumi chiamata Fiat Oggi, simile ad una Fiat 128 3 porte. Anche sul mercato jugoslavo venne prodotta la Zastava Yugo, in Italia commercializzata con il nome di Innocenti Koral. La meccanica della 127 venne rivestita da una carrozzeria tutta nuova.

Il veicolo commerciale più noto derivato dalla Fiat 127 è la prima serie del Fiorino, furgoncino disponibile in versione pick up, con il medesimo frontale della 147 e poi prodotto su base Fiat 127 Unificata.

Fiat Fiorino Pick Up
Fiat Fiorino Pick Up

Tantissimi ne hanno avuta una, in molti la conservano ancora nei ricordi e qualcuno anche in box, per sfoggiarla orgoglioso ai raduni. Sono diversi i forum e i gruppi Social sul tema Fiat 127 e derivate. E qualcuno sta lavorando anche ad un prototipo per una nuova Fiat 127.

 

Hamsik: “Peccato non aver segnato un altro gol”

Le sue parole

Marek Hamsik, centrocampista e capitano del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni al proprio sito ufficiale: “Abbiamo disputato una buona partita, prendendo subito il vantaggio: anche dopo l’1-0 abbiamo dominato, abbiamo avuto diverse chance ma alla fine il risultato è buono: peccato però per non aver segnato un altro gol. La partita di ritorno sarà diversa, ce l’aspettiamo dura per tutti i novanta minuti ma credo che alla fine ne usciremo vincitori ed accederemo alla fase a gironi della Champions League”.

Governo teme tensioni con il Pd in vista della nuova manovra

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Boccia (Confindustria) invoca “un piano per l’occupazione dei giovani”, Mdp e la sinistra chiedono misure sociali. Anche per questo motivo, come spiega Carlo Bertini, il governo teme tensioni con il Pd in vista della nuova manovra.

Governo col fiato sospeso si temono tensioni con il Pd sulla nuova manovra

Renzi: il tempo è galantuomo, smentiti i gufi. Mdp e la sinistra chiedono misure sociali

ROMA – Certo, da Palazzo Chigi il refrain è una rivendicazione dei successi del tandem Renzi-Gentiloni, «si dimostra che in questi anni abbiamo fatto un percorso giusto di riaggancio della ripresa, mettendo il paese nelle condizioni di prendere un vento che altrove soffia impetuoso, con il debito così alto non era facile».

Ma ai piani alti del governo, quelli che guardano oltre i brindisi per la lieta novella, temono un contraccolpo: che ora possa nascere una tensione politica sulla gestione della manovra, con un Pd magari tentato di tornare alla carica sul calo delle tasse. Anche se Renzi fa sapere di non avere intenzione di aprire un fuoco polemico col governo e che la strategia d’autunno sarà concordata in toto.

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Ma con un nuovo “tesoretto” e più margini di spesa – una forbice approssimativa stimata dai due ai quattro miliardi di euro – non sarà facile contenere gli appetiti. E non è detto che gli interessi del governo – tutelare la maggioranza e magari andare incontro ad alcune richieste di Bersani e compagni – coincidano con quelli del Pd: lanciato in una competizione elettorale senza quartiere a sinistra. Non a caso Padoan parla di lotta alla povertà e punta a «concentrare le risorse sui giovani e a confermare le agevolazioni agli investimenti». Senza dire che pure Alfano batterà cassa a favore della famiglia, visto che si intesta parte del merito, «la stabilità l’’abbiamo garantita noi». Ma se il Pd – che il 19 settembre terrà un summit a porte chiuse sui conti – non tornerà alla carica sul calo Irpef per la penuria di risorse, è possibile che lo faccia sul quoziente familiare.

Dunque questa buona novella può creare in realtà più di un problema a un Gentiloni stretto tra due fuochi. «Tutto questo – spiega una fonte vicina al premier – significa avere più benzina. A noi interessa fare una manovra con misure tali da avere numeri più sicuri in Senato».

Ma a Palazzo Chigi si chiedono come se la vorrà giocare il leader Pd. Il quale non intende lisciare il pelo a quelli della sinistra che minacciano di non votare la legge finanziaria. «Il tempo è galantuomo: basta saper aspettare. Oggi i dati dicono che la strategia di questi anni produce risultati. Flessibilità, non austerity. Giù le tasse a ceto medio e imprese che investono». Insomma, Renzi sembra voler cavalcare il concetto dell’ «avevamo ragione noi» con gli 80 euro, il jobs act, eccetera, a dispetto di tutti «i gufi». I quali «gufi», manco a dirlo, bollano gli «eccessi di trionfalismo». «Continuiamo a essere in zona retrocessione nella classifica europea e lontani dal tornare a livelli pre-crisi», sbuffa il senatore bersaniano Federico Fornaro. «Ci aspettiamo una legge di bilancio senza bonus e incentivi indiscriminati, un piano straordinario di investimenti sul territorio e un piano di lavoro rivolto a giovani e mezzogiorno».

Tradotto, non è scontato il voto sulla legge di bilancio con tutto quel che ne consegue. Anche perché finora nessuno li ha consultati. «Indietro non si può tornare e i numeri ci dicono che non avevano ragione loro, quindi si rassegnino i nostalgici contrari alla riduzione delle tasse», dice Silvia Fregolent, parlamentare della Commissione finanze molto vicina alla Boschi.

Le tensioni sono alle porte, anche dentro la stessa maggioranza renziana: «Più crescita vuol dire più risorse per la legge di Bilancio, c’è spazio dunque per una manovra espansiva e sociale», sentenzia Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera della corrente del vicesegretario Maurizio Martina. «Servono incentivi strutturali per l’assunzione a tempo indeterminato degli under 35, cambiando decisamente rotta rispetto agli incentivi-spot introdotti con il Jobs act».

vivicentro.it/politica
vivicentro/Governo teme tensioni con il Pd in vista della nuova manovra
lastampa/Governo col fiato sospeso si temono tensioni con il Pd sulla nuova manovra CARLO BERTINI

Juve Stabia, arriva un nuovo colpo per il settore giovanile: ha già firmato!

Juve Stabia, arriva un nuovo colpo per il settore giovanile: ha già firmato!

Un nuovo tassello nel settore giovanile della Juve Stabia. Grazie alla collaborazione dell’InterCasertana, l’ormai ex dell’ASD Recale 2002, secondo quanto raccolto dalla redazione di ViViCentro.it, Gianluca Porvvisiero, classe 2001, ha firmato con la Juve Stabia, settore giovanile ed ha già cominciato da diversi giorni la sua nuova avventura. Per lui si tratta di un ritorno.

a cura di Ciro Novellino

Zinchenko-Napoli, dopo il preliminare si può chiudere

Zinchenko-Napoli, dopo il preliminare si può chiudere

Con l’ingresso in Champions League, un po’ più vicino dopo la vittoria di ieri sera per 2-0 contro il Nizza, il Napoli potrebbe tornare sul mercato. Il nome è quello del calciatore ucraino del Manchester City Oleksandr Zinchenko. Il Corriere dello Sport scrive: “L’ucraino ha qualcosa in più di una promessa con il Napoli, può arrivare in prestito (oneroso) e riscatto intorno ai cinque milioni di euro, può avere la possibilità di crescere in un Mondo nuovo e stimolante. Ma, gli è chiaro, tutto dipende da questo preliminare e qualcosina anche dalle evoluzioni del mercato in uscita”.

Strinic attende la cessione, ma le richieste non mancano

Strinic attende la cessione, ma le richieste non mancano

Strinic ha nel Watford e nel Galatasaray dei timidi ammiratori: anche questa e’ una trattativa last minute perche’ tutti sanno che gli azzurri hanno l’uomo in piu’ sulla sinistra e sperano di strappare un buon prezzo per l’esterno croato. La Fiorentina ci ha provato, con un’offerta da 4 mln rispedita al mittente vista la richiesrta di 6 mln. Alcuni club stranieri, hanno cercato di strapparlo al Napoli ma non ci sono riusciti. Il calciatore al momento resta in azzurro, in attesa di trovare una sistemazione. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Tonelli-Torino la trattativa non è chiusa: fumata bianca in arrivo?

Tonelli-Torino la trattativa non è chiusa: fumata bianca in arrivo?

Tonelli e il Torino sembra una storia che arrivera’ a lieto fine, ma subito dopo la gara di ritorno di Champions. Infatti, Maurizio Sarri ha chiesto concentrazione massima ai suoi calciatori e non vuole sentire parlare di mercato fino a quando il preliminare non sarà terminato. Martedì si giocherà in Francia la gara di ritorno con il Nizza dopo il 2-0 di ieri sera allo stadio San Paolo. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Napoli in Champions? Pronti soldi per De Laurentiis

Napoli in Champions? Pronti soldi per De Laurentiis

Ci sono almeno 34 milioni di motivi per non fare scherzi a Nizza. A tanto ammonta il «minimo garantito» per il Napoli in caso di accesso alla fase a gironi di Champions. La Gazzetta dello Sport parla solo di premi Uefa.

Il gettone di presenza tra le 32 è di 12,7 milioni. Poi bisogna aggiungere il market pool: circa 112 milioni da suddividere con Juventus e Roma.

  • Metà in base al piazzamento in campionato (al Napoli terzo spetterebbe il 15%, cioè poco più di 8 milioni),
  • Metà in funzione del numero di partite in Champions (nell’ipotesi peggiore, col Napoli eliminato ai gironi e le altre due italiane finaliste, agli azzurri spetterebbero circa 11 milioni).

I 2 milioni che vanno a chi si qualifica attraverso i playoff chiudono il cerchio: circa 34 milioni di premi Uefa.

Questi i premi per il 2017-18:

  • 12,7 milioni alle partecipanti ai gruppi (1,5 milioni per ogni vittoria, 500mila per ogni pareggio);
  • 6 milioni a chi si qualifica agli ottavi
  • 6,5 ai quarti
  • 7,5 alle semifinali
  • 11 alla finalista
  • 15,5 alla vincitrice

 

Non c’è scaramanzia che tenga, Napoli ai gironi

Non c’è scaramanzia che tenga, Napoli ai gironi

Non si capisce come il Nizza, che al San Paolo non ha mai inquadrato la porta, possa segnare tre gol al Napoli nel ritorno in Costa Azzurra, senza subirne uno o più. La Gazzetta dello Sport scrive: “Non c’è scaramanzia che tenga: la squadra di Sarri ha già un piede e mezzo nei gironi di Champions League. Vistosa superiorità di gioco e di tecnica. Unico rammarico il punteggio, striminzito rispetto alla semina”.

VIDEO ViViCentro – Jorginho: “Rammaricato per il 3° gol, sabato vogliamo vincere”

VIDEO ViViCentro – Jorginho: “Rammaricato per il 3° gol, sabato vogliamo vincere”

Jorginho ha parlato in mixed zone al termine di Napoli-Nizza 2-0 ai nostri microfoni: “Sinceramente l’abbiamo preparata così, anche se ci aspettavamo che loro scendessero in campo diversamente. Per noi comunque cambia poco, abbiamo fatto un gran lavoro soprattutto nel secondo tempo. Sabato dobbiamo mostrare la nostra mentalità che è in crescita. Stiamo lavorando bene, dobbiamo far vedere di chi siamo e prendere il comando del gioco per poi vincere la partita. 3° gol? Unico rammarico, lo meritavamo. Non siamo riusciti a concretizzare tante occasioni, ma abbiamo comunque vinto 2-0”. 

dal nostro inviato, Ciro Novellino