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F1, GP Monza 2017 – La griglia di partenza. Male la Ferrari

F1, GP Monza 2017: Lewis Hamilton in pole sul bagnato davanti alla coppia Red Bull (penalizzata). Male la Ferrari

Le qualifiche del GP d’Italia 2017 a Monza, 13esima prova del Mondiale di F1, tenutesi in condizioni di asfalto bagnato hanno sorriso a Lewis Hamilton che ha così ottenuto la ottava pole stagionale, stabilendo il primato assoluto di partenze dalla p.1 in carriera, superando anche sua maestà Michael Schumacher: 69 pole per il britannico. In seconda posizione la coppia Red Bull composta da Max Verstappen e Daniel Ricciardo che, penalizzata, cederanno le loro due posizioni al resto della truppa capeggiata da Lance Stroll ed Esteban Ocon. Male la Ferrari con Kimi Raikkonen (7°) e Sebastian Vettel (8°).

GRIGLIA DI PARTENZA GP ITALIA 2017
01 Lewis Hamilton (Mercedes)
02 Max Verstappen (Red Bull) +15 posizioni di penalità
03 Daniel Ricciardo (Red Bull) +25 posizioni di penalità
04 Lance Stroll (Williams)
05 Esteban Ocon (Force India)
06 Valtteri Bottas (Mercedes)
07 Kimi Raikkonen (Ferrari)
08 Sebastian Vettel (Ferrari)
09 Felipe Massa (Williams)
10 Stoffel Vandoorne (McLaren)
11 Sergio Perez (Force India)
12 Nico Hulkenberg (Renault) +10 posizioni di penalità
13 Fernando Alonso (McLaren) +35 posizioni di penalità
14 Daniil Kvyat (Toro Rosso)
15 Carlos Sainz (Toro Rosso) +10 posizioni di penalità
16 Kevin Magnussen (Haas)
17 Jolyon Palmer (Renault) +15 posizioni di penalità
18 Marcus Ericsson (Sauber)
19 Pascal Wehrlein (Sauber)
20 Romain Grosjean (Haas)

/oasport

Monza, GP d’Italia 2017, 13° round del Mondiale di F1: la situazione all’inizio della Q3 e come seguire la gara

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Nel Tempio della velocità  di Monza andrà in scena ancora una volta il confronto tra le due grandi rivali di questo campionato: Ferrari e Mercedes. La Rossa, nell’appuntamento di casa, vorrà centrare il bersaglio grosso e giocare un brutto scherzo alle Frecce d’Argento, sulla carta, favorite. Il circuito brianzolo, infatti, sembrerebbe favorire la W08 Hybrid e Lewis Hamilton è pronto ad annullare il gap di 7 punti che lo separa da Sebastian Vettel, in testa alla graduatoria iridata dei piloti. Chi la spunterà?

Al momento Hamilton appare di un altro pianeta, con Bottas pronto a parargli le spalle, Vettel e Raikkonen devono  crescere considerando che l’ultima prova appena conclusa (ore 17.16) ha fatto segnare la seguente classifica:

Primo Hamilton in 1:34.660, 7 decimi meno di Bottas,
poi Verstappen 1,453 secondi, Vettel a 1,563
poi Stroll, Raikkonen, Ricciardo, Massa, Vandoorne e Ocon!!
Fuori Perez, Hulkenberg, Alonso, Kvyat e Sainz

Con la Q3 nella è ancora possibile cambare tutto ma, intanto, si rimette a piovere anzi, diluvia, e alle prime uscite ad ora (17.33), nessuno migliora. Vedremo al termine.

Intanto, in merito al tempo previsto, annotiamo che le previsioni meteo per domani, domenica 3 settembre, giorno della gara, sono particolarmente confortanti. Dovrebbe infatti risplendere il sole per tutta la giornata e il GP di Monza 2017 dovrebbe corrersi sull’asciutto, addirittura con temperature che si aggireranno attorno ai 26 °C nel pomeriggio. La possibilità di precipitazioni è davvero nulla e lo si potrà seguire in TV, su Streaming e con le dirette LIVE di OASport.

Andiamo a conoscere in maniera più dettagliata le varie modalità.

Domenica 3 settembre

Programma OASport:

ore 14.00, F1, Gara, DIRETTA LIVE scritta

Programma Sky Sport:

ore 14.00, F1, Gara, diretta su Sky Sport1 (canale 201) e Sky Sport F1HD (canale 207)
ore 17.00, F1, Gara, replica sy Sky Sport F1HD
ore 20.30 e 23.00, F1, Gara, sintesi su Sky Sport F1HD

Programma RAI:

ore 14.00, F1, Gara, diretta su Rai 1/HD.

In streaming sarà possibile seguire il GP d’Italia sia su SkyGO (esclusiva per gli abbonati a Sky Sport) e sul portale RAI (o su RaiPlay).

redazione sportiva/oasport/

Qualificazioni Russia 2018, Spagna-Italia: le probabili formazioni

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Qualificazioni Russia 2018. Le furie rosse vantano una differenza reti di +4, azzurri costretti a centrare la vittoria.

Qualificazioni Russia 2018 Nelle file dell’Italia, Ventura dovrà fare a meno di Giorgio Chiellini, il forfait del difensore della Juventus ha stravolto i piani del ct che non potendo affidarsi alla ormai ex retroguardia bianconera avrà due scelte: 3-4-1-2 con Rugani a completare il terzetto difensivo e Verratti a supporto del tandem Immobile, Belotti; oppure affidarsi al 4-2-4 che in fase di non possesso diventerà un 4-4-2 con Insigne e Candreva sugli esterni e Verratti arretrato in mediana insieme a De Rossi.

Pochi dubbi per la Spagna che si affiderà in attacco ad Alvaro Morata supportato da Isco, Kokè, Iniesta e David Silva.

Porbabili Formazioni:

SPAGNA (4-1-4-1): De Gea; Carvajal, Sergio Ramos, Piqué, Jordi Alba; Busquets; Isco, Koke, Iniesta, David Silva; Morata.

ITALIA (4-2-4): Buffon; Darmian, Barzagli, Bonucci, Spinazzola; De Rossi, Verratti; Candreva, Belotti, Immobile, Insigne.

Giovanni De Falco

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Calcio Isolano-Il giovane Gabriele Sirabella approda in Serie D al Levico Terme

L’Unione Sportiva Levico Terme comunica di aver trovato l’accordo per questa stagione 2017-2018, con Gabriele Sirabella (nella foto in compagnia del nostro ds Claudio Ferrarese), giovane terzino destro, classe 1998. Nato ad Ischia (Campania), Gabriele è cresciuto nel settore giovanile dell’Ischia, poi, causa il fallimento della società è passato al Barano (Promozione) e al Forio (eccellenza) mettendosi in luce grazie anche a diverse convocazioni nella rappresentativa regionale della Campania.

La Società coglie l’occasione per dare il benvenuto a Gabriele, augurandogli speranzosi, una stagione ricca di soddisfazioni con la maglia gialloblù.

VIDEO ViViCentro – Primavera Napoli, Saurini: “Ottima gara, molto divertente. Youth League? Sarà difficile”

Le sue parole

La gara amichevole tra la Juve Stabia e la Primavera del Napoli è terminata con il risultato di 0-0. Al termine del match abbiamo ascoltato mister Giampaolo Saurini: “E’ stata una buona partita, divertente. Abbiamo cercato di mettere in pratica tutto quello che abbiamo provato in ritiro fino ad oggi. Si è vista una buona gara. Mezzoni? Lo consocevamo già dal Viareggio. Si deve inserire in un contesto diverso. Prima a destra, poi a sinistra, vedremo quale sarà la sua giusta collocazione, ma un giocatore di qualità. Il nostro primo obiettivo è la crescita dei ragazzi. Il campionato sarà importante, Youth League e coppa Italia. Cercheremo di farci trovare pronti. Marie Sainte? Un problemino al ginocchio, vedremo: speriamo non sia nulla di grave. Obiettivo? Abbiamo l’onore di giocare in Europa: giocheremo contro squadre di grande livello, ma cercheremo di fare del nostro meglio”.

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VIDEO ViViCentro – Amichevole, Juve Stabia – Napoli Primavera: gli highlights del match

VIDEO ViViCentro – Amichevole, Juve Stabia – Napoli Primavera: gli highlights del match

Finisce 0-0 l’amichevole che la Juve Stabia ha disputato contro il Napoli Primavera a Sant’Antonio Abate per l’indisponibilità, legata ai lavori di rifacimento del manto erboso, dello stadio Menti. Quasi tutti i nuovi arrivati in campo. Una gara ben giocata, anche se priva di gol, per mettere altri minuti nelle gambe in vista della ripresa del proprio campionato la prossima settimana, dettato dal riposo di questa giornata per la squadra stabiese.

Queste le formazioni:

JUVE STABIA – Branduani, Dentice, Crialese, Calò, Morero, Allievi, Lisi, Matute, Costantini, Mastalli, Strefezza. A disp. Zanotti, Nava, Gaye, Capece, Redolfi, Bachini, Canotto, Zarcone, Simeri, Viola, Bacci, D’Auria. All. Caserta-Ferrara

NAPOLI PRIMAVERA – Schaeper, Schiavi, Scarf, Abdallah, Manzi, Marie Sainte, Pelliccia, Micillo, Palmieri, Otranto, Mezzoni. A disp. D’Andrea, Bartiromo, Pizza, Calvano, Coglitore, Catavere, D’Alessandro, Conte, Pirone, Energe. All. Saurini

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Incubo povertà per oltre 9 milioni di italiani: è sempre più estesa l’area di disagio sociale che non accenna a restringersi.

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Più disoccupazione e più lavoratori precari. Ora sono oltre 9,3 milioni gli italiani non ce la fanno e sono a rischio povertà: è sempre più estesa l’area di disagio sociale che non accenna a restringersi. Dal 2015 al 2016 altre 105mila persone sono entrate nel bacino dei deboli in Italia: complessivamente, adesso, si tratta di 9 milioni e 347mila soggetti in difficoltà. Crescono in particolare gli occupati-precari: in un anno, dunque, è aumentato il lavoro non stabile per 28mila soggetti che vanno ad allargare la fascia di italiani a rischio. E’ quanto rileva Unimpresa.

Ai “semplici” disoccupati, sostiene l’associazione, vanno aggiunte ampie fasce di lavoratori, ma con condizioni precarie o economicamente deboli che estendono la platea degli italiani in crisi. Si tratta di un’enorme “area di disagio”: agli oltre 3 milioni di persone disoccupate, bisogna sommare i contratti di lavoro a tempo determinato part time e quelli a orario pieno. Vanno poi considerati i lavoratori autonomi part time, i collaboratori e i contratti a tempo indeterminato part time. Questo gruppo di persone occupate – ma con prospettive incerte circa la stabilità dell’impiego o con retribuzioni contenute – ammonta complessivamente a 6,27 milioni di unità, secondo le stime dell’associazione.

Il totale del’area di disagio sociale, calcolata dal Centro studi di Unimpresa sulla base dei dati Istat, alla fine del 2016 comprendeva quindi 9,34 milioni di persone, in aumento rispetto al 2015 di 105mila unità (+1,14%).

“Le aziende italiane hanno bisogno di risorse e incentivi per crescere e svilupparsi dunque per avere i presupposti necessari a creare nuova occupazione. C’è bisogno di più lavoro per gli italiani: in questo senso, vanno accolti con favore tutti gli strumenti e le misure volte a rendere meno onerose le assunzioni di lavoratori, meglio se si tratta di interventi strutturali e non di aiuti una tantum”, commenta il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

“Bene, pertanto, le risorse per il lavoro giovanile che il governo si appresta a inserire nella prossima legge di bilancio.Riteniamo invece sbagliato insistere con forme di sussidio, perché strumenti come il reddito di inclusione alimentano l’assistenzialismo e disincentivano, di fatto, la crescita economica. I poveri non vanno lasciati nella loro condizione”, conclude Ferrara.

Prime piogge, primi disagi. Castellammare, Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate allagate

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In tanti, oppressi dall’afa delle scorse settimane, invocavano la pioggia. Gli acquazzoni sono arrivati, portando anche i surreali e tragicomici disagi che le nostre zone sono costrette a subire.

A Castellammare la zona di Via Fontanelle è al solito la più colpita, con strade praticamente impraticabili per pedoni e veicoli perché trasformate in autentici laghi.

Stessa situazione per Santa Maria la Carità e Sant’Antonio Abate. Via Scafati risulta inondata nel vero senso della parola, con una quantità tale di acqua da coprire le ruote dei veicoli che tentano di circolare. Almeno un paio, durante il nostro naufragante tragitto, i veicoli visti in difficoltà nell’oltrepassare i tratti di strada maggiormente colmi di acqua.

A rendere ancor più difficile lo scenario, il mischiarsi dell’acqua piovana ad acque fognarie. È palpabile infatti la puzza dei liquidi, segno evidente che anche le fognature sono in parte straripate portando su strada le sgradevoli liquidi.

Insomma, una situazione divenuta insostenibile già dopo un semplice temporale estivo e che riporta all’attenzione il problema del malfunzionamento dei canali di smaltimento acque troppo spesso e tutt’ora ignorato.

Italiani tartassati: tra addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi e ritenute il conto da pagare è gravoso

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Quest’anno ciascun italiano pagherà mediamente 8mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali. E’ quanto ha calcolato l’Ufficio Studi della Cgia, che ha raccolto in un elenco le circa 100 tasse pagate dagli italiani. Una lista composta da addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi e ritenute. A un sistema tributario molto frammentato, spiega l’associazione, “che continua a tartassare cittadini e imprese, si accompagna un gettito estremamente concentrato in poche voci: le prime 10 imposte, infatti, valgono 421,1 miliardi di euro e garantiscono l’85,3% del gettito tributario complessivo che nel 2015 si è attestato a 493,5 miliardi di euro”.

Le imposte che pesano di più sui portafogli dei cittadini italiani sono due e rappresentano più della metà (54,2%) del gettito totale: l’Irpef e l’Iva. La prima garantisce alle casse dello Stato un gettito di 166,3 miliardi di euro (il 33,7%), mentre la seconda è pari a 101,2 miliardi di euro (20,5%).

Per le aziende le imposte che pesano di più sono l’Ires, che nel 2015 ha consentito all’erario di incassare 31,9 miliardi di euro e l’Irap, che ha assicurato 28,1 miliardi di gettito. Va altresì tenuto conto, aggiunge la Cgia, che la pressione tributaria (imposte, tasse e tributi sul Pil) in Italia (29,6%) è la quarta più elevata dell’Area euro dopo la Danimarca, la Svezia, la Finlandia e il Belgio; e superiore di ben 6 punti percentuali rispetto a quella tedesca (23,6%).

“La serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie nelle casse dello Stato sono aumentate di oltre 80 punti percentuali, quasi il doppio dell’inflazione che, nello stesso periodo, è salita del 43%”, precisa il coordinatore coordinatore dell’Ufficio Studi, Paolo Zabeo.

Mentre riguardo la posizione dell’Italia nell’area Euro, aggiunge il segretario della Cgia Renato Mason “è ancor più negativa se si considera l’altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal governo e volto alla riduzione della pressione tributaria è necessario e apprezzabile, ma dovrà procedere di pari passo con il miglioramento della qualità dei servizi e della loro qualità”.

Ritornando alla lista delle 100 tasse degli italiani, la Cgia ha stilato una lista con le curiosità:

1. quella più elevata: l’Irpef;

2. quella che paghiamo tutti i giorni: l’Iva;

3. la più pagata dalle società: l’Ires;

4. la più odiata dalle imprese: l’Irap;

5. la più singolare: quella applicata dalle Regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili;

6. la più lunga (come dicitura): imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfetario agevolato;

7. la più corta (acronimi esclusi): bollo auto;

8. l’ultima grande imposta introdotta: la Tasi;

9. la più odiata dalle famiglie: l’Imu e la Tasi attualmente applicata sulle seconde e terze case;

10. le più stravaganti: le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). La tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana (sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili, sulla birra).

/adnkronos

VIDEO ViViCentro – Juve Stabia, Ferrara: “Buon test. Novità sulla gara interna col Trapani”

Queste le sue parole

Al termine della gara amichevole contro il Napoli Primavera, Ciro Ferrara, tecnico della Juve Stabia si è soffermato ai microfoni di ViViCentro.it Queste le parole del tecnico gialloblu: “Queste sono gare che esulano dal risultato, che conta poco. Avevamo bisogno di testare i nuovi arrivi ed ovviamente anche i ragazzi che sono qui da più tempo. È giusto lavorare così, in modo da avere le idee chiare sulle caratteristiche di ogni elemento che abbiamo a disposizione. Fa parte della fase di preparazione in vista della gara che ci attende sabato prossimo; affronteremo un avversario difficile e forte. Ripartiamo da quanto di buono fatto dalla squadra ad Andria, un campo difficile dove poche squadre faranno punti. Questione stadio? Sappiamo che si sta facendo di tutto per rispettare i tempi, cosa non semplice. Ci prepariamo quindi ad affrontare la prima gara casalinga a Caserta ma se dovesse giocarsi nel nostro stadio saremo solo felici. Mercato finito? Finalmente. È un elemento che spesso non aiuta il nostro lavoro. Abbiamo fatto il massimo cercando di accontentare tutti ed in primis noi stessi. Abbondanza in porta? Bene così, è un ruolo delicato dove servono elementi di qualità.

Dai nostri inviati: Raffaele Izzo – Ciro Novellino

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Amichevole Juve Stabia – Napoli Primavera (0-0) . La cronaca testuale

Sant Antonio Abate – Davanti ad una buona cornice di pubblico Juve Stabia e primavera Calcio Napoli si sfidano per una gara amichevole presso l’impianto di Sant Antonio Abate.

Le formazioni:
Juve Stabia: Branduani, Dentice, Crialese, Calò, Morero, Allievi, Lisi, Matute, Costantini, Mastalli, Strefezza.
A disposizione: Zanotti, Nava, Gaye, Capece, Redolfi, Bachini, Canotto, Zarcone, Simeri, Viola, Bacci, D’Auria.

Napoli Primavera: Schaeper, Schiavi, Scarf, Abdallah, Manzi, Marie Sainte, Pelliccia, Micillo, Palmieri, Otranto, Mezzoni.
A disposizione: D’Andrea, Bartiromo, Pizza, Calvano, Coglitore, Catavere, D’Alessandro, Conte, Pirone, Energe.

PRIMO TEMPO

Minuto 2: azione personale di Strefezza sull’out sinistro che serve Calò; il tiro del centrocampista stabiese è deviato in angolo.

Minuto 11: episodio dubbio nell’area di rigore azzurra. Costantini atterrato ma l’arbitro lascia correre.

Minuto 14: nel Napoli infortunio per Marie Santie, al suo posto entra Bartiromo. Subito dopo destro dai 20 metri di Palmieri con palla larga.

Minuto 20: per la Juve Stabia ci prova ancora Calò dalla distanza; palla deviata in corner.

Minuto 35: Juve Stabia più propositiva ma imprecisa nell’ultimo passaggio.

Minuto 38: conclusione dalla distanza di Matute; pallone bloccato da Schaeper.

Minuto 42: Juve Stabia vicina al gol. Cross mancino di Crialese per Matute che ci prova di testa.

SECONDO TEMPO

Girandola di sostituzioni nella ripresa.

Juve Stabia rivoluzionata: Zanotti, Nava, Bachini, Redolfi, Gaye, Viola, Capece, Zarcone, Canotto, Strefezza, Simeri.

Nel Napoli esce Pelliccia per Energe.

Minuto 47: gran destro dalla distanza di Viola che sfiora l’incrocio dei pali.

Minuto 54: nel Napoli esce Palmieri ed entra Conte.

Minuto 57: sinistro volante di Simeri nella Juve Stabia. Palla murata in prossimità della porta.

Minuto 61: nel Napoli entra Coglitore per Abdallah.

Minuto 63: tra le Vespe entrano D’Auria e Boccardi ed escono Strefezza e Zarcone.

Minuto 68: tra gli Azzurri esce Mezzoni ed entra Calvano.

Minuto 69: occasionissima Juve Stabia con Nava che da ottima posizione spara fuori. Subito dopo buona giocata di D’Auria il cui tiro è respinto dal portiere del Napoli.

Minuto 70: nella Juve Stabia esce Zanotti per Bacci.

Minuto 73: il Napoli sostituisce Scarf con Catavere.

Minuto 75: incredibile palla gol per Canotto che tira altissimo da posizione ravvicinata.

Minuto 77: il Napoli richiama Bartiromo per Pizza.

Minuto 84: calcio piazzato di Viola per il colpo di testa di Bachini. Pallone oltre la traversa.

Minuto 86: gli ospiti richiamano Micillo per D’Alessandro.

Minuto 87: altra sostituzione del Napoli. Entra Pirone per Energe.

La gara termina così. 0 – 0 tra Juve Stabia e Napoli Primavera.

A cura di Giovanni Donnarumma

Uragano Harvey, un altro avvertimento

Sull’uragano Harvey si trovano già parecchie notizie sui siti d’Informazione. Brevemente qui si rammenta che trattasi di una iniziale tempesta, che prima di toccare la costa orientale degli Stati Uniti nel Golfo del Messico, aveva raggiunto la categoria 4 (secondo la scala di misurazione “SSHS dall’inglese Saffir–Simpson hurricane scale” che va da 1 a 5) con venti a circa 200 km/h, per poi essere declassato a tempesta.

Nonostante questa diminuzione di energia, una volta raggiunto il Texas, poiché si muoveva lentamente, ha scaricato così tanta pioggia da provocare decine di vittime e danni per oltre 150 miliardi di dollari nonché inondazioni ovunque, sicché è stato definito il più devastante dell’ultimo secolo.

Non sono da meno i monsoni in Asia, che in una delle stagioni più devastante dell’ultimo decennio, a fine agosto 2017 hanno sommerso con piogge torrenziali l’India, il Nepal e il Bangladesh. Le vittime sono circa 1.200, mentre milioni di abitanti sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Chiuse 18 mila scuole nell’intera regione e sono almeno 41 milioni di persone a subirne le conseguenze.

Harvey, come il resto delle decennali acute intemperie, è il prodotto della mini era calda in cui siamo entrati da circa un secolo e mezzo e che, stando alla durata nelle precedenti epoche, dovrebbe statisticamente protrarsi per almeno altri 3-4 secoli.

Di questa ciclicità e alternanza di mini ere calde e fredde, ne abbiamo parlato (semplicisticamente e come sarà anche qui di seguito) in un precedente articolo “Allarme sui cambiamenti climatici: la Storia del caldo negli ultimi tremila annia cui si deve aggiungere l’uso attuale di combustibili fossili che favoriscono l’effetto serra.

In sostanza, è come se un lago (il clima caldo) ciclicamente nei secoli esonda, provocando notevoli danni, a cui però stavolta si è aggiunto dell’altro (la popolazione umana) che contemporaneamente svuota in esso alcune piscine olimpioniche (i gas generati dai combustibili fossili) aggravandone pertanto le conseguenze (l’effetto serra e quindi accelerandone il riscaldamento) come anche causandone di imprevedibili.

Abbiamo tuttavia un vantaggio rispetto al passato. Oggi la scienza moderna riesce (nei limiti delle attuali conoscenze) a comprendere cos’è successo nei tempi passati e in particolare in quelli in cui analogamente c’era una mini era calda come adesso.

Una delle procedure è quella dei carotaggi in laghi o zone di mare in cui risulta, pure da racconti storici, siano avvenuti uragani (nell’atlantico), oppure tifoni (nel pacifico) o ancora cicloni (nell’indiano e mediterraneo).

Sulla scorta dei sedimenti e soprattutto dei detriti che si individuano, una volta sezionata la carota se ne analizza l’accumulo, per controllare se c’è stata una violenta tempesta che ha strappato coralli, pietre e ogni genere di residuo da distruzione.

Questa verifica ha dimostrato che gli uragani degli ultimi millecinquecento anni si sono, ad esempio, concentrati soprattutto durante la mini era calda che c’è stata tra l’850 d.C. e il 1300.

Poi improvvisamente, con l’inizio della contraria mini era fredda (1300-1850), addirittura definita mini era glaciale per il tanto freddo che l’ha caratterizzata, il loro numero è notevolmente diminuito. Seppure nel 18° secolo è stato accertato che se ne sarebbero verificati alcuni. Cui uno in particolare intorno al 1780, che dall’Atlantico centrale si è scaraventato contro i Caraibi, per poi proseguire verso l’atlantico settentrionale e che è stato stimato come il più intenso di cui si abbiano testimonianze scritte e dalle quali si rileva pure che non sarebbe stato particolarmente veloce nel suo tragitto, anzi così lento da provocare per questo ancora più danni nei luoghi ove passava.

La presenza tuttavia di questo potente uragano intorno al 1780 appariva come un paradosso rispetto alla precedente conclusione che durante la mini era fredda (1300-1850) il numero era calato.

Ancora una volta i carotaggi e in particolare l’analisi dei coralli ha dato una risposta. Infatti è noto che più l’acqua si riscalda e minore è la presenza di ossigeno e viceversa. Ebbene si è visto che nei coralli la presenza di atomi di ossigeno erano notevolmente calata in quegli anni attorno al 1780, sicché l’esistenza di una corrente calda (spessa decine di metri), presumibilmente quella risaputa proveniente dal Golfo del Messico, incontrandosi con un vento medio carico di polveri originario del deserto del Sahara insieme a correnti fredde di alta quota, ha iniziato ad aggregarsi risucchiando il vapore proveniente dalla corrente marina in basso e condensando l’aria caldo-umida, così ingrossando la circonferenza del vortice innescato dalla rotazione terrestre, facendo passare la tempesta tropicale con venti a 100 chilometri orari, ad uragano di categoria 5 con venti oltre 250 km/h e generandone uno dei più potenti mai accertati che avrebbe fatto in particolare nei Caraibi oltre ventimila morti.

Si è pure compreso che le tempeste sui mari seguono come predatori di energia le acqua calde. Anche stavolta viene in aiuto l’analisi chimica del tipo di ossigeno contenuto nelle stalagmiti (concrezione calcarea a forma di colonna che s’innalza dal pavimento nelle grotte) il quale si differenzia tra tempeste e uragani, consento così di risalire persino a migliaia di anni addietro e accertare il tipo di intemperia. Ora il riscaldamento climatico in corso sta scaldando anche i mari lontani dall’Equatore, tra l’altro ove sono ubicate le città costiere più popolate. E come un carnivoro ogni uragano (tifone o ciclone) seguirà sempre di più le piste verso nord delle correnti calde.

Quindi, la scienza moderna ci dice che: Siamo in una mini era calda che durerà altri secoli; L’essere umano ne sta ulteriormente accrescendo il riscaldamento con le sue attività antropiche e quindi con i gas generati dai combustibili fossili, come l’anidride carbonica (indispensabile per la vita e per la fotosintesi delle piante ma allo stesso tempo indiziata dell’accelerazione dell’effetto serra e dell’acidificazione degli oceani quindi dei danni ai coralli e di tutti gli organismi calcarei i cui gusci si disfanno); Ci sono già state nei millenni altre mini ere calde alternate a fredde; Siamo tuttavia in una macro era glaciale che dura da circa 2 milioni e mezzo di anni, ciò significa che sulla Terra ci sono state ere geologiche molto più calde di adesso (dipende da diversi fattori persino dove si trova il sistema solare nella Via Lattea e rispetto ad ammassi di stelle); Durante le mini ere calde gli uragani sono più frequenti poiché la temperatura del mare è più alta e pertanto in presenza di venti freddi e carichi di polvere, ciò alimenta l’energia delle tempeste; Anche in ere fredde ci sono stati violentissimi uragani per la presenza di correnti marine calde in superficie.

Insomma, siamo destinati a dovere convivere per altri secoli con supertempeste improvvise, violente e sembrerebbe sempre più frequenti.

Ma mentre in passato la popolazione mondiale era di gran lunga inferiore e le città erano molto meno affollate e poche sulla costa, oggi è tutto il contrario. Pertanto il rischio di catastrofi, soprattutto umanitarie, è oltremodo aumentato per questa differenza di popolazione e ubicazione abitative.

E non sentiamoci tranquilli nel Mediterraneo. Anzi proprio qui abbiamo diverse pistole climatiche puntate, quali: Un eventuale vento freddo proveniente dall’Artico, insieme ad una risalita dello Scirocco e con il mare che in certe zone sfiora quasi i 30 gradi. Ciò che non sappiamo non è se, ma quando la Natura premerà il grilletto.

Noi umani abbiamo pure aggiunto dei dissennati ingredienti, quali: Un decennale abbandono politico-istituzionale della manutenzione negli abitati, di caditoie, pozzetti, scarichi, condotte, canali e vasche di acque meteoriche, domestiche, industriali e reflue; Assenza della pulizia di corsi torrentizi e fluviali; Spianamento e cementificazione di colline, spesso visibilmente sedimentarie, per fare posto a costruzioni ed altro; Realizzazione di insediamenti umani su pendii e in zone fluviali e costiere, senza neppure rispettare distanze almeno di (relativa) sicurezza; e infine disboscamento selvaggio e incendio di foreste, giungle e dei pochi alberi rimasti nelle nostrane colline, sicché il terreno è rimasto senza la protezione delle fronde delle piante e delle radici, pertanto è sempre più inaridito dal caldo e neanche più compattato. Saremo travolti da colate di fango e senza scampo.

L’uomo del passato, quasi inconsapevolmente, contro certi fenomeni naturali sapeva adattarsi, persino spostarsi, così peraltro anche evolvendosi. Noi umani dell’ultimo secolo, avvitati intorno alla nostra presunzione tecnologica e rafferme teorie culturali, nonché insipienza scientifica generale, pensiamo di potere sfidare la Natura. Tanto è vero che non accettiamo neppure il caldo cambiamento climatico in corso. Allora aspettiamoci di molto peggio e prepariamoci in tanti a soccombere. Non ho infatti mai appreso che qualcuno l’abbia mai spuntata contro la Natura.

Adduso Sebastiano

Rifiutate Atletico, Liverpool e Monaco: Ghoulam firmerà il rinnovo

Rifiutate Atletico, Liverpool e Monaco: Ghoulam firmerà il rinnovo

Faouzi Ghoulam è un tassello fondamentale della catena di sinistra condivisa con Hamsik e Insigne, ha acquisito la capacità di muoversi nella linea difensiva su cui insiste Sarri. Come riporta il Corriere del Mezzogiorno, la crescita di Ghoulam non è passata inosservata a livello internazionale, si sono fatte avanti l’Atletico Madrid prima del blocco del mercato, il Tottenham, il Liverpool ma soprattutto il Monaco, stuzzicato dal colpo a parametro zero con la mediazione di Jorge Mendes. Il Napoli ha fatto resistenza, De Laurentiis ha chiesto 40 milioni di euro per il cartellino e la strada del rinnovo sembra intrapresa. L’intesa per il suo rinnovo contrattuale sembra essere stata trovata, impostata per un contratto fino al 2022 con una clausola rescissoria di 25 milioni di euro (valida solo per l’estero) ed un ingaggio di 2,5 milioni a stagione più bonus. Si è mosso il presidente De Laurentiis che ha avuto con Ghoulam un colloquio telefonico dopo la sfida contro il Nizza per cercare di sbloccare la situazione. La cessione di Strinic alla Sampdoria a titolo definitivo è un segnale importante, un indizio che esprime fiducia sul fronte Ghoulam.

De Laurentiis aveva offerto 40mln per Berardi martedì sera inserendo anche una clausola

De Laurentiis aveva offerto 40mln per Berardi martedì sera inserendo anche una clausola

La Gazzetta dello Sport racconta sull’affare sfumato Berardi-Napoli: “Il Napoli, sia chiaro, ha fatto davvero sul serio per Domenico Berardi. Sul piatto il presidente Aurelio De Laurentiis martedì sera era pronto a mettere l’equivalente di 40 milioni di euro. Vale a dire la cessione di Zapata (valutato 20 milioni), con l’aggiunta di altri 20 milioni di euro. Insomma, il club campano era pronto all’acquisto immediato del mancino calabrese, ma con la clausola di lasciarlo per questa stagione in prestito alla società emiliana. Tuttavia questa formula non ha trovato il consenso della proprietà nero-verde e lo stesso giocatore ha lasciato l’ultima parola al patron Squinzi: come aveva già fatto due settimane prima di fronte all’assalto della Roma. Davanti a questo muro il Napoli ha avuto poco da obiettare. Resta, comunque, l’intenzione di riprovarci più avanti. Anche per non lasciare spazio alla concorrenza e destinare le risorse finanziarie in cassa agli investimenti in prospettiva”.

Così il Napoli ha soffiato Ounas al Man Utd di Mourinho

Così il Napoli ha soffiato Ounas al Man Utd di Mourinho

Il Corriere dello Sport racconta un retroscena legato ad Adam Ounas: “Dieci milioni di euro più due di bonus al Bordeaux e un retroscena datato giugno: il Napoli lo voleva, a tutti costi, e così nel corso di un weekend di relax in Versilia, una volta appreso degli inserimenti di Roma e Manchester United, per mano di Mourinho, Giuntoli cominciò a smuovere mari e monti pur di chiudere in un clic la trattativa. In barba al sabato e alla domenica e forte della voglia del giocatore, in stretto contatto con Ghoulam da un po’ e folgorato dal Napoli, e dal gioco di Sarri, sin dalla partita di Champions con il Real. Proprio così: è da febbraio che Ounas guardava sempre la squadra in tivvù”

Inglese può essere inserito in rosa già a gennaio

Inglese può essere inserito in rosa già a gennaio

Il Corriere dello Sport scrive sull’ultimo acquisto del Napoli, Roberto Inglese: “Il proprio futuro, potrà guardarlo in faccia soltanto tra un paio di mesi. Chissà se per allora, il giorno di Chievo-Napoli, Roberto Inglese avrà già fatto il pieno di estimatori sotto il Vesuvio. E di mesi ne mancheranno ancora un altro paio prima dell’eventuale passaggio a Castel Volturno. Già, potrebbero essere anticipati a gennaio i tempi di consegna: ma nessuno ha voglia di forzare. Ha già messo a bilancio due gol e un assist, nelle prime tre partite ufficiali in stagione: Inglese non è uno che perde tempo. Soprattutto ora che ha un orizzonte dorato come quello di Napoli, c’è da attendersi un bomber con l’argento vivo addosso. A brillare di più, probabilmente è l’episodio-gol dello scorso luglio: quella sera in amichevole a Trento, è stato proprio lui a infilzare il Napoli durante una partita di fine-ritiro. Non è un caso, che sulle tracce di Inglese fino a ieri ci fosse mezza serie A”.

Atac, Cda: sì a concordato preventivo. Raggi: “Azienda resti pubblica”. Ma ora è il Campidoglio a rischiare il default

Lo scenario prospettato dall’ex assessore Mazzillo, verificato dal fact-checking di Agi, dovrebbe preoccupare la sindaca Raggi, che invece scrive: “Non abbiamo paura”

Il Cda di Atac, che si è riunito ieri, “ha individuato nella procedura di concordato preventivo in continuità la migliore soluzione alla crisi della società, deliberando l’immediata comunicazione all’azionista e convocazione dell’Assemblea dei soci per le decisioni di competenza”. E’ stata la stessa azienda dei trasporti romana a renderlo noto con un comunicato

Raggi: “Atac deve rimanere pubblica”

Una decisione che trova il plauso della sindaca di Roma, Virginia Raggi. Su Facebook la prima cittadina della Capitale si rivolge ai cittadini dicendo: “Chiediamo ai dipendenti e ai cittadini di seguirci in questo percorso di rinascita e aiutarci a rilanciare l’azienda di tutti noi. Mettiamo in opera uno strumento per trasformare radicalmente l’azienda e che mira a tutelare i livelli occupazionali. I lavoratori onesti non hanno nulla da temere – aggiunge -. Non credete alla propaganda di chi vuole far fallire questa azienda”.

Poi aggiunge: “Noi non abbiamo paura perché il nostro unico interesse è avere trasporti davvero efficienti. Non siamo legati a logiche clientelari, non dobbiamo niente a nessuno. Questo ci rende liberi. Abbiamo un obiettivo chiaro: Atac deve rimanere pubblica, deve rimanere dei cittadini e non finire nelle mani di privati che puntano esclusivamente a fare cassa sulle spalle dei romani e dei dipendenti. Sull’azienda ci sono le mire di chi la vuole a tutti i costi privatizzare e vuole dividersi le spoglie. I privati puntano a creare linee di serie A e linee di serie B; a fare profitto”.

Roma rischia il commissariamento?

Ciò detto, ora la questione che si apre riguarda proprio il concordato preventivo. L’ex assessore al Bilancio del Comune di Roma Andrea Mazzillo, sostituito con il livornese Gianni Lemmetti lo scorso 23 agosto, il giorno dopo ha dichiarato in un’intervista a Repubblica: “Nella pancia dell’Atac ci sono 429 milioni di crediti verso il Comune di Roma che con il concordato si rischiano di perdere. E questo non è un elemento facilmente digeribile per i conti di Roma Capitale. Si rischia di passare dal commissariamento dell’Atac a quello del Comune”.

Atac sceglie la via del concordato, ma ora è il Campidoglio a rischiare il default
trasporti pubblici. Metro A (Agf)

Il fact-checking di Pagella Politica di AGI ha evidenziato come l’ex assessore abbia sostanzialmente ragione perché col concordato i 429 milioni di crediti verso Atac vantati dal Comune di Roma non sarebbero più coperti dal piano di rientro, decaduto per via del concordato, cosa che impedirebbe la chiusura in pareggio del rendiconto sulla gestione, determinando di fatto il dissesto finanziario del Comune

La situazione dell’Atac

 La sindaca Raggi, sempre su Facebook, spiega: “Siamo perfettamente consapevoli che attuare cambiamenti veloci in un’azienda con oltre 1,3 miliardi di debiti non è impresa facile, ma siamo altrettanto consci del nostro obiettivo, del fine verso cui stiamo indirizzando i nostri sforzi”. Ma qual è la situazione dell’Atac? A fine luglio si è dimesso il direttore generale Bruno Rota e, al Messaggero, ha parlato di uno stato dei conti già senza ritorno, con un debito accumulato pari a 1,38 miliardi di euro.

“La deadline è già superata – ha detto Rota -. Qui c’è un’azienda che l’ultima volta è riuscita a pagare gli stipendi nell’ultimo quarto d’ora. È una situazione che deve essere analizzata dal tribunale fallimentare. La quantità di decreti ingiuntivi che ha accumulato è spaventosa. C’è un debito di 325 milionisoltanto con i fornitori. Lo dice l’ultimo bilancio e anche nel 2017 la cifra rimarrà la stessa. Questo fa capire che il rapporto con i fornitori è ormai deteriorato. Non si può migliorare il servizio e fare manutenzione efficace senza comprare i pezzi di ricambio”

Tutti i guai di Atac

La multa dell’Antitrust

E’ arrivata venerdì 11 agosto l’ultima stangata per Atac. Una multa di 3,6 milioni di euro per le corse cancellate sulle Ferrovie Concesse giunta dall’Antitrust ha peggiorato ulteriormente la situazione della società dei trasporti locali.

Il debito con il Comune di Roma

Dal primo gennaio del 2019 l’Atac dovrà versare al Comune circa 1,7 milioni di euro al mese per i prossimi 20 anni. In sintesi – spiega Affari Italiani – è accaduto questo: per diversi anni Atac è riuscita a farsi anticipare dal Comune una quota parte del Fondo regionale dei trasporti per rimanere in vita. Un rivolo di linfa che però ha prodotto un maxidebito nei confronti del Comune che nel 2016 ha richiesto indietro i soldi. La delibera parla chiaro: Atac si è presa 429 mila 551 euro e ora li deve restituire in 20 anni, in 240 rate mensili di 1 milione e 789 mila euro.

I decreti ingiuntivi di Cotral e Trenitalia

Risale a marzo il decreto ingiuntivo depositato davanti ai giudici del Tribunale da Trenitalia – si legge sul Corriere – e con il quale vengono richiesti ad Atac 21 milioni di euro più gli interessi, per un totale di 30 milioni. Ai quali si aggiungono i 62 milioni  chiesti a fine luglio, sempre con decreto ingiuntivo, da Cotral.  In entrambi i casi i debiti di Atac riguardano la gestione dei biglietti Metrebus, dei quali l’azienda continua a incassare gli introiti senza distribuire i proventi a Cotral e Trenitalia. Nel caso di Cotral i debiti risalgono principalmente al biennio 2016/2017: circa cinque milioni di mancati incassi ogni mese che, sommati, determinano i 62 milioni del decreto ingiuntivo (complessivamente, per l’esattezza, considerando anche tutte le agevolazioni tariffarie, il debito contabilizzato da Cotral arriverebbe a 92 milioni). Nel 2016 sono arrivati anche altri decreti ingiuntivi da parte dei fornitori pe run importo totale di 325 milioni.

Il referendum sul trasporto pubblico

Potrebbe svolgersi – spiega il Sole 24 ore – tra aprile e giugno 2018 in concomitanza con le elezioni politiche o con quelle regionali il referendum consultivo per la messa a gara del trasporto pubblico della Capitale. Il 10 agosto c’è stato l’annuncio dell’obiettivo raggiunto con 33.040 firme raccolte per la campagna referendaria “Mobilitiamo Roma” promossa da Radicali Italiani e Radicali Roma. Le firme sono state consegnate l’11 agosto in Campidoglio. “È stato un successo grazie alla grande partecipazione dei militanti e dei romani su una questione cruciale per i cittadini come il servizio pubblico della città – spiega Riccardo Magi segretario dei Radicali italiani – abbiamo raggiunto e superato il traguardo delle circa 29mila necessarie a indire il referendum consultivo il prossimo anno”.

I debiti con le banche

Le banche si sono esposte per 180 milioni di euro e fino a questo momento hanno temporeggiato sui rientri.

I motivi del disastro Atac

​Bassa produttività dei dipendenti

Il tasso di assenteismo – si legge ancora sul Sole 24 Ore – è elevato e fuori controllo quindi la produttività è al lumicino. Gli esperti dicono da sempre che c’è una sproporzione ingiustificata tra gli impiegati amministrativi e gli operativi (conducenti e chi materialmente fa funzionare il servizio). Il dato inquietante denunciato da anni e mai risolto è quello della sparuta pattuglia dei controllori dei biglietti. Poche centinaia di persone su un organico di 12mila.

L’evasione tariffaria

Solo a Roma, caso unico in tutta Europa, i ricavi da biglietti coprono una parte infima dei ricavi. Nel 2015 Atac ha incassato dalla vendita dei ticket 260 milioni su un fatturato di poco meno di un miliardo. Fenomeno antico e mai estirpato. Tanto per dare un’idea dello scandalo dei portoghesi, l’azienda consorella l’Atm di Milano, a parità di fatturato incassa il doppio dalla vendita dei biglietti da viaggio. Fanno in soldoni 250 milioni che di fatto mancano ogni anno alle casse dell’agonizzante azienda capitolina. Un dato che da solo fa la differenza tra fare gli utili e produrre le perdite. Il dato medio in Europa dice che i ricavi da biglietti valgono circa il 50% del monte ricavi.

I sussidi del Comune e della Regione

Ogni anno Atac riceve come contratto di servizio dal Comune e della Regione Lazio la bellezza di oltre 500 milioni di sussidio. Tutte le aziende di trasporto locale sono sussidiate, ma c’è un limite. l’Atm di Milano riceve poco più del 40% di risorse pubbliche. All’Atac si supera il 60%. E’ il costo dell’inefficienza.

Agi/adnkronos

Di Lothar e di governo (Massimo Gramellini)

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Gli italiani nauseati e impauriti hanno scoperto il cranio rassicurante di Minniti. Stava lì da sempre, ma pochi se ne erano accorti. Sarà stato a causa degli occhiali neri da agente segreto bulgaro. O della sua ostinata e monotona serietà, che per chiunque si sia occupato di politica in questi anni da saltimbanchi rappresentava un limite, mentre oggi sembra diventata un merito. Si è ritrovato ministro a sessant’anni, ma due colpi di fortuna lo hanno ricompensato per l’attesa. Il primo è che ha preso il posto di Alfano. Il secondo la profezia di D’Alema, di cui era stato il Lothar ai tempi in cui l’altro si credeva Mandrake: «Farà perdere almeno cinque punti al Pd». Che magari li perderà. Però nonostante lui, che ha fatto breccia nella pancia benpensante del Paese. Minniti non assomiglia alle popstar del suo partito né a quelle dell’opposizione. Non si atteggia a bullo sui social, non comunica per slogan, non sfila sui tappeti rossi facendo ciao con la manina. Soprattutto non insulta. Se la polizia fa uno sgombero infelice, non perde tempo a difenderla o a criticarla: cambia il sistema degli sgomberi. Mentre gli altri brandiscono l’ondata migratoria come arma elettorale, lui si sforza di gestirla. Trasmette la sensazione, insolita per un politico italiano, di sapere quello che dice e persino quello che fa. Non cerca di piacere e proprio per questo finisce per essere stimato anche da coloro a cui non piace. Sta realizzando l’impresa accarezzata invano da Renzi: sedurre la destra rimanendo a sinistra. Ma Renzi era troppo democristiano e indisciplinato per riuscirci. Serviva un comunista di ferro come lui.

/corrieredellasera

Eusebio Di Francesco in mixed zone nel post Roma Chapecoense (VIDEO)

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 Eusebio Di Francesco in mixed zone nel post Roma Chapecoense (VIDEO)

Un’emozione unica, da ricordare. La terrò stretta nei miei ricordi”, così Eusebio Di Francesco definisce la serata all’Olimpico che ha visto protagonisti la Roma e lo Chpecoense, la squadra brasiliana distrutta dall’incidente aereo nel novembre del 2016, nell’amichevole a scopo benefico.

Leggi anche: Roma-Chapecoense 4-1 Esordio di Schick, ritorno Florenzi

Video E. Di Francesco in mixed zone

L’allenatore giallorosso, al termine dell’amichevole, in mixed zone ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.

Su Schick: “Deve ancora lavorare tanto. In conferenza stamattina ha detto che era già pronto per giocare pur non avendo fatto nemmeno un amichevole con la Sampdoria ma solo degli allenamenti, e di questo dobbiamo tenerne conto. Ha bisogno di mettere nelle gambe tanta ma tanta benzina.

Su Florenzi: Si sta allenando benissimo, con grande intensità e voglia di recuperare. Sta raggiungendo una buona condizione ma non possiamo dire che ora sia al top perché al 60′ era morto. Ma per quello che ho visto in campo sono molto soddisfatto”.

Su Emerson: “Valuteremo che Emerson è un giocatore che rientrerà verso novembre, ci saranno poche partite alle porte, se dovessimo decidere potrebbe essere lui quello “sacrificato”, ma ha una logica. Questo lo dice uno che ha fatto l’Europa League con pochi uomini e con tanti ragazzini ed ho avuto tante difficoltà perciò dobbiamo mettere dentro giocatori che stanno principalmente in questo momento bene”.

Su Castan: “È un ragazzo che voleva a tutti i costi rimanere. L’ho sempre preso in considerazione, non avendo avuto l’opportunità di prendere altri giocatori, contentissimo di averlo prima di tutto per la sua grande disponibilità, per la voglia di mettersi a disposizione della squadra come ha fatto oggi anche da terzino”.

Maria D’Auria

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Roma-Chapecoense 4-1 (Florenzi rig. 27′, Perotti 38′, Antonucci rig. 41′, 50′, Ruschel 55′) – Esordio di Schick e ritorno al gol di Florenzi

DALLO STADIO OLIMPICO CLAUDIA DEMENICA – Match amichevole a scopo benefico quello di stasera contro la sfortunatissima squadra brasiliana della Chapecoense distrutta dall’incidente aereo nel novembre del 2016. Unico sopravvissuto tornato sui campi di calcio è Alan Ruschel. Jackson Follmann (ex portiere) si è salvato ma ha perduto una gamba ed oggi è ambasciatore per il club. Il suo obiettivo, ora, è quello di partecipare alle paraolimpiadi. Oltre a questi due, il terzo ed ultimo “redivivo” è Neto, che sogna di poter tornare sui campi di gioco ma non si è ancora ripreso. Non ci sono i nazionali e la cornice di pubblico non è molto ampia: solo il settore della Curva Sud è pieno. Poche le presenze in Tribuna Tevere.

CRONACA SECONDO TEMPO:

45′ Termina il match sul risultato di 4-1

41′ Roma vicina al gol del 5-1, il portiere Tiepo subito sollecitato

39′ Altra sostituzione per la Chapecoense, esce Artur ed entra Tiepo

36′ Primo tentativo di Schick: riceve un pallone addosso da Corlu ma non riesce ad avvitarsi per tenere bassa la conclusione

31′ Esce Keba ed entra Corlu, nella Chape entra il umero 27 Bryan ed esce l’unico soprabvvissuto che esercita ancora la professione di calciatore Ruschel

29′ Ad un quarto d’ora del termine del match esce tra gli applausi del pubblico Florenzi nella giornata del suo rientro a 310 giorni dal doppio infortunio al ginocchio

26′ Esce Ciavattini ed entra Ciofi, anche Lobont fuori ed il giovanissimo Romagnoli prende il suo posto

25′ Gol del 5-1 segnato da Cappa ma annullato dall’arbitro Valeri per offside

21′ Esordio in maglia giallorossa per Patrick Schick: il neoacquisto giallorosso entra in campo per sostituire il giovane Antonucci

18′ Entra il numero 35 Hiago per la formazione ospite, esce Rodrigo

16′ Conclusione forte di Keba, che ha rilevato Defrel nell’intervallo. Il calciatore si è coordinato bene ed avrebbe centrato lo specchio se non fosse stato per l’opposizione di Artur

13′ Cross di Florenzi per Antonucci deviato in angolo

10′ CALCIO DI RIGORE PER LA CHAPECOENSE: Ciavattini è protagonista di un intervento scomposto su Dodò. Valeri assegna il penalty che viene trasformato da Ruschel

5′ 4-0 ROMA CON ANTONUCCI: sgroppata di Perotti sulla fascia, che arriva sul fondo e crossa per Antonucci che in scivolata segna la sua doppietta personale

Cambio a inizio secondo tepo per Di Francesco: Cappa rileva Perotti

CRONACA PRIMO TEMPO:

41′ CALCIO DI RIGORE PER LA ROMA: Dodò fa un fallo di mano in area di rigore nel tentativo di murare un tirodi Perotti. Valeri assegna il secondo penalty che viene trasformato da Antonucci

38′ 2-0 ROMA CON PEROTTI: assist confezionato col contagiri da Gerson, l’argentino col numero 8 ha la freddezza necessaria per insaccare la rete

35′ Grande parata di Lobont su tiro ben indirizzato all’incrocio dei pali da parte di Dodò: dopo un’azione insistita nell’area di rigore avversaria, Ruschel passa la palla al centrocampista numero 31 della formazione brasiliana che obbliga Lobont alla fortunosa respinta con i pugni

27′ Diagonale col sinistro da parte di Alessandro Florenzi. Pallone deviato con un braccio da parte di Grolli nell’area di rigore giallorossa: è CALCIO DI RIGORE PER LA ROMA. Sul dischetto si presenta lo stesso Florenzi che non fallisce e bagna il proprio rientro in campo segnando il gol dell’1-o

26′ Dodò calcia una punizione per la Chape. Sul pallone prova ad avventarsi Grolli ma Lobont qwuesta volta si fa trovare pronto

24′ Antonucci prova un pallonetto da solo davanti ad Artur, fintando il tiro avrebbe depositato il pallone in porta. Questa è senza duvvio l’occasione piàù ghiotta capitata finora alla Roma

23′ Ciavattini devìa il pallone in calcio d’angolo. Si tratta dela quarto corner per la squadra ospite

20′ Antonucci, molto defilato, cerca di girare il diagonale in porta ma senza successo

17′ Calcio di punizione per la Roma battuto da Perotti. La palla arriva sui piedi di Florenzi che controlla di petto e tenta il tiro forte con il destro. La palla va fuori

16′ Tentativo di assolo di Diego Perotti fermato da Rushel

15′ Rushel cambia marcia, prova l’uno due con il compagno Perotti ma Castan intercetta e concede il calcio d’angolo

11′ Antonucci cerca la soluzione centrale ma arriva la chiusura di Grolli

10′ Bel cross di Nainggolan: Artur deve andare con i pugni

8′ Gerson rientrando sul mancino cerca di servire un compagno ma il suo cross viene deviato in corner. Va Perotti a batter ma il calcio piazzato non ha sviluppi

5′ Primo calcio d’angolo per la Chapecoense: LObont è poco reattivo su un retropassaggio e la palla va fuori

2′ Ruschel cerca la possibilità di andare al tiro che viene però ribattuto. Poi calcio di punizione per la squadra ospitante

 

FORMAZIONI UFFICIALI:
ROMA (4-3-3) – Lobont; Florenzi, Castan, Ciavattini, Juan Jesus; Nainggolan, Gonalons, Gerson; Defrel, Antonucci, Perotti
A DISP: Romagnoli, Greco, Schick, Ciofi, Cargnelutti, Pezzella, Valeau, Meadows, Riccardi, Keba, Corlu, Cappa
CHAPECOENSE (4-4-2) – Artur; Renan, Grolli, Bruno, Roberto; Marques, Mineiro, Dodò, Alan; Perotti, Cesar
A DISP: Tiepo, Hiagho, Khevin, Moises, LOrency, Rodrigo, Bryan

ARBITRO: Valeri della sezione di Roma
ASSISTENTI: Dobosz-Giallattini

Diretta testuale di Claudia Demenica
Foto: asroma.com

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