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Sconcerti: “Partita deludente da parte del Napoli, un passo indietro secco”

Il noto giornalista Mario Sconcerti ha commentato la prova del Napoli in Champions League nel suo editoriale per il Corriere della Sera:

“Sarri è caduto nella piccola trappola dello Shakhtar, quella di correre nel breve, come centometristi, giocando sempre in contropiede. Una partita deludente quella del Napoli, lontano dal suo ordine normale, quasi stanco, sorpreso dalla velocità e dall’insistenza dell’avversario. Ancora una volta si è avuta l’impressione di un calcio diverso appena fuori le mura. Sarri ha scelto Milik a sorpresa mandando Mertens in panchina. È stato un errore ma non quello decisivo. Milik aveva una sua logica, una sua normalità fisica da Champions. E Mertens rimaneva una carta importante per agitare il finale di partita. È andata solo in piccola parte così, ma il peso della sconfitta è caduto su centrocampo e difesa, sempre lenti, sempre straniti, senza personalità. C’è stata anche sfortuna, ma è un passo indietro secco, vero, un’involuzione da capire fino in fondo” .

Venerato: “Sarri avrebbe dovuto schierare Mertens dall’inizio, io l’avrei fatto rifiatare in campionato”

Ciro Venerato, giornalista di Rai Sport, è intervenuto ai microfoni di Radio Crc nel corso di ‘Si Gonfia la Rete‘. Ecco quanto evidenziato:

“Il Napoli è superiore allo Shakthar ma nella gara di ieri il 90% delle seconde palle è stato degli ucraini. Premetto che Sarri è un grande allenatore ma, a mio avviso, ha sbagliato a non far giocare Mertens dall’inizio. Il belga è uno dei pochi ad essere già in forma, semmai l’avrei fatto rifiatare in campionato. Per una squadra come il Napoli che ambisce a qualcosa di importante, però, non si può dipendere da un singolo giocatore”.

FOTO ViViCentro – Paolo Bianco incontra i tifosi: il ritrovo è all’associazione “Amici di Siracusa”

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FOTO ViViCentro – Paolo Bianco incontra i tifosi: il ritrovo è all’associazione “Amici di Siracusa”

Paolo Bianco, allenatore del Siracusa Calcio è stato ospite dell’associazione “Amici di Siracusa”. Si è reso disponibile a interagire e a rispondere alle varie curiosità dei tifosi. Ciò che è saltato subito all’occhio è stata la sua affabilità con i tifosi e la familiarità che ha avuto con tutti quanti.

 

Foto di Martina Visicale

RIPRODUZIONE RISERVATA

Maradona, il legale: “Diego assolto dal reato di diffamazione ai danni di Equitalia, la fine di un’ingiustizia”

Per Diego Armando Maradona è finalmente arrivata l’assoluzione nella causa di diffamazione mossagli da Equitalia. A riportarlo è Angelo Pisani, legale dell’argentino, tramite il proprio profilo Facebook:

“La fine di un’ingiustizia, l’affermazione della certezza del diritto, dell’esistenza della giustizia e del ruolo fondamentale dell’avvocatura, pochi minuti fa la esemplare sentenza del gup Scalera del tribunale di cassino che assolve Diego Armando Maradona e il suo avvocato Angelo Pisani dal reato di diffamazione aggravata ai danni di Equitalia perché il fatto non costituisce reato ! L’avvocato Angelo Pisani festeggia con i colleghi Sergio Pisani e Damiano De Rosa legali degli imputati la vittoria della giustizia su quella che è sempre stata un ingiustizia e una strumentalizzazione della verità”.

Jorginho, l’agente: “Il ragazzo è in forma e non ha nessun problema. Rispettiamo le scelte di Sarri”

A Radio Crc, nel corso di ‘Si Gonfia la Rete’, è intervenuto Joao Santos, agente di Jorginho. Ecco quanto evidenziato:

“Si sapeva che con lo Shakhtar non era una partita facile, gli ucraini hanno meritato la vittoria. Jorginho ha fatto un’ottima preparazione, è in grande forma. Purtroppo ha preso questa botta al piede che gli ha causato un po’ di fastidio, ma non c’è nessun problema muscolare. Noi rispettiamo le scelte di Sarri, sapevamo che avendo giocato a Bologna sarebbe partito in panchina in Champions League. Ho sentito il ragazzo dopo la gara, è concentrato sulla partita di domenica e vuole vincere”.

UFFICIALE – Napoli-Benevento, sarà Irrati a dirigere il match del San Paolo

A dirigere Napoli-Benevento è stato designato Irrati di Pistoia.
Assistenti: Preti e Paganessi.
Quarto uomo: Martinelli.
Var: Manganiello e Marinelli.

Massimiliano Irrati di Pistoia, 38 anni, è alla settima stagione nella Can di A e B
L’esordio in serie A in Bologna-Chievo 2-2 del 18 marzo 2012.
Vanta 72 presenze in serie A e 40 in B

Ha diretto il Napoli dieci volte:
sette vittorie, un pareggio e due sconfitte

Napoli-Catania 2-1 il 2 novembre 2013
Napoli-Chievo 1-1 il 25 gennaio 2014
Torino-Napoli 1-0 l’1 marzo 2015
Napoli-Cesena 3-2 il 18 maggio 2015
Napoli-Verona 3-0 il 16 dicembre 2015, in coppa Italia
Lazio-Napoli 0-2 il 3 febbraio 2016
Udinese-Napoli 3-1 il 3 aprile 2016
Chievo-Napoli 1-3 il 19 febbraio 2016
Lazio-Napoli 0-3 il 9 aprile 2017
Torino-Napoli 0-5 il 14 maggio 2017

COSI’ IN CARRIERA:

112 presenze (72 in A e 40 in B)

53 vittorie interne (il 47,3%)
34 pareggi (il 30,4%)
25 vittorie esterne (il 22,3%)

30 rigori (circa uno ogni quattro partite)
38 espulsioni (circa una ogni tre partite)
563 ammonizioni (circa 5 a partita)
3.469 falli fischiati (circa 31 a partita).

Da sscnapoli.it

Europa League, Vitesse-Lazio: Inzaghi opta per il turnover

Dopo un digiuno di un anno, la Lazio fa il suo ritorno in Europa League sfidando fuori casa gli olandesi del Vitesse.

Nel 2016 il cammino dei biancocelesti si è interrotto agli ottavi di finale contro lo Sparta Praga, subendo un sonoro 0-3 all’Olimpico, nonostante l’1-1 della gara di andata in casa dei cechi.

Sarà la prima gara europea di mister Inzaghi che ha dichiarato di voler puntare forte su questa competizione ed arrivare il più avanti possibile. Nonostante ciò, Inzaghi concederà un turno di riposo ai titolarissimi e dare spazio a coloro che fino ad ora ne hanno trovato poco.

Modulo confermato, novità in difesa- Il modulo sarà sempre lo stesso: 3-5-2, con la novità Lucas Leiva al centro della difesa nella linea a 3, il brasiliano infatti ha già ricoperto quel ruolo al Liverpool dimostrando una duttilità tattica importante, che potrà quindi tornare utile in più di un’occasione. Con lui, faranno reparto Bastos che sostituirà l’infortunato Wallace( per lui si prevede un mese di stop) ed il giovanissimo Luis Felipe alla prima da titolare con la Lazio. Panchina quindi per De Vrij e Radu.

A centrocampo, i titolari Basta e Lulic faranno spazio a Marusic e Lukaku; in mediana ci sarà l’esordio stagionale dal primo minuto di Di Gennaro e Murgia, con Parolo che completerà il terzetto di centrali, essendo indisponibile nella prossima gara di campionato per via dell’espulsione rimediata domenica con il Milan. In avanti Luis Alberto alla spalle di Felipe Caicedo, l’ecuadoriano avrò quindi una chance importante per mettere a tacere tutte le voci su di lui e dimostrare di essere all’altezza e dare la possibilità ad Immobile di rifiatare nel corso della stagione.

Vitesse, dubbio Castaignos- Grande enstusiasmo in casa Vitesse, reduce da 3 vittorie nelle prime 4 gare di campionato; gli olandesi sono intenzionati a dire la loro in questa competizione e giocarsi il girone con le due big Lazio e Nizza. Mister Fraser sarà costretto a rinunciare al sud africano Serero, con Wan Der Werff pronto a sostituirlo. In avanti l’ex Genoa Tim Matavz che sarà supportato da Rashica e Linssen; occhio però ad un possibile impiego dal 1′ dell’ex interista Castaignos.

Formazioni:

Vitesse(4-3-3): Pasveer, Dabo, Kashia, Miazga, Buttner, Bruns, Van Der Werff, Foor, Linssen, Matavz, Rashica

Lazio(3-5-2): Strakosha, Bastos, Lucas Leiva, Luis Felipe, Marusic, Parolo, Di Gennaro, Murgia, Lukaku, Luis Alberto, Ciacedo

Giovanni De Falco

 

Abusi sessuali: solo il 4,6% è commesso da estranei

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Come spiega Linda Laura Sabbadini «solo il 4,6% degli abusi sessuali è commesso da estranei».

In oltre sei casi su dieci il carnefice è il partner o un ex

Solo il 4,6% degli abusi sessuali è commesso da estranei. Ora gli uomini reagiscano e la smettano col bullismo sessista

Molti casi di stupro sono al centro della cronaca di questi giorni e non è un caso visto che questo tipo di violenze succedono di più in estate, secondo l’Istat. Nel nostro Paese, 1 milione e 150 mila donne, il 5,4% del totale, hanno subito uno stupro o un tentativo di stupro nel corso della vita.

Numeri agghiaccianti se si considera anche che in tutta Europa le donne che hanno vissuto tali esperienze sono più di 9 milioni. Ne sono vittime le operaie (5,5%), così come le libere professioniste, le imprenditrici o le dirigenti (7,5%); le donne più colte così come quelle con titolo di studio più basso. Non emergono differenze marcate tra le generazioni. Lo subiscono sia le italiane che le straniere, anche se queste ultime di più. Una forma di violenza gravissima, vissuta spesso in solitudine, visto che quasi la metà delle vittime non ne ha parlato con nessuno. Un enorme sommerso, quindi, che l’Istat è riuscito a misurare. Le straniere denunciano di più delle italiane, merito soprattutto delle donne moldave, romene e ucraine che con più frequenza decidono di uscire allo scoperto dopo aver subito violenze da parte di partner della loro stessa nazionalità.

Lo stupro e il tentato stupro lasciano ferite terribili e profonde. Le vittime si sentono peggio in salute rispetto alle altre donne, soffrono di più di insonnia, nausea, disturbi di affaticamento, palpitazioni, depressione. A differenza delle violenze fisiche, sessuali e psicologiche meno gravi, che sono in diminuzione, l’incidenza degli stupri è rimasta sostanzialmente invariata nel tempo, così come quella dei femminicidi. I casi di cui si parla in questi giorni, stupri ad opera di estranei, sono quelli più rari. Se si guardano i dati emerge infatti una realtà sconcertante: la maggioranza degli stupri è opera di partner o ex (62,7%) e solo il 4,6% di estranei; frequenti sono anche quelli ad opera di amici e conoscenti. Il violentatore è spesso una persona che si conosce, che si ama o si è amata.

Il 10% delle donne separate o divorziate ha subito stupro o tentato stupro dal proprio ex. Tra gli eventi scatenanti della violenza da partner, emergono, neanche a dirlo, atti di libertà della donna: la volontà di lasciarlo, di separarsi, il rifiuto ad avere un rapporto sessuale o di fare quello che le viene ordinato. Nella maggioranza dei casi la donna reagisce: urla per paura e dolore, cerca di difendersi, prova a dialogare con il violentatore, cerca di trattenerlo o immobilizzarlo, tenta di chiamare la polizia o addirittura di aggredirlo a sua volta.

È bene che le donne sappiano che è meglio difendersi perché la reazione, nella maggioranza dei casi, ha conseguenze positive, perlomeno così dicono le donne che l’hanno sperimentato. Nonostante nel 17,5% dei casi di stupro da non partner siano presenti altre persone, la peggiore delle violenze avviene in un clima di indifferenza generale. In tre quarti dei casi nessuno interviene. Niente può giustificare questo quadro, men che meno il fatto che una donna possa aver bevuto troppo, essersi messa una minigonna, essere uscita da sola di notte. Nessuno uomo, neanche il suo partner, può permettersi di approfittare di lei o anche solo toccarla contro la sua volontà. La donna non è proprietà del marito o del fidanzato. Nessun uomo può prendere una donna con la forza. Nessun uomo può abusare del suo ruolo di potere, non esiste il consenso della donna di fronte a un’arma e a una divisa. Oltre ad una reazione forte ed indignata delle donne, senza più alcuna tolleranza, serve che vengano allo scoperto sempre più numerosi gli uomini, i tanti, che hanno chiaro quanto sia vile quella forma di bullismo sessista, che parte dall’«ingenua» e condivisa battuta da bar, e slitta spesso, verso derive violente e criminali contro madri, sorelle, figlie «di altri», contro persone che hanno diritto alla libertà e alla sicurezza. Vanno stroncate le premesse, per fermare le estreme conseguenze.

L’Italia di stupri e femminicidi
OPINIONI

L’Italia di stupri e femminicidi

L’ha ammazzata a colpi di pietra e poi ha nascosto il corpo nelle campagne. Il caso di Noemi Durini, sedicenne della provincia di Lecce, uccisa dal fidanzato…

vivicentro.it/editoriali
vivicentro/Abusi sessuali: solo il 4,6% è commesso da estranei
lastampa/In oltre sei casi su dieci il carnefice è il partner o un ex LINDA LAURA SABBADINI

Il Napoli gioca senza idee: troppi errori così si lasciano le penne

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Il quotidiano Il Roma analizza il Napoli che è uscito sconfitto dalla partita contro lo Shakhtar all’esordio in Champions League

L’allarme Maurizio Sarri lo aveva dato: «Attenti che se continuiamo a giocare solo per mezzora prima o poi ci lasciamo le
penne», ebbene,  il Napoli le penne ce le ha lasciate contro lo Shakhtar all’esordio in Champions League. Dopo cinque risultati
utili consecutivi, composti da 2 vittorie ai preliminari e tre in campionato, gli azzurri sono tornati con i piedi per terra uscendo sconfitti dalla prima gara della fase a gironi della Champions. Un crollo incredibile che ha messo in luce le debolezze di un gruppo alle quali in Italia non avevamo dato un giusto peso. Ieri sera si è lasciato il gioco nelle mani degli ucraini che, grazie alle proprie qualità offensive, sono riusciti a festeggiare davanti ai loro tifosi. Paulo Fonseca l’ha studiata bene la partita e per un’ora ha comandato il campo segnando due gol a Reina. Sul primo il portiere non ha colpe. Sul secondo, purtroppo, deve fare ammenda perchè è uscito a vuoto lasciando a Ferreira la possibilità di colpire di testa. Sarri ha capito che questo Napoli senza Mertens non può pensare di mettere paura agli avversari e appena l’ha lanciato nella mischia la musica è cambiata. Il belga ha conquistato un calcio di rigore che Milik ha trasformato e in modo continuativo ha messo in difficolta la difesa dei padroni di casa. E solo per poco non è arrivato un incredibile e forse anche meritato pari con quel tiro di Callejon che il portiere ha deviato in angolo. È cominciata male, dunque, questa esperienza nell’Europa ch conta per il Napoli. L’anno scorso si riuscì ad espugnare il campo della Dinamo Kiev.

Stavolta è stato pagato dazio. Le colpe vanno cercate nelle prestazioni negative di alcuni elementi. In primis Hamsik. Ma anche in una scelta tattica non all’altezza della situazione. Va dato merito pure agli avversari che hanno saputo capire da subito dove gli azzurri erano deboli. Sulle fasce si è andati in difficoltà ma in particolare sono stati regalati troppi palloni in fase di
ripartenza. E farlo contro dei brasiliani molto veloci ha condizionato la gara sin da subito. Ma si stava riuscendo a pareggiare. Milik, se avesse avuto più precisione sotto porta dopo aver segnato il calcio di rigore, adesso si parlerebbe di altro. Il polacco ha tirato altissimo sul passaggio di Insigne. Il gigante Arek non può prendere il posto in questo momento di Mertens. Dries deve giocare altrimenti si danno alcuni vantaggi agli avversari. C’è da valutare una frazione di gioco senza idee e con tante carenze. Le stesse viste con Atalanta e Bologna. Mentre in Italia le individualità hanno avuto la meglio mentre in Europa, contro una squadra ben preparata, si è perso. L’unica cosa che si può dire è che questa sconfitta serva da lezione ad un Napoli che sembra aver smarrito la strada della continuità di gioco.

Non ci si può svegliare sempre dopo un’ora. Altrimenti si lasciano le penne. Il pari sarebbe stato un ottimo risultato, anche in ottica del grande successo del Manchester City in casa del Feyenoord ma significa che l’eventuale qualificazione dovrà essere sudata ancora di più. Iniziando già dal prossimo incontro proprio con gli olandesi al San Paolo. Poi ci sarà il grande scontro con gli inglesi. Ma questo può aspettare. Sarri a fine partita ha provato a spiegare il motivo della sconfitta. Ha voluto chiarire che Mertens ed Allan necessitavano bisogno di riposo. Ma difficile trovare un accordo. «Sono apparsi più brillanti rispetto agli altri che avevano giocato sessanta minuti», ha chiarito l’allenatore. Che, però, è stato molto chiaro nell’ammettere che quando non si fa una grande prestazione si perde. Ed è successo. Ma di sicuro non si può fare un dramma. La sconfitta ci sta ma niente è deciso. Ora testa al Benevento.

L’Italia di stupri e femminicidi

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L’ha ammazzata a colpi di pietra e poi ha nascosto il corpo nelle campagne. Il caso di Noemi Durini, sedicenne della provincia di Lecce, uccisa dal fidanzato, è solo l’ultimo di una lunga serie. Stupri, violenze, femminicidi? Tutte reazioni – scrive Dacia Maraini – all’emancipazione femminile, perché «più le donne diventano libere, più provocano reazioni violente negli uomini che identificano la loro virilità nel possesso». In oltre sei casi su dieci il carnefice è il partner o un ex.

Uomini che non accettano la nostra emancipazione

Il commento di Dacia Maraini

Stupri, violenze, femminicidi? Tutte reazioni all’emancipazione femminile: più le donne diventano libere e autonome, più provocano reazioni violente negli uomini che identificano la loro virilità nel possesso, nel dominio, nel potere.

C’è stato un rivolgimento dei ruoli della famiglia, la famiglia è cambiata, le donne hanno acquistato la capacità di scegliere per se stesse, di decidere della propria vita. Questo per molti uomini è insopportabile, diventano matti. Sono uomini apparentemente normali, bravi ragazzi, padri di famiglia, ma non reggono alla perdita del privilegio, del potere. Non reggono allo smacco, alla sconfitta. Non si uccide per amore, si uccide quando si perde qualcosa e non si sopporta di averla perduta.

In fondo, in altro ambito, pensiamo alle lotte terribili tra operai e proprietari, pensiamo alla canzone «Se potessi avere mille lire al mese», a quel tempo in cui lavorare otto ore al giorno era un miraggio. Quelle otto ore sono state una conquista che è costata tante vite. Perché anche lì, in un ambito diverso, era una questione di potere, di privilegio di una parte su un’altra parte.

Per accettare la volontà di autodeterminazione della donna, bisogna essere maturi, razionali, bisogna avere la capacità di adeguarsi, Non sempre gli uomini lo sanno fare. E hanno paura. La violenza nasce sempre dalla paura. La violenza non appartiene alle persone sicure, forti, armoniose, la paura appartiene agli insicuri, ai deboli, ai malati di nervi.

Prima dell’autonomia magari la donna odiava il marito, ma lo sopportava perché fuori dal matrimonio la donna semplicemente non esisteva. Non è che i sentimenti fossero diversi, ma nessuna osava ribellarsi. Magari aveva un amante, magari più di uno. Ma non rompeva il matrimonio. Pensiamo ad Anna Karenina, una donna che si separa dal marito ma poi si butta sotto un treno perché non può restare in vita, perché la società la ostracizza. Pensiamo a Effi Briest, il romanzo di Theodor Fontane, che sostanzialmente racconta la stessa storia.

Lo stupro poi è l’atto di violenza estremo. Simbolicamente è l’aggressione verso la sacralità del ventre della donna, dove nasce la vita, dove nasce il futuro. In guerra era lecito, faceva parte dei diritti del vincitore perché in questo modo si agiva sul futuro della generazione vinta. Tutti coloro che lo compiono, anche inconsapevolmente, fanno questo. Umiliare la donna nel suo potete di procreare.

La cosa che fa ridere – se non fosse tragica – è che tutti gli stupratori si difendono dicendo la stessa cosa, che la donna era consenziente. Se si vanno a studiare i verbali, il copione non cambia. È la loro unica difesa, soprattutto quando, come nel caso che ha visto coinvolti i due carabinieri, ci sono tracce biologiche di un rapporto fisico. Non possono dire che non è vero. Dicono che la donna ci stava. Perché nessuno dice di una persona rapinata che quella era consenziente? Basta pensarci, è la stessa cosa.

Testo raccolto da Laura Anello

Abusi sessuali
EDITORIALI

Abusi sessuali: solo il 4,6% è commesso da estranei

Come spiega Linda Laura Sabbadini «solo il 4,6% degli abusi sessuali è commesso da estranei». In oltre sei casi su dieci il carnefice è il partner o un ex Solo…

vivicentro.it/opinioni
vivicentro/L’Italia di stupri e femminicidi
lastampa/Uomini che non accettano la nostra emancipazione DACIA MARAINI

Guidolin: “Il Napoli migliora di anno in anno, i campani fondano la loro forza su un gioco a memoria”

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Francesco Guidolin ha rilasciato queste dichiarazioni al quotidiano Tuttosport

Il tema tecnico pare invariato: la Juventus sembra avere un passo in più.

Si sono giocate appena tre giornate, presto per emettere giudizi definitivi. La Juve c’è sempre, il Napoli di Sarri migliora di
anno in anno ed è lì, e poi c’è l’Inter di Spalletti che può battersi ad armi quasi pari. Queste tre per me si contenderanno lo
scudetto. I bianconeri hanno un organico molto competitivo e la solita solidità; i campani fondano la loro forza su un gioco
ormai recepito a memoria mentre i nerazzurri ora hanno un tecnico che può far lievitare il collettivo e ciascun singolo. Un po’
dietro ci sono le due romane che, con un po’ di fortuna, possono inserirsi nella lotta“.

Che campionato prevede?

“Spero si riveli spettacolare. Raggiungere risultati senza giocare bene per me è impossibile. Non credo che si possa andare a caccia solo speculando. Sarebbe brutto se si ripetesse la storia dello scorso anno, quando a gennaio sembrava tutto definito. Mi sembra che dietro tutte le squadre si siano attrezzate. Per esempio la Spal ha un buon progetto, un gioco consolidato, un’ottima squadra e ha centrato colpi importanti sul mercato”.

Gazzetta distrugge Hamsik: “E’ un caso!”

Gazzetta distrugge Hamsik: “E’ un caso!”

La Gazzetta dello Sport va giù duro contro la prestazione offerta da Marek Hamsik“Difficile non parlare di crisi. Soprattutto quando devi metabolizzare la prima sconfitta della stagione. E che sconfitta, perché rimediata in Champions League. Non si può nascondere l’evidenza e, dunque, non si può non evidenziare il momento no di Marek Hamsik. Ormai, si è dinanzi a un caso che Maurizio Sarri sta provando a gestire evitando ulteriori contraccolpi. Ma il centrocampista slovacco è la brutta copia di quel giocatore talentuoso che tanto ha intrigato, in un recente passato, Milan e Juventus. Vederlo arrancare su ogni pallone è davvero imbarazzante, come potrebbe essere controproducente continuare a insistere su di lui”.

Al San Paolo in 40 mila con il Benevento: ecco quanti ospiti ci saranno

Al San Paolo in 40 mila con il Benevento: ecco quanti ospiti ci saranno

Sono previsti 40mila spettatori sulle tribune dello stadio San Paolo di Fuorigrotta per il primo derby in serie A tra Napoli e Benevento. Si torna a giocare alle ore 15 di domenica, un po’ il calcio all’antica. Il dato sugli spettatori lo riporta La Repubblica. Sarebbero in 1100 a giungere dal Sannio al capoluogo campano.

La critica di Corbo: “Sarri è muto per un’ora!”

Antonio Corbo su La Repubblica

Antonio Corbo scrive:

Ma sta così male l’Italia? La Champions chiama il Napoli a rivalutarne l’immagine. Da una Nazionale sbagliata alla Juve trinciata a Barcellona, alla più affannata Roma che pareggia con l’Atletico Madrid: l’Europa ha lasciato l’ultima parola a Sarri, muto però per per un’ora, attento a prendere nota di quanto non aveva previsto o potuto far comprendere al suo disincantato gruppo di esteti. Tardiva la reazione. Il punto della Roma sui 9 a disposizione delle italiane è nulla. Lo Shakhtar gioca nell’Ucraina Orientale, ma domina agilmente il suo campionato perché non ha nessuno e niente di quel calcio, è sudamericano nel palleggio, vagamente europea nel 4-2-3-1 ma soprattutto nel terzetto offensivo che insegue l’argentino Ferreyra. Il terzetto ha tecnica finissima, eleganza di direzione in Bernard, cambi di marcia in Marlos, tempismo nelle incursioni di Taison, brevilineo scuro e riccio che schioda la partita con un diagonale che condanna Reina, stavolta senza grandi colpe, ma complice sulla seconda rete per il mancato balzo sull’ennesima sventura subita dal Napoli. Cross dalla destra e colpo di testa di un avversario trascurato in area, Ferreyra.

La sudditanza iniziale del Napoli si spiega. Sottovaluti gli ucraini, che non gli consentono di giocare nella metà campo avversaria. Lo Shakhtar che impone il ritmo più alto ottenendo il possesso palla, quello che fa grande il Napoli in Italia. Terzo, il centrocampo non fa fatto argine, assiste e non interviene, marca così largo da perdere contrasti e spazi. Marlos e Bernard dominano tra le linee, Taison appena può si inserisce. Hamsik non è il peggiore, ripaga in parte Sarri della estrema fiducia che gli dimostra, quasi fosse la conferma terapeutica, ma il discreto Hamsik deve subire suo malgrado l’ennesima sostituzione. Forse perché coinvolto nella inerzia dell’intero centrocampo, tradito da Zielinski, preferito ad Allan tra i migliori a Bologna. Dopo Hamsik (sostituito da Mertens) anche Zielinski deve uscire , per rendere giustizia ad Allan. Sullo 0-2 il Napoli ritrova finalmente energie proprio con Allan ed un rigore con Mertens, travolto in area dal rude croato Stepanenko che costituisce con Fred una sbrigativa coppia di mediani.

Con Mertens è un’altra musica, la sua intraprendenza trasmette allegria e coraggio anche a Milik, che rimane prima punta di un vago 4-2-3-1 con Diawara e Allan binomio in mediana ed il terzetto avanzato di giocatori finalmente più vivaci: Callejon (in ombra per un’ora), Insigne al di sotto dello standard, quindi Mertens che tatticamente fa supplenza ad Hamsik come regista offensivo. Il Napoli ha tempo per riflettere e recuperare: ma sono troppe le volte. In Italia e fuori, spreca un’ora prima decollare. In Europa si vola alto o si resta a terra. 

‘Visto dalla panchina’ – Altro che il vestito…

‘Visto dalla panchina’ – Altro che il vestito…

Altro che il vestito, per questa serata di gala… qui ci vuole il giubbotto! Non so nemmeno come si scriva Shakhtar, ma so che questi ucraini sono la squadra più pericolosa del girone; guai a sottovalutarli! Allora via alla fisicità di Arek Milik lì davanti, supportato da Lorenzo e Callejon. Coppia assortita dietro, Kalidou e Albiol; Marek insostituibile, l’ho detto e lo penso. Mi aspetto muscoli e corsa da Diawara e Zielinski. Eppure quel Taison ci scappa di continuo, e già si affaccia dalle parti di Pepe dopo 4 minuti con un tiro diagonale insidioso. Questi giocano bene come dovremmo fare noi, ve l’ho detto anche nello spogliatoio, questi ci faranno soffrire! Nemmeno il tempo di dirlo, che con un’azione tiki taka ci mettono sotto. Mille volte avrò detto a Piotr di non cercare sempre l’anticipo! Gol a freddo. Maledizione. Va bene ragazzi, non ci disuniamo, teniamo botta e cerchiamo di imbastire calcio come sappiamo fare. Ma quella coppia in mezzo non funziona stasera, dobbiamo fare di più. Sfortunati anche quando potrebbe scapparci il loro autogol, e niente da fare… Lorenzo, cerca la porta, dai che il tuo tiro a giro da queste parti non lo conoscono! Accidenti, Pyatov sarà un portiere un po’ fuori forma, ma l’istinto lo ha conservato intatto.

Fine primo tempo.

Ragazzi non stiamo giocando come sappiamo, soffriamo troppo i tre di centrocampo loro. Adesso però si cambia musica, niente distrazioni e giochiamo palla a terra! Ecco, neanche il tempo di dirlo e Pepe mi esce a farfalle. 2 a 0. Incredibile, regaliamo i gol adesso?!?!?! Marek, tu e Zielinski uscite, entrano Mertens e Allan, cerchiamo di vivacizzare per vie centrali. Finalmente un po’ di brillantezza, e questo rigore ci serviva come il pane! Bravo Arek, uno che finalmente tira i rigori nell’angolino, forte e deciso! Palla al centro, e partiamo con il forcing finale, crediamoci ragazzi!!! Accidenti, questi ripartono forte, e il palo ci salva stavolta… Il tempo vola… Se Milik e Callejon sbagliano queste occasioni, allora la giornata è proprio “no”… Peccato, potevamo limitare i danni… Adesso ragazzi, la partenza è in salita, già non si può sbagliare più!

a cura di Fabiano Malacario

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Ex Juve Stabia – dopo Napoli e Vespe la discesa in Serie D. Ecco di chi si tratta

Matteo Contini, ex Juve Stabia, sta per diventare un nuovo calciatore della Pergolettese

Prosegue in Serie D la carriera di Matteo Contini, ex difensore tra le altre di Napoli, Siena e delle Vespe.

Il calciatore classe 1980 in estate si era legato alla Carrarese, per poi però sciogliere in breve il legame con la sua nuova squadra.

Ora Contini è in procinto di accasarsi alla Pergolettese, squadra del girone B di Serie D.

Per Contini nefasta l’esperienza alla Juve Stabia nel 2013/14 con la retrocessione delle Vespe e le prestazioni da horror del centrale.

Foto: Tuttomercatoweb

La rivolta dei presidi sulle vaccinazioni

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La legge sulle vaccinazioni per l’iscrizione a scuola scatena la rivolta dei presidi: «Siamo favorevoli, ma il nostro lavoro non è fare gli sceriffi».

“Non facciamo gli sceriffi”. La protesta dei presidi sui vaccini

Favorevoli alla legge ma preoccupati per i nuovi compiti di controllo

ROMA – «Non devono metterci nelle condizioni di dover fare i carabinieri. Stiamo applicando la legge sui vaccini ma ci sentiamo presi tra l’incudine del principio etico dell’accoglienza e del diritto allo studio e il martello della tutela della salute». Ezio Delfino parla a nome dei suoi colleghi della Disal, una della associazioni dei dirigenti scolastici, in prima linea nell’applicazione della legge sulle vaccinazioni obbligatorie. «Parlare di caos mi sembra esagerato perché abbiano notizia di casi molto sporadici di mancato ingresso ad asili e materne, però ci stanno facendo fare un lavoro di accertamento delle documentazioni che non è il nostro ma di chi ha competenze sanitarie nelle Asl», gli fa eco Giorgio Rembado, a capo del’Anp, l’associazione nazionale presidi.

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Nel frattempo qualche no vax, come alla materna “Dozza” di Bologna, fa arrivare una diffida legale ai dirigenti che chiedono il curriculum vaccinale, e qualcun altro si appella alle forze dell’ordine. Ma le segnalazioni di “respingimenti” pervenute alle diverse organizzazioni dei dirigenti scolastici non arrivano al centinaio. Anche se per i presidi tutto ciò non esclude ci siano tensioni. Che stanno cercando di allentare con la moral suasion. «La legge ci concede 10 giorni prima di trasmettere la lista degli inadempienti alle Asl e noi – confida Delfino – stiamo utilizzando questo tempo per spiegare alle famiglie come adeguarsi, anche perché in molti casi non sono ideologicamente contrarie ai vaccini, ma magari non hanno capito cosa fare o semplicemente sono tornate ora dalle vacanze».

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Il motto dei presidi è «niente pugno duro ma dialogo con le famiglie». Sembra essere lo stesso anche di parecchi uffici scolastici regionali. Come quello dell’Emilia Romagna, dove il direttore generale, Stefano Vasari, ha stilato le linee guida per i presidi, invitandoli a un lavoro di persuasione con telefonate, mail e incontri, evitando «qualsiasi conflitto relazionale e clamore comunicativo con le famiglie».

Facile a dirsi meno a farsi, soprattutto in quelle parti d’Italia, e sono la maggioranza, dove le carenze di personale rendono difficile già garantire la normale attività didattica, denunciano le associazioni dei presidi.

Intanto la Disal ha scritto alle ministre della Salute e dell’Istruzione, Beatrice Lorenzin e Valeria Fedeli, per chiedere una piccola deroga nell’applicazione della norma «che è stata convertita in legge solo il 31 luglio», lamentano. Un appello destinato a restare inascoltato, perché entrambe le ministre hanno ribadito che la legge è già molto chiara così.

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In realtà un chiarimento importante lo abbiamo raccolto dal Dicastero della salute: per far rientrare i propri figli all’asilo o alla materna basta presentare in qualsiasi momento la documentazione che era stata richiesta entro l’11 settembre, comprese mail, raccomandate o registrazioni di telefonate che attestino la sola volontà di prenotare un appuntamento con il centro vaccinale. Insomma, a deroghe si stanno sommando deroghe. Ma anche questo non basta ai no vax, alla ricerca di qualsiasi cavillo per non cedere nemmeno all’autocertificazione, nella quale dichiarare il falso comporta comunque la commissione di un reato. E allora in Friuli, ma episodi analoghi si starebbero verificando anche in altre regioni, le Asl sono state invase da centinaia di raccomandate-fotocopia dove mamme e papà «chiedono un appuntamento con medici e dottori delle strutture per effettuare possibili vaccinazioni». Dove in quel «possibile» si aprirebbe un’autostrada verso l’aggiramento dell’obbligo. Tant’è che questo genere di richieste sono già state bocciate come irregolari dal ministero di Lorenzin. Che intanto incassa l’approvazione del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker: «Appoggiamo le misure nazionali di vaccinazione. Non è pensabile – ha ammonito davanti al Parlamento europeo – che nell’Ue muoiano ancora bambini per malattie evitabili».

Ma la sindaca di Roma, Virginia Raggi, torna ad attaccare: «Se i bambini non saranno ammessi verranno favoriti i nidi abusivi», ha denunciato, ribadendo che «la normativa è carente e si presta a numerose interpretazioni». «La legge è chiarissima – replica Lorenzin – si vuole solo far confusione». Intanto però la ministra ammette di aver ricevuto segnalazioni di istituti privati che non chiederebbero alcuna documentazione.

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vivicentro/La rivolta dei presidi sui vaccini
lastampa/“Non facciamo gli sceriffi”. La protesta dei presidi sui vaccini PAOLO RUSSO

ASD San Paolo ringrazia i tifosi per l’amore verso la squadra

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Il Calcio a Solarino appartiene ai Tifosi

L’ ASD San Paolo è una giovane società calcistica, ma sin dal primo momento ha ben capito che il punto focale della loro avventura sono i tifosi, che malgrado la disavventura degli ultimi giorni, hanno deciso di rimanere “Fedelissimi”.

Per questo il San Paolo ringrazia con un comunicato i propri tifosi:

La società sportiva ASD San Paolo 2017, ringrazia con sentimenti di profonda vicinanza i tifosi del Gruppo Fedelissimi di Solarino.
A nome del Presidente e di tutti i tesserati della società, ringraziamo i tifosi per l’affetto, la passione e il sostegno. Nel pomeriggio,
hanno dimostrato durante l’ingresso in campo della squadra una passione unica, grande dimostrazione di vicinanza ed affetto.
E’ stata una bellissima sorpresa e lo spettacolo regalato dai tifosi è stato emozionante e capace di trasmettere una carica positiva alla squadra.
Orgoglio e soddisfazione, oltre che certezza che la strada intrapresa è quella giusta e dove i capisaldi restano in primis correttezza e fairplay sportivo.

Ufficio Stampa Asd San Paolo 2017

Un tifoso non si sceglie è  lui a sceglierti per la vita e così è stato per i Fedelissimi.

Champions, Sarri cambia modulo e prova a recuperare la partita

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Sarri durante la partita contro lo Shakhtar Donetsk adotta una soluzione per scuotere i suoi Sarri durante la partita contro lo Shakhtar Donetsk adotta una soluzione per scuotere i suoi e provare a recuperare la partita iniziata sui binari sbagliati

L’edizione di oggi del Corriere del Mezzogiorno analizza la partita di ieri sera dal Napoli in Ucraina contro lo Shakhtar Donetsk. il quotidiano a riguardo ha scritto: “Sarri scuote i suoi e cambia modulo, sceglie la soluzione disperata del 4-2-3-1 inserendo Mertens per Hamsik ancora una volta non brillante nonostante un paio di spunti interessanti. La svolta tattica dura solo sei minuti, poi entra Allan per Zielinski e si torna al 4-3-3″.

Paolo Bianco incontra i tifosi all’associazione “Amici di Siracusa”

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Paolo Bianco ospite all’Associazione “Amici di Siracusa”

Ieri Paolo Bianco, Mister del Siracusa Calcio è stato ospite dell’associazione “Amici di Siracusa”. Si è reso disponibile a interagire e a rispondere alle varie curiosità dei tifosi.

Ciò che è saltato subito all’occhio è stata la sua affabilità con i tifosi e la familiarità che ha avuto con tutti quanti.

Il Mister è davvero un punto importante come disse Laneri. Infatti, la società ha sempre puntato a restaurare un rapporto particolare con la tifoseria e Paolo Bianco è l’uomo adatto. Non si erge a nessun piedistallo, sta alla battuta e risponde alle domande un po’ ostiche con sorriso.

Si è parlato tanto con Bianco, della salsiccia buona di “zio Franco”, delle bellezze di Siracusa e soprattutto del Siracusa Calcio.

Mister Bianco parla di una squadra che vuole ottenere ottimi risultati, in grado di scalare la classifica e dopo dare anche spettacolo.

All’affermazione che a Trapani comunque la squadra ha ottenuto un buon risultato malgrado una sconfitta risponde con una giusta osservazione:

“È comunque una sconfitta[…] non puoi partire con una sconfitta.”

Una delle domande forse che tutti avrebbero voluto fare era il perché di un centrocampo così lento e a volte mancante:

“La colpa non è mai di un singolo reparto e questo tocca a me migliorarlo”.

È prematuro parlare di aspettative? qualcun altro chiede.

“Ci sono sempre -risponde Bianco- non bisogna porsi dei limiti, ma neanche fare proclami.”

Si discute anche del nuovo sintetico, afferma che i giocatori sono abituati ad un simile campo allenandosi al “Centro Sportivo Pantanelli” o  sul campo di Palazzolo, ma nel nuovo prato sarà diverso all’inizio. Infatti malgrado l’esperienza dei giocatori sul manto sintetico, sarà  una superficie dura proprio perché ancora non collaudata.

Comunque lunedì si tornerà a casa e quindi gli azzurri potranno finalmente provare il nuovo manto erboso.

Arriva anche la domanda che tasta alcuni settori tattici del calciomercato Siracusano, chiedendo chi avesse tenuto dei calciatori non più nella rosa aretusea. Il Mister risponde con decisione:

“Nessuno”- continuando a spiegare che a chi è stata concessa l’opportunità di rimanere ha chiesto un ingaggio più elevato e quelli che adesso giocano per il Siracusa sono contenti di farlo perché come lui credono nella squadra.

Paolo Bianco chiude con un rinnovo ai Tifosi dell’apertura delle porte dello stadio durante gli allenamenti, perché per i tifosi i cancelli dello Stadio saranno sempre aperti.

Ad Annibale si attribuisce una frase pronunciato  quando i suoi generali gli riportarono che era impossibile attraversare le Alpi con gli elefanti (ovviamente detta in Punico, noi qui la riporteremo in Latino):

 “Aut viam inveniam aut faciam“-  “Troverò un modo, o ne inventerò uno”

È azzardato accostare la figura di Annibale al Mister, ma mai frase è sembrata più adatta a lui.

 

Si ringrazia L’Associazione Amici di Siracusa per lo splendido incontro organizzato con Paolo Bianco.