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Catalogna: l’ennesimo epifenomeno del movimento populista che attraversa il mondo

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Il sommovimento in atto in Catalogna è l’ennesimo epifenomeno del movimento populista che attraversa il mondo occidentale”, commenta Alessandro De Nicola, secondo il quale sono “le forze liberali” la novità più interessante in Europa.

L’antidoto liberale al populismo

Il sommovimento in atto in Catalogna è l’ennesimo epifenomeno del movimento populista che attraversa il mondo occidentale. Esso, come è stato ribadito in molteplici analisi, assume forme cangianti: si va dal sinistrismo libertario di Podemos, agli impulsi nativisti e reazionari dello Uk Independence Party (ormai semi-estinto dopo la Brexit), del Front National e di AfD in Germania, al sovranismo nazionalista leghista, di Orban o del governo polacco, passando per il qualunquismo anti-casta dei 5 stelle e il comunismo francese 2.0 di Melenchon (o, in versione appena più light, di Corbyn e Die Linke). Naturalmente, l’esponente più famoso di tutti è Donald Trump, ma poiché i contesti americano ed europeo sono diversi proviamo a capire qualcosa del Vecchio Continente.

Se osserviamo le dinamiche elettorali dell’ultimo anno o poco più, a partire proprio dalle elezioni spagnole di fine giugno del 2016, con la parziale eccezione della Gran Bretagna, legata alla situazione creatasi con la Brexit, notiamo due declini paralleli, quello dei partiti socialisti e socialdemocratici e quello, meno accentuato, ma visibile, dei partiti che si rifanno al Ppe.

In Germania la Spd ha avuto il peggior risultato del secolo, in Francia e Olanda i socialisti sono diventati partiti a una cifra, in Spagna i socialisti sono scesi al minimo post-franchista, e simile débâcle si è registrata in Norvegia. Pur vincendo, i democristiani tedeschi hanno perso 8 punti. I popolari di Rajoy sono andati sotto la media storica, Les Republicains francesi (che appartengono al Ppe) hanno sbagliato candidato delle presidenziali (Fillon) e hanno pagato pegno in parlamento. Meglio è andata ai cristiano-democratici olandesi, ma rimangono tuttora sotto il 15%, e ai conservatori norvegesi i quali, però, somigliano più a un partito liberale moderato che ad uno popolare-conservatore.

Chi ha invece ottenuto risultati decisamente positivi sono stati i liberali, sia nella loro coloritura più progressista che in quella più moderata. Benissimo in Olanda D66 e i liberali del Vvd, primo partito che, pur avendo perso seggi, rispetto ai sondaggi dei mesi precedenti ha fatto un grande recupero. Ottimo il risultato dei neo costituiti Ciudadonos spagnoli (13%), di En Marche! di Macron (creatura un po’ ibrida) e soprattutto della Fdp tedesca che, con quasi l’11% dei voti e 5 milioni di elettori, ha più che raddoppiato il risultato precedente.

Quali sono le caratteristiche di questi raggruppamenti? Il primo è il loro liberismo economico, naturalmente rapportato al Paese (in Francia, ad esempio, l’asse ideologico è spostato a sinistra e quindi si passa facilmente per liberali). Questa posizione è popolare in vari segmenti della popolazione compreso i giovani, perché non si tratta solo del mantra «meno tasse» (che pure non guasta) ma di quello «più opportunità», che si traduce in merito, mobilità, apertura. I liberali tedeschi hanno cavalcato la digitalizzazione del Paese e il rafforzamento delle università: sembravano temi di nicchia, trasmettevano invece il messaggio di chi pensasse al futuro e chi no.

Il secondo caposaldo è l’ancoraggio all’Occidente e all’Europa (con accenti diversi: liberali tedeschi e olandesi sono europeisti ma assai rigoristi e poco tolleranti verso chi, secondo loro, fa il furbo). Vero totem è il libero commercio. L’apertura delle frontiere per beni e servizi assume lo stesso valore che aveva per l’economista francese liberale del XIX secolo, Bastiat: «Dove passano le merci non passano le armi». I francesi, comme d’habitude, interpretano il dogma in modo un po’ originale : dove passano le loro merci va tutto bene. Questo tema ha fatto sì che siano stati i liberali ad apparire spesso come i più coriacei e combattivi avversari dei populisti di vario colore e ciò ha sicuramente giovato elettoralmente.

Sui diritti civili tutti questi partiti sono per ridurre l’intrusione dello Stato nella vita dei cittadini, ponendo dei limiti, ad esempio, alla sorveglianza diffusa; sono a favore dei matrimoni gay ed in alcuni casi dell’eutanasia; propongono libertà di scelta scolastica e sanitaria. Infine, non lasciano il fianco scoperto su ordine pubblico e immigrazione. Il nuovo governo olandese introdurrà restrizioni all’accoglimento di immigrati, così come fa Macron e pretenderà la Fdp se diventerà partner della Merkel.

In altre parole, i liberali dell’Europa continentale, sono stati capaci in questa fase politica di unire la loro tradizionale difesa dei diritti civili con quella delle libertà economiche presentandola non come una difesa di privilegi ma come il loro scardinamento. E l’unico spazio in cui questo è possibile provare a farlo è l’Europa e l’Occidente, nella consapevolezza dei loro valori e facendo rispettare la legge anche quando si tratta di immigrazione. Una formula non maggioritaria, ma che sia tra i ceti più evoluti che tra gli esclusi ha trovato una certa risonanza e, non a caso, i liberal-democratici britannici, apparsi anemici su molti temi (le tasse volevano aumentarle, bella mossa) e aggrappati solo al loro europeismo, sono stati i più deludenti.

La domanda che dobbiamo porci alla fine del ragionamento è piuttosto semplice: perché in Italia, patria di Luigi Einaudi e Ugo La Malfa e con una solida tradizione di cultura liberaldemocratica non succede nulla? Da cosa deriva questo vuoto pneumatico nell’area liberale? Incapacità, pavidità, mancanza di chiarezza di idee? Quesito interessante che aspetta solo qualcuno che questo vuoto si decida a riempirlo.

Presidente Adam Smith Society

adenicola@adamsmith.it

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lastampa/L’antidoto liberale al populismo ALESSANDRO DE NICOLA

Salernitana, Sprocati: “Sono felice del mio rendimento. Il derby? Non vedo l’ora”

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L’ attaccante della Salernitana, Mattia Sprocati ha parlato durante la trasmissione Goal su Goal in onda su Lira TV, sottoponendosi alle domande dei tifosi della Salernitana, arrivate tramite i social network. Ecco un estratto delle dichiarazioni che Sprocati ha rilasciato: “Sono soddisfatto del mio rendimento ma devo migliorare ancora molte cose. Fin qui abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo, creiamo tanto e portiamo a casa poco. Ci andiamo sempre vicino ma non riusciamo a metterla dentro. Il mio ruolo? Mi sto adattando alle necessità della squadra, cerco di dare la mia disponibilità al mister ma il mio ruolo naturale è quello di esterno. Ho la fortuna di saper giocare con entrambi i piedi, quindi so giocare su entrambi i lati. Sto bene fisicamente, quindi anche le cose più difficili ora sembrano facili. Il modulo? Preferirei il 4-3-3, è il modulo migliore ed è più adatto a questa squadra che ha un sacco di esterni. Io beniamino dei tifosi? Penso sia la cosa più bella che ci sia, chiunque che viene a Salerno vorrebbe diventarlo”. Sul rendimento della squadra, Sprocati ha poi aggiunto: “Secondo me dovremmo avere almeno 13-14 punti, da primo posto, perché non abbiamo niente da invidiare a nessuno. Dovremmo fare 2-3 gol a partita per ciò che creiamo. Serve più carattere? Ci vuole più di tutto, anche di fortuna”. “Sin dall’anno scorso quando sono arrivato ho capito che è la partita dell’anno, spero di far gol”.

Credit foto: U.S. Salernitana

Napoli – Violentarono 15enne a Marechiaro: ora chiedono perdono

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Alcuni giorni fa vi avevamo raccontato dell’orribile vicenda della 15enne violentata da tre coetanei a Marechiaro. I tre hanno confessato, assumendosi le proprie responsabilità e dicendosi pronti ad iniziare un percorso che possa far capire loro la gravità di quanto fatto; hanno chiesto scusa alla vittima, alla sua famiglia ed anche ai loro stessi cari. Hanno chiesto perdono per quanto fatto.

Dinanzi al Gip del Tribunale di Napoli sono inoltre cominciati a venire fuori i dettagli della vicenda. Il branco era composto da cinque persone, ma soltanto tre di esse hanno partecipato alla violenza.

A far conoscere la ragazza al branco, proprio il ragazzo che la giovane stava frequentando immaginando una bella e romantica storia d’amore. Al momento dell’avvicinamento sulla spiaggia di Marechiaro, la vittima era con il ragazzo che stava conoscendo.

Attualmente i membri del branco sono stati condotti al Centro di prima accoglienza dei Colli Aminei.

Fonte: Napoli Today

 

Torre Annunziata – 16enne vittima di hacker: sim copiata e dati rubati

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Nuova categoria di crimini si affaccia sul terriorio: si tratta di quelli “digitali”, effettuati cioè tramite il furto di vere e proprie identità digitali. L’ultimo caso accertato è quello ai danni di una 16enne di Torre Annunziata.

La minorenne sarebbe stata vittima di una duplicazione della propria scheda sim e del conseguenze furto di tutti i suoi dati: foto, video, archivi, contatti, subendo una enorme violazione della propria privacy.

A far scattare l’allarme la denuncia di genitori della 16enne ai Carabinieri di Torre Annunziata; secondo gli inquirenti, però, sebbene si sia per ora a consocenza solo di questo caso, non si tratterebbe di un episodio isolato.

Fonte: Metropolis

Sarri e Spalletti su Chiesa: la Fiorentina deve accontentarlo

Sarri e Spalletti su Chiesa: la Fiorentina deve accontentarlo

Novità sul rinnovo di Federico Chiesa ancora non ci sono. “Lontani, forse lontanissimi ma non è da escludere che, come in tutte le trattative, la fumata bianca possa arrivare all’improvviso”, lo rivela La Nazione. Nella Fiorentina filtra ottimismo, ma Zenit e Napoli fanno sul serio. I russi offrirono più di 40 milioni di euro e la società viola rifiutò. Oggi la corte del Napoli di Sarri è spietata, così come i tentativi dell’Inter di Spalletti. Clausola rescissoria? No, perchè fissarla intorno ai 50-60 milioni di euro spingerebbe Chiesa a chiedere ancor di più sotto il profilo dell’ingaggio.

Basi, Altezze e Foglie Secche (Lo Piano – Saintred)

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I nostri governanti asseriscono che l’Italia stia attraversando un periodo di transizione, di relativa quiete dopo la lunga tempesta economica; per loro, “le basi ci sono, come pure le altezze e le foglie secche”.

Tito Michele Boeri, Presidente dell’INPS dal 2014, qualche mese fa aveva affermato che parte della nostra economia era tenuta in piedi dagli extracomunitari: senza il loro contributo lavorativo, le pensioni di vecchiaia degli Italiani, fra qualche decennio avrebbero potuto subire un “fermo biologico”.
Per la transitiva, rappresenterebbero per l’Italia una ricchezza, visto che il contributo degli immigrati all’economia italiana vale 3.9 miliardi di euro, producono il 5,6 del PIL, pagando tasse per 7,6 miliardi di euro.
In questo contesto di cifre, e’ lecito chiedersi se gli italiani lavorino nella loro terra, o ne siano rimasti “orfani” per motivi legati alla crisi che da piu’ di 10 anni attanaglia il nostro Paese.
Il Governo continua a blaterare che si sono ottenuti attraverso la Jobs Act, un milione di posti di lavoro in piu’ rispetto agli ultimi 3 anni, e giorno dopo giorno a questi gia’ inesistenti, se ne aggiungono altre migliaia che si vanno ad accatastare su quelli immaginari precedenti.
Non e’ stato preso in considerazione il fatto che durante il periodo estivo si sviluppa una vampata di lavori temporanei, che si smorza in modo naturale in Autunno al pari delle foglie secche.
Se la litania governativa continuasse, prima delle votazioni sara’ la 1a volta in Italia che l’offerta dei posti lavorativi superera’ la domanda. 
Oggi, questa e’ la triste realta’, non una fiction, milioni di Italiani vivono in condizioni da terzo o quarto mondo, mai si erano visti nostri connazionali all’uscita dei supermarket a fare la questua, fra non molto se non si interviene in tempo, stazioneranno vicino ai semafori, lotteranno per avere il posto che per tanti anni e’ stato territorio esclusivo dei nostri cugini di colore, visto che le Caritas ormai sono stracolme.
Nella vita vi sono alti e bassi, per i nostri amati politici i bassi non esistono, la crisi non sanno neppure cosa sia: mangiano, bevono, giocano a fare le “staffette del digiuno”, 5 minuti di astinenza dal cibo possono essere anche salutari per chi e’ abituato a fare 8 poppate al giorno al “refettorio Montecitoriano“..
In questo periodo, tutto va bene “Madama la Marchesa”, i politici camuffano la realta’ con grande nonchalance. L’importante e’ convincere gli elettori della bonta’ dei loro programmi politici; poi come per incanto, se gli Italiani non capissero le loro reali intenzioni, dalle favole si tornera’ alla cruda realta’.
Lo Piano – Saintred

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Hamsik rientra a Castel Volturno dopo l’eliminazione, Sarri lo sprona: “Guarda avanti!”

Hamsik rientra a Castel Volturno dopo l’eliminazione, Sarri lo sprona: “Guarda avanti!”

Marek Hamsik è deluso, l’eliminazione da Russia 2018 non gli è andata giù. Sarri lo ha incrociato e gli ha dato una pacca sulle spalle: «Lo so che e’ dura, ma ora guarda subito avanti». Lui, il capitano, ha ribadito cio’ che gia’ aveva detto qualche ora prima: che questa formula e’ ridicola e che ritiene una grande ingiustizia non prendere parte agli spareggi per Russia 2018. Ovvio che Sarri ha fatto i salti di gioia perche’ così risparmiera’ energie a novembre: fino ad adesso ha giocato ben 15 partite in 45 giorni, 11 con il Napoli e 4 con la Slovacchia. Senza riposare mai. Lo riporta l’edizione odierna de Il Mattino.

Allerta massima all’Olimpico: rischio infiltrati, controlli già in autostrada

Allerta massima all’Olimpico: rischio infiltrati, controlli già in autostrada

Nessuna variazione d’orario. Roma-Napoli si giocherà sabato alle 20.45 secondo il programma originale comunicato dalla Lega. Tornelli aperti solo per i sostenitori azzurri delle altre regioni: i posti disponibili sono 4000 e sono in vendita pure i biglietti al costo di 45 euro. Come scrive La Repubblica: “I tifosi del Napoli si accomoderanno nei Distinti Nord, lato Monte Mario. Previsti itinerari di afflusso riservati, a via Salaria e a via Flaminia, con aree di parcheggio a viale della XVII Olimpiade e nelle strade limitrofe. Il livello d’attenzione ovviamente è molto alto e le misure saranno perfezionate nei prossimi giorni. Sono in programma, infatti, altre riunioni per definire il dispositivo sicurezza. Sabato aumenterà il numero complessivo degli steward. Bisogna sventare il pericolo infiltrati e per questo motivo i controlli sulla corrispondenza biglietto- identità saranno rigorosi. Stesso discorso per quanto riguarda la residenza. Il primo “check” scatterà già dal pomeriggio ai caselli autostradali”.

Aversa Normanna – cambio in panchina: arriva Marasco

Antonio Marasco è il nuovo allenatore dell’Aversa Normanna; questo il comunicato con cui il club ha annunciato il suo arrivo.

 L’Aversa normanna cambia il suo allenatore.
Ritorna in casa granata in veste di allenatore un suo glorioso ex giocatore: si tratta di Antonio Marasco, presente ad Aversa durante la sua vittoriosa stagione 2007/08, quando i granata vinsero il campionato passando il lega pro e lo scudetto nonché la stagione precedente quando fu vinta la coppa Italia.
Il presidente Spezzaferri dichiara: saluto mister Caruso che pur essendo un giovane allenatore ha dimostrato abnegazione e serietà, doti certamente essenziali che lo ripagheranno. La scelta molto ragionata di fare questo passo è espressione dell’impegno morale che ho nei confronti dei tifosi che meritano di essere considerati come un tassello della nostra società sportiva, la riprova di questo mio impegno morale è proprio l’aver individuato in Marasco il nome su cui puntare, un uomo capace, amato dagli aversani con i quali ha condiviso importanti successi calcistici. Della mia stessa opinione anche il presidente onorario Corvino e l’amministratore Buono, di cui mi faccio portavoce.
Marasco dichiara: Torno con piacere ad Aversa, tornarci da allenatore ancora di più, è una sorta di completamento della mia carriera. Ho accettato la proposta del presidente Spezzaferri perché è persona per bene che merita che il suo impegno per la città venga ripagato. Così come sono contento di rincontrare la tifoseria con la quale c’è sempre stato un buon feeling, feeling che spero di mantenere anche come allenatore.

I fatti danno ragione al Napoli, primo posto meritato. Ecco quali sono i motivi

Ancora una volta i fatti danno ragione al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, il quale senza alcun botto di mercato, è al primo posto meritatamente. Ad elogiare il Napoli di Sarri c’è anche l’edizione odierna del quotidiano La Gazzetta dello Sport, ecco quanto riporta: “Questa estate c’è chi ha storto il naso per i mancati colpi del Napoli sul mercato. Ora il primo posto in classifica dà ragione a De Laurentiis, che ha deciso di confermare in blocco i suoi titolari e ha investito sui rinnovi dei campioni. I talenti a disposizione di Sarri dominano la classifica dei migliori per rendimento nelle prima sette di campionato secondo i voti della Gazzetta: nella top 10 abbiamo tutti protagonisti della vecchia guardia della Serie A. Nessuna sorpresa, dunque, nel vedere Mertens (media del 7,14), Insigne (7) e Callejon (6,79) tra i top delle punte. Stesso discorso per Ghoulam, che con il suo 7,07 di media è il miglior difensore del torneo”.

De Laurentiis – De Siervo (ad. Infront): è ancora gelo. Ecco qual è la situazione attuale

E’ ancora gelo totale tra il patron del Napoli, Aurelio De Laurentiis e l’ amministratore delegato di Infront, Luigi De Siervo. Secondo quanto riporta l’edizione odierna del quotidiano La Gazzetta dello Sport, il numero 1 di Infront, avrebbe voluto querelare De Laurentiis, dopo lo scontro avuto sull’ assegnazione dei diritti televisivi del campionato di Serie A, all’ esterno, ma avrebbe preferito evitare lo scontro frontale. Ecco un estratto delle dichiarazioni di Luigi De Siervo :“Si sa come è fatto, spesso si fa prendere dall’euforia e parla oltre le righe”

Benevento, tentativo di fuga dal reparto psichiatrico: donna cade dal primo piano dell’ospedale

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Episodio incredibile, ma sembra senza conseguenze troppo gravi, è quello che è accaduto presso il padiglione psichiatrico dell’ospedale Rummo di Benevento. Una donna aveva chiesto di potersi ricoverare nella struttura psichiatrica, alla luce della difficile situazione familiare che non le consetiva la tranquillità necessaria per dormire.

Poche ore dopo il ricovero volontario l’incredibile scoperta: la donna è stata ritrovata dolorante su una panchina del piano sottostante, in chiaro stato confusionale. I medici del reparto e la Polizia, nel frattempo giunta sul posto, hanno così ricostruito i fatti: la paziente, nel rocambolesco ed improvviso tentativo di fuga, è riuscita a passare tra le sbarre di ferro poste sulle finestre, si è attaccata ad un tubo e nel tentativo di scendere aggrappata al tubo è caduta rovinosamente a terra. Conseguenza del trauma la frattura del bacino.

La storia, di per sè surreale, ha dell’incredibile perchè la donna appena poche ore prima il fatto, si era recacata spontaneamente presso la struttura ospedaliera per farsi ricoverare.

Fonte: Il Mattino

Il rinnovo di Sarri potrebbe discutersi a marzo, ecco qual è la situazione attuale

A marzo potrebbe discutersi il rinnovo di Sarri. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Mattino: “L’impressione attuale è che Sarri, troppo preso dai suoi impegni, preferisce parlare di un eventuale nuovo contratto a marzo. Anche perché in quei giorni sarà più chiaro dove sarà il Napoli. De Laurentiis ha tutte le intenzioni di far rispettare il contratto fino al 2020: verrà rispettato ma, almeno per il momento, non prolungato. Ne’, tantomeno, ritoccato. Questo, sia chiaro, al momento. Poi e’ chiaro che le cose potrebbero cambiare. E’ successo la stessa cosa nel giugno del 2016, quando il patron e l’ad Chiavelli cancellarono le clausole unilaterali che consentivano al Napoli, alla fine di ogni anno, di decidere se far restare Sarri o meno”.

Jorginho spera in una chiamata da parte di Ventura. Attenzione alle avances del Brasile

Il centrocampista del Napoli, Jorginho continua a non essere convocato dal ct dell’Italia, Giampiero Ventura. Negli ultimi giorni, la Nazionale Brasiliana, starebbe seguendo da vicino le prestazioni dell’ italo – brasiliano e sarebbe pronta a convocarlo. Secondo quanto riporta l’edizione odierna del quotidiano Il Corriere dello Sport, la Federazione del Brasile, avrebbe mandato alla FIGC una richiesta ufficiale per la documentazione di Jorginho. Il calciatore sta cercando di capire quali sono le intenzioni della Nazionale Italiana, per poter scegliere con grande serenità, quali saranno i colori che andrà a difendere.

Ghoulam – rinnovo: la trattativa si sta complicando. Ecco quali sono i motivi

Si complica il rinnovo di Faouzi Ghoulam con il Napoli. Come riporta Il Mattino, secondo le dichiarazioni di Chiarelli: “Il fratello Samir ha puntato i piedi: vuole una clausola non superiore ai 18 milioni di euro. Per tutti. De Laurentiis ritiene la cifra una beffa. Ma in questo caso e’ Ghoulam ad avere il coltello dalla parte del manico: perche’ senza il rinnovo, a gennaio il franco-algerino puo’ gia’ firmare per la prossima stagione. E il Napoli intascherebbe zero euro, perche’ come si sa, il giocatore e’ in scadenza. I familiari di Ghoulam ne fanno un motivo di principio: per troppo tempo hanno chiesto inutilmente al Napoli un ritocco dell’ingaggio. E la cosa li ha infastiditi. Dunque, nonostante la mediazione di Giuntoli, la questione non e’ semplice. Pero’ davvero una situazione che potrebbe essere risolta in 24 ore”.

Albiol potrebbe partire quest’estate. A Valencia per poter chiudere la carriera

A fine anno potrebbe chiudersi l’avventura di Raul Albiol con il Napoli.  A riportarlo è l’edizione odierna del quotidiano la Gazzetta dello Sport. Ecco quanto scritto dalla Rosea: Nella scorsa estate c’è stata la possibilità che il difensore spagnolo potesse andare via, da Valencia gli è giunta un’offerta interessante, che l’avrebbe potuto riportare a casa. Ma, la ferma opposizione di Aurelio De Laurentiis l’ha convinto a restare. D’altra parte, il presidente era stato molto chiaro, in quel periodo: non avrebbe ceduto nessuno, d’accordo con l’allenatore. Ed allora, Raul Albiol ha ridiscusso il contratto, accettando serenamente la decisione della società e firmando il patto con i compagni per vincere lo scudetto, prima di accordarsi con De Laurentiis per prolungare l’accordo inserendo, però, una clausola: con 8 milioni di euro, il difensore sarà libero di andare altrove. A fine stagione, a 33 anni, potrebbe anche prendere in considerazione l’idea di chiudere la carriera nel club dove l’aveva iniziata nel 2002 e ritornare a Valencia

De Laurentiis preoccupato: “Temo la poca concentrazione al rientro dalle Nazionali”

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato alcune dichiarazioni all’ edizione odierna del quotidiano Tutto Sport. Eccone un estratto circa il match che attende gli azzurri contro la Roma, in programma sabato sera. De Laurentiis appare preoccupato: “Sapete cosa temo della sfida di sabato con la Roma? Il ritorno dei giocatori dalle maledette nazionali. Temo la poca concentrazione, però questo non deve diventare un alibi”.

Hamsik: “Incredibile uscire dal Mondiale per colpa di questo regolamento vergognoso”

La Slovacchia è fuori dal Mondiale. La squadra di Marek Hamsik, nonostante il secondo posto centrato nel proprio girone, non può accedere alla fase successiva dei preliminari in virtù del regolamento, che prevede che la peggior seconda torni a casa. Ecco un estratto delle dichiarazioni di Hamsik prese dal quotidiano La Repubblica: “Era un girone complesso e avevamo centrato con una grande impresa l’obiettivo del secondo posto in classifica, dimostrando con le nostre prestazioni di meritare almeno la qualificazione per i playoff. Invece siamo stati costretti ad aspettare i risultati degli altri otto gruppi e alla fine ci siamo ritrovati addirittura fuori, per colpa di un regolamento davvero vergognoso…”

La Catalogna avvia l’indipendenza ma in piazza si vive una festa mancata

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La Catalogna avvia il percorso per l’indipendenza dalla Spagna ma la dichiarazione è sospesa perché il presidente Carles Puigdemont sceglie di tentare il dialogo. “Un popolo – ha detto – non può essere costretto ad accettare uno status quo che non vuole: con i risultati del referendum la Catalogna ha guadagnato il diritto a essere indipendente e ascoltata”. La risposta di Madrid arriverà oggi dal premier Rajoy, ma l’idea che prevale nel governo è che le parole di Puigdemont valgono come dichiarazione di secessione.

In piazza a Barcellona si vive però una festa mancata perché il discorso e la ricerca del dialogo appaiono a molti come dei cedimenti.

La festa mancata di Barcellona: “Ci hanno tradito, lotteremo”

Fra la folla all’Arco di Trionfo che attendeva la proclamazione: «Siamo troppo diversi dalla Spagna, non ci verranno mai incontro»

BARCELLONA – Questa è la cronaca di una festa mancata. L’enorme piazza dell’Arco di Trionfo, ieri sera, era stracolma di gente. In piedi, nella calca, c’era anche la signora Maria Calvo, 77 anni, un’infermiera in pensione. Pregava, piangeva e si scusava con i vicini: «Sono troppo emozionata». Assieme a decine di migliaia di persone, avrebbe voluto urlare di gioia di fronte alla cosiddetta «Dui», la dichiarazione unilaterale di indipendenza. Ma il leader degli indipendentisti catalani Carles Puigdemont, che riferiva in Parlamento e arrivava in piazza su due giganteschi maxi schermi, alla fine quella frase netta non l’ha pronunciata. Anzi, alle 19,42 ha detto: «Chiedo all’assemblea di votare una mozione per sospendere la dichiarazione di indipendenza per dare tempo al dialogo». La signora Calvo si è messa a piangere, ma di sconforto: «Non è ancora il momento». Altri hanno urlato: «Traditore!». La cosa più impressionate è stata un silenzio strano, rimasto ad aleggiare nell’aria per alcuni secondi, come il contraccolpo di un gigantesco boato strozzato in gola.

«Quindi non l’ha detto?», domandava un signore con la barba bianca in cerca di conferme. «No, non l’ha detto», hanno assicurato due ragazzini vicini a lui. Volevano la secessione. Volevano festeggiare la nascita della Repubblica della Catalogna. Erano convinti che martedì 10 ottobre 2017 sarebbe stato il giorno giusto. «Invece percorreremo ancora la strada pacifica del dialogo» diceva la signora Calvo, infilandosi nel fiume di persone deluse che si allontanavano dalla piazza. «Speriamo che la Spagna sappia capire».

Quello che c’è da capire è che tutta questa gente tornerà a chiedere l’indipendenza molto presto. «Non finisce qui» diceva Maria Salut Gil, di mestiere commercialista. «Sono triste, ma cercheremo di arrivare comunque al nostro obiettivo. Ha ragione Puigdemont a cercare una mediazione. A me piacerebbe che ci venisse data la possibilità di fare un referendum riconosciuto ufficialmente. Quello che chiediamo da anni. Perché questa è la storia di un popolo, non è politica. È una storia fatta dalla gente, giorno dopo giorno, una storia di democrazia».

Hanno retorica, spillette, canti, cori, una lingua con un’inflessione unica al mondo, un’identità e un senso di appartenenza che negare sarebbe l’errore peggiore. Hanno un gesto della mano, alzata con quattro dita tese e il pollice ripiegato dietro, che simboleggia lo sfregio che venne fatto alla loro bandiera. Ma, soprattutto, hanno la convinzione di essere nel giusto. E non è un caso che uno dei passaggi più apprezzati nel discorso di Puigdemont sia stato questo: «Sono consapevole della narrativa che si è installata sui media. Ma noi non siamo delinquenti, pazzi, golpisti. Siamo gente normale che vuole votare e ha tentato di farlo con legalità». Poco prima del suo discorso, per la verità, c’erano stati anche dei fischi per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, che in un appello aveva chiesto proprio di non «prendere decisioni che renderebbero impossibile il dialogo».

Così è stato. Forse. Non tutti in piazza erano contro Puigdemont. Ha preso un’ovazione, ad esempio, quando ha ricordato il giorno del referendum: «Le violenze estreme della polizia di Madrid, senza precedenti in Europa, non hanno impedito il voto. E le immagini dei feriti rimarranno per sempre. Ci sono persone preoccupate, colte dallo sgomento di ciò che è accaduto e che potrebbe accadere». Ma il sentimento prevalente era la delusione. Uno dei più arrabbiati sembrava un ragazzo di 19 anni, di nome Alex Compte, in piedi sulle transenne con il pugno alzato proteso verso il mega schermo. «Stai sbagliando tutto!», urlava. «Sogno l’indipendenza dal 2010. Ho partecipato a tutte le manifestazioni, la mia famiglia è unita e determinata». Indossava una maglietta rossa con sopra scritto «Votare Sì significa prendere parte». Ovviamente ha votato «Sì», e anche lui si aspettava quella frase netta. Lo strappo. La proclamazione. «Era giusto farlo. Siamo troppo diversi dalla Spagna. Non ci verranno mai incontro, non ci capiranno mai». Era triste anche la volontaria Núria Murlà, una delle tante a indossare la pettorina dei «volontari dell’assemblea nazionale», una specie di servizio d’ordine catalano: «Ma l’indipendenza è solo rimandata».

Sono andati via con le bandiere sulle spalle, che ormai era quasi notte. Avevano portato tutto: birre catalane, spumante francese, musica tradizionale, popcorn e patatine. Avevano piazzato la loro iconografia al completo davanti alle telecamere di tutto il mondo. Doveva essere una festa, una specie di battesimo. «Ma Puigdemont ci ha traditi», ripeteva Alex Compte. Ecco cosa è successo, il figlio dei pasticcieri di Amer, l’ex sindaco di Girona, il giornalista con la passione dei Beatles, insomma lui, Carles Puigdemont, l’uomo che tutti aspettavano al varco, ha cercato di stare in equilibrio sul filo sottilissimo delle parole.

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lastampa/La festa mancata di Barcellona: “Ci hanno tradito, lotteremo” NICCOLÒ ZANCAN – INVIATO A BARCELLONA

Procida Calcio: l’assemblea sospende la decisione del ritiro dal campionato

In data odierna si è riunita l’Assemblea del Procida Calcio dopo i noti fatti accaduti durante l’incontro con il Neapolis del 7 Ottobre 2017.
Il Presidente Muro ha proposto all’Assemblea di ritirare la squadra dal campionato di Promozione perchè quanto accaduto in quella partita non può essere derubricato a “sviste arbitrali” ma rappresenta un grave colpo alla leale partecipazione sportiva ed alla “par condicio” tra le squadre anche in previsione del referto arbitrale già preannunciato dall’arbitro stesso nel dopo partita.
L’Assemblea, pur condividendo le preoccupazioni del Presidente, ha deliberato con l’astensione del presidente stesso, di sospendere tale decisione all’esito di ulteriori comportamenti similari o al termine del campionato. Ciò per rispetto della tifoseria procidana, dei sostenitori del Procida e degli atleti stessi che si troverebbero a non poter più giocare almeno fino a Dicembre.
L’Assemblea rivolge un ringraziamento ai vertici della LND per le parole di stima nei confronti del Procida Calcio e per le rassicurazioni su un prosieguo corretto del campionato.