Niccolò Cusano e la “dotta ignoranza”

Niccolò Cusano e la "dotta ignoranza": la figura di maggior rilevanza filosofica del XV secolo e l'origine del teorema socratico.

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OPINIONI – Niccolò Cusano e la “dotta ignoranza”: la figura di maggior rilevanza filosofica del XV secolo e l’origine del teorema socratico.

Niccolò Cusano e la “dotta ignoranza”

Sommario:
Niccolò Cusano è stato un filosofo rinascimentale di grande rilevanza, che ha influenzato anche pensatori successivi. La sua dottrina della “dotta ignoranza” ha contribuito alla mondanizzazione del contenuto religioso e all’esaltazione della dignità dell’uomo.

Il valore dell’ignoto: la modernità del pensiero filosofico rinascimentale

Niccolò Cusano è probabilmente la figura di maggior rilevanza filosofica del XV secolo, la più alta e organica espressione della filosofia e dello scenario culturale dell’Umanesimo rinascimentale europeo.
È stato il primo pensatore tedesco di un certo peso: nato a Kues (Cusa in italiano), località nei pressi di Treviri, la città natale di Karl Marx.
L’influenza di Niccolò Cusano si è rivelata alquanto significativa nei confronti di alcune correnti filosofiche posteriori ed alcuni pensatori dei secoli successivi (fu lui a recuperare l’idea di “monade”, ripresa in seguito, sia da Giordano Bruno, che da Leibniz), come in altri settori specifici dello scibile umano:
si pensi agli studi astronomici, in cui anticipò le grandi scoperte compiute nel XVII secolo da Copernico, Keplero e Galileo Galilei. In particolare, il suo apporto teorico più originale e notevole è stato sul terreno gnoseologico, in cui ha formulato la dottrina della “dotta ignoranza”, un “ossimoro” di tipo terminologico, ma che rivisitava ed argomentava, in chiave metafisica e teologica nuova, il teorema socratico ben noto: “sapere di non sapere”.
La modernità e novità dell’opera filosofica di Niccolò Cusano consistono nella mondanizzazione e storicizzazione del contenuto religioso e nell’esaltazione del principio della dignità dell’uomo.
Il discorso di Cusano è che, tenendo in considerazione la incommensurabile immensità e la inconoscibilità del divino rispetto ai limiti del mondo sensibile, un tale atteggiamento di “dotta ignoranza”, o di consapevolezza dei propri limiti, si presenta all’uomo come l’unico modo ragionevole di porsi di fronte all’ignoto e all’infinito.
In tale ottica umanistica, in cui si riscopre il valore della dignità dell’uomo con i propri limiti, la speculazione di Niccolò Cusano si ripropone in una veste sempre viva ed attuale, di una modernità davvero sorprendente ed originale.
A tal segno che Ernst Cassirer introdusse la sua “Storia della filosofia moderna” proprio con una riflessione molto approfondita sul pensiero di Niccolò Cusano.

Lucio Garofalo

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