In primo piano l’analisi costi benefici dell’alta velocità Torino-Lione che ieri ha riacceso il dibattito politico. Nell’esecutivo è scontro sulla Tav: Di Maio si sente tradito da Salvini, la Lega non vuole fermare l’opera. Macron telefona a Mattarella: dialoghiamo con lei.
TAV, scontro sui costi. Allarme delle imprese e gelo con la Francia.
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’analisi costi-benefici sul TAV attesta, a dire di 5 dei 6 componenti della commissione promossa dal Ministero delle Infrastrutture, che il completamento dell’Opera comporta un saldo negativo fra i 7 e gli 8 miliardi di euro.
Il documento è stato pubblicato ieri dopo settimane di attesa e porta la firma di 5 dei 6 esperti chiamati a realizzarlo.
Il sesto, Pierluigi Coppola, non l’ha firmato e si è saputo poi in serata che ha consegnato al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture una nota con ulteriori elementi di valutazione sul TAV che si discostano dalle conclusioni ufficiali della relazione ma, per i 5 Stelle, comunque le conclusioni avvalorano l’ipotesi di fermare il progetto.
Intanto insorgono le opposizioni e il mondo produttivo per cui ritroviamo il Movimento 5 Stelle contro tutti mentre la Lega, secondo sua collaudata politica del “va avanti tu che a me vien da ridere”, si sfila anche dall’analisi costi benefici sul Tav continuando così a mettere nel “proprio tunnel” (altro che quello del TAV) il nominale alleato.
Il Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli parla di numeri impietosi e dice che per i 5 Stelle lo stop è l’unica soluzione e così anche Francesco d’Uva per il quale la relazione Costi Benefici mette una pietra tombale sul TAV.
Ma la relazione della commissione ministeriale non convince la Lega.
Matteo Salvini glissa e dice che non l’ha letta mentre Riccardo Molinari attacca su Skype:
” la costi-benefici è un’analisi tecnica come ce ne sono tante per cui non è il Vangelo. A mio avviso, prima di mandare tutto a monte, bisogna riflettere bene e soprattutto, nel caso in cui non si trovi un accordo, io questo lo ripeto, l’ultima parola deve essere data ai cittadini”
Le opposizioni sono tutte d’accordo, da Forza Italia, a Fratelli d’Italia, al PD: il TAV si deve fare! La relazione è un bluff!
Il commissario straordinario della Torino-Lione, Paolo Foietta, parla di truffa mentre il mondo produttivo, con una parte della politica, delle istituzioni piemontesi e una fetta del mondo sindacale e delle iniziative a sostegno della Torino-Lione parlano di numeri il cui risultato e come quello di un lancio di dadi e chiedono al governo un atto di responsabilità mentre il Presidente della Regione Sergio Chiamparino ribadisce: ora tocca alla politica, non possono più menare il can per l’aia!
La sindaca di Torino, Chiara Appendino, dice che l’analisi conferma i dubbi sull’utilità dell’Opera, ma la scelta spetta al governo!
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, dal canto suo, afferma che in questo paese l’apertura dei cantieri, a regime, determinerebbe 50.000 posti di lavoro.
Se per il governo questo basta – afferma – per noi vanno messi al centro lavoro e occupazione, e il TAV è una grande occasione per dare lavoro a 50.000 persone e bòoccare tutto è solo un danno, e questa analisi a noi basta ricordando che il TAV riguarda anche i rapporti tra Italia e Francia.
Ieri, intanto, c’è stata anche una telefonata distensiva tra il Presidente della Repubblica Mattarella e quello francese Macron.
Dopo 5 giorni di stallo, un filo di dialogo si riapre tra Parigi e Roma.
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato ieri, al telefono, Emmanuel Macron. Una telefonata a volta a ristabilire il dialogo tra i due paesi dopo il ritiro dell’ambasciatore francese da Roma. Nessuna telefonata invece c’è stata con il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Il fronte Roma-Parigi resta, comunque, ancora caldo, anzi surriscaldato.
Alla pubblicazione delle analisi costi benefici sul Tav, che bocciando l’opera non solo ha riacceso lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Lega ma ha alimentato ancor più le tensioni tra Italia e Francia, c’è da aggiungere anche le tensioni sui terroristi rifugiatisi in Francia.
Sul versante TAV troviamo la gelida replica, a Toninelli, del Ministro dei Trasporti francese e, sull’altro, una delegazione di magistrati italiani che, oggi e domani, è impegnata al Ministero di Giustizia di Parigi per una riunione con i colleghi francesi sulla sorte dei latitanti italiani rifugiati in Francia dopo gli anni di piombo.
Due fronti certo non ideali a riprendere un cordiale rapporto.
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