La ministra leghista Bongiorno della Pubblica Amministrazione, boccia in parte la proposta del Guardasigilli 5stelle Bonafede (entrambi avvocati) che vorrebbe il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Il ministro della Giustizia: “Basta impunità”.
Durante l’Intervista di Maria Latella a SkyTg 24, la Ministra Bongiorno ha criticato il deposito di un emendamento 5stelle al decreto anticorruzione in discussione alla Camera, affermando che “Senza la tagliola della prescrizione non fisserebbero più le udienze, non ci sarebbero più appello e Cassazione perché non sarebbero più fissate le udienze“.
Un imputato innocente, ha dichiarato la Ministra “deve vedere la fine del suo processo“. La ministra ha evocato anche la sua precedente esperienza parlamentare quando stava in Futuro e Libertà, il partito fondato da Gianfranco Fini.
“Così come ai tempi di Berlusconi mi sono battuta contro la prescrizione breve – ha continuato la Bongiorno – ora sono contraria a quella che è la cancellazione della prescrizione. La prescrizione ha un’etica. non si può tenere in ostaggio un imputato tutta la vita“.
“Io sono preoccupata perché non credo sia una correzione che incide solo sulla prescrizione, ma incide sull’intero sistema penale che oggi è bloccato“, spiega la Bongiorno.
La modifica della prescrizione è invece sostenuta e difesa a spada tratta dal suo collega 5stelle ministro della Giustizia Bonafede e con l’autorevole avallo del vicepremier Luigi Di Maio “lo Stato deve rendere giustizia ai cittadini” e in alternativa “la bomba atomica che rischia di esplodere è la rabbia” degli stessi “cittadini di fronte all’impunità”.
Il disegno di legge anticorruzione in questione era stato approvato ai primi di settembre dal Consiglio dei ministri e proposto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Un provvedimento che contiene una serie di novità, quali l’impiego dell’agente sotto copertura, il daspo per i corrotti e lo stop al finanziamento anonimo per partiti e fondazioni.
L’opinione.
Durante l’intervistata alla Bongiorno da parte della giornalista Latella a Skytg24 sulla prescrizione, la Ministra ha evidenziato, si ritiene anche giustamente, che un imputato non può rischiare di rimanere ostaggio delle (in)decisioni dei Giudici, dunque condannato a vita alla catena processuale. Storicamente ciò non è poi così peregrino.
Tuttavia si ritiene che da veterana avvocato, la Bongiorno abbia di tutta evidenza usato un sillogismo per non dovere sfiorare invece l’ipotesi di una norma che sarebbe di certo più oggettiva e cioè imporre forzosamente ai Magistrati giudicanti un termine perentorio massimo entro cui emettere una sentenza, in primo, secondo e terzo grado, rendendo pertanto umana la durata dei processi. Ipotesi normativa che, si ritiene, dovrebbe sostenere anche il Ministro della Giustizia Bonafede.
Va infatti detto che con la prescrizione, di contro, molti presunti colpevoli continuerebbero a rimanere impuniti, come spesso e risaputamente è accaduto negli ultimi decenni, specialmente chi poteva e può disporre dei soldi per pagarsi costi e avvocati.
L
e immagini dei due ministri sono tratte: della Bongiorno dal video dell’intervista a Skytg24 e di Bonafede dalla sua pagina Fb.
Adduso Sebastiano
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