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Delrio: la squadra del Pd «ha fatto delle cose e può rivendicarle»

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«C’è una quota di persone che ha deciso di non andare a votare e sono la maggior parte dei nostri. Forse non hanno capito la posta in gioco: un ritorno di un centrodestra oggi più pericoloso e l’arrivo dei 5 stelle totalmente inaffidabili». 

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osì Graziano Delrio, nell’intervista a La Stampa, sottolinea le preoccupazioni verso le elezioni e l’importanza del lavoro di squadra da parte del Partito Democratico per far vedere che «ha fatto delle cose e può rivendicarle».

Delrio: “Noi ministri candidati nei collegi. Non abbiamo paura della gente”*

(*ndr: in evidente polemica con Di Maio e i pentastellati che si candidano solo nel “listino”)

E sull’astensione: “I nostri non hanno ancora capito la posta in gioco”

ROMA – «Non è che Renzi abbia scoperto il valore della squadra ora: tutte le sue azioni dalla sconfitta del referendum in poi – le dimissioni da Palazzo Chigi, la scelta di Gentiloni premier, la gestione delle primarie – dimostrano il contrario e vedrete che tutta la squadra Pd sarà davvero in campo». Graziano Delrio è il primo esponente di governo a dichiarare di esser pronto a scendere in pista a petto in fuori, misurandosi con la sfida di collegio. Sfida sempre temuta, pure se alcuni corrono in zone più “protette” e se comunque ai big verrà offerto il paracadute nei listini proporzionali. «Non dobbiamo aver paura del giudizio della gente noi».

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Scusi ministro, ma c’è chi eviterebbe volentieri il rischio di essere impallinato nelle urne. Il governo e il premier non vanno preservati nel caso doveste continuare il cammino per traghettare il paese a nuove elezioni?

«Merkel ha fatto la campagna elettorale da Cancelliera e non si è risparmiata. Noi siamo persone con una loro storia e con loro idee e non possiamo cancellarle quando c’è la competizione elettorale. È chiaro che giocheremo la nostra partita anche nei collegi, come tutti gli altri a viso aperto: non crediamo a una politica fatta nei salotti e non credo che presentarci nei collegi indebolirà il governo».

Se nessuno dovesse uscire vincitore dalle urne, lei sarebbe disposto a fare un governo di larghe intese con Berlusconi e magari anche con Grasso?

«Noi miriamo a vincere come centrosinistra e ce la possiamo fare, questo è il nostro obiettivo. Per il dopo deciderà il presidente della Repubblica quale possa essere la soluzione migliore»

In che modo il premier e i ministri saranno protagonisti in campagna elettorale?

«La squadra è in campo anche perchè ha fatto delle cose e può rivendicarle. Un esempio che mi riguarda: da vent’anni non si investiva sul trasporto pubblico. Noi abbiamo messo due miliardi per le metro, nuovi tram nelle città e il ricambio del parco autobus, sconti per gli abbonamenti. Ciò mostra un’attenzione alle classi più deboli e alla vita quotidiana delle nostre famiglie».

Lei ha incassato molte proteste per il rincaro dei pedaggi. Mossa sbagliata in piena campagna elettorale? Potevate evitarla?

«Riguardano il 7% degli utenti. Abbiamo cercato di bloccarli ma c’era una sentenza che ci obbligava dopo tre anni di tariffe congelate. Erano aumenti obbligati, ma abbiamo fatto di tutto per contenerli al massimo».

Sta studiando una soluzione per i pendolari della A24, giusto? 

«Certo è uno dei casi a cui teniamo di più e su cui lavoreremo. Vorrei che riuscissimo a trovare una soluzione per quella tratta autostradale molto delicata, anche perché impatta sull’ingresso nella capitale».

Pensa che uno dei motivi del calo del Pd sia il peso del governo che grava sulle spalle?

«Quasi sempre quando si governa si paga un prezzo, ma mesi fa eravamo in testa e i sondaggi veri si faranno a pochi giorni dal voto. C’è una quota di persone che ha deciso di non andare a votare e sono la maggior parte dei nostri. Forse non hanno capito la posta in gioco: un ritorno di un centrodestra oggi più pericoloso e l’arrivo dei 5stelle totalmente inaffidabili. Si capirà nelle prossime settimane che non si possono abbassare le tasse per i ricchi senza intaccare i servizi pubblici, scuola e sanità. O che non si può promettere denaro invece che lavoro, come fanno i grillini».

Consiglia a Renzi di posizionarsi più a sinistra?

«Noi siamo d’accordo che la nostra campagna debba avere un connotato di sinistra, di vicinanza ai deboli: la lotta vera alla diseguaglianza si fa creando lavoro, vogliamo creare un altro milione di posti, ma vogliamo anche che siano più stabili e dignitosi, retribuiti in modo adeguato. C’è bisogno di più giustizia sociale, di dare una vita dignitosa ai redditi più bassi e alle famiglie con figli. Dobbiamo mettere al centro questo tema. Il lavoro è la parola chiave e deve essere la nostra ossessione».

Rischiate di perdere molti collegi nelle regioni rosse per colpa di D’Alema e Bersani?

«Non credo, perché specie nelle regioni a forte tradizione di centrosinistra, tutti coloro che abbandonano il nostro campo rischiando di far vincere le destre di solito non sono premiati: questa è la mia impressione conoscendo il popolo della mia terra».

Rischiate una coalizione bonsai. Come finirà con i Radicali?

«Abbiamo ancora la speranza di recuperarli. Anche Renzi è in campo, l’ho sentito in queste ore. Stiamo cercando di ricreare le condizioni per fare una squadra con la Bonino dentro».

vivicentro.it/POLITICA

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