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Violenza sulle Donne: questione morale e lessicale

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Il 25 Novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anche quest’anno partono le campagne di sensibilizzazione.

Violenza sulle Donne: questione morale e lessicale

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nche quest’anno la Nazionale Italiana di Calcio con il C.T. Mancini, ha rilasciato lo spot di sensibilizzazione contro la Violenza sulle Donne.
Per quanto iniziative del genere siano ben accolte, leggendo i giornali e prestando al lessico utilizzato per raccontare episodi di cronaca riguardanti “femminicidi”, non si può fare a mano che rimanere basiti.

La Dott.ssa Zanardo, sulla pagina Facebook ufficiale Se non ora quando scrive appunto:
La Narrazione di un Femminicidio da parte di un noto quotidiano.
“Lui”era bravo (sottinteso) perché pensava solo al lavoro.
“Lei “era cattiva ( sottinteso) perché voleva separarsi.
Nelle classi, nella nostra formazione per le scuole, facciamo un gran lavoro sull’ analisi del linguaggio che narra i femminicidi.
E attraverso la decostruzione del messaggio, rendiamo ragazze e ragazzi consapevoli degli stereotipi nascosti.
E a quel punto, una volta innalzato il livello di consapevolezza, possiamo insegnare che la protesta educata e civile, fa parte dei compiti di una buona cittadina/o.

Da ciò si evince quanto sia “difficile” leggere i giornali, senza essere condizionati dal linguaggio narrativo scelto per riportare i fatti accaduti, e quanto il linguaggio adoperato possa influenzare anche il nostro modo di pensare a certe tematiche.

Ricordiamo per esempio la petizione portata avanti da Maria Beatrice Giovanardi, grazie alla quale l’Oxford English Dictionary, il prestigioso vocabolario di lingua inglese redatto dalla Oxford University Press, ha aggiornato la defizione della parola donna e corretto altri termini sessisti.
La donna, oltre a “essere umano adulto femminile”, veniva definita come “la moglie, la fidanzata, l’amante di un uomo”. Ma non solo. Nella pagina online del vocabolario si leggevano, tra i sinonimi di donna, le parole “bitch, besom, piece, bit, mare, baggage, wench, petticoat, frail, dird, bint, biddy, filly”. Dopo che la petizione su Change.org di Giovanardi è stata firmata da oltre 34mila persone, L’Oxford Dictionary ha accettato di aggiornare la definizione di donna e di altri vocaboli con definizioni sessiste. Donna diventa quindi “la moglie, la fidanzata, l’amante di una persona” e scompaiono (ma non tutti) alcuni dei sinonimi offensivi.

Oggi è un giorno dedicato alla memoria di Ondina Valla, la prima donna italiana a vincere una medaglia d’oro alle Olimpiadi!
A Berlino1936 portò il tricolore sul gradino più alto del podio vincendo gli 80m ostacoli. Nel 2015 è stata inserita nella Walk of Fame tra le prime 100 leggende dello sport italiano, e nel 2019 le è stato intitolato l’ex Ostello della Gioventù su Viale delle Olimpiadi.

Siamo nel 2020, e pare proprio che per quanto tanta strada sia stata fatta, esistono ancora molti ostacoli prima che si possa parlare di una raggiunta Parità in termini di Diritti e Rispetto tra Uomini e Donne.
Non basta soltanto la Nazionale Italiana della Squadra di Calcio come testimonial contro la violenza sulle Donne, e non basta che lo si faccia solo nel mese di novembre.

Soprattutto quest’anno, a causa delle restrizioni e del lockdown, sono state molte le segnalazioni alle Forze dell’Ordine per richiedere soccorso a causa di maltrattamenti domestici subiti, e fortunatamente nella maggior parte dei casi si è riusciti ad intervenire in tempo prima che la situazione fosse irrecuperabile.
Sembra quindi che, fortunatamente, le persone vittime di violenza riescano a trovare il coraggio, molto più di prima, di non vergognarsi nel chiedere aiuto alle Forze dell’Ordine, e di infischiarsene del “giudizio dei vicini” che vedono arrivare la volante nel proprio palazzo.
Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare di vivere una vita vera e serena tra le mura della propria casa; quando invece le mura domestiche diventano una prigione soffocante, si ha tutto il diritto di evadere e chiedere aiuto allo Stato. Lo Stato C’è.

 

Stéphanie Esposito Perna

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