Di Maio-Salvini: tutto bene! Accordo raggiunto: si farà tutto! (??) VIDEO

Il governo trova l’ accordo sulla manovra con uno sforamento al 2,4% del rapporto deficit/pil....

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Il governo trova l’ accordo sulla manovra con uno sforamento al 2,4% del rapporto deficit/pil. Ma è proprio vero? Realmente sarà poi fatto? E quando? Tutto è posto ancora come “cose che si faranno” ed i tempi appaiono essere quelli di “a babbo morto” ma tant’è. Ormai imperano gli annunci e le promesse e nessuno si sofferma a ben valutarle, men che meno ad analizzarle – a farle le pulci, come si suol dire – ed è così che si continuano a fare passi avanti ignorando (non volendo vedere) che davanti non abbiamo una immensa prateria (e magari anche bella, fiorita e con tanti fiumi e ameni laghetti allietati dal cinguettio di innumerevoli uccelli e da teneri cerbiatti saltellanti) ma un burrone terribile e buio.

E questo è, nonostante la propaganda puntualmente riportata nelle varie dirette FB del Duo ed i loro Twitter e quant’altro sono soliti mettere in campo

Oggi tutta la stampa informa che Salvini e Di Maio vincono il braccio di ferro con il ministro dell’Economia Tria che aveva lavorato per contenere la spesa, e questo è il quanto vede chi altro non vuol ne vedere ne sapere ed anzi, nemmeno questo approfondiscono e si fermano al solo titolo perché è il quanto alimenta i loro sogni.

Peccato però che anche un minimo e superficiale approfondimento darebbe anche la nota che si è sfiorato, sin da subito, il “disatro” immediato e totale con le dimissioni di TRIA che sono state ad un piccolo passo dall’essere ufficializzate. Disastro evitato solo grazie al decisivo l’intervento di Mattarella che ha chiesto allo stesso Tria di restare al suo posto nonostante la sua contrarietà al provvedimento e la tentazione di fare un passo indietro.

Nulla, ovviamente, ha potuto ne può fare Mattarella per quanto riguarda la sfida con l’Europa che si è così ufficialmente aperta e che vede già cominciare a concretizzarsi il pericolo derivante dallo “sfidare le regole”. Pericolo che è multiplto e deriva dalla stessa Europa, che minaccia di bocciare la manovra, dalla reazione dei principali partnere europei (Londra, Parigi e Berlino) e, soprattutto, i mercati che stanno già spingendo in su il famigerato e temuto Spread che, a questo momento (ore 13:19), è 275,17 +17,13%.

Ma che importa, il Duo – e soprattutto Di Maio – grida:

Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo portato a casa la #ManovraDelPopolo! Reddito di Cittadinanza, pensione di cittadinanza, superamento della Fornero, risarcimento ai truffati delle banche. Oggi è cambiata l’Italia! Siate orgogliosi di essere italiani!

mentre nel comunicato finale diffuso giovedì da Palazzo Chigi dopo il via libera alla manovra, si legge :

«Il programma di politica economica e finanziaria del governo illustrato è coerente con il contratto di governo e con la risoluzione parlamentare sul Def 2018 approvata il 19 giugno scorso»,

Ma vediamoli. Questi sono i punti principali del provvedimento:

– Cancellazione degli aumenti dell’Iva previsti per il 2019;
– introduzione del reddito di cittadinanza, con la contestuale riforma e il potenziamento dei Centri per l’impiego;
– introduzione della pensione di cittadinanza;
– introduzione di modalità di pensionamento anticipato per favorire l’assunzione di lavoratori giovani (superamento della legge Fornero);
– prima fase dell’introduzione della flat tax tramite l’innalzamento delle soglie minime per il regime semplificato di imposizione su piccole imprese, professionisti e artigiani;
– taglio dell’imposta sugli utili d’impresa (Ires) per le aziende che reinvestono i profitti e assumono lavoratori aggiuntivi;
– rilancio degli investimenti pubblici attraverso l’incremento delle risorse finanziarie,
– il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni centrali e locali nella fase di progettazione e valutazione dei progetti,
– una maggiore efficienza dei processi decisionali a tutti i livelli della pubblica amministrazione, delle modifiche al Codice degli appalti e la standardizzazione dei contratti di partenariato pubblico-privato;
– programma di manutenzione straordinaria della rete viaria e di collegamenti italiana a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova, per il quale, in considerazione delle caratteristiche di eccezionalità e urgenza degli interventi programmati, si intende chiedere alla Commissione europea il riconoscimento della flessibilità di bilancio;
– politiche di rilancio dei settori chiave dell’economia, in primis il manifatturiero avanzato, le infrastrutture e le costruzioni;
– stanziamento di risorse per il ristoro dei risparmiatori danneggiati dalle crisi bancarie.

Più nei dettagli:

REDDITO DI CITTADINANZA, 10 MILIARDI: Arriva un primo assaggio da 10 miliardi del reddito di cittadinanza e delle pensione di cittadinanza. Secondo i calcoli del M5s riguarderà 6,5 milioni di persone che ora sono sotto la soglia di povertà. C’è anche il via libera alle pensioni di cittadinanza, che fissa una soglia di 780 euro per le pensioni minime. Si parte sicuramente da un rafforzamento dei centri per l’impiego.

FLAT TAX AL 15% PER OLTRE 1 MLN DI PARTITE IVA: La flat tax comincerà dalle piccole imprese. Per loro è in arrivo un prelievo fisso del 15% che – secondo fonti della lega – riguarderà oltre un milione di italiani. Di fatto è un allargamento del fisco forfettario che include l’Iva: proprio per questo il beneficio nel 2019 per i contribuenti riguarderà l’imposta sul valore aggiunto per poi spostarsi nel 2020 sui redditi guadagnati. Per gli altri cittadini – ipotizza invece una bozza del Def – si arriverà alle due aliquote del 23% e del 33% a fine legislatura.

SUPERAMENTO FORNERO E LAVORO GIOVANI: I sondaggi dicono che è il tema più atteso della manovra e sia Lega che M5s puntano ad intestarsi la misura. L’accordo prevede la possibilità di andare in pensione anticipatamente,  attraverso un meccanismo di quota 100 che consentirà di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi o 63 di età e 37 di contributi o ancora 64 anni di età e 36 di contributi. La misura riguarderà almeno 400 mila persone e – secondo i partiti di maggioranza – si tradurrà in altrettanti posti di lavoro per i giovani. Ma secondo gli economisti il turn over è tutto da dimostrare.

TRUFFATI BANCHE, AUMENTANO I RISARCIMENTI: Aumentano i fondi per i “truffati dalle banche”. Inizialmente si ipotizzava un fondo di 500 milioni, ieri il vicepremier Di Maio ha parlato di un miliardo: si sarebbe arrivati a trovare 1,5 miliardi per un fondo ad hoc alimentato dai conti dormienti.

PACE FISCALE, NUOVA ROTTAMAZIONE: L’accordo di governo contiene anche il provvedimento per la cosiddetta pace fiscale che prevede un condono sulle cartelle Equitalia, anche se a Salvini non piace che venga chiamato così: la misura avrà un impatto una tantum sui conti. Una bozza del Def indica una soglia fino a 100 mila euro, ma la soglia potrebbe non essere stata fissata nell’accordo.

A questi punti vanno aggiunti altri 12,5 miliardi per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva, cioè per evitarne l’aumento. In totale la manovra dovrebbe valere 33,5 miliardi, di cui 27,2 in deficit. Il ministro Giovanni Tria aveva fissato l’asticella del deficit all’1,6%.Un numero che avrebbe permesso di spendere scarsi 12 miliardi in deficit, in pratica la somma che sarebbe servita per disinnescare l’aumento Iva e basta. Ora però il numero è ben al di la: al 2,4%.

Intanto cominciano a giungere le prime reazioni da Londra, Parigi e Berlino

LONDRA – “Il forte aumento della spesa pubblica approvato dal governo italiano rischia di mettere Roma in rotta di collisione con Bruxelles e di innervosire i mercati finanziari”, scrive il Financial Times all’indomani della decisione. Un deficit del 2,4 per cento del pil rappresenta “una significativa espansione” rispetto al target dell’1,6 concordato per quest’anno dall’ultimo governo di centro-sinistra, nota il quotidiano finanziario britannico, “e sarebbe il triplo dello 0,8 precedentemente pianificato per l’anno prossimo”. Il giornale della City ammonisce che l’incremento del deficit potrebbe “spingere gli investitori nel debito del governo italiano, il secondo più alto dell’eurozona, a mettere in dubbio la capacità del Paese di ottenere prestiti”. Analogo il commento del Guardian: “La mossa del governo italiano potrebbe creare un conflitto tra un paese pesantemente indebitato e l’Unione Europea. Sia il Financial Times che il Guardian citano un’opinione di Francesco Galietti, un analista della Policy Sonar, società di consulenze finanziarie basata a Roma: “La supposizione sotto la quale i mercati finanziari hanno operato fino a oggi, l’idea che il ministro del Tesoro Tria potesse tirare le redini degli spiriti animali di questo governo, è ora sfumata”. E Peter Ceretti, un analista dell’Economist Intelligence Unit, afferma che un deficit più alto del 2 per cento “provocherà un serio alterco con la Ue”.

BERLINO –  Dalla Bce, finora, trapela solo un “no comment” alla ‘manovra del popolo’ varata ieri dal Consiglio dei ministri. Del resto, Mario Draghi è stato eloquente nelle scorse settimane, sostenendo di voler aspettare non solo l’approvazione del governo, ma quella del Parlamento prima di dare un giudizio. Ma è stato probabilmente importante, per il presidente della Bce, che il ministro dell’Economia Tria non si sia dimesso, anche su pressione del presidente della Repubblica Mattarella, con cui c’è una triangolazione da mesi per evitare derive sui mercati.

In Germania, intanto, i titoli di Spiegel, Süddeutsche e Handelsblatt sono ancora prudenti, ma eloquenti: “l’Italia prevede di aumentare il debito” o “l’Italia sulla via della spesa”. Tutti mettono in rilievo le difficoltà del ministro dell’Economia Tria, ma dal ministero delle Finanze tedesco il mantra è da settimane lo stesso di Draghi. Olaf Scholz vuole aspettare l’approvazione del provvedimento in Parlamento: i numeri potrebbero cambiare parecchio, in meglio o in peggio. E intanto, a Berlino vogliono cercare di evitare scontri troppo diretti con Roma.
Il 12 settembre una prima missione del ministero a Roma, guidata dal sottosegretario alle Finanze Jörg Kukies, aveva voluto confrontarsi non soltanto con la Banca d’Italia e con il Tesoro, ma aveva voluto incontrare anche Paolo Savona, Giancarlo Giorgetti e Claudio Borghi.
Nonostante Savona gli abbia illustrato il suo ultimo documento su come cambiare l’Europa, comprese ipotesi di ristrutturazione del debito italiano, Kukies era uscito dall’incontro con lo spirito di chi ha appena ascoltato una lezione accademica. Consapevole, insomma, dell’irrilevanza del ministro per le Politiche europee. Almeno, per ora.
Più spinoso, secondo una fonte, il faccia a faccia con Borghi. Che avrebbe detto di coltivare ancora l’obiettivo di far uscire l’Italia dall’euro, ma sarebbe consapevole di “non avere la maggioranza per farlo”. Da Giorgetti, Kukies avrebbe ricevuto rassicurazioni sulla volontà del governo di non alzare eccessivamente il tiro. Cosa intendesse dire, alla luce della manovra cosiddetta “del popolo” che sfonda ampiamente le aspettative rispetto alle cifre circolate alla vigilia, è difficile da capire.

PARIGI –  “Il governo italiano fa saltare la banca” è uno dei commenti frequenti su radio e tv francesi. “Tensione ai massimi livelli. L’Italia è diventato il principale elemento di preoccupazione in Europa” scrive Les Echos. E’ probabile che la notizia italiana susciterà anche qualche consenso a sinistra e altrove in un Paese che non ha mai davvero adottato il dogma dell’austerità.

. e lo Spread ha ripreso a volare:

  • 272,73 +16,09% alle ore 12:51 di oggi 28 settembre 2018 , e continua a salire minuto per minuto (QUI in tempo reale)

Che dire se non ripetere: io speriamo che me la cavo (e quell’IO sta per noi tutti, gli italiani, italioti inclusi)

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