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Difficile intesa M5S-PD: cercata dai vertici, non voluta dalle basi, ma …

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E’ ancora in stallo la difficile intesa tentata tra i vertici Cinque Stelle che vorrebbero (ma con la base che non vuole) ed il PD che magari vorrebbe ma, ugualmente, continua a non voler accettare l’invito a governare.

L

a situazione della difficile intesa M5S-PD, a questo punto, ha del paradossale e assume sempre più contorni che riportano in memoria una famosa canzone di Orietta Berti:

mamma non vuole e babbo nemmeno!

Eh sì. Perché se da un lato il PD continua a resistere – pensando alla sua base – e a dire no, anche dall’altra, la base dei M5S, non lo vuole.

– Meglio la Lega che un’intesa con il PD, dice la base M5S.
– “Il Pd rischia di scomparire ma non può andare al governo ora”, pensano al PD e il ministro dell’Interno, Marco Minniti lo conferma in un’intervista

Ecco, appunto: mamma non vuole e babbo nemmeno. Ed allora, come si supera lo stallo?

Entrambi sanno che, alla situazione data, sarebbe la soluzione migliore dal momento che, in assenza di accordo tra loro (M5S-PD): o si va diritti verso nuove elezioni (ma come? Con quale legge? Con quali soldi? Con quale credibilità?), oppure?

E in quell’O ci sono sì tante altre opzioni forse possibili, ma anche ed ancor più pericoli, vuoi per le parti in causa che, diciamolo pure, per la Nazione stessa.

Pericoli che ben vede anche il Presidente Mattarella che lancia un appello alla responsabilità e invita i leader politici a superare le asprezze della campagna elettorale per aiutare la nascita di un governo.

Mah.

Ma resta il: mamma non vuole e babbo nemmeno!

Un eventuale accordo M5S-PD resta indigesto alle basi:

  1. quella dei pentastellati che tanto ha gridato, con i suoi vertici, contro il PD, la sua politica e quanto essa rappresenta (ma qui forse sarebbe più corretto dire: dovrebbe rappresentare)
  2. poi quella del PD che, a sua volta e con i suoi vertici, ha non meno tanto tuonato contro i pentastellati memori anche, forse, della Bersani Story.

Da qui, il classico: Mamma non vuole e babbo nemmeno!

La base del Movimento 5 Stelle è più favorevole a un’alleanza con la Lega che a un’intesa con il Pd.

Questo sembra essere il risultato di un sondaggio segreto che, a quanto sembra, Luigi Di Maio avrebbe nel cassetto.

Sondaggio che potrebbe usare per motivare un accordo con Matteo Salvini qualora il Pd ribadisse la scelta di non voler governare con lui.

Di Maio però temporeggia e spera ancora che il tempo lo aiuti nella decomposizione che sembra già iniziata nel PD.

Decomposizione che, secondo le sue aspettative, potrebbe portare i pezzi che si staccherebbero, nella sua orbita. Evitandogli un pericoloso accordo con la Lega.

Ebbene sì! Così di fatto è per cui, pur se la base sembra gradirlo, Di Maio ben ne vede tutti i pericoli.

Pericoli che ha sempre paventato sin dall’inizio tanto da aver pensato, e pensare, che proprio a quello vorrebbero spingerlo PD e Centro-sinistra, in questo sì uniti, per farlo naufragare.

M5S e Lega, checché si dica e voglia, sono e restano due treni in apparenza simili ma sostanzialmente ben diversi per cui non potranno mai viaggiare uniti come unico treno con unica motrice.

Pentastellati e Lega, due treni sono e tali sono destinati a restare, se non vogliono abiurare alla loro connotazione.

Connotazione che li obbligherà a viaggiare sì sullo stesso binario, ma in senso opposto, visto che la meta sostanziale ed identificante è, e resta, ben diversa.

Non occorre quindi grande scienza per comprendere che prima poi, ad un dato punto e ad una data stazione, si avrà l’inevitabile scontro frontale.

Scontro frontale inevitabile perché derivante da “mete” opposte che rendono impossibile il farne somma in qualsiasi contesto si voglia vedere il tutto.

Idee chiaramente diametralmente opposte, sia pur con partenza da stesso punto (il popolo): una identificale, ad esempio, come acqua, l’altra olio.

Chimicamente immischiabili. Ma anche matematicamente, contabilmente!

Infatti, se volessimo riportarci sul piano “matematico”, piano più consono visto che, alla fin fine, stiamo parlando di somma, abbiamo una identificabile con un segno +, e l’altra con il segno -.

Eccoci allora all’inchippo derivante da un corretto procedere, anche in matematica.

Proprio per i due segni opposti, non ignorabili ne secondari, il tutto ci riporta a quella che, in matematica, si chiamerebbe “somma algebrica”.

Somma algebrica che, come ben si sa, diventa di fatto una sottrazione per cui darà, come risultato, non la classica somma matematica ma, bensì, un X che di sicuro sarà:

a) meno del promesso con l’illusione di una somma pura?
b) Uno zero (un nulla)?

apportando così un ulteriore danno alla già precaria situazione data!

Totò soleva dire: è la somma che dà il totale! Ma qui, se correttamente si vuole vedere ed impostare il tutto, la somma DEVE essere vista algebricamente.

Se si preferisce, anche chimicamente, per cui:

O bianco, o nero. O più + più. O meno + meno.
Non è possibile mischiare il bianco con il nero e continuare ad avere e bianco e nero.

Parimenti, non è possibile sommare, matematicamente, il più ed il meno.

Insomma, non è possibile fare una somma matematica di + 10 e – 10.
Bisogna, correttamente, ricorrere ad una somma algebrica di (+10) + (-10) per cui, il vero risultato, sarà 0. Non certo il millantato 20.

Ma poniamo anche che si cambiasse uno dei segni, tanto per rendere possibile quel qualcosa che, diciamo, mamma vuole e babbo pure, allora si avrà che:

  • o, di fatto, diventerebbero due segni meno, nel senso che poi in pratica nulla si farebbe, ed allora il risultato sarebbe un bel – 20. Bello no?

oppure, clamorosamente barando,

  • si assumerebbero entrambi i segni come se fossero più.
Possibile? Magari anche sì, ma solo a chiacchiere e nei comizi.

Di fatto proprio per niente perché la somma darebbe un +20.
Somma proibitiva per le nostre casse e, quand’anche lo si volesse ignorare, alla resa dei conti veri, sarebbe la Nazione a collassare, e con essa noi.

Questo il dramma che, ad ora, mamma e babbo non vedono ma che è reale e ci farebbe soffrire, e tanto.
Tanto perché, alla fine, come sempre, a pagare saremo sempre e comunque noi. Unicamente noi. Con il nostro futuro ed il nostro poter vivere.

Un poter vivere che ognuno di noi si augura possa essere qualificato, se non bellissimo, e nemmeno solo bello, ma almeno decente e, soprattutto, dignitoso.

Pertanto, anche se mamma non vuole e babbo nemmeno, forse sarà il caso che entrambi facciano finta di distrarsi in alcuni momenti e consentire qualche approccio ravvicinato.

Approccio che magari, come anche natura vuole, in nove mesi (più o meno anche qui) porti alla nascita di qualcosa di nuovo e di diverso con:

  • nuove elezioni, ma con nuova legge questa volta ben fatta e con la coperta, giocoforza, tirata non solo da una parte;

e

  • qualche palazzo, che nel frattempo rischia il crollo, quantomeno ben puntellato, magari restaurato.

Lavoro? Assistenza? Di “palazzi” da ristrutturare ce ne sono tanti, addirittura troppi. Basterebbe già sceglierne almeno un paio, e sistemarli, ma per davvero

Questa la situazione. Ed è per questo che anche Draghi si è fatto sentire richiamando, anche lui, al senso di responsabilità.

All’unisono con Mattarella, Draghi invita a non trascurare le possibili conseguenze di un prolungamento dello stallo generatosi dopo il 4 marzo, e quindi lancia un richiamo alla realtà.

Mamma non vuole e babbo nemmeno?

Che dire, ad oggi non s’è mai visto una mamma o un papà che riuscissero, realmente, a frenare quanto natura reclama.
Sempre si è riusciti a trovare l’attimo di distrazione (reale o finta che fosse).
Ecco! E’ ora di far tesoro anche di questo e far si che, parafrasando: come natura crea, M5S+PD conservino.

E questo è. A buon intenditor ……

vivicentro.it/EDITORIALE

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