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Castellammare di Stabia

Al salone dell’auto di Detroit la svolta di Marchionne

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al salone dell’auto di Detroit, l’ad di Fca Sergio Marchionne illustra l’agenda del gruppo: “Con il nuovo piano ci sarà piena occupazione in Italia” e aggiunge che “il debito sarà azzerato già a metà giugno”.

“Fca, con il nuovo piano piena occupazione in Italia”

Marchionne promette: il debito sarà azzerato già a metà giugno

DETROIT – Il suo obiettivo, con il piano industriale 2018-2022 che presenterà il 1° giugno a Balocco, è di garantire la piena occupazione negli stabilimenti italiani anche nel prossimo futuro, azzerando la cassa integrazione già a fine anno. Se questa è la notizia più importante per la provincia tricolore, l’orizzonte che delinea Sergio Marchionne parlando al salone dell’auto di Detroit è di più ampio respiro. Tanto da rilanciare la corsa in Borsa di Fiat Chrysler Automobiles, che pure è da inizio anno che straccia tutti i record. E poi l’auto elettrica: l’ad di Fca annuncia la produzione di una Jeep Wrangler ibrida nel 2020. Del resto, «fra sette anni – assicura – metà delle auto sarà ibrida o elettrica». L’amministratore delegato di Fca non si risparmia, alternando annunci e battute a effetto. Come quando dice che l’obiettivo di azzerare il debito a fine 2018 potrà essere anticipato di sei mesi, vista l’ottima situazione dei conti. «Se ci riusciamo – aggiunge sornione ai giornalisti il manager perennemente col maglioncino nero – il primo giugno a Balocco mi vedrete con la cravatta». Come 14 anni fa quando, il 1° giugno 2004 al Lingotto, si presentò per la prima volta a spiegare come avrebbe rimesso in piedi la Fiat.

Quattordici anni dopo Marchionne può serenamente dire: missione compiuta. Da una Fiat che l’allora socio Gm aveva messo a bilancio a valore «0», lui si appresta a lasciare (a fine anno, anche se resterà fino all’assemblea di bilancio nella primavera del 2019) un insieme di aziende che capitalizza oltre 70 miliardi di euro. La sua politica di estrazione del valore ha portato prima alla separazione di Fiat Auto da Cnh Industrial, poi alla fusione di Fiat con Chrysler con la nascita di Fca, infine allo scorporo di Ferrari. E il 2018, ha confermato ieri, sarà l’anno dello spin off di Magneti Marelli. «Porterò la proposta al consiglio di amministrazione di febbraio», spiega Marchionne, che aggiunge che l’azienda verrà quotata solo a Milano, anche se avrà sede come le altre del gruppo ad Amsterdam, in Olanda. Fca, comunque, ora non ha bisogno di alcun partner. Il discorso fatto ormai tre anni fa sulla necessità di un consolidamento del settore auto per risparmiare sull’enorme uso («abuso», dice Marchionne) di capitale utilizzato, non è più di attualità. Fca ha proseguito per la sua strada. «Siamo arrivati alla pari degli altri. A zero debiti rientriamo nella categoria dei sani. Non abbiamo bisogno di nessuno».

Nessuna trattativa in vista con i cinesi, dunque: a Detroit si presenta una Fca «indipendente», che ieri in Borsa ha aggiornato i massimi storici toccando 19,6 euro. Marchionne conferma i target 2017 (i conti si conosceranno il 25 gennaio) e le previsioni per il 2018. Sulla partita italiana chiarisce: l’impegno è quello di eliminare qualsiasi dubbio sull’attività di Fca nel nostro Paese. «Andrà confermato in maniera ufficiale con il piano. Stiamo cercando di usare gli stabilimenti che abbiamo. Ritengo che il piano che presenteremo a Balocco dovrà per necessità affrontare la conclusione del processo di ristrutturazione industriale in Italia». E ancora: «L’impegno verso l’Italia è definire questo ciclo di sviluppo di Maserati e Alfa Romeo, dobbiamo completarlo. Non possiamo lasciare l’Alfa così com’è: ha due soli modelli, è un valore incompiuto. Nonostante il successo tecnico, i due marchi non hanno ancora un impegno finanziario e commerciale per stabilire un impatto a livello internazionale: questo è un lavoro che bisogna continuare, e hanno bisogno anche di altri prodotti».

Guardando all’Italia, Marchionne non è preoccupato per le elezioni: «L’importante è sapere con certezza chi governa». Quanto alle tasse, l’ad di Fca si definisce scettico su una possibile riforma simile a quella varata negli Stati Uniti. «L’Italia è il terzo Paese più indebitato al mondo, prima di fare un discorso sulle riforme fiscali è meglio vedere se possiamo permettercelo. Serve un’infrastruttura industriale che possa rispondere con rapidità, in Italia non so se c’è». Con la presentazione del piano dovrebbe essere annunciato il successore dell’attuale ad, pescato all’interno del gruppo. «Sarà il consiglio di amministrazione a sceglierlo. E in corsa non c’è alcuna donna», spiega, tagliando così la testa alle illazioni circolate ancora recentemente. Fca inoltre, di fronte a un cash flow ancora positivo, potrebbe favorire un buyback. «Il mercato è cambiato moltissimo. Ritengo sia più intelligente comprare azioni, piuttosto che pagare dividendi». Il tema resta comunque il futuro dell’auto. «O l’industria si reinventa o è a rischio. Fra sette anni metà delle auto sarà ibrida o elettrica».

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vivicentro/Al salone dell’auto di Detroit la svolta di Marchionne
lastampa/“Fca, con il nuovo piano piena occupazione in Italia” TEODORO CHIARELLI – INVIATO A DETROIT

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