Piccoli prestiti, pagamenti via app, trasferimento veloce di denaro e ora anche investimenti in conti deposito. I colossi della rete, da Amazon ad Alibaba fino a Google e Facebook, si fanno largo nel mondo delle banche e della finanza. Il vice direttore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta, avvisa:istituti a rischio se non sapranno innovare.
Alibaba guida la corsa del Fintech, sfida alle banche con 160 miliardi
Le nuove regole Mifid II e Psd apriranno le porte del credito ai colossi del web. Secondo gli analisti, la Cina sarà il bacino più grande al mondo per i prestiti online
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l timore che possano erodere fette di business ai «vecchi» operatori è grande. Secondo le stime di Bankitalia, tra 10 anni il 60% dei profitti che le banche ottengono dalle attività al dettaglio potrebbe essere sparito. Tutti i segmenti sono sotto attacco. Qualche settimana fa PayPal, la piattaforma di pagamenti online (200 milioni di utenti nel mondo), ha acquisito una quota in Raisin, start-up berlinese che gestisce un sito di conti deposito di tutta Europa (Weltsparen.de). È il primo passo dei grandi big della Silicon Valley nel mondo degli investimenti per piccoli risparmiatori. Basta uno smartphone e la scannerizzazione di un documento e il conto è subito aperto e pronto a pagare gli interessi sui risparmi appena depositati.
Anche i prestiti sono nel mirino. Nel 2011 Amazon, il colosso di vendite online (300 milioni di utenti) ha aperto un canale di crediti ai suoi rivenditori più fedeli con il suo Amazon Lending. Per ora il servizio è disponibile solo in Usa, Regno Unito e Giappone. I numeri sono impressionanti: a giugno i finanziamenti erogati erano arrivati a 3 miliardi di dollari, concessi a 20mila piccoli imprenditori. Sui piani futuri di questo nuovo modo di concedere credito Amazon non si esprime. L’ipotesi è che presto possa estendere la proposta anche ad altri Paesi, anche in Europa.
Anche Facebook si è mossa e oggi consente ai suoi utenti Usa di effettuare pagamenti verso i soggetti inclusi nei propri contatti. In più sta perfezionando l’attività di piccoli prestiti e ha chiesto e ottenuto la licenza bancaria in Irlanda che potrà utilizzare anche negli altri Paesi europei.
Intanto un piede in Italia lo ha messo Alibaba. Il gigante cinese delle vendite online ha lanciato il suo AliPay, un servizio di pagamento veloce via app che è destinato principalmente ai commercianti e turisti cinesi in visita in Italia. Per offrire questo servizio, Alibaba ha stretto, in aprile, un accordo con Unicredit. Alipay conta su 450 milioni di utenti in Cina. Alibaba offre, inoltre, servizi di pagamento attraverso la sua controllata Ant Financial cui fa capo un fondo monetario con attivo superiore a 160 miliardi di dollari.
La Cina è il bacino che promette di crescere più in fretta. Secondo gli analisti di Moneyfarm, l’Asia si definirà come il grande hub del FinTech mondiale. «Spesso quando si parla di FinTech si è portati a pensare ai mercati maturi come Usa ed Europa, ma oggi la frontiera è in Asia». Nel 2017 ha raccolto investimenti per 14,8 miliardi di dollari secondo PwC contro gli 8,3 del Nord America e i 2,4 del Regno Unito. «Il FinTech è una sfida nuova per tutto il mondo delle banche e della finanza che dovrà avere il coraggio di innovare di più e di guidare il nuovo corso – afferma Paolo Gianturco, Senior Partner di Deloitte, responsabile FinTech -. I big di Internet hanno un grande vantaggio tecnologico e un’enorme bacino di utenti pronti ad abbracciare ogni novità proposta. Non bisogna però dimenticare che anche le banche possono contare su specificità che sono una risorsa da enfatizzare e difficilmente attaccabile». Per esempio, la capacità di relazione con la clientela o di gestione della complessa regolamentazione. «Non c’è solo la minaccia. Dal FinTech potranno nascere nuovi filoni di business per le banche».
vivicentro.it/ECONOMIA
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