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Salvini bisticcia con Saviano e minaccia: “Valuteremo se togliergli la scorta”

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Salvini bisticcia con Saviano (che lo aveva aspramente criticato) e minaccia di nuovo: “Valuteremo se togliergli la scorta”

Dopo i battibecchi social tra Matteo Salvini e Roberto Saviano, il neo Ministro degli Interni lancia una velata minaccia – via tv – al giornalista famoso per il suo impegno nel contrasto alla criminalità organizzata: “Valuteremo se togliergli la scorta. Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero.
Valuteranno come si spendono i soldi degli italiani. Gli mando un bacione, mi provoca tenerezza e affetto“, queste le dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini ad Agorà su Rai Tre.
Sulla questione ius soli posta da Saviano, Salvini ha detto: “Siamo il Paese europeo che sta dando più cittadinanze in assoluto, ma Saviano lo ignora. Allargare ulteriormente la concessione di cittadinanze sarebbe il caos“.
Dichiarazioni, queste di Salvini, a cui però è doveroso far seguire un debunking, dato che l’Italia secondo i dati sarebbe terza, dopo Germania e Svezia nella classifica citata dal ministro.
Salvini non è nuovo in questa minaccia, a dire il vero. Già in passato aveva risposto alle critiche del giornalista promettendogli “ritorsioni”.
Le scorte non assegnano né si tolgono in tv” osserva il predecessore dem Marco Minniti: “Questi dispositivi di sicurezza per la tutela e la protezione delle persone esposte a particolari situazioni di rischio seguono delle procedure rigorose e trasparenti, che coinvolgono vari livelli istituzionali, e sono state rafforzate dopo l’omicidio Biagi“.
Non sono dunque discrezionali. Non dipendono cioè dalle simpatie o antipatie dell’organo politico. Ma vengono decisi dall’Ucis (Ufficio centrale interforze per la Sicurezza personale) che è sì un’articolazione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza ma è collegiale e vincolato a criteri precisi.

Minacce inaccettabili per un uomo che ha contribuito a far luce su un sistema criminale pervasivo e pericoloso” attacca il vicepresidente della Camera ed ex capogruppo pd Ettore Rosato. “Salvini continua ad interpretare il ruolo di ministro in modo arrogante e per le sue campagne personali. La scorta a Saviano, come lui stesso raccontó, non è una concessione ma la protezione che lo Stato deve garantire a chi minacciato per avere combattuto mafia e camorra“.


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