Siamo all’apoteosi dell’involuzione e della barbarie. E non si vedono né segni, né simboli di riscatto civile e culturale, ma solo complicità e silenzi .
Siamo all’apoteosi: se gli uni fetano e gli altri puzzano che fare? Fujrsene o Ribellarsi!
span style="color: #202124;">Oggi, a 26 anni dal crollo della DC (26 luglio del 1993), giorno e data che, in pratica, segnarono anche la morte effettiva non solo della prima Repubblica ma, in toto, della Politica e quindi anche della “Repubblica” stessa, mi ritrovo con tanta nostalgia non dei tempi che furono in toto, perché anche allora di cose che non andavano per il verso giusto ce n’erano, e tante, ma non tutte come invece è oggi.
Un oggi che nasce da 26 anni durante i quali abbiamo assistito ad una involuzione degli italiani e ad un loro imbarbarimento ben identificato dalla classe politica che, da allora in poi, è andata affermandosi ponendosi alla guida della nave Italia senza avere nessuna nozione, nemmeno da mozzo di bordo. Ed oggi, oggi che l’ormai famosa nuttata di Edurdo dovrebbe essere passata, non vedo svettare ne politica ne politici e quindi non vedo né segni, né simboli di riscatto civile, culturale, morale ed economica per questa nostra sempre più martoriata e mortificata nazione.
Vedo solo complicità e colpevoli silenzi in una gara al “Prima io”. E perchè? Perchè io so peggio di te!
Antonio Gramsci ebbe a dire:
“L’Italia è il paese dove si è sempre verificato questo fenomeno curioso: gli uomini politici, arrivando al potere, hanno immediatamente rinnegato le idee e i programmi d’azione propugnati da semplici cittadini”
e questa genia politica giunta ultimamente al potere è la “miglior riprova” che lo stesso avrebbe potuto additare a conferma del suo pensiero.
E la cosa è frustrante anzi, dopo 26 anni di caduta libera durante i quali mi è sembrato di riascoltare la barzellatta di quello che, cadendo da un grattacielo, continuava a ripetersi: per ora tutto bene, per ora tutto bene …. splash, è ormai urticante tanto più che, ovunque si volti lo sguardo e si tendono le orecchie, non è che si sentono suoni diversi. Ed anche ad annusare in giro, se politica, società ed umanità si potessero così percepire, si “sentirebbe” appunto solo fetore, alla meglio puzza perché, come ho titolato: “se gli uni fetano, gli altri puzzano”, classificando come “uni” gli attuali “governanti” e come “altri” l’opposizione in toto visto che si può percorrere tutto l’arco costituzionale, a 360° (e oltre se fosse possibile), senza riuscire a sentire, non dico qualche profumino di qualsiasi genere o natura, ma quantomeno quello dell’aria fresca e pulita.
Gli italiani, ormai, stanno diventando un popolo sempre più infingardo, ignavio, rissoso e, alla fin fine, anche più ignorante tanto che forse necessiterà trovare un nuovo maestro Manzi che, oltre a tornare ad “alfabetizzare” gli italiani, torni ad insegnare loro anche “la vita” come solo lui seppe fare, per ben 8 anni (anni ormai buttati nella pattumiera), nell’ancor più lontano 1960.
Ma di maestri Alberto Manzi in giro non se ne vede nemmeno l’ombra ed anche se ci fosse, oggi come oggi, sarebbe messo a tacere, etichettato – a seconda dei casi – come comunista o fascista e, andando bene, invitato a candidarsi, farsi eleggere e poi magari, chissà, può darsi, provare a lavare la testa all’asino dato che, alla fin fine, oggi come oggi, l’impresa è molto simile a tale operazione.
All’epoca del maestro Manzi infatti (e quindi anche della DC e della Prima Repubblica in tutte le sue “fulgidi” espressioni, se paragonate a quelle odierne), il POPOLO non feteva o puzzava come quello odierno. Odorava di umanità e di desiderio di crescere, migliorarsi ….. imparare finanche, finalmente, a leggere e scrivere. Imparare, insomma, a vivere veramente, e in proprio, senza più dover credere o affidarsi a chi magari avrebbe detto: “ghe pensi mì” o “c’ penz io”, ed invece …..
Momenti ed elevazione umana ormai passata e corsa via con il semplice azionamento di uno sciacquone gevernativo perfezionato e potenziato con l’ultimo modello GialloVerde confermando così anche un’altro aforisma che risale addirittura al IV Secolo AC, quando Aristotele ebbe a dire: “Ogni popolo ha il governo che si merita”. E diversamente non potrebbe essere visto che i Governanti sono eletti dal “popolo”, scelti tra altri del “popolo”, e di esso sono quindi espressione e fotografia.
Questa, purtroppo, è la penosa situazione nella quale ci troviamo a navigare con vele rotte , gomene tranciate e timone che proprio tanto bene non sta. E che la nave sia stata asservita a gente che il mare, al massimo, l’ha visto solo in foto o magari in vacanza, è cosa molto ma molto stupida, anzi: pericolosa.
Basta guardarsi in giro, aprire una radio, una TV, un giornale, finanche una pagina di qualsiasi social, per vedere e capire come ci siamo ridotti e dove stiamo andando a sbattere:
Comunque ci si informi! Semmai lo si facesse, visto che mi sa che la stragrande maggioranza nemmeno lo fa e non vuol farlo anche perché ne ha perso gusto, capacità e abitudine, non si potrebbe non notare quanto “fetano” gli UNI visto che, senza alcuna remora, ne vergogna, sono lì a dire tutto ed il contrario di tutto, a dirsene anche di tutto ma poi, immancabilmente, se ne vengono fuori con una foto con didascalia che recita: tranquilli, noi andiamo avanti. Noi abbiamo avanti un bel programma: è lungo e duro, e durerà a lungo; e qui scatta l’applauso di tante donne ed anche di tanti uomini che vogliono dare a vedere che anche loro hanno lo stesso “programma”.
In realtà, tra loro, si fanno un’opposizione come altri nemmeno sanno immaginare. Ma tutto va bene e sono applausi e crescita nei consensi anche se, in realtà il tutto è l’antichissimo: Tutto in ordine, ma niente è a posto!
È appena dell’altro giorno la penosa sceneggiata alla Camera e al Senato (ormai “turca” l’una, “tazza” l’altro, ma entrambi con un potente sciacquone che poi tutto porta via e “pulisce”; ma la puzza resta) dove si è visto di tutto fino ad arrivare, al Senato, a vedere un Presidente del Consiglio spingersi a parlare al posto di un ministro Svicolone e lo fa in un’a,ula svuotata dalla parte Gialla del governo (dei quali, a quanto sempre venduto, sarebbe espressione. Ergo: tu quote Bruto ….) e mentre l’altro, il Caporale Svicolone, dice che se ne frega e dell’argomente e del relatore. Ma poi, ripeto, oggi foto rassicurante con la solita didascalia.
Tutto qui? Ma proprio per niente!
Se qualcuno sperasse e confidasse nell’opposizione (non in quella interna tra i gialloverde, che comunque esiste e visibile) tenga in mente Dante quando recita: lasciate ogni speranza….
L’opposizione, in pratica, NON ESISTE e, Petrolinamente parlando, per me è ancora più colpevole e biasimevole degli UNI perché questi fanno, e mostrano, il loro essere per cui altro non è che ci si può aspettare. Ma loro? Loro, gli altri, puzzano anch’essi visto che, alla fin fine, in copia conforme (peraltro anche sbiadita), non fanno che litigare tra di loro e, se e quando fanno qualcosa, alla fin fine fanno, la fanno appoggiando ora l’uno, ora l’altro degli UNI che fetano.
Anche qui infatti è un continuo contrapporsi tra loro molto più intensamente che con gli UNI, e per questo basta rapportarsi – ad esempio – agli ultimi eventi che hanno visto il PD giungere a litigare al suo interno, persino sulla mozione di sfiducia ad personam annunciata versus Salvini e finalmente depositata ieri al Senato.
Incredibile? NO! Purtroppo è vero. L’opportunità di presentarla o meno ha visto, infatti, un inteso batti e ribatti sviluppatosi, in precedenza, tra Renzi, Zingaretti e Calenda.
Caporal Salvini, chiaramente, l’ha subito etichettata come “aria fritta” e si è gonfiato ancora un tantino in più visto che, nel frattempo, dopo la mietitura sulla TAV, ha vuto un ennesimo cadeau dai maitre pentastellati che gli hanno servito, alla Camera dei Deputati, il voto contrario alla mozione del Pd che impegnava il Governo a favorire lo sgombero dello stabile occupato da Casa Pound.
Ed ora ditemi che GLI UNI non fetano e GLI ALTRI non puzzano.
Che fare? Non sta certo a me dirlo ne, alla fin fine, ho voglia di perdere tempo a dirlo provando anch’io a lavare la testa all’asino. Di sicuro però posso annotare che ormai “siamo oltre”.
OLTRE la speranza di Eduardo quando recitò “adda passa a nuttata” perché, nel contesto in cui la pronunciò, c’era la premessa di una medicina trovata e data per cui, quel “adda passa a nuttata” apriva alla speranza partendo da una ragionevole aspettabile guarigione. OLTRE ogni possibile aspettativa che, anch’oggi, la “nottata” passi e ci porti, in salute, a nuovi e diversi giorni.
Ed allora che fare?
Ricordare ancora Eduardo quando, con l’amarezza, la delusione e la rabbia che gli ardeva nell’anima ebbe a dire “Fujtevenne” (scappate/andatevene) e quindi “Fujrsene”. Oppure ricordare Cesare quando esortò i suoi a non demordere, a non vedere solo la disfatta del momento e ad essa abbandonarsi, ma ricordarsi delle tante precedenti battaglie vinte solo osando scendere in campo per farsi valere (De Bello Civili, liber III – 73). O ancora, in alternativa e riportandosi a tempi relativamente più recenti, a Masaniello, che non si limitò a dire, e questo è per “Gigino”: abbiamo abolito la povertà, ma scese in campo e guidò il popoli contro le vessazioni dell’epoca.
Altro non aggiungo ne ritengo, ripeto, che valga la pena dire. La summa del tutto sta in:
“Mala tempora currunt, sed peiora parantur” per cui le strade percorribili sono solo due: fuirsene o combattere.
A ciascuno la propria scelta . Da parte mia, per conciliare il vostro pensiero, ricorro ancora a Battiato che possono mettere come sottofondo al loro pensare confidando che faccia da stimolatore e conciliatore:
NOTA FINALE:
- Intanto ieri un Carabiniere è morto accoltellato, e questo fa parte dell’ordine pubblico e delle forze pubbliche che mancano.
- Sempre ieri, almeno 180 morti in mare e non si sà quant’altri dispersi
Che dire: Grazie Salvini, e grazie anche a Di Maio.
Continuate pure con le vs dirette, magari ormai da qualche spiaggia o luogo in montagna, e continuate a giocare alla battaglia navale e altre amenità del genere. Tranquilli, gli italiani attuali, come da voi stessi definiti, sono troppo distratti, o ignavi, per darvi fastidio. Per ora.
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