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Castellammare di Stabia

OMS, Parlamento Europeo e Italia: novità sulla Cannabis Terapeutica

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L’OMS raccomanda all’ ONU di togliere la Cannabis dalla lista delle sostanze pericolose e di favorirne l’uso medico, il Parlamento Europeo si esprimerà sull’uso terapeutico e in Italia è iniziato il percorso di collaborazione con le aziende private per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceutica di infiorescenze di cannabis

L‘Organizzazione Mondiale della Sanità ,per la prima volta da quando la cannabis è stata inclusa nella Convenzione unica sugli stupefacenti, ha valutato ufficialmente tutte le prove disponibili e sta emettendo raccomandazioni scientifiche sul valore terapeutico e sui danni correlati alla cannabis. Il risultato molto positivo riconosce chiaramente le applicazioni mediche di cannabis e cannabinoidi, li reintegra nella farmacopea, e di fatto cancella la posizione dell’OMS mantenuta fino dal 1954 secondo cui “dovrebbero esserci sforzi verso l’abolizione della cannabis da tutte le pratiche mediche legittime” chiedendo invece di favorirne l ‘uso terapeuico.
Un passo avanti per il riconoscimento di questa pianta come “farmaco” ora la palla passa all’ ONU che dovra afforntare questa tematica in tutte le nazioni.
Mentre l’Oms ha raccomandato di riclassificare la cannabis e favorire l’uso terapeutico ,il Parlamento Europeo dovrà esprimersi questa settimana su una risoluzione per promuovere a livello europeo una ricerca scientifica di qualità sugli usi terapeutici della cannabis.
Il testo è stato presentato,a nome della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, dai deputati europei Dubravka Šuica (PPE, Croazia), Guillaume Balas (SD, Francia), Urszula Krupa (ECR, Polonia), Catherine Bearder (Alde, Regno Unito), Estefanía Torres Martínez (GUE/NGL, Spagna), Martin Häusling (Verdi, Germania), Piernicola Pedicini (EFDD, Italia)
I deputati martedì interrogheranno la Commissione su come l’UE potrebbe sostenere una ricerca scientifica di qualità sui farmaci a base di cannabis e stabilire degli standard per la cannabis medica non farmaceutica per garantire la sicurezza dei consumatori.
I deputati che hanno presentato l’interrogazione ritengono che vi siano prove sostanziali del fatto che la cannabis e i cannabinoidi abbiano effetti terapeutici: trattano il dolore cronico negli adulti, agiscono come antiemetici nel trattamento della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia e alleviano i sintomi di spasticità da sclerosi multipla.
Nel progetto di risoluzione che sarà invece votato mercoledì 13 febbraio si sottolinea la necessità, da parte della Commissione e delle autorità nazionali, di operare una chiara distinzione tra la cannabis medica e altri usi della sostanza. Nel testo, si invitano inoltre la Commissione e gli Stati membri ad affrontare gli ostacoli normativi che gravano sulla ricerca scientifica, a finanziare adeguatamente la ricerca e a promuovere una maggiore conoscenza della cannabis medica tra i professionisti del settore medico.
In Italia invece il il sottosegretario alla Difesa, Angelo Tofalo, in IV commissione della Camera rispondendo ad una interrogazione del M5s, presentata dal presidente della commissione Agricoltura Filippo Gallinella, sul potenziamento dello Stabilimento Chimico Farmaceutico di Firenze per garantire l’autosufficienza italiana nella produzione di cannabis terapeutica: “Tenuto conto che con gli stanziamenti previsti dall’articolo 18 quater della legge 172 del 2017 non sarà possibile, in ogni caso, coprire tutto il fabbisogno nazionale – che risulta in progressiva crescita in ragione della maggiore consapevolezza della comunità medica – si stanno valutando ipotesi di partenariati pubblico-privati che possano portare a un incremento della produzione e al mantenimento degli attuali livelli di qualità”.
“Il fabbisogno stimato in Italia nel 2019 supererà, ragionevolmente, i 700 chilogrammi, mentre la produzione statale potrà raggiungere una capacità produttiva di oltre 300 chilogrammi/anno entro la fine di quell’anno. Questo significa che nel 2019 vi sarà ancora l’esigenza di acquisire una considerevole parte del fabbisogno attraverso il canale dell’importazione e che nel 2020 il fabbisogno potrebbe superare addirittura i 1.000 chilogrammi annui”.
“Ritenendo di dover agire per tempo, è iniziato il percorso di collaborazione con le aziende private in possesso dei requisiti per incrementare la coltivazione e la produzione farmaceutica di infiorescenze di cannabis a scopo terapeutico”, ha aggiunto il sottosegretario, ricordando che il ministro della Salute, in una riunione dello scorso 20 settembre, “ha già chiesto alle Regioni di migliorare e standardizzare le modalità di valutazione del fabbisogno, in modo da evitare, come purtroppo è successo in passato, scostamenti tra le esigenze rappresentate e quelle effettivamente registrate”. In tutto lo Stabilimento chimico farmaceutico manterrà il controllo e il ruolo di garanzia di qualità. “Al fine di salvaguardare il know how dell’Istituto farmaceutico, gli eventuali accordi da stipulare per consentire, solo se necessario, l’avvio di tale partnership, dovranno prevedere apposite clausole di riservatezza, tese ad evitare l’acquisizione e il possibile sfruttamento da parte del privato, del know how e dei prodotti sviluppati”. Tofalo auspica inoltre che”l’Istituto possa essere messo in condizione, già entro il breve e medio periodo, di soddisfare il fabbisogno italiano e di diventare anzi a sua volta esportatore di cannabis medica, generando anche nuovi posti di lavoro nel nostro Paese”.
Lo Stabilimento, ha poi concluso il sottosegretario, potrà continuare ad importare cannabis ad uso medico, tant’é che è stata bandita una gara per la fornitura.

S

anta Sarta


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