Lo sciopero è per la mancata revisione della precedente legge Orlando (governi Renzi-Gentiloni) che tratta da “braccianti” i Giudici di Pace.
Ci siamo già occupati altre volte della categoria dei Giudici di Pace e Magistrati onorari (G.D.P. – G.O.T. – V.P.O.) come anche della loro legittima protesta “Continua la battaglia dei Giudici onorari di pace (G.o.p.)”, “Giudici di Pace di nuovo in sciopero dal 12 gennaio al 9 febbraio 2019. Una categoria marginalizzata” e “Giudici di Pace, finito lo sciopero. Attendono una convocazione del tavolo tecnico” con la quale da anni chiedono un inquadramento lavorativo e previdenziale che rispetti il loro ruolo sostanziale di Giudici analogo a quelli togati invece di essere trattati come “braccianti della Giustizia”.
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ualche mese addietro erano scesi nuovamente in sciopero “Giudici di Pace dal 6 maggio in sciopero. Una categoria penalizzata. La Giustizia italiana si conferma intanto tra le ultime in Europa” senza che, evidentemente, siano state ancora accolte le loro richieste se si vedono nuovamente costretti a ripetere la protesta.
Dunque, i rami centrali della protesta restano gli stessi, ovvero la terzietà del giudice di pace e le garanzie di indipendenza della magistratura onoraria.
Sul punto due associazioni, la A.N.G.d.P. e UNAGIPA, scrivono che “La proclamazione si è resa necessaria per evidenziare il passo indietro fatto dal Ministro della Giustizia nello schema di riforma della magistratura onoraria approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 20 maggio. Il settore giustizia, se reso efficiente, potrebbe avere vantaggi sull’economia almeno dell’1% del PIL, così come hanno accertato studi della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea. La proclamazione è stata inviata anche alla Commissione Europea al fine di informarla, evidenziando che il DDL approvato non contiene alcuna disposizione inerente al diritto comunitario e del rispetto del principio di non discriminazione sancito nella Carta Sociale Europea. Ci risulta dagli atti governativi che è stata aperta una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia proprio per il mancato accoglimento dei principi comunitari nei confronti della magistratura onoraria”.
Pertanto i Giudici di pace e Magistrati Onorari ritornano a scioperare astenendosi dalle udienze dall’8 al 12 luglio. Saranno rinviati circa 500.000 procedimenti in Italia.
Anche gli Avvocati penalisti si asterranno dalle udienze martedì 9 luglio per la “critica situazione carceraria e la mancanza di efficaci misure legislative e amministrative volte a risolvere l’estrema vulnerabilità in cui i detenuti scontano la pena».
Riguardo al più complessivo pianeta Giustizia il Ministro Alfonso Bonafede ha scritto sulla propria pagina Facebbok “Entro 10 giorni conto di portare la riforma del processo civile, di quello penale e del Csm al consiglio dei ministri. Si tratta di testi scritti dopo una lunga e serrata interlocuzione con avvocati e magistrati, questi ultimi rappresentati al tavolo proprio da Anm, nella persona dell’allora Presidente Francesco Minisci. Non è colpa mia se l’Anm, per accontentare tutte le correnti, è arrivata al punto di prevedere la rotazione del presidente. C’è di più. Ho già incontrato il nuovo Presidente Poniz subito dopo la sua elezione e questa settimana incontrerò nuovamente sia Anm che avvocati. Ora, le riforme potranno piacere o non piacere ma parlare di mancanza di interlocuzione è totalmente fuori luogo, oltre a dimostrare evidentemente che si vuol partire con il piede sbagliato. Anche questa settimana, come in ogni altra occasione che c’è stata, dialogherò con l’Anm anche sulla parte di riforma riguardante Csm e magistratura. Ed è chiaro che il dialogo seguirà anche durante il percorso parlamentare. Come è sempre stato da quando sono Guardasigilli. Tanto premesso, deve essere chiaro che non c’è tempo da perdere. È finito il tempo dei gattopardi e di chi intende fare melina. La necessità di una reazione tempestiva è sotto gli occhi di tutti, di tutti tranne evidentemente di quelli dell’Anm. Sono certo che la necessità di voltare pagina sia sentita prima di tutto dalla stragrande maggioranza di magistrati che amano la giustizia e che in questi anni hanno subito quelle dinamiche correntizie che hanno contaminato il Csm e macchiato l’immagine di una delle magistrature migliori al Mondo. Parlare di “altri tempi” e di rischio di riforme “eccentriche” vuol dire non rendersi conto di quello è successo e del fatto che, fin dall’inizio mi sono mosso avendo a cuore la giustizia e la compattezza delle istituzioni. Aggiungo che non c’è niente di contingente in quello che stiamo facendo: basta leggere il contratto di governo. Perché tutti sapevano che le correnti stavano divorando l’immagine della magistratura, tutti tranne l’Anm che, al netto delle parole, continuava ad accettare un sistema eticamente inaccettabile”.
Adduso Sebastiano
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