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e date dello scontro annunciato tra Commissione Europea Italia sono ben cerchiate in rosso. All’inizio della prossima settimana, lunedì, la scadenza dell’ultimatum a Roma affinché fornisca spiegazioni convincenti sulla deviazione senza precedenti rispetto alle regole del patto di stabilità. Martedì la riunione della commissione europea che, con ogni probabilità, leggeranno una risposta densa di spiegazioni, ma povera di correzioni effettive. A quel punto a Bruxelles accelererà forte anche l’isolamento italiano tra i governi europei visto che l’esecutivo giallo verde, sulla finanziaria – e non solo -, è sempre più senza sponde.
Ieri è stata la giornata della tregua con la dichiarazione di Moscovici che ha lasciato Roma con una scelta di dialogo: “la questione è delicata – afferma – non abbiamo interesse a creare ulteriori tensioni. La palla è nel campo delle autorità italiane”. Un messaggio, quindi, fatto con intento tranquillizzante anche alla luce della conclusione: “non c’è un timore di rischio contagio Italia. Col dialogo costruttivo gli operatori economici saranno assicurati”
Fonti di palazzo Chigi, a margine dei lavori dell’Asem a Bruxelles, hanno assicurato che il governo risponderà nei tempi previsti alla lettera inviata al ministro del Tesoro. “Nessuna decisione sul bilancio italiano è stata presa – assicura da Roma il commissario europeo, Pierre Moscovici – ma sarà molto importante quello che Tria scriverà nella sua lettera di risposta”, chiarisce.
Questo l’antefatto che ci condurrà al giorno in cui si riunirà, a Strasburgo, il collegio dei commissari. Lunedì è la deadline fissata per l’Italia, il giorno successivo, martedì 23 ottobre, i commissari, a margine della seduta plenaria del Parlamento, discuteranno del ‘dossier Italia’.
Se nella sua risposta Tria non indicherà la volontà del governo di fare marcia indietro, entro martedì 30 ottobre la Commissione potrebbe annunciare la bocciatura della manovra, pubblicando una “opinione” negativa e la richiesta di presentare una “versione rivista”.
Se si giungesse, come si prevede e teme, a queso, per il governo italiano sarebbe una batosta ma rappresenterebbe anche una seconda opportunità per riallinearsi alle regole europee, in particolare sugli obiettivi di deficit nominale e strutturale. A quel punto, sempre se il DUO la smettesse di pensare alle piazze, alle dirette FB e al far uso della bocca perché hanno sentito dire che serve per parlare per cui ne fanno ampio (ab)uso, il governo avrebbe tre settimane per inviare un nuovo documento programmatico di bilancio sul quale, a sua volta, la Commissione si dovrà (ri)esprimere “quanto prima”. Se invece il governo decidesse di mantenere invariati i saldi della manovra, in quell’occasione l’esecutivo comunitario potrebbe scegliere la strada dell’apertura di una procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito.
Il 5 e 6 novembre a Bruxelles sono previste le riunioni di Eurogruppo e Ecofin: formalmente il tema del bilancio italiano, e più in generale dei paesi che hanno ricevuto o riceveranno in queste ore le lettere di chiarimento da parte della Commissione, non dovrebbe essere in agenda. Ma è evidente che la questione sarà discussa dai ministri delle Finanze dell’Eurozona e della Ue. La lettera del vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, e del commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, è chiara: la versione attuale della manovra sembra indicare “una inosservanza particolarmente grave degli obblighi di politica finanziaria definiti nel Patto di Stabilità e Crescita”.
La minaccia di procedura è inclusa implicitamente nel testo, quando afferma che “le conclusioni dell’ultimo rapporto 126/3 (sul debito) potrebbero necessitare una revisione”. Se in queste settimane palazzo Berlaymont manderà le sue indicazioni, toccherà poi ai ministri delle Finanze dell’Eurogruppo e dell’Ecofin confermare le decisioni della Commissione, con ogni probabilità nelle riunioni del 3 dicembre e 4 dicembre.
E si continua con il nostro: io speriamo che me la cavo
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