Amelia Ciarnella: I sogni

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I sogni, di Amelia Ciarnella è uno dei racconti della maestra in pensione che collabora con il nostro giornale.

I sogni

I sogni non sono soltanto quelli che si fanno inconsapevolmente
dormendo di notte: a volte piacevoli, altre addirittura terrorizzanti!
Ve ne sono ben altri che si possono fare di giorno ad occhi aperti pensando!
E sono i desideri, le aspirazioni, i progetti che ognuno ha nella mente,
nell’animo e nel cuore.
Chi li ha li sogna di continuo, sperando di realizzarli in tempo utile per poterli godere durante il corso della vita.
Chi ci riuscirà sarà fortunato!
Tutta la vita è piena di sogni, di illusioni, delusioni, vittorie, soddisfazioni e, purtroppo, anche sconfitte.
Ed è tutto temporaneo.
Vale a dire che tutto dipende dagli anni validi e vitali, di cui si potrà disporre.
Mai uguali per tutti.
Ognuno ha il suo tempo.
Tutto dipende dalla perfetta salute ed energia della persona.
E finché l’avrà produrrà e procederà.
Ma arrivati ad una certa età, i sogni diventano come i fiori, che durano fino a
che sono freschi e belli, poi pian pianino cominciano ad ingiallire, ad arrotolare le foglie esterne, perdendo buona parte del colore originale.
Infine indeboliti e inariditi, alla prima ventata si staccano dal ramo e finiscono per terra.
La stessa cosa succede alle persone.
Quando si è giovani forti, pieni di idee, si vive e si gode la vita, sognando di tutto e di più.
Ma il tempo passa inesorabile e veloce, le energie diminuiscono e insieme anche i sogni.
Poi, arrivati a fine vita, tutto si fermerà là.
Ed è tutto regolare e normale, poiché la vita è fatta così per tutti.
Un amico di mio padre qualche giorno prima di andare in pensione gli disse: “Antò, non credevo che sarei morto così povero!”
Aveva sognato e sperato tutta una vita poverino, pensando di fare fortuna in qualche modo, magari facendo un tredici al totocalcio!
Come succedeva raramente a qualche fortunato!
Invece era arrivato all’età pensionabile senza riuscire a realizzarne nemmeno uno dei suoi sogni!
Ha dovuto smettere di “sognare” e pensare alla solita pensione che permette le spese indispensabili e qualche rara gita ai castelli romani, se si vive a Roma!
E per la maggior parte delle persone succede proprio questo.
Purtroppo i sogni, se si chiamano così, vuol dire che sono difficili da raggiungere e realizzare, apposta si chiamano sogni!
Nei tempi passati, quando prevaleva solo l’amore per la campagna, la gente, non vedendo nulla, non poteva nemmeno desiderare e sognare nulla.
Soltanto dopo la seconda guerra mondiale i ragazzi dei paesi, oltre alle tante altre novità, cominciarono a conoscere i primi locali notturni e per loro, il sogno diventò realtà!
Le ragazze invece anche se amavano ballare più dei maschi, non avevano la libertà di oggi. Nessun genitore avrebbe acconsentito a mandare una figlia di notte a ballare in un locale notturno.
Perciò per le ragazze dei paesi di allora, andare a ballare di notte in un locale notturno, rimase sempre un sogno!
Una sera un giovane studente, insieme ad un gruppo di amici, si recò a ballare in uno di questi locali e là dentro rimase affascinato dalla grazia e dalla bellezza di una fanciulla rimanendone letteralmente “ipnotizzato”.
L’attrazione però fu così repentina e reciproca: un vero colpo di fulmine, che prese entrambi, tanto da ballare insieme l’intera serata, ignorando completamente tutto ciò che li circondava!
Giunta la mezzanotte, la ragazza aveva chiesto di essere accompagnata a casa, non potendosi trattenere oltre.
Erano quindi usciti dal locale dirigendosi a piedi verso il luogo indicato dalla ragazza.
La serata era alquanto fresca e il giovane si era tolta la giacca poggiandola sulle spalle di lei, ripromettendosi di riprendersela il giorno successivo, quando si sarebbero rivisti.
Si fermarono nelle vicinanze di un cimitero.
La ragazza aveva espresso il desiderio di essere lasciata là, poiché non voleva farsi vedere rientrare in un’ora così tarda.
Si erano quindi lasciati con la promessa di ritrovarsi il giorno dopo allo stesso posto.
Ma il giovane tornato a casa non era riuscito a chiudere occhio, ripensando a quella bella e strana ragazza che tanto lo aveva affascinato e non potendo frenare la sua impazienza, l’indomani mattina era tornato nel posto dove l’aveva lasciata, sperando in cuor suo di scoprire per lo meno dove abitasse.
Ma arrivato là, non aveva notato altre case all’infuori del cimitero.
Quelle più vicine erano ubicate ad un paio di chilometri da lì.
Per cui preso da uno strano disagio e come spinto da una forza invisibile, si era ritrovato a camminare fra le tombe del cimitero, cercando qualcosa che non trovava, ma che poi trovò. Era infatti giunto senza accorgersene, davanti alla tomba della ragazza, che lo guardava sorridendo, attraverso la fotografia attaccata sul marmo.
La sua giacca era piegata con cura sulla tomba di lei e il suo viso giovane e fresco
sembrava dirgli sorridendo: “Grazie per avermi fatto trascorrere ancora un’ultima e splendida serata sulla terra!”
Questo fatto ovviamente non è né inventato, né esagerato e fece molto scalpore nei tempi in cui accadde.
Quel povero ragazzo ne rimase talmente scioccato e impressionato che fu preso da una grave crisi.
Fu necessario l’intervento di alcuni specialisti e preti, per poterlo calmare e tranquillizzare.
Ma non fu né facile né breve.
Tutti siamo portati quasi sempre a non credere a storie di questo genere e si rimane disorientati quando ci sono “prove” così inoppugnabili, come la giacca ritrovata piegata con cura sulla tomba della ragazza.
In tal caso non si può fare altro che credere!
Quella giovanissima ragazza morta all’improvviso, forse aveva ancora dentro di sé quella grande voglia di andare a ballare in un locale notturno, ma non avendo potuto realizzare in vita, quel suo grande sogno, non sarebbe riuscita a riposare in pace.
Così, per qualche rara forza della natura, sarà tornata sulla terra una sola notte e, soddisfatto quel suo desiderio, sarà “risalita” serena e felice, a riposarsi nell’aldilà, per tutta un’eternità.
Sarà così? – Chissà!!!

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