18.9 C
Castellammare di Stabia

Amelia Ciarnella 1.3: Parole, frasi ed espressioni che più mi hanno divertito nella scuola materna

LEGGI ANCHE

Parole, frasi ed espressioni che più mi hanno divertito nella scuola materna – di Amelia Ciarnella è il terzo racconto della maestra in pensione che, con una rubrica fissa, collabora con il nostro giornale.
Se non avete letto altri racconti, li potete trovare aprendo il seguente link.

Questo il terzo di quattro racconti:

Amelia Ciarnella 1.3: Parole, frasi ed espressioni che più mi hanno divertito nella scuola materna

P o m p e a

Amelia Ciarnella - cartina-da-CaritasPompea, una bimba gemella di quattro anni, iscritta nella sezione accanto alla mia, ricercatissima nel parlare e molto, molto intelligente, mi sta raccontando la storia di Gioppino il diavolino che la sua mamma le ha letto e a lei è piaciuta tanto.

Mentre mi illustra la favola con parole eccezionalmente sofisticate per una bimba della sua età, la sua maestra (che non gode evidentemente della simpatia della bambina), si avvicina per ascoltare cosa dice Pompea, ma la bimba un pò contrariata per questa intrusione, si volta e con un dito alzato sul viso della sua maestra le dice: “tu sei una maestra che io non preferisco!!”.

Francesco e Angelo

Due bambini conversano fra di loro (quattro anni entrambi).

Francesco dice: “mannaggia, mamma non mi compra mai le scarpe da ginnastica, tengo sempre sti scarponi!” – Risponde Angelo, un bambino molto sveglio e assai simpatico: “nemmeno a me mi comprano mai le scarpe da ginnastica, qualche volta acchiappo la bicicletta e me ne scappo a Milano!!”.

M a r i a n n a

Dico a tutti i bambini: al bagno ci si va uno per volta perché se andate in due vi fermate a giocare con l’acqua e vi bagnate. – Marianna, quattro anni, mi si avvicina con aria furbetta e adulatrice, poi mi fa allargando le braccia: “maestra, tu sei la più buona, la più brava maestra, però mi mandi al bagno con Giuseppina? – solo una volta eh?”.

F i l i p p o

Filippo è un bambino che si è trasferito da Roma nella nostra scuola da poco tempo.

Oggi mentre giocava con le costruzioni e dopo aver tentato inutilmente di farsi dare una ruota dai suoi compagni, con la quale voleva completare la sua automobile, si è alzato dal suo posto un pò’ contrariato, ma senza dimostrarlo troppo e mentre si dirigeva verso un altro gruppo di amici ha detto: “E che me frega, tanto quello è un gioco di bambini piccoli e io non voglio più essere bambino piccolo come voi!”.

V a l e n t i n o

È la fine di maggio.

Valentino, un bimbo di tre anni che disegna meravigliosamente bene, mi ha consegnato un disegno sulla primavera raffigurante tre bellissimi alberi pieni di foglie e fiori coloratissimi, tre nuvole azzurre, un bel sole sorridente e giallo e poi tantissime rondini svolazzanti e nere.

“Ma che bel disegno hai fatto Valentino”, dico, “manca solo un bel prato verde sotto gli alberi. Da bravo, vai a disegnarlo, così è più bello!”“No, mi ha risposto Valentino, perché fa freddo!”

A l e s s a n d r o

I bambini ascoltano sempre i grandi e li imitano in tutto. Perciò attenti!

Alessandro, tre anni appena compiuti, sta cercando di montare a modo suo, un’automobile con le costruzioni.

Ha quasi finito di completare l’opera, quando gli sfugge di mano il tutto e finisce per terra in mille pezzi.

Il bambino contrariato per questo improvviso incidente, alzando tutte e due le braccia per aria esclama: “oh cazzo!”“Alessandro” dico io, “ma da chi le senti queste parole? Lo sai che non si possono dire?”

E il bambino tranquillo: “lo dice sempre lo zio Nicola quando gli cade il martello per terra”.

M a r c o

Marco è un bambino di tre anni, un pò’ troppo viziato dai suoi familiari, che frequenta per la prima volta la scuola materna.

La mamma dice che a casa non mangia niente e la fa disperare.

Dopo qualche giorno informiamo la madre che Marco a mensa mangia tutto e senza essere imboccato.

La zia che è venuta a prenderlo, più meravigliata della madre, dice al bambino: “Marco allora è vero che a scuola hai mangiato tutto?”– E il bambino scuotendo le mani giunte: “E c’aggia fa, stavo all’asilo!”

Amelia Ciarnella 1.3: Parole, frasi ed espressioni che più mi hanno divertito nella scuola materna / AMELIA Ciarnella


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

La Juve Stabia sfiora la vittoria ma Bleve, portiere della Carrarese, è insuperabile

La Juve Stabia domina ma il gol non arriva: un pareggio che vale oro
Pubblicita

Ti potrebbe interessare