È passata più di una settimana da quando la Juve Stabia ha visto sfumare il sogno promozione, eliminata ai playoff da una Cremonese che ha poi ampiamente dimostrato il proprio valore, conquistando la Serie A nella finale di ritorno a La Spezia.
A Castellammare, oltre al rammarico per non aver potuto disputare la sfida al massimo delle proprie potenzialità, bruciano ancora le dichiarazioni del tecnico grigiorosso Stroppa. Parole che, rilette oggi, suscitano un fastidio (eufemismo) palpabile, percepite da molti come un maldestro tentativo di impartire lezioni non richieste alla panchina stabiese.
“Devono stare zitti”, tuonò Stroppa, proseguendo con un affondo diretto: “alla Juve Stabia sono abituati a fare dei teatrini perché a turno si mettono in piedi per protestare contro il direttore di gara”. La chiosa, “se vogliono restare a questi livelli devono imparare la professionalità” suonò come una sentenza.
Un “consiglio” che però sembrò trovare ascolto nell’arbitraggio della gara di ritorno: nessun provvedimento per un fallo evidente su Andreoni, la sua espulsione successiva definita “scandalosa” e, dulcis in fundo, l’allontanamento del tecnico Pagliuca per un presunto atteggiamento “irridente”.
L’ironia, però, è un piatto che a volte si serve freddo, direttamente dal tavolo del Giudice Sportivo. Proprio oggi, infatti, sono arrivate le sanzioni relative alla finale playoff Spezia-Cremonese. E chi troviamo tra i puniti? Proprio alcuni “attori di teatro” che sedevano sulla panchina della Cremonese:
- DALL’ASTA Federico (Cremonese): Squalifica per una giornata effettiva “per avere, al termine del primo tempo, negli spogliatoi, assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti di un dirigente della squadra avversaria.”
- BRESCIA Giuseppe (Cremonese): Squalifica per una giornata effettiva “per avere, al 47° del secondo tempo, alzandosi dalla panchina, assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti dei calciatori della squadra avversaria.”
Un vecchio adagio recita: “Non sputare in cielo, che in faccia ti torna”.
Questa situazione si inserisce in un contesto più ampio che riguarda il comportamento del pubblico, un tema su cui anche a Castellammare si è spesso dibattuto, prendendo le distanze da quei 5-10 individui che ciclicamente causano problemi in tribuna scoperta al Menti. È innegabile che la Juve Stabia sia stata multata più di altre società a causa di pochi, ma è altrettanto vero che non si può e non si deve generalizzare. Spesso, purtroppo, si percepisce una “mano pesante” nei confronti delle società considerate più piccole, come la Juve Stabia, o degli ambienti meridionali, vittime di stereotipi che vedono nella repressione l’unica soluzione.
Senza voler additare nessuno, ma per sottolineare come il problema sia diffuso, le decisioni del Giudice Sportivo post-finale playoff illuminano una realtà inequivocabile anche sul fronte del tifo:
- Ammenda di € 12.000,00 alla Soc. SPEZIA per lancio di fumogeni (due dei quali hanno causato un’interruzione di gara) e bottigliette.
- Ammenda di € 3.000,00 alla Soc. CREMONESE per lancio di bicchieri di plastica.
Questi episodi dimostrano, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che la necessità di un cambio di atteggiamento nei confronti del gioco del calcio e dell’accettazione della sconfitta è un’esigenza nazionale, da Nord a Sud. Il problema è che, come sempre, per colpa di pochi pagano tutti. Sarebbe ora di allontanare seriamente chi danneggia il calcio, per permettere alle famiglie di riavvicinarsi serenamente a questo sport. È fin troppo facile, sui social, puntare il dito contro questa o quella piazza, quando le cronache nazionali riportano costantemente episodi spiacevoli ovunque: dal motorino lanciato dagli spalti a San Siro, ai derby Roma-Lazio trasformati in guerriglia urbana, dai tafferugli in autostrada dopo Lucchese–Perugia, alla tragica morte dell’ispettore Raciti prima di Catania-Palermo. Le inchieste sul tifo organizzato, poi, non mancano da nessuna parte d’Italia.
In conclusione, chiediamo con forza che la Juve Stabia e la piazza di Castellammare non venga considerata l’unica responsabile di intemperanze – da cui, lo ribadiamo, prendiamo le distanze – e che non vengano più trattate come la “Cenerentola” del campionato da sestetti arbitrali e commissari di campo. Le persone negative esistono a Castellammare come a Bolzano e devono essere isolate. Ma ci sono anche tantissime persone per bene che seguono la propria squadra con passione e civiltà, come dimostrato dagli oltre 10.000 spettatori presenti alla semifinale d’andata a Castellammare, una partita svolta senza incidenti e senza multe, o dal bellissimo gesto dei tifosi stabiesi che, al termine del match di ritorno della semifinale play off allo Zini, hanno ripulito il proprio settore.
Chiudiamo il nostro editoriale con: “È ora di cambiare registro, per tutti!”





