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Castellammare di Stabia

Padova – Juve Stabia (2-2): Il podio e il contropodio gialloblù

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La Juve Stabia torna in campo dopo il derby con l’Avellino confermando i segnali ampiamente positivi già visti contro la squadra irpina. Il successo sfugge però alle Vespe a causa di qualche disattenzione che consente al Padova di recuperare dopo la rimonta stabiese.

PODIO

Medaglia d’oro: ad Alessio Cacciamani, rivistosi bella versione scintillante della gara di Coppa Italia di Lecce. Il giovane scuola Toro entra in campo quasi subito e spacca la gara con dribbling brucianti ed accelerazioni devastanti. La sua progressione in occasione del pari, primo gol tra i professionisti, è impressionante, come la freddezza nello sterzare e nel chiudere il destro a giro. Non sazio, battezza anche la rete di De Pieri con l’ennesima giocata ad alta velocità della sua gara. Grazie al 77 sulla schiena, e non solo per quello, ricorda il Kvaratskhelia versione Napoli scudettato.

Medaglia d’argento: a Lorenzo Carissoni, ormai padrone assoluto della fascia destra. L’addio di Floriani Mussolini, in estate, aveva lasciato un comprensibile sconforto nella piazza, immediatamente riparato dalla vena dell’ex Cittadella, elemento di esperienza voluto da Lovisa. Castellammare ha scoperto non solo l’affidabile difensore ben noto alla categoria ma anche un elemento di qualità sorprendente, in grado di sorprendere avversari con la sua imprevedibilità. Finte, tagli, cross e il terzo gol in campionato solo sfiorato: con lui i pericoli non mancano mai.

Medaglia di bronzo: a Marco Ruggero, che nella sua città natale mostra la sua migliore versione. Dopo il turno di stop della scorsa settimana, il 4 gialloblù torna a farsi apprezzare non solo in fase di marcatura ma anche sganciandosi spesso in progressione. La condizione non è ancora tornata quella ottimale ma i segnali sono positivi per lui che, numeri alla mano, è diventato il calciatore dal valore più alto nella attuale rosa della Juve Stabia. Menzione anche per Omar Correia, travolgente ma a tratti un pizzico troppo innamorato del pallone: a volte la palla va scaricata prima.

CONTROPODIO

Medaglia d’oro: a Kevin Piscopo, che costringe Abate a richiamarlo quasi subito in panchina. Non è il fallo di mano in area di rigore a macchiare i minuti di Piscopo, che anzi prova a tappare la falla della distrazione collettiva della squadra, bensì l’assoluta confusione che precede e segue il rigore. Pronti via e si fa soffiare palla sbagliando un dribbling forzato, commettendo poi il vistoso fallo da giallo, che rischia di diventare rosso dopo l’ennesima trattenuta quando il Padova è in vantaggio. In mezzo l’occasione da gol cestinata un attimo dopo la traversa di Mosti.

Medaglia d’argento: ad Andrea Giorgini, che prosegue nel suo momento un po’ opaco. Non impeccabile con l’Avellino ed ugualmente a Padova, dove per poco non cuoce la frittata insieme a Confente. Dal retropassaggio distratto nasce poi il vantaggio veneto, cui Giorgini reagisce con “garra” ma anche con qualche imprecisione di troppo, come nell’occasione del pari del Padova.

Medaglia di bronzo: a Rares Burnete, che non sfrutta forse l’occasione più ghiotta della gara. Il ragazzo ha fame e voglia, si vede, ma allora perché non calcia in porta quando ha la comoda palla sul sinistro a tu per tu con Fortin? Cervellotica la sua scelta di virare sul destro per poi inevitabilmente farsi murare la conclusione dalla difesa del Padova.

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