L’avvocato Simone Ciro Giordano, intervenuto in qualità di tifoso e giurista durante il talk show di Juve Stabia Live, ha fornito una prospettiva legale e critica riguardo la recente notizia dell’amministrazione giudiziaria della S.S. Juve Stabia, sottolineando la necessità di distinguere il club dalle società che gli gravitano attorno.
Giordano ha esordito con una rassicurazione fondamentale per i sostenitori gialloblù: la Juve Stabia non è assolutamente in pericolo per quanto riguarda il proseguo del campionato. Ha chiarito che non esiste alcun rischio concreto o effettivo di possibili penalizzazioni, retrocessioni, o persino di fallimento della società.
Amministrazione Giudiziaria Distinta dal Sequestro
L’avvocato ha evidenziato che l’attuale misura è l’amministrazione giudiziaria, che è “cosa ben diversa dal sequestro giudiziario”. L’amministrazione giudiziaria non incide sulla gestione della società, ma stabilisce delle direttive per sanare situazioni critiche. Nello specifico caso della Juve Stabia, l’intervento riguarda una serie di società che gestivano servizi collaterali, come lo stewarding e il beverage, e non la società sportiva in sé. Gli amministratori nominati dal tribunale hanno il compito di “riparare queste falle” e riportare la legalità in quei determinati settori entro un termine di un anno, prorogabile per un massimo di due anni complessivi.
Giordano ha criticato la narrazione mediatica e l’azione della Procura, suggerendo che si sia “marciato ancora una volta per screditare non solo la Juve Stabia ma anche la città”. Egli ritiene che questa rappresenti una “gogna mediatica” partita nei confronti della Juve Stabia.
Critiche alla Strategia della Procura
Pur affermando di credere nella legalità e di basarsi sulle attività investigative che dà per buone, Giordano ha espresso dubbi sulla scelta procedurale. Egli ha sollevato la questione del perché la Procura non abbia utilizzato direttamente lo strumento dell’interdittiva antimafia nei confronti delle sole società di servizi.
Secondo il suo parere, se la Procura avesse imposto un’interdittiva antimafia alla società X (che gestisce gli autobus) o alla società Y (che gestisce gli steward), non avrebbe ottenuto la stessa risonanza. L’aver sottoposto ad amministrazione giudiziaria una società di Serie B ha generato “molto più clamore mediatico”. L’avvocato ha notato che le interdittive antimafia per le società collaterali sono arrivate solo successivamente (due giorni dopo) la conferenza stampa sull’articolo 34 relativo alla Juve Stabia, una sequenza che gli è sembrata molto discutibile.
Questioni Legali e Proporzionalità
Giordano ha sollevato anche punti specifici riguardanti le società di servizi, come il fatto che il bando del settore Beverage fosse stato gestito dal Comune di Castellammare. Per partecipare a un bando comunale, una società dovrebbe già disporre della liberatoria antimafia della Prefettura, portando l’avvocato a interrogarsi su come quella specifica società abbia potuto partecipare.
Un altro punto toccato riguarda il diritto alla riabilitazione: Giordano ha sostenuto che una persona che ha scontato una pena, anche per reati associativi, ha il diritto di ricominciare una nuova vita lavorando onestamente in una società.
Riguardo alla società calcistica, Giordano ha ribadito che il provvedimento di amministrazione controllata non cita mai la maggioranza attuale della Juve Stabia o nessun componente del Consiglio di Amministrazione. Inoltre, ha fornito una prospettiva sulla proporzionalità economica dell’infiltrazione. Su una gestione totale di circa 15 milioni di euro, i servizi contestati (quelli gestiti da società in odore di camorra) ammontano a circa 230.000-250.000 euro, una cifra che rappresenta circa l’1.6% del budget complessivo (un sessantesimo). Pur condannando che “anche un solo euro che finisce nelle casse della camorra mi fa schifo”, ha suggerito che una società con problemi su una scala finanziaria così ridotta dovrebbe essere messa nelle condizioni di risolvere rapidamente le criticità.
In conclusione, Simone Ciro Giordano ha esortato tutti a non confondere la Juve Stabia con ciò che le sta intorno. Ha sottolineato che la squadra riflette la città, composta in gran parte da persone per bene che hanno il dovere morale di allontanare le “mele marce” che inquinano il settore sociale, sportivo ed economico. Ha definito la mancanza di un piano di compliance e del modello 231 come una “grave deficienza della società,” ma ha concluso che l’amministrazione giudiziaria è un’occasione per eliminare le possibili ingerenze esterne e rafforzare il club.
L’avv. Giordano sulla Juve Stabia: “Nessun rischio per il Campionato, c’è stata un’ingiusta gogna mediatica”





