Un’annata da montagne russe, un ottovolante di emozioni che ha mischiato la speranza di affermazione con la delusione di un traguardo mancato.Per Federico Zuccon, centrocampista classe 2003, la stagione appena conclusa è stata un vortice di esperienze contrastanti, un percorso che lo ha visto passare dall’ombra del “Romeo Menti” di Castellammare di Stabia alla lotta per la salvezza poi svanita di Salerno.
Una traiettoria che curiosamente si è specchiata in quella di un altro giovane talento, Gabriele Artistico, creando un singolare caso di destini incrociati, con un’unica, grande vincitrice sullo sfondo: la Juve Stabia.
L’inverno dello scontento a Castellammare
Arrivato in prestito dall’Atalanta, Zuccon era considerato da molti un prospetto di sicuro interesse per la Juve Stabia di mister Guido Pagliuca, una squadra che stava costruendo le fondamenta per una stagione da protagonista.Tuttavia, il campo ha raccontato una storia diversa.
Nella prima metà del campionato, il giovane centrocampista genovese ha trovato pochissimo spazio nelle rotazioni del tecnico.Le scelte di Pagliuca si sono indirizzate su altri profili, relegando Zuccon a un ruolo da comprimario, spesso confinato in panchina.
Per un talento in piena fase di crescita, bisognoso di minuti per affinare le proprie qualità e dimostrare il proprio valore, i mesi a Castellammare si sono trasformati in un’attesa frustrante.Il potenziale è rimasto inespresso, la voglia di incidere soffocata dalla mancanza di opportunità, rendendo inevitabile un cambio di scenario.
La svolta a metà: Salerno e Cosenza stessa amara sorte
Il mercato di gennaio ha rappresentato la tanto agognata via d’uscita.
Per Zuccon si sono aperte le porte della Salernitana, in Serie B, un’occasione per misurarsi in una piazza importante e, soprattutto, per giocare.In parallelo anche l’attaccante Gabriele Artistico, classe 2002, lasciava la Juve Stabia accasandosi al Cosenza un’altra compagine impegnata nella difficile lotta per non retrocedere.
A Salerno, Zuccon ha finalmente assaporato il campo con continuità.Ha alternato prestazioni incoraggianti in cui ha messo in mostra le sue doti di palleggio e visione di gioco, a momenti di fisiologica difficoltà, inevitabili per un giovane al primo impatto con una realtà complessa e in piena bagarre sportiva.
Nonostante l’impegno, il suo contributo e quello dei compagni non sono bastati a invertire la rotta di una stagione nata storta per i granata.L’epilogo è stato il più amaro: la retrocessione in Serie C.
Un destino crudele e incredibilmente simile ha atteso Artistico a Cosenza.Anche l’attaccante, dopo aver trovato poco spazio in gialloblù, ha cercato il riscatto in Calabria ma ha dovuto fare i conti con una situazione di classifica precaria che è culminata anche in questo caso con la discesa nella terza serie del calcio italiano.
Il paradosso della “Vespa”: Da rimpianto a trionfo
Mentre Zuccon e Artistico vivevano la seconda parte di stagione lottando nei bassifondi della Serie B la loro ex squadra, la Juve Stabia, compiva un’autentica cavalcata trionfale.
Quella stessa squadra in cui non erano riusciti a ritagliarsi un ruolo da protagonisti si faceva valere in serie B, conquistando una meritatissima e celebrata qualificazione ai Play Off.Un paradosso che aggiunge un velo di rimpianto alla già difficile annata dei due giovani.
La stagione di Federico Zuccon e Gabriele Artistico si chiude così con il sapore agrodolce di chi ha cercato una via per il proprio talento ma si è scontrato con un insuccesso collettivo.La retrocessione rappresenta una ferita ma per due calciatori così giovani può e deve trasformarsi in un’esperienza formativa, un passaggio a vuoto da cui trarre insegnamenti per il futuro.
Il talento di entrambi resta indiscutibile e le occasioni per rifarsi non mancheranno.Resta, sullo sfondo, la storia di una stagione particolare che ha visto due giovani promesse lasciare una squadra che, senza di loro, ha trovato la via del successo mentre il loro inseguimento della gloria personale si è infranto contro la dura realtà della retrocessione.
Un incrocio di destini che solo il calcio sa regalare.





