Non è solo una partita di Serie B quella che andrà in scena a Castellammare di Stabia. È un incrocio di destini, un manifesto di due filosofie distinte che cercano lo stesso obiettivo attraverso strade opposte. Da una parte la Juve Stabia di Ignazio Abate, giovane promessa della panchina che porta in dote l’eleganza tattica appresa a Milanello; dall’altra il Südtirol di Fabrizio Castori, l’eterno “mister promozioni”, custode di un calcio pratico e sanguigno.
L’eterno ritorno di Fabrizio Castori
Fabrizio Castori non ha bisogno di presentazioni. Con oltre mille panchine in carriera e una vita spesa a scalare le categorie, il tecnico marchigiano rappresenta la resilienza fatta persona.
Il suo Südtirol è lo specchio fedele del suo carattere: una squadra solida, corta, che sa soffrire in trincea per poi colpire con cinismo letale. Castori porta con sé il peso specifico di battaglie storiche e quella capacità quasi sciamanica di leggere i momenti della gara.
Il suo credo è fatto di un calcio verticale, fatto di pressione asfissiante e ripartenze immediate per dimostrare ancora una volta che, nel calcio, l’anagrafe conta meno della fame e della conoscenza tattica. Uno stile che non passa mai di moda, perché basato sull’essenza stessa della competizione: fare un gol in più dell’avversario, non importa come.
Ignazio Abate: Il coraggio delle idee
Dall’altro lato della linea laterale siede Ignazio Abate. Dopo gli ottimi risultati con la Primavera del Milan e con la Ternana in serie C, l’ex terzino rossonero ha scelto le “Vespe” per la sua prima vera grande sfida in serie B. Il suo approccio è figlio legittimo del calcio moderno: coraggio, intensità, costruzione e identità precisa.
Abate sta dimostrando di saper gestire una piazza calda ed esigente come quella stabiese con la freddezza dei veterani, mescolando l’entusiasmo dei suoi giovani con un’organizzazione tattica che non teme i nomi altisonanti della categoria. Per il tecnico campano, questa sfida è un vero esame di maturità: superare una “volpe del deserto” come Castori significherebbe dare un segnale fortissimo al campionato e certificare il proprio status di allenatore emergente.
Una partita a scacchi
Il fischio d’inizio segnerà l’avvio di una complessa partita a scacchi. Mentre Castori studia il modo per imbrigliare le fonti di gioco gialloblù, intasando le linee di passaggio e sporcando la manovra, Abate sa che contro il “Maestro” non sono ammessi cali di tensione o vezzi estetici fini a se stessi.
La gioventù della Juve Stabia vorrà correre, imporre il ritmo e aggredire; l’esperienza del Südtirol saprà invece quando è il momento di aspettare, rallentare e colpire alle spalle.
Al “Menti” non si gioca solo per i tre punti. Si gioca per stabilire quale visione avrà la meglio: l’innovazione audace o l’esperienza pragmatica. Comunque vada, vincerà il calcio autentico.





