Non chiamatela più sorpresa. Oramai, dalle parti di Castellammare, è una splendida certezza. Quando la partita si blocca, quando le linee avversarie si chiudono a riccio e la palla scotta, la Juve Stabia sa di poter calare l’asso nella manica. O meglio, la specialità della casa: il colpo di testa di Marco Bellich.
Anche nella prestigiosa cornice del Manuzzi di Cesena, il centrale difensivo ha smesso momentaneamente i panni del guardiano per indossare quelli del centravanti aggiunto, griffando il vantaggio delle Vespe con un gesto tecnico che è diventato un vero e proprio marchio di fabbrica.
L’arte dello stacco: il film del gol
Tutto accade al minuto 29. È l’istante in cui la strategia dei calci piazzati tocca la perfezione. Dalla bandierina, il piede educato di Maistro disegna una parabola invitante. In area è una tonnara, le marcature romagnole si stringono, ma Bellich legge il futuro un secondo prima degli altri.
Il suo non è solo un salto, è un dominio dello spazio aereo: Tempo di inserimento perfetto; stacco imperioso e precisione chirurgica.
La palla finisce in buca d’angolo dove Klinsmann non può arrivare. Non è solo questione di centimetri o forza fisica; è l’intuito del bomber intrappolato nel corpo di un difensore, una freddezza sotto porta che molti attaccanti di categoria invidierebbero.
Un giocatore “Totale” tra Pagliuca e Abate
Bellich si conferma l’archetipo del difensore moderno. Se nella propria area resta un baluardo difficile da superare, in quella avversaria diventa un fattore tattico capace di scompaginare i piani difensivi studiati a tavolino dagli allenatori avversari.
Quello che era stato un punto fermo nello scacchiere di Pagliuca durante la trionfale cavalcata promozione, si sta rivelando un pilastro insostituibile anche per il nuovo corso di Ignazio Abate. La continuità di rendimento dimostra che il vizio del gol non era un caso, ma una caratteristica strutturale del suo gioco.
Solidità difensiva: il duello con Shpendi
Sarebbe riduttivo, però, limitare la prova di Bellich al solo gol. Al Manuzzi, il numero 6 ha offerto una lezione di solidità. In coppia con Varnier, ha avuto il compito ingrato di arginare la verve di un cliente scomodo come Shpendi. Nei momenti di sofferenza, quando il Cesena ha provato a spingere, Bellich ha gestito la pressione con l’esperienza del leader, dimostrando che la Juve Stabia non ha paura di giocare a viso aperto su nessun palcoscenico.
Un’arma in più verso il Sudtirol
In una Serie B dove spesso sono i dettagli a decidere le sorti di un campionato, avere un centrale capace di garantire un bottino di gol “pesanti” è un lusso che le Vespe si tengono stretto.
Il messaggio inviato al campionato è chiaro: Marco Bellich continua a pungere. Il Cesena è solo l’ultima vittima, e ora lo sguardo è rivolto al prossimo avversario. Il Sudtirol è avvisato: preparare la partita contro la Juve Stabia significa dover trovare un antidoto non solo agli attaccanti, ma anche a quel difensore che, quando salta, sembra non voler scendere più.





